Parlare greco oggi. Conversazione moderna in greco antico E. JOANNIDES. Enrico Renna - C laudio Ferone. Edizione italiana a cura di

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1 E. JOANNIDES Parlare greco oggi Conversazione moderna in greco antico Edizione italiana a cura di Enrico Renna - C laudio Ferone Fratelli Ariello Editori

2 ADIUMENTA Collana di testi per l incremento cognitivo delle lingue classiche diretta da E. Re n n a - C. F erone 1

3 E. JOANNIDES Parlare greco oggi Conversazione moderna in greco antico Edizione italiana a cura di Enrico Renna - C laudio Ferone Fratelli Ariello Editori

4 Copyright 1998 F.lli Ariello Editori s.a.s. I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale; con qualsiasi mezzo (compresi i microfilms e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi. This book is Copyright and may not be reproduced in whole or in part without express permission of the publisher in writing. Prima edizione: Gennaio 1998 Fotocomposizione: Bianco Fotocomposizione s.a.s. Aversa (CE) - Via De Chirico, 8 Tel. 081/ Stampa e allestimento: Poligrafica F.lli Ariello - Editori s.a.s. Napoli - Corso A. di Savoia, 172 Tel. 081/ Fax 081/ Sotto gli auspici dell Accademia Vivarium Novum Contrada S. Vito, Montella (AV) In copertina: Scena di gineceo (dal fregio di una pisside del V secolo a.c., Parigi, Collezione privata) Raffigurazione marina con Tritone Originally published in German under the title Sprechen Sie Attisch? Berlin Verl. Ferd. Dümmlers Verlagsbuchhandlung 1922

5 PRESENTAZIONE E. Joannides (pseudonimo di Eduard Johnson) pubblicò la prima edizione del suo manualetto di «Conversazione moderna nella lingua corrente dell Antica Grecia sulla base dei migliori scrittori attici» nel Dopo la prima, altre tre edizioni (la seconda, vivo ancora l Autore, nel 19022, la terza, nel 19123, e la quarta, nel 19224, postume) attestano la fortuna ed il consenso critico che accompagnarono costantemente nel tempo questo aureo libretto, il cui titolo originario suona Sprechen Sie Attisch? («Parla Lei attico?»). In effetti, come abbiamo cercato di evidenziare sia pure in modo non esaustivo5 e, come asserisce lo stesso Joannides, il fondo linguistico di cui si è avvalso l Autore con singolare perizia è costituito appunto dall attico della lingua parlata, 1Sprechen Sie Attisch? Moderne Konversation in altgriechischer Umgangsprache nach den besten attischen Autoren, von E. Joannides, Leipzig, C.A. Koch (J. Sengbusch), 1889, VIII, 68 pp. 2 Sprechen Sie Attisch? Moderne Konversation in alt griechisch er Umgangsprache nach den besten attischen Autoren, von E. Joannides, 2. Aufl. Dresden und Leipzig C.A. Koch, 1902, 80 pp. 3 Sprechen Sie Attisch? Moderne Konversation in alt griechisch er Umgangsprache nach den besten attischen Autoren, von dr. phil. E. Joannides, 3. Aufl., Dresden und Leipzig, C.A. Koch, 1912, 80 pp. 4 Sprechen Sie Attisch? Moderne Konversation in alt griechisch er Umgangsprache nach den besten attischen Autoren, von dr. phil. E. Joannides, 4. Aufl., Berlin, F. Dümmler, 1922, 80 pp. 5 Per non accrescere troppo la mole del volume: si tratta delle pp Tra gli altri interventi dell edizione italiana, a parte la revisione generale, si segnala la numerazione progressiva delle singole frasi, espressioni, nomenclatura e proverbi, nonché l aggiunta dei nrr Si è preferito mantenere l uso del «Lei» (Sie) anche in italiano, secondo una consuetudine delle lingue moderne che non trova, però, corrispondenza in greco. Per l edizione italiana abbiamo potuto rimuovere pochi refusi di greco ancora presenti nella quarta edizione tedesca e normalizzare alcune forme del neogreco. Qualche nostra aggiunta è segnalata in parentesi quadre. 5

6 quale si rinviene soprattutto nelle Commedie di Aristofane e in misura minore nei Oialoghi di Platone. Su questo solido fondamento Joannides ha, però, saputo spaziare attraverso l arco ampio della grecità, attingendo anche a termini della letteratura di età ellenistica ed imperiale sino al neogreco, onde forgiarsi un duttile armamentario linguistico ed espressivo. Cura precipua dell edizione italiana, la prima in una lingua europea diversa da quella originale, dopo il non agevole compito preliminare di traduzione dal tedesco stampato in caratteri gotici, è stata quella di distinguere i vari livelli di greco compresenti nel testo e di lumeggiare, anche sotto il profilo filologico e storicoantiquario, alcune scelte dell Autore, che, diversamente, sarebbero apparse discutibili. L occhio di Joannides è volto al passato, ma il suo pensiero è costantemente applicato al presente: al greco (antico e non) Egli chiede l espressione più idonea e, nel contempo, più naturale, per esprimere concetti e peculiarità del nostro tempo: per es., darsi la mano in segno di saluto (nr. 56), l indicazione del nome e cognome (nr. 145), il computo delle ore (nrr ), dei giorni e dei mesi (nr. 248), con le relative festività del nostro calendario (nrr ), il fumo delle sigarette (nr. 355), l orologio da tasca (nr. 455), i giudizi sui compiti scritti (nr. 627), gli ordini militari basati anche sull impiego delle armi da fuoco (nr. 649), la monetazione in marchi tedeschi (nr. 360), la luce elettrica (nr. 1148), l uso del sapone (nr. 1153) e, soprattutto, quel pezzo virtuosistico in greco, un vero e proprio pastiche di luoghi antichi, mirabilmente adattati o trasposti, del gioco a carte noto come Skat (sez. 63), con la sua mossa particolare detta Grand (sez. 64). Qui Joannides dimostra il dominio assoluto della lingua greca6 e, a ragion veduta, l Autore - come afferma nella Premessa alla seconda edizione - si è astenuto dall «attenuare le 6 Ioannides giunge a creare perfino dei neologismi in greco come τον τετράχορον (nr. 832), τό όρχηστοδιδασκαλεΐον (nr. 849), σκατιούμεθα (nr. 1312). 6

7 espressioni tedesche nella sezione Ein Grand [...] allo scopo di dimostrare che con l esiguo vocabolario della lingua attica corrente ce la si può cavare egregiamente anche su un terreno apparentemente difficilissimo». Il libro di Joannides, «nato nella gioiosa atmosfera delle vacanze estive» (p. 11) non è un semplice lusus ο παίγνιον, come pure saremmo portati a credere: al tono festoso e piacevole del volume contribuisce sì l inclusione di motti e proverbi delle sezioni finali, nonché il confronto serrato delle espressioni tematiche in lingua moderna e antica, ma esso è soprattutto un libro di greco, di un greco non stantio e «morto», ma vivo, agile, mobilissimo, piegato alle più svariate esigenze e sfumature della civiltà contemporanea. Sprechen Sie Attisch? presuppone il possesso della morfologia greca, ma lo trascende sempre nella giusta convinzione che sapere il greco non coincida tout court con la grammatica greca: è la lingua d uso del popolo greco che fa la differenza... Le bellissime considerazioni che Joannides fa sulle sorti dell apprendimento del greco in Germania nella seconda metà dell Ottocento sono più che mai valide ed attuali per l insegnamento del greco in Italia, oggi che, anche per il latino, si avverte, da più parti, l esigenza di un approccio meno tradizionale che punti, invece, su una full immersion nella lingua viva, prima ancora che nella grammatica. L opera che presentiamo alla nostra Scuola classica ed alle persone colte è un unicum nel suo genere: non solo un attraente «curiosità» linguistica, una chicca per bibliofili a caccia di rarità, ma anche, e soprattutto, un vademecum ineludibile per la lettura e la comprensione «gustosa» e consapevole dei classici greci, un ponte prezioso gettato tra passato e presente. Napoli, 27 novembre 1997 E. Re n n a - C. F erone 7

8 AVVERTENZA E ABBREVIAZIONI Sono stati consultati i seguenti lessici e vocabolari: F. AST, Lexicon Platonicum sive vocum Platonicarum index, Leipzig (w. M I), rist. Bonn H. D unbar, A complete Concordance to the Comedies and Fragments of Aristophanes. New edit, complet, revised and enlarged by B. Marzullo, Hildesheim - New York H.G. Liddell - R. Scott, A Greek English Lexicon, Oxford F. MONTANARI, Vocabolario della lingua greca, Torino Abbreviazioni: Brighenti I = E. Brighenti, Dizionario greco moderno-italiano, Parte I, Milano 1927 (rist. 1976). Brighenti II = E. Brighenti, Dizionario greco moderno-italiano, Parte II, Milano 1927 (rist. 1976). ISSBI = Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici, Dizionario Greco moderno - Italiano, Roma Tosi = R. Tosi, Dizionario delle sentenze latine e greche, Milano

9 PREMESSA La seconda edizione presenta, rispetto alla prima, sia pure qua e là, dove sembrava auspicabile, alcune aggiunte per quanto riguarda le citazioni dei termini greci adoperati. L Autore ha preso atto delle richieste, espresse in ognuna delle numerose, benevoli discussioni del modesto libretto, accolto tanto amichevolmente, di attenuare le espressioni tedesche nella sezione Ein Grand, ma ha avuto esitazioni: qui il testo tedesco è preso, senza mutamenti, dai «Fliegenden Blättern» di Monaco, allo scopo di dimostrare che con l esiguo vocabolario della lingua attica corrente ce la si può cavare egregiamente anche su un terreno apparentemente difficilissimo. Non c era bisogno di rilevare particolarmente che il libretto presuppone un lettore che abbia familiarizzato almeno con la morfologia greca. Blauen, fine del 1901 La terza edizione è in sostanza una ristampa immutata della precedente. Sono stati corretti alcune sviste ed errori di stampa. Abbiamo ritenuto inopportuno apportare ampi mutamenti alla piccola opera dell Autore, che, nel frattempo, è morto. La Casa Editrice 9

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11 Osservazioni preliminari Nell opinione generale il greco è considerato una lingua che sostanzialmente non si può apprendere, della quale mai e poi mai si può diventare padroni, come, invece, accade per una lingua moderna che si domina discretamente. Il presente manualetto, nato nella gioiosa atmosfera delle vacanze estive, vorrebbe costituire la controprova, facendo un primo tentativo di insegnare la lingua corrente attica nel suo impiego pratico. Chi conosce la lingua d uso di un popolo possiede la chiave per la comprensione della sua letteratura proprio alla stessa stregua dei connazionali. Il fanciullo attico, per la lettura dei poeti greci, così come il contadino attico a teatro o nell assemblea popolare, portava con sé soltanto la conoscenza della lingua d uso attica nella sua forma più semplice; questa conoscenza lo abilitava a comprendere le tragedie di Sofocle e i discorsi di Pericle. La lingua della vita di tutti i giorni forniva quelle analogie che erano necessarie per comprendere le creazioni più elevate della parola e della scrittura. Si è spesso sostenuto che sono sorprendentemente poche le parole e le espressioni sufficienti all uomo comune nella sua lingua madre, che gli consentono di capire anche ciò che per lui è un vocabolo nuovo. Non dovrebbe, dunque, essere possibile carpire all Ateniese il suo patrimonio lessicale originario, relativamente esiguo, in modo tale da consentire la comprensione della lingua nel suo nucleo essenziale e rendere familiari queste parole e queste espressioni a chi vuole realmente imparare il greco? A tal fine Aristofane offre sufficiente materiale linguistico in quelle parti della sua opera in cui fa parlare l uomo comune nel tono popolare della conversazione; anche nelle altre opere letterarie si trovano sparsi luoghi che possono essere validi, per la fedele aderenza alla lingua della vita comune. 11

12 Il compito, dunque, non è insolubile, anche se il presente manualetto porta solo un piccolo contributo alla sua soluzione. I vocaboli e le espressioni nelle conversazioni che seguono sono tratti principalmente dalla lingua di Aristofane. Alcuni vocaboli ed espressioni devono essere aggiunti mutuandoli dalla grecità seriore. Le integrazioni mutuate dal neogreco, adoperate per l espressione di concetti moderni, sono contrassegnate da un asterisco [*]. Anche chi non ha intenzione di imparare a conversare in attico può occuparsi della lingua d uso attica, traendo grande profitto per la comprensione del greco. Inoltre, mentre nei nostri ginnasi si leggono, in latino, quasi soltanto quelle opere che appartengono alla più alta lingua d arte - ci si occupa solo di Cicerone e di Tacito - nelle quali a stento qua e là è riconoscibile la lingua popolare, in greco ci troviamo molto più spesso a richiamare l attenzione sulla lingua della vita comune. In greco leggiamo conversazioni negli autori drammatici e in Platone; gli oratori non parlano ai buleuti, ma cercano di ottenere il consenso dell uomo comune: già questa situazione li costringe ad aderire alla lingua abituale di lui e proprio tale circostanza renderà utile la conoscenza del linguaggio della vita quotidiana per una più fine comprensione dei testi. In secondo I uogo, il colorito della lingua e il tipo di stile sono riconosciuti solo da chi è in grado di misurare lo scarto dall uso linguistico corrente. A chi avesse imparato il tedesco soltanto da Schiller sfuggirebbe la comprensione della singolarità e dell altezza della dizione poetica di Schiller. Solo chi si avvicina alla poesia di Schiller, partendo dalla lingua della quotidianità, porta con sé la misura per quella. Non accade diversamente in greco. In terzo luogo, l occuparsi della lingua d uso greca costringe soprattutto a confrontare l espressione tedesca con quella greca: ne risultano favorite la sicurezza e la naturalezza delle traduzioni dal greco, sicurezza e naturalezza dipendenti dal sicuro possesso lessicale delle due lingue. Ciò che si chiama «lo spirito» della lin- 12

13 gua si manifesta nella maniera più appariscente là dove il confronto delle lingue tra loro è agevole e naturale, vale a dire, neirambito della lingua quotidiana. Il tono scherzoso che si manifesta spontaneamente non appena si mette a confronto l espressione quotidiana della vita moderna col modo di esprimersi degli antichi coinvolgerà inevitabilmente il lettore nel corso di questo studio. Infine si ricordi che nulla crea tanti ostacoli agli studenti di greco nei nostri ginnasi quanto lo stesso fatto che il greco viene ritenuto una lingua che non si può imparare. Quello che il professore belga Emil de Lavelehe afferma circa i risultati dell esperienza didattica al ginnasio da lui osservati: «risultato netto e incontestabile: si conosce poco il latino, per nulla il greco», a parere di molti, riguarda da vicino anche i ginnasi tedeschi. Sorprendentemente pochi, tra quelli che hanno imparato il greco, sono in grado di dire con una certa sicurezza come il cittadino attico esprimeva i concetti più semplici: per es. «verrò da te». Se in latino qualcuno non dicesse subito veniam si penserebbe che a costui mancano i più elementari fondamenti e, se egli non fosse in grado di distinguere veniam da ibo, ci si lamenterebbe, e a piena ragione, dell insufficienza dell insegnamento, e si riterrebbe che tale insicurezza pregiudichi anche la piena comprensione del significato di un opera letteraria latina. E in greco? Si faccia il tentativo e si troveranno sorprendentemente poche persone che abbiano a portata di mano l espressione corrente nella lingua quotidiana attica ήξω παρά σέ. In greco si studiano diligentemente le norme linguistiche, ma poco la lingua corrente e, tuttavia, l apprendimento non dovrebbe tendere al semplice ammaestramento grammaticale - a questo bada sufficientemente il latino - bensì al possesso della lingua. Si presenti un bicchiere di vino greco ad un giovane che ha lasciato la scuola con l attestato di maturità in greco: difficilmente sarà in condizione di ringraziare esprimendosi in greco, sia pure con parole appena adeguate, o di dire che il vino gli piace. 13

14 D altra parte il compito e lo scopo dell insegnamento del greco nel ginnasio non è lo sviluppo di questa prontezza di parola, ma il fatto che, malgrado studi lunghi e faticosi, non si riesce a conquistarla, anzi sembra restare così lontana, certamente non incrementa la voglia di conoscere il greco. U «maturo» è certamente consapevole del fatto che fa un indicibile fatica a rendere pensieri semplicissimi con espressioni autenticamente greche. Ciò rende scontenti e contribuisce molto alla creazione di nemici del greco. Anche per questo motivo il mio manualetto deve mostrare che è facile impadronirsi delle conoscenze del greco offerte dal ginnasio, al punto da farsi capire in questa lingua. Ma resta l aspetto principale: i vocaboli usuali e le espressioni della comunicazione linguistica della vita quotidiana costituiscono il patrimonio di base, il nucleo d origine al quale e intorno al quale si sono legate e risalgono le ulteriori espressioni linguistiche. Già per questo esse meritano la nostra attenzione. Comprendere la lingua vale molto per chi vuole veramente impararla. Erasmo e i suoi contemporanei, la cui conoscenza del greco ammiriamo stupiti, lo imparavano a contatto con insegnanti che parlavano in greco, conversando su questioni della vita comune. Nessuno ha mai veramente imparato il greco solo dalla grammatica e dalla lettura. Ma la lingua merita che chi voglia impararla cerchi di apprenderla realmente e non solo apparentemente, poiché, come ha detto una volta nel suo libro su Tucidide l eccellente Wilhelm Roscher, il celebre esperto di economia politica di Lipsia: «il greco è la lingua di tutte le lingue, in cui sono pronunciate le più squisite parole dell uomo. La solenne grandezza dello spagnolo, la fine dolcezza dell italiano, la spedita indignazione del francese, la forza patetica dell inglese, l inesplorabile ricchezza del tedesco, perfino la stessa dignità della lingua dei senatori di Roma, sono riunite in questa lingua, sono purificate nel fuoco dello spirito e fuse insieme nel più nobile metallo». 14

15 Brevi regole e osservazioni 1. Nulla agevola tanto nel possesso di una lingua quanto il ravvisarne i punti deboli. Solo quando abbiamo scoperto le cose di cui manca una lingua, riusciamo a comprendere giustamente perché essa predilige questa o quella espressione, perché ama questo o quella concatenazione di concetti, perché essa si discosta in questo o in quel modo dall espressione tipica della nostra lingua. Comprendiamo quindi una buona parte del suo «spirito» quando si tiene ben presente la sostanza delle sue peculiarità. Una notevole debolezza della lingua greca consiste nel fatto che, malgrado la ricchezza delle forme verbali, spesso manca una voce adatta da impiegare al passivo. La coincidenza di una gran parte delle forme passive con quelle medie ne rende difficile l impiego, poiché la prima legge della lingua è la chiarezza e molti tempi mancano, inoltre, di forme destinate esclusivamente al passivo. Per essere fedeli al tono proprio della lingua greca bisogna innanzitutto prestare attenzione a quanto segue: si eviti possibilmente l uso di forme mediali identiche a quelle passive e si faccia attenzione a come il greco bada a sostituirle. Bisogna adoperare senza esitazione solo le forme immediatamente riconoscibili come tali grazie al contesto e certe forme passive che si presentano nell uso corrente. Perifrasi del passivo avvengono: a) tramite verbi attivi, per es.: essere informato μανύάνειν essere esaltato εύδοκιμειν essere affaticato κάμνειν essere trascinato dinanzi al tribunale είσιέναι εις δικαστήριον essere accusato φεύγειν essere giudicato p e r... δοκειν 15

16 sono danneggiato in qualcosa essere allontanato essere privato di qualcosa essere ucciso essi furono allontanati mi fu risposto mi è fatto del bene fui scelto per sorte fui assolto fui diffamato fui preso da compassione πάσχω τι έκχίχτειν άχολλύναι τι άποάνήσκειν άνέστησαν ήκουσα ευ πάσχω ελαχον άχέφυγον κακώς ήκουσα ελεός με εϊσήει b) spesso tramite γίγνεσθαι: esso si trova al posto di essere fatto, essere preparato, essere effettuato, essere trasferito, essere concesso, essere comprato, essere acquistato, essere commesso, essere festeggiato, essere generato e altri passivi: c) tramite sostantivi c verbi, per es.: essere lodato si parla molto essere punito ci si adira ed altri έχαινον έχειν λόγος έστί χολύς δίκην διδόναι οργή γΐγνεται d) con aggettivi in unione con είναι per es.: essere visto καταφανή είναι non ti si presta fede άπιστος ετ cd altre espressioni simili. 2, In greco manca la precisione nell'espressione delloggctto, a differenza delle lingue moderne. Queste ultime, qualora due verbi legati tra di loro richiedano lo stesso oggetto in casi diversi, per il secondo verbo, in luogo della ripetizione del nome, adoperano il pronome (suo, lo etc.) come oggetto, il greco lascia inesprcssa col secondo verbo la posizione dell oggetto comune, indipendentemente dal caso in cui dovrebbe trovarsi. L oggetto corri- 16

17 spondente al francese en (quale), in greco non viene espresso, per es.: essi dovranno far venire l oro dalla Lidia, se lo vogliono possedere, εκ Λυδίας μεταστέλλεσοαι τό χρυσίυν δεήοει αυτούς, ήν έπιύυμήσωσιν. 3. Al greco, come al latino, manca il mezzo per dare rilievo alle singole parti del periodo, l.a nostra lingua, come le altre lingue moderne, trasforma il concetto da mettere in rilievo in predicato di una nuova proposizione con il soggetto impersonale es, mentre le altre parti del periodo vengono unite mediante un relativo o una congiunzione, formando proposizioni dipendenti. In greco la suddivisione binaria di una proposizione, mirante a mettere in evidenza un concetto, è tralasciata. Per es.: È la stessa persona che dice ciò Chi è l uomo che tu chiami E vero che tu hai fatto ciò Com e possibile che... (ionie avviene che... ó αυτός ταύτα λέγει, τίνα τον άνδρα καλεις: άρ' άληύως τουτ' έχοίησας: χώ ς...; χώς...: (così per es. anche Plat., Crito 43B; Soph., Oed. Rex 391). 4. Il greco non può lasciare senza legami proposizioni coordinate o parti dì proposizioni coordinate. Proposizioni coordinate tra loro asindeticamente trovano applicazione solo raramente e in verità come espressione di una viva emozione. In un discorso ininterrotto ogni nuova proposizione dev essere legata alla precedente da un opportuna congiunzione (Sé, καί, ούν, γάρ, etc.). Il discente deve guardarsi dal considerare μέν come sostitutiva di una congiunzione con la frase che precede, poiché essa serve solo a rimandare a ciò che segue. La coordinazione senza congiunzione in un discorso ininterrotto è consentita soltanto: a) nei luoghi dove in tedesco poniamo i due punti come segno d interpunzione; 17

18 b) se la nuova proposizione inizia con un dimostrativo forte mente marcato; e) se la nuova proposizione inizia con εΐτα (= e poi) ο έπειτα; d) laddove in tedesco continuiamo con nicht aber [«ma non»], si trova poi correntemente un semplice ού (ο μή), poiché ού con δε significa «e non» o «neppure», spesso anche ού μέντοι. 5. Si osservi: e allora... e quindi... allora venne, allora disse tuttavia davvero... dunque, per es.: «così egli fu dunque» senza dubbio e già già da tempo proprio ora certamente solo quando d altra parte invece probabilmente o (dopo negazione) di grazia (lat. quaeso) non tanto... quanto piuttosto άλλα άρα και ήλθε, καί ειπεν μέντοι γάρ δη δήπου καί δή (δη = ήδη) πάλαι δή νυν δή δε οΰτω δή, ούτω... μήν ού μην αλλά ή που... ουδέ, μηδέ δη τα ού τοσούτον δσον... ού τό πλέον... άλλα... Dalla constatazione che «e quindi» si rende soprattutto con άρα non ne consegue, per converso, che άρα si traduce sempre con «quindi»: ei άρα = se realmente, γάρ άρα = davvero realmente; άρα esprime soprattutto una certa sorpresa provocata da una osservazione e dalle relative conseguenze. 18

19 Grande felicità grande infelicità grande abbondanza grande follia grande ignoranza grande stoltezza grande operosità grandissimo scoraggiamento Un uomo cosi eccellente tin uomo così detestabile un uomo così esperto un uomo di idee così ristrette un uomo così pericoloso etc. una cosa così riprovevole una cosa così lodevole etc. ha un buon suono 1 ha un buon sapore ha un buon odore (ora) così tardi (ora) così presto ì πολλή ευδαιμονία πολλή δυστυχία πολλή αφθονία πολλή μωρία πολλή άμαθία πολλή άλογία πολλή πραγματεία πλείστη άθυμία. τοιουτος τοιαϋτα ήδύέστιν τη vi κάδε. espressione usuale per: sperare temere discutere minacciare rispondere replicare è οιεσθαι è φάναι... egli continuò έφη. 19

20 8. Un amico un amico leale Φίλος τις χρηστός τις άνθρωπος φίλος. 9. I nostri 500 alunni οι ήμετεροι πεντακόσιοι μαθηταί i mici tre migliori alunni oi τρεις άριστοι τών μαθητών μου. 10. Non chiedo denaro, ma affetto αιτώ ούκ άργύριον. άλλ' εύνοιαν. Π. Ho avuto = ειχον, per es.: ho già avuto una volta questa classe κάγώ ειχον την τάξιν ταύτην ποτέ, ieri è stato a casa mia παρ' έμοί χθες ήν. Il preterito dei verbi «essere» e «avere» e di tutti i verbi che esprimono una durata in greco e espresso con l imperferto; nel caso degli altri verbi, con Paoristo, raramente col perfetto. Se al verbo si sottintende concettualmente un avverbio del passato (per es. allora), si trova Paoristo; se si sottintende un avverbio del presente (per es. ora, già), solo in tal caso si trova il perfetto. I lai trovato il denaro (re. ora)? Sì Pho trovato (re. ora) άρ εύρηκας τάργυριον; εύρηκα νή Δία. Dove Phai trovato (re. allora, alpepoca del rinvenimento)? L'ho trovato (allora) nel giardino που εύρες; έν τώ κήπο» εύρον. 12. L infinito aoristo dopo i verba dicendi e putandi indica il passato; per es.: φησίν εύρειν dice di averlo trovato. 20

21 13. Se «che» ha il valore di «bada che», si esprime con όπως e l'indicativo futuro, per es.: Che nessun uomo sappia ciò! όπως ταύτα μηδείς άνύρωπων πεύσεται. 14. Con εξ ού ο έπεί (= da quando) non è compatibile ού ο μή: si è riversata molta pioggia da quando non ci vediamo έξ ού (oppure έπεί) εϊδομεν άλλήλους, ύδωρ έγένετο πολύ. 15. Quando «essere» viene adoperato col valore di «andare», si usa πάρει vat εις: Lei è stato molte volte al teatro? ή πολλάκις παρήσοα εις το όέατρον; 16. Gli indcpmiti diventano spesso negativi dopo negazione, πώ tuttavia rimane invariato. 17. Sì = certo (frane, si), per dare certezza a ciò che appare frutto di incredulità o di dubbia credenza: vai. 18. «Troppo» resta per lo più non tradotto; per cs. siamo troppo pochi ολίγοι έσμέν... hai scritto troppo poco ολίγον έγραψας. Ίο ύδωρ ψυχρόν (troppo fredda) ώστε λούσασύαί έστιν... Νέοι ετι έσμέν ώστε τούτ είδέναι... siamo troppo giovani per poter sapere ciò. Non sufficiente: ολίγος. Egli ha da vivere non sufficientemente βίον έχει ολίγον. Ho denaro non sufficiente άργύριον έχο) ολίγον. Sufficiente, col valore di «bastante» viene espresso per lo più con l'aggettivo ικανός. Sufficiente denaro ικανόν άργύριον. Penso che siano sufficienti 20 alunni ικανούς νομίζω μαύητάς είκοσιν. Sufficiente, col valore di «in quantità», ούκ ολίγος. 21

22 19. Un altro = ancora un άλλος. Là eravamo io c molti altri Sì che ci sono ora altri buoni libri in quantità sufficiente Nessun altra cosa Chi altro? 20. Ancora adesso ancora qualcosa ancora alcuni ancora uno qualunque possiede ancora denaro? Ne ha ancora altro, έτερος, qualunque altro = εγώ παρεγενόμην και έτεροι πολλοί... άλλ έστιν έτερα νή Δ ία χρηστά βιβλία ούκ ολίγα, ούκ άλλο πράγμα, τίς άλλος; έτι καί νύν άλλο άλλοι άλλος τις άρ' έχει άργυριον άλλο; έχει. 21. Voi due. vecchi signori ώδύοπρεσβύτα questi due vecchi signori τώ πρεσβύτα τώδε. questi due τώδε (άμφω) άμφω richiede sempre il duale del sostantivo che l accompagna, άμφότερος sta per lo più al plurale col sostantivo che l accompagna. 22. Solo (col valore di solo per sé) αυτός solo (col valore di l unico) μόνος noi siamo soli αυτοί έσμεν noi siamo gli unici μόνοι έσμέν io ho finito (in forma scrìtta) αυτός εγώ ταϋτα da solo il lavoro έγραψα invece μόνος έγώ ταύτα έγραψα io sono il solo ad aver scritto ciò. 22 1

23 23. Io ho un maggior numero di questi (per es. figli) che di quelle (per es. figlie) πλείους έχω τούτους ή έ κείνος (tuttavia anche εκείνους ή ταυτας). 24. Volere nel senso di «aver piacere», «decidersi» volere nel senso di «desiderare» non ha piacere desiderare (ardentemente) volere, nel senso di «avere in animo» έύέλειν βοΰλεσόαι ούκ έ θέλει έπιύυμεϊν μέλλειν. Dove corre? Voglio portare una lettera alla cassetta postale ποϊ ι3εις; επιστολήν μέλλω φερειν εις το κιβώτιο* (γραμματοκιβωτιο*). Voglio andare ειμι, βαδιοϋμαι. 25. Dov è tuo fratello? πού αϋ' ό σός αδελφός; 26. A casa di (frane, chez) παρά col dat. da (frane, chez) παρά con acc. 27. Prendere, portare con se (di cose) φέρειν prendere, portare con sé (di persone) άγειν. Voglio portare con me il libro οιίσω τόβιβλίον. Voglio portarti con me (a casa di όξω σε παρ' quello) αυτόν. 28. Vado (là) βαδίζω vengo (qua) έρχομαι sono venuto (qua) έλήλυόα sono giunto ήκω sono di nuovo qua ήκω fino a che io non sia di nuovo qua μέχρι άν ήκω vado (più lontano) χωρώ voglio fargli visita είμι (εΐσειμι) ώς αυτόν 23

24 verrò [qua] ήξω voglio andare per chiedergli ειμι έρωτήσων αυτόν vengo qua per pranzare insieme έρχομαι δειπνήσων uscire θύραζε έξιέναι oppure θύραζε βαδίζπν. 29. I buoni alunni 30. È qui che viene questo giovanetto! 31. Non ho nulla da mangiare οί αγαθοί των μαθητών οί αγαθοί μαθηταί. τό μειράκιον τοδά (τάδε) προσέρχεται. ούκ έχω καταφαγειν. 32. Qui (indicante il luogo del parlante), si dice ενθάδε qui (= nel luogo stesso, sul posto) αύτοϋ. 33. Conoscere qualcuno γιγνώσκειν τινά. 34. Certo, non grande ma bello μέγας μέν ού. καλός δε. 35. Egli ha un'ampia fronte Ella ha mani curatissime πλατύ έχει tò μέτωπον. τάς χειρας έχει παγκάλας. 36. Progettare, pensare έπινοεΐν oppure διανοείσθαι. 37. Imparo a memoria i canti di Omero μανθάνω τά 'Ομήρου έπη. Potrei citare l'odissea a memoria δυναίμην òv τήν 'Οδύσσειαν άπό στόματος είπείν. 38. Mio padre mi ha costretto ad imparare l Odissea a memoria, ό πατήρ ήνάγκασε με τήν 'Οδύσσειαν μαθειν = trovarsi realmente nella condizione [dt conoscere a memoria] con lo studio; ήνάγκασε με μανθάνειν significa solo: egli mi costrinse ad occuparmi, ad impegnarmi, ad adoperarmi nello studio. 24

25 59. Ευ λέγει καλώς λέγει ha ragione parla bene. 40. Ho più denaro di te, ma Carlo ne ha moltissimo έγώμέν άργύριον έχω πλέον σου, κλειστόν δέ Κάρολος. 41. L uomo di cui leggi la lettera ó άνήρ. ού αναγιγνώσκεις την επιστολήν. Di chi leggi la lettera? τήν τίνος επιστολήν άναγιγνοίσκεις: 42. Metti in testa il tuo cappello? ή περί τίθεσαι τον πίλον; Togliti i tuoi stivali! άπόδυάι τάςέμβάδας. Col mediti e il passivo il possessivo è già espresso. 43. Ti libererà dalla tua sofferenza agli occhi απαλλάξει σε της οφθαλμίας. Un unico giorno mi ha sottratto tutta la mia prosperità μία ημέρα με τον πάντα όλβον άφείλετο. Mi ha rubato il mio denaro ΰφείλετό μου τάργύρια. Con verbi come «prendere» c simili il possessivo può non essere reso, appena si ricavi dal corrispettivo pronome personale. 44. Hai bisogno di qualcosa? δέει τίνος; C è qualcosa di nuovo? λέγεται ri Katvóv; 45. Da dove vieni? πόάεν ήκεις. Dal giardino εκ τού κήπου. Da quale? έκ τού ποιου: Sc ποιος rimanda ad un nome comune (substantivum appellativum) munito di articolo o ad un elemento della frase che lo rappresenta, richiede l'articolo; solo quando ποϊος ha valore predicativo l articolo è di regola omesso. 46. Denaro in piccole somme άργύριον denaro = capitali χρήματα. 25

26 47. Τάχα corrisponde precisamente alla nostra espressione usuale nella lingua popolare «alla fine» (= infine, in definitiva). ταχύ, ταχέως velocemente, presto διά ταχέων subito. 48. Tra = έν, per es. έν τοΐς Χριστιανο'ίς πολλοί εισιν Ιουδαίοι. Εν νέοις άνήρ γέρων. 49. Non particolarmente = ού πάνυ. Egli non si sforza particolarmente ού πάνυ σπουδάζει. 50. La posizione naturale dell'avverbio in greco c dinanzi al termine che dev'essere da esso determinato: ci si allontana da questa norma quando lo si vuole mettere in evidenza. Quando l'avverbio si trova alla fine, esso corrisponde all espressione tedesca und zwar [= «in vero, precisamente»): χάριν σωθέντες υπό σου σοι άν εχοιμεν δικαίως (c invero doverosamente). 51. Le esclamative indirette nella grammatica latina sono equiparate alle interrogative indirette; in greco il valore esclamativo si coglie in esse, rispetto alle interrogative indirette, in quanto queste ultime sono introdotte da elementi grammaticali [pronomi, avverbi, etc.] tipici delle interrogative dirette e indirette, quelle altre proposizioni invece sono introdotte dal relativo e precisamente da un relativo semplice. 52. Il tedesco chiede: Dove si siede? Il greco: Dove? Dove vogliamo sederci? πού καθιζησόμεύα: 53. «Tutto il mondo» si dice πάντες άνθρωποι. 54. Il «per» con valore finale c volentieri espresso con βουλόμενος. 55. Ho ricevuto (ottenuto) = έχω, per cs.: ho avuto 10 marchi da mio padre δέκα μάρκα* έχω παρά τού πατρός. 26

27 56. Più volentieri che = piuttosto che μάλλον ή Allora = τότε. 58. Μέν precede sempre le altre congiunzioni: dunque, non πολλοί γάρ μέν ma πολλοί μέν γάρ..., così pure μέν γε, μέν δή... μέν ούν..., μέντοι. 59. Altrimenti (= in caso contrario) è omesso in espressioni come per es. Soph., Oed. Rex Periodi come il seguente: «Se vengo a Dresda e passo sul ponte, vedo il monumento di Augusto il Forte...», in greco vengono suddivisi in «se vengo a Dresda, vedo, se passo sul ponte, il monumento dinonostante che le due proposizioni secondarie precedano la principale. 61. L espressione corrente per la preghiera individuale, è προς (των) θεών ma si incontrano pure προς τού Διός e simili. Essa non equivale affatto, come di solito si ritiene, a «giuro per gli dèi», ma è una formula di preghiera. 62. Non ci sono soltanto, come appare dai grammatici, un irreale del presente e un irreale del passato, per es. «io sarei (ora) contento se...», «io sarei stato (allora) contento se...», ma ci dev essere anche un irreale del futuro. Io dico per cs.: «se io domani fossi a New York, parteciperei alla festa», sebbene sappia che io domani in nessun modo potrò trovarmi là. Il greco esprime questo irreale del futuro con et e l ottativo nella protasi, con άν e l ottativo nell apodosi. Si osservi: negli esempi del tipo φαίη δ' άν ή θανούσα, εί φωνήν λάβοι «se la defunta, in futuro, ottenesse voce, confermerebbe ciò», l ottativo non sta insolitamente al posto del passato, ma indica, regolarmente, come in numerosi altri casi, l irreale del futuro. 27

28 63. Gli ordini si esprimono con l imperativo aoristo. L imperativo presente significa: «adoperati per fare questo o quello» o anche «continua a fare ciò». Cf. Aristoph., Tkcsm (a proposito di «continua»), come pure Av I verba dicendi e quelli di movimento spesso presentano il presente, in quanto l'azione è pensata nella sua durata. 64. L imperativo che sottolinea l urgenza, espresso in tedesco con so. doch (= «suvvia»), è reso in greco con οΰ e il futuro, per cs. suvvia sta zitto = ού σιγήσεις; la negazione c μή, per cs: suvvia non dire alcuna parola! ού μή λαλήσεις; suvvia non trattenerti! ούμηδιατρίψεις: NOTE DELL'EDIZIONE ITALIANA Brevi regole e osservazioni $9. Il testo greco è il seguente ού γάρ αν κάρα / πολυβτεφής ώδ' r'ipar καγκάρχου δάφνης «j>erché altrimenti non verrebbe così incoronato il capo di fronde di alloro ricoperto di bacche», con ού γάρ» ci μή ήν. 62. L'esempio addotto dall'autore richiama alla mente Eschilo l/tg. 37-8: οίκος δ' αυτός, ci φλυγγήν λάβοι. / σαφέστατ' ctv λέξειεν «la stessa cosa, se ottenesse voce, rivelerebbe nel modo più evidente»), assimilato da K. Kt'HNtR - B. (»r.rtll, Ausführliche Grammatik der Griechischen Sprache (II Teil II Band), Hannover und Leipzig 1904', rist. Darmstadt p. 478 Anm. 3. ai luoghi omerici <//. XVI 71: XXIII 274) in cui il periodo ipotetico dt III tipo (ci + ott. nella protasi, òv * ott. nell'apodosi) è adoperato per l espressione dell'irrealtà. 28

29 Conversazione A. Argomenti di carattere generale 1. Buon giorno i. Buon giorno ώ χαιρε. 2. Buon giorno Carlo! χαίρ' ώ Κάρολε.». Buon giorno Gustavo! fin risposta) καί σύγτ ώ Γούσταβε. 4. Benvenuto! ώ χαιρε. φίλταιε.». Salute! άσχάζομαι. 6. Salute sig. Müller! Μύλλερον άσχάζομαι. 7. Anche da parte mia! κάγωγέσε. a. Buon giorno, buon giorno! (xìme sono contento della sua venuta, o carissimo! χαιρε. χαιρε. ώ ; άσμένψ μοι ήλθες, ώ φίλτατε. 4. Buon giorno, cosa {Torta? ώ χαιρε. τί φέρεις. io. Buon giorno Pericle, che cosa ce? ώ χαιρε. Περίκλεις, ti έστιν; u. C c qualche novità? λέγεται τί καινόν; (νεώτερον: una novità negativa ο imprevista). 12. Buona sera amici (signore), signorine! χαίρετε, ώφίλοι (ώδέσχοιναι), ώ κόροι. o. Paolo Le m anda i saluti Παύλος επέστη λε φράσαι χαίρεινσοι. u. Mio caro amico! ώφίλ'άνερ. 29

30 2. Come va? li. Come va? 1 ti πράττεις: 16. Cosa fa? J i7. Grazie, tutto bene πάντ αγαθά πράττω, ώ φίλε. m Va meglio di ieri άμεινον πράττω ή χθες ir Come sta Suo padre? τί πράττει ό πατήρ σου: 20. Sta bene εύδαιμόνως πράττει. 2i. E per il resto come va? ri δ άλλο παρ' ύμίν; 22. Come se la passa? πως έχεις: 2*. Me la passo male εχω κακιϋς. 24. Non ho più voglia di vivere ούδεμίαν εχω τώ βίψ χάριν. 2J. Va male (economicamente) κακώς πράττω. 26. Gli affari vanno male φαϋλόν έστι τό έμόν πράγμα. 27. Come si vive a Lipsia? τίς έσθ ό έν Λειψία* βίος: 2i Non male (= non spiacevolmente] ούκ άχαρις. 3. Come si sente? 2». Come si sente? 1 τί πάσχεις:» Cnecos ha? *». Mi sento strano πάσχω θαυμαστόν. «. Che dolore accusa? τί κάμνεις;». Di che cosa ha sofferto? τί πέπονθας: μ. Di che cosa soffre? τί έπαθες:». Perché si lamenta? τί στένεις; 30

31 w. Perche è di cattivo umore? ή δ υσ φορείς; >7. Figliolo, non guardarm i con questo μή σκυβρώπαζε. ώ τέκνον. volto truce! M. Mi annoio qui άχάομαι ενθάδε παρών. >9. Mi sembra che Lei abbia freddo ριγών μοι δοκείς. to. Mi gira la testa ίλιγγιώ. 4i. H o mal di testa άλγώ τήν κεφαλήν. 47. È im possibile che Lei non abbia ούκ cod' Οπως ού κραιπαλάς. il mal di testa d o p o la sbornia 4j. D i quale m alattia soffre? τίνα νόσον νοσείς: 44. ('.ertam ente soffre il mal di mare ναυτιάςδήπου. 45. Sci raffreddato κόρυζά σε λαμβάνει. 4«. C he D io ti aiuti (quando si fa Ζεύ σώσον. uno starnuto ) [= salute] 47. Soffro agli occhi όφϋαλμιώ. 48. Sci stanco? άρα κεκμηκας; 49. M i dolgono le gam be p er aver άλγώ τά σκέλη μακράν οδόν camminato troppo διεληλυόως. μ. Tu a piedi sci più resistente di me si. Lei viene m eno ώρα κι 0 - κρείττων εί μου σύ βαδίζειν. 4. A ddio 57. Stia bene! υγιαινε. 5>. O ra devo andare, stia bene! άλλ' ειμι. σΰ δ ύγίαινε. μ. Anche Lei! καί σύγε. ss. Stia benissimo! χοίρε πολλά. 56. Mi dia la m ano! έμβαλε μοι τήν δεξιάν. 31

32 I Possa il cielo concederla ogni bene! 5«. Possa Π cielo conccdcrlc salute, felicità c ogni bene! 54. Stia bene e si ricordi di me! «o. Arrivederci! «i. Buon divertimento! 62. Buona salute! 65. Have pia anima! 64. Λ7/ Ubi terra levis! ' τούς θεούς εύχομαι σοι διδόναι πολλά κάγαθά. τούς θεούς εύχομαι σοι διδυναι ύγίειαν και σωτηρίαν και αγαθά πολλά. άλλα χοίρε πολλά και ι μεμνησό μου. εις α ύθις ΐθι χαίρων. ύγίαινε (anche al mattino, uscendo di casa). εύνύχει. κουφά σοι χθών έπάνωθε πέσοι I j ' 5. Prego 65. Scusi! 66. Mi perdoni! 67. È mio! Me lo dia. per favore! 6*. I,a prego me lo dia!! 69. La prego vivamente! ;o. La prego in nome di Dio! ;i. Resti, non ammetto replica! 72. Mi faccia il piacere! 7». Ci faccia il piacere! 74. Mi faccia un piccolo favore! 32 συγγνώμην εχε. σύγγνωθί μοι. coti τό έμόν. άλλα δός μοι. άντιβολώ. δός μοι προς ton* θεών, προς του Διός. άντιβολώ σε.. προς πάντων θεών. αλλά μένε και μή άλλως ποιεί, χάρισαί μοι. άλλα χάρισαι ήμιν. χάρισαι βραχύ τί μοι. ί I 1

33 7$. Che piacere devo farlc? ή σοι χαρίσωμαί; 7t. Sia gentile e me lo dia! βούλει μοι δουν«; 77. Le farò il piacere! χαριούμαί σοι τούτο. Bene! ταύτα.?*. Volentieri! φόόνος ούδείς. o. Gentilmente non lo dica agli altri! si. La prego, glielo dica! ού δήτα γενναίως τοις άλλοις έρας; είχε δη τα αύτφ προς των θεών 42. Vuole che I-e versi da bere? βούλει εγχέω σοι πιειν; 6. Grazie». Grazie! επαινώ. μ. La ringrazio! επαινώ τόσον. st. La ringrazio per t sentimenti di amicizia επαινώ τήν σήν πρόνοιαν. 84. La ringrazio molto di ciò! εύγ'έποίησας.». Lei è molto gentile γενναίος ri. ss. Le sarò molto grato se farà ciò χάριν γε ετσομαι. εάν τούτο ποιής.». Che piacere mi ha fatto! κεχάρισαϊ μοι. το. 11 cielo Le mandi mille benedizioni 9i. Grazie molte! καλώς. πόλλ'άγαόά γένοιτό σοι. 92. Benissimo. La ringrazio! κάλλιστα- επαινώ. 9j. Bravo! Bravo! εύγε. εύγε. 94. Splendido! ώςήδύ. 33

34 «. Urrà! άλαλοί. 9t. Non importa ούδεν διαφέρει M'intcrcssa poco 1 ολίγον μέλει μοι. 98. Poco mi importa J 99. Cosa mi riguarda? τί δ έμοί ταύτα: too. Cosa La riguarda? τί σο\ τούτο; ιοί. Probabilmente non Le interessa σοί δ' Ισως ούδεν μέλει Guarda tu stesso! αυτός σκόκει σύ. ιοί. È consuetudine νόμος γάρέστιν. 7. Conosce il greco? k m. Vuole parlare latino o greco? κότερυν όέλεις 'Ρωμαιστί λαλειν ή ελληνιστί; m. Conosce il greco? έπίστασαι ελληνίζειν; lot. Un poco ολίγον τι. io?. Naturalmente! εικότως γε. lo e. Certo! μάλιστα 109. Sì, certamente! έγωγε νή Δία no. È il mio forte ταύτη κράτιστόςειμι. in. Bene! καλώς. in. Parliamo dunque in greco! διαλεχύώμεν ούν έλληνικώς. m. Nessun problema ούδεν κωλύει. in. Cominciamo! άρξώμεόα. m. Cosa dice? τί λέγεις; 34

35 116. Comprende cosa dico? ξυνίης τά λεγόμενο: il *. Ha capito che cosa dico? ita. No, non capisco nulla i i «. Ripeta, per cortesia, ancora una volta! ito. Sia gemile e parli più lentamente! ξυνήκας. δ λέγω. ού ξυνίημι μά Δία. αύοις έξ αρχής λέγε, άντιβολώ. βοΰλει σχολαίτερον λέγειν; β. Domande ui. Che c è? τι δ' έστιν; 122. Come? ti λέγεις; I2J. Che cosa? τίδη: 124. Cosa? ti δαί: 12). Come? κώςδή; 126. Come mai? κώςδαί; 127. Perché mai? ότιή τί δή: τιή τί δή; 12* Per quale motivo? τίνος ένεκα: 129. In che modo? τίν» τρόιαρ. no. Come mai? πώς δή; d i. Dove? πού δήτα;» 2. Verso dove? Da dove? ποϊ: πόόεν; D ). Quando? πηνίκα: i)4. Egli lo punisce κολάζει αυτόν. i h. Per quale motivo? τί δράσαντα. i)6 Con quale mezzo? τί δρών; 35

36 i». Λ quale scopo? Iv a δή ti; i h. Di che si tratta? τί το χράγμα: i)9. Non crede anche Lei? ού και σοι δοκεί; 190. Possibile? [= Come dici?] χώςφής: ui. Dove sono io? τί έγώδέ: m. Su, che io veda! [Vediamo!] φέρ'ΐδω. Μ ). Ora, fa progressi? ti δέ, έπιδώσας λαμβάνεις: 9. Come el chiama? 144. Come si chiama? όνομά σοι τί έστιν; ui. Quali sono il suo nome c il suo cognome? τίνα σοι ονόματα: 146. Qual è il suo vero nome? τί σοι χοτ' έστ- όνομα: U 7. Chi è Lei? ί σ υ δ ετίςά ; \ τίςδ 'εισ ύ : 148. Chi è Lei veramente? σύ δ'ει τίςέτεόν; 149. Mi chiamo Müller ονομά μοι Μύλλερος. ito. Chi è veramente costui? d i. Chi sarà costui? i)2. E da dove viene? D ). Dove abita? i m. Abito vicinissimo D ). Abito lontano ite. Non mi chiami per nome! d t. Mi faccia il piacere di non chiamarmi, La prego τις χοό όθε; τις άρα χοτ έστίν; καί χοδαχός.- πού κατοικείς: εγγύτατα οίκο). τηλού οίκώ. μή κάλει μου τούνομα. ού μή καλείς με: t κετεύω. 36

37 i». Che ora e? 10. Che ora è? m. A che punto della giornata siamo? i*o. È l'una i*i. Sono le due (tre. quattro) i*2. E l'una e mezza τίςώραέστίν; πηνίκ'έοη τής ημέρας; έστί μία ώρα. 1*}. Quando? πηνίκα; iw. All'ima rim δύο (τρεις, τέτταρες) ώραι. coti μία ώρα και ήμίσεια. τή πρώτη ώρα. 1*5. AUc due τη δεύτερα (ώρα). i**. È ancora più tardi i*7. Sono le sette e un quarto περαιτέρω έοτίν. είσίν επτά ώραι και τέταρτον Sono le dodici c tre quarti είσί δώδεκα (ώραι) και τρία τέταρτα. i**. Verso la terza ora ito. Verso le quattro e mezza περί τήν τρίτην ώραν. περί τήν τετάρτην καί ήμίσειαν Verrò alle undici e tre quarti ήξωείς τήν δεκάτην καί τρία τέταρτα. 11.1momenti della giornata 172. Di buon mattino έξ εωθινού. m. Dall'alba έξ έω. 17*. Subito all'alba έωοεν ευθύς C è luce φώς έστιν. 76. Stamattina εωΰεν. 37

38 m. Stamani presto αυριον εωόεν. π*. A mezzogiorno έν μεσημβρία 179. Di mattina προ μεσημβρίας. iso. Di pomeriggio μετά μεσημβρίαν. lei. È buio σκότος γίγνεται Al buio έν (τφ) σκότφ. ie). Stasera (in futuro) εις εσπέραν. i m. Di sera τής εσπέρας. t8$. Ieri sera (έχόές) εσπέρας. ia*. A tarda notte νύκτωρ όψέ. is:. Durante il giorno δγ ημέρας. iss. Per tutta la notte ολην την νύκτα Oggi τηδε τη ημέρα - τημερον. iw. Ieri χθες, έχόές Domani αυριον Dopodomani ένης,εις'ένην. 19). Ieri l altro τρίτην ημέραν (anche νεωστί). 12. Tempo di festa Festività 194. Nell'epoca contemporanea έν τφ νύν χρόνιρ Proprio come ai vecchi tempi ώσπερ και πρό τού Per quale giorno? ές τίνα ημέραν: 197, Subito ές ανήκα μάλα. m. Poc anzi τό έναγχος. m. Abbastanza tempo ικανόν χρόνον. 38

39 X». Fra quindici giorni [= fra due settimane] 201, Quest anno uà. L anno scorso 20». Per l anno prossimo 204. Ogni quattro anni 205. Mensilmente 206. La primavera. L'estate 207. L autunno. L inverno 20*. Durante l inverno 209. La festa 210. Natale 2i i. Capodanno 212. Martedì grasso 2i>. Venerdì Santo 214. Pasqua tu. Pentecoste 216. Compleanno 21*. So che oggi (domani) è il tuo compleanno 21*. Anniversario (cerimonia della fondazione) 219. I mesi μεθ' ημέρας πεντεκαίδεκα curò της τήμερον. τήτες. πέρυσιν. εις νέωτα. δ» έτους πέμπτου. κατά μήνα το έαρ, το θέρος. το φθινόπωρον. ό χειμών, χειμώνος όντος ή εορτή. τά Χριστούγεννα*, ή πρώτη τού έτους, οή άπόκρεω*. ή μεγάλη παρασκευή* τό πάσχα*, ή πεντηκοστή, τά γενέθλια. οιδα τήν τήμερον (αύριον) ήμέραν ούσαν γενέθλιάν σου. ή έπέτειος εορτή. οι μήνες Ιανουάριος. Φεβρουάριος. Μάρτιος. Απρίλιος. Μάιος, Ιούνιος. Ιούλιος. Αύγουστος. Σεπτέμβριος 'Οκτώβριος. Νοέμβριος. Δεκέμβριος 39

40 13. Tempo atmosferico 2». Che tempo fa? 221. Come appare il ciclo? 222. Il tempo c bello 22>. C 'c un tempo splendido 224. Splende (spunta) il sole 22$. Fa caldo 22*. C e vento (si leva il vento) 227. Soffia un forte vento 221. Abbiamo un vento da Nord, da Sud, da Est, da Ovest tempo si annuvola 2K>. Pioviggina 2$i. Piove 2)2. Diluvia 2)>. Tuona 2». Abbiamo un temporale [= tuoni c fulmini] 2». Lampeggia molto 2)6. È caduto un fulmine 2)7. Fa freddo (assai freddo) 2)4. Nevica, uh! 2W. Nevica molto ποιος ό αήρ το νϋν; ri γάρόζεύς ποιεί: εύδίαέστίν. εύδία εστίν ήδίστη. εξέχει έϊλη. έχομεν ήλιον, φαίνεται ό ήλιος, ήλιος λάμπει. θάλπος εστίν. άνεμος γΐγνεται. άνεμος πνεί μέγας άνεμος γΐγνεται βόρειος, νότιος, ανατολικός, δυτικός. ξυννέφει. ψακάξει. ΰει. όμβρος πολύς γΐγνεται. βροντςί. βρονταί γίγνονται και κεραυνοί. αστράπτει πολύ νή Δία. έπεσε σκηπτός. έπεσε κεραυνός ψύχός έστιν (ψύχος έστι μέγιστον). νίφετ βαβαιαξ. χιών γΐγνεται πολλή. 40

41 240ι Sigeia 241. Perché chiudi l ombrello (ombrellino)? κρύος γίγνε tea. ri ιιάλιν ξυνάγειςτόσκιάδειον; 242. Aprilo di nuovo! έκχέτασον avrà 24). Porta Γombrello! «pépe tò σκιάδειον Tieni l'ombrello su di me! ύχέρεχέ μου tò σκιάδειον. 24). Sta attento qui al fango! tòv χηλόν τουτονί φόλαξαι. 14. Partenza 246. Mai sufficiente denaro per il viaggio? dp έχεις έφοδιον ικανόν; 247. Q uando vai a Berlino? xóte ebrei εις Βερολίνο* (Λονδίνο*. Βιέννη* - Vienna - Γαστάιν*. Παρίσι*. Πετρουχολιν*. εις Ελβητία, Κίσσιγγεν*. Δρέσδη*. Βρυξέλλες*. Μονακό* - M onaco -) Il 12 novembre τη δωδέκατη Νοεμβρίου. 24V. Non sei andato ancora a Lipsia εις Λειψίαν* ούχω έλήλυθας. 2)0. Nelle vacanze mi piacerebbe andare in campagna 2)i. Con quale mezzo vuoi viaggiare? èv tu) άνακαύλης χρόνω έχιθυμώ έλόεϊν εις άγρόν. τις σοι γενήσειαι κόρος της όδοό: 2)2. Con il treno alle quattro τη τέταρτη ώρα χρώμενος τή αμαξοστοιχία* 2)). Oh è tempo di andare ώρα βαδίζειν dp έστίν. 2U È tempo di andare alla stazione ώραέστινείς tòv (σιδηροδρομικόν)* σταθμόν βαδίζειν. 41

42 u t. Era ora da tempo! 2S&. Ora buon viaggio! ώραήν κάλαι. άλλ'ίοι χοίρων. 2)7. Addio! χαιρε κοά σύ È partito οΐχεται. 29». Mio fratello è fuori da cinque mesi ό έμός αδελφός χέντε μήνας άχεσην È in viaggio άκοδημών έσπν. 15. Andar Camminare 261. Mi segua! εχου Venga con me! εχου μετ' έμού. 26). La stazione non è lontana εστ* ού μακράν άχοϋεν ό σταθμός Andiamo σγε νυν ιωμεν. 26». Andiamo via άπίωμεν Allontaniamoci χωρώμεν Avanti! χώρα. 26&. Vi precediamo προίωμεν υμών. 26». Prenderò una vettura pubblica άμάζη χρήσομαι No. piuttosto mi servirò di un autobus εγώ μέν ούν χρήοομαι τφλεωφορείω, 271. Per conto mio vado a piedi βαδίζω εγωγε Tu vai a cavallo όχεϊ. 27). Mi dica, per quale strada possiamo raggiungere la stazione il piti velocemente possibile? φράζε, όχη τάχιστα άφιξόμεόα εις τόν σταθμόν; 42

43 2?4. Non siamo capaci di trovare la strada ού δυνάμεύα έξενρείν τήν όδόν Non so più dove siamo οΰκέτι οίδα. πού γής έσμεν. 27& Lei ha sbagliato strada τής οδού ήμάρτηκας mio Dio! ώ φίλοι ύεοί. 278> Vada per questa strada e subito giungerà alla piazza del mercato 27*. E poi? e! ta ti; 2». Poi deve andare a destra (a sinistra) 281. Diritto! ορθήν. ΐύι την όδόν ταυτηνί και εύάίις επί τήν αγοράν ήξεις. c ita βαδιστέα eoi έπι δεξιά (επ' αριστερά). 2*2. Quanto è distante? πόση τις ή οδός; 2s>. Grazie καλώς. 28«. Ora affrettiamoci άλλα σπεύδωμεν Continui a camminare! χώρει. 28«. Siamo giunti dopo il secondo campanello ύστερον ήλόομεν του δευτέρου σημείου. 16. Aspetta! 287. Ehi tu, fermati! έπίσχες. ούτος Aspetta un po! έχε νυν ήσυχος, 28». Fermo! Sta fermo! μέν' ήσυχος, στήύι. Carlo ti prega di aspettare κελεύει σε Κάρολος περιμεϊναι. 2»i. Non andare avanti! έχ' άτρέμας αυτού. 2»2. Aspetta qui! ούμενείς: 29». Aspettami un po! έπανάμεινόν μ' ολίγον χρόνον. 4)

44 2*». Riiomcrò subito άλλ' ηξω ταχέως Dove ti devo aspettare? που αναμένω-. m. Ritorna presto ήκέ νυν ταχύ Egli viene appresso ούτος οπισύεν προσέρχεται. 2W. Aspettiamo! αλλά περιμενούμεν. 2w. Eccomi di nuovo qui ιδού, πάρειμι. wo Sci di nuovo qui? soi. Forse che per te mi sono trattenuto abbastanza a lungo? X». Dove mai sci stato tutto questo tempo? ήκεις: μών έπισχειν σοι δοκώ. πού ποτ* ήσύα απ' έμού (άφ' ημών) τον πολύν τούτον χρόνον: 17. Vieni quat 303. Vieni qua! Seùp' έλόέ. m m. Vieni proprio qua! έλύε δεύρο. )0s. Cammina qua! χαίρει δεύρο. )06l Vieni qua da me! βάδιζε δεύρο, ώ ς έμέ. ja?. Giungi a proposito [= «come per un prodigio»] )o& Da dove vieni? ήκεις ώσπερ κατά deìov. πόοεν ήκεις: 509- Ma da dove vieni precisamente? άτάρ πόόεν ήκεις έτεόν: sia Vengo dalla famiglia Müller in. Entra con me! su. Ti prego di restare ancora con noi m. Questo è impossibile! εκ Μυλλέρου έρχομαι. εΐσιύιάμ έμοί. δέομαι σου παραμείναι ήμΐν άλλ" ούχ οίόν τε. 44

45 I >n. Dove vai? xo't βαδίζεις;»>. Resta qui! ού παραμένεις; >16. Non tt lasceremo andar via ού σ' άφήσομεν. >17. Voglio andare dal parrucchiere βούλομαι εις το κουρεΐον. ns. Non ti lasciamo assolutamente andare >i9. lasciatem i andare! ούκ άφήσομεν σε μά Δία ουδέποτε. μέϋεσύέ μου. >20. Venite subito da me! ιτε δεύρ' ώς εμέ ταχέως. >2i. Verrò stasera εις εσπέραν ήξω. >22. È partito φρούδος έστιν. >2). Dov c andato? ποϊ γάροΐχεταί; >24. È andato dal parrucchiere είς tò κουρεϊον οΐχεται. >2). Torna a casa οι καδ έρχεται. >26. Ritorniamo a casa άπίωμεν οΐκαδ' αυρις. in. Vuole andare loro incontro άπαντησαι αύτοϊς βούλεται. >28. L'ha incontrata ξυνήντησεν αύτή. >29. Dove c incontreremo? ποϊ άπαντησόμερα.»0. Qui ένράδε.»i, Cameriere! Cameriere! 18. Qui da me! παϊ. παι,» 2. Dove si è cacciata la servitù? ού περιδραμεϊταί τις δεύρο τών παίδων; >». Lei cameriere dove va? ούτος σύ. παί. ποι Ρείς; - A prendere i bicchieri - 'Ex* έκπωματα. 45

46 )w. Venga quii 335. Mi porti subito birra e arrosto di lepre! m. Certamente signore!»7. Ecco, porto tutto )». La birra è buona!» 9. Non mi piace wo. La birra ha un gusto m olto forte, come di pece mi. Qui la birra, cameriere! - Con la massima sollecitudine! M2. Si affretti! M3. Lei si occupa male di noi! μ. Cameriere mi versi ancora un bicchiere! M». Versi anche a me! 346. Stasera dopo lungo tempo vogliamo sborniarci ancora come si conviene M7. Il bere non serve a nulla 348. La birra causa ebbrezza 349. Vado a comprare la birra 330. La chiamerò se dovesse essere necessario 391. Vado a comprare ancora un altra (birra) έλθέ δεύρο. ενεγκέ μοι ταχέως ζύθον teen λαγώα. ταύτα. ώ Scoro τα. ιδού, άπαντ' εγώ φέρω. ώς ήδύς Ò ζύθος. ούκ άρέσκει με. όζει ιήττης ό ζύθος όξύτατον. «pépe σύ ζύθον 6 παίς. - Rotori τέχνη. οϋ θάττον εγκονήσεις; κακιός έπιμελε'ι ημών, παί, έτερον εγχεον. έγχει κάμοί. εις εσπέραν μεθυσθώμεν διά χρόνου. κακόν tò πίνειν. κραιπάλη γίγνεται άκό τού ζύθου. έκί ζύθον είμι. καλώ (καλεσω) σε, εί τι Scoi a qualora dovesse essere necessario; invece εάν τι δέη = qualora sia necessario. έτερον ϊών κομιούμαι. 46

47 w. Ecco, prenda questo >s>. Bene. Le darò una mancia Non riesco a restare qui w. II fumo irrita i miei occhi ιδού, τουτί λαβέ. καλώς, ευεργετήσω σε. ούχ οιος τ' είμί ενθάδε μένειν. ό καπνός δάκνει τα βλέφαρά μου. >56, O bevi o vattene! ή πίθι ήάπιθι. M7. Vieni con me! επου μετ' εμού. jm. 11 fumo mi fa uscire ό καπνός μ* εκπέμπει.»6. Cameriere faccia il conto παϊ. λόγισαι ταύτα. >60. Hanno consumato sei bicchieri ειχετε ζύθου εξ (ποτήρια) καί di birra e carni di lepre λαγώα και άρτον- γίγνονται e pane; sono dunque ουν ήμ'ιν δύο μάρκα* καί due marchi e mezzo ήμισυ m i. Prego, prenda ιδού, λαβέ. M2. Me ne vado barcollando σφαλλόμενος έρχομαι. Μ>. Mi prende la fame 19. Sono affamato λιμός με λαμβάνει. >64. Non ho nulla da mangiare ούκ εχω καταφαγειν. >65. E divorato dalla fame βουλιμίφ. >66. Muoio di fame άπόλωλα ΰπό λιμού. >67. Le do qualcosa da mangiare φέρε ri σοι δώφαγείν; (πιεϊν:). (da bere)? >6& Dammi qualcosa da mangiare δός μοι φαγεϊν. M9. Andrò a pranzo βαδιούμαι επί δεϊπνον. ito. Non ancora hai pranzato? ούπω δεδείπνηκας: 47

48 >71. No μάδί'έγώμέν ού. >72. Devo andare a pranzo δετ με χωρόν etti δεϊπνον. >7>. Vada subito a pranzo άλλ* έτιχ δεϊπνον ταχύ βάδιζε. >74. Egli va a pranzo èra δεϊπνον έρχεται. > pranzo è servito τό δεϊπνον έστ επεσκευασμένον. >74. 1) boccale το κύπελλον. J77. Il piatto τόλεκάνιον. >78. La coppa τό τρυβλίον. >79. Il coltello το μαχαίριον. wo. La forchetta mi. li tovagliolo τό περόνιυ*. τό χειρόμακτρον. 20. Pasto M2. Ti invito a colazione εκ' άριοτον καλώ σε. w>. Mi ha invitato a colazione mm. Noi dunque avremo un banchetto >es. Contavo sulla sua presenza um. Egli fa colazione επ' άριστόν μ* έκάλεσεν. εύωχησόμεάα ήμείς γε. έλογιζόμην εγώ σε παρέσεσύαι. άριστά- >87. C*è arrosto πάρεση κρέα ώητημένα μ*. Patate e contorni di verdure ww. Arrosto di vitello >9a Arrosto di bue βόεια. γεώμηλα* και λαχανικά*. (κρέα) μόσχεια. >9i. Arrosto di maiale χοίρο α. 48

49 m. C c arrosto di agnello con patate m. Arrosto di capretto m Coscia w. Arrosto di lepre m. Arrosto di uccelli 197. Carni di anguilla m. Non gradisco le anguille, preferirei mangiare carni di volatili >99. Queste le mangio molto volentieri «η. Questo l ho mangiato ieri 401. Mi poni dei tordi! 402. Prenda e assaggi! 4i». Mangi questo! 404. No, non mi giova per nulla 4i». Mandi giù questo! 40b. Non costringiamo affatto 407. Le carni sono dolcissime 400. Com'è buono! 409. Com è buona la salsa 4ia Ne gradisco ancora 4ti. Mi dia un poco di pane! 412. E un poco di salsiccia e purè di piselli 4i). Il dessen πάρεση (κρέα) άρνεια μετά γεωμήλων*. έρϊφεια. χωλή. λαγφα. όρνίόεια. έγχέλεια. ού χαίρω έγχέλεσιν. άλλ ήδιον άν φάγυιμι όρνίύεια. ταυτα γάρ ήδιστ' έσύίω. τούτο χύέςειραγον. (pepe δεύρο κίχλας έμοί. γεύσαι λαβών, φάγε τουτί. μά τον Δία. ού γάρ ούδαμώς μοι ξύμφορον. έντραγε τουτί. ού προσαναγκάζομεν ούδαμοτς. τά κρέα ήδιστά έσην. ώς ήδύ. ώς ήδύ τό κατάχυσμα. έν έτι ποθώ. δός μοι δήτα όλίγον η άρτου. καί χορδής τι καί έτνος πισινόν. τό έπίδειπνον. 49

50 <14. Quale dessert vogliamo prendere? τί έπι&ιπνήσομεν; 4i5. F oni ancora un poco di pane bianco con formaggio svizzero! παράόες έτι ολίγον τι άρτου πυρίνου μετά τυρού 'Ελβητικού Le focacce sono cotte πόπανα πέττετοα. «i?. Prenda anche una fetta di torta grassa λαβέ και πλακοϋντος πίονος τόμον Grazie mille! (No!) κάλλιστα επαινώ Anche per me è sufficiente κάμοί γ άλις. 4M. Porta il vino (bianco, rosso) φέρ* οίνον (λευκόν, έρυόρόν) Questo vino ha un buon odore οσμήν εχει ό οίνος όδί Bevo volentieri questo vino ήδέως πίνω tòv οίνον τονδί. 42>. È sopravanzato il vino οινός έστι περιλελειμμένος Quanto? πόσον τι; 425. Oltre la metà υπέρ ήμισυ Che me ne faccio? τί χρήσομαι τούτη»; 427. Lo porti via idi λαβών τούτο. B. A scuola 21. Nella scuola <28. E tempo di andare ίέναι ώρα ooi έστιν. 4». È tempo di andare a scuola ώρα èotιν εις τό γυμνάσχον βαδίζειν. 4». Imparo ancora adesso a memoria è τι καί νυν μελετώ. 4», O ra posseggo la mia lezione ήδη κατέχω τήν έμήν άνάγνωσιν. 50

51 4». O ra ho imparato il compito che mi è stato assegnato ήδη έμαϋον, δπερ ειληφα. 4». Non potresti giungere prima a scuola? ούκ αν φόάνοις εις τό γυμνάσιυν ιών; 4M. Non indugiare! Fa presto μή νυν fkottpipc. - σπεύδέ νυν 4M. Non puoi più perdere tempo Ò καιρός έσπ μηκέτι μέλλειν. 4)6. Non preoccuparti μή φρόνησης. 4)7. Non temere μηδέν δείσης. 4M. Non aver paura μηδέν φοβηόής. 4>9. Buon giorno, compagni di classe! χαίρετε συμμαόηταί Datemi il mio posto τόπον έμοι δότε έμόν Il banco τό βάόρον Fammi posto σύναγέ σε (σεαυτόν). 44). Questo è il mio posto έμός όδε ό τόπος εστίν. 22. Giungere troppo tardi 444. Orsù preghiamo άλλ' εύχώμεόα Forse sono giunto troppo tardi? μών ύστερος πάρειμΐ; 44& Sono giunto troppo tardi! ύστερος ήλβον Santo cielo! - Ahimè sciagurato! Απολλον αποτρόπαιε. - οΐμοι κακοδαιμων Sciagurato! κακοδαίμων εγώ Ohimè infelice! οιμοι τάλας. 4M. Donde viene [veramente]? πόόεν ήκειςέτεόν: 451. Lei è venuto di nuovo tardi! ύστερον αύόις ήλόες. 51

52 452, Per quale motivo Lei è giunto di buon ora? 4$). Non sono ancora le otto 454. Lei e giunto dopo il suono della campanella 455. Non si arrabbi; il mio orologio non è preciso 456. Davvero? Me lo mostri! 45?. Si segga! του ένεκα τη vi κάδε σφίκου; ού γάρ πω έσήμηνε την όγδόην. ύστερος σύ ήλθες του σημείου. μή αγανακτεί *τό γάρ ώρολό γιον μου ουκ όρύώς χωρεϊ. αληθές; αλλά δε'ίξον. {non; άληθές;) κάόιζε (per cs. Ar., Thesm. 221; Ran 197; Sub. 254). 23. Compiti scritti 45g, Su. che io veda che cosa ha scritto 459. ECCO 460i Quale argomento tratta lo scritto? 461. Porti il quaderno, perche possa leggere 462. Su. che io veda che cosa contiene 465. Ha una matita? 464. Questo rho è tracciato male 465. Che tipo di lettera è questa? 466. Lei non è accurato 467. Ha scritto (composto) questo da solo? 46*. Queste cose sono state composte me. ma corrette da mio padre da φέρ' ιδω. τι ούν έγραψας. ιδού. έστ'ι δε κερί τού τά γεγραμμένα; φέρε το βιβλίον,ίν' άναγνώ. φέρ'ίδω, τί ένεστιν. έχεις μολύβι*: τό ρω τουτι μοχθηρόν, τουτί τί ποτ' έστί γράμμα: ούκ επιμελής ει. αυτός σύ ταϋτα έγραφες: συντετακται μέν ταϋτα ύπ εμού, διώρθωται δέ ύκό τού πατρός. 52

53 μ. Ha toccato tutto e non ha tralasciato nulla? 470. Almeno credo 471. Questo non c e 47*. Non ho dormito di notte, ho lavorato fino all alba sul mio discorso 47). lo lo so come la Ixi 474. Qui Lei ha detto due volte la stessa cosa! 47). irin da principio Lei ha commesso un colossale errore ή πάντα έπελήλυΰας κούδέν παρήλύες; δοκε'ίγούνμο». ούκ ενεστι τούτο. ούκ έκάοευδον τήν νύκτα, αλλά διεπονούμην προς φώς περί τον λόγον. τούς τρόπους σου ίσ τ α μ α ι, ενταύθα δίς ταύτόν είπες. εύόύς ήμάρτηκας ύαυμασίως ώς 47S. 11 Suo compito presenta venti errori έχει tò σόν έικυοιν αμαρτίας Le sfuggono molti argomenti πολλά σε λανθάνει. 24. Questioni grammaticali 47». Andiamo avanti 479. Voglio interrogarla per vedere come sta Lei in greco. 4M. Qual è il genitivo di questa parola? nominativo, il dativo, l'accusativo, il vocativo? 48*. Errato! 48>. Il genitivo di questa parola è disusato 484. Molto bene idi νυν. βούλομαι λαβείν σου πείραν, όπως έχεις περί των Ελληνικών. ποία έστίν ή γενική τούτης τής λεξεως: ή ονομαστική, δοτική, αιτιατική, κλητική: μή δήτα. ή γενική τής λέξεως ταύτης άχρηστός έσην. όρύώςγε. 53

