. L aoristo Le tipologie dell aoristo (ricapitolazione): aoristo (debole) sigmatico ἔ-λυ-σα (λύω) aoristo (debole) asigmatico ἔ-στειλ-α (στέλλω) aoristo (forte) tematico ἔ-λιπ-ο-ν (λείπω) aoristo (fortissimo) atematico ἔ-γνω-ν (γιγνώσκω). Aoristo (forte) tematico i tratta di forma antica caratteristico di radici in consonante non presenta suffisso temporale, ma la vocale tematica ε/ο caratteristico di radici in cui Tema del Presente e Tema Verbale sono distinti Aoristo (forte) tematico attivo di βάλλω ἔ-βαλ-ον ἔ-βαλ-ε-ς ἔ-βαλ-ε(ν) βάλ-ω βάλ-ῃς βάλ-ῃ βάλ-οι-μι βάλ-οι-ς βάλ-οι βάλ-ε βαλ-έ-τω D ἐ-βάλ-ε-τον ἐ-βαλ-έ-την βάλ-η-τον βάλ-η-τον βάλ-οι-τον βάλ-οί-την βάλ-ε-τον βαλ-έ-των P ἐ-βάλ-ο-μεν ἐ-βάλ-ε-τε ἔ-βαλ-ο-ν βάλ-ω-μεν βάλ-η-τε βάλ-ω-σι(ν) βάλ-οι-μεν βάλ-οι-τε βάλ-οι-εν βάλ-ε-τε βαλ-ό-ντων βαλ-εῖν Μ. βαλ-ών, -όντος βαλ-οῦσα, -ούσης βαλ-όν, -όντος Lezione 47-08.04.05 Roberto Rossi grecoantico.it 05
Aoristo (forte) tematico medio di βάλλω ἐ-βαλ-ό-μην ἐ-βάλ-ου ἐ-βάλ-ε-το βάλ-ω-μαι βάλ-ῃ βάλ-η-ται βαλ-οί-μην βάλ-οι-ο βάλ-οι-το βαλ-οῦ βαλ-έ-σθω D ἐ-βάλ-ε-σθον ἐ-βαλ-έ-σθην βάλ-η-σθον βάλ-η-σθον βάλ-οι-σθον βαλ-οί-σθην βάλ-ε-σθον βαλ-έ-σθων P ἐ-βαλ-ό-μεθα ἐ-βάλ-ε-σθε ἐ-βάλ-ο-ντο βαλ-ώ-μεθα βάλ-η-σθε βάλ-ω-νται βαλ-οί-μεθα βάλ-οι-σθε βάλ-οι-ντο βάλ-ε-σθε βαλ-έ-σθων βαλ-έ-σθαι Μ. βαλ-ό-μενος, -ου βαλ-ο-μένη, -ης βαλ-ό-μενον, -ου. Aoristo (forte) tematico radici con alternanza apofonica (ε-/ο-/zero): normalmente il T.P. presenta grado debole, l aoristo grado zero verbo tema verbale aoristo imperfetto λείπω (lascio) λειπ-/λιπ-/λοιπ- ἔ-λιπ-ο-ν ἔ-λειπ-ο-ν φεύγω (fuggo) φευγ-/φυγ- ἔ-φυγ-ο-ν ἔ-φευγ-ο-ν ἔχω (ho) σεχ-/σχ-/σχ-η- ἔ-σχ-ο-ν εἶχ-ο-ν (*ἔ-σεχ-ο-ν) τρέπω (volgo) τρεπ-/τραπ-/τροπ- ἔ-τραπ-ο-ν ἔ-τρεπ-ο-ν τρέφω (nutro) θρεφ-/θραφ-/θροφ- ἔ-τραφ-ο-ν ἔ-τρεφ-ο-ν πέτομαι (volo) πετ-/πτ-/πτη- ἐ-πτ-ό-μην ἐ-πετ-ό-μην radici con alternanza apofonica (ε-/ο-/zero): in alcuni casi il T.P. ha grado zero, mentre l aoristo il grado debole verbo tema verbale aoristo imperfetto τίκτω (genero) τεκ-/τκ-/τοκ- ἔ-λιπ-ο-ν ἔ-λειπ-ο-ν πίπτω (cado) πετ-/πτ-/πτω- ἔ-πεσ-ο-ν ἔ-πιπτ-ο-ν γίγνομαι (sono) γεν-/γν-/γον- ἐ-γεν-ό-μην ἐ-γι-γν-ό-μην Lezione 47-08.04.05 Roberto Rossi grecoantico.it 05
radici che formano il presente con suffissi: verbo tema verbale aoristo imperfetto ἱκνέομαι (giungo) ἱκ- ἱκ-ό-μην ἱκ-νε-ό-μην ἁμαρτάνω (sbaglio) ἁμαρτ-/ἁμαρτ-η- ἥ-μαρτ-ο-ν ἥ-μαρτ-αν-ο-ν μανθάνω (imparo) μαθ-/μαθ-η- ἔ-μαθ-ο-ν ἔ-μανθ-αν-ο-ν εὑρίσκω (trovo) εὑρ-/εὑρ-η- ηὗρ-ο-ν ηὗρ-ισκ-ο-ν πίνω (bevo) πι-/πο-/πω- ἔ-πι-ο-ν ἔ-πιν-ο-ν τυγχάνω (ho in sorte) τευχ-/τυχ- ἔ-τυχ-ο-ν ἔ-τυγχ-αν-ο-ν πάσχω (soffro) πενθ-/παθ-/πονθ- ἔ-παθ-ο-ν ἔ-πασχ-ο-ν λαμβάνω (prendo) λαβ-/ληβ- ἔ-λαβ-ο-ν ἔ-λαμβ-αν-ο-ν radici isolate (verbi politematici): radice significato aoristo presente ἐνεκ-/*ἐνκ->ἐγκ-/ἐνοκ- portare ἤν-εγκ-ον φέρω *ϝεπ-/*ϝπ-/*ϝoπ- dire εἶπον < *ἐ-ϝε-ϝπ-ο-ν λέγω φαγ- mangiare ἔ-φαγ-ο-ν ἐσθίω ἐλευθ-/ἐλυθ-/ἐλθ- andare ἦλθ-ο-ν ἔρχομαι δραμ- correre ἔ-δραμ-ο-ν τρέχω *ϝειδ-/*ϝιδ-/*ϝoιδ- vedere εἶδον < *ἐ-ϝιδ-ο-ν ὁράω *ϝελ- prendere εἶλον < *ἐ-ϝελ-ο-ν αἱρέω πορ-/πρω- fornire ἔ-πορ-ο-ν (manca) 4. Αoristo (fortissimo) atematico è la forma più antica di aoristo poche radici in vocale con grado apofonico allungato solo la forma attiva, per lo più con valore intransitivo verbo tema verbale aoristo βαίνω (vado) βα-/βη- ἔ-βη-ν γιγνώσκω (conosco) γνω- ἔ-γνω-ν βιόω (vivo) βιω- ἐ-βίω-ν δύω (immergo) δυ- ἔ-δυ-ν ἵστημι (colloco) στα-/στη- ἔ-στη-ν φύω (genero) φυ- ἔ-φυ-ν Lezione 47-08.04.05 Roberto Rossi grecoantico.it 05
Aoristo (fortissimo) atematico attivo di βαίνω ἔ-βη-ν ἔ-βη-ς ἔ-βη βῶ < *βη-ω βῇς < *βη-ῃς βῇ < *βη-ῃ βα-ίη-ν βα-ίη-ς βα-ίη βῆ-θι βή-τω D ἔ-βη-τον ἐ-βή-την βῆτον βῆτον βα-ῖ-τον βα-ί-την βῆ-τον βή-των P ἔ-βη-μεν ἔ-βη-τε ἔ-βη-σαν βῶμεν βῆτε βῶσι(ν) βα-ῖ-μεν βα-ῖ-τε βα-ῖ-εν βῆ-τε βά-ντων βῆ-ναι Μ. βάς, βάντος βᾶσα, βάσης βάν, βάντος Aoristo (fortissimo) atematico attivo di γιγνώσκω ἔ-γνω-ν ἔ-γνω-ς ἔ-γνω γνῶ < *γνω-ω γνῷς < *γνω-ῃς γνῷ < *γνω-ῃ γνο-ίη-ν γνο-ίη-ς γνο-ίη γνῶ-θι γνώ-τω D ἔ-γνω-τον ἐ-γνώ-την γνῶτον γνῶτον γνο-ῖ-τον γνο-ί-την γνῶ-τον γνώ-των P ἔ-γνω-μεν ἔ-γνω-τε ἔ-γνω-σαν γνῶμεν γνῶτε γνῶσι(ν) γνο-ῖ-μεν γνο-ῖ-τε γνο-ῖ-εν γνῶ-τε γνό-ντων γνῶ-ναι Μ. γνούς, γνό-ντος γνοῦσα, γνούσης γνόν, γνό-ντος Lezione 47-08.04.05 4 Roberto Rossi grecoantico.it 05
5. La voce delle Muse Lettura del proemio della Teogonia di Esiodo (vv. -). Aἵ νύ ποθ Ἡσίοδον καλὴν ἐδίδαξαν ἀοιδήν, Proprio loro un tempo insegnarono a Esiodo il bel canto, ἄρνας ποιμαίνονθ Ἑλικῶνος ὕπο ζαθέοιο. (a Esiodo) mentre stava pascolando le greggi sotto il sacro Elicona. Τόνδε δέ με πρώτιστα θεαὶ πρὸς μῦθον ἔειπον, Questo discorso, per primo, a me rivolsero le dee Μοῦσαι Ὀλυμπιάδες, κοῦραι Διὸς αἰγιόχοιο 5 le Muse dell Olimpo, figlie di Zeus che detiene l egida: «Ποιμένες ἄγραυλοι, κάκ ἐλέγχεα, γαστέρες οἶον, «O pastori che abitate nei campi, razza maledetta, solo ventre, ἴδμεν ψεύδεα πολλὰ λέγειν ἐτύμοισιν ὁμοῖα, noi sappiamo dire molte menzogne simili al vero, ἴδμεν δ εὖτ ἐθέλωμεν ἀληθέα γηρύσασθαι». ma sappiamo, quando vogliamo, cantare cose vere». Ὣς ἔφασαν κοῦραι μεγάλου Διὸς ἀρτιέπειαι, Così dissero le figlie del grande Zeus, dalle parole accorte, καί μοι σκῆπτρον ἔδον δάφνης ἐριθηλέος ὄζον 0 e mi diedero come scettro un ramo d alloro tutto fiorito δρέψασαι, θηητόν ἐνέπνευσαν δέ μοι αὐδὴν dopo averlo colto, meraviglioso; mi ispirarono poi un canto θέσπιν, ἵνα κλείοιμι τά τ ἐσσόμενα πρό τ ἐόντα divino, perché io celebrassi ciò che sarà e ciò che fu Lezione 47-08.04.05 5 Roberto Rossi grecoantico.it 05
