ΣΠΥΡΙΔΩΝ Α. ΚΟΥΤΡΑΚΗΣ

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1 ΑΡΙΣΤΟΤΕΛΕΙΟ ΠΑΝΕΠΙΣΤΗΜΙΟ ΘΕΣΣΑΛΟΝΙΚΗΣ ΦΙΛΟΣΟΦΙΚΗ ΣΧΟΛΗ ΤΜΗΜΑ ΙΤΑΛΙΚΗΣ ΓΛΩΣΣΑ ΚΑΙ ΦΙΛΟΛΟΓΙΑΣ ΠΡΟΓΡΑΜΜΑ ΜΕΤΑΠΤΥΧΙΑΚΩΝ ΣΠΟΥΔΩΝ ΚΑΤΕΥΘΥΝΣΗ: «ΛΟΓΟΤΕΧΝΙΑ ΚΑΙ ΠΟΛΙΤΙΣΜΟΣ» ΜΕΤΑΠΤΥΧΙΑΚΗ ΔΙΠΛΩΜΑΤΙΚΗ ΕΡΓΑΣΙΑ PIER PAOLO PASOLINI E LA FIGURA UMANA: CORRISPONDENZE FRA PITTURA E POESIA Ο ΠΙΕΡ ΠΑΟΛΟ ΠΑΖΟΛΙΝΙ ΚΑΙ Η ΑΝΘΡΩΠΙΝΗ ΦΙΓΟΥΡΑ: ΑΝΤΙΣΤΟΙΧΙΕΣ ΜΕΤΑΞΥ ΖΩΓΡΑΦΙΚΗΣ ΚΑΙ ΠΟΙΗΣΗΣ ΣΠΥΡΙΔΩΝ Α. ΚΟΥΤΡΑΚΗΣ (Α.Ε.Μ.: 10) ΕΠΙΒΛΕΠΟΥΣΑ ΚΑΘΗΓΗΤΡΙΑ: ΜΕΛΕΖΙΑΔΟΥ Ε. ΘΕΣΣΑΛΟΝΙΚΗ, 2013

2 UNIVERSITÀ ARISTOTELE DI SALONICCO FACOLTÀ DI FILOSOFIA DIPARTIMENTO DI LINGUA E LETTERATURA ITALIANA PROGRAMMA DI STUDI POST LAUREA DIREZIONE: LETTERATURA E CULTURA TESI POST LAUREA PIER PAOLO PASOLINI E LA FIGURA UMANA: CORRISPONDENZE FRA PITTURA E POESIA SPIROS KOUTRAKIS RELATORE: MELEZIADOU EVDOKIA SALONICCO,

3 a Sofia Raffaella e Alessandro Angelo 2

4 INDICE I. PREMESSA... 4 II. INTRODUZIONE...5 III. PIER PAOLO PASOLINI: IL PITTORE SCONOSCIUTO... 6 IV. DISTINZIONE TEMPORALE E TEMATICA DEI SUOI DISEGNI...10 IV. i IV. ii IV. iii IV. iv IV. v V. FIGURE UMANE: CORRISPONDENZE FRA DISEGNI E POESIE...19 V. i. La madre amore perfetto Susanna Colussi...20 V. ii. Tonuti il primo amore? Spagnol...25 V. iii. Ninetto suo Signore Davoli...28 V. iv. Maria l amore impossibile Callas...33 V. v. Pier Paolo Narcisso Pasolini...44 V. vi. I ragazzi di vita sua...47 V. vii. Giuseppe l ontologico Zigaina...50 V. viii. Laura la moglie non carnale Betti...55 VI. PENSIERI CONCLUSIVI E CONSIDERAZIONI ESTETICHE...57 VII. APPENDICE...61 VIII. BIBLIOGRAFIA / SITOGRAFIA...65 PRESENTAZIONE RIASSUNTIVA/ΠΕΡΙΛΗΠΤΙΚΗ ΑΠΟΔΟΣΗ..68 3

5 I. PREMESSA Prima di qualsiasi altra cosa, vorrei ringraziare il relatore, Professore Assistente del Dipartimento di Lingua e Letteratura Italiana della Facoltà di Filosofia dell Università Aristotele di Salonicco Evi Meleziadou per l aiuto e i consigli offerti e per la fiducia assoluta con cui mi ha investito per l effettuazione della presente tesi post-laurea. In più, desidererei ringraziare anche i due membri della commissione, il Professore Associato del Dipartimento di Lingua e Letteratura Italiana della Facoltà di Filosofia dell Università Aristotele di Salonicco Konstantina Evanghelou e il Lettore del Dipartimento di Lingua e Letteratura Italiana della Facoltà di Filosofia dell Università Aristotele di Salonicco Konstantina Boubara per il loro supporto e il calore con il quale hanno accolto il mio lavoro. Salonicco, 18/1/2013 4

6 II. INTRODUZIONE Pier Paolo Pasolini è stata una delle personalità più complesse, emblematiche e piene di passione che ha segnato la seconda metà del ventesimo secolo. Si è coinvolto profondamente in tutti gli avvenimenti dell intero periodo culturale noto come dopoguerra, avendo però iniziato la sua attività alcuni anni prima della seconda guerra mondiale e a cui non si è stata mai posta una fine, neppure dopo la sua morte precoce ed improvvisa il 2 novembre Nel frattempo non ha mai smesso di sperimentarsi nei contenuti e nelle forme più vari. Pasolini ha scritto dei libri, non solo avendo composto dei versi ma avendo anche narrato delle storie, le quali riflettevano la realtà che cambiava; una realtà, infatti, in trasformazione che lasciava alle spalle la vita agricola per immergersi, anche in modo brusco e violento, nell industrializzazione e nell urbanesimo. Il suo punto di vista era sempre diverso, non guardava mai dove guardavano gli altri e vedeva sempre qualcosa che gli altri non vedevano. Era un osservatore attento delle trasformazioni sociali, l uomo vero e proprio della mutazione secondo la caratterizzazione di Massimiliano Capati 1. Raccontava tanto quello che non funzionava malgrado il suo piacere, quanto quello funzionante che per lui aveva un suo senso e una sua bellezza nonostante le reazioni degli altri, reazioni spesso ferocissime a causa delle quali ha dovuto affrontare trentatrè processi durante la sua vita. Questa alternazione di attività che lo caratterizzava ha fatto sì che l adoperare delle tecniche diverse, le quali trasporta da un arte all altra, è diventato qualcosa di abituale per lui e ha contribuito alla loro attenuazione. Nelle sue poesie rivela il suo mondo interiore ed i suoi pensieri più profondi. Nei suoi romanzi narra la realtà delle borgate romane, degli emarginati, di tutto quello insomma che allora si chiamava sottoproletariato. Nei suoi film manifesta tutta la sua genialità, la sua stranezza e la sua particolarità, facendoli dei veri e propri capolavori nella storia del cinema italiano. Nei suoi articoli per giornali si occupava di temi di attualità calda provocando il disdegno e l avversione di molti. Però Pier Paolo Pasolini ha avuto anche una dote in più, quella del pittore o per essere più preciso, del disegnatore. Pasolini disegnava. E disegnava parecchio. Un abitudine che l ha mantenuta per tutta la sua vita, salvo certi periodi di pausa, e ci ha ereditato una preziosissima collezione di quasi duecento disegni. Di questi disegni 1 Capati M., Storia letteraria del 900 italiano, p

7 appunto me ne occuperò e specialmente del rapporto che viene notato tra alcuni di loro con delle sue poesie. Nell ambito di questa tesi individualizzerò delle figure umane che Pasolini ha tracciato sulla carta e identificherò il modo in cui esse corrispondono a precise sue poesie; corrispondenze che, benchè a volte le separi una distanza temporale, queste esistono, come se Pasolini prendesse degli spunti da varie occasioni e ritornava a persone che per motivi diversi gli avevano attirato l attenzione in un tempo passato. Ad un primo passo, tuttavia, presenterò delle testimonianze offerte da altri studiosi che tramite passi relativi rivelano questa sua attività per lo più sconosciuta, e d altra parte la mancanza di registrazioni analoghe nelle pagine delle più importanti Antologie di letteratura italiana. Di seguito passerò ad una catalogazione dei disegni prodotti per epoca e per argomento, rendendomi conto dell ambito sociale, politico o la cultura del tempo. La parte finale della tesi si occuperà di certi problemi e punti di riflessione che si sono emersi dal confronto tra disegni e poesie riguardanti le figure umane non solo quelle presentate ma anche quelle assenti e in conclusione verranno esposte delle considerazioni estetiche sui disegni presentati. III. PIER PAOLO PASOLINI: IL PITTORE SCONOSCIUTO Fra le tante attività di cui si è occupato Pasolini, e con grandissima fortuna come concorda la critica unanimamente, ce n è una meno nota al vasto pubblico rispetto ai frutti degli altri settori della sua produzione intellettuale: un lato della sua personalità ha trovato sfogo all attività pittorica. Sembra che questo suo lavoro nel campo grafico visivo è rimasto da sempre offuscato ed è passato inosservato o almeno non gli è stata attribuita l importanza dovuta da parte dei grandi studiosi che si occupano di Pasolini negli anni. Mi spiego subito dicendo che nessuna delle più importanti e note Antologie della letteratura italiana, utili strumenti peraltro per lo studio letterario siccome consistono il primo punto di riferimento per studenti e ricercatori, dedica qualche parola alla sua funzione da pittore. Tutte si limitano esclusivamente a parlare di Pasolini come poeta, romanziere, filologo, critico, autore di teatro, sceneggiatore e regista cinematografico, ignorando o omettendo il suo lato pittorico. 6

8 Le antologie in cui ho cercato di individuare qualche linea o al minimo qualche parola dedicata alla sua attività pittorica, senza però qualche esito positivo, sono le seguenti: Attività letteraria in Italia di Giuseppe Petronio, edizioni Palumbo, Firenze 1993 Letteratura italiana di Mario Pazzaglia, vol. 4, edizioni Zanichelli, Bologna 1992 Compendio di Storia della letteratura italiana di Natalino Sapegno, vol. 3, edizioni La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1989 Lettertura italiana Calderini di A. Tartaro, A. Simonini, R. Bertacchini, G. Manacorda, vol. 3, edizioni Calderini, Bologna 1991 Testi nella storia di C. Segre C. Martignoni, vol. 4, edizioni Scolastiche Bruno Mondadori, Torino 2000 Profilo storico della letteratura italiana di Giulio Ferroni, edizioni Einaudi, Milano 1992 Storia della letteratura italiana di Alberto Asor Rosa, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1985 Solo il Filo Rosso si limita a menzionare che le lezioni di R. Longhi avevano assicurato a Pasolini una notevole competenza pittorica messa a frutto in molti suoi film 2 e nella Storia letteraria del 900 italiano un lettore attento può individuare la parola disegni 3 nell elenco delle attività pasoliniane menzionate. Il fatto che da nessuna delle antologie elencate sopra lo studioso verrà informato sull attività pittorica di Pier Paolo Pasolini non significa che essa non c è stata. Al contrario. Però dovrà far ricorso sia ad opere di persone che appartenevano al suo circolo sociale o letterario, come Nico Naldini 4, suo cugino e uno fra i maggiori studiosi pasoliniani e il pittore Giuseppe Zigaina 5, il curatore principale della sua 2 Santagata M, Carotti L., Casadei A., Tavoni M., Filo Rosso, vol. 3, t. II, p Capati M., op. cit., p Nico Naldini è anche autore di sottili poesie in friulano, nonchè abile e affascinante evocatore in prosa di illustri amici come Comisso, De Pisis e Parise. (Fonte: Segre C. Martignoni C., Testi nella storia, vol. 4, p. 1505) 5 Giuseppe Zigaina nasce a Cervignano del Friuli nel 1924; è pittore e saggista. Nel 1950 e nel 1960 è stato premiato alla Bienale di Venezia. Sue opere figurano in molti musei d Europa e d America. Ha collaborato ai film di Pasolini Teorema, Il Decameron, Medea ed ha pubblicato i libri Pasolini e la morte (1987), Pasolini tra enigma e profezia (1990) e Pasolini e l abiura (1983). Ha curato inoltre la pubblicazione di tutti i disegni del poeta regista 7

9 eredità pittorica, solo per menzionare uno dei suoi impieghi che a studiosi che si sono occupati specialmente di questa sua attività, come Mario De Micheli 6 e Marisa Vescovo 7 ; oppure a certe biografie o opere monografiche dedicate al grande autore. Nico Naldini, nella Cronologia 8 ci informa che Pasolini si è occupato del disegno da una piccolissima età, dicendo che è stato preso dalla passione del disegno tra i quattro e i cinque anni, quindi la pittura aveva per diritto i primati nella manifestazione, con la poesia a seguire. Più in avanti, parla dell estate del 1941 a Casarsa dove Pasolini scrive e dipinge [ ] I quadri che dipinge a olio seguono con estro personale i canoni della pittura italiana del Novecento. E ad un altro punto dice che nella primavera del 1942 riprende a scrivere e a dipingere nei luoghi che sempre più si identificano col suo sogno poetico 9. Anche in un intervista concessa alla R.A.I. lui dichiara che Pasolini lavorava molto, leggeva e dipingeva 10. Giuseppe Zigaina ha parlato della pittura di Pasolini e della sua tecnica espressiva facendo un resoconto dei mezzi usati per avere il risultato desiderato 11. E proprio questo non essere tradizionale di Pasolini sulla scelta e l elaborazione di materiali, lo ha spinto ad affermare che Pasolini ha sempre dipinto da poeta 12 e a riconoscere in certe sue opere il suo alto manierismo 13. Per Zigaina, insomma, la pittura (Fonte: Zigaina G. Tarozzi D. (a cura di), Organizzar il trasumanar. Pier Paolo Pasolini cristiano delle origini o gnostico moderno, Catalogo della mostra, p Storico delle Avanguardie artistiche del 900, Mario De Micheli ha sostenuto con grande passione l'arte di impegno sociale e civile militando con la sua critica a fianco dei pittori italiani ed europei a partire dai primi anni Quaranta fino alla fine del Secolo. Fondò varie riviste d'arte e organizzò numerose mostre nazionali e internazionali. Per anni e anni è stato il critico d arte ufficiale del quotidiano L Unità. La sua visione critica si può sintetizzare nella ricerca di un'arte attenta ai valori dell'uomo e della sua lotta contro la brutalità della storia. Ha insegnato Storia dell'arte e della Letteratura italiana alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. (Fonte: 7 Marisa Vescovo è critica e storica d arte ed autrice di numerose monografie. Fino al 2009 è stata titolare del corso di Fenomenologia dell arte Contemporanea presso l Accademia delle Belle Arti di Genova. Dal 1972 al 1984 è stata consulente per le Arti visive del Comune e della Provincia di Alessandria, per cui ha realizzato 50 mostre. Dal 1982 al 1986 è stata Commissario per l arte visiva alla Biennale di Venezia. Dal 1992 al 1997 ha diretto la Fondazione Bricherasio di Torino. Dal 2004 al 2010 è stata Direttore Scientifico IGAV e contemporaneamente Direttore Scientifico dell Associazione Panichi Seghetti di Ascoli Piceno. Ha lavorato alla crezione della Collezione di arte contemporanea della Farnesina a Roma. Attualmente collabora al quotidiano La Stampa e alla rivista letteraria Ali. (Fonte: Zigaina G. Tarozzi D. (a cura di), op. cit., p. 157) 8 La Cronologia a cura di Nico Naldini apre le opere di Pasolini nella collana I Meridiani delle edizioni Mondadori 9 Naldini N., Cronologia, in Pasolini P. P., Saggi sulla politica e sulla società, pp. XLVI, LI, LIV b3080.html?refresh_ce 11 Zigaina G., I disegni di P.P.Pasolini, Editrice Obliques, Parigi 1978, in De Micheli (saggio introdutivo) in Zigaina G. (a cura di), Pier Paolo Pasolini. I disegni 1941/ Zigaina G. Tarozzi D. (a cura di), op. cit., p Zigaina G. (a cura di), op.cit., Introduzione 8