54 m. Qual c il presente indicativo di questo verbo? ποϊός έστιν ó ένεστώς (χρόνος) τής οριστικής τού ρήματος τούτου; 486. Questo me lo voglio segnare μνημόσυνα τούτα γράψομαι. 4ì 7. Prendo nota di questo 4ML II congiuntivo, l ortativo, l imperativo γράφομαι τούτο. ή υποτακτική, ευκτική, προστακτική. 4S9. L infinito, il participio ή άπαρεμφατος, ή μετοχή L imperfetto, il perfetto 6 παρατατικός, Ò παρακείμενος Il piuccheperfetto, l'aoristo ό ύπερσυντελι κός. αόριστος Il futuro (primo, secondo) ό μέλλων (πρώτος, δεύτερος). 49>. L'attivo, il passivo τό ένεργετικόν. παθητικόν Non pone correttamente l accento ούκ όρόως τονοΐς L accento (acuto, grave, circonflesso) ή κεραία (ή όξεΐα, βαρεία, περισπωμένη). 4%. Occorre l articolo δεί τού άρθρου. 25. Risposte errate 497. Presti attenzione! πρόσεχε τόν νοΰν Risponda alle domande poste άπόκριναι. art* αν έρωμαι Risponda con precisione! άπόκριναι σαφώς. soo. Parli ad alta voce! mi. Tenti di dire qualcosa di perspicace e di saggio λέςον μέγα (per es. Ar., Vesp. % 3, anche Plat.. Protag. 310 B). άποκινδύνευε λεπτόν τι καί σοφόν λέγειν. 54

55 J02. Prego potrebbe dire altro! so>. Continui a parlare! w. Sembra che Lei non abbia che cosa dire 505. Perche tace? 5K. Mi dica che cosa vuole dire m Perché parla insensatamente? so*. Lei ciarla invano so*. O mio caro è tutta un'altra cosa! 510. Non Le chiedo questo su. Risponda alla mia domanda (dopo l interruzione) 512. Lei parla per enigmi! su. Dice sul serio o scherza 514. Non dica sciocchezze! 515. Non parli a vanvera 5I& Taccia! si?. Vuole stare zitto? si* Stolto! λέγοις αν άλλο, λέγε, ώ 'γαβέ. άλλ'ούκ έχειν εοικας, δτι λίγος. τί σιωπάς, είπέμυι,δτι λέγεις, τί τούτα ληρείς; άλλως φλυαρεί ς, ου ταύτόν, ώ τάν. ού τοΰτ* ερωτώ σε. καί μήν έπερωτηλείς άπόκριναί μοι. δι'αίνιγμών λέγεις, σπουδάζεις ταΰτα ή παίζεις; ούδέν λέγεις μήλάλει. ί σ»γα i σιώπα ού σιγήσεις; ώμώρε σύ. 26. Un illustrazione si«. Voglio mostrarvi un illustrazione εικόνα ύμίν έπιδείξω. 52α Guardate giù! βλέψατεκάτω Guardate su! βλέπετε άνω. 55

56 J22. Verso dove guarda? not βλέπεις: sa. Lei guarda verso un altra pane su. Guarda qui! 525. Eppure avverto uno strepito di dietro έτέρωσε βλέπεις δεύρο σκέψαι. και μην αισθάνομαι ψόφου τίνος έξόπισοεν Davanti έν το) πρόσθεν La smetta di dire sciocchezze! παύσαι λάλων. 52β. Basta con le ciarle! οΰ μη λαλήσετε; 529. Mi reciti ora il più bel passo dell Antigone sm. L'inizio dell Odissea 27. Poeti greci sm. Qual è il significato di questo passo? έκ τής 'Αντιγόνης τό νύν είπε τήν καλλΐστην ρήσιν άπολέγων. τό πρώτον τής 'Οδύσσειας τί νοεί τούτο; 552. Lei e posseduto da un cattivo genio κακοδαιμονϋς 555. Com è ingenuo! ώς εύηθικως 554. Dove ha la mente? πού τόν νούν έχεις; 555. Lei e fuori di senno! παραφρονείς 55*. Sofocle non ha concepito questo passo come lo intende Lei. Rifletta meglio! τήν ρήσιν τούτην ούχ ούτω Σοφοκλής ΰπελάμβανεν. ώς σύ υπολαμβάνεις, όρα δή βέλτιον Consideri questa espressione! σκόπει τό ρήμα τούτο ήκω ha lo stesso significato di κατέρχομαι ήκω ταύτόν έστι τώ κατέρχομαι Che significa? τίςόνούς 56

57 mo. Ora Lei dice assennatamente mi. Ora ha compreso pienamente $4t Ha bene collegato! $4$. Questo è il più bel dramma di Sofocle $44. Sofocle c supcriore ad Euripide $4$. Anche questi c un buon poeta $40. Non apprezzo Euripide $4*. Non ricorda un verso di Euripidei $4β. Conosce ciò abbastanza $49. Lei si è nutrito attentamente di Euripide sso. Dove ha imparato così bene queste cose? $$i. 1 lo trascritto molti passi di Euripide! $$2. Recitami qualcosa dei poeti più recenti $$>. Non ne sono degni; tra questi infatti non potresti ancora trovare un autentico poeta $$4. Qual è il Suo giudizio su Eschilo? $$$. Eschilo lo ritengo primo tra i poeti $$6. Conosce questa poesia di Simonide? τουτί φρονίμως ήδη λέγεις, πάντ'έχεις ήδη. ευ γε ξυνε βαλές τούτο δήπου κάλλιστον πεποίηκε Σοφοκλής Σοφοκλής πρότερός έστ' Εύριπΐδου. ό δ αγαθός ποιητής έστι και αυτός ούκ επαινώ ΕύριπίδηνμάΔία. ούκ άναμιμνήσκει Ιαμβον Εύριπΐδου: τουτί μέν επιεικώς σύγ έπίστασαι. Εύριπίδην πεπάτηκας ακριβώς. πόόεν ταϋτ' εμαύες ούτω καλώς Εύριπΐδου ρήσεις έξεγραφάμην πολλάς. λέξον τι τών νεωτερων. ούκ άξιοι είσι τούτου, γόνιμον γάρ ποιητήν ούκ άν έτι ευροις έν αύτοίς περί Αισχύλου δε τίνα έχεις γνώμην: Αισχύλον νομίζω πρώτον έν ποιηταίς. έπίστασαι τούτο τό ςίσμα Σιμωνίδου; 57

58 957. Benissimo μάλιστα Si, certamente εγωγε νή Δία. 5». VuoLc che la reciti tutta? βούλει Adv διεξέλόω; sto. Non ce n è bisogno m i. Qual c Ü nome di questo metro? ούδενδεί. όνομα δέ τούτω τφ μέτρω τί έστιν; 542. Non conosco la poesia το φσμα οΰκ έπισταμαι. m i. Passerò ora alla seconda parte della tragedia kcù μήν òli το δεύτερον τής τραγωδίας μέρος τρέφομαι. 28. Tradurre 54«. Cercate nel libro il capitolo dedicato a Socrate. È il nr. 107 ζητήσατε τό περί Σωκράτους λοκάντες τό βιβλίον. έστί δί τό εκατοστόν kcù έβδομον. M5. Ora prestate attenzione άλλά προσέχετε τον νουν Traduciamo oralmente in greco λέγωμεν ελληνικως ταύτα μεταβάλλοντες 567. Cominci, N. ΐόι δή, λέγε, ών Mi compiaccio della Sua traduzione ταύτά μ' ήρεσας λέγων, μ *. Chi Le ha insegnato la lingua greca? sto. Continui τις σ έδίδαξε τήν ελληνικήν φωνήν; λέγε (imp. pres.) 571. Questa traduzione è perspicace τούτ' otti δεξιόν Continui Lei λέγε δή συ, ώ 'γαόέ. 57>. Traduce in modo maldestro σκαιώς ταύτα λέγεις 574. Questo c un vocabolo ionico τούτ'έστ' Ιωνικόν τό ρήμα. 58

59 s ts. Lei traduce in dialetto ionico 'Itovi κιώς λέγεις. S7*. Vediamo, come vuole tradurre? φέρε δή. τι λέγεις; 777. Si sbrighi e traduca άλλ' άνύσας λέγε Con Lei non c e niente da fare σύγ' οΰδέν ci. sn. È mio dovere dirige ciò s m. Lei non è in grado di dire nemmeno tre parole senza commettere errori sei. Si fermi! sai. Traducete per iscrìtto questo passo! ss). Anche il seguito s m. Avete capilo? sas. Certamente! s m. Il compito sa?. Prenda il libro e legga! see. Alla malora! Che rabbia per il fatto che ho dimenticato di portare U libro 589. Prestami una penna e un quaderno! δικαίως & τούτο σοι λέγω. <Κ> γάρ ουδέ τρία ρήματα έλληνικώςείπείν οιός τ' εί πριν έξαμαρτείν. παύε. καί μεταγράφετε αυτό τούτο ελληνιστί. καί τόέξής (Plat., Menex. 241 A) μανθάνετε; πάνυ μανϋάνομεν. το έργον. λαβέ το βιβλίον καί λέγε. ές κόρακας, ώς άχύομαι. ότιή έπελαόόμην τούς χάρτας (το βιβλίον) προσφέρειν. χρήσόν τί μοι γραφειον καί χάρτην. 29. Occupato sso. Ognuno si reca al lavoro sot. Che cosa dobbiamo fare (noi due) d ora in poi? πας χώρο πρός έργον. άγε δή. τί νφν έντευόενί ποιητέον; 59

60 to. Questo e stato fatto m. Farò questo to. Mi occuperò di questo sw. Ecco tutto ciò di cui hai bisogno to Hai tutto ciò di cui hai bisogno? f9j. Sì, ho tutto ciò che mi occorre 548. È un lavoro semplicissimo 599. Qual e Io scojx) del vostro lavoro? too. Cosi il lavoro procede molto meglio tot. Sii diligente ne) lavoro miì. Non fare le cose che fanno gli altri! 60). Il lavoro non procede mm. Dunque, cosa farà? 60). Ora tocca a voi to. Assistimi, se non hai (ora) impedimenti! 607. Non ho tempo ταυτι δέδραται. ταυτα δράσω, μελήσει μοι ratita, ιδού πάντα. ών δέει, άρ' έχεις άπαντα, à δει; juivta νή Δία πάρεσή μοι. όσων δέομαι. «pauxótatov έργον. iv a δή ti toùro δράτε; χωρεί το πράγμα οϋτω πολλψ μάλλον. τώεργω πρόσεχε. μή ποιεί, άπερ οί άλλοι δρωσιν. ού χωρει τούργον. τί δαί ποιήσεις: ύμέιερον έντεύβεν έργον. συλλαμβάνου. εί μή σε τι κωλύει. ού σχολή (μοι). 30. Lode e richiamo eoe. Che cosa pensa di questo alunno, rettore? 609. Non è sciocco 610. Non mi sembra essere sciocco 611. No, mi sembra (piuttosto) abile 612. E studioso e perspicace τι ούν έρεΐς περί εούτου τού μαόητού. ώ γυμνασίαρχε: ού σκαιός άνόρωπος. ού σκαιός μοι δοκεί rivea. δεξιός μεν ούν έστιν. και φιλομαθής καί άγχίνους. 60

61 6IJ. Come si presenta l altro? 614. E di cattivo stampo 61). Ma con costui parlerò più tardi 616. Infatti e smemorato e lento 617. E non è diligente 618. E il più sciocco di tutti *19. Si è trasformato totalmente 620. Lo so 621. Prenderemo qualche provvedimento utile 622. È sciocco, pigro e ingordo 62). È tutto matto *24. ('ome si presenta A.? 621. Nella misura in cui è capace 626. In modo appropriato 627. (Voti dei compiti scrìtti): 1. lb. 2a. 2. 2b. 3a. 3. 3b. 4. ó δε έτερος πο(ός τις: «orì του πονηρού κόμματος. αλλά προς τούτον μεν ύστερός έστί μοι λόγος. έπιλήσμων γάρ εστι κάι βραδύς και ούκ επιμελής έστιν. ήλιθιώτατός έστι πάντων, πολύ χάνυ μεοέστηκεν. οιδα τοι. ποιήσομέν τι τών προύργου. ηλίθιός τε και αργός και γάστριςέστίν. μελαγχολώ ό 6ε Ά. πώς παρέχει το εαυτού: καθ' όσον οιός τ' έστίν. επιεικώς εύγε. καλώς ακριβώς όρθώς. επιεικώς. μετρΐως. μέσως. φαυλως. ούκόρθώς 61

62 31. Cantare 638. Canta qualcosa! $σόν ti. 6». Non so cantare μελιρδείν ούκέκίσταμαι. tm. Cantateci una canzone μέλος τι < βατε. 6M. Cosa pensate dì cantare? τί επινοείτε qtöeiv; 6)2. Cosa vogliamo cantare? άλλα τί δήτ άδωμεν; 6)>. Dica cosa gradisce ascoltare είπέ. οίσπσι χαίρεις. 4M. Un bei canto! ώς ήδύ το μέλος. 6)5. Canteremo un'altra canzone έτερον άαόμεόα 6)4. Mi consenta di cantare un canto a solo! έαβόν με μονφδήσαι. 6)7. Canta quanto vuoi άλλ' <*δ' όχόσα βοΰλει. 6». Smettila di cantare! παύσαι μελωδών. 6)». Canti sempre soltanto il vino ούδεν γάρ μδεις χλήν οίνον Mi piace τουτί μ' άρέσκει Le piace questo? σέ δέ τούτ' άρέσκει: 642. Non dimenticherò mai quello che Lei ha appena cantato δσα άρτι ήσας. ου μή έπιλάοωμαί ηοτε. 64). Io canterò ancora un canto έκόσομαι μέλος τι. 32. Ordini militali 644. Alle armi! άγε είς τά όπλα Adunata! εις τάς τάξεις καόίστασόε Silenzio! σιωπή Distanza! διάστηάι. 62

63 we. In riga! ζύγει. μ». Spall'arm! άνω τα όπλα 6jo. Picd'arm! Οέσόε τά όπλα. 6*1. Fianco desiro-destr! επί δεξιά κλϊνον. 6*2. Fianco sinistro-sinistri έπ αριστερά κλϊνον. 65*. Dietro-lront! επ' αριστερά μεταβαλού. 6*4. Alienti! είς ορθόν άποδος. 65$. Avanti, marsch! πρόαγε. 6*6. Battaglione, alt! εχον ούτως. 6*7. In fila per due. marsch! έπί κέρως εις δύο πρόαγε. 6*a In linea, marsch! επί φάλαγγος πρόαγε. 65«. Di corsa! δρόμω Marsch, urrà! δρόμω πρόαγε άλαλό. 33. Lei ha ragione 661. Lei ha ragione εύ λέγεις Lei ha veramente ragione εύ τοι λέγεις. 66*. Potrebbe forse aver ragione ίσως άν τι λέγοις 664. Ha totalmente ragione εύ πόνο λέγεις. 66*. Lei sembra aver ragione εύλέγειν σύ φαίνει Penso che Lei abbia ragione εύ γε μοι δοκεις λέγειν Questo è anche il mio punio di vista συνδοκεί ταύτα κάμοί. *68. Anche a me sembra ciò τούτο μέν κάμοί δοκεϊ Ciò è evidentissimo τούτο περιφανέστατον Giusta osservazione δίκαιος ό λόγος. 63

64 671. Sono convinto 672. Come sembra 67J. Vi sono molte prove di ciò 6?4. Ix) evinco dai fatti πείθομαι (pores. Ar., Flut. 31: Plat., Prot. 316 A). ώςέοικεν. τούτων τεκμήριά ènti κολλά, έργφ τεκμαίρομαι. 671 Sì (senza dubbio!) 676. Sì davvero! 677. Giustissimo! 678. Molto giusto 679. Naturalmente! 680. Sì naturalmente! 681. Certissimo 682. Io? Lei piuttosto! 6s>. Può essere! 681. Può darsi! 685. Nessuna meraviglia! 686. Ciò non meraviglia affatto! 687. Giusto! 688. E non Io sai? 34. νή Δία. νή τούς ύεούς. - νή τόν Νοσεί δώ. μάλιστα γε. - κάνυ. κομιδη μεν ούν. εικότως - είκός γάρ. εικότως γε(νή Δια), εύίσό' δτι. εγώ; σύ μέντοι. ούκ ο ιδα. εοικεν. κού όαυμά γε. και βαύμά γ' ούδέν. ευ λέγεις, ούκ οΐσόα: 689. Νθ! 690. No, io non 35. No! ού μά Δία. μάδί'έγώμεν ού. 64

65 mi. No. m a... ουκ ά λλα No certamente! μή δήτα. 69». Non fare ciò! μή νυν ποίησης. 694, Non ancora! μή δήτά πώγε No, a m eno che (ciò non accada) ουκ. ήν μή (τούτο γένηται ) Niente affatto! μηδαμώς. 6W. Non ve n e bisogno! ούδένδεί No certamente μά Δ ί'οΰ μέντοι Purtroppo no [= magari piacesse al ciclo che] ;uo. Sei ragionevole! (rifiutando ironicaipente) t*i γάρ ώφελ(ον). σωφρονεις. - δεξιός εΐ. ;m. Niente affatto! tot. Per nulla! ήκιστα ήκιστα γε. 70J. Neppure per sogno! ήκιστα πάντων. τα*. No! Nemmeno se vi impiccate! Tot. Crede che io sia pazzo? ούκ άν μά Δία. εί κρέμαισόέ γεΰμεϊς. μελαγχολάν μ ούτως οίει: 706. La faccenda non sta così! ούχ ούτος ό τρόπος E nondimeno άλλ'δμως. too Lei non ha ragione! 709. Sciocchezze! λήρος. ούκ όρβώς λέγεις Non dica cretinate ούδέν λέγεις. Tu. Ma è tutta un altra cosa! άλλ' ου ταύτόν Ma non è la stessa cosa! άλλ' ούκ είπας ομοιον. *15. Non posso crederci! ού πείθομαι. 65

66 C. Commercio mestieri 714. Se il contadino ha denaro, lo ha tutto il mondo 7i*. Ha tutto ciò di cui ha bisogno 36. Egli vuole soldi ευ φερομένης tifc γεωργίας ερρωνται κοά a i άλλαι τέχναι άπασαι (Xen., Oec. 5.17). έχει άπαντα, à δει. 7U. Chiede di avere qualcosa altri λαβείν ο 7*7. Cosa desidera? του δέη*. ne. Lei perché è venuto qui? 7i*. Per quale ragione Lei è qui? in. La prego, mi presti venti marchi! j τού δεόμενος ήλθες ένόαδί; ήκειςκατάτί; èri ti πάρα δεύρο. δάνεισόν μοι προς τών Οεων είκοσι μάρκα* Mi ci costrìnge la necessità ή ανάγκη με πιέζει No! μά Δί'εγώ μενού. 72*. Lei ha quanto Le occorre έχεις ών δέει Mi aiuti, per favore! ούκ άρήξεις. 72*. Abbia pietà di me! οϊκτειρόνμε Cosa vuol fare col denaro? τί χρήσει τφ άργυρίφ Salderò il conto col calzolaio αποδώσω τφ σκυτοτόμψ. 72*. Donde prenderò il denaro? πόθεν το άργύριον λήψομαί; 72*. Ecco, lo prenda! ιδού τουττ λαβέ. 734, La ringrazio molto! εύ γ'έποίησας. 7)i. Il ciclo Le mandi mille benedizioni! πόλλ' άγαόά γενοιτό σοι. 66

67 m. Non si arrabbi mio caro! 7)i. Abbia bontà c non parli più di questo! 7M. Ma Le pare? μή άγανάκτει ώ yaoé. οισό* ò δρόσον; μή διαλέγου xrpt τούτου μηδέν. άλλ ώ 'yafie. 37. II venditore ambulante m. lìd ecco di nuovo qui l ebreo! 7Ml Bei borsellini! Cravatte! Coltelli! 7)7, Quanto pago per questo? 7M. Due marchi e cinquanta centesimi lì*. No, questo è troppo [lett. «un po di meno») 740. Mi dia due marchi! 741. Prenda un marco e mezzo 742. Quanto costano i borsellini? 74). Per quattro marchi ne avrà uno bellissimo 744. Lo riprenda, non lo acquisto. Lei vuole guadagnare troppo '4*. Quanto offre? 744. Quanto offro? Pagherei due marchi! 747. Lo prenda, è preferìbile questa cifra che non guadagnare nulla 74». Non ci libereremo di costui! και μήν όδι εκείνος ο Ίουδαϊος. βαλάντια καλά, λαιμοδέτια*. μαχαίρια. τί δήτα καταύώ τουτουί. δύο μάρκα* και πεντήκοντα. μά Δί\ άλλ' έλαττον. δύο μάρκα* τελείς: λαβέ μάρκο* καί ήμισυ. πώς to βαλάντια ώνια: λήψει τεσσάρων μάρκων* *άνυ καλόν. άχόφερε- ούκ ώνήσομαι. κερδαίνειν γάρ βουλή πολύ. αύτόςσύ τί δίδως: ότι δίδωμί; δοίην άν δύο μάρκα*. εχε ιοί νυν- κρείττον γάρ εστιν ή μηδέν λαβείν. άνόρωχος ούκ άπαλλαχύήσεται ημών. 67

68 749. Quesio coltello non serve a nulla; non lo acquisterei nemmeno per un marco 750. H o pagato una volta tre marchi per questo 751. Non ci guadagno nulla 752. Veramente? *5). Lo giuri! 7)4. Per gli dèi, no!?5$. Lo venda ad un altro! 75«. Voglio acquistarlo da Lei 757. Prenda il denaro 758. ECCO 759. Ho pagato tre marchi 7«o. Λ Lipsia vendono la dozzina per venti marchi 761. Questo qui egli l ha pagato un mi ούδέν έστιν ή μάχαιρα- ούκ άν κριαίμην ούδ* ενός μάρκου*. αυτός άντέδωκα τούτου sow τρία μάρκα ούδέν μοι κεριγτγνεται. αληθές; όμοσον. ού μα τούς θεούς, π θάλει τούτο άλλω τινί. ώνήσομαί σοι εγώ. έχε δή τάργύριον. ταύτα δή. άπέδωκα οφειλών τρία μάρκα*. έν Λειψία* κωλούνται κατά δώδεκα είκοσι μάρκου*. τοδι άπέδού ένός μάρκου*. 3β. Dal sarto 762. Buon giorno! 76). Buon giorno, Signore! 764, In che cosa posso servirla? 765. Cosa desidera? 7«6. Ho bisogno di giacca e pantaloni 767. La camicia 768. Il cappello χοϊρε, χαϊρε καί σύ. ήκειςδε κατά τί; τού δέει; δέομαι ιματίου τε και βρακών. ό χιτών. όκϊλος. 68

69 je«. Η soprabito 770. Gli stivali 771. La calza 7*2. Il fazzoletto 77J. Quanto le devo 774. Cinquanta marchi per la giacca e venti per i pantaloni 777. Secondo il prezzo pattuito 77i. F. molto bella questa giacca con questi pantaloni 777, Mi starà bene? 778. Indossi, per cortesia, il soprabito 77». Per favore si tolga la giacca! 780. Non indossa una giacca nuova 78). No, il vecchio abito ha dei buchi 782. Che bel vestito ha ora! 787. La nuova giacca Le sta benissimo 784. I la qualche rilievo da fare? 785. Non mi sta bene tò επάνω ΐμάτιον. τά υποδήματα, ή περνκνημίς. τό βινυμακτρον*. ri «Alò ταύτα ώνούμενος: πεντήκοντα μάρκα * εις ϊμάτιον. είκοσι δ'εις βράκας. καύάπερ τέως. κάλλιστον τοδι ίμάοον μετά βρακών. άρ* αρμόσει μοί: κατάάου δήτα tò επάνω ίμάτιον. άπόδυάι. άνηβο?λ), Οοϊμάτιον. βούλει «ποδύεσάω άοιμάτιον; ού καινόν άμπέχει ιμάτιον. ού μα Δί' άλλ' όπάς εχει τό τριβώνιον. ποιαν ήδη έχεις σκευήν, à p ic e 'έχει tò καινόν ιμάτιον. έχεις η ψέγειν τούτου; οΰ πρέπει μοι. 39. Calzature 78& Ci vogliono i sandali 787. Prendi questi mici! υποδημάτων δει. τάμα ταυ τι λαβέ. 69