Commento (liberamente tratto da quello che ho pubblicato su Bibliothéke. toria della letteratura, antologia e autori della lingua greca, vol. I, Cappelli 0, 7-7): Αἵ... ἀοιδήν: «Proprio loro un tempo insegnarono a Esiodo il bel canto». - Ἡσίοδον: l interpretazione etimologica del nome non è sicura; probabilmente è composto con ϝασι (forma eolica di ἥδομαι) e ὁδός «colui che si rallegra della strada (o dei viaggi)», significato che troverebbe la sua motivazione nella condizione di mercante del padre del poeta. Con un procedimentο che infrange il canone dell impersonalità dell epica, Esiodo introduce il proprio nome in terza persona. È, nella cultura occidentale, il primo segno di orgogliosa consapevolezza dell io dell autore: all interno del canto il poeta rappresenta direttamente il proprio se stesso e la propria esperienza biografica, come garanzia di veridicità del canto, grazie anche alla conferma che proviene niente meno che dalle Muse. - ἐδίδαξαν: aoristo (^ pers. plur.) del verbo διδάσκω; il verbo è costruito con il doppio accusativo della cosa insegnata (καλὴν ἀοιδήν) e della persona cui l insegnamento è rivolto (Ἡσίοδον). ἄρνας ζαθέοιο: «mentre stava pascolando le greggi sotto il sacro Elicona». - ποιμαίνονθ : sta per ποιμαίνοντα (participio presente, acc. sing. masch. del verbo ποιμαίνω), con elisione e aspirazione della dentale davanti a vocale aspirata. - Ἑλικῶνος ὕπο: anastrofe con ritrazione dell accento nella preposizione. Il genitivo è eccezionale, poiché con i nomi di monti di norma ὑπό è costruito con il dativo. Il monte Elicone, nella Beozia meridionale, era considerato la sede delle Muse e di Apollo, in contrapposizione con l antistante Citerone, sede dei culti dionisiaci. - ζαθέοιο: aggettivo con antica desinenza in -οιο (anziché -ου, come nell attico). 4 Τόνδε... ἔειπον: «Questo discorso, per primo, a me rivolsero le dee». - πρός... ἔειπον: tmesi. - μῦθον: il termine ha qui probabilmente il significato pregnante di «discorso veritiero, destinato ad avere compimento». - πρώτιστα: «per la prima volta» superlativo dell aggettivo πρῶτος (primo) al neutro plurale, con valore avverbiale. 5 Μοῦσαι... αἰγιόχοιο: «le Muse dell Olimpo, figlie di Zeus che tiene l egida». - αἰγιόχοιο: (αἰγίς ed ἔχω: anche in questo caso riconosciamo il genitivo in -οιο) lett. «che regge l egida». L egida è lo scudo rivestito con la pelle della capra Amaltea, che aveva nutrito Zeus a Creta, dove il padre degli dei era stato tenuto nascosto, per sfuggire a Crono. L aggettivo è usato solo come attributo di Zeus, mentre l egida è un segno di potere comune anche ad Atena ed Apollo. 