10 costituiva in Pasolini il punto stabile di esercitazione nei frattempi delle sue produzioni cinematografiche. Per lo più, merita un riferimento anche la testimonianza offerta da Andrea Zanzotto 14, con cui lo legava un rapporto di reciproco rispetto, il quale riferisce che Pasolini aveva sempre disegnato e dipinto bene 15, parlando dei suoi metodi istruttivi durante gli anni della prima giovinezza in Friuli quando lavorava come professore. Passando agli studiosi specializzati, vorrei depositare inanzittutto il punto di vista di Maria Vescovo, che attribuisce a questa sua attività un ruolo complementare imposto dalle condizioni di vita, alla quale però ritornava sempre siccome copriva le sue esigenze e le sue ispirazioni qualora non volesse scriverle. Definisce l attività pittorica di Pasolini come una vera e propria vocazione 16. Un altro studioso, Mario De Micheli 17 riconosce all attività pittorica di Pasolini una radice profonda, una spinta interiore, la quale però non ha potuto concludersi essendosi oppressa dalle altre attività della genialità pasoliniana. Considera questa sua inclinazione tutt altro che marginale, individuando in certe sue opere cinematografiche la sua profonda conoscenza dell argomento e in opere poetiche i riferimenti a grandi pittori come Picasso o Mantegna. Parecchi sono i riferimenti che si possono leggere in proposito nella biografia scritta su di lui da René de Ceccatty 18. Ci si informa che Pasolini colloca nel 1934, a Cremona, le prime manifestazioni del suo amore per la pittura dopo la lettura dell Iliade di Omero e specialmente di quel passo che descriveva lo scudo di Achille creato da Efesto; e sono stati così forti l impressione creata e il suo sforzo di riprodurlo sulla carta che gli era diventato una vera e propria ossessione. Si viene anche a sapere che aveva imparato a dipingere grazie a Federico De Rocco, un giovane pittore e che gli piaceva disegnare seduto al balcone della sua casa a Casarsa. In più, si impara che nell anno accademico una commissione presieduta da Giorgio Morandi aveva scelto alcuni dei suoi quadri per una mostra pittorica 14 Andrea Zanzotto è considerato da molti il più grande poeta italiano vivente. La sua opera spazia da semplici poesie in dialetto a composizioni sperimentali permeate di complesse concezioni filosofiche e psicoanalitiche. (Fonte: Hainsworth P., Roney D. (a cura di), Enciclopedia della Letteratura Italiana Oxford Zanichelli, voce: Zanzotto Andrea) 15 ZanzottoA., Pedagogia, in Betti L. (a cura di), Pasolini: cronaca giudiziaria, persecuzione, morte, p Zigaina G. Tarozzi D. (a cura di), op.cit., p Zigaina G. (a cura di), op.cit., Saggio Introduttivo 18 De Ceccatty R., Παζολίνι, pp. 55, 62, 61, 66 67, 176 9

11 studentesca. In fine registra una testimonianza dello stesso Pasolini a parlare delle sue opere dipinte durante la sua adolescenza a Bologna le quali nel 1960 decoravano la parete della sala da pranzo della casa familiare e di lamentarsi per l aggiunta dell apparecchio televisivo. Un riferimento relativo si trova anche nell opera di Marco Antonio Bazzochi, in cui il lettore che viene a conoscenza della vita di Pasolini legge, in modo troppo sintettico in effetti, dell episodio riguardante la lettura dell Iliade e lo scudo di Achille e della conoscenza con Federico de Rocco che gli insegnò a dipingere. In modo epigrammatico c è il riferimento alla produzione di alcuni paesaggi e dei famosi autoritratti del 1946 e del Infine, informazioni sulla sua passione per la storia dell arte vengono apprese anche nell opera di Giordano Meacci, il quale con l occasione del suo incontro con Attilio Bertolucci e la sorpresa rivelazione che quest ultimo gli fa (di cui ne parlerò più in avanti), coglie l opportunità di parlare anche della passione per la pittura di Pasolini, della quale dice che restò in lui un demone sotterraneo 20. IV. DISTINZIONE TEMPORALE E TEMATICA DEI SUOI DISEGNI Il disegno, secondo l Enciclopedia Treccani, è la rappresentazione grafica di oggetti della realtà o dell immaginazione, di persone, di luoghi, di figure geometriche 21, una definizione conforme a quella che fornisce il Dizionario della pittura e dei pittori, precisando che questa rappresentazione grafica viene eseguita con materiali diversi e su supporti di varia natura 22. I disegni pasoliniani, appunto, corrispondono ai criteri soprastabiliti, visto che si tratta di disegni dai contenuti più vari, eseguiti anche con dei materiali differenti. Questi si distinguono in due gruppi, in disegni per contorni e in quelli per macchie. Nella prima categoria appertiene la maggioranza dei suoi disegni, i quali, appunto, sono opere dalle linee circoscriventi le forme esteriormente, mentre ne esistono anche alcuni per macchie, che sono quei a colori, i quali tramite le intense luminosità e le variazioni coloristiche fanno un effetto più forte e si avvicinano di più alla pittura. A questo punto dovrei notificare la presenza anche di certe sue opere però molto limitate che sono piuttosto degli schizzi siccome sono 19 Bazzocchi M.A., Pier Paolo Pasolini, pp Meacci G., Improvviso il Novecento. Pasolini professore, p Dizionario della pittura e dei pittori, vol. II D-J, voce Disegno 10

12 delle semplici linee tracciate sulla carta servite come studio preparatorio o con l intenzione di una futura elaborazione, come per esempio lo è il ritratto di Andrea Zanzotto del 1974 (Appendice, fig. 1), dove con il pennarello traccia sole le linee necessarie ma sufficienti per rendere efficacemente il profilo sinistro del poeta. Di notevole varietà sono anche i materiali che Pier Paolo Pasolini ha usato nei suoi disegni; per la maggioranza assoluta ha fatto uso dei classici materiali, come l inchiostro, la penna, il pennarello, il pennello o il carboncino, il lapis, la tempera e l immancabile olio, senza ommettere il biro e i gessi colorati usati per la serie di fumetti per La Terra vista dalla Luna nel In più, si è servito anche di certi materiali che però ha usato per una sola volta, come la mattita grassa per il disegno intitolato dalla sua mano Il mondo non mi vuole più e non lo sa (Appendice, fig.2), il quale è stato ritrovato all ultimo momento nella sua casa e potrebbe datarsi nel 1962, oppure la china acquarellata con cui ha fatto il Ritratto di un ragazzo nel 1943 o la cera che ha usato insieme alla mattita grassa per la seconda e ultima volta per i Lumi del Safon. Il motivo per cui non ha continuato ad usarli non è chiaro, ma una spiegazione molto probabile sarebbe che si trattassero delle sperimentazioni che non l hanno soddisfatto e perciò ha scelto di continuare con i materiali che poteva gestire in modo migliore. A proposito del disegno Il mondo non mi vuole più e non lo sa, Giuseppe Zigaina definisce una vera fortuna il suo ritrovamento e lo caratterizza come il disegno più intimo e sconcertante di Pasolini 23. Una parola in più andrebbe detta sulla sua tecnica mista con cui ha dipinto un notevole numero di opere degli ultimi anni della sua produzione pittorica e culmina con i Ritratti di Maria Callas. Si tratta di una tecnica di pura invenzione pasoliniana, frutto delle sue sperimentazioni con vari materiali; come ci informa Marisa Vescovo schiacciava sulle tempie del suo viso [della Callas] dei succhi di frutti o fiori, faceva scivolare, sulla carta, da candele perle di cera, macchie di vino e altri ingredienti che aveva a portata di mano 24. I disegni di Pier Paolo Pasolini coprono un estesa area cronologica i primi i primi dei quali vengono datati nel 1941 e gli ultimi nel 1975 anno in cui è stata imposta violentemente la fine precoce in assoluta coincidenza con la sua produzione letteraria, visto che anche il suo esordio nella poesia è avvenuto nel 1941 con la raccolta Poesie a Casarsa. A questo punto dovrei aprire una parentesi e menzionare 23 Zigaina G. (a cura di), op. cit., Introduzione 24 Zigaina G. Tarozzi D. (a cura di), op., cit., p

13 che utilissimi strumenti per la rassegna dei disegni pasoliniani mi sono stati due libri, pubblicati con una distanza temporale di trentatrè anni: il primo è Pier Paolo Pasolini. I disegni 1974/ a cura di Giuseppe Zigaina pubblicato solo tre anni dopo la scomparsa di Pasolini, nel 1978, e il secondo è il catalogo della mostra Organizzar il trasumanar. Pier Paolo Pasolini cristiano delle origini o gnostico moderno 26, organizzata dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini a Casarsa della Delizia dal 18 dicembre 2011 fino al 31 marzo In base a queste due edizioni, i disegni raggiungono l importante numero totale di 195, ai quali andrebbero aggiunti sicuramente alcuni altri i quali rimasti fuori catalogazzione perchè Pasolini li aveva regalati ad amici suoi. Un tale caso è quello rivelato da Attilio Bertolucci a Giordano Meacci nell ambito delle testimonianze raccolte sull attività di Pasolini da professore presso la scuola Francesco Petrarca a Ciampino dal 1951 al 1954; Bertolucci gli presenta un ritratto di Roberto Longhi disegnato da Pasolini che custodisce in casa sua 27. Di sicuro non si tratta di un caso unico, però non si sa il numero preciso. Va riferito, inoltre, che si ignora la collocazione precisa dei suoi disegni, siccome i due libri in questione non forniscono nessuna informazione sulla provvenienza delle opere o sul luogo dove sono custoditi. Solo nel sito c è l informazione che materiali originali di Pier Paolo Pasolini, come manoscritti e dattiloscritti delle opere, corrispondenza, foto, recensioni, interviste, pellicole cinematografiche, edizioni di libri e dipinti e disegni sono custoditi in tre città diverse: a Casarsa della Delizia presso il Centro Studi Pier Paolo Pasolini, a Bologna presso il Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini e a Firenze, presso il Fondo Pier Paolo Pasolini, conservato nell Archivio Contemporaneo del Gabinetto G. P. Vieusseux. Tornando al discorso di prima, allora, direi che benchè si noti questa corrispondenza perfetta nelle date dell inizio e della fine, lo spazio mediante è ben diverso, siccome si tratta maggiormente di un espressione artistica sporadica, tutt altro che costante e ancor di meno ininterrotta. Si potrebbe piuttosto parlare di raggrupamenti periodici e di vario contenuto espressivo da un periodo all altro, a seconda delle sue esperienze del tempo strettamente legate con l ambiente in cui viveva (prevelentemente nei disegni del 1 periodo) o le persone che lo circondavano: 25 Zigaina G. (a cura di), op. cit. 26 Zigaina G. Tarozzi D. (a cura di), op., cit. 27 Meacci G., op. cit., pp

14 : in quegli anni della sua giovinezza vengono datati ben 86 disegni; 1950: anno che vede la produzione di soli due disegni; : si nota una nuova fioritura riguardante i disegni che arrivano al numero dei 59, tra cui anche la serie di 34 fumetti per La Terra vista dalla Luna : in questo biennio si datano 22 disegni; : anche la sua attività pittorica si concluderà con 23 disegni, di cui i 7 sono del 1974 e i 16 del 1975 (fino al 2 novembre). In più, va notato che ci sono anche 3 disegni i quali non sono datati, figuranti un Ritratto di A. Moravia (Appendice, fig.3), un altro Ritratto di una figura maschile (Appendice, fig.4) e quello intitolato Il mondo non mi vuole più e non lo sa, di cui si è nuovamante parlato sopra. Vediamoli, allora, da più vicino: i Il primo periodo della sua espressione figurativa ( ) viene caratterizzato da una netta distinzione tra il primo triennio ( ), anni in cui si nota una fervida produzione di disegni (74) e i quattro anni seguenti ( ), quando il numero viene drasticamente diminuito (12). In questi primi anni, dominano le tele di sacco, dove il sacco si manifesta in tutta la sua rozza trama, come ci fa sapere Naldini 28. Per quanto riguarda le sue tematiche, queste si trovano in strettissimo rapporto con l ambiente in cui l autore passa la sua giovinezza e le figure umane che gli stanno tutto intorno, da una parte, mentre dall altra coincidono perfettamente con le sue Poesie a Casarsa che traducono in versi gli anni giovanili e il mondo interiore di Pasolini. Risulta, inanzittutto, che ci sono parecchi disegni raffiguranti Paesaggi, a volte senza nominarli; quei nominati però, riguardano Casarsa, il luogo amatissimo perchè terra materna della sua adolescenza, ma anche degli anni della Guerra. Casarsa della Delizia è un comune della provincia di Pordenone in Friuli-Venezia Giulia, che per lui rappresentava anche il mondo campestre incontaminato, pieno di incontri e di scoperte avventurose. È stato il luogo di una vocazione, dove si è collocato l origine 28 Naldini N. op. cit., p. LI 13

15 di uno scrittore. Casarsa è sempre stata presente nella vita di Pasolini: nelle lettere degli anni è il rifugio, il luogo delle vacanze dove in più può godere una stanza tutta sua per studiare ed elaborare i primi versi; ma anche più tardi, nelle interviste degli anni sessanta, Pasolini ricorda Casarsa, benchè la consideri come un luogo lontano e assente 29. È stato proprio a Casarsa il luogo dove ha scoperto gradualmente il mondo ma anche sè stesso e ha voluto trasportare in tavole dipinte le masse dei casolari agricole che vedeva tutto intorno e le strade, i campi e gli alberi arsi dal sole estivo. La quasi assoluta totalità dei disegni, però, sono quelli di figure umane: Pasolini ha voluto tracciare una vastissima gamma di uomini, donne e ragazzi in diverse e semplicissime attività quotidiane, come per esempio la Figura sul divano (Appendice, fig.5), la Donna che dorme (Appendice, fig.6) o il Ritratto di vecchio (Appendice, fig.7); ma anche in attività direttamente connesse alla vita in contatto con la natura che si viveva in quegli anni, come è possibile vedere nelle Figure sull erba. Di particolare interesse sono quei disegni con dei ragazzi in diverse attività, come il Ragazzo che legge, il Giocatore al biliardo o il Ragazzo col pallone e il Ragazzo con fiore, solo per menzionarne alcuni tra i più caratteristici, di cui ci sarà una presentazione particolare più in avanti. Fra i disegni di questo primo periodo ne spiccano anche quattro figuranti persone realmente esistite, le quali hanno avuto un ruolo significativo nella sua vita: il Ritratto di Susanna (del 1941) di sua madre, e le due variazioni dello stesso tema e con lo stesso protagonista Tonuti col quadro (ambedue del 1945); due figure che verranno presentate in modo analitico di seguito. il Ritratto di G. Bemporad (del 1943) (Appendice, fig.8), della poetessa e tradutrice italiana Giovanna Bemporab che Pasolini aveva conosciuto negli anni di Bologna e la quale ha invitato a Casarsa nel 1944 ad insegnare il greco-latino. Sarà lei a parlare del rapporto sviluppato fra i due in un intervista per il film documentario A futura memoria Pier paolo Pasolini 30. Racconta le loro lunghe passeggiate in campagna o nei cimiteri a parlare soprattutto dei libri e svela che è stato proprio Pasolini a voler strapparla ai libri e immetterla nella vita. Il ritratto di F. Naldini, appartenente a una parente materna. 29 Bazzocchi M.A., op. cit., pp Barnabò Micheli I. (regia di), A futura memoria Pier Paolo Pasolini, (c) 1986, min

16 Di notevole rilievo sono anche i due autoritratti che sono considerati quasi contemporanei (del 1946 o 1947): L Autoritratto con la vecchia sciarpa o Autoritratto con una margherita in bocca (Appendice, fig.9), come lo intitola Mario De Micheli 31 e l Autoritratto con il fiore in bocca (Appendice, fig.10). Si tratta di due opere più impegnate e complesse rispetto a quelle precedenti, rese più efficaci e complete dalla presenza del colore. Ormai le linee sono più decisive e le macchie coloristiche intensificano le luminosità e i voluti chiaroscuri. Le informazioni fornite da De Micheli, sempre nello stesso saggio introduttivo, sono davvero di gran valore; lui parla di un influenza diretta da Vincent van Gogh e precisamente dal suo Autoritratto dal fiore in bocca e non esita a segnare anche una cospicua differenza tra i due autroritratti pasoliniani, nel senso che il primo si lascia dominare dall effetto coloristico che ammorbidisce le acutezze lineari, mentre trova il secondo più realistico nella forma e nel tracciare delle linee. ii Dopo tre anni di pausa, Pier Paolo Pasolini interrompe la sua inattività pittorica con due disegni che ambedue si occupano del suo tema prediletto, quello dei ragazzi. Da sottolineare qui che proprio nel gennaio del 1950 si è trasferito a Roma insieme a sua madre. Il primo raffigura Due ragazzi (Appendice, fig.11), con il poeta a sinistra e a destra il figlio di contadini di Versuta che aveva frequentato la piccola scuola organizzataci da Pasolini, il quale, crescendo, sarebbe diventato Don Dante e avrebbe esercitato la sua carica sempre in quel paese 32. Il secondo si intitola Paolo (Appendice, fig.12) e si tratterebbe molto probabilmente dello stesso poeta. iii Nel 1964 Pasolini riprende a disegnare dopo un interruzione che è durata parecchio. Ormai la sua vita è drasticamente cambiata: A livello artistico ha raggiunto il riconoscimento assoluto e l affermazione letteraria accompagnati, però, anche da molte reazioni; basta ricordare che nel frattempo ha pubblicato I ragazzi di vita, Le Ceneri di Gramsci e La religione del mio tempo per poter capire la grandezza del 31 Zigaina G. (a cura di), op.cit., Saggio introduttivo di Mario De Micheli. 32 Barnabò Micheli I. (regia di), op. cit., min

17 clamore suscitato. In aggiunta, è stato effettuato il suo passaggio al mondo cinematografico con i film Acatone, Mamma Roma e La Ricotta. A livello personale ci sono stati degli sviluppi davvero importanti, siccome si era trasferito insieme a sua madre a una zona migliore della capitale, abbandonando le borgate, almeno come luogo di residenza. In più, per non dire soprattutto, era già da un anno che aveva conosciuto Ninetto Davoli, quel ragazzo di quattordici anni allora che sarebbe diventato il suo compagno e avrebbe partecipato in molti dei film del maestro. Ed è stato proprio a lui ad aver dedicato un bellissimo Ritratto di profilo e a sè stesso un Autoritratto mezzo busto che lascia intravedere il suo abbigliamento elegantissimo con giacca e cravatta. Questi due disegni coprono l intero 1964, come se Pasolini avesse voluto dedicare quell anno, in realtà il primo completo della loro conoscenza, a loro due solo. Nel 1965, spinto proprio dai suoi sentimenti nutriti per Ninetto, culmina questo gioco pittorico su loro due. Infatti, dei tredici disegni di quell anno, i tre sono Ritratti di Ninetto (realizzati con dei materiali diversi, come i pastelli colorati e il gesso), i nove sono Autoritratti (avendo usato qui prevelentemente il gesso colorato), e l uno rimanente è un Ritratto di Franco Citti, il suo attore preferito per i suoi film. L anno seguente domina esclusivamente la serie di fumetti per La Terra vista dalla Luna, con cui Pasolini riesce a sposare la sua arte pittorica con quella cinematografica. Proprio nell ottobre del 1966 lui avrebbe partecipato con un episodio vera allegoria poetica al film Le streghe che stava per produrre Dino De Laurentis, insieme ai registi Luchino Visconti, Franco Rossi, Vittorio De Sica e Mauro Bolognini a cui erano affidati gli altri episodi. Pasolini, allora, per quell occasione ha ripreso una storia già scritta e non ancora realizzata, Il buro e la bura, senza però scriverne una vera e propria sceneggiatura dell episodio La Terra vista dalla Luna, ma elaborando le scene del film disegnandole in forma di serie a fumetti. Si tratta di trentaquattro strisce molto espressionistiche, disegnate con il biro e i gessi colorati, di cui Argan ha scritto che il fatto grafico si dissolve e disintegra assimilandosi allo scritto corsivo 33. I fumetti in questione hanno avuto un successo durevole fino ai nostri giorni, siccome hanno provocato l interesse anche di fumettisti contemporanei; mi riferisco alla mostra organizzata a Rimini da Cartoon Club Italia, che nell ambito del XXVIII 33 Zigaina G. (a cura di), op.cit., Prefazione di Giulio Carlo Argan. 16

18 Festival Internazionale del Cinema d animazione e del fumetto ha programmato il progetto La Terra vista dalla Luna Pasolini, l incontro, per tutto il mese di luglio del L ultimo anno del periodo in esame, il 1967, vede la produzione di dieci disegni, di cui ben sei condividono il tema della gente seduta tutto attorno a un tavolo. In due altri disegni veniamo a sapere che fra quella gente anonima, c è anche una persona che viene nominata: Laura Betti, la persona con cui ha sviluppato un rapporto di strettissima amicizia e di confidenza assoluta. Si tratta, infatti, di Laura tra alcuni corpi e di Laura tra amici, una sera. A lei esclusivamente è dedicato un altro disegno intitolato Laura cattiva, mentre ne esiste anche uno raffigurante le sue due persone predilette, Laura e Ninetto, come proprio il disegno omonimo. iv In questo biennio e dopo un brevissima pausa, Pasolini si occupa di tematologie ormai diverse rispetto agli anni precedenti, le quali continuerà anche nell anno seguente: nel 1969 dipingerà le Barene col cielo grigio allontanandosi dalle figure umane, delle quali però si occuperà nuovamente facendo tre Ritratti di Maria Callas che daranno l avvio a quella lunga serie di ritratti del 1970 con soggetto la Callas, a cui ne dedicherà altri otto. In questo periodo si occuperà anche di nature morte con sei tavolette raffiguranti le Lumi del Safon o Pali e reti del Safon, come risultato della sua preferenza per l intera zona di Grado della provincia di Gorizia in Friuli e particolarmente di quell isolotto dove ha trascorso un paio di estati essendosi alle prese con Medea, dove altro non c era che un ciuffo d erba con una capanna di canne e paglia come nota Barth David Schwartz 35. Del resto, si registra anche un opera dedicata all immancabile Ninetto e al suo amico Guiseppe Zigaina. Proprio in questo periodo, però, appariranno due personalità che ciascuna ha giocato un ruolo importantissimo nella sua vita, Roberto Longhi e Andrea Zanzotto che con i loro rispettivi Ritratti apriranno la strada per il periodo finale dell attività pittorica e non solo di Pier Paolo Pasolini che si riprenderà quattro anni dopo Barth David Schwartz, Pasolini Requiem, Marsilio Editore, 1995, in 17

19 v In questi due anni Pasolini si dedica eclusivamente nel ritrarre le due figure maschili che hanno avuto un certo impatto su di lui: il primo anno è dedicato al poeta Andrea Zanzotto con sette ritratti per cui ha usato una tecnica mista, e l anno seguente al grande storico dell arte Roberto Longhi i cui sedici ritratti sono stati fatti con un ampia varietà di materiali, come il gesso colorato, il pennello, il lapis, il carboncino, la matita. Andrea Zanzotto e Pier Paolo Pasolini avevano stabilito un forte rapporto di amicizia e avevano sviluppato una fertile dialettica su diversi argomenti e in varie occasioni: è stato Pasolini ad aver presentato a Roma la raccolta poetica del primo La beltà nel 1968 scrivendone una recensione, è stato Zanzotto, da parte sua, dopo aver letto Trasumanar e organizzar a fargli dei commenti in proposito. In più Pasolini ha dedicato alla poesia di Zanzotto altri due saggi e Zanzotto da parte sua gliene ha dedicati tre 36. I sette ritratti che lo raffigurano vengono caratterizzati da una sottigliezza abbastanza forte con la quale ha cercato piuttosto di imprimere il suo animo poetico che riprodurre fedelmente la somiglianza. I ritratti di Roberto Longhi sarebbero l omaggio di Pasolini al suo maestro, verso colui che gli ha insegnato l estetica delle arti figurative, una personalità che la caratterizza come una vera Rivelazione 37, proprio con la r maiuscola. Anche Nico Naldini, nella sua intervista del alla R.A.I. ha confermato la decisiva presenza nella formazione di suo cugino del grande storico dell arte, il quale non si limitava nell arte, ma faceva intere lezioni su film cinematografici. Gli era rimasto inciso nella mente il corso del maestro sui Fatti di Masolino e Masaccio a cui aveva assistito presso l Università di Bologna nel lontano 1940 e trentatrè anni dopo, la pubblicazione del libro Da Cimabue a Morandi 39 che conteneva anche quella famosa lezione ha dato lo spunto a quella serie di ritratti che avrebbero seguito due anni dopo. Lui stesso ha descritto il suo insegnamento con parole piene di entusiasmo: Longhi era sguainato come una spada. Parlava come nessuno parlava. Il suo silenzio era una 36 Bazzocchi M.A., op. cit., pp Pasolini P. P., Saggi sulla letteratura e sull arte:, t. II, p b3080.html?refresh_ce 39 Longhi R., Da Cimabue a Morandi, pp

20 completa novità. La sua ironia non aveva precedenti. La sua curiosità non aveva modelli. La sua eloquenza non aveva motivazioni 40. Ed è stata così grande l ammirazione della sua personalità, che Pasolini non escludeva un suo futuro come pittore o storico d arte; però le cose sono andate diversamente ma, nonostante ciò, la sua estetica è rimasta eternamente e irriparabilmente determinata da quel grande maestro, passandola anche nelle sue future opere cinematografiche come il Decameron, Il Vangello secondo Matteo, La Ricotta e Mamma Roma 41. In chiusura, va segnalata anche la dedica che Pasolini ha fatto nel libro Mamma Roma, dove appunto ha scritto: a Roberto Longhi cui sono debitore della mia fulgurazione figurativa 42. V. FIGURE UMANE: CORRISPONDENZE FRA DISEGNI E POESIE 43 L espressione pittorica di Pasolini è stata assolutamente personale, così come lo erano anche le sue poesie, come rivela l uso della prima persona, referente al suo modo di scrivere che era piuttosto autobiografico. Ed è grazie a questo tocco personale, appunto, che è possibile individuare delle corrispondenze fra queste due manifestazioni artistiche. Pasolini, nel corso degli anni, ha scelto di dipingere soprattutto figure umane, di alcune delle quali si è occupato anche nelle sue poesie. Queste affinità cercherò di presentare nelle pagine che seguono riguardanti una serie di persone che in un modo o in un altro hanno influenzato la sua vita avendo avuto una parte determinante e per lo più fatale; comincerò con il rapporto con sua madre, poi mi occuperò di un ragazzo eponimo dei suoi anni giovanili a Casarsa per passare a colui che è stato l apice di tutti i ragazzi, Ninetto. Di seguito le parole toccheranno al pittore stesso e ai suoi ragazzi in generale, per concludere con Maria Callas, Giuseppe Zigaina e Laura Betti. 40 Naldini N., Cronologia, in Pasolini P.P., Tutte le poesie, t.1, p. LXXIII 41 De Ceccatty R., op.cit., p Pasolini P. P., Mamma Roma, la dedica del libro 43 Tutti i poemi che verranno presentati di seguito sono stati tratti da Pasolini, P.P., Tutte le poesie, tt.1&2, Arnoldo Mondadori Editore, Milano,

21 i. La madre amore perfetto Susanna Colussi La persona con cui Pier Paolo si era strettamente legato è stata sua madre. Con lei aveva sviluppato un rapporto esclusivo e privilegiato nei confronti degli altri membri della famiglia, che era diventato ancor più forte e intenso dopo la scomparsa di suo fratello Guido. Susanna, sin dall inizio, secondo Bazzocchi 44, non aveva concesso il suo amore verso suo marito ma si è dedicata di più sui due figli, in modo così forte da parlare piuttosto di un amore quasi ossessivo. E appunto, scomparso Guido, tutto il peso del suo amore cade su Pier Paolo, corrisposto totalmente anche da parte sua. Maggiori informazioni su quel rapporto particolare fra madre e figlio vengono forniti dai suoi due principali biografi: Nico Naldini ed Enzo Siciliano. Il primo conferma quel rapporto speciale fra i due, caratterizzandolo molto personale, molto esclusivo, di grandi intimità, di grande leggerezza, di quell aspetto della vista che si risolve vivendo dentro una luminosità perenne. Questo è il rapporto degli amori perfetti 45. Siciliano, da parte sua, sofferma che Susanna ha indirizzato tutto il suo amore verso i suoi figli e specialmente a Pier Paolo, in cui aveva rimesso ogni ideale. E ancor di più, che il figlio soddisfaceva a ogni esigenza affettiva nella fertile immaginazione della donna. [...] Susanna non pensò mai di tradire Carlo Alberto con altri uomini. La sua fantasia lo tradiva quotidianamente con Pier Paolo; e Pier Paolo ricambiò la passione 46. Il loro amore perfetto ha avuto una prima manifestazione poetica nel , quando le ha dedicato la poesia Madre. Si tratta di un poemetto che è incluso nella raccolta I confini ( ) e proviene da una lettera del settembre del 1941 indirizzata da Casarsa a Luciano Serra. La sua metrica è molto vicina a quella ermetica e segnatamente quasimodiana e i versi sono liberi. Contemporaneamente ha reso le fattezze di Susanna in un disegno, per cui ha usato il pennello riuscendo a dare un risultato più pieno e pesante. 44 Bazzocchi M.A., op. cit., p Barnabò Micheli I. (regia di), op., cit., min Siciliano E., Vita di Pasolini, p

22 MADRE Negli anni radici antiche ha quella madre; da lungo tempo è viva. Lei querule donne consolano, nell ombra tersa a tacere: l ingannata del figlio. Ciò che colpisce nel poemetto è il coinvolgimento del figlio che inganna la madre, alludendo chiaramente a sè stesso e ai segreti che ancora allora manteneva e le scoperte e le rivelazioni a cui le risparmiava. Tornando ai disegni, la figura della madre, anche se non viene nominata, si riconosce anche in una serie di opere, secondo anche la testimonianza di Nico Naldini nell introduzione di Un paese di temporali e primule 47 che era stata Susanna Colussi a farne da modella. Ma anche nelle sue poesie si occuperà di nuovo dell argomento più di venti anni dopo, con la Poesia in forma di rosa del Una raccolta che Massimiliano Valente 48 considera una lettura autobiografica e polemica della poesia pasoliniana, dove il poeta pone il proprio io al centro della sua poesia ed è possibile individuarci il Pasolini corsaro 49 degli anni 70 e dove Giorgio De Rienzo 50 vede il nucleo più duraturo della sua poesia. Questo è il motivo per cui si sente il bisogno di ritornare alle madri e di rivolgersi a loro, le quali costituiscono anche la sorgente vitale per la creazione. Di questo carattere appunto, sono le due poesie: la Ballata delle madri e la Supplica a mia madre. 47 Pasolini P.P., Un paese di temporali e primule, p Pasolini deve la caratterizzazione corsaro ai suoi interventi sulle colonne del Corriere della Sera dal 1973 al 1975con cui ha affrontato delle tematiche sociali e politiche con nuove argomentazioni, usando i toni accessi. Questi articoli saranno poi raccolti nel volume Scritti corsari. 50 De Rienzo G., Breve storia della letteratura italiana, p

23 Nella Ballata delle madri, composta da sei strofe di dieci versi ciascuna, i versi oscillano intorno alla misura dell endecasillabo. In questa poesia, benchè si rivolga generalmente alle madri e alle loro caratteristiche nei confronti dei propri figli, sono più che ovvie le corrispondenze e le analogie con il suo caso personale. E nello stesso tempo manifesta in modo indiretto la sua opposizione verso la nuova realtà che viene segnata dal capitalismo arrivante e formulante delle nuove tendenze a scapito dei valori tradizionali. BALLATA DELLE MADRI Mi domando che madri avete avuto. Se ora vi vedessero al lavoro in un mondo a loro sconosciuto, presi in un giro mai compiuto d esperienze così diverse dalle loro, che sguardo avrebbero negli occhi? Se fossero lì, mentre voi scrivete il vostro pezzo, conformisti e barocchi, o lo passate a redattori rotti a ogni compromesso, capirebbero chi siete? Madri vili, con quel viso il timore antico, quello che come un male deforma i lineamenti in un biancore che li annebbia, li allontana dal cuore, li chiude nel vecchio rifiuto morale. Madri vili, poverine, preoccupate che i figli conoscano la viltà per chiedere un posto, per essere pratici, per non offendere anime privilegiate, per difendersi da ogni pietà. Madri mediocre, che hanno imparato con umiltà di bambine, di noi, un unico, nudo significato, con anime in cui il mondo è dannato a non dare nè dolore nè gioia. Madri mediocri, che non hanno avuto 22

24 per voi mai una parola d amore, se non d un amore sordidamente muto di bestia, e in esso v hanno cresciuto, impotenti ai reali richiami del cuore. Madri servili, abituate da secoli a chinare senza amore la testa, a trasmettere al loro feto l antico, vergognoso segreto di accontentarsi dei resti della festa. Madri servili, che vi hanno insegnato come il servo può essere felice odiando chi è, come lui, legato, come può essere, tradendo, beato, e sicuro, facendo ciò che non dice. Madri feroci, intente a difendere quel poco che, borghesi, possiedono, la normalità e lo stipendio, quasi con rabbia di che si vendichi o sia stretto da un assurdo assedio. Madri feroci che vi hanno detto: Sopravvivete! Pensate a voi! Non provate mai pietà o rispetto per nessuno, covate nel petto la vostra integrità di avvoltoi! Ecco, vili, mediocri, servi, feroci, le vostre povere madri! Che non hanno vergogna a sapervi -nel nostro odio- addirittura superbi, se non è questa che una valle di lacrime. È così che vi appartiene questo mondo: fatti fratelli nelle opposte passioni, o le patrie nemiche, dal rifiuto profondo a essere diversi: a rispondere del selvaggio dolore di essere uomini. 23

25 Supplica a mia madre è molto più piccola, composta da distici di doppi settenari a rima baciata. Si tratta di una poesia indirizzata rigorosamente a sua madre allo scopo di confessarle l immenso amore che nutre per lei, evitando le generalità di quello precedente, ed è stato composto sotto condizioni particolari. Di preciso, come ci informa Naldini 51, Pasolini ha scritto la poesia proprio dopo che la madre Susanna aveva saputo della sua condanna per il film La ricotta ed aveva avuto una crisi di pianto. Il film, infatti, è stato sequestrato il 1 marzo 1963 per reato di vilipendio alla religione dello Stato; al processo Pasolini era stato ritenuto dalla corte colpevole del delitto ascrittogli 52 e condannato a quattro mesi di reclusione un anno dopo però sarebbe assolto dalla Corte d Appello di Roma. Credo, allora, che l informazione fornita da Naldini basti per rendere questa poesia come una delle più personalizzate e autentiche della sua poetica, in cui domina il tono confessionale e offre un resoconto della sua vita. SUPPLICA A MIA MADRE È difficile dire con parole di figlio ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio. Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore, ciò che è stato sempre, prima di ogni altro amore. Per questo devo dirti ciò che è orrendo conoscere: è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia. Sei insostituibile. Per questo è dannata alla solitudine la vita che mi hai data. E non voglio esser solo. Ho un infinita fame d amore, dell amore di corpi senza anima. Perchè l anima è in te, sei tu, ma tu sei mia madre e il tuo amore è la mia schaivitù: ho passato l infanzia schiavo di questo senso alto, irrimediabile, di un impegno immenso. 51 Barnabò Micheli I. (regia di),op. cit, min Siciliano E., op. cit., p

26 Era l unico modo per sentire la vita, l unica tinta, l unica forma: ora è finita. Sopravviviamo: ed è la confusione di una vita rinata fuori dalla ragione. Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire. Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile... ii. Tonuti il primo amore? Spagnol Nel 1945 Pasolini ha preso una penna e su due fogli di carta ha tracciato delle linee raffigurando un ragazzo seduto su una sedia con un quadro posto sulle ginocchia. Ha intitolato il primo disegno Tonuti col quadro e il secondo Tonuti col quadro n. 2. rafigurandolo di profilo. Si tratta ovviamente di Tonuti Spagnol, uno degli scolari contadini di Pasolini, che ha drammaticamente segnato la vita dello scrittore. Secondo Nico Naldini 53, suo cugino e biografo, Tonuti era un ragazzino di Versuta, figlio di contadini, che Pasolini conobbe nell autunno del 44, dopo essersi trasferito con sua madre in una casa di Versuta perchè Casarsa era minacciata dai bombardamenti. Pier Paolo si innamorò di Tonuti e in un diario racconta di questo amore. Lo stesso Tonuti, un ragazzo molto devoto, confessò a un parroco del luogo di avere avuto rapporti sessuali con Pasolini e venne cacciato dalla chiesa. Si trattava, allora, di uno di quei ragazzi con cui Pasolini ha stabilito delle relazioni pericolose. Pasolini, appunto, nel 44, stava sperimentando con altri insegnanti del posto, suoi amici, una specie di scuoletta, che ambiva a essere riconosciuta, ma fu sciolta dalle autorità giuridiche. E a proposito di questa scuoletta c è anche la testimonianza dello stesso Spagnol pubblicata in La Stampa del 24 maggio 1994, in cui afferma il valore inestimabile dei due anni di insegnamento passati vicino a lui, riconoscendoli come due anni di Università. Quello che ci ha insegnato è stato come una catapulta, per passare da una cultura contadina a una universale [ ] Senza il suo insegnamento, saremmo stati dei disperati, emigranti, braccianti mal pagati. Saremmo dei contadini senza niente co_0_ shtml 54 age,0017/articleid,0740_01_1994_0139_0017_ / 25

27 Di lui Pasolini ha voluto parlare anche tramite i suoi versi. Secondo Bazzocchi 55 le ultime tre poesie che compongono una piccola composizione dal titolo Appendice nella raccolta Poesie scritta nel 1945 e dedicata a suo fratello Guido morto nello stesso anno, trattano appunto il suo nuovo amore, Tonuti Spagnol. Ogni poemetto è composto da quattro strofe, ciascuna composta da tre endecasillabi e un quinario, da cui però è assente la rima. La sensazione uscente dalle poesie è l incompiutezza, come se certe cose non furono concluse mai tra Pasolini e il giovanetto che aveva il ruolo protagonista. APPENDICE I O lucerna, a quest ora, ben lontano da sè, perso nei sogni, e assai più vago, tu rischiari nel corpo il giovanetto È l interlunio. E più remota è quella sua stanzuccia, sospesa in cielo; e in mezzo egli muove, forse, ma solo. Certo, non mi udrebbe se lo chiamassi. Pochi gesti, poi spenti in un eterno silenzio, che tale pare il sonno in quel corpo innocente in questa notte primaverile. Lucerna, tocca tu quel corpo, pura col tuo biancore. Io lontano, e assente, dietro l oscura notte e un mormorio d arcana pioggia. II Finita la tua cena, mentre il cielo s oscura sul tuo tetto e la campagna, esci di casa, forse, e impallidito ti guardi intorno. 55 Bazzocchi M.A., op. cit., p. 9 26

28 L umile veste che ti copre il corpo essa pure si spegne: e tu appoggiato ad un muretto, celi il dolce gesto nel triste portico. Sotto il collo, nei fianchi, a mezzo il grambo si dissolvono l ombre; resta solo un rossore sul volto, perchè incoscio sogni lontano. È imminente la notte, e par miracolo che quelle cose eterne, stelle, nubi, ti nascano qui intorno, e ne scolori il corpo effimero. III O zufolo bagnato dai suoi labbri, tiepidi labbri, e, da vicino, umani, se li ombreggia una stanca adolescenza. Tu lo divaghi. Lo divaghi, e, fanciullo, egli si oblia per poco in quella voce vespertina camminando al mio fianco in mezzo ai campi, distrattamente, Le vesti accese, il corpo, e, intorno, i campi il vespero d aprile arrossa. È greco, tra le tue calde mani, giovanetto, il rozzo zufolo. Tocchi coi labbri quella lieve scorza, e la scaldi, e la bagni; che lontani giorni festivi il tenue fischio chiama dolce infinito. 27