70 Calza prima questo τούτο κρωτον ύκοδύου Calzalo finalmente! άνυσον ύποδυοάμενος (Ar Vesp. 1159, m. Togli gli stivaletti άποδύου τάς εμβάδας (τάεμβάδια) ('.alza questi ύιτόδυύι τάσδε Le stanno bene? exp'άρμόττουσιν; 79i. Sì, calzano benissimo νή Δ ί\ άλλ άριστ' εχει Dove ha comprato il paio di stivaletti che calza? 79». Al mercato έν αγορά A quale prezzo? και κόοου; κόύεν πριάμενος το ζεύγος έμβάδων τουτί φορείς: 797. A sedici marchi έκκαίδεκα μάρκων*. 40. Al mercato della frutta 798. De\'0 andare al mercato εις αγοράν ttéov μοι Perché? τίνος ενεκα; «io. Va al mercato per comprare l'uva χωρει εις αγοράν έτη βότρυς La comprerò, se mi dai i soldi ώνήσομαι. έάν συ μοι δφς τάργύριον Ecco prendi qualche spicciolo! ιδού λαβέ μικρόν άργυρίδιον. so». Cosa debbo comprare? 8<m. A questo prezzo compreremo pesche eo». Comprami mele τί βούλει με ηρίασύαΐ; ώνησόμεύα ιτερσικά τούτου τού αργυρίου. άγόρασόν μοι μήλα. a*. Albicocche άρμενιακά (μήλα). 70

71 βο< Fere ama. «08. Fragole χαμαί κέρασα*. «09. Verdure λάχανα. «10. Castagne κάστανα Ciliegie κεράσια Noci κάρυα Nocciole pesche λεπτοκάρυα Pesche περσικά (μήλα) Prugne κυκκύμηλα Arance πορτοκάλια* Ribes [uva spina] φραγκοστάφυλα* Ravanello ραφανί&α Tutto il possibile πάντα Quanto mi dà per questa cifra? πόσον δίδως δήτα τάργυρίου: «21. Quindici per un marco πεντεκαίβεκα τού μάρκου* Quanto costa oggi il burro? πώς ό βούτυρος (τό βούτυρον) το νυν ώνιος; 82>. È a buon mercato ευτελής έστιν Bisogna comprarlo a caro prezzo δει τίμιον πρίασθαι αυτόν. 87». Burro fresco, came fresca χλωρός βούτυρος. χλωρόν κρέας. 876 Non ho comprato ancora nulla ούδεν ήμπόληκά πω Abbiamo fatto spese e torniamo ora a casa οικαδ' ϊμεν έμπολήσαντές τι. 828 Il prezzo ή ημή. 71

72 D. In sociati 41. Ballo ew. Danza bene, non è vero? su. Verissimo usi. Resto anch io incantato 852. Danzerò con lei la polacca (il valzer, la danza scozzese, la danza francese, la quadrìglia) e». Mi concede questo ballo, signorina? 8M. Molto volentieri 8)s. Per favore, si fermi, non ne posso più 85«. Sono stanco β)7. Mi conceda ancora solo questo ballo! 858. Solo questo e nessun altro! s». È un piacere danzare con lei wo. Chi è proprio quel signore fi. che guarda qui? Quello che sta sulla porta? m i. È mio marito M2. Perché è così scuro in volto? M ). È molto geloso aw. Facciamo finta di non guardarlo καλώς όρχεϊ ται ή γάρ: μάλιστα, κεκήλημαι έγωγε. όρχήσομαι μετ' αυτής τό Πολωνικόν (τόν στρόβιλον, τό Καληδονικόν. το Γαλλικόν, τόν τετράχορον). δός όρχείσόαι τούτο μετά σου, ώγόνοι <ώ κόρη). φόόνος ούδείς. παύε δήτ' όρχούμενος. άπείρηκα*ϊρ. κέκμηκα. εν μεν ούν τουτί μ ' έασον όρχήσασόαι. τούτο νυν καί μηκέτ* άλλο μηδέν. ώς ήδύ μετά σού όρχπσάαι. τίς ποό' ούτος ό δεύρο βλέκων; ό έπί ταίς όύραις; εστίν ούμός άνήρ. τί σκυόρωπάζεί: σφοδρά ζηλότυπος έστιν. μή όραν δοκώμεν αυτόν. 72

73 ms. Starò in guardia! M4. Non bisogna fidarsi rroppo degli uomini φυλάξομαι, ούδέν γάρ πιστόν τοις άνδράσιν. M7- È sposata da tre mesi νύμφη «στχ τρεις μήνας. ms. Il maestro di danza Μ». Nella lezione di ballo ό όρχηοτοδιδάσκαλος. εις τό όρχηστοδιδασκαλετυν. 42. Un racconto sto. Senta, gentile signora. Le voglio raccontare una storia simpatica sti. Avanti, racconti «μ. È vero? stt. Non posso crederci! su. È meravigliata? stt. Mi racconta storie (fantastiche)! sto. Non vuole narrare la verità! «7. Se realmente Lei afferma cose vere, io non so che dire sta. Stando al Suo racconto, sono cose che destano stupore 8tt. Le racconti la faccenda! sta. Dire = esporre mi, (x»sa ha risposto a ciò? άκουσον. ώ γόνοι, λόγον σοι βούλομαι λέξαι χαρίεντα. idi δή. λέξον. τί λέγεις; ού πείθομαι. έθαυμασας; μύθους μοι λέγεις. τάληθές γάρ ούκ è θέλεις φράσαι. είπερ όντως σύ ταύτ* αληθή λέγεις, ούδέν έχω είκείν. κατά τον λόγον, ον σί> λέγεις, άςία έστί θαυμάσαι. λέγ* αυτή τό πράγμα. φράζειν. τί προς ταύτα ειπεν Adduce pretesti προφασίζεται Voglio raccontarvi una favola, c io è... μύθον ύμίν βούλομαι λέξαι ούτως. 73

74 43. Non lo SO tb*. Non so 865. Non ho nulla da dire «66. Che decisione si potrebbe prendere? «67. Voglio appurarlo io stesso 868. Non so con esattezza 869. No. per quanto ne so 870. Non so con certezza come sta la cosa 871. Lo SO 872. Mi è noto! 875. Lo so certamente! 874. Se Lei desidera saperlo, io lo dirò 875. È possibile? 876. H o saputo ciò da fonte sicura 877. Ha sentito parlare della faccenda? 878. Non ne sapevo (ancora) 879. Non senza ragione è di cattivo umore ούκ οίδα, ούκ έχω φράσαι. jtoï τιςάν τράπυιτο; γνώσομαι έγωγε. ούκ οίδ' ακριβώς, ούχ. δσον γέ μ' είδέναι. ού σά<ρ οίδα, όπως εχει. οΐδά rot. μεμνήμεύα. οιδαμέντοι. ει δή έπι Ουμεΐς είδέναι. φράσω. τίφής; πέπυσμαι τούτο τών οάφ' ειδότων. άρ' άκήκοάς τι τού πράγματος, τούτ* ούκ qseiv έγώ. ούκ έτος άρα λυπεί. 44. Il bello e II brutto s m. Veda com e bella questa! ορα ταυτηνί, ώς καλή Chi è questa signorina? τις nod' αύτηί Quella che indossa il vestito scuro? ή τό φαιόν ένδυμα άμχεχομένη: 74

75 s». È la più bella di tutte (= la più fiorente di tutte) twt. Chi mai può essere? gas. Qualcuno di voi la conosce? 886 I o, SÌ 887. È mia cugina 88*. Come splende la sua bellezza! la un aspetto magnifico! sw. Ha uno sguardo dolce e bello 891. Ha mani bellissime 892. lì ride dolcemente 89>. Sono innamorato dì questa fanciulla 89«. Ma non ha nulla? 895. E ricca: ha un grande patrimonio 896. Sai a chi somiglia? Ad A Qui c e una bella ragazza 898. Chi è quella che sta dietro di lei? 899. Chi è? La signora Schulze wo. L'altra m interessa meno 901. Infatti è brutta 902. Ha il naso schiacciato 905. È imbellettata (truccata) 904. Emana odore di profumo πασών ώραιοτάτη έστίν. τίς καί έστί ποτέ; γιγνώσκει τιςύμών; νή Δία έγωγε. εστίν ανεψιά μου. otov τό κάλλος αύτής φαίνεται. ώςεύχροεί. καί τό βλέμμα έχει μαλακόν καί καλόν. καί τάς χείρας παγκαλας έχει, καί ήδέως γελά. έρως με εϊληφε τής κόρης ταύτης. άλλ έχει ούδέν; πλουτεϊ μέν ούν ουσίαν γάρ έχει συχνήν οισθ" ή μάλιστ* έοικεν; τή Ά. ενταύθα μείραξ ώραία εστίν, τίς γάρ έσθ* ή όπισθεν αύτης; ήτις έστίν; Σχουλζίου γυνή, τήςέτέραςμοι ήττον μέλει, αισχρά γάρ έστιν. καί σιμή (έστιν). καί καταπεπλασμένη (έστίν). όζει δέ μύρου. 75

76 w. Avverti un odorer* «ο«. Questo profumo non e delicato όσφραίνει τι; ούχ ήδύ xò μύρον του ti. 4$. Il sig. Schulz «ο?. Si chiama Schulze? Che tipo e questo Schulze? 9oe. Non lo conosce? 909. No. sono infatti forestiero giunto qui da poco oio. Egli ha un ruolo di primo piano nella città on. Ha la barba 912. Ed è anziano Uctt. «canuto»}? 9it. Donde trac le sue risorse di vita? 9u. L'uomo è diventato rapidamente ricco 919. Facendo cosa? 916. Ha dapprima imparato un mestiere, poi è stato contadino, ora è mercante 917. Egli è proprietario di una fabbrica via. Lavoratore 9i9. Giudice 9». Dipendente 921. Avvocato Σχούλζιος αύτώ όνομα; ποιος ούτος ό Σχούλζιος; ούκ ο\σ0α αυτόν; ίού γΐγνώσκεις αυτόν). ού μά Δία έγωγε. ξένος γάρ είμι άρτίως άφιγμένος. πράττει χά μέγιστα έν τη χόλει. έχει δε πωγωνα. κάι χολιος έστιν; πόάενδιαζη. ταχέως ό άνήρ γεγενηχαι πλούσιος. ή δρών; χριώχυν μέν γάρ τέχνην nv' εμαόεν- ητα γεωργός έγένετο. νυν δ' έμπορός έστιν. έργαστηριον έχει. εργάτης. δικαστής. υπάλληλος. σύνδικος. 76

77 w. Farmacista φαρμακοπώλης 42). Banchiere τραπεζίτης Ufficiale αξιωματικός Discepolo μαόητής 92*. Studente φοιτητής Maestro διδάσκαλος 92*. Professore καθηγητής Viene dalla campagna εκ τών αγρών έστιν. 9M. Viene dal vicinato έκ των γειτόνων έστίν. 4)1. Mi annoia la sua compagnia άχόομαι αύτφ συνών εγωγε. 4)2. Non è d'indole cattiva ού χονηρός έση τούς τροχούς 9)). Con quale arroganza è entrato! ώς σοβαρός εισελήλυόεν. 4M. Non mi sembra civile comportarsi in questo modo ούκ άστειόν pot δοκει είναι τοιούτον εαυτόν χαρέχπν. 9)5. N.N. e davvero un gentiluomo ό δε Ν.Ν. νή Δία γεννάδας άνήρ. 46. Quanti anni ha? 4M. Egli ha un'unica figlia όυγάτηρ αύτφ μόνη ούσα τυγχάνει. 9)7. Quanti anni ha? χηλίκη έστίν: 4M. Ha un anno più di te χλειν ή ένιαυτω σου χρεσβυτέρα έστίν. 9)9. Ha più di vent anni ύχέρ εικοσιν έτη γεγονυια Sci un giovane di diciannove anni ού δε άνήρ νέος εΐ έννεακαίδεκα ctcev. 77

78 941. Devi ballare con quelli che hanno meno di [leu. «rientrano nei»] ventanni «42. Si è seduta qui vicino alle donne più anziane M). Dove? Mostramelo! 944. Com'è abbigliata? ms. Sua madre è m ona dieci anni or sono μ*. 11 padre ha sessantanni 947. La famiglia δει ούν όρχείσθαί σε μετά τών εντός εϊκοσιν. ένταϋόα κάήητα» χαρά τούς χρεσβυτέραις γυναιξίν. χοϋ; δείξον. χοίαν τιν' έχει σκευήν; τέβνηκεν ή μήτηρ αυτής έτη δέκα (oppure έτος τουτί ενδέκατον). εξηκοντέτης έστίν αυτής όχατήρ. ό οίκος. E. Felicità e pena d amore 47. Desiderio d'amore 941 Cosa pensa della ragazza? τί ούν έρεϊς κερί της μείρακος; 949. È priva di tutto, a paragone di Anna ληρός έστι ταλλα χρός Άνναν. sso. Mi distrugge il desiderio di Anna 9SI. Sul serio? ίμερός με (oppure χόόος με) διαλυμαίνεται Άννης. ώ. ή λέγεις. 9)2. Sei stupito? εόαΰμασας: 9)). Perché ti stupisci? τί έόαόμασας: 9)4. Com'è dolorosa per me la sua lontananza! ώς άχύομαι αύτης άχούσης. 78

79 w. Non diventare folle! Mt. Mi sembra che il tempo sia lunghissimo, poiché non vedo una ragazza così bella μή αφρων γένη. πάνυ πολύς μ οι δοκει είναι χρόνος, δ η ούχ όρωαύτήν τοιαύτην ούοαν. 9)7. Non è qui οΰκ ένόάδε έστίν. «β. Se n è andata «is. Eccola άλλ έρχεται. ή& προσέρχεται Ora finalmente la vedo νύν γε ήδη καόορω αυτήν. 96i. È giunta {= si trova) qui già da ήκει επιεικώς πάλαι. un certo tempo iti. È una cosa inaudita! άτοκον τουτί πράγμα. 96). Cosa ti capita? τί πάσχεις: 964. Non vedi? N. corre dietro a quella ούχ όράς: Ν. ακολουθεί e la saluta affettuosamente κατόπιν αυτής καί άσκάζεται. 96). M interessa poco ολίγον μ οι μέλει Quella lo saluta ή 5έ δεξιοΰται αυτόν. 9*7. Oh povero me! οίμοι κακοδαίμων. 96*. Sembra non vederti ού δοκεί όρον σε Ha porto la destra ενέβαλε τήν δεξιάν Dai l addio a questa! τούτην μεν έα χαίρειν Me ne vado; voglio salutare άλλ' ομι- κροσέ ρω γάρ τήν la zia τηόίδα 972. L'ho già salutala έγώ δε προσείρηκα αυτήν. 97). Non è bello che Le» non mi abbia καλώς γε ου προσείπάς με salutato (ironico). 79

80 48. Cosa davo fare? 974. Cosa pensa di fare? 97*. Cosa si propone di fare? 97*. Mi dia un buon consiglio! 977. Cosa devo fare? 9?* Temo che Lei si pentirà di ciò 979. Stia attento a che lei non La sfugga 9M. Tocca a Lei fare il resto *f i. Cosa devo fare? 4*2. Deve parlare con quella, non appena le capita «a». Infatti voglio fare proprio questo **4. Ma non ancora ne ho avuto l occasione 9S*. La faccenda e pericolosa w*. È una faccenda difficile! **7. Non si preoccupi»a*. Non temere «89. Non temere, mio caro 9«e. Non Le capiterà nulla 991. Non dipende da me, mio caro 992. Mi prenderò cura di ciò ti ποιεϊν &avott: ti μελλειςδράν; χρηστόν τι συμβούλευσον. τί ποιήσω: οιμαί σοι τούτο μεταμελήσειν. εύλαβου. μή εκφύγη ο εκείνη, σόν έργον τάλλα ποιεϊν. τί ουν κελεύεις δραν με: δει διαλεγεσόαι αυτή, όταν τύχης. τούτ' αυτό γάρ καί βούλομαι. ά λ λ 'ο ύ κ ίσ π πω εν τουτω tà πράγματα. ένι κίνδυνος έν τώ πράγμαη. χαλεπόν tò πραγμα. μή φροντίσης. μήδέδιάι. μηδέν δέδιόι,ώ tav. ( ούδέν (γάρ) πείσει. ούτούμόνέμποδώνέσται. ώτάν, μελήσει μοι τούτο γε. J J ' 9«). Si affretti 9*4. Si sbrighi, dunque! 49. Su! Cor *k>! σπεύδε νυν. επειγε νυν. ουκουν επείξει. 80

81 et. Non indugi! m. Faccia in fretta! ψη. E faccia in fretta dunque! «a. Non occorre che Lei indugi m. Senza perder tempo ιαοο. Non perda tempo! looi. O ra è il momento! tooi. Almeno tenti ioo>. Voglio farlo d an d o lx ascolto loo«. Tenterò looi. Anche se debbo morire! ioni. Ma sto facendo ciò loo:. Siamo già a questo punto! looa. E se dice no e non vuole? too*. Lo vedremo subito loia. Voglio proprio vedere μήβράδννε. òvue. OVMCάγύσεις ούμέλλειν χρήσε. μήδιατρίβωμεν. ούμ ή διατριβής: νυν ό καιρός. άλλ' ούν πεπηρασόωγε (per es. Ar., Vesp. 1129) δράσω Toivuv cot χιουνος χηράοομαι. κάν δέη μ ' άκοόανείν. άλλα δρω tonto, ήδη c ti τούτ εκείνο. κάν μή φή μηδ' έύελήση. {Ar., Αν. 555). είσομερ' αύηκα. εγώ είσομαι. 50. Fortuna felicità in amore ioti. La amo ia«, fi vero? ιοί). Perche dice questo? leu. Perché la amo εραστής είμι σός ti λέγεις τί tonto λέγεις ότι ή φιλώ σε. 81

82 io n Sc Lei m i ama veramente con tutto il suo cuore, p arli con mia madre είπερ όντως έκ τής καρδίας με φιλεις. κρόσειπε τήν μητέρα μου. tei*. M i consenta di baciarla δός μοι κύβοι (δός κύσαι ). ion. M i baci. La pregol iota Fa ch io ti baci! ιοί«. Ahimè, bada che gli altri non m i vedano! io». Siamo soli tori. Basta! Basta! κύβον με. άντιβολώ. φέρε σε κύσω. οιμοι. ο ί άλλοι δικός μή μ όψονται. αύτοί γάρ έσμεν. χαυε. χαϋε Come sono l elice! ώςήδομαι. <02). M i dia la destra! δός μοι τήν χείρα τήν δεξιάν Le giuro eterna fedeltà! ούδέκοτέ σ ' άπολειψειν φημί. SI. La suocera io» Che ce? - Cos e questo? io» O D io onnipotente! τί το πράγμα; - τουτί τί έστιν; ώ Ζεύ βασιλεύ Ahimè infelice! ο ιμοι κακοδαίμων. iota. Siamo stati traditi io». Questo è l infame! io». È pazzo? ion. Che Le prende? io)2. O persona detestabile! io)). N on si adiri tow. È una vergogna! προδεδόμεύα. ούτος ό πανούργος. τί ποιείς; τί χάσχεις: ώ βδελυρέ σύ. μή ιψοςόργην. ανόσια έχάόομεν. 82

83 lojj. Questa è p roprio una grossa insolenza! itit. La smetta! Vada fuori dai piedi! io». Faccia in modo d i uscire! 10«. Si allontani! Via da questa pane!] im o. Se ne vada al diavolo! i m i. Se ne vada alla malora! IM2. Il diavolo La prenda! i m i. Le incolga un accidente! ΙΜ4. Signora, Lei c impazzita! i m i. Lei mi offende! i m «. Puh! imj. Non se la passerà liscia! im o. Lei ha poco da stare allegro. im o, Voglio fargliela pagare! [= Porrò un lim ite al Suo ardire!] toso. Ora si moderi! i m i, Non è cosa cattiva che Lei faccia ciò? ι«λ C iò è rivoltante! i m i. Ahimè! Che devo fare? i m i. Vede che cosa ha fatto? im i I-«*i è responsabile di ciò άρ' ούχ ύβρις tout' εστι πολλή; arnie. όπιό' εκποδών, ούκ ri θύραζε: ούκ άπει δήτα εκποδών; ές κόρακας, άπερρε. άπολεί κάκιστα, ούκ ές κόρακας: παραπαίεις, ώ γύναι. ώ γύναι. ώς παραπαίεις. οιμοι,ώς υβρίζεις, αίβοί. ούτοι καταπροίζει (τούτο δρών). ού χαιρήσεις εγώ σε παυσω τού θράσους. άλλ άνάσχου. ού δεινόν δήτά σε τούτο δράσαί: ούκ σνασχετόν τούτο, οίμοι, τί δράσω, όρος, ά δέδρακας: συ τούτων αίτιος. 83

84 52. Umore nero ίο*. Perché chini la testa? ίο*?. M i vergogno tose. La donna in effetti ti ha trattato molto male io**. È m olto adirata con noi Questo è m olto doloroso per noi M i irrito m olto per aver fatto ciò N on m i sarei mai aspettato ciò toat. Non digrignare i denti! iota. Quel che è fatto c fatto 106*. Non essere vendicativo! t066. La soluzione m igliore è starsene tranquilli too?. Questo fu un errore da pane nostra Non adirarti, mio caro! Ma non è possibile che io taccia ton. T u sei il solo responsabile d i ciò io t i. Non era giusto che tu facessi ciò io??. Cosa t importa di ciò? 107*. Come ti è venuto in mente di fare ciò? Che follia! τι κόπτεις; αίσχύνομαι. αίσ χισ τά tot σ ' άργάσατο ή γυνή. όργήν ήμ'ίν έχει πολλήν. τούτ εστ άλγιστον ήμιν. πύλλ άχύομα», ότι έδρασα τούτο. τουτί μά A i' ούδέπυτ' ήλιησα. μή repte τούς όδόντας. ταύτα μεν δη ταυτα. μή μνησικακήσης. ησυχίαν άγειν βέλη στον έστιν ήμάρτομεν ταύτα. μ ή αγανακτεί. ώ 'γαύε (A r., V esp. 287, 1003) άλλ' ούκ έσο όπως σιγήσομαι. α ίτιο ς μέντοι συ τούτων εί μόνος. ούκ όρύώς τούτ' έδρασας. τ\ 8è σο\ τούτο; τί 6ή μαύων τοϋτ' έποίησας. τής μωρίας. 84

85 1075. Quanto ingiustamente hai agito! ώς ούκ όρύώς τούτ' έδρασας. 107«. Questo fu ingiusto da parte tua 7o0t ούκ όροως εποίησας. to77. Questo è il rimprovero che mi fai? lots. Ma non è possibile altrimenti ion. Non mi dia buoni insegnamenti, ma... niso. Tu mi vuoi far morire! loki. Ti dico una sola cosa: io«. Ιλ» ragazza mi tormenta [Ictt. «io mi affliggo per la ragazza»] ταύτ'έιπκαλείς; άλλ' ούκ ήν παρά ταύτ άλλο. μή νουθετεί με. αλλά... άπολείς με. εν δε σοι λέγω περί τής κόρης άνιώμαι. tos). Con quanta comicità si presenta ciò! tost. Questa è una cosa veramente ridicola! Miei. Ciò è rivolto a me! ion«. Egli prende in giro t«7. Non prendere in giro! me*. Non prendermi in giro! 53. Non fare scherzi di cattivo gusto ώς καταγέλαστον έφάνη τό πράγμα. τούτο πάνυ γελοΐον. πρόςέμέ ταύτ έστιν. σκώπτει. μή σκώπτε. μή σκώπτε με Forse per questo mi prendi in giro? μών με σκώπτεις ορών τούτο: low. Sci ridicolo καταγέλαστος εϊ Non ridiamo di te ού σού καταγελώμεν. uw. Allora di cosa? αλλά τού: 109). Di cosa ridi? επί τφ γελάς: 85

86 10*1. Smettila! - Sta atto! παύε. - σιώπα. im. Fammi il piacere d i non rivolgerm i più la parola! βούλει μή προσαγορεύει v εμέ; 54. Tutto è bone quel che finisce bene io*. Potrebbe forse avere buon esito! ίσως òv cù γένοιτο. 10*7. Come D io vuole σύν όεψ δ' είρήσεται. ήν θεο'ι όέλωσιν. io*. G ii ti garantisce ciò? io**. Se ciò ci riesce, voglio ringraziare D io d i cuore iioo. Come si deve fare noi. Con buona fortuna! not. Se falliamo? noi. U rrà! (G rido d i gioia) h m. ('ome sci fortunato! no). Egli ha grande fortuna iioo. In che maniera? no?. H a sposato una giovane fanciulla iioo. È diventato un uomo ricco no*. Egli può godersi la vita ino. Se il male sta tutto qui! u n. I suoi amici sentono la mancanza m 2. È un mio amico και τίς εγγυητής έστι τούτου. ήν κατορθώσωμεν, έχαι νέσομαι τον θεόν κάνυ σφόδρα. ώσπερ εικόςέστιν. τύχάγαθή. ήν δε σφαλώμεν; άλαλοί, ώς ευτυχής«. ευτυχέστατα πέπραγεν. τίνι τρόπω; καί δα κόρην γεγάμηκεν. πλούσιος γεγένηται. έχει τής ήβηςάπολαύσαι. c it a t i τούτο; ποθεινός έστι τοίςφίλοις. έστί τών φίλων. 86 A

87 F. A casa 55. Qui abita... n o. M i potrebbe dire dove abita il sig. Müller? Amerei sapere dove abita Müller un. M i dia questa informazione η u. In via Lipsia tii7. Egli sì trasferisce ma. Ma lasciato l'alloggio un. Abita vicino ilio. Si affaccia dalla finestra! uzt. Questi c quegli tur. Chi bussa alla porta? uzi. Apri la porta! im. Apri! im. Apri subito la porta! ii2h. C hi è? uz:. M i si annunci! uze. Non conosco con esattezza il suo nome im. II sig. M ü lle r è in casa? mo. No, non è in casa έχοις òv φράσαι μοι (τον κύριον') Μύλλερον. οκού ένβάδεο'ικεί. ήδέως άν μάοοιμι. πού Μ ύλλεροςοΐκεί. τούτο με δίδαξον cv τι) Λειψιανη* όδφ. μετοικίζεται. Φρούδος εστιν έξωκισμένος. εγγύς οικεΐ. όδί έ κ Ουρίδος παρα κόπτει ουτόςέστ'εκείνος. τίς έσλ ό τήν όύραν κόκτων; άνοιγε την όόραν (Ar., Α ν. 92, Lysistr 1216, N u b. 181). οΰκ άνοιξης, άνοιγ άνύσας τήν Οόραν. τίς ούτος: εισάγγειλον. οΰκ οιδ' ακριβώς σου τοΰνομα. ένδον c o ti Μΰλλερος. οΰκ ένδον έστίν. 87

88 lu i. Momentaneamente non è in casa ii) 2. È fuori a passeggiare i i». Veramente? u m. Sta sulla porta i i». Sta per andarsene ούκ ένδον ών τυγχάνει. περίπατον ποιείται, αληθές: ém ταίς θύραις έστηκεν. μέλλει θύραζε βαδίζειν (Ar.. E e d. 271) oppure έξιέναι. 56. Al mattino u m. M i alzo d i buon m attino i» -. Prim a dell alba ιι». Il sole è sono ii)9. Il sorgere de) sole nella camera da letto in i. Il Ietto tu;. Λ letto 114). Non ancora s è alzato dal letto Π44. Si è addormentato proprio ora Ieri è rimasto a lungo sveglio Svegliati! U47. Alzati! H4Ä. Accendi la luce [= il lume] tu r M o lto bene πρ<«) εγείρομαι, προ φάους. ήλιος άνέτειλεν. ήλιου ανατολή, έστίν εν τώ δωματίω. τά στρώματα, έν το'ις στρωμασιν. ούπω έγερση εκ τών στρωμάτων (έκ τής κλίνης). άρτϊωςεϋδει. έγρηγόρει χθες (più tardi: έγρηγόρησεν εχθές) επί πολύ. ούτος, έγείρου. άνίστασο. απτέ λύχνον, ταύτα. 88

89 uw. Dammi le scarpe, i calzini e i pantaloni usi. H o già calzato gli stivali ii)2. Porta acqua per le mani δός μοι υποδήματα και τούς πίλους και άναζυρϊδας. ήδη ύπεδέθην. ένεγκε ύδωρ πρός χεϊρας i d ). Una conca. Sapone κόγχη, σήπων*. u)4. Le mani sono sporche io ). T i sei lavato? ns«. H o già lavato le mani e il viso im. Puoi cavartela senza asciugamano? u h i. Dai l'impressione d i essere terribilmente sporco n$9. Non sì e lavato D M. Pulisci il tavolo! net. V oglio restare a casa! H62. Vogliam o restare a casa mia (a studiare) U 6). A casa tua? no«. Precisamente χείρες ρυπαροί εισιν. rip' άπονένιψαΐ: ήδη ένιψάμην τάς χεϊρας καί τήν όψιν. άνυτεις χειρόμακτρον ούκ εχων: αύχμεϊς αίσχρώς. ούκ έλούοατο. άποκάθαιρε τήν τράπεζαν. ο ίκοι μ ενώ. ένδον παρ' έμοι διατρίψομεν (περί τά μαθήματα). παράοοί; κάνυ. 116). Ieri sei stato a casa mia παρ' έμοι χθες ήσθα Venite oggi a casa mia! ήκετ' εις έμού τήμερον. 57. Sedere- Stare >167. Spogliati! άποδύου. >16*. M i sto già svestendo καί δή έκδύομαι. 89

90 1169. Dove vogliamo sederci? πού καθιζησόμεθα:»το. Siedili! in i. Si segga! 1 Mettici a sedere! 1 U72. Se permetti! 117). Ecco, mi seggo Sto già seduto 117). Non occupi un buon posto Non hai nulla da mangiare? U77. Posso o ffrirti una cena? li?«. T i prego d i prendere un po' di pane e d i came uw. H o portato con me da bere usa O ffrim i da bere! usi. Ecco IIS7. Non è giusto che tu stia seduto qui usi. Alzati! Alzati subito, prim a che qualcuno ti veda! us). Sta' in piedi! U86. Rimani seduto! us?. Sì, signor capitano! κάθησθε. κάθιζε. r i ταϋτα Sottri, ιδού κάοημαι. κάθημαι γώ πάλαι. ού κα θίζεις εν καλφ. ούκ έχεις καταφαγεϊν; βούλει παραθώ σοι δόρπον; αιτώ λαβείν τ ιν ' άρτον και κρέας. ήκωφέρωνκιεϊν. δός μοι πιεϊν. ιδού. αδικείς ενθάδε καθήμενος. άνίστασο. ούκουν άναστήσει ταχύ, πριν τιν ά σ ' ιδεϊν; άνίστασο ορθός, στήθι. ταϋτα. ώ λοχαγέ. usa. Ha avuto un maschietto 58. Donna e bambini άρρεν ετεκε παιδίον. U89. Egli ha da allevare m olti bam bini βόσκει μικρά πολλά παιδια. piccoli 90 Λ

91 uva Sono molti i suoi bambini πολλοί ο'ι παίδες oi έξ εκείνου. u m. Dove sono i bambini? noi τά παιδί a; Dove è andata mia moglie? not ή γυνή φρούδη 'στιν: i i». C hi può d irm i dove si trova mia moglie? u m. Non saprei dirlo I19S. Sta lavando e dando la pappa al bambino τίς αν φράσειε, πού σ τι ή γυνή; ούκ έχωφράσαι. λούει καί ψωμίζει τό παιδίυν. im. I bimbi sono stati lavati άπονενψμένα έστί τά παιδί α. U97. Lei mette i bim b i a letto κατακλίνει τά παιδία. im. l ora καιρός δε Avete giocato abbastanza a lungo ικανόν χρόνον έπαίζετε Giocano ai dadi. - Per che cosa? κυβεύουσιν - περί τού; Sii ubbidiente! κοσμίως εχε Non fare questo! μηδαμώς τούτ' έργάση. 120). Ecco vedi! ιδού- ΰεασαι Lo zio ha portato con sé graziosi regali i20$. Luigi batte le mani per la gioia ό άείος ήκει φέρων δώρα χαρίεντα. Λουίσιον* τώ χεϊρ' άνακροτει ύφ' ηδονής. >206. Non è possibile vedere mia moglie ή δε γυνή ού φαίνεται Porse cerchi me? μώνέμέ ζητείς; Vieni qui, tesoro mio δεύρο νυν. ώ χρυσίον. 59. Chiuso dei bambini Ciò è scorretto da parte tua ταύτ' ούκ όρόώς ποιείς. U lo. È scorretto che tu m i faccia ciò αδικείς γέ με τούτο ποιών. 91

92 u n. Se tu volessi farm i arrabbiare, li andrebbe male! ήν τι λυκής με, οΰ χαιρήσεις Restituiscimelo! άλλ' άχόδος αύχό Che altrim enti ti faccio vedere io (= io adotterò altre misure)! ή tem τούτοι ς δρώ, Vuoi un cazzotto nella mascella? τήν γνάθον βούλει Οένω; i2i$. Non la passerai liscia a dire d ò! ού μά Δία <τυ καταπροίξει τούτο λέγων Che intendi fare? τι μέλλεις δράν; Avrai da piangere molto κλαύσει μακρά. oh». Crcpa! διαρραγείης Ora prendi un ceffone! υύτοσί σοι κόνδυλος Alla malora ές κόρακας Picchialo! ιταΐε ποάε Aspetta, te la farò vedere io! οιμώξει μακρά. 122). Non avvicinatevi troppo! μή τφόσιτε Urrà! Ora Io abbiamo! άλαλοί, νύν έχεται μέσος. 122$. Non andatoia? [= Andatevene!] ούχί σούσάε: V oi non potete p iù trattarm i male ούδέν άν με φ λα όρον èri έργάσαισόε. $0. Educazione del fanciulli Cose questo strepito qui dentro? τίς ουτος ό ένδον θόρυβος: 172*. Non gridate! μή βοάτε. - μή βοάτε μηδαμώς. - μή κεκράγατε Davvero non ascolterete? ούκ άκουσεσόε ετεόν: 92

93 12)0. V i denuncio! i2)i. Che c è? 12)2. Che succede? D i che si tratta? 12)). C hi grida verso d i me? 12)4. Devo dirlo? i2)$. Dim m elo! 12)6. Carlo ci ha picchiato 12)?. È possibile? I2M. E qual era il motivo? 12)9. Perché? Così irascibile? È sempre questo il tuo modo d agire! Non sono responsabile d i ciò i24). Sì, con me ha fatto altrettanto V uoi metterlo in dubbio? i24$. Non fiatare! Bada d i non d irm i bugie! M eriti botte I24R. Fermati! Dove corri? Non adirarti, padre m io! i 2$o. C e da scoppiare! κατερω, κατερώ. ti irmv; ti tò πράγμα; τις ό βοών με: et πω; Kciifiitf μοι. Κάρολος πληγάς ημϊν ένέβαλλεν. ri φτ\ς. ή δ' aiti«τίςήν; tuv. ώς οξύθυμος; ούτος ό τρόπος πανταχού. ούκ εγώ τούτων at τιος. νή Δία. κάμε τοϋτ* έδρασε ταΰτόν. άρνεϊ: Μή τρύξτις. όπως έρείς μηδέν* ψεύδος, άξιος ri πληγάς λαβείν. έπίσχες. ούτος. ποί θεϊς: μηδέν αγανακτεί, ώ πάτερ. οΐμοι. διαρραγήσομαι. 93

94 G. Vita politica 61. Movimenti partitici i2»i, Eugenio e ritornato? 12)2. Già ieri l altro 12)». Terrà un pubblico discorso? 12)4. S'intende, stasera 12»). Su quale argomento? Sulla situazione politica generale i2»6. La voglio portare con me alla riunione 12$?. Grazie, ma conosco la strada 12)8. Badi d i essere presentee d i condurvi anche altri! i2»9. 1 progressisti I conservatori m i. I democratici Il parlamento 126). Il comitato I2M. Il deputato 126). Il candidato alle elezioni La maggioranza La minoranza Chi presiede la seduta? presidente ó Εύγενής έπιδεδήμηκεν: τρίτην ήδη ημέραν, ούκουν δημηγορήσει: ευ ίσο οτι εις εσπέραν. περί τού: περί απάντων πραγμάτων. όξω σε μετ' έμαυτοϋ εις τόν σύλλογον. καλώς- άλλ υίδα τήν οδόν. άλλ' όπως παρέσει καί αυτός καί άλλους οξείς. οι καινοτομούντες. οι συντηρητικοί*, οί δημοκρατικοί, ή βουλή, οί επίτροποι, ό βουλευτής. 6 ύπόψηφος. οί πλείονες. οί μείονες τίς επιστατεί; ό πρόεδρος. 94 A

95 1270. Chi ha ottenuto (meno) voti? È deputato chi ottiene più voti A. c stato eletto (o non vi è riuscito?) un. Purtroppo no [avesse voluto il ciclo!] τίν ι πλεισται (ελάχιστα») γεγόνασιν; βουλευτής έστιν, φ αν πλεισται γένωνται. πότερον A. ήρέόη; (ή άπέτυχεν:). είγάρώ φελεν! 62. Assemblea popolare ι»4. Signori! I27S. Illustri cittadini! 127«. V i saluto c v i ringrazio per la vostra sollecita venuta Spero di dimostrarvi oggi agevolmente che il governo è completamente fuori strada La politica coloniale non apporta alcun vantaggio Ora è necessaria l attenzione alla forza contributiva! 12*0. Non abbiamo bisogno di nuovi tributi! i2«i. Ciò ci porterà alla rovina 12*2. T u tto infatti avviene a spese del popolo! i;*». Qual è il vantaggio? i2*». Che profitto trarremo da ciò? ώ άνδρες (ώνδρες). ώνδρες δημόται. άσπάζομαι, 5 τι κρούύμως ήκετε. πάνυ ραδΐως οιμα» τήμερον άποδείξειν τούς άρχοντας άπαντα άμαρτάνοντας. τί πλέον έστίν έξω έποικεΐν; νϋν έργον εύτελείας. i ού δεόμεύα καινών δασμών. I καινών δασμών ού δεόμεύα. τουβ' ήμάςέκι τρίψει. άπαντα γάρ γίγνεται τέλεσι δήμου. ri κέρδος: τί κερδανουμεν: 95

96 ir ti In che cosa ciò può giovarci? irt* Questa politica non m i piace! i2». Q u i gatta ci cova! 12m. So lxme a che cosa si mira! i«s. Penso che c e una via d i mezzo irto. Bismarck vada alla malora! irti. Bravo! bravo! irti. Che fortuna avere un uomo politico così in gamba! i». Sciocchezze! irta. Siamo stufi di queste tirate! trt$. Con i suoi lunghi discorsi non otterrà il mio consenso irti. Z itto! irti. Resterò qui, fino a quando la faccenda non sia conclusa irte. C hi vuole prendere la parola? trt*. lo im o. C e ancora qualcuno che desidera parlare? i m i. (Certamente nessuno voterà contro im?. Voto contro i m i. Così e giusto imm. Fa'quello che pensi! imm. (Che cosa è stato deliberato oggi? πωςξυνυίσει τούτα; τούτο μ'ούκ άρέοκει. έστιν ένταύύά η κακόν, οίδα ιόν νουν. άλλ* είναι τίςμοι δοκει μέση τούτων οδός. Βισμαρκ ερρέτω. εύγε. εύγε. ώς αγαθόν τοιοϋτον έχειν βουλευτήν. ούδεν λέγεις. *ανυ μοι ήδη ταϋτ' ton χολή. πολλά λέξας ούδεν άν πλέον Xaßot. σΐγα. παραμένω, έως αν διαπραχόη. τίς άγορεύειν βούλεται; εγώ. εσύ* όσης έτερος βούλεται λέγειν; ούδείς άνηχειροτονήσειεν άν. έγώ τόναντία»ιτηφίζομαι καλώς γε ποιων, ποιεί, òn άν συι δοκή. ti βεβούλευται τήμερον;

97 i W6. Che cosa è stato deciso poi? uw. Ancora niente; cera parità di voti i mm. Nem ho ancora visto un'assemblea così assurda ri δήτ' έδοξεν: υύδέν πω ίσαι γάρ εγένοντο. toiourov σύλλογον ούπω ύκωπα (così A r, Lysistr altre volte έώρακα). H. Per il gioco dello Skat 63. Un gioco con idiotism i sten. Che ne direste di fare una partitine? βούλτσόε παιδιάν παίζωμεν i no. Perché no? isti. A cosa vogliamo giocare? m 2. Vogliamo giocare a Skat tm. Chi dà le carte? Dii. lo chiedo. i m i. Ghiande, foglie, cuori, campanelli in«. Vince ghiande d i ;. Mi serva foglie! ma. Io? DI9. Naturalmente (Lei!). dn. Cosa ci guadagno? i m i. Che sfortuna! υύδέν κωλύει. παιδιάν riva: (σκαηούμεόα). τις ό διαδώσων. έμόν τό έρωταν. τά βαλάντα, τά φυλλεία, τα έρυάρά, tà κρόταλα. κρατεί τά βαλάνια. άποδος φυλλεία. εγώ. σύμέντοι. τί κερδανώ; ώς δυστυχής είμι. D22. Niente paura! μή δέδιάι. uri. Attenzione a non perdere il fante di cuori! εύλαβού. μή έκφύγη σε τιών έρυοριών ό κράτιστος. 97

98 is m. Ora tocca a Lei vedere come possiamo vincere! \yn. Adesso è il momento decisivo! uk. Ora lo teniamo! i)27. Picchialo, Lucas! i)2i Lei la pagherà per aver mangiato l'asso di cuori 1)2«. Maledizione! C 'è da strapparsi i capelli d m. Lo so come fa Lei i))i. Fiuto fino! D«. Ti meravigli? im. In ciò sono maestro im Lei bara! ms. Non sci stato attento all'imbroglio i))*. Veramente? i))7. Scusi! d m. Cameriere accenda la luce! d m. Come Le viene in mente di giocare il dicci? im o. Il fante mi costringe a fare ciò mi. Maledizione! Che cosa devo fare? oòv έργον φροντίζειν. όπως κρατήσομεν νυν ό καιρός. νΰν έχεται μέσος. naie, ιιαιε ιόν πανούργον. ού τοι μά Δία χαιρήσεις. ότι ή τούτ' έδρασας. οίμοι. διαρραγήσομαι. τούς τρόπους σου έπίστημαι. εύ γε ξυνέβαλες. έόαύμασας. τούτη κράτιστός είμι. αδικείς. τό πραττόμενόν σε λέληόεν. τί λέγεις; σύγγνωάί μοι. απτέ. ποά. λύχνον. τί δή μαόών τούτο ποιείς: ή ανάγκη με πιέζει. οιμοι, τί δρόσο. D42. Mi dia un buon consiglio! χρηστόν τι συμβούλευσον. i)4). Lui vuole vincere d m. Non si affatichi inutilmente! ms. Santo cielo! im *. Ahi! Ahi! Orasi mette male per noi (due) έοέλει ουτος κρατησαι. λίόον έψεις. Άπολλον άποτρύχαιε. έ è. χαρά νφν στενάζειν. 98

99 IM7, È proprio quello che scoglio tour αύτό γάρ και βούλομαι. ivo. Conia ancora una volta! λόγισαι (per es. Ar., Vesp. 656). im o. Abbiamo sbagliato tutto! άπολωλαμεν ημείς. ina Prego, paghi! àxótioov δήτα im. 1 mici soldi sono andati al vento φρούδα ra χρήματα m 2. Per me va proprio male φαύλόν έσπ τό έμόν πράγμα o». Facciamo degli affari cattivi άολίως πεκράγαμεν. ith. Grand 64. G rand tò καμμέγιστον. D55. A. Chi dà le carte? τις ό διαδώσων. osa B. Tu stesso int. C. Sempre chi chiede usa. B. Ora dammi, per una volta, carte dcccnri, per tutta la serata non ho avuto gioco! αυτός σύ. ό αεί έρωτιύν. δός π δήτ' έμοί ούδεν γάρ κώποτ' έλαβον έγωγε τήδε τή έσχέρα. 1)5«. C. Io chiedo. Solamente foglie έμόν τό έρωταν τά φυλλεία αυτά καδ αυτά nt* B. Le ho io! mi. C. Zero punti? D Anche questa im. C. Passo um. A. Anch'io im. B. Grand D44. B. Gioco da solo. Qui. fuori il fante! έχω έγωγε. τό μηδέν; καί τούτο γε. παραχωρώ έγωγε. κάγώ. τό παμμέγιστον. έμόν τό έξάρχειν. ιδού, άπόδοτε δή τούς κρατίστους. 99

100 m;. C. Si. non posso farcela! où δυνατός εγώ μα Δία υχέρ τούτον. i m i A. To! τίφός. i h». B. Urrà! Il «vecchio» si trova da parte nello Skat. Ecco. im C. Corpo di Bacco! i)7i. Λ. Corpo di mille bombe...!»72. C. Hi! Cì si è messo il diavolo! i)7>. A. Santo cielo! Ma non hai proprio nulla? D74. C. Questa è nostra! Dentro chi può! D7). B. Fermati! Non si parla durante il gioco! βαβαιάξ. άχόκειται ό καγκράτιστος. ιδού. ες κόρακας. Άχυλλον άχοτρόχαιε. οιμοι κακοδαίμων. ώ Ζεύ βασιλεύ ούκ dp' έχεις ούδέν; άλλα τούτο γε γίγνετα» ifciiv. νύν δ'ό καιρός πα δούναι. μή δήτα, - ού γάρ εστι λαλεΐν τώ χαίζοντι. tm. C. Anche questa c nostra! ιδού και τούτο ήμ.1 ν. i)77. Santo Dio allora abbiamo più di trenta punti! D7S. A. Oh! Ne avremo molti di più D7S. B. Nessun punto! Il resto c mio! im o. A. c C. Oh oh! No, proprio per niente mi. A. Ma come hai potuto giocare anche i colori? Noi dovevamo vincere alla grande! τό μέσον κολιός τετμήκαμεν. εξομεν Ιτι χολλίι) κλέον. ώ τάν. ούκ άλλ' ούδέ έν. έμά γάρ tà λοιχά. ούδεν λέγεις. - μά tòv Δί ' ού τοίνυν. *ως άρ* ούν εχί ταύτα ήλύες έμέλλομεν γάρ τοι σψοδρώς ύχερεχειν. iw. Sto qui con tutte le foglie έγώ δε κάόημαι υύτω χάντα τά φυλλεια έχων 100

101 im». C. Veramente? Perche non hai vinto? Ho giocato bene, sci tu responsabile! IM4. B. Questo era il Grand a quattro! Sessanta. Chi dà le carte? άληόες. τί δή παθών ούχ υπερέβαλες σύ; eu γσρ έχοίησα έγβογε.-σύδέ τούτου αίτιος. καμμεγιστυν to tit ήν μετά τεττάρων. εξήκοντα, τίς Ò διαδώσων: J. Proverbi i m». Uomo, non adirarti! in*. La parola di un solo uomo non è una testimonianza IM7. Questo significa portare nottole ad Atene i m *. La prudenza è la maggior difesa μη σεαυτόν êoötf. ώ >aóé. χριν òv άμφοιν μύθον άκούσης. ούκ άν δικάσαις τίςγλαυκ' Άθήναξε ήγσγεν; ή (γάρ) εύλάβηα πάντα σψζει. in». Una rondine non fa primavera μία χελιδών cap οΰ λ om. ine. Non t immischiare nei fatti nostri! i m i. Un autentico misantropo (Timone) i w. Corinto, figlio di Zeus im. llic Rhodus, bic salta! imi. Un uomo spregevole! iw. Il bene è raro im. Ogni simile ama il suo simile iw. Non andiamo né a vela né a remi μή τόνέμόν ottert οίκον. ΤΙμων καθαρός. ό Διός Κόρινθος. ιδού ή Ρόδος, ιδού και τό πήδημα. Μυσών έσχατος. ολίγον τό χρηστόν εστιν. ήλιξήλικα trpxrt. ούτε θεομεν ούτ' ελαύνομεν. 101

102 m. L'argento tondo compra lutto il mondo [= alla ricchezza tutto obbedisce] m. Donec eris felix, multos numerabis amiats mo Non essere temerario nel pericolo! άχαντα (γάρ) τφ χλουτειν ύχήκοα. ζ ( χύτρα, ζή φιλία. μή έχιχειρήοης λέοντα ξυρην Errando s impara! χαοων Sc te νήχιος εγνω", oppure: χαόήματα μαδήματα Tempi passati! χάλαι Kot' ήσαν όλκιμοι Μιλήοιοι. 4o>- Ubi bene, ibi patria. 4M. Non è uno stinco di santo neanche lui χατρις γάρ έστι πόσ,ΐν άν χράττη πςεύ. έστι τού χονηρου κόμματος. 40). Parturiunt montes etc. ώδινεν όρος, ri τα μύν άχέτεκεν Fatica sprecata λίόον έψεις Aggravare il male χλέον όάτερον κοιειν Affrettati con lentezza σχευδε βραδέως <motto dell imperatore Augusto) Chi si contenta gode! κλέον ήμισυ κοντός. Continuità ed innovazione nel passaggio dal greco antico al neogreco (i rwotogioml sono contraaoognatj da un aotodoco) Mio. La camera dei deputati un. Il deputato uà. L'esercito ui). 11 sindaco ή βουλή. ό βουλευτής. ό στρατός ό δήμαρχος. 102

