ILIADE. SUNTO ILIADE di Omero - Libro undecimo - Prove di traduzione interlineare con note grammaticali e vocabolario essenziale in linea.

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SUNTO ILIADE di Omero - Libro undecimo - Prove di traduzione interlineare con note grammaticali e vocabolario essenziale in linea. Guiffrey, Riccardo Progetto di traduzione integrale dell Iliade di Omero ILIADE Libro XI

LIBRO UNDECIMO Le gesta di Agamennone. Il precedente giorno di combattimenti (Libro VIII) termina con gli Achei respinti indietro alle loro navi. Il loro La loro supplica ad Achille è stata inutile, ma Agamennone non ha il coraggio (vedi 9.707 sgg) di guidare nuovamente gli uomini alla battaglia. Una splendida scena di armi annuncia i successi iniziali di Agamennone, e dopo furiosi combattimenti gli Achei cacciano mettono in fuga i Troiani e li ricacciano indietro verso la città. Questo sforzo è però destinato a fallire, e il poeta deve già avere in mente il superbo momento epico per il quale sta lavorando, e che si realizzerà alla fine del Libro XII, quando, lance in mano, Ettore si getterà attraverso le porte del muro acheo. Il poeta ha già lasciato intendere qualcosa del genere in 9.650-3: οὐ γὰρ πρὶν πολέμοιο μεδήσομαι αἱματόεντος πρίν γ υἱὸν Πριάμοιο δαΐφρονος Ἕκτορα δῖον Μυρμιδόνων ἐπί τε κλισίας καὶ νῆας ἱκέσθαι κτείνοντ Ἀργείους, κατά τε σμῦξαι πυρὶ νῆας. Questo però non si verificherà in effetto fino a quando non raggiungeremo un altro bel momento alla fine del Libro XV, quando Ettore grida «οἴσετε πῦρ» e si impossessa della nave di Protesilao; dal momento che la Grande Battaglia dei libri centrali dell Iliade viene raccontata in due episodi grosso modo paralleli, libri 11-12 e libri 13-15, ciascuno dei quali inizia con un successo degli Achei e termina in un loro disastro. Lo schema ripetuto è parte della tecnica del poeta per aumentare l ampiezza della narrativa, ma gli offre anche (come b a 13.1 nota) l opportunità di ricamare il suo racconto (ποικιλία) così come di allungarlo. I momenti di grande immaginazione visiva e potenza drammatica con i quali culminano i due episodi sono foci narrativi, che nella tradizione orale della poesia eroica il cantore poteva memorizzare, e intorno ai quali egli poteva tessere una sequenza di temi appropriati. A dispetto dei suoi primi successi, Agamennone viene presto ferito e l onda cambia rapidamente di direzione: Diomede, Odisseo, Macaone ed Euripilo sono feriti uno dopo l altro mentre gli Achei, la cui ritirata viene coperta da Aiace, sono respinti al loro punto di partenza. bt attribuisce questo ordine della narrazione, vittoria prima della sconfitta, all orientamento filo-greco del poeta. In ogni modo, questo orientamento, questa simpatia, è sottile, e l effetto qui è piuttosto quello di mostrare che, senza Achille e contro la maligna influenza di Zeus, i migliori sforzi degli Achei non possono prevalere. La prima parte del libro (1-283) dovrebbe essere confrontata, per il suo contenuto, con l entrata in battaglia di Patroclo in 16.130-418. È evidente da questo passaggio attentamente comporto che il presente episodio omette vari temi regolari: non vi è alