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Note linguistiche sulla Domenica della predicazione di San Giovanni Battista II del Tempo d Avvento (anno A) Letture: Is 11,1-10; Sal 71(72); Rm 15,4-9; Mt 3,1-12: (testo greco: Nestle-Aland 27) 1 Εν δὲ ταῖς ἡμέραις ἐκείναις παραγίνεται Ἰωάννης ὁ βαπτιστὴς κηρύσσων ἐν τῇ ἐρήμῳ τῆς Ἰουδαίας 2 [καὶ] λέγων μετανοεῖτε ἤγγικεν γὰρ ἡ βασιλεία τῶν οὐρανῶν. 3 οὗτος γάρ ἐστιν ὁ ῥηθεὶς διὰ Ἠσαΐου τοῦ προφήτου λέγοντος φωνὴ βοῶντος ἐν τῇ ἐρήμῳ ἑτοιμάσατε τὴν ὁδὸν κυρίου, εὐθείας ποιεῖτε τὰς τρίβους αὐτοῦ. 4 αὐτὸς δὲ ὁ Ἰωάννης εἶχεν τὸ ἔνδυμα αὐτοῦ ἀπὸ τριχῶν καμήλου καὶ ζώνην δερματίνην περὶ τὴν ὀσφὺν αὐτοῦ, ἡ δὲ τροφὴ ἦν αὐτοῦ ἀκρίδες καὶ μέλι ἄγριον. 5 Τότε ἐξεπορεύετο πρὸς αὐτὸν Ἱεροσόλυμα καὶ πᾶσα ἡ Ἰουδαία καὶ πᾶσα ἡ περίχωρος τοῦ Ἰορδάνου, 6 καὶ ἐβαπτίζοντο ἐν τῷ Ἰορδάνῃ ποταμῷ ὑπ αὐτοῦ ἐξομολογούμενοι τὰς ἁμαρτίας αὐτῶν. 7 ἰδὼν δὲ πολλοὺς τῶν Φαρισαίων καὶ Σαδδουκαίων ἐρχομένους ἐπὶ τὸ βάπτισμα αὐτοῦ εἶπεν αὐτοῖς γεννήματα ἐχιδνῶν, τίς ὑπέδειξεν ὑμῖν φυγεῖν ἀπὸ τῆς μελλούσης ὀργῆς; 8 ποιήσατε οὖν καρπὸν ἄξιον τῆς μετανοίας 9 καὶ μὴ δόξητε λέγειν ἐν ἑαυτοῖς πατέρα ἔχομεν τὸν Ἀβραάμ. λέγω γὰρ ὑμῖν ὅτι δύναται ὁ θεὸς ἐκ τῶν λίθων τούτων ἐγεῖραι τέκνα τῷ Ἀβραάμ. 10 ἤδη δὲ ἡ ἀξίνη πρὸς τὴν ῥίζαν τῶν δένδρων κεῖται πᾶν οὖν δένδρον μὴ ποιοῦν καρπὸν καλὸν ἐκκόπτεται καὶ εἰς πῦρ βάλλεται. 11 Ἐγὼ μὲν ὑμᾶς βαπτίζω ἐν ὕδατι εἰς μετάνοιαν, ὁ δὲ ὀπίσω μου ἐρχόμενος ἰσχυρότερός μού ἐστιν, οὗ οὐκ εἰμὶ ἱκανὸς τὰ ὑποδήματα βαστάσαι αὐτὸς ὑμᾶς βαπτίσει ἐν πνεύματι ἁγίῳ καὶ πυρί 12 οὗ τὸ πτύον ἐν τῇ χειρὶ αὐτοῦ καὶ διακαθαριεῖ τὴν ἅλωνα αὐτοῦ καὶ συνάξει τὸν σῖτον αὐτοῦ εἰς τὴν ἀποθήκην, τὸ δὲ ἄχυρον κατακαύσει πυρὶ ἀσβέστῳ. (testo italiano: CEI 2008) 1 In quei giorni venne [appare] Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2 dicendo: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!". 3 Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate isuoi sentieri! 4 E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. 5 Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6 e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 7 Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: "Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? 8 Fate dunque un frutto degno della conversione, 9 e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo per padre!". Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 10 Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11 Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12 Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile". Comunità monastica di Pulsano Note linguistiche sulla II Domenica del Tempo d Avvento(A) 1/6

S.Giovanni Battista sembrerebbe al centro dell Evangelo di questa Domenica: in realtà non soltanto nella sua predicazione, ma anche nell analisi linguistica vedremo come la sua figura reindirizza a quella di Gesù. V.1: παραγίνεται, paraghìnetai: tradotto con venne, ma non è la traduzione letterale: sarebbe invece opportuno tradurre in quei giorni appare S.Giovanni Battista per vari motivi. Innanzitutto il significato principale del verbo è apparire, comparire, solo secondariamente venire. Inoltre è un verbo usato in Matteo solo 3 volte: dobbiamo quindi render conto della rarità della parola con una tradizione appropriata, non con un verbo generico come venire che tra l altro è giusto riservare, a maggior ragione ora che siamo in Tempo d Avvento, a nostro Signore: come S.Giovanni stesso fa al v. 11 ( colui che viene (ὁ ἐρχόμενος, ho erchòmenos) dopo di me : e qui infatti c è il verbo per eccellenza del venire, che è ἔρχομαι, èrchomai, non il raro παραγίνομαι, paraghìnomai del v.1. Inoltre, da dove sarebbe dovuto venire S.Giovanni Battista, che Luca ci dice già essere nel deserto? Inoltre l uso del presente è senz altro voluto da Matteo: il resto del brano presenta verbi tutti al tempo passato ma solo qui, dove anche si poteva usare un passato, si usa il presente: tale impiego non è certo uno sbaglio, ma anzi volutamente connota il carattere sempre attuale delle manifestazioni che ineriscono alla Storia della Salvezza, delle epifanie. E Matteo usa questo verbo in senso volutamente epifanico: delle 3 occorrenze che se ne hanno nel suo Evangelo, la prima è Mt 2,1 I magi apparvero (παρεγένοντο 1 ) dall Oriente : l Epifania che conosciamo nelle chiese d Occidente. La seconda e la terza occorrenza le riportiamo in tabella dal momento che il loro nesso è fondamentale: Mt 3,1 In quei giorni appare (παραγίνεται) Giovanni il Battista Mt 3,13 Allora appare (παραγίνεται) Gesù Ora, con Mt 3,13 inizia l episodio del Battesimo di Gesù, che è invece l Epifania celebrata nelle Chiese d Oriente, anche cattoliche, il 6 gennaio. Notiamo inoltre in Mt 3,1 e 3,13 la stessa identica struttura della frase, lo stesso verbo usato al presente (anche in 3,13 ss. di fronte a tutti gli altri verbi al passato). Il rimando che l Evangelista vuole effettuare da S.Giovanni Battista a Gesù è palese, nella percezione unitaria di un Epifania che ha i suoi albori a Natale, i suoi prodromi in S. Giovanni Battista e il suo compimento con il Battesimo di Gesù. Ma non è questo l unico verbo che reindirizza a nostro Signore. Anche il verbo che segue subito dopo al v.1, κηρύσσων, kerùsson appare Giovanni Battista predicando nel deserto è lo stesso verbo con cui Gesù comincia la propria predicazione in Mt 4,17: Da allora Gesù cominciò a predicare (κηρύσσειν, kerùssein) e a dire: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino". La predicazione di entrambi comincia con lo stesso verbo (che è il verbo del kerygma), e soprattutto ha il medesimo esordio: Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino, medesima esortazione sulle labbra di S.Giovanni, al v.2 di questa Domenica, e di Gesù in Mt 4,17. La predicazione, inoltre, per entrambi è preparata dal soggiornare nel deserto (Mt 3,1 ἐν τῇ ἐρήμῳ, en tè erèmo; Mt 4,1 [Gesù] fu condotto dallo Spirito nel deserto (εἰς τὴν ἔρημον) ). 1 Aoristo indicativo di παραγίνομαι. 2/6 Comunità monastica di Pulsano Note linguistiche sulla II Domenica del Tempo d Avvento(A)

Tuttavia l identità formale fra le due frasi non deve farci dimenticare che S.Giovanni Battista preannuncia Gesù, non che è la copia di Gesù. Infatti dietro le stesse parole notiamo una differenza: quando S.Giovanni presagisce che il Regno dei cieli che è vicino, lo vedremo nei versetti successivi, sembra pensare alla venuta finale nel Giudizio; Gesù invece dirà che non è venuto per giudicare (Gv 12,47) ma che il regno dei cieli è vicino perché è la sua persona, con la quale siamo chiamati ad entrare in comunione sin da ora e per la quale sin da ora riceviamo già la salvezza, prima e in vista della sua venuta ultima. La venuta di Gesù sembra contraddire le aspettative del Battista, che sono anche quelle dell escatologia giudaica, ma invece le portano a compimento nel quadro di quella mistica dell Avvento cui abbiamo accennato Domenica scorsa: adventus è la traduzione del greco parousìa che significa sia venuta sia presenza. Chi aspetta pertanto la venuta del Figlio dell Uomo deve imparare innanzitutto a percepire la Sua presenza ora: Gesù insegnerà a S. Giovanni che il Giudice che aspetta per la venuta ultima è anche un Agnello che viene oggi per essere da noi battezzato e giudicato; nondimeno egli può ben riferirsi alla venuta di Gesù nei termini della sua venuta ultima, perché queste due venute son due momenti di un medesimo Avvento. 2 Il tempo di Avvento ci guida per l appunto su questa via: non dividere la venuta del Signore nella carne dalla sua venuta ultima dalla sua venuta nella nostra vita. Attendere l una è attendere l altra, indissolubilmente. Questo è ciò di cui fece prova S.Giovanni. E questo è precisamente il cuore della conversione ribadita all inizio della sua predicazione dal Signore in Mt 4,17, e preannunziata dal Battista al v.2: μετανοεῖτε, metanoèite, convertitevi!, dal verbo μετανοέω, da metà (che indica l andare oltre, il cambiare) e noùs ( mente,coscienza ): non un semplice pentirsi ma un cambiare mentalità. A partire da questo cambiamento di mentalità allora è possibile preparare le vie del Signore: ἑτοιμάσατε, etoimàsate: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! (v.3). Avevamo già trovato questo verbo, sotto forma dell aggettivo ἕτοιμος, Domenica scorsa in Mt 24,44, sulle labbra di Gesù: Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo : ulteriore punto di contatto tra l annuncio del Signore e del Battista. Ma l esclamazione di S.Giovanni al v.3 riprende quasi alla lettera Isaia 40,3: Mt 3,3b Voce di uno che grida nel deserto: - Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! 3 Is 40,3 Una voce grida: - "Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. 4 2 I Padri hanno insistito molto su questo. Cf. ad es. S.Elredo Abate, Discorsi 1: L'Avvento ci ricorda una duplice venuta del Signore: quella dolcissima per lungo tempo attesa e desiderata ardentemente da tutti i padri, nella quale il più bello tra i figli dell'uomo (Sal 44,3), il Desiderato da tutte le genti (Ag 2,8), il Figlio di Dio, rese manifesta in questo mondo la sua visibile presenza nella carne, quando venne sulla terra a salvare i peccatori; è poi la venuta che dobbiamo ancora aspettare con sicura speranza, quando lo stesso Signore nostro, apparso dapprima sotto il velo della nostra umanità, apparirà fulgente nella sua gloria, come canta il salmo: Viene il Signore nostro Dio (Sal 49,3). 3 φωνὴ βοῶντος ἐν τῇ ἐρήμῳ ἑτοιμάσατε τὴν ὁδὸν κυρίου, εὐθείας ποιεῖτε τὰς τρίβους αὐτοῦ. 4 φωνὴ βοῶντος ἐν τῇ ἐρήμῳ ἑτοιμάσατε τὴν ὁδὸν κυρίου εὐθείας ποιεῖτε τὰς τρίβους τοῦ θεοῦ ἡμῶν Comunità monastica di Pulsano Note linguistiche sulla II Domenica del Tempo d Avvento(A) 3/6

Senza addentrarci troppo nella questione filologica, sottolineiamo che il versetto che cita Matteo non è un interpolazione della profezia anticotestamentaria, ma segue fedelmente la versione greca dei LXX (vedi testo greco in nota). E la traduzione in italiano qui riportata semmai che si discosta dalla Bibbia greca dei LXX per seguire la versione masoretica, dove il testo ebraico fa riferimento probabilmente alle vie da preparare nel deserto per il ritorno in patria degli Ebrei esiliati a Babilonia. Invece la Bibbia dei LXX citata da Matteo profetizza