POETI GRECI CONTEMPORANEI Ανδρέας Κεντζός Andrea Kentzòs 1
Poeti Greci Contemporanei Andrea Kentzòs 2
Ανδρέας Κεντζός Andrea Kentzòs Parlando delle cinque poetesse greche presentate a maggio e giugno, ho scritto che il paesaggio, fino a poco tempo fa incombente nella poesia greca, ora non c'è più, perché viviamo in un non luogo di dimensioni sterminate dove costruire o interpretare con le parole il mondo è un'impresa difficile. Purtroppo anche la Grecia di oggi appartiene sempre più all'elenco di ciò che è stato luogo ed ora si avvia ad essere solo definizione. Ma ho scritto anche che la lingua greca, in definitiva, è l'unico vero luogo di ogni suo parlante. Questo, anche per le vicende storiche di un popolo che durante la dominazione ottomana rischiò la scomparsa linguistica. Dovunque nascosto, in grotte o scantinati, alla Scuola Segreta il prete ortodosso insegnava e manteneva in vita una lingua che altrimenti si sarebbe perduta per sempre. Sono convinto che la lingua in cui cresciamo abbia enormi responsabilità sul nostro modo di pensare, ma non solo, di decodificare e interpretare il mondo a causa di una peculiare struttura grammaticale e sintattica diversa, o comunque dissimile da tutte le altre. La stessa forma e il suono delle lettere che compongono l'alfabeto sono già una personale ricostruzione del mondo. Così, io mi riferisco alla grecità come appartenenza alla lingua nella sua totalità, e voglio anche intendere che il (parlante) greco non ha forse bisogno di luogo e di storia in quanto vive nel luogo ben definito della sua propria grammatica. Queste cose mi sono tornate in mente, e qui le ripeto, perché mi sono imbattuto per caso (benedetto) nelle poesie di Andreas Kentzòs. In Kentzòs non c'è segno di luogo, non c'è riferimento al tempo. È un poeta che non vive oggi. È invece contemporaneo di un suo (forse) conterraneo di duemila anni fa. Non per spirito di emulazione fine a se stesso, puramente letterario e di maniera credo si vedrebbe, se così fosse, si sentirebbe. Una poesia che è solo costruita non ha la fluidità e la naturalezza che invece mi sembra siano la caratteristica di Kentzòs. È come se le sue poesie stabilissero un legame diretto con la più pura astoricità, e quindi anche contemporaneità, della poesia greca antica. Kentzòs utilizza una lingua banale, di parole semplici e sintassi pulita, senza ricorso a qualsivoglia raffinatezza grammaticale questo il motivo per cui da queste poesie emerge fortissimo un sentimento di pulizia ed essenzialità classiche difficilmente riscontrabile in altri autori. Come scritto al principio di questa nota, mi appare lampante la grecità di Kentzòs, il suo esistere, come poeta ma soprattutto come uomo, nella sua propria lingua. Per questo l'aria che si respira nei suoi versi è esattamente la stessa di qualcosa di antecedente. Ma questi pensieri mi hanno anche portato a un'altra conclusione: è vero che la poesia è intraducibile, non tanto dal punto di vista grammaticale o semantico quanto, semmai, perché questa aria di cui parlo non può assolutamente 3
essere percepita leggendo una traduzione. Io, sia chiaro, tiro a indovinare, mi fido delle sensazioni, perché non sono greco, e anche se comincio a conoscere abbastanza bene questa lingua, ho ancora il problema di formulare pensieri in italiano. Le volte che mi capita di pensare o sognare in greco, allora riesco a sentire questa aria, questo sentimento di cui non potrò mai riuscire a tradurre il vero significato come chiunque viva in simbiosi con una lingua altra, cui in fondo non appartiene perché non vi è cresciuto dentro. La sento stanotte, mentre scrivo questa nota sul traghetto che mi riporta a Patrasso. Non per l'aria fuori, che già ha una consistenza altra e inasprisce il fumo della sigaretta: non ho mai avuto una visione romantica di questa terra, non mi è mai interessato il mito, non sono mai andato a cercare ciò che rimane del passato perché qui il passato non esiste più e questo bisognerebbe capirlo una volta per tutte. Devo però aggiungere: una pietra antica può non essere un legame con il passato, ma la sua assenza sì. Ho sentito questa aria unica e irripetibile nelle quattro chiacchiere che ho scambiato con un camionista di Ioànnina. Niente di che, ma è bastato. Massimiliano Damaggio 4