29 iii. Ninetto suo Signore Davoli Il primo incontro fra Pier Paolo Pasolini e Ninetto Davoli è avvenuto nel 1962, quando quest ultimo aveva quattordici anni e Pasolini ne aveva quaranta, durante le riprese del film La ricotta. Lo stesso Davoli descrive la loro conoscenza con le seguenti parole: Io facevo il falegname e sono andato a trovare mio fratello che faceva La ricotta con Pier Paolo Pasolini e lì mio fratello ci ha conosciuti [ ] chi era Pasolini, intelletuale, scrittore, regista, non sapevo. Da lì è nata una carezza, ci siamo visti da quel giorno e fino al giorno che lui è morto; ci siamo sempre visti e sentiti 56. Il suo amore corrisposto per Ninetto porta un cambiamento radicale nella sua vita, nel senso che non era più da solo di fronte a tutti gli altri adulatori o critici feroci ma c era qualcuno di cui fidarsi ciecamente. Era il suo rifugio dal mondo cattivo. De Ceccatty vede in Ninetto la musa di Pasolini, il suo punto connettivo con il mondo antico della realtà poetica 57. Da quel momento la presenza di Ninetto nella vita di Pasolini coincide anche con la sua costante apparizione nelle diverse forme della sua arte; egli ha partecipato in tutti i suoi film girati da quell anno in poi, tranne Salò, sia facendo delle brevi comparse che avendo ruoli centrali. Ma è anche stato il protagonista di una serie di poesie e di disegni con le prime a rispecchiare nel modo migliore il loro rapporto che non è sempre stato facile e senza complicazioni. Per questo motivo va fatta una distinzione delle poesie e dei disegni dedicati a Ninetto in due fasi: in quella prima del 1971 e in quella dopo il 1971, anno in cui Ninetto trova una compagna e vuole sposarla (un matrimonio che, infatti, avrà luogo nel gennaio del 1973). I primi espliciti riferimenti a Ninetto si leggono in due poesie della raccolta Trasumanar e organizzar del 1971; una raccolta per cui Pasolini ha scelto uno stile particolare, cercando di fugire dalla letteralità. Lui stesso si spiega così: smetto di essere poeta originale, costa mancanza di libertà: un sistema stilistico è troppo esclusivo. Adotto schemi letterari collaudati, per essere più libero. Naturalmente per ragioni pratiche Barnabò Micheli I. (regia di), op., cit., min De Ceccatty R., op.cit., p Pasolini P.P., Tutte le poesie, t. 2, p.76 28

30 La prima è il Comunicato all Ansa (Ninetto), che è stata pubblicata per la prima volta nel 1969 quando Ninetto faceva il suo servizio militare, il che giustifica anche la terminologia analoga usata. Domina la figura del giovane (Ninetto) che cammina per il mondo ridendo perchè è intoccabile dalla sua crudeltà, come forma di protesta all assurdità degli ordini imposti dalla vita miltare; non è casuale, per altro, l adozione di termini e fraseologia militari. COMUNICATO ALL ANSA (NINETTO) Anghelos è irriconoscibile, Savona non lo riconosce come non riconosce la Cina Popolare. Non riconosciuto, egli ride, ma ride a metà. Poichè la lietezza è tutto il suo patrimonio è stata questa la trovata dello Stato per tassarlo. Egli per essere deve essere astante: con gli altri le sue relazioni sono contrattuali: non crede, da ragazzo moderno, nei miti: eppure, si sa, solo ciò che è realistico è mitico, e viceversa. Non crede naturalmente alle fiabe: fiaba fatta di nulla è la sua vita. Ben presto perde la presenza degli altri non ne ricorda più la faccia. Va per il mondo vestito in grigioverde come un cane dalle fauci [piene di bontà. Lo conduce per mano un destino in cui la realizzazione del compito è pressochè nulla, l intervento dell alleato se viene viene, se no pazienza (un alleato sono io): l eliminazione dell avversario si verifica miticamente a cazzotti, o forse anche, devo ammetterlo, a coltellate. La negoziazione? Egli protesta un po, poi si rassegna. L aggressione è cosa da tutti i giorni. Le retribuzioni (ricompensa e vendetta) non sono [calcolate. Al processo di peggioramento e all errore non ci si pensa. All obbligazione, meno che meno. Al sacrificio, forse, se questo lì per lì, sul posto, dà una certa soddisfazione (capace anche di pagarla con la morte). L aggressione [subìta 29

31 e il castigo, son cose che riguardano il Cap. Savona. Il ciclo narrativo è una linea che si disperde tra l erba come per il ragazzo di Marlowe. Egli eroicamente ride, paria innocente: intoccabile sì, ma anche inattingibile. In Uno dei tanti epiloghi, scritto anche quello nel periodo del servizio di leva di Ninetto nel 1969, il poeta ricorda un sogno dove lui, mentre stava partendo con la macchina è stato inseguito da Ninetto che gli chiedeva di portarlo con sè pagandogli il viaggio. Pasolini riconosce che si tratta del viaggio della vita che ha deciso di viverlo insieme a lui, a scapito della sua libertà ma senza mai esserne pentito. Per Paolo Mauri questa è la poesia più luminosa 59 della raccolta, quando anche Enzo Siciliano la caratterizza bellissima, unica poesia d amore sereno 60 UNO DEI TANTI EPILOGHI Ohi, Ninarieddo, ti ricordi di quel sogno... di cui abbiamo parlato tante volte... Io ero in macchina, e partivo solo, col sedile vuoto accanto a me, e tu mi correvi dietro; all altezza dello sportello ancora semiaperto, correndo ansioso e ostinato, mi gridavi con un po di pianto infantile nella voce: «A Pa, mi porti con te? Me lo paghi il viaggio?» Era il viaggio della vita: e solo in sogno hai dunque osato scoprirti e chiedermi qualcosa. Tu sai benissimo che quel sogno fa parte della realtà e non è un Ninetto sognato quello che ha detto [quelle parole. Tanto è vero che quando ne parliamo arrossisci. Ieri sera, a Arezzo, nel silenzio della notte, mentre il piantone rinchiudeva con la catena il cancello alle tue spalle, e tu stavi per sparire, col tuo sorriso, fulmineo e buffo, mi hai detto...«grazie» Siciliano E., op. cit., p

32 «Grazie», Ninè?È la prima volta che me lo dici. e infatti te ne accorgi, e ti correggi, senza perdere [la faccia (cosa in cui sei maestro) scherzando: «Grazie per il passaggio». Il viaggio che tu volevi ch io ti pagassi era, ripeto, il viaggio della vita: è in quel sogno di tre quattro anni fa che ho deciso ciò a cui il mio equivoco amore per la libertà era contrario. Se ora mi ringrazi per il passaggio... Dio mio, mentre tu sei in gattabuia, prendo con paura l aereo per un luogo lontano. Della nostra vita sono [insaziabile, perchè una cosa unica al mondo non può essere mai [esaurita. 2 settembre 1969 Nel 1971 Pasolini si sente come se tutto gli sia crollato intorno dopo l annuncio di Ninetto che ha trovato una compagna e che la sposerà. La sua disperazione è immensa e per mezzo della poesia trova il modo migliore per liberare i suoi sentimenti; tra l estate del 1971 e il febbraio del 1972 e durante le riprese dei Racconti di Canterbury scrive una serie di 112 sonetti indirizzati, nella loro maggioranza, a Ninetto Davoli e la intitola L hobby del sonetto. Per De Ceccaty questi poemi sono tra i più tristi e addolorati che abbia mai scritto 61. Di questi sonetti ho scelto di presentarne tre, il 17 il 37 e il 71, che secondo me riflettono nel modo migliore il suo stato d animo. Nel primo, composto da due quartine e due terzine, si rivolge a Ninetto, il suo Signore come lo chiama, e lo accusa di essere diventato fonte di malinconia e di disastro che ha cacciato via la felicità. Il 37, composto da un unica terzina, rappresenta il punto culminante della sua disperazione; usando lo stesso appellativo per rivolgersi a Ninetto, lascia intravedere anche un pizzico di rabbia e di ironia. Nel 71 sceglie di paragonare le lacrime versate da parte sua dopo l ascolto dell annuncio con il seme che si sono visti nei loro primi incontri; però mentre con quel seme allora stabilivano l avvio del loro rapporto, adesso le lacrime vengono a segnarne la fine. 61 De Ceccatty R., op.cit., p

33 [17] Mio signore scugnizzo, niente al mondo assomiglia al riso che vi brilla negli occhi, quando volete: tanto che io non rispondo più di nulla, nè è il caso che lotti contro la distruzione che voi operate in fondo alla realtà. Ciò libera me e gli altri sciocchi umani in grado di capirlo. Ma ora quel giocondo vostro screditare tutto, non ha più sbocchi liberatori nella mia anima contorta. Lo guardo con la malinconia che prova chi sa che non ci sarà ritorno. Gli intrattenibili sorrisi sono di persona morta: le feste hanno una ragione tristemente nuova. La felicità riguarda un altro giorno. [37] Ah mio Signore, servo di due padroni, capace di accontentare l uno e l altro, con gli stessi occhi gongolanti [71] Come il poco seme che ci siamo visti in quei nostri incontri lontani quel poco seme, segno d un nuovo esistere che sporcava le coperte o le mani così hai visto le mie lacrime... Le più tristi, però, poche come quel seme, di cui non rimane niente lacrime di chi non può più resistere al suo irreparabile disastro umano le ho versate questa mattina a Londra, una mattina già perduta nei secoli, dove un po di liquido umano 32

34 resta come una miserevole traccia, che chissà da dove viene, e presto si perde, iv. Maria l amore impossibile Callas Correva l anno 1969, quando Pasolini ha incontrato per la prima volta Maria Callas per il ruolo protagonista di Medea, dopo una proposta del produttore del film. Dacia Maraini in una sua intervista 62 ci fornisce utili informazioni sul rapporto tra Pasolini e Callas, parlando di un amore reciproco ma visto da un ottica diversa per ciascuno dei due, siccome lei avrebbe voluto sposare Pasolini benchè sapesse della sua omossessualità ma pensava di redimerlo, invece lui non ci pensava neanche. Lei ha parlato di un amore casto, quasi fraterno, o paterno quello di Pier Paolo per lei. Gli undici ritratti con cui Pasolini ha immortalato Callas a modo suo sono disegni bellissimi, che benchè si limitino a presentare solo il viso di profilo della cantante, lasciano intravedere tutta la sua maestosità. I tre realizzati nel 1969 a Grado e Cervignano durante le riprese di Medea, sono ben distinti tra di loro, siccome il primo la raffigura a mezzo busto quasi sdraiata, tracciata da una matita per lo più grassa; il secondo la presenta di profilo destro costituendo il primo dei due a rappresentarla così rispetto alla tipologia usata di seguito per la quasi totalità di loro; nel terzo adotta il profilo di sinistra e i lineamenti morbidi, quasi inesistenti. Questa tipologia la continuerà anche negli otto disegni del 1970 concepiti in Grecia nell isolotto di Tragonissi, nei pressi di Patmos, dove hanno passato insieme un mese di vacanze. Tutti tranne uno sono di profilo sinistro e adottano la forma della sequenza di profili che si ripetono sullo stesso foglio ad eccezione di uno che segue la caratteristica precedente e occupa completamente lo spazio del foglio. Il tratto è marcato e poi graffiato, le macchie di colore sono create con la terra, con i fiori e la frutta macerata. Insomma, la Callas nei disegni di Pasolini assume un ieraticità non solo riflettente l appellativo La divina che le era stato attribuito per la perfezione raggiunta della sua arte, ma corrispondente anche al suo tormento femminile, frutto di amori non corrisposti

35 Non a caso anche Bazzocchi ha scritto che Pasolini l aveva scelta perchè ne ricava un ritratto sofferto, che ha l assolutezza di un icona 63 ; questa sofferenza appunto il pittore è riuscito a trasportarla perfettamente anche sulla carta. Pasolini non si è limitato solo nei disegni; ha voluto esprimere i suoi sentimenti e le sue idee anche attraverso i versi, scrivendo delle poesie con cui appunto si rivolge a lei e al suo sforzo ininterrotto di conquistarlo eroticamente. Trasumanar e Organizzar (1971) contiene un gruppo di poesie appartenenti a sezioni diverse, dove il poeta affronta i suoi rapporti con il mondo femminile e con l idea del matrimonio. La sezione La città santa apre il Timor di me?, titolo preso dal Trovatore di Verdi, il quale allude al suo timore di fronte a un offerta di amore, cerca di chiarire le difficoltà del loro rapporto e risulta chiaramente il suo sforzo di respingere ogni coinvolgimento carnale che potrebbe essere sviluppato fra i due. TIMOR DI ME? Oh, un terribile timore; La lietezza esplode Contro quei vetri sul buio Ma tale lietezza, che ti fa cantare in voce è un ritorno dalla morte: e chi può mai [ridere - Dietro, sotto il riquadro del cielo annerito Riapparizione ctonia! Non scherzo: chè tu hai esperienza di un luogo che non ho mai esplorato,un VUOTO NEL COSMO È vero che la mia terra è piccola Ma ho sempre affabulato sui luoghi inesplorati con una certa lietezza, quasicchè non fosse vero Ma tu ci sei, qui, in voce La luna è risorta; le acque scorrono; il mondo non sa di essere nuovo e la sua nuova giornata finisce contro gli alti cornicioni e il nero del cielo 63 Bazzocchi M.A., op. cit., p

36 quell Uomo Adulto ossia ciò che si deve conoscere; lei, la Donna Adulta, stia all Inferno o nell Ombra che precede la vita e di là operi pure i suoi malefizi, i suoi [incantesimi; odiala, odiala, odiala; e se tu canti e nessuno ti sente, sorridi semplicemente perché, per ora, [intanto, sei vittoriosa - in voce come una giovane figlia avida che però ha sperimentato dolcezza; Parigi calca dietro alle tue spalle un [cielo basso con la trama dei rami neri; ormai classici questa è la storia Tu sorridi al Padre - Quella persona di cui non ho alcuna [informazione, che ho frequentato in un sogno che Chi c è, in quel VUOTO DEL COSMO, che tu porti nei tuoi desideri e conosci? C è il padre, sì, lui! Tu credi che io lo conosca? Oh, come ti sbagli; come ingenuamente dài per certo ciò che [non lo è affatto; fondi tutto il discorso, ripreso qui, cantando, su questa presunzione che per te è umile e non sai invece quanto sia superba essa porta in sé i segni della volontà [mortale della maggioranza L occhio ilare di me mai disceso agli ombra infernale vagolante nasconde E tu ci caschi Tu conosci di ciò che è realtà solo 35