perfettamente la figura di S.Giovanni Battista. V.4: Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi 5 : La descrizione di Matteo riporta parola per parola parte del v. 9 di 2Re 1, in cui i messaggeri del re Acazia gli descrivono l uomo che hanno incontrato: "Era un uomo coperto di peli; una cintura di cuoio gli cingeva i fianchi 6 : il confrondo fra Mt 3,4 e 2 Re non pare casuale perché è proprio dopo questa descrizione che Acazia, riconosciutolo, prorompe: "Quello è Elia, il Tisbita!" (2 Re 1,8b). Matteo vuole probabilmente innescare, in maniera velata, la stessa reazione nei suoi lettori. ἀκρίδες καὶ μέλι ἄγριον, akrìdes kài mèli àgrion, cavallette e miele selvatico: alcuni studiosi hanno pensato che ἀκρίδες potrebbe riferirsi alle carrube ma questa interpretazione non avuto molto successo. Cavallette o carrube, quel che è certo è che S. Giovanni si nutre dei frutti spontanei della pur arida terra in cui si trova: è qui adombrata di nuova la mistica dell Avvento per cui la terra promessa dove scorrono latte e miele deve venire ma è anche già presente: è inoltre un ulteriore parallelo con Gesù che nel deserto viene servito dagli angeli (Mt 4,11). Ora c è anche un altra immagine che ci dice che questa terra sognata dal Pentateuco ai Profeti sta per inverarsi. Nella prima lettura di questa Domenica, Isaia 11,6-8, a chiudere la lunga serie di animali miracolosamente ammansiti vi sono anche le vipere che giocano coi lattanti. Come non pensare al v. 7, ai farisei e ai sadducei (γεννήματα ἐχιδνῶν, ghennèmata echidnòn, razza di vipere!) che venivano al battesimo di S.Giovanni per la remissione dei peccati? (E rileviamo l ennesimo parallelo fra il Battista e Gesù, che parimenti denuncerà la farisaica razza di vipere in Mt 12,34 e 23,33). E non solo queste vipere si pentono, ma sono anche chiamate a produrre un frutto (καρπὸν, carpòn, v.8) degno della conversione. In Matteo l immagine del frutto ricorre spesso, ed è sempre in relazione al nostro operato. In questo senso ( dal frutto infatti si conosce l'albero Mt 12,33) predispone perfettamente il lettore all immagine della radice degli alberi cui è già posta la scure (v. 10, altra immagine ripresa da Gesù in Mt 7,19: Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco). E questa radice (ῥίζα, rìza) è inoltre parola fondamentale perchè la ritroviamo di nuono, ben tre volte, nella prima lettura di questa Domenica, Is 11,1-10: Un germoglio spunterà dalla radice di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. 7 Tramite Isaia, S.Giovanni ci dice che è in atto un rinnovamento radicale, la vecchie radici sono state schiantate (questo il messaggio 5 Mt 3:4 αὐτὸς δὲ ὁ Ἰωάννης εἶχεν τὸ ἔνδυμα αὐτοῦ ἀπὸ τριχῶν καμήλου καὶ ζώνην δερματίνην περὶ τὴν ὀσφὺν αὐτοῦ 62Re 1:8 καὶ εἶπον πρὸς αὐτόν ἀνὴρ δασὺς καὶ ζώνην δερματίνην περιεζωσμένος τὴν ὀσφὺν αὐτοῦ 7 Is 11,1 καὶ ἐξελεύσεται ῥάβδος ἐκ τῆς ῥίζης Ιεσσαι καὶ ἄνθος ἐκ τῆς ῥίζης ἀναβήσεται 4/6 Comunità monastica di Pulsano Note linguistiche sulla II Domenica del Tempo d Avvento(A)