103 1414. L'ufficio li tribunale ui«. Il partito Conservatore Mia. Liberale 141*. Il candidato Mia. Il ministro Il ministro ileali Esteri degli Interni M2). delle Finanze 1424 della Giustizia della Guerra del Culto dell Educazione pubblica I42K. Il presidente del distretto m2* II presidente u m. Il governo un. Il partito di governo 14)2. Il giornale μ». II «Times» I4M. La questione orientale u». Il piroscafo mm. Il veliero 14)7. La stazione i4». Il treno τό γραφείο*, tò δικαστήριον. tò κόμμα*, συντηρητικός, φιλελεύθερος, όύπόφηφος ό υπουργός. τό υπουργείο* των εξωτερικών. των εσωτερικών. τών οικονομικών. τής δικαιοσύνης τών στρατιωτικών. των εκκλησιαστικών. τής δημοσίας έκπαιδεύσεως ό έπαρχος, ό πρόεδρος ή κυβέρνησις τό κυβερνητικόν κόμμα*, ή έφημερίς οί Καιροί. τό ζήτημα tò ανατολικόν. τό ατμόπλοιο*, τό ιστιοφόρο*, ό σταθμός ή αμαξοστοιχία*. 103

104 m m. La ferrovia ι-wo. L'albergo, hotel L'autobus iw. L orario ferroviario ό σιδηρόδρομος*, rò ξενοδοχείο, τό λεωφορείο*, tò δρομολόγιο*. 144). Il farmacista Il lavoratore ms. Lo sciopero «44«.. 11 barbiere 144?. L architetto 144. Il postino 1449, Il legatore di libri mìo. Il tipografo usi. Il libraio 145?. 11 vetturino M5$. L'arrigiano «45«. L ingegnere Il giornalista Il commerciante ms?. II maestro «45$. L ufficiale Il fotografo «4*0 II professore II redattore ό φαρμακοπώλης ό εργάτης, ή απεργία*, ό κούρε ύς ό άρχιτέκτων. ό γραμματοφόρος, ό βιβλιοδέτης*, ό τυπογράφος*, ό βιβλιοπώλης, ό αμαξηλάτης*, ό τεχνίτης, ό μηχανικός*, ό έφημεριδσγράφος*. ό παντοπώλης ό διδάσκαλος ό αξιωματικός ό φωτογράφος*, ό καθηγητής, ό συντάκτης*. 104

105 1462. Il giudice H6). Il compositore [tip.] Il pulitore 146). Lo studente Il tabaccaio L orologiaio 466. La farmacia Il caffè La vettura pubblica Il cimitero >4?2. Il club 147). La sala di lettura Il concerto 147). Il palazzo >476. La casa padronale i4 rr. II marciapiede Min. La posta Il francobollo 14W. La cartolina postale La passeggiata N municipio 148), La strada Nim li sobborgo 148). L'università 486. La cassetta postale 1*87. La carta assorbente ό δικαστικό στοιχειοθέτης*. ό καόαριστής*. ό φοιτητής, ό καπνοπώλης*. ό ώρολογοποιός*. τό φαρμακοπωλειο*. τό καφενείο* η άμαξα, τό κοιμητήριο), ή λέσχη. τό αναγνωστήριο)', ή συμφωνία, τά ανάκτορα*, ήεπαυλις. τό πεζοδρόμιο*, τό ταχυδρομείο*, τό γραμματόσημο*, τό επιστολικό δελτάριο*, ό περίπατος, τό δημαρχείο*, ή όδός. τό προάστειον. τό πανεπιστήμιο*, τό γραμματοκιβώτιο*, το στυπόχαργσ*. 105

106 1458. li telegramma Telegraficamente , inchiostro Il calamaio La busta 149). La spazzola La botte 149j. La finestra campanello Suonare il campanello Legno, carbone Il mobilio uwx La stufa mi. Il pianoforte i$02. La veranda no}. La camera da letto L'armadio ms. Il guardaroba 1)06. Lo scrittoio no;, Lo zolfanello Doe. li sapone I! sofà d i o. La scala isti. I,a tenda La vasca del lavandino io τηλεγράφημα*, τηλεγραφικές*. tò μέλαν. τό μελανοδοχείον. τό περικάλυμμα. ή ψήκτρα, ό κάδος, τό παραθύριον. τό κωδωνιον. κωδωνίζει V*. ξύλα, άνθρακες, τά έπιπλα, ή εστία τό κλειδοκύμβαλον*. ή αίθουσα ό κοιτών, ή σκευοθήκη, ή ιματιοθήκη, τα γραφείο*, τα θειαφοκέρια*. ό σήπων (anche σάκων)*. τό άνάκλιντρον, ή κλίμαξ. τό άνάβαθρον. τό παραπέτασμα, ή λεκάνη, ή κόγχη. 106

107 nu. 11 lavandino (prop, catinella, lavabo] όνιπτήρ La camera rò δωμάτιον. dm. La chiavetta to κλειδί ov Lo stu2 2 tcadenti ή όδοντογλυφίς*. d i?. L'automobile dis. L'aereo τύ αυτοκίνητο*. tò αεροπλάνο*. 151». li computer ó ηλεκτρονικός υπολογιστής*. I giorni della settimana si chiamano nel neogreco: 1)20. Domenica (ή) κυριακή Lunedì ή δεύτερα Martedì ή τρίτη. 152). Mercoledì ή τέταρτη. 1)24. Giovedì ή πέμπτη Venerdì (ή) παρασκευή (giorno dei preparativi). 1)26. Sabato (το) σάββατον. 1)27. L imperatore ό αύτοκράτωρ. 1)28. Germania Γερμανία Tedeschi οί Γερμανοί. όχι. Austria Αυστρία*. i d i. Ungheria Ουγγαρία*. i))2. Inghilterra 'Αγγλία*, 5)). Gli Inglesi οι "Αγγλοι. 107

108 is m. Russia i j ) s. I Russi i s m. Francia us?. 1 Francesi uw, Danimarca uw. Italia im o. Spagna i$4i. Turchia IS42. Berlino IS4J. Vienna»S44. Pietroburgo IMS. Parigi i$46. Londra «λ Il congresso isw. Il principe Bismarck iw. La gioventù tedesca vivat, floreat, crescat! 'Ρωσία*, οι 'Ρώσοι*. Γαλλία, οι Γάλλοι. Δανία*. Ιταλία. Ισπανία. Τουρκία*. Βερολίνο*. Βιέννη*. Πετρούπολις*. Παρίσι*. Λονδίνο*, tò συνέδριου, ό πρίγκιπας* Βίσμαρκ. οι νέοι τής Γερμανίας ζήτωσαν καί χαιρέτωσαν καί έρρωσβωσαν. Detti esemplari e citazioni isso. Le nove muse Κλειώ τ Ευτέρπη τε θάλεια τε Μελπομένη τε Τερψιχόρη τ Ερατώ τε Πολύμνια τ Ούρανίη τε Καλλιόπη 0* ή δε προφερεστάτη έστίν άπασέων Parola mnemonica latina: TUM PECCET (Hesiod.. Theog. 77-9) 108

109 mi. Le tre G raie Άγλαιη τε και Ευφροσύνη Θαλίη τ ερατεινή (Hesiod., Theog. 909) Le tre Parche Κλωθώ τε Λάχεσις τε κοά Άτροπος. α'ί τε διδούσι θνητοίς άνθρώποισιν εχειν αγαθόν τε κακόν τε (Hesiod., Theog ) Le tre Gorgoni Σϋεννώ τ Εύρυάλη τε Μέδουσα τε λυγρά παρούσα (Hesiod., Theog. 276) Scipione a Numanzia a proposito di Gracco ώς άπόλοιτο και άλλος, οτις τοιαύτά γε ρέζοι Motto di Cicerone αιέν άριστεύειν και ύκείροχον έμμεναι άλλων Motto di Nestore ίτς οιωνό; άριστος. άμύνεσθαι περί πάτρης. (Horn., Od. 147) (Hom., II. VI 208) (Hom., II. X II24» 1557, Motto di Alessandro il Grande άμφότερον βασιλεύς τ' αγαθός κρατερός τ αιχμητής. (Hom Ill 179) I55S. Scipione sulle rovine di Cartagine έσσεται ήμαρ. ότ άν not' όλώλη Ίλιος'ιρή και Πρίαμος και λαός έυμμελίω Πριάμοιο. (Hom., ƒ/. VI ) Futuro di Napoleone: si trova già scritto nel suo nome che si può scomporre in (alcune] forme lessicali omeriche ν αι π ο λ! ε ω ν Ναπολέων άπολεων πόλεων όλέων λέων έών ών = Napoleone, distruttore di intere città, che c un leone tra i suoi. 109

110 im o. I selle sapienti: 'Επτά σοφών. Κλεόβουλε, σέ μεν τεκνώσατο Λίνδος φατί δε Ιισοφία χόών Περίανδρον εχειν Πιττακόν ά Μ ιτυλάνα- Βίαντα δε δία Πριήνη Μ ίλητος δε θαλήν. άκρον έρεισμα Δίκας ά Σπάρτα Χίλωνα Σάλωνα δε Κεκροπίς αια. πάντας άριζάλου σωφροσυνας φύλακας. { A n th. P a i V II 81) im i. Proverbi dei sene sapienti (secondo Diogene Laerzio): Talctc: γνωόι σαυτόν (Conosci le stesso!) Solone: μηδέν άγαν (N ulla d i troppo!) Chilone: έγγύα, πάρα δ' άτα (Se dai una garanzia, il danno è vicino. Quando si tratta di soldi non si guarda in faccia a nessuno) Pittaco: καιρόν γνώόι (Conosci ('opportunità) Biante: oi πλείστοι κακοί (La maggior parte degli uomini c malvagia) Cleobulo: μέτρον άριστον (O ttim a è la misura) Periandro: μελέτη τό παν (L'esercizio è tutto). im * Su antiche acquasantiere: In Francia e in Inghilterra (forse anche in Germania?) compare l anagramma greco: ΝΙΨΟΝΑΝΟΜΗΜΑΜΗΜΟΝΛΝΟΨΙΝ (= viyo v ανόμημα μή μόνον όψιν) «Lava il peccato, non solo il volto». L origine dell anagramma è da ricercare in Bisanzio, dove era possibile vedere questa significativa iscrizione incisa su una grande acquasantiera posta nel vestibolo di S. Sofia (cf. Zeitschrift für christliche Arch, und Kunst I ). im ). La maledizione del denaro οΰδέν γάρ άνόρώποισιν οΐον άργυρος κακόν νόμισμ' έ βλαστέ. τούτο και πόλεις πορθεί, τόδ' άνδρας έξανίστησιν δόμωντόδ' έκδιδάσκει καί παραλλάσσει φρένας χρηστός προς αισχρά πράγμαό'ιστασόαι βροτώνπανουργίας δ εδειξεν άνόρώποις εχειν καί παντός έργου δυσσέβειαν είδέναι. (Soph., A ntig ) 110

111 » «. Il (supposto) oracolo delfico su Socrate Σοφός Σοφοκλής, σοφοπερος 6' Ευριπίδης. Ανδρών Se πάντων Σωκράτης οοφώτατος. (Schol. Aristoph., N u b. 144) ι»45. Le parole d i Archimede 1. Εύρηκα 2. δός μοι πού στώ καί τάν γάν κινασω (per lo p iù citato così) ). n o li is tu d disturbare! ism. L'im peratore Augusto sul letto d i morte εί δέ παν έχει καλώς, τφ παιγνίψ Δότε κρότον καί πάντες υμείς μετά χαράς κτυπήσατε. (Suet., A u g 99) i m ;. U madre spartana a suo figlio Τέκνον. ή τάν ή òri τάς. (Plut.. imcaenarum apophth. 241 F) IMS. Via le preoccupazioni! τό σήμερον μέλει μοι τό δ' αύριον τίς οι δεν; [ Α η ώ. P al. X I 47 = A n a c re o n tic a 8 W.) 1)6«. La divisione greca del giorno Sei ore per il lavoro e quattro ore per il piacere d i vivere: έξώραι μόχθοι; ίκανώταται αί δέμετ'αύτάς γράμμασι δεικνύμεναι ζήόι λεγουσι βροτοϊς. 1-6: α'. β'. Υ. δ', ε'. c ' 7-10: ζ'. η'. 0'. ΐ ' (antico proverbio). L 111

112 NOTE DELL EDIZIONE ITALIANA Conversazione 6. Cf. Ar.. Nub. 1145; cf. Plat.. Conv. 213 B.». Cf. A r /ld>.873. I). Cf. Plat., h p. I ll 315 A, dove, nello stile epistolare, si dice: Πλατών Λιονυσίφχαίρον όιαοτείλας. 17. Cf. Ar., Ran. 302 πάντ' αγαθά πεχράγαμεν. 28. Ar.. Αν ϊ ι. Cf. Plat., Conv 204 Β θαυμαστόν ούδέν επαόες. 52. Αγ.. Nub A r, l.ys. 707; cf. Plat., Ale. II 138 A φαίνει... έσκτυιίρωχακτναι 40. Cf. in accezione metaforica Plat.. PbaeJ. 79 C ίλιγγιά ώσπερ με- Ούυυίτα (ή ψυχή). In senso proprio cf. Ar., Acarn. 581 e H. Per ναυτίας, cf. Ar., Tbesm St. Cf. Ar., Ran. 481 άλλ' ώραιαω. $2. Cf. Ar.. Eed Già in età arcaica i Greci si salutavano dandosi la mano destra come chiaramente attestato in Omero (//. X 541-2: το» 6c χαρέντες/ δεξιή ήσπάζοντο fneooi τε μειλιχίοισι. «c quelli, felici, presero loro le destre con parole di miele»). Filocleone. nelle Vespe di Aristofane (w ). parlando del potere dei giudici, ricorda la folla dei questuanti, che, attendendolo presso i cancelli del tribunale, lo salutano tendendogli la destra: εύΰυς προσιόντ» εμβάλλει μοι τήν χεϊρα. 63. Per questo imperativo, con valore di «addio» in epitafì cf. G. K aibi l., Epigrammata Gratea ex lapidibus contecta, Berlin 1878, nr μ. Eur., Ale 463 $. Per la fortuna della formula dcu'cpitaoo anche in ambito epigrafico latino cf. Tosi nr. 610, p A r Nub A r, Tbesm In attico il congiuntivo deliberativo indipendente è introdotto anche dalle forme βούλη ( λει), βούλεσόε etc. Cf. Eurip., tìec 1042 βούλει σκοπο) μεν; Soph.. Phil. 761 βοΰλεσύ' έπεισχέσωμεν; 89. At., Eed Ar., Ran. 508.»5. Ar., Lys. 1291; per άλαλαλαί. con lo stesso significato, «alala!», «evviva!» cf. Ar., Av io». Cf. Plat.. Charm. 159Αεπειδήπερέλληνίζεινέπ»στασαι Per ηή τί δη: si veda Ar., Vesp Cf., ex. gr.. Av

113 145. La formula onomastica dei cittadino ateniese poteva prevedere sino a ite elementi: il nome personale, o nome proprio, il patronimico la nome del padre) e il demotico (o nome del demo): ad esempio, Δημοσθένης Δημοσθενους ΓΙαιανιεϋς (Dem. X V III 181) (= Demostene, figlio di Demostene, del demo di Peania) ma cf. Περικλής τού ΞανΟίππου in Thuc. I «Dal 405/2 av. in poi, cioè dal ritorno in Atene della democrazia dopo la guerra del Peloponneso e le gesta di Trasibulo. l'indicazione del demotico fu. anzi, obbligatoria»: M. G uakdccu, L'epigrafia greca dalle origini al tardo impero, Roma 1987, pp. 112* Cf. Ar.. Ran La doppia negazione οϋ μή può essere seguita dall'indicativo futuro o dal congiuntivo (specialmente aoristo). Il μή indica che il parlante ha un timore, ού contesta l'esistenza di tale timore. Il significato d i un'espressione quale ού μή γενήσεται (γενηται) τούτο c. dunque, «non c è da temere (οϋ) che (μή) ciò accada», vale a dire, «ciò non accadrà sicuramente». Nell'evoluzione della lingua greca la nozione di timore espressa dal μή passò sempre più in secondo piano, al punto che lo stilema potè essere impiegato per esprimere la forma categorica dell'affennazione negativa riferita al futuro c la doppia negazione οϋ μή fu sentita semplicemente come negazione rafforzata (cf. lat, neutiifuam), com è evidente, per cs.. in Thuc. IV και ήν νικήσωμτν. ού μή ποτέ ύμιν Πελοποννήσιοι ές τήν χώραν άνευ τής τώνδε ίππου έσβάλωσιν. «e se vinceremo, non vedrete certo i Peloponnesiaci, senza la cavalleria di costoro (se. i Beoti), invadere il nostro paese» c in Herodot. V II 53 τιύν ήν κρατήσωμεν. ού μή τις ήμϊν άλλος στρατός άντιστή. «se li sconfiggeremo, nessun altro esercito potrà opporsi a noi». Lo stesso costrutto può esprimere anche il divieto. Occorre tuttavia sottolineare che ού μή col congiuntivo va interpretato come l unione di un congiuntivo proibitivo, preceduto dalla negazione ού con valore autonomo. In tal senso c interessante rilevare, con Io Schwyzcr (cf. E. Sc h w zer. Griechische Grammatik, Band II. München 19754, p. 317 nr. 8) che nei migliori manoscritti le due negazioni appaiono separate. L unione delle due negazioni col futuro, per esprimere il divieto, va interpretata, invece, come imperativo negati (dove ού denota il comando e μή il divieto). Quando poi l'ordine viene dato con tono particolarmente aspro e pungente, talvolta d i minaccia, la frase introdotta da ού μή può assumere forma interrogativa cf. Ar., N uh. 505 ού μή λαλήσεις: «Non farai chiacchiere inutili, vero?», che equivale a «smettila di fare chiacchiere». Sezione 10 (nrr ) «Sotto l'influenza babilonese, i Greci calcolarono la giornata in 12 frazioni di due ore l'una, ma questa misurazione oraria non fu praticata normalmente sino a quando, con l'età ellenistica, si raggiunsero mezzi più esatti 113

114 per ii calcolo dei tempo. Nella pratica corrente dell'età classica le (razioni del giorno avevano una lunghezza variabile e denominazioni approssimative come «il canto del gallo», «l'ora del mercato», «mezzo giorno», «l ora da accendete le luci» c «primo sonno». Il calcolo della giornata greca era fatto da tramonto a tramonto. I Greci non usavano raggnippare i giorni in settimana. almeno fino al III secolo, quando si diffusero le conoscenze astrologi che per le quali ebbe origine l'aggruppamento dei giorni a sette per sette»: M.A. L e v i, L a Grecia antica, Torino 1976, p termini greci corrispondenti sono όρλρος «il fare del giamo», πρωί «il mattino presto», κρός άλπαρορωνίαν «al canto del gallo», πληύούσης άγυρας. «l ora del mercato pieno» μεσημβρία «il mezzogiorno», δειλή «il pomeriggio» (rispettivamente δειλή xpwiu «primo pomeriggio» e δειλή ò yia «tardo pomeriggio»). Seguiva εσπέρα, «la sera», mentre la νύξ cominciava con l'accensione delle luci (περί λύχνων άφάς. περί πρώτην νύκτα, νυκτος άρχομένης). La notte avanzata è detta περί πρώτον ύπνον «nel primo sonno» (cf. Thuc. II 2, I; Ar., Vesp. 31). quella fonda μεσαι νύκτες ο μεσούσης νυκτός 182. Ar., Eed Cf. Plat., C ratyi. 433 A Ar., Nub. 75. Ecci t099. IW. Ar., Ecci 796 (= ϊνης) Cf. 6Γ ένατου έτους «ogni nove anni* di Plat.. Leg. 624 B. 20J. Plat., R ap 359 E Plat., Conv. 203 C; Xcn., Cyr. I In Consti!. Apostol. V 13, 1» γενέθλια sono la Natività di Cristo kv.,av Per εξέχει εΐλη cf. Ar.. Vesp. 771 s Ar.. Av Ζεύς συννέρει (uso personale). Per l uso impersonale cf. Aristot., Rbet 1393 a 6: Ar. fr H>. Cf. Ar., Nt/b. 580 ρακάζομεν (uso personale) «spruzzoliamo» riferito alle Νεφέλαι («Nubi»). 24J. Ar.. Av Cf. Ar., Α ν town λαβών μου τό σκιάδειον ύκερεχε Cf. Ar., Vesp 248 τόν πηλόν, ώπάτερ πάτερ. τουτον'ι ψύλαξαι. Per il iota di τούτο vi si ossem che esso si trova legato inseparabilmente ai pronomi dimostrativi e ad alcuni avverbi, sempre con forte valore dimostrativo: è tipico della lingua parlata e perciò non si trova nei tragici né negli storici (ad eccezione di Senofonte), mentre è molto diffuso nella commedia Gastetn negli Alti Tauri; Kissingen in Baviera In attico 12 Novembre si direbbe: τή δωδέκατη εν μηνί Μ αιμακτηpicikn oppure τη δευτέρςι (ήμερα) επί δέκα τοϋ Μ α ιμακτηρ ιώ νο; oppure τή δεντερα Μ α ιμακτηρ ιώ νο; μεσουντος. Per qualche esempio circa l espressione 114

115 in greco della data secondo il calendario romano cf. Plut., Rom. 23, 7 είδοίς Άχριλίαις («alle Idi di Aprile»), Dionigi di Alicamasso VrI 89,2 ήμέρμ τετάρτη ttpótepov ειδών Δεκέμβριο»1<= il 10 dicembre).! mesi del calendario attico sono i seguenti: 1. Έκατομβαιών (Ecatombeone) 2. Μεταγειτνιών (Metagitnionc) 3. Βοηδρομιών (Boedromione) 4. Πυανεψιών (Pianepsione) 5. Μαιμακτηριών (Memacterione) 6. Ποσειδεών (Posidconc) 7. Γαμήλιων (Gamelione) 8. ΆνΟεστηριών (Antcstcrione) 9. 'Ελαφηβολιών (Elafcbolione) 10. Μουνιχιών (Munichione) 11. Θαργηλκάν (Targelione) 12. Σκιροφοριών (Sciroforione) giugno-luglio luglio-agosto agosto-settembre settembre-ottobre ut t obre- novem b re novembre-dicembre dicembre-gennaio gennaio-febbraio febbraio-marzo marzo-aprile aprile-maggio maggio-giugno II mese attico era distinto in tre decadi: 1) μήν ίστάμενυς (mese iniziarne) (anche άρχόμενος ο εισιών) 2) μήν μεοών (mese di mezzo) 3) μήν φοίνων ο άχιών tmese decrescente o uscente). Il primo giorno era chiamato νουμηνία (novilunio), l'ultim o ενη καί νέα (se. ήμέρα) (il vecchio c il nuovo giorno). I giorni delle prime due decadi erano numerati in ordine progressivo, quelli della terza decade in ordine decrescente fino all'anno Dopo questa data anche i giorni della terza decade (escluso il 21) furono contati in ordine progressivo. La denominazione greca dei mesi secondo il calendario romano e la seguente: 1. Ιανουάριος (Plut.. Num. 18,5) 2. Φεβρουάριος (Plut., Rom. 21.4) 3. Μάρτιος (Plut., j\'«w. 19,2) 4. Άπρίλ(λ)ιος (Plut., Row. 23,7) 5. Μάιος (Plut., Hum. 19,5) 6. Ιούνιος (Plut., Quaest. Roman. 284 F) 7. Ιούλιος (Plut., Quaesi. Roman E; App., Beli. civ. II 8. Αύγουστος 9. Σεπτέμβριος 10. 'Οκτώβριος 11. Νοέμβριος 12. Δεκέμβριος ) (Plut., Num etc.) (Plut., Pubi. 14,6: Cass. Dio VI 49,2) (Plut., Row. 25.6: Cass. Dio L X 34, 3; L X V II 4.4) (Plut., Marc. 3,7; Cass. D io L V I I 18.2) (Plut.. Quaest. Roman. 268A: 287B). 115

