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GRANDE E SANTO VENERDÌ

GRANDE E SANTO VENERDÌ

Ἀκολουθία τῶν Ὡρῶν. Ufficio delle Ore

PREGHIERE LITURGICHE

Μέγα Ἀπόδειπνον Grande compieta

Transcript:

In quei giorni, il sommo sacerdote interrogò gli apostoli dicendo: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest'uomo». Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono». Fecero flagellare [gli apostoli] e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal Sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù. At 5, 27-32. 40-41

RIT: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato. Sal 29 Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato, non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me. Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi, mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa. Cantate inni al Signore, o suoi fedeli, della sua santità celebrate il ricordo, perché la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita. Alla sera ospite è il pianto e al mattino la gioia. Ascolta, Signore, abbi pietà di me, Signore, vieni in mio aiuto! Hai mutato il mio lamento in danza, Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

Io, Giovanni, vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce: «L'Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione». Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che dicevano: «A Colui che siede sul trono e all'agnello lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli». E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E gli anziani si prostrarono in adorazione. Ap 5, 11-14

Gv 21,1-19 1 Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2 si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3 Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. 4 Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5 Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6 Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7 Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8 Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. 9 Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10 Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso ora». 11 Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12 Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13 Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14 Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

15 Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17 Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19 Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi»

Domenica 1 a Lettura At 5, 27-32. 40-41 Salmo Sal 29 2 a Lettura Ap 5, 11-14 Vangelo Gv 21,1-19

Il tema unificante di questa III domenica di Pasqua è la teofania (manifestazione) di Cristo resuscitato. Troviamo una ricchezza di teologia simbolica con un linguaggio semplice. La pericope evangelica è stata molto commentata dai Padri della chiesa. La scena mette in rilievo un altro pensiero interessante: Gesù era stato pastore. Ora, nel tempo della Chiesa, questo ufficio è affidato a Pietro. La Chiesa carismatica del quarto evangelo getta un ponte verso la Chiesa istituzionale dei sinottici e in particolare di Matteo. I vv. 1-14 ci parlano di Gesù che appare ai discepoli tornati in Galilea (v. 1); di una pesca miracolosa (vv. 2-8); di un convito (vv. 9-13); del mandato dato a Pietro e la sua sequela (vv. 15-19). Troviamo un parallelismo solo con Luca circa la pesca miracolosa (Lc 5,1-11). Con molti elementi diversi, trattano lo stesso tema: pescatori di uomini. La promessa fatta a Pietro nella prima pesca (cf. Mt 4,19 e Mc 1,17) è confermata oggi dal Signore glorificato. A proposito di «Signore» notiamo come dopo la Resurrezione, quando il Cristo agisce è «Gesù», quando è oggetto della considerazione dei discepoli è «il Signore, ho Kyrios».