37 [evidentemente non ricordo strano, è da quel mostro di autorità che proviene anche la dolcezza se non altro come rassegnazione e [breve vittoria; accidenti, come l ho ignorato; così [ignorato da non saperne niente - cosa fare? Tu doni, spargi doni, hai bisogno di [donare, ma il tuo dono te l ha dato Lui, come tutto; ed è Nulla il dono di Nessuno; io fingo di ricevere; ti ringrazio, sinceramente grato; Ma il debole sorriso sfuggente non è di timidezza; è lo sgomento, più terribile, ben più terribile di avere un corpo separato, nei regni dell essere - se è una colpa se non è che un incidente: ma al posto dell Altro per me c è un vuoto nel cosmo un vuoto nel cosmo e da là tu canti. Segue la poesia Rifacimento, con cui riprende l argomento di Timor di me, facendo da una parte un invocazione alle sue virtù artistiche (riferendosi a lei) di cui Parigi conosce bene e dall altra un esplicita dichiarazione della sua (parlando di sè stesso) ignoranza verso Dio. La composizione chiude con l invocazione con cui Pasolini si rivolge a Callas, la quale caratterizza grande fanciulla, soffermando l opinione espressa da Dacia Maraini e riportata sopra, secondo la quale dalla parte di Pasolini si trattasse proprio di un amore paterno verso lei. RIFACIMENTO Espressa, da capo a piedi, eretta, con la paura che una donna deve avere e le giuste speranze; 36

38 titubante e certa, calcolatrice e scoperta fino ai [precordi uccellino con potente voce di aquila e aquila tremante alleata di quel cielo parte di un cosmo unico da te si diparte la Donna che scende all inferno ein un giorno di pioggia con la luna [nuova canta in voce come una giovinetta [assetata d incruente stragi vada, vada quella Donna in quei Regni; ciò non ti riguarda Vi troverà l altra Donna, s è possibile ancora più adulta, fattucchiera maledetta, dragone abitatore di cliniche, e ne proverà giusta paura e giusta rabbia; ma ritorni poi alla terra, e portando teco quell odor [d oltretomba, canti arie composte da Verdi e divenute rosse dal [sangue la cui esperienza (che non pronuncia la parola) insegna la dolcezza, la vera dolcezza. Tutto questo va bene, Parigi è piena dell esperienza [di queste cose; e tanto meglio se sitratta di una ragazza semplice [divenuta regina; va bene, e conta fino a un certo punto, e per le anime [in pena; ciò che conta è lui, il Padre, sì, lui: lo dice uno che non lo conosce non ne sa nulla, non lo ha mai visto, non gli ha mai parlato, non l ha mai ascoltato, non l ha mai amato, non sa chi è, non sa se c è Tu sorridendo a me sorridi a lui! 37

39 Ma io non ho potuto essere lui, perchè non lo conosco te lo giuro, Maria, non ne ho la minima esperienza; e per te è così naturale! I pensieri peccaminosi su di lui sono giustamente [dissociati; la sua idealizzazione ha forme benedette anche se a te sembrano speciali e possono farti in [pratica soffrire; dev essere adulto, evidentemente; e tu ne sfiori con l occhio o il pensiero il sesso maturo; ma che cos è tutto ciò? Eh sì, sono i fretelli che lo pretendono, che ti tengono lì, eretta sul busto, o ripiegata dal dolore del canto che canti contro un cielo parigino dipinto da chi lo sapeva e con tale sapienza se n è andato, stanco della Verità per me quel vuoto nel cosmo ci sarà sempre e il mio corpo è attratto dal pieno dove già ciò che regna è la morte (coi canti di poveri e campane) La città mi è estranea; essa sorge sul vuoto; il tuo destino è stato diverso e condotta per mano da Lui, tu l hai fatta tua; nulla ti divide da essa, grande fanciulla. Nella sezione La città santa appartiene anche La baia di Kingstown, in cui Pasolini rivolgendosi alla Callas continua a negare il ruolo che lei gli riconosce, un ruolo concorde alle credenze religiose. Sempre nella raccolta Trasumanar e Organizzar, ma nella sezione Manifestar, troviamo la poesia L anello che, come deposita Giuseppe Zigaina in una sua intervista a Peter Kammerer 64, rievoca il malinteso creato da una carniola di epoca romana che Pasolini, su mio consiglio, aveva donato a Maria. Si trattava di un anello che, dopo le scene finali di Medea nella laguna di Grado, egli ha regalato a Maria per ringraziarla e lei lo ha scambiato per una vera dichiarazione, come il preludio alla 64 Zigaina G. Tarozzi D. (a cura di), 2011, op.cit., p

40 richiesta di matrimonio. Dai suoi versi risulta la consapevolezza che quell amore impossibile andava abbandonato. L ANELLO Da dove il vento, che inanellata pria viene, e dove finirà contro esso ergiamo di comune accordo [tecendolo fisicità colme di dolore, abbandonate sul mare; la gemma che disposa! Consapevoli della sua provenienza e della sua [meta le Petalis si tenevano dentro quel loro sapere, tragico, perchè in ogni affetto ritorna il senso che ha per noi la nostra intera [vita; questa cosa che si muove al vento senza temperatura esso inanella corpi e cose e li abbandona, intento a raggiungere con complicità quei luoghi che alla vita son tolti; e la vita ne è svuotata; l affetto si veste di sentimenti non suoi; gli occhi guardano l invisibile gemma che [scorre di comune accordo essi nascondono o manifestano le parole si fanno bugiarde; e la complicità che c è tra le isole deserte e il vento viene imitata da una complicità ipocrita in cui il non detto si finge non consciuto; non cesserà il vento col calare della notte; anzi inanellando bracci di mare abbandonati nel mondo la gemma scorre con le sue tante anime riunite in un solo soffio che passa alto sfiorando dolori 39

41 ma tu dirai ciò che dicono le ragazze selvagge, su quel molo umile, abitato da soli due corpi parole che non hanno nessuna risonanza nella realtà; nei luoghi dei banditi non s intende ciò che si dice a Tragonissi col sorriso beato della finta sicurezza e le mani strette sulle ginocchia come le bambine che nascondono il tremore dietro una furba finta [spigliatezza e le parole gaie hanno radici che, strappandosi nella delusione, strappano l anima dal suo fondo; così riappare il corso del vento che da vita e va, volontà inanimata, nell oscurità dell Egeo. 10 agosto 1970 Nella sezione Sineciosi della Diaspora si trovano Verba, Atene e La prevedenza, dove il poeta mantiene il motivo della seconda persona con cui si rivolge a Maria Callas. Ad Atene si riconoscono molti riferimenti agli anni giovanili di Maria, anni di felicità ma anche di delusione, soprattutto per quella ragazza che sarà grassa ed ora è florida. Dal contenuto della poesia risulta che la Callas aveva confessato molte cose della sua vita a Pasolini non esitando di rivelargli anche i suoi momenti tristi, forse al suo tentativo di avvicinarlo ulteriormente. ATENE Ai tempi di Atene le ragazze ridevano, alle porte di casette basse tutte uguali (come nei quartieri poveri di Rio); queste casette erano disposte lungo viali che a quei tempi profumavano (non ricordavi il nome) di tigli Le sere, come suole, erano eterne perchè c era da concludere tutta una cerimonia (salire per le scale polverose alle camere da letto; che era un ascensione; e faceva ridere ancor di più le ragazze fuori si continuava a vegliare perchè gli ateniesi sono chiacchieroni, soprattutto i maschi 40

42 E soprattutto, restava quell odore di tigli per i vialoni; le ore che le ragazze non conoscono, ma esse non piangono per questo, anzi ridono, [ridono fra loro Perchè tutta la vita è loro e le attende, quasi eterna Le luci tardano a spegnersi, c è da litigare con la sorella che si disprezza da tutta la vita, per ragioni che [non si dicono e si tengono misteriosamente in cuore; e la madre Ogni famiglia sa la sua; e sa com è quella delle altre; di vicinato in vicinato tutta Atene è compresa nella notte di una ragazza, che sarà grassa, ed ora è florida, di gran quancia, e capelli degni delle antiche nonne venute dall interno Ma nessuno sa ciò che accadrà, se non forse qualche vecchio mendico a cui non importa nulla; chi non ha famiglia o vicinato o si illude di averli Magari in regioni lontane, legate da un entroterra che resterà sempre sconosciuto, o legate dal mare, l Adriatico che si fa sempre più diafano Comunque qui è notte d estate, c è l eternità della giovinezza, le schermaglie sono state portate a termine vittoriosamente il mancato bacio, vittoria dell arridità della vergine; lui se n è andato, «alto e biondo» sprofondato nell odore dei tigli Si rientra a casa, le voci si continuano ad alzare dalle altre case; il vicinato parla, con voci insonni, forse si sentono raganelle lontane, e certo viene un leggero vento dal mare C è la guerra; e se le ragazze ridono è perchè sono sante In fine, in La prevedenza si nota un esaltazione all ingenuità di Maria, tipica delle ragazze che sono cresciute ed educate in un certo modo (per questo fa anche dei cenni 41

43 su certi maestri della Callas), le quali purtroppo con riescono a comprendere la realtà sentimentale e preferiscono vivere nelle illusioni. LA PREVEDENZA Non fosti, sbarcando, indicata dalle stimmate che riducono alla ripetizione così meravigliosa, così inestimabile, quella di tutte le ragazze di città o di campagna E trent anni passarono presto Non ti avevano insegnato nè la De Hidalgo nè Serafin che cos è una ragazza, e priva di questa conoscenza Il passo impetuoso di un vento che si alza e imbocca la prima strada aperta che trova, perdendosi. E io so che il mistero della tua voce s era quello degli angeli Per te l angelo ha capelli biondi e gote rosee come la ragazza dei grandi magazzini, dolcezza dell uomo, fresca fino all ultima molecola, sciocca e divina, ed anche sana: imitando quella ragazza del sogno cantavi, ed era di quell angelo la tua voce, e con essa, come un drago nero, vago di sangue adulto, sapiente del tuo dover fare chè tutto imparasti fuorchè l inutile Tu eri una ragazza della realtà. e il tuo orizzonte era pratico, la poesia si chiamava vita e servizio dell arte; ma non sapevi che le ragazze non hanno freni, e i grossi bacini, le braccia rotonde, le gote piene, i capelli come matasse nere filate dalle ave, non legano alla terra, ma vi galleggiano, come meduse, e basta un nulla perchè poerdano ogni ricordo e scompaiano nel baratro che i maschi rasentano prudenti; le fughe sono improvvise, almeno quanto i sentimenti sono sconosciuti Sbarcando non eri una ragazza bruna che avrebbe voluto esser bionda 42

44 eri una ragazza di carne e affamata di realtà hai escluso come illusione la contemplazione a cui un po di conoscenza ti aveva portata, ascoltatrice di canarini, sincera e apprensiva osservatrice delle fasi della luna Ma la ragazza reale, si diffende da ciò che non è sociale Quando i sentimenti si formano ed esistono, essi, gli asociali, spingono la ragazza oltre le mura della città, dove scorrono fiumi melmosi o si aprono burroni; perchè il passo della grande gamba è veloce e l impeto è inarrestabile la città poi alle spalle fa proprio ciò che tu conosci bene, non perdona i sentimenti che portano via, Ma, ti ripeto, nulla piega ciò che sono le ragazze Le ragazze non sanno avere pietà oltre quella che famiglia o chiesa La loro meta normale; sentono, piuttosto, il bel tempo e la pioggia; nelle giornate azzure col cielo secco annaffiano i fiori, non scontente di essere in disordine con abiti poveri, e cantano; anche la pioggia le trova appena legate alla vita che è una rassegnata prigionia; le ore di libertà sono stabilite tra il giorno azzurro di calura, soffocato dai tigli, e la notte calda ma vicina al cielo Non hanno altre verità, se non quelle false e profondamente radicate e lo scopo pratico del vivere, con le sue regole Nella loro testa si forma un rigido codice e tanto più è incerta la loro esistenza corporale, la pingue carne debole il sesso invisibile tra le coscie strette, il sudore peccaminoso, l arte del pettinarsi tanto più incerto è tutto questo, che conduce al baratro, tanto più certa è la legge che dà il primato alle cose utili Loro compagne sono le rondine estive 43

45 o le bestie di casa il vicinato è il regno di cui ciascuna è regina; nulla è più radicato alla vita di esse, come i tigli dei viali, il deserto caffè all angolo, l odore del mare, eppure niente c è di più labile, la loro scomparsa non lascia traccia ma talvolta la prende il desiderio furibondo di lasciare tracce dolorose. Così è; a meno che non si decidano, un giorno, ad occuparsi solo dei canarini, o della luna, ad abbandonare le leggi per la contemplazione, ad avere un amore disinteressato per il mondo; ma anche questo, diciamoci la verità, a cosa porta? 27 maggio 1970 v. Pier Paolo Narcisso Pasolini Pasolini ha sempre coltivato in sè l idea di un altro sè stesso, come confessa in un intervista presentata nel film A futura memoria. Egli considerava il Friuli come un tragico esilio, una specie di prigione, dove compiere gli atti d operazione del mio narcisismo 65. Nello stesso filmato ha partecipato anche Nico Naldini ed ha parlato di quella sensibilità narcisista di Pasolini identificandola nel rapporto di perfetto amore fra lui e sua madre e di cui riconosce la pericolosità per tutta la sua vita. Un narcisismo che non rimane inosservato neppure da Massimiliano Capati il quale evidenzia che la vita di Pasolini era frazionata, fra altro, tra il narcisismo e l abiezione 66. Questo suo narcisismo, in effetti, si riflette in certi componimenti poetici contenuti nella sezione Poesie a Casarsa ( ) di La meglio gioventù e troverebbe corrispondenze nel Narciso, dipinto nel Un opera dai colori fortissimi e dalla forma ovale come uno specchio, che funziona da cornice che circonda la figura presentata. Qui il Narciso è tutt altro che idealizzato, lontano dall immagine stereotipata che avvolge questa figura; gli manca la finezza tanto corporea quanto stilistica, siccome sembra piuttosto come un contadino, vestito di una camicia a grosse righe colorate. Ma la cosa più interessante si nota al suo atteggiamento: lui si inchina sopra l acqua con molta riservatezza, come se avesse 65 Barnabò Micheli I. (regia di), op.cit., min Capati M., op. cit., p