del cap. 10 di Isaia) e la nuova radice di Iesse sarà un vessillo per i popoli. I popoli 8 la cercheranno con ansia. (Is 11,10). Popoli è un altra parola trasversale al complesso biblico-liturgico di questa Domenica: oltre all antifona d ingresso 9, le troviamo due volte nella prima lettura (appena citata), due volte nel Salmo 10, e altre due volte nella seconda lettura, Rm 15,9: i popoli (ἔθνη) invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto: Per questo ti loderò fra i popoli (ἔθνεσιν) e canterò inni al tuo nome (che e a sua volta cita il Sal 17(18), 50). Sono questi i popoli che tramite S.Giovanni cominceranno ad accorrere a Gesù, battezzati e purificati: i farisei e i sadducei si accompagneranno tra sé e con i poveri, la mucca e l orso pascoleranno insieme ecc. ovvero tutti seguiranno l esortazione fatta da S.Paolo nella seconda lettura: Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri : quella fedeltà che era stata preannunciata da Isaia e riferita alla radice di Iesse, sempre nella prima lettura Is 11,5: la giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi e che sarà in qualche modo preannunciata dalla salda cintura di cuoio ai fianchi di S.Giovanni. Ma il Battista, a scanso di equivoci, ribadisce con forza che colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali (v.11). Dal punto di vista linguistico ὁ ἐρχόμενος, ho erchòmenos, il veniente, calca il titolo messianico molto di più rispetto alle generiche forme viene uno più forte di me degli altri sinottici (Mc 1,7; Lc 3, 16). L attesa di colui che viene si può far risalire in particolare a tre passi dell Antico Testamento: Gen 49,10 11 ; Mal 3,1 12 ; Ab 2,3 13. V. 11: ἐν πνεύματι ἁγίῳ καὶ πυρί, ev pnèumati aghìo kài purì, in Spirito Santo e fuoco. Non è questa la sede per approfondire il portato teologico di quest affermazione del Battista. Dal punto di vista linguistico rileviamo tuttavia che cogliere il significato letterale della parola greca per lo Spirito, pnèuma, letterlamente soffio, ci aiuta a comprendere meglio l immagine escatologica della trebbiatura del grano: è il vento che, soffiando, separa la pula dal grano ed è il fuoco che la brucia. Il Battesimo di Gesù, quindi, è perfettamente funzionale al Giudizio: di nuovo, vediamo la venuta nella carne di Gesù come inseparabile dalla sua venuta finale. Vento e fuoco non sono gli elementi terribili di 8 Is 11,10 καὶ ἔσται ἐν τῇ ἡμέρᾳ ἐκείνῃ ἡ ῥίζα τοῦ Ιεσσαι καὶ ὁ ἀνιστάμενος ἄρχειν ἐθνῶν ἐπ αὐτῷ ἔθνη ἐλπιοῦσιν καὶ ἔσται ἡ ἀνάπαυσις αὐτοῦ τιμή 9 Popolo di Sion, il Signore verrà a salvare i popoli e farà sentire la sua voce potente per la gioia del vostro cuore (Che è un altra citazione di Is 30,19.30) 10 Sal 72:11 Tutti i re si prostrino a lui, lo servano tutti i popoli (ἔθνη); Sal 72:17 In lui siano benedette tutte le stirpi della terra e tutte i popoli (ἔθνη) lo dicano beato. Il v. 8 di questo salmo dòmini [ ] dal fiume sino ai confini della terra, è per S.Agostino profezia di quel Regno che sta per venire, in Gesù, sulle rive del Giordano. 11 Gen 49,10 Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l'obbedienza dei popoli. 12 Mal 3,1 Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l'angelo dell'alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti. 13 Ab 2,3 È una visione che attesta un termine, parla di una scadenza e non mentisce; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà. Comunità monastica di Pulsano Note linguistiche sulla II Domenica del Tempo d Avvento(A) 5/6

un Giudizio implacabile: il vento è dannoso solo se si è la pula leggera che ne è portata via, il fuoco è dannoso solo se si è pula da bruciare. Chi già brucia d Amore nel fuoco che ha acceso Gesù (Lc 12,49) non ha nulla da temere. 6/6 Comunità monastica di Pulsano Note linguistiche sulla II Domenica del Tempo d Avvento(A)