1 Μετὰ ταῦτα ἐφανέρωςεν ἑαυτὸν πάλιν ὁ Ἰηςοῦσ τοῖσ μαθηταῖσ ἐπὶ τῆσ θαλάςςησ τῆσ Τιβεριάδοσ: ἐφανέρωςεν δὲ οὕτωσ. 2 ἦςαν ὁμοῦ Σίμων Πέτροσ καὶ Θωμᾶσ ὁ λεγόμενοσ Δίδυμοσ καὶ Ναθαναὴλ ὁ ἀπὸ Κανὰ τῆσ Γαλιλαίασ καὶ οἱ τοῦ Ζεβεδαίου καὶ ἄλλοι ἐκ τῶν μαθητῶν αὐτοῦ δύο. 3 λέγει αὐτοῖσ Σίμων Πέτροσ, Ὑπάγω ἁλιεύειν. λέγουςιν αὐτῷ, Ἐρχόμεθα καὶ ἡμεῖσ ςὺν ςοί. ἐξῆλθον καὶ ἐνέβηςαν εἰσ τὸ πλοῖον, καὶ ἐν ἐκείνῃ τῇ νυκτὶ ἐπίαςαν οὐδέν. 4 πρωΐασ δὲ ἤδη γενομένησ ἔςτη Ἰηςοῦσ εἰσ τὸν αἰγιαλόν: οὐ μέντοι ᾔδειςαν οἱ μαθηταὶ ὅτι Ἰηςοῦσ ἐςτιν. 5 λέγει οὖν αὐτοῖσ [ὁ] Ἰηςοῦσ, Παιδία, μή τι προςφάγιον ἔχετε; ἀπεκρίθηςαν αὐτῷ, Οὔ. 6 ὁ δὲ εἶπεν αὐτοῖσ, Βάλετε εἰσ τὰ δεξιὰ μέρη τοῦ πλοίου τὸ δίκτυον, καὶ εὑρήςετε. ἔβαλον οὖν, καὶ οὐκέτι αὐτὸ ἑλκύςαι ἴςχυον ἀπὸ τοῦ πλήθουσ τῶν ἰχθύων. 7 λέγει οὖν ὁ μαθητὴσ ἐκεῖνοσ ὃν ἠγάπα ὁ Ἰηςοῦσ τῷ Πέτρῳ, Ὁ κύριόσ ἐςτιν. Σίμων οὖν Πέτροσ, ἀκούςασ ὅτι ὁ κύριόσ ἐςτιν, τὸν ἐπενδύτην διεζώςατο, ἦν γὰρ γυμνόσ, καὶ ἔβαλεν ἑαυτὸν εἰσ τὴν θάλαςςαν: 8 οἱ δὲ ἄλλοι μαθηταὶ τῷ πλοιαρίῳ ἦλθον, οὐ γὰρ ἦςαν μακρὰν ἀπὸ τῆσ γῆσ ἀλλὰ ὡσ ἀπὸ πηχῶν διακοςίων, ςύροντεσ τὸ δίκτυον τῶν ἰχθύων. 9 ὡσ οὖν ἀπέβηςαν εἰσ τὴν γῆν βλέπουςιν ἀνθρακιὰν κειμένην καὶ ὀψάριον ἐπικείμενον καὶ ἄρτον. 10 λέγει αὐτοῖσ ὁ Ἰηςοῦσ, Ἐνέγκατε ἀπὸ τῶν ὀψαρίων ὧν ἐπιάςατε νῦν. 11 ἀνέβη οὖν Σίμων Πέτροσ καὶ εἵλκυςεν τὸ δίκτυον εἰσ τὴν γῆν μεςτὸν ἰχθύων μεγάλων ἑκατὸν πεντήκοντα τριῶν: καὶ τοςούτων ὄντων οὐκ ἐςχίςθη τὸ δίκτυον. 12 λέγει αὐτοῖσ ὁ Ἰηςοῦσ, Δεῦτε ἀριςτήςατε. οὐδεὶσ δὲ ἐτόλμα τῶν μαθητῶν ἐξετάςαι αὐτόν, Σὺ τίσ εἶ; εἰδότεσ ὅτι ὁ κύριόσ ἐςτιν. 13 ἔρχεται Ἰηςοῦσ καὶ λαμβάνει τὸν ἄρτον καὶ δίδωςιν αὐτοῖσ, καὶ τὸ ὀψάριον ὁμοίωσ. 14 τοῦτο ἤδη τρίτον ἐφανερώθη Ἰηςοῦσ τοῖσ μαθηταῖσ ἐγερθεὶσ ἐκ νεκρῶν.