46 paura di riconoscere sè stesso. In un modo analogo anche Pier Paolo avrebbe paura di rispecchiare certi lati della sua personalità. Quanto gli preoccupasse quell argomento si rende chiaro anche dalla sua scelta di aprire La meglio gioventù con una poesia, Il nini muàrt (Il fanciullo morto), composto di due terzine con il terzo verso più breve, con cui si rivolge a Narciso e con altre quattro poesie che seguiranno più in avanti (Dansa di Narcìs I, II, III e Pastorela di Narcìs, di cui riporterò la seconda, composta da tre quartine di novenari a rima alternata precedute, intervallate e concluse da quattro coppie di novenari quasi identiche). In più, molto relativi all argomento di Narciso, visti però dalla parte femminile, sono i tre disegni sempre dei suoi primi anni di espressione artistica e precisamente del 1942 che raffigurano appunto donne nude che si rispecchiano sulle acque di un laghetto. IL NINI MUÀRT Sera imbarlumida, tal fossàl a cres l'aga, na fèmina plena a ciamina pal ciamp. Jo ti recuardi, Narcís, ti vèvis il colòur da la sera, quand li ciampanis a súnin di muàrt. IL FANCIULLO MORTO. Sera luminosa, nel fosso cresce l'acqua, una donna incinta cammina per il campo. Io ti ricordo, Narciso, avevi il colore della sera, quando le campane suonano a morto. DANSA DI NARCÌS II Jo i soj na viola e un aunàr, il scur e il pàlit ta la ciar. I olmi cu'l me vuli legri l'aunàr dal me stomi amàr 45

47 e dai me ris ch'a lusin pegris in tal soreli dal seàl. Jo i soj na viola e un aunàr, il neri e il rosa ta la ciar. E i vuardi la viola ch'a lus greva e dolisiosa tal clar da la me siera di vilút sot da l'ombrena di un moràr. Jo i soj na viola e un aunàr, il sec e il mòrbit ta la ciar La viola a intorgolèa il so lun tínar tai flancs durs da l'aunàr e a si spièglin ta l'azúr fun da l'aga dal me còur avàr. Jo i soj na viola e un aunàr, il frèit e il clípit ta la ciar DANZA DI NARCISO II Io sono una viola e un ontano, lo scuro e il pallido nella carne. Spio col mio occhio allegro l'ontano del mio petto amaro e dei miei ricci che splendono pigri nel sole della riva. Io sono una viola e un ontano, il nero e il rosa nella carne. E guardo la viola che splende greve e tenera nel chiaro della mia cera di velluto sotto l'ombra di un gelso. Io sono una viola e un ontano, il secco e il morbido nella carne. La viola contorce il suo lume sui fianchi duri dell'ontano, 46

48 e si specchiano nell'azzurro fumo dell'acqua del mio cuore avaro. Io sono una viola e un ontano, il freddo e il tiepido nella carne. vi. I ragazzi di vita sua Pasolini era sempre stato circondato da ragazzi; quando scopriva la sua particolarità sessuale, quando gli faceva il maestro e il professore, quando ha scelto di dedicare un libro intero a loro, quando richiedeva la loro compagnia a pagamento, quando, infine, gli è stata tolta la vita. In ogni epoca i ragazzi hanno determinato in un modo o in un altro la sua produzione artistica. Tornando alle sue origini, lui ha riempito parecchi fogli di carta nel disegnare dei ragazzi, i quali sono arrivati da noi quasi tutti anonimi, per caso o per scelta, forse perchè non ha voluto circoscrivere la sua visione da cose effimere: il ragazzo nominato ad un certo punto invecchierà, mentre il ragazzo anonimo rimarrà eternamente giovane sulla carta. Nico Naldini nel filmato di Bernabò Micheli ha collocato il mondo dei ragazzi nel mondo materno e nello stesso tempo come essere il ponte verso la realtà, visto che il mondo contadino ma anche il mondo delle borgate romane sono entrambi conosciuti attraverso i ragazzi. Hanno questa duplicità di appartenere al mondo cristallino e di proiettare la sensibilità di Pier Paolo nella conoscenza del mondo che è sempre bruttale e drammatica 67. A quei ragazzi che gli hanno fatto conoscere il mondo contadino dedicherà poesie e in più li dipingerà nelle fasi più varie della loro vita. I disegni presentano appunto molte delle abitudini giovanili di quegli anni come il gioco al pallone o al billiardo, la lettura di libri, la pittura e il suonare a strumenti musicali, eseguiti per lo più con la penna o l inchiostro. Inoltre, Marisa Vescovo riconosce in questi primi disegni un 67 Barnabò Micheli I. (regia di), op. cit., min

49 archetipo di ragazzo bruno, coi capelli ricci (quindi in sostanza Ninetto Davoli) 68. Le prime due poesie in cui vengono indentificati, coincidono cronologicamente con i disegni e si tratta di due poemetti di I confini; i due seguenti appartengono a Le cose, che sono un po posteriori. In I confini troviamo la Meditazione sull età e il Grido al tagliamento, composti con versi liberi e con una metrica vicina a quella ermetica: MEDITAZIONE SULL ETA Qui, larghe le gambe, la mano inerte e dolce, tenuta a sfida dove ti nasce la pubertà, non più fanciullo, proteggi con occhio acceso la tua innocenza, es ormai ti basti. Quel giovane ch è in te futuro, (e già ti senti) osservo, come si mira da un altra cima l umiltà del sole che nasce sotto di noi. GRIDO AL TAGLIAMENTO Ragazzo biondino, forte sul carro, sul ponte, sul fiume angosciato di sole, la forza di un lampo ti ferma nel popolo del mio passato. 68 Zigaina G. Tarozzi D. (a cura di), op. cit., p

50 In Le cose appartengono Il ragazzo dei fiori, composto da sei quartine di settenari più un verso isolato in conclusione che rima con il penultimo verso dell ultima quartina, e la Preghiera, composta da tre strofe di versi con rime sparse. IL RAGAZZO DEI FIORI RAGAZZO Nel mio orto è sepolta l accesa primavera: la calpestai coi bianchi miei piedi di fanciullo. GIOVANE Ah eri tu a cantare, vicino alla tua casa, dentro l alta ghirlanda dei venchi e delle acacie! RAGAZZO L Aprile io cantavo quali arcani silenzi. Ora l estate giace sui miei fiori violetti. GIOVANE Ah, come porta il mese estivo (e sembra eterno) la tua carne a un momento della tua lunga vita. RAGAZZO Prendi questi due fiori. Ti ho visto da lontano. Dolce, sopra il ciliegio, ti spiava il mio occhio. GIOVANE Ah meraviglia! Còrydon Mopso, non sei! Conosco 49

51 la tua veste sudata, le tue povere mani, tua madre affatticata. PREGIERA (Giovane, Tempo) GIOVANE Tu forse mi ascolti dalla mia casa oscura, pregare, Tempo. Mi ascolti nel fiato dell orto annuvolato, raccolto e solo. TEMPO Questo è il tuo gesto in un dolce mattino di giovinezza? Tale dentro lo specchio della vecchiezza resterà l immagine figlio, del tuo bel viso. GIOVANE Mia madre consumi china sul roseo fuoco mentre volge le pagine lise l astratto giorno. Mutati in fanciulla o ape, o rosa, o pianto. vii. Giuseppe l ontologico Zigaina Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Zigaina si sono conosciuti nella primavera del 1946 e si sono legati con un amicizia fraterna alla quale solo la morte avrebbe messo fine; è 50

52 stato Pasolini a definire i loro due come ontologico l uno per l altro 69, completando spesso il pittore il poeta e viceversa. In tutti quegli anni hanno collaborato molte volte ma hanno partecipato anche alla vita politica. Pasolini, nel 1955, ha dedicato a Zigaina la poesia Quadri friulani, colpito da una grande commozione per le rimembranze della terra friulana, provocata da una mostra pittorica dello Zigaina a Roma. La poesia sarebbe inclusa in Le ceneri di Gramsci per cui Vincenzo Cerami considera che il poeta mette a nudo lo scandalo della sua coscienza, bloccata nell irrolvibile conflitto di amore e di odio per un mondo da cui è condannato a restare fuori 70. In essa, si lascia intravedere la sua incurabile nostalgia per il suo paese di origine e descrive benissimo il progressivo passaggio dell amico pittore dalle immagini mitiche e mistiche alle prime tele di cui erano diventati protagonisti i braccianti 71. Della poesia riporterò di seguito solo una parte e non tutta, dati la sua notevole lunghezza e dall altra parte il limite di spazio della presente tesi. È composta da terzine con un verso di chiusa finale, con le rime a volta assenti e gli endecasilabi incompleti o mancante il verbo di chiusa. QUADRI FRIULANI E il vento, che da Grado o da Trieste o dai magredi sotto alle Prealpi, soffia e rapisce dalle meste voci delle cene, qualche palpito più puro, o nel brusio delle paludi qualche più sgomento grido, o qualche più oscuro senso di freschezza nell'umido deserto degli arativi, dei canneti, delle boschine intorno ai resultumi Sono sapori di quel mondo quieto e sgomento, ingenuamente perso in una sola estate. in un solo vecchio 69 Zigaina G. Tarozzi D. (a cura di), op. cit., p Pasolini P. P., Ragazzi di vita, Prefazione di V. Cerami, p. IV 71 De Micheli M., in Zigaina G. (a cura di), op. cit. 51

53 inverno - che in questo mondo diverso spande infido il vento. Ah quando un tempo confuso si rifà terso nella memoria, nel vero vento che sbanda per qualche istante, che sapore di morte... Non ne stupisco, se a questi istanti di disfatta e di veggenza, mi portano anni consumati in una chiarezza che non muta il mondo, ma lo ascolta nella sua vita, con inattiva ebbrezza... Nel 1969 Pasolini torna a scrivere una poesia per Giuseppe Zigaina, come quest ultimo dichiara esplicitamente in una sua intervista a Peter Kammerer 72, intitolata I Reca, che poi entrerà nell Appendice a Trasumanar e organizzar. Si tratta del nome sloveno di un fiume che sbocca vicino a Trieste, alla quale Pasolini avendo aggiunto l articolo maschile al plurale parla di due fiumi alludendo proprio a loro due. E dell anno seguente è datato il Ritratto di Giuseppe Zigaina, presentato di profilo sinistro, per cui ha usato una tecnica mista riuscendo ad attribuire in modo persuasivo le caratteristiche del suo volto, un volto misterioso, però, avendo tracciato solo alcune linee sulla carta. E proprio quei pochi segni che lo percorrono riescono a chiamare lo sguardo dello spettatore per perdersi di seguito nel nulla dello spazio, come sofferma la Vescovo 73. I RECA L arrivo di un cavo aureole din energia atomica Negli occhi apprensivi di tua madre ricordi il leggendario ceppo che lei ricorda? O un prato rettangolare 72 Zigaina G. Tarozzi D. (a cura di), op. cit., p ibidem, p

54 Cos e successo, in questi vent anni? Le superfici sono restate superfici, non c e [ dubbio, ma, forse, vi e arrivato un cavo - o, forse, la memoria che ne ha la madre, persistente, [sopravvive dietro i recinti : fiorente come la natura che [odora. Sono corsi fiumi di nome reca, ed ecco qua i Timavi, Ape che va e torna dai grandi ombrelli dei tigli ; ape che adesso si indora di plastiche, come la dolce negra di Lagos : che tuttavia ride. Ma tu non ridi, amigo, con la dentatura scintillante al sole dei Tallensi. La laguna ha chiuso gli occhi, e risogna sola i suoi sogni. I vincastri allineati contro il cielo di Odino (detto anche Cristo). Tu non ridi: e dai tigli e altre piante dimenticate porti le forme di una nuova storia che vivi seriamente, come un ape infelice, col cuore indollato. Queste forme son morte. La loro vita consiste in una calma frenesia fatica che inganna il tempo. Perché, quel giorno, dovra pur tornare. La vita delle forme morte: un azzurro sorprendente, un arancione umilmente misto al giallo degli oggetti utili (ch io parlo d un pittore, e con la testa, morta, ragiono, ragiono). L utilizzazione dell energia atomica tara i manufatti: che volano come tappeti tarlati o angeli schiacciati con le budella e il sangue resi poi preziosi dai magici fissatori d antan. Dietro la pupilla supplice della madre c era un diaframma: 53

55 e l ape volata dentro la vita della madre, beata, tornando indietro, nella sua catabasi, bi batte il capo. So che, intanto, i tigli tornano inauditi a profumare. Quel giorno, dicevo, dovra pur tornare, o venire. Riempi il tempo che ce ne separa, senza rimpiangere i sanguigni vincastri, nell ombra serale o coi tuoni, intorno ai rettangoli di grano verde; non rimpiangi, ma riempi il tempo che ci separa Con calma, ripeto. Con la calma di chi dice buon giorno buona sera, buon giorno sera al vicino; non importa se estinto Fila, baco. Con calma; con la mano che pare non avere nervi! con la mano che pare non avere nervi! con la mano che pare non avere nervi! La mano di una rana sacra; di una lumaca solidale con la luna, le acque, e la spirale dei bassorilievi nel tufo; dell Ilbo commestibile; dell antico malato di Hiroscima. Parlo del mondo contadino, m intendi? Ma anche con la mano che pare avere nervi del tecnico della della dellaaa Ce cosa mi racconti delle viole? Il neocapitalismo invade le citta esposte al sole; ogni cosa rettangolare non e infettata; i sensi hanno trovato nuovi paradigmi, in serie, di lusso. A catalessi storica catalisi espositiva; le Funzioni, sconosciute, gli Indizi, contraddittori. Quindi buon giorno, buona sera, come va, che bel cielo L Ilbo sorride e l artigiano friulano lavora: unita ottenuta grazie all invecchiamento, 54

56 o ingiallimento dei due fenomeni. Per chi sorridono e per chi lavorano? Fiori gialli ricrescono tra il Collio e la laguna indecenti come genitali di vecchie donne pure. In soggezione davanti a tanta vecchiezza e a tanta novita tu sorridi e lavori. Abbiamo navigato, quanto abbiamo navigato, negli occhi sempre piu ciechi di nostra madre. Beata la pula e maledetto il grano. viii. Laura la moglie non carnale Betti Era nel 1955 quando Pasolini, grazie al suo amico Fabio Mauri, ha conosciuto Laura Betti che in quegli anni faceva la cantante e l attrice. Pasolini le ha scritto delle canzoni e l ha fatta recitare in molti dei suoi film. Però, il loro rapporto non si è limitato in quello proffessionale, siccome lei ha nutrito un amore devastante per Pasolini, che ha plasmato tutta la sua sorte 74 facendo sì che lo stesso Pasolini ad una lettera indirizzata a Jean-Luc Godard nel 1967 la caratterizza moglie non carnale 75. Il loro rapporto, tutt altro che facile, si riflette molto bene anche nel disegno del 1967 che le ha dedicato nel quale ha tracciato delle semplicissime linee con la matita per raffigurarla come cattiva. Dello stesso anno è anche un altro disegno in cui ritrae le sue due persone predilette di allora, Laura e Ninetto, in una bellissima composizione piena di colori forti, con le due figure in un atteggiamento affettuoso. Dopo la morte del poeta Laura Betti era, infatti, una delle persone che si sono occupate fortemente di trasmettere e di rendere pubblico lo spirito pasoliniano, tramite il Fondo Pier Paolo Pasolini istituito a Roma e presieduto da lei fino alla sua morte (2004). Si trattava di un fondo di documentazione dell opera di Pier Paolo Pasolini costituitosi nel 1979 che nel 1983 è diventato autonomo e si è costituito in Associazione. Come fine aveva la conservazione del materiale documentario dell attività letteraria, artistica, cinematografica e civile di Pier Paolo Pasolini e la promozione di iniziative che ne studino, interpretino e approfondiscano la sua opera. Nel novembre 2003 il Fondo Pier Paolo Pasolini di Roma ha cessato la propria attività De Ceccatty, R. op. cit., p

57 e ha trasferito tutto il materiale pasoliniano al Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini presso la Cineteca di Bologna. Peraltro, la stessa Laura Betti ha dichiarato, in un intervista concessa a Marianna Polychroniadou nel 1994, che Paolo è stato l unica persona che aveva e continuerà ad avere un valore nella sua vita 76. Frutto dell attività canora di Laura Betti costituiscono tre testi scritti da Pasolini nel 1960, inseriti nella sezione Poesie per musica delle Raccolte minori e inedite, per lo spettacolo della Betti Giro a vuoto; si trattava di Valzer della toppa, Macrì Teresa detta pazzia e Cristo al Mandrione il quale riporto di seguito. Il testo consiste una ripetizione ossessiva dell invocazione, disperata, a Cristo, che venga in soccorso della povertà 77. CRISTO AL MANDRIONE Ecchime dentro qua tutta ignuda, fracica fino all'ossa de guazza. Intorno a me che c'è? Quattro muri zozzi, un tavolo, un piquè. Fifileme, se ce sei, Gesù Cristo, guardeme tutta sporca de fanga abbi pietà de me, io che nun so niente, e te er Re dei Re! Lavorà, senza mai rifiatà moro: e l'anima nun sa! Fifileme, se ce sei, Gesù Cristo, guardeme tutta sporca de fanga. Abbi pietà de me, io che nun so niente, e te er Re dei Re! 76 το μόνο πρόσωπο που μέτρησε και θα εξακολουθήσει να μετρά στη ζωή μου ήταν ο Πάολο : Οδός Πανός, Νο. 130, p Meacci G., op. cit., p

58 VI. PENSIERI CONCLUSIVI E CONSIDERAZIONI ESTETICHE Con la presente tesi ho cercato di trovare le affinità, e credo di averne trovate molte, fra un attività molto elogiata e affermata di Pier Paolo Pasolini la poesia e un altra piuttosto trascurata dagli studiosi ma altrettanto significativa la pittura. Affinità concentrate esclusivamente sulle figure umane che sfilano nella sua opera, le quali costituiscono piuttosto una pinacoteca umana per il loro numero e la loro varietà. Stando alla sua produzione pittorica andrebbero fatte alcune osservazioni e ci sarebbero da esporre alcuni pensieri: Un primo pensiero riguarda la sua ossessione con tematiche precise durante i periodi in cui si mette a dipingere e soprattutto nella seconda fase, se potessi fare una tale distinzione, cioè dagli anni romani, e specificamente dal 1964 in poi. In ogni periodo sceglieva un tema a piacere e non si limitava a farne un disegno e proseguire a qualcos altro, bensì ci elaborava tutte le variazioni che gli sembravano possibili. Basta vedere le opere del 1965, quando dipinge nove autoritratti o quelli del 1967 con sei disegni raffiguranti gente anonima seduta attorno a un tavolo oppure quelli del biennio quando dedica a Maria Callas ben undici disegni. Un abitudine che culmina nell ultimo periodo ( ), quando tutte le opere riguardano due persone, Andrea Zanzotto e Roberto Longhi. Il motivo per il quale ha scelto quelle persone credo che sia stato analizzato sufficientemente nelle pagine precedenti. Il perchè c è stata questa fissazione potrebbe essere spiegato dal fatto che Pasolini dipingeva quando aveva tempo libero e durante quel tempo libero si occupava di una sola tematica cercando di renderne tutte 57

59 le sue possibilità. Ogni volta, però, i risultati rispecchiavano il suo assioma centrale da cui sempre si ispirava, cioè la descrizione della realtà 78. Ha sempre voluto presentare delle cose vere escludendo totalmente quelle inventate o evocate, aggiungendo, come sostiene in un intervista, che dalle sue opere esce fuori la cosa vera; quando guardo le cose, ho quello sguardo razionale, critico. Ma il mio sguardo vero, quello più antico, quello che ho avuto nascendo, che mi si è formato nella prima infanzia, il mio sguardo originale, è uno sguardo sacrale sulle cose; vedo il mondo come lo vedono tutti coloro che hanno un invocazione poetica 79. Un altra cosa che mi ha messo in pensiero è l assenza della figura paterna dai suoi disegni e soprattutto da quelli del primo periodo, in cui esistono molte altre persone care, eponime quanto anonime, tra cui la madre e la nonna. Indubbiamente il rapporto con suo padre Carlo Alberto non è stato facile, tutto al contrario; lo stesso Pasolini parla del loro rapporto difficile, non esitando di caratterizzarlo anche drammatico, siccome appartenevano a mondi diversi ed erano anche di carattere diverso. In più, confessa di essere incosciemente ma profondamente nemico a lui e lui incosciemente nemico a me, riconoscendo però che in realtà è stato colui che mi ha spinto a scegliere la carierra che ho preso 80 ; sarà Enzo Siciliano ad illuminare questa affermazione espressa da Pasolini scrivendo che Carlo Alberto voleva che suo figlio diventasse un poeta, dato che aveva un fratello che scriveva poesie, morto, però, giovanissimo, a vent anni, dal nome Pier Paolo! Di seguito riporta le parole di Pasolini il quale dice io fino ai sedici anni volevo fare l ufficiale di marina. Lui invece diceva che dovevo fare lettere. Poi naturalmente i suoi incoraggiamenti si sono ritorti contro di lui. Perchè lui attribuiva alla poesia un carattere ufficiale. Non pensava che potesse essere eversiva, scandalosa 81. In ogni casο, non ci si deve dimenticare il fatto che Pasolini disegnava solo quello che gli dava piacere e di sicuro suo padre non era uno di quelli. In più, c è da notare un incongruenza, se potessi definirla così, rispetto alla caratteristica dell opera di Pasolini, che riguarda lo spazio dedicato ai giovani. Lui stesso ha dichiarato in un filmato che nella sua opera trionfano i giovani e che tutti i miei libri, tutte le mie opere narrative parlano di giovani; li amavo e li 78 Panzeri F., Guida alla lettura di Pasolini, pp Bertolucci G. (regia di), Pasolini prossimo nostro, min Barnabò Micheli I. (regia di), op. cit, min Siciliano E., op. cit., p

60 rappresentavo 82. Oserei dire che per quanto riguarda la sua attività pittorica, questo trionfo dei giovani si limita quasi esclusivamente nelle opere del primo periodo ( ) e in quelle due del 1950, quando, infatti, la maggioranza della sua produzione era dominata dalla rappresentazione di figure giovanili. Dal trasferimento a Roma in poi tutto si presenta cambiato, come se volesse lasciare intatte le belle cose che appartenevano a quegli anni a Casarsa, parte dei quali erano anche i giovani. Per quanto riguarda i disegni dal punto di vista estetico e artistico c è da sottolineare la grande differenza fra di loro, siccome ce ne sono alcuni di alto valore estetico, però ne esistono anche molti altri di un valore un po inferiore. Questo risulta dal fatto che dai suoi disegni manca proprio uno stile unico; mi spiego subito dicendo che fra le pagine di questa tesi ho parlato spesso dei diversissimi materiali usati, della diversità delle linee tracciate, dell uso del colore o meno, del suo sforzo di usare la prospettiva non sempre raggiunto. Va sottolineato che Pasolini disegnava a seconda dell umore del momento e questo si riflette sulla carta con le linee tracciate: quando il suo umore era leggero lo erano anche le linee tracciate; quando non lo era le linee si appesantivano e diventavano più forti. Ci sono dei disegni che possono essere caratterizzati accademici (figg. 25, 26) e altri molto moderni (fig. 36) il che ci fa capire che Pasolini si stava sperimentando continuamente e non aveva ancora trovato una sua maniera, un suo stile personale e ben distinto; forse non l ha mai voluto. I disegni di Pasolini hanno la loro autonomia nei confronti del cinema, nel senso che non viene notato nessun tipo di rapporto fra loro e i suoi film. Non ha mai usato i suoi disegni come sfondo illustrato o nelle sceneggiature che scriveva. I due settori della sua attività mantengono la loro integralità e purezza, salvo il caso della serie di fumetti per La Terra vista dalla Luna del Ma quello è stato un caso unico e mai ripetuto di nuovo. Se potessi trovare un affinità fra disegni e cinema, la collocherei nelle sequenze di profili della Callas ripetuti sullo stesso foglio, che alludono volontariamente o no alle sequenze filmiche. L attività pittorica e la vita di Pier Paolo Pasolini, comunque, sono andate di pari passo. Le cose e le persone che, in qualsiasi modo, lui ha amato nella sua vita, sono anche diventate l oggetto figurativo della sua espressione pittorica. Aggiungerei inoltre che è stata la pittura ad avergli dato lo spunto iniziale costituendo la sua prima emozione affinchè si dedicasse unanimamente agli altri generi posteriormente. 82 Bertolucci G. (regia di), op. cit, min

61 La lezione di Pasolini e le sue opinioni espresse sulla carta, sulla tela, sulla pellicola o sulle pagine dei giornali hanno avuto una grandissima eco tanto quando era in vita quanto e magari soprattutto dopo la sua scomparsa non solo nella vita artistica e letteraria, ma anche in quella morale facendo sì che continuino ad avere un forte impatto anche oggi. Non scordiamoci le parole di Moravia che sosteneva che Pasolili era indifendibile e soprattutto non era tollerabile 83, attribuendo la sua intollerabilità al suo comunismo e alla sua omosessualità. E questo sarebbe il motivo per cui continuano ancora a scoppiare delle voci contrarie; ma in sostanza, questo non ha sempre desiderato con la sua opera lo stesso Pasolini? 83 Meacci G., op. cit., p

62 VII. APPENDICE Biografia di Pier Paolo Pasolini 1922: Nasce il 5 marzo a Bologna. La famiglia si trasferisce a Parma, Belluno, Conegliano, Sacile, Cremona e trascorre la villeggiatura a Casarsa. Frequenterà il ginnasio a Reggio Emilia e il liceo e l università a Bologna. 1937: Finisce il liceo a Bologna. 1942: Laureatosi con una tesi su Pascoli, pubblica a Bologna le Poesie a Casarsa. 1943: Dal 1 all 8 settembre Pasolini è sotto le armi. Rifiuta di consegnare le armi ai tedeschi e fugge da Livorno fino a Casarsa, dove la famiglia era sfollata. 1944: Apre in casa sua una scuoletta e durerà fino a tutto il Esce lo Stroligut di ca de l aga, che comprende i suoi testi. 1945: Muore suo fratello Guido, che era partigiano. Insieme agli amici di Casarsa fonda l Accademiuta di Lenga Furlana. Pubblica Poesie e i Diarii. 1946: Escono per le edizioni dell Accademiuta I pianti. 1949: Scrive La scoperta di Marx, ultima sezione dell Usignuolo della Chiesa Cattolica e pubblica per le edizioni dell Accademiuta Dov è la mia patria. Intanto lavora al romanzo I giorni del lodo De Gasperi. Scoppia lo scandalo di corruzione di minorenni e di atti osceni in luogo pubblico. 1950: Si trasferisce a Roma con la madre. 1951: Viene assunto come insegnante nella scuola media di Ciampino. 1953: Lavora i Ragazzi di vita e pubblica Tal cour di un frut. Scrive l ultima sezione di La meglio gioventù. 1955: Esce Ragazzi di vita e Pasolini è incriminato per oscenità. Collabora con Bassani alla sceneggiatura de Il prigioniero della montagna, scrive il poemetto Quadri friulani ed esce l antologia della poesia popolare Canzoniere italiano con dedica a suo fratello Guido. 1957: Inizia l elaborazione del poemetto La religione del mio tempo ed escono Le ceneri di Gramsci. Collabora come filologo alla sceneggiatura delle Notti di Cabiria di Fellini. 1959: Esce Una vita violenta. Prima sceneggiatura ideata e scritta da lui: La notte brava. 1960: Pubblica Passione e ideologia e l antologia La poesia popolare italiana. Collabora a diversi film e appare come attore in Il gobbo di Lizzani. 61

63 1961: Viaggio in India. Gira Accatone, pubblica La religione del mio tempo e scrive versi che verranno raccolti in Poesia in forma di rosa. 1962: Viaggia in Egitto, Sudan, Kenia, Grecia. Gira Mamma Roma e La ricotta, quando conosce Ninetto Davoli. 1963: Fa un terzo lungo viaggio. Esce La ricotta che verrà sequestrato fino alla fine dell anno. 1964: Esce Poesia in forma di rosa e gira Il Vangelo secondo Matteo che vincerà il premio speciale della Giuria alla Mostra di Venezia. 1965: Inizia le riprese di Uccellacci e uccellini e appare la raccolta narrativa intitolata Alì dagli occhi azzurri. 1967: Gira Edipo re ed esce Pilade, il suo primo testo teatrale. 1968: Esce il film Teorema e viene pubblicato il volume omonimo. Publica il Manifesto per un nuovo teatro. 1969: Gira Porcile e pubblica Affabulazione. 1970: Gira Medea con Maria Callas. 1971: Esce Trasumanar e organizzar e gira il Decameron. 1972: Esce la raccolta di saggi Empirismo eretico e gira i Racconti di Canterbury. 1973: Pubblica Calderòn. 1974: Esce il Fiore delle Mille e una notte. 1975: A febbraio iniziano le riprese di Salò, a maggio esce Scritti corsari e La nuova gioventù. Nella notte tra il primo e il due novembre muore assassinato. 62

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