Nota Biografica Di Andréas Kentzòs non sono riuscito a trovare molte informazioni e nemmeno una fotografia. So che è nato nel 1974, presumo ad Atene perché lì vive e lavora. Nel 2010 ha pubblicato il libro Poesia concreta per le edizioni Gavrilìdis. 5
Antologia (Cura e traduzione di Massimiliano Damaggio) 6
Στο φως Όλοι ψεύτες γράφουµε για τα σκοτάδια και τα γραπτά µας χωρίς καµία εξαίρεση διαβάζονται στο φως Alla luce Bugiardi tutti scriviamo dell'oscurità e le nostre pagine senza eccezione alcuna si leggono alla luce 7
Έπεσα σε τοίχο έσπασα το κεφάλι µου παραπέρα δεν πάει και πίσω από τον τοίχο είναι το ποίηµα γραµµένο και ήσυχο Τοίχος Mi sono schiantato al muro spaccandomi la testa più oltre non si va e dietro il muro c'è la poesia già scritta, tranquilla Muro 8
Κατέχει την τέχνη αυτός ο άνθρωπος Βλέπω τι ωραία δουλεύει και φτιάχνει κήπο µε λίγη κοπριά Είναι καλός Σε κάνει να πιστεύεις ότι έτσι µόνο ανθίζει κάτι - αν το αγγίξουν βρώµικα χέρια Κατέχει την τέχνη Possiede l'arte quest'uomo Vedo quanto lavora bene crea un giardino con un po' di letame È bravo Ti fa credere che solo così qualcosa fiorisca se toccato da mani sporche Possiede l'arte 9
Μύθος Και η Ελένη έγινε γριά µε µουστάκια Ο κόσµος στην αρχή την έβλεπε παράξενα συνήθισε όµως και τώρα πλησιάζει άφοβα Τη χαϊδεύουν και την ταΐζουν σαν να είναι η γάτα τους ή το άλογό τους κι όχι η αιτία του Πολέµου Mito Anche Elena s'è fatta vecchia e con i baffi Alla gente in principio faceva impressione poi ci ha fatto l'abitudine ed ora le si avvicina senza paura La accarezzano, le danno da mangiare come fosse la gatta o il cavallo di casa e non la causa della Guerra 10
εν θέλει κοσµήµατα το πρόσωπό σου το φως της ηµέρας αρκεί Βγάλε τα µαργαριτάρια από τον λαιµό τα χρυσά σου σκουλαρίκια Βγάλτα όλα φύλα τα για τον τάφο σου Θεοδώρα Il tuo volto non ha bisogno di gioielli basta la luce del giorno Togli le perle dal collo gli orecchini d'oro Togli tutto serbalo per la tomba Teodora 11
Ο ροφήτης Ξυρίστηκε καλά και είδε τον εαυτό του Κάποτε θαύµαζαν όλοι τα δόντια του Θα έρθει µια ηµέρα που θα πέσουν (έλεγε) θα δείτε εν τον πίστευαν και τώρα χαµογελάει που η προφητεία του βγήκε αληθινή Si rase per bene e vide se stesso Una volta tutti gli ammiravano i denti Verrà un giorno che cadranno (diceva) vedrete Non gli credevano, e ora sorride ché la sua profezia s'è avverata Il profeta 12
Κακός ροφήτης Τα είδε όλα εκ των προτέρων (σαν σε όνειρο) και δεν µίλησε δεν είπε τίποτα στον λαό του Ήθελε να τα ζήσει Cattivo profeta Vide tutto dal principio (come in sogno) e non parlò non disse nulla alla sua gente Voleva vivere tutto 13
Φωνή Να κρατήσουµε τις γραµµές Φώναζε «Σύντροφοι µην υποχωρείτε» Καλά φώναζε αλλά εµείς ήµασταν νέοι τρέχαµε σαν ελάφια Grido Teniamo la linea Gridava Non arrendetevi, compagni Gridava bene ma noi eravamo giovani correvamo come cerbiatti 14
Ο δύτης Νικήθηκε ο Θάνατος πατήθηκε έγινε γλυκό κρασί Κάποιος όµως δεν πίνει κάνει πέρα το ποτήρι έτοιµος να πέσει στη φωτιά εν φοβάται να γίνει ένα ηλίθιο κάρβουνο Il tuffatore Vinta la morte calpestata ora è vino dolce Ma c'è chi non beve spinge in là il bicchiere pronto a cadere nel fuoco Non ha paura di diventare uno stupido carbone 15
Τυφλός τύραννος Ι Ευτυχώς υπάρχει γεωµετρία υπάρχουν σχήµατα είτε για παράδειγµα τι ωραία πάω µ αυτά τι ωραία µπορώ Είδατε; Και τώρα πάρτε µου τα σχήµατα αφήστε µου χώρο να πέσω να χαθώ Per fortuna c'è la geometria ci sono le figure Ad esempio guardate come vado bene con queste come riesco Avete visto? Tiranno cieco I E ora prendetemi le figure lasciatemi spazio per cadere e perdermi 16
Τυφλός τύραννος ΙΙ Ξέρω το σηµείο του σώµατος όπου αισθάνεται κανείς µηδέν πόνο και δεν φοβάµαι να το πω Είναι κάπου στην κόρη του οφθαλµού όταν µε τρόµο αντικρίζει και την παραµικρή βελόνα Tiranno cieco II Conosco il luogo del corpo dove si sente zero dolore e non ho paura a dirlo È da qualche parte nella pupilla quando affronta con terrore anche l'ago più minuscolo 17
Poeti Greci Contemporanei (XV) Luglio 2014 18