15 Οτε οὖν ἠρίςτηςαν λέγει τῷ Σίμωνι Πέτρῳ ὁ Ἰηςοῦσ, Σίμων Ἰωάννου, ἀγαπᾷσ με πλέον τούτων; λέγει αὐτῷ, Ναί, κύριε, ςὺ οἶδασ ὅτι φιλῶ ςε. λέγει αὐτῷ, Βόςκε τὰ ἀρνία μου. 16 λέγει αὐτῷ πάλιν δεύτερον, Σίμων Ἰωάννου, ἀγαπᾷσ με; λέγει αὐτῷ, Ναί, κύριε, ςὺ οἶδασ ὅτι φιλῶ ςε. λέγει αὐτῷ, Ποίμαινε τὰ πρόβατά μου. 17 λέγει αὐτῷ τὸ τρίτον, Σίμων Ἰωάννου, φιλεῖσ με; ἐλυπήθη ὁ Πέτροσ ὅτι εἶπεν αὐτῷ τὸ τρίτον, Φιλεῖσ με; καὶ λέγει αὐτῷ, Κύριε, πάντα ςὺ οἶδασ, ςὺ γινώςκεισ ὅτι φιλῶ ςε. λέγει αὐτῷ [ὁ Ἰηςοῦσ], Βόςκε τὰ πρόβατά μου. 18 ἀμὴν ἀμὴν λέγω ςοι, ὅτε ἦσ νεώτεροσ, ἐζώννυεσ ςεαυτὸν καὶ περιεπάτεισ ὅπου ἤθελεσ: ὅταν δὲ γηράςῃσ, ἐκτενεῖσ τὰσ χεῖράσ ςου, καὶ ἄλλοσ ςε ζώςει καὶ οἴςει ὅπου οὐ θέλεισ. 19 τοῦτο δὲ εἶπεν ςημαίνων ποίῳ θανάτῳ δοξάςει τὸν θεόν. καὶ τοῦτο εἰπὼν λέγει αὐτῷ, Ἀκολούθει μοι. 20 Ἐπιςτραφεὶσ ὁ Πέτροσ βλέπει τὸν μαθητὴν ὃν ἠγάπα ὁ Ἰηςοῦσ ἀκολουθοῦντα, ὃσ καὶ ἀνέπεςεν ἐν τῷ δείπνῳ ἐπὶ τὸ ςτῆθοσ αὐτοῦ καὶ εἶπεν, Κύριε, τίσ ἐςτιν ὁ παραδιδούσ ςε; 21 τοῦτον οὖν ἰδὼν ὁ Πέτροσ λέγει τῷ Ἰηςοῦ, Κύριε, οὗτοσ δὲ τί; 22 λέγει αὐτῷ ὁ Ἰηςοῦσ, Ἐὰν αὐτὸν θέλω μένειν ἕωσ ἔρχομαι, τί πρὸσ ςέ; ςύ μοι ἀκολούθει. 23 ἐξῆλθεν οὖν οὗτοσ ὁ λόγοσ εἰσ τοὺσ ἀδελφοὺσ ὅτι ὁ μαθητὴσ ἐκεῖνοσ οὐκ ἀποθνῄςκει. οὐκ εἶπεν δὲ αὐτῷ ὁ Ἰηςοῦσ ὅτι οὐκ ἀποθνῄςκει, ἀλλ', Ἐὰν αὐτὸν θέλω μένειν ἕωσ ἔρχομαι [,τί πρὸσ ςέ]; 24 Οὗτόσ ἐςτιν ὁ μαθητὴσ ὁ μαρτυρῶν περὶ τούτων καὶ ὁ γράψασ ταῦτα, καὶ οἴδαμεν ὅτι ἀληθὴσ αὐτοῦ ἡ μαρτυρία ἐςτίν. 25 Ἔςτιν δὲ καὶ ἄλλα πολλὰ ἃ ἐποίηςεν ὁ Ἰηςοῦσ, ἅτινα ἐὰν γράφηται καθ' ἕν, οὐδ' αὐτὸν οἶμαι τὸν κόςμον χωρῆςαι τὰ γραφόμενα βιβλία.

1. Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2. si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. v. 1 - I vv. 1e 14 sono di carattere redazionale: formano cioè una inclusione letteraria e perciò delimitano la pericope dell'apparizione del risorto e nello stesso tempo la legano a quella del c. 20. Il verbo tecnico faneròw (faneroô) (ἐφανέρωςεν) all attivo nel v. 1 - il Signore manifestò se stesso (Ἐφανερώθη) al passivo o medio al v. 14 - fu manifestato (dal Padre), o si manifestò suggerisce che tutta la pericope intermedia va compresa come la totalità della Manifestazione divina del Risorto. v. 2 - Gesù appare ai discepoli i quali stavano insieme: sono 7 (numero altamente simbolico) Simon Pietro, Tommaso, Natanaele, 2 figli di Zebedeo e altri 2 discepoli. Veri protagonisti sono Pietro e il discepolo che Gesù amava. Nulla ci fa pensare che il ritorno alla vecchia attività sia da considerarsi una specie di diserzione (cf. Gv 16,32); anzi molti studiosi vi vedono l'obbedienza dei discepoli ad un ordine di Gesù (cf. Mt 26,32; 28,7; Mc 14,28; 16,7). v. 3 - Abbiamo già visto come lo sforzo dei discepoli lasciati a se stessi sia vano (cf. Gv 15,5); anche quella notte il loro lavoro è sterile, senza frutti.

4. Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No. 6. Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. vv. 4-6 - Sul fare del giorno si contrappone l'abbondanza della pesca fatta su invito di Gesù. Il racconto è il ritratto dello sforzo della comunità senza Cristo (sterile) e con Cristo (fecondo). La pesca = missione è fruttuosa soltanto se si obbedisce alla parola del Signore. Gesù invita a gettare la rete dalla parte destra: la destra nell'antichità era il lato più favorevole. da destra viene ogni Bene Divino: Ez 47,1-2 l'acqua dal tempio (ricorda il sangue + acqua che esce dal costato del Signore, Gv 19,34); a destra sono posti «i benedetti dal Padre» che operarono la carità, Mt 25,33; alla destra del Padre regna Cristo risorto, Mc 16,19; è la destra del Signore che opera meraviglie potenti, Es 15,6a e Sal 97,1. Anche per noi a tavola, almeno secondo le regole della buona società, il posto alla destra del padrone di casa è considerato il più importante ed è riservato all'ospite di riguardo.

7. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. 9. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. vv. 7-8 Ancora una volta il discepolo prediletto intuisce per primo (Gv 20,8) che lo sconosciuto è il «Signore» e lo comunica a Pietro. Impulsivo come sempre Pietro è impaziente di incontrare per primo il Signore e si getta a nuoto. Questo precedere il resto dei discepoli e giungere per primo è carico di significato, che verrà esplicitato nei vv. 15-19; come nel v.3 la pesca è su iniziativa di Pietro, nel v.11 è lui ancora che trae a terra la rete dall'unica barca. v. 9 - Prosegue la manifestazione, anche qui in forma altamente simbolica: abbiamo il fuoco, il pesce, il pane. «Il pesce vive in un ambiente diverso da quello degli uomini che morirebbero se vi si introducessero. Il pesce deve uscire dal suo ambiente, entrare in quello degli uomini (l'aria), morire, essere cotto al fuoco per diventare cibo buono e salutare. Così il Cristo, che abita la luce inaccessibile che farebbe morire all'istante una creatura umana che vi si avvicinasse, per divenire cibo della vita = salvezza per gli uomini si fa carne (Gv 1,14) entra nella storia degli uomini e muore affrontando il Fuoco dello Spirito» (da S. Agostino Sermo 227). È una interpretazione classica tra i Padri e trova applicazione tra i fedeli.

10. Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso ora». 11. Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. vv. 10-11 - Pur disponendo dell'occorrente per il pasto Gesù si informa del pesce che hanno preso, tutto destinato ad essere cotto al fuoco e mangiato. A differenza della pesca miracolosa di Luca qui la rete non si strappa (Lc 5,6), Sul numero 153 che certamente ha un suo simbolismo (a noi purtroppo oscuro), i Padri della Chiesa hanno fatto una quantità enorme di supposizioni. Lo stesso S. Agostino vi torna sopra diverse volte. L'interpretazione più plausibile sembra essere quella di S. Girolamo: i naturalisti dell'antichità conoscevano 153 specie di pesce, il che equivale a dire «ogni sorta di pesci», vedi anche Mt 13,47 nella parabola del regno. Dalla matematica dell'antichità 153 è un numero triangolare, costituito dalla somma delle prime 17 cifre. La regola d'oro quando il simbolismo è spiegato all'infinito, è lasciarlo nel mistero e non ricorrere a fantasie. v. 12 - Il miracolo rivela ai discepoli la presenza di Gesù e nessuno osa domandargli se è proprio lui. Non lo domandano perché sanno, è ridicolo informarsi dell'identità di chi si conosce.

13. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. v. 13 - Gesù distribuisce pane e pesci, silenzioso memoriale della moltiplicazione dei pani (Gv 6,11) e dell'ultima cena. v. 14-3 apparizioni = pienezza (vedi simbologia del numero 3). vv. 15-19 Conseguenza del convito è il triplice richiamo del Signore a Pietro. La triplice domanda richiama il suo triplice rinnegamento (Gv 13,38; 18,17.25.27). Reale debolezza di Pietro, fiducia di Dio affidandogli la missione (cf. Mt 16,18; Lc 22,32; Gv 1,42). La sua solidità viene unicamente dal Signore. Pietro è pastore e roccia per grazia e non per merito (i titoli sono riferiti a Jahvé che guida il suo popolo, cf. Gen 49,24). Si richiedono perciò umiltà e fede; Pietro ne è consapevole, v. 17 : «tu sai tutto». Pietro non afferma di amare più degli altri, si appella alla chiaroveggenza del Signore che sa leggere nel cuore dell'uomo. Nella domanda di Gesù per il verbo amare è usato il verbo «agapáō»; Pietro risponde usando il verbo «philéō». Il verbo gap w (agapáō) è scelto dagli autori sacri per indicare l amore di Dio, che dona tutto di sé all altro senza riserve o pretese; il verbo filšw (philéō) traduce un attaccamento umano, l affetto, l amicizia. L'amore che Gesù esige è quello impegnato nel servizio di Dio e degli uomini, testimonianza data con l'offerta della vita (cf. Gv 10,18 il pastore che da la vita). Seguire Cristo ed essere in cammino con lui significa ripercorrere la strada del Cristo terreno, cioè la via della croce. Come il Padre ha mandato il figlio così Gesù manda Pietro, i discepoli e noi

15. Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16. Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore» 17. Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. «Pasci»: att. Imp. Pres.; in greco bòskw (bóskō) = condurre al pascolo, alimentare. Questo verbo indica la cura con cui il pastore sceglie il nutrimento delle pecore, sia in pascoli che in cibo dato direttamente (d'inverno, quando nevica o c'è tempesta). «agnelli»: il greco rn on arníon = è un diminutivo (agnelletti) sono i piccoli del gregge, per i quali la scelta deve essere più accorta. v. 16 - «Pasci»: att. Imp. presente; in greco Ποίμαινε (poimaíne) è un verbo che abbraccia tutte le attività del pastore verso il gregge senza sottolineare una di esse in particolare. «pecorelle»: in greco πρόβατά próbaton = sono gli adulti del gregge, maschi e femmine. Quindi unendo piccoli (arníon) e adulti (próbaton) Giovanni vuole indicare la totalità del gregge. v. 17 - «Pasci»: att. Imp. presente; in greco bòskw (bóskō). Questo terzo verbo, ripete il primo, ma con questa terza esortazione Gesù sceglie Pietro come depositario della sua autorità di tenero pastore per eccellenza: bóske tà próbatá mou (pasci le mie pecorelle). «pecorelle»: ancora próbaton termine generico, che preso questa volta senza altri confronti, indica tutto il gregge, formato da piccoli e grandi. Il Signore comanda a Pietro e a quanti nella Chiesa saranno chiamati al servizio del gregge: nutri con la mia Parola e il mio corpo la mia Chiesa.

18. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19. Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi» v. 18 - «ti cingerà»: il futuro nel linguaggio profetico denota sicurezza e fiducia nel realizzarsi dell'azione indicata. Anche Agabo (cf At 21,11-12) si legò mani e piedi con la cintura di Paolo, per predirgli l'arresto. «ti porterà»: il verbo greco fšrw (phérō) è più forte del semplice condurre; un vecchio infatti è quasi più portato che condotto, anche fisicamente. «non vuoi»: è un ind. pres. Il futuro a volte subisce l'influsso semitico, specie aramaico, e viene sostituito dal presente particolarmente nel futuro prossimo. Il presente in questo caso aggiunge drammaticità alla predizione. «con quale morte...»: di per sé l'espressione ti porterà dove tu non vuoi non indica nessun genere di morte: in analogia con frasi dette da Giovanni a proposito di Gesù (cf 12,33; 18,32) essa viene intesa come predizione del martirio per crocifissione.

I Colletta Esulti sempre il tuo popolo, o Padre, per la rinnovata giovinezza dello spirito, e come oggi si allieta per il dono della dignità filiale, così pregusti nella speranza il giorno glorioso della risurrezione. Per il nostro Signore Abbazia di Pulsano