6 ποιμένες ἄγραυλοι: l espressione, che costituisce un calco omerico (Iliade XVIII 6), assume in Esiodo valenza spregiativa, individuando una umanità degradata, non ancora vivificata dalla poesia. Toccherà ad Esiodo emergere da tale condizione di degrado attraverso la verità rivelata dalle Muse. - κάκ ἐλέγχεα: espressione omerica di provocazione, che viene utilizzata per richiamare qualcuno al senso del dovere, all impegno, al coraggio o comunque all azione (gli esempi sono numerosi; valga per tutti l apostrofe di Tersite contro gli Achei in Iliade II 5: ὦ πέπονες κάκ ἐλέγχε Ἀχαιΐδες οὐκέτ Ἀχαιοί). Nel nostro contesto, le Muse invitano ad abbandonare la fede nelle menzogne della poesia. - γαστέρες οἶον: l immagine indica un modo di vivere teso unicamente al soddisfacimento delle necessità della sopravvivenza. Già in Omero γαστήρ è un deprecato emblema delle esigenze fisiologiche primarie (si veda ad esempio Odissea XVII 5-54 ἀλλά με γαστὴρ / ὀτρύνει κακοεργός, «il ventre maligno mi spinge»); tale valore si ritroverà, fra gli altri, in allustio, che in Cat. I fa riferimento a pecora, quae natura prona atque ventri oboedientia finxit, e più avanti, in II 8: multi mortales, dediti ventri atque somno. 7 ἴδμεν... ὁμοῖα: «noi sappiamo dire molte menzogne simili al vero». - ἴδμεν: «noi sappiamo», è equivalente dell attico ἴσμεν (da οἶδα, perfetto dalla radice ἰδ «vedere»). Vi è un preciso richiamo a Odissea XIX 0 ἴσκε ψεύδεα πολλὰ λέγων ἐτύμοισιν ὁμοῖα: «fingeva dicendo molte menzogne simili al vero». Il soggetto è Odisseo che, nelle false spoglie di un ospite cretese, sta intrattenendo Penelope con racconti persuasivi ed emozionanti, nel loro intreccio di menzogna e verità. Le Muse, alludendo ad Omero, dimostrano quali suggestioni la poesia sappia creare, attraverso menzogne persuasive: sono le menzogne dei tradizionali racconti mitologici, che da Esiodo vengono rifiutati per privilegiare la verità. - ἐτύμοισιν ὁμοῖα: «simili a cose vere» e, quindi, «plausibili». L aggettivo ἔτυμος (connesso con ἐτεός, «vero, genuino») sta ad indicare la realtà più autentica e profonda. 8 ἴδμεν... γηρύσασθαι: «ma sappiamo anche, quando vogliamo, cantare cose vere». L anafora ἴδμεν ἴδμεν sottolinea il parallelismo dei due versi e contribuisce a rimarcare la contrapposizione fra ψεύδεα πολλά e ἀληθέα. - εὖτ ἐθέλωμεν: è prerogativa della divinità il privilegio di poter decidere se agire o meno (vedi es. Odissea V 48). - γηρύσασθαι: è un verbo denominativo (da γῆρυς, «voce, linguaggio, parola»), di origine sacrale, estraneo alla tradizione omerica, che indica il proclamare un messaggio con voce ben distinta e sonora; nell Inno ad Ermes 46 il verbo è usato per indicare un canto di argomento teogonico. Lezione 47-08.04.05 6 Roberto Rossi grecoantico.it 05
9 ἀρτιέπειαι: l aggettivo, composto di ἄρτι «in questo momento» ed ἔπος, indica l abilità e la prontezza nel parlare; in Omero è usato solo una volta, in senso ironicamente antifrastico (Iliade XXII 8). 0 καί... ὄζον: «e mi diedero come scettro, un ramo d alloro tutto fiorito». - σκῆπτρον: propriamente significa «strumento (-τρον) con cui sostenersi (σκήπ-τομαι), bastone». Lo σκῆπτρον riveste un forte valore simbolico, sacrale e politico: in Omero è attributo che identifica sacerdoti, profeti e sovrani. Nelle assemblee degli eroi è consegnato di volta in volta all oratore di turno, che viene investito di autorità sacrale: «lo scettro segnala che è stato concesso il diritto a parlare, ma è anche il testimone sacro di ciò che viene detto, in particolare quando si tratti di sentenze pronunciate secondo le leggi stabilite da Zeus» (M.. Mirto). La consegna del ramo di alloro costituisce quindi una vera e propria investitura poetica nei confronti di Esiodo: le Muse gli conferiscono quella dignità sacrale che assicura il diritto di pronunciare la verità di cui le divinità sono depositarie. - ἔδον: è forma epica non omerica, ma ancora più antica di ἔδοσαν (aoristo di δίδωμι). - δάφνης: l alloro è pianta sacra ad Apollo, signore delle Muse e patrono delle arti. δρέψασαι,... αὐδήν: «dopo averlo colto, meraviglioso; mi ispirarono il canto». - θηητόν: forma ionica per θεατόν, aggettivo verbale da θεάομαι, «contemplare». - ἐνέπνευσαν: il verbo ἐμπνέω significa propriamente «soffiare dentro» e viene normalmente usato, come osserva West, per indicare una disposizione mentale o spirituale indotta dalla divinità. L ispirazione poetica viene da Esiodo rappresentata come un soffio vitale che viene infuso nel protagonista, che diviene, da pastore, poeta. - αὐδήν: connesso con αὐδάω, «dico ad alta voce, grido», sta ad indicare la parola sonora pronunciata con autorità. θέσπιν... ἐόντα: «divino, perché io canti le cose che saranno e quelle che furono». - θέσπιν: «ispirato dalla divinità», termine religioso, da θεός ed ἐννέπω, che sottolinea il carattere di veridicità del canto ispirato dalle Muse. - κλείοιμι: epico per κλέοιμι. Il verbo κλέω significa «rendo glorioso, produco κλέος». - τά τ ἐσσόμενα πρό τ ἐόντα: l espressione potrebbe essere, considerando che in Omero compare una sola volta, un calco di Iliade I 70: ὃς ἤδη τά τ ἐόντα τά τ ἐσσόμενα πρό τ ἐόντα, in riferimento al potere divinatorio di Calcante, che si estende dal presente, al futuro, al passato. Le Muse conferiscono un autorità oracolare: poesia e profezia sono strettamente connesse, in quanto manifestano verità che sono appannaggio della divinità. Lezione 47-08.04.05 7 Roberto Rossi grecoantico.it 05