116 25*. Ar., P ax M. S a l. όδός. 28&. Cf. Ar., W ip ώς όσης βν ύμ<ύν / ύστερος fxoq του σημείου, dove il σημπον è il segnale delle assemblee (cf. Ar., T besm. 278). *07. Cf. Α γ.,ε?. 147.»H. Ar., P I 440. *>2. Cf. Ar.. V esp. 158.»>. Il termine εκχωμα indica il «calice», la «coppa» per bere. A ltri vocaboli per «bicchiere» sono tò χοτήριον. tò κύχελλον. ό κώοων, ό κύαόος. *)5. «Ai popoli, come gli Elleni, di civiltà diversa da quella egizia, sembrava che il contentarsi di una bevanda così poco alcoolica fosse indizio di quella mollezza che è rimproverata tante volte agli giziani. Nelle Supplici di fischilo l araldo dice ai figli d Egitto (v. 955): «negli abitanti di questa terra (la Grecia) troverete degli uomini sul serio e non gente che beve vino fatto con l'orzo!». Le notizie che abbiamo sulla fabbricazione della birra nel mondo ellenistico (ζΰβος, ζΰτος. ζύτον) ci derivano, oltre che dal frammento di Zosimo, da alcuni conti, conservati in papiri, di proprietari di birrerie, nei quali sono menzionati i diversi stadi per cui passava la fabbricazione della bevanda»; U.E. Paoli, Birra, in Enciclopedia Italiana. VII. Roma p. 82, >44. a. Ar.. V esp *n. Cf. Ar., P lut. 821 èpe 6' έξέχεμφεν ό καχνός: qui è il fumo di un sacrifìcio (di un maiale, un capro e un montone) fatto in casa da Cremilo che costringe a uscire il servo Cartone, perche gli morde le palpebre (έδακνε γάρ τά βλέφαρα: v. 822). >W. Cf. Ar., V esp, 656. Si veda pure nel testo il nr *4». Ar., P lut M4. Cf, Ar., Eccl L'espressione completa in Ar., A ch. 1007: φέρε τούς οβελίσκους, w άν meri ρω τάς κίχλας Ar., Aram *. Ar., Vesp *. Ar., Vesp Per χορδή «salsiccia» cf. Ar., A c h N ub R an. 339 (qui si ha anche gioco di parola, grazie al significato fondamentale del termine che vale innanzitutto «budello». Έτνος è il «passato di legumi» o «purè»: Ar., A cb Plat.. H ip M a 290 D. 42). A r., E cd *>. Per questo giro di frase cf. Ar., Plut. 255 ό καιρός ούχί μέλλειν. e cf. pure Ar., T b esm Il termine ßotftpov indica lo scanno, lo sgabello su cui siedono, ad cs., gli ascoltatori d i Ippia di Elide (Plat., P rot

117 +47. Ar., V esp. 161, Α ν. 61, P lat. 359, 854: l espressione 'Λπολλον duroτρόχαιε vale propriamente: «O ApoUo protettore»». 4M. Cf.. supra, nota a nr «Le ore (ώρα». b o ra t, nel senso moderno solo a partire da Aristotele [...]) si contavano nell'antichità: 1) con la meridiana, ώρολόγιον o -eiov. solarium, consistente in un indice ο γνώμων che proiettava la sua ombra (e perciò lo strumento è talora chiamato σκιοάήρας ( osservatore dell ombra ]) su una superficie convessa ο σκάφη (anche χόλος ( polo ) in quanto in ceno senso modello del cielo), ovvero, meno comunemente piana. 11 suo inventore era Anassimandro (...]. 2) Mediante l'orologio ad acqua, κλεψύδρα, clepsydra, ύδροσκοχείον [...): D izionario d i A n tic h ità classiche d i O x fo rd a c. di N.G.L. H a m n k x n d lì.h. S c u i l a k d, ed. it. a c. di M. C a r p i t t j x a 1 1, Koma s.v. «Orologi», p G li scolari «per gli esercizi di scrittura si servivano di tavolette spalmate di cera (δέλτοι. πίνακες), su cui incidevano con uno stilo (γραφίς. γραφουν), d'avorio o di metallo, appuntito da una parte c piatto dall altra, per potere anche cancellare (Plat.. Protag. 326 d; C harm. 159 c); naturalmente cerano pure tavolette a più piani o fogli (πολύπτυχοι δέλτοι. Luc.. A m o r. 44), indispensabili quando i brani da copiare o da scrìvere erano più lunghi. Soltanto nel secolo IV a.c. si cominciarono ad usare nelle scuole fogli di papiro (βύβλος), su cui gli scolari scrivevano servendosi del κάλαμος, una canna appuntita che intingevano nell'inchiostro (το μέλαν), ottenuto con materia colorante c conservato nell'apposito calamaio (μελανδόχον; Plat. Phacdr. 276 c, Demosth., Pro coron. 258»; A. Rovr.Ri, in lin à clo p ed ia Classica HI. Torino p Nel caso di ώς adoperato con l'avverbio όαυμασίως (ο όαυμαστώς) si realizza una sona d i attrazione inversa per cui εύάύς ήμαρτηκας Οαυμασίως ώ; - όαυμαστόν έστιν. ώς εύόύς ήμαρτηκας. Numerosi esempi in Platone: ex. g r.c o n v B.R e s p 331 A. 4SI. Sai. χ τ ω σ ις «c a s o». 4S5. Sai. ε γ κ λ ισ ις «m o d o (verbale )». 48S. Sai. ε γ κ λ ισ ις. 4S9. S à i. χρόνος «tempo» II term ine κεραία vale «segno», «apice», m entre τόνος c p ro p ria mente «accento» A r. Vesp e cf. Plat. Phaedr. 260 D: ri not ληρείτε; im. Ac.. A r. 66. M». Cf. Ar.. Vesp xpìv òv ήμίν / εκ τής Νιόβης ειχη ρησιν τήν καλλιστην άχολέ^ας. sw. Ar., R an Cf. Ar.«Bq tomi μεν όρόώς και φρονίμως ήδη λέγεις. 117

118 547. Cf. Ar., R a n. 661 ίαμβον Ίππώνακτος άντμιμνήσκομεν Cf, per un giro simile. Ar., At» Ar., N ub εγώ γάρ Αισχύλον νομίζω πρώτον έν ποιηταϊς Cf. Ar., Pax Cf. Ar., V esp. 30 λίγε νυν άνύσας τι τήν ipojnv τού πράγματος «Fa' presto, dunque, e racconta l ossatura del fatto» A r., Pax Ar., Piu/ Per έπιλήσμων cf. Plat., Cow. 194 A; Ar., N u b Si noti ehe i voti sui compiti scrìtti vanno letti dal basso verso l alto e non viceversa, perché in tedesco il numero più alto non corrisponde al giudizio migliore Ar., T b esm )7. Cf. Ar., lìcci ). Ar. Heet έπάσομαι μέλος τι μελλοδειπνικόν (= «che si intona prima del pranzo»). Sezione 32 (nrr. 644*660) Il termine greco corrispondente è τά παρηγγελμένα, τά παραγγέλματα, con παραγγέλλπν «comandare», che vale propr. «far passare la parola d ordine (= τά σύνθημα) di fila in fila» (cf. Xen., A n. I 8,16) Cf. άλλ άγετε λαμβάνετε τά όπλα di Xen., Cyr. V II 5, Cf. Xen., A n. I 8, 3 παρήγγειλε... καθίστασθαι εις τήν εαυτού τάξιν έκαστον Si presuppone qui l impiego del fucile, cioè di un'arma da fuoco Anche in Xen., A n. IV 3,26 τίοεσθαι τά όπλα, propr. «porre dinanzi a se le armi» è riferito ai soldati che si arrestano durante una marcia, senza uscire dalle file. Si trova pure ασπίδας τίθεσθαι (Xen,, A n. I 5.13) Cf. Xen., Laccdaem. resp. 11, 8 εις μετωπον παρ' ασπίδα καοϊσταotkn = sinistram versus ad frontem 'Επέχειν της πορείας «fare una pausa nella marcia», «sostare» è in Xen., Cyr. IV 2, Προηγείστε τήν {seil, φάλαγγα) κρός τούς εναντίους «conducete avanti le vostre truppe verso i nemici» (Xen., A n. V I 5,10), con προάγειν che vale «proseguire nella marcia» (cf. A n. V I 5,6) Per δρόμψ θεΐν «muoversi di tutta corsa» cf. Xen., A n. I 8,18, prima della battaglia di Cunassa Cf. A v. 811 ταύτα κάμο'ι συνδοκεί Ar. E e d Ar., Eccl

119 70>. Ar., P lui Ar., P lui. 90) Ar., i.ys ). Ar.. N u b. 207.?)». Ar., E q, 1158, Sì osservi l uso dell imperativo come modo della relativa. 7J6. Anche gr. mod. tò βαλάντιο «borsa», «sacchetto» per il denaro: ISSBl.p )7. Per tale giro cf. Ar.. P ax ) 9. Cf. A t., R a n «. Ar., Α ν. 940 άνθρωπος ήμών ούκ άχαλλαχόήστται La parola è tarda (Dionigi di Alicamasso: Plutarco) e indica propriamente il gambale, la gambiera. «Le calze aventi la forma del piede (cioè peduli) erano conosciute anche in Grecia, come si può vedere da una pittura vascolare. Probabilmente erano di uso esclusivamente femminile e forse neppure frequente, che nei testi letterari non sono mai nominate. A volte tenevano il posto di calze le κέζαι wpimpupai </1Ρ V I 211, 1-2; Aristoph., Thnm opb. 256; lat./asceolae. cf. Cic., De barusp. resp. 21,44). o drappi colorati che, secondo il Paoli (...], venivano avvolti intorno alla caviglia fino al polpaccio, sotto il ginocchio, specie quando la veste era un po corta e lasciava scoperta pane della gamba»: A. R o v e r i, in Enciclopedìa Classica III, Torino p. 45) Così Brjghenti I. p Oggi tò μαντίλι (μαντήλι): ISSBI. p Cf. Ar., Vesp. 1157: qui gli stivaletti sono «maledetti» (κατάρατους έμβάδας). 8) 2. Oggi sono attestati come aggettivi Πολωνός e Πολωνέζος (ISSBI. p. 812). *48. Xcn., C o n v ; 9, ) Cf. A r., P lut αλλά γνώσομαι / r a /o jy ' Per ούκ έτός cf. Ar., AfA. 411; Plat.. Resp. 414 E. 568 A. 89). Cf. Ar., Tbesnt ταύτηςέραχςηληφο'. 89). Per ούσίασυχνή «patrimonio ingente» cf. Ar.. P lut. 754, T besm Plat.. Tbeaet. 168 E πολλών... μεγάλους κώγωνας έχόντων Cf. Ar., T besm , αξιωματικός «dignitario», «ufficiale» (civile e militare) è in Greg., npist. 141, Cf. Ar., Lys Plat,. P rot. 309 D Cf. Ar., A v. 1208, 96). Ar jv»a Cf. Ar., P lut. )99 ούκ έσπ ιτω τά κράγματα cv τούτω. 119

120 ses. Ar.. P lui <m. Ar.. E e d Ar., P lu i ιοο). Cf. Ar., V esp. 385 δράσω um νυν Ομίν χίσυνος. toil. Ar., T h a n ). Cf. Ar., S u b. 81. Q ui il gesto esprime un pegno di fede, come pure in Soph., Pbiloct. 813, Tracb. 1181: l uso e anche del mondo persiano (cf. Diod. Sic. X V I43,4). Cf. pure, supra, nota a nr )2. Ar., P lu t 1069 e R an. 465 ώ βδελυρέ κ αναίσχυντε kcò τολμηρέ ον. io». Cf. Ar.. R a n io)j. Ar., P lu t )7. A t., E e d low. Ar.. Α ν Ar., P ax Cf. l'unico luogo platonico in cui appare questo verbo: òn... μαίνομαι και χαραχαίω (Cow. 173 E). 106). A r, R a n ). Cf. nel testo nr ed. infra, la nota relativa A r.,n u b Cf. Ar., S u b Cf. Ar., L ys Hat.. C o n v. 173A. tooo. Ar., S u b noi. Ar., A v. 435,675. ma. Cf. Ar., E c d nag. Ar,, S u b. 18. uso. Άναξυρίδες sono le ampie brache degli orientali (sciti, persiani etc.) cf. Herod. V 49, 3: Xen., A n. I 5, 8. Galloni dei persiani sono pure i σαράβαρα, mentre tipici dei galli sono le βράκαι (lat. bracae). us). I Greci adoperavano come detergente nel bucato la cenere d i legna, che, con acqua bollente, dà luogo a un miscuglio, la liscivia (o ranno): ή κονία. τό ρύμμα. Sul sapone tsapo), inventato dai G alli e preparato, il migliore, con cenere di legna di faggio e sego d i capra, adoperato sia a scopo cosmetico, come colorante in rosso per i capelli - uso attestato anche presso i Germani - sia a scopo terapeutico, nel trattamento delle scrofole, informa Plinio il Vecchio (N o i. b ist. X X V I I I 191) A r., L ys nw. Cf. Ar., L ys. 19, T hesm Α τ.. L ys Ar., Pax Α τ.,α ν

121 1224. Cf. Ar., E q $. Ar.. Vesp Ar.. A ch. M Ar., R an. 56) Ar.. P lui Cf. Ar., R a n. 4. Sezioni (nrr )84) «Skat [dall'italiano «scarto», l'accantonare (le carte)], der, -(e)i, gioco delle carte, viene giocato da tre giocatori con 32 carte da gioco tedesche o francesi. Ogni partecipante riceve dicci carte, le rimanenti due vengono messe da parte «coperte» come S ka t. Le giocate vengono conteggiate secondo la figura e il colore del seme privilegiato. Ghiande oppure fiori ricevono Ü punteggio più alto tra i colori (12 punti), seguono poi foglie oppure picche (11 punti), cuori (10 punti), campanelli oppure quadri (9 punti). Il gioco è tenuto da chi ha «licitato» di più. Egli può prendere lo S ka t, può sostituirlo con due carte sue. come pure può determinare il tipo di gioco e il colore privilegiato. Egli vince se dei 120 punti in palio riesce a raggiungerne 61. Giochi con le sole carte che si hanno in mano, quando non si fa uso dello «scarto», e «Grand», quando privilegiati sono soltanto i quattro fanti, così come giochi, durante i quali gli avversari non prendono niente (restano «Schwarz») oppure cumulano soltanto 30 pumi (restano «Schneider») vengono conteggiati d i più. Nel caso del gioco negativo «Nuli», vince colui che non ha nessuna presa. Tutti i modi di giocare (lo S ka t) possono essere praticali a catte scoperte, in tal caso il giocatore, dopo la prima giocata, deve scoprire le sue carte»: S ka t, in B rockbaus E nzyclopädie XX, Mannheim p Cf. inoltre H. Low, 2 0 verschiedene K artenspiele (= Band 648 Perlen- Rcihe). Wien pp H20. Ar.. N u b Cf. Ar., N u b s. βόν έργον. ώ xproßuta, φροντιζην ΰκη / τόν (χνδρα κράτησης Ar.. E q )27. A r, Eq I) 29. A r., E q i) ) 0.a. A r.,e q 390. I I ) 1. Cf. Ar.. E q 427. t))2. Ar.. E q I))). Ar., Vesp. 6)5. n>4. Ar., N u b. 25. i))5. Ar., Vesp )57. A r.. N u b 1)8. 121

122 d m. Cf. Ar., S u b. 18. D M. «Un idiotismo complesso delle lingua greca è rappresentato dalle espressioni interrogative, formate con i participi congiunti τΐ χαοών. c ti μαόών; La prima formula con t i μαάών. (leu. «che cosa avendo imparato!4» e la seconda con ti χαόών. (lctt.: «che cosa avendo subito?») ricorrono in frasi interrogative esprìmenti meraviglia o disapprovazione, ma anche in proposizioni relative connesse in forma sciolta alla sovraordinata circostanza questa che ha permesso a R. Kühner e a B. Gerth di ricollegare tali formule alle frasi esclamative, che si incontrano dopo i verba a ffectu u m o che. comunque, manifestano sentimenti, introdotte da ώς. οίος. όσος»: E. Rtnna, iìra e a a capta. Sintassi com parata greco-latina. Napoli pp i m i. Ar., S u b 844. I M2. Cf. Ar., S u b. 793 άλλ' ώ Νεφέλοα, χρηστόν τι συμ&ουλτυσαττ. i m ). Cf. A r V esp ΙΜ 4. Cf. Ar.. Vesp Per il proverbio «Tu vuoi cuocere una pietra» cf., infra, nota a nr IM S. Ar., Vesp M7. Ar.. S u b i m i. Ar.. S u b i m i. Ar., Pax D M. Il sup. χαμμέγιστος (di χάμμεγας) è in EJiano (Var, b ist. X 2 ) cd c applicato ad una statua colossale (χαμμέγιστον ανδριάντα έν Κυρήνη άνέστησεν) L'espressione tedesca H im m c ld o n n e n v e tte r. in uso nella lingua corrente dalla metà del sec. X IX, è un interiezione di stupore, non elegante, che evidenzia lo stato d animo di chi c impaziente, sdegnato o di chi impreca. II termine D onnerwetter indica propriamente la tempesta con lampi c tuoni. D 71. K reu zm illio n eft... è una formula di imprecazione della lingua corrente. U termine K reuz, come primo demento di una parola composta ha un valore accrescitivo. Il suo impiego deriva dalle imprecazioni e dalle maledizioni, che, in modo simile alle esdamazioni di gioia, si riferiscono alla croce di Cristo. D 77. Cf. Plat., Prot. 338 A. isso. Cf. A r, V esp IM 7. Tosi nr. 477, p IMS. Cf. Α ι.,α ν IM 9. Tosi nr. 1589, pp IMI. At.Av IM 2. «Corinto, figlio d i Zeus», un modo di dire adoperato in genere per indicare qualcosa di ripetuto fino alla nausea oppure come in Ar., E cd. 828 per sottolineare una vuota millanteria. 122

123 iw. Tosi nr. 17)7. ρ iw. Plat.. Tbeaet. 209 B: lett. «l ultimo dei Misi». i)9s. Ar.. Ra«. 78). i m. Tosi nr. 626, pp iw. Ar., Eecl DM. Ar.. P int iw. Tosi nr. 1)09, p im. Nella forma ξυρτίν έπιχηρειν λέοντα «tentare di tosare un Icone» il proverbio compare in Piai., R rrp. 541 C Completa la frase proverbiale suona πολλάκις to παόήματα τοίς άνόρώκοις μαλήματα γίνεται («Spesso le sofferenze per gli uomini diventano insegnamenti») e costituisce la «morale» della favola esopica 1)4 Hausrath. Per altri dettagli cf. Tosi nr pp A r. P in t ). Tosi nr. 557, pp. 26) C f.a r..p lu t. 862, ). Luc., H ist, conscr. 2) Tosi nr pp nr p Tosi nr p luogo d i Svetonio è A ug proverbio che compare nelle O p ere e g io rn i di Esiodo (v. 40) suona cosi: «la metà è maggiore del tutto»: cf. Tosi nr pp L'accezione politica c nel greco moderno. Mie. L'accezione politica e nel greco moderno L'accezione politica c nel greco moderno Anche nel greco m oderno. I4)i. Anche nel greco moderno. 144). Nel greco moderno corrente φαρμακοπώλικ (cf. B k k ìhknt! il, p. 199) ostato sostituito da φαρμακοποιός (ISSBI.p. 1052) Nel greco moderno ό αρχιτέκτονας Oggi άμαξας Oggi nei greco moderno è το φαρμακείο Anche καφενές: ISSBl, p Greco moderno κοιμητήρι Oggi ταχυδρομικό δελτάριο: ISSBl. p. 26) Anche greco moderno μελανοδοχεϊον Rispetto a κωδωνιζπν. attestato in Bmchentt I, p oggi si è im posto il sintagma κρουειν τόν κώδωνα (cf. ISSBl, p- 546). tsoi. Oggi κληδοκύμβαλον «clavicembalo», «piano» (Bwr-ttncn I. p. 514) è stato sostituito da tò πιάνο (cf. ISSBl. p. 789) Oggi nel gr. mod. αίθουσα = salone, sala da pranzo (ISSBl, p. 31). 123

124 IM ). Anche gr. mod. (cf. Brk.m e n t i I, p. 319). oggi ό κοιτώνας (ISSBI. p. 507) Βκκίπικη I, p. 547, registra ό σαχων. Cf., supra, noia a nr Cìr. mod. νιχτήρας (ISSBI. p. 670): νιητήρ è nel greco ecclesiastico: cf. E v. lo I5M. Anche gr. mod. tu θωμαπυ «camera», «stanza» (ISSBI. p. 305) Per xxn&ovcf. Ar., Tbesm (6. Il (ermine ή όδοντογλυφίς registrato da B w c. h e n t i I. p appare oggi come nel greco moderno ή οδοντογλυφίδα (cf. ISSBI. p. 705) In Polibio (V I 21,7), invece, i χρίγκιχτς ( * p rincipes) sono i soldati lid ia seconda linea del manipolo romano, dopo gli bastali Scipione pronunciò il verso di Omero, quando apprese a Numanzia la fine di Tiberio Gracco: cf. Plut., T ib 20. m i. Le fonti dei proverbi dei sette sapienti sono le seguenti: Talcte: Diog. Laert. 140: Tosi nr. 347, p Solone: Diog. Laert. I 63: Tost nr. 1761, pp Chilone: Diog. Laert. I 73. Pittaco: Diog. Laert. I 79: Tosi nr. 572, pp. 270 s. (spec. p. 271 ). Biante: Diog. Laert. I 88. Clcobulo: Diog. Laert Periandro; Diog. Laert. I Εύρηκα (Vitr. IX. 3): Tosi nr p. 82. δόςμυ*... (Cf. Papp. V ili, 1060 H u l t s q i ). Le varianti in Plut., M arceli. 14: Tosi nr. 180, p. 82. Per noli istud/disturbare (sic!) la forma corretta è in Valerio Massimo (8, 7. ext. 7): N oli, obsecro, is tu m disturbare, Tosi nr. 1203, p. 544 (nella variante: N oli turbare circulos meos!) Le parole di Augusto sono riportate in forma diversa nella tradizione manoscritta di Svetonio «Figlio, o con questo ( * lo scudo) o sopra questo»: Tosi nr p numeri da 7 a 10 compongono la parola ζήλ che vale «vivi». 124

125 IN D IC E P re s e n ta z io n e... pag 5 Avvertenza e abbreviazioni » $ P r e m e s s a...» 9 Osservazioni p r e l i m i n a r i...» 11 Brevi regole e o sservazio n i...» 15 Note dell'edizione ita lia n a...» 28 C o n v e rs a z io n e... * 29 A. A rgomenti di carattere generai* 1. Buon g i o r n o...» Come v a?...» (À>mc si s e n te?...» A d d i o...» P r e g o...* G r a z ie...* Conosce il g r e c o?...» D o m a n d e...» Come si c h ia m a?...» Che ora è?...» I momenti della g i o r n a t a...» Tem po d i festa - F e s tiv it à...» Tem po a tm osferico...» P a r t e n z a...» * Andare C a m m in a r e... * A s p e tta... * V ieni q u a!...* Q ui da m e...» Sono a ffa m a lo... * P a s t o...» 48

126 Β. Λ scum.λ 21. Nella s c u o l a...pag Giungere troppo t a r d i...» C om piti s c r i n i...» Questioni gra m m a ticali...» Risposte e r r a t e...» U n'illustrazione...» Poeti g r e c i...» T r a d u r r e...» O c c u p a to...» Lode e richiamo 31. Cantare. 32. O rdini militari. ß e s 33. Lei ha r a g io n e...» S ì...» N o!...» 64 C. Co m m u n io e m estieri 36. Egli vuole s o ld i...» Il venditore a m b u la n te...» Dal s a r t o...» C a lz a tu r e...» AI mercato della f r u t t a...» 70 D. I n s o c ie t à 41. B a l l o...» Un r a c c o n t o...» Non lo s o...» b e llo c il b r u t t o...» sig. S c h u lz e...» Q uanti anni h a?...» 77

127 E. Felicita e pena d amori: 47. Desiderio d a m o r e... pag Cosa devo fa re?...» Su! C o r a g g io!...» Fortuna e felicità in a m o r e...» La s u o c e ra...» Um ore n e r o...» Non fare scherzi di cattivo g u s t o...» T u tto è bene quel che finisce b e n e...» 86 F. A CASA 55. Q ui a b ita...» A l m a t tin o...» Sedere - S t a r e...» Donna e b a m b i n i...» Chiasso dei b a m b i n i...» Educazione dei f a n c i u l l i...» 92 G. V it a p o l it ic a 61. M ovim enti p a r titic i...» Assemblea p o p o l a r e...» 95 H. P er il g io c o d e l l o Sk a t 63. Un gioco con id io tis m i...» G r a n d... >* 99 J. Pr o v e r b i...» 101 Continuità ed innovazione nel passaggio dal greco amico al n e o g r e c o......» 102 Detti esemplari e c it a z io n i...» 108 Note dell edizione it a lia n a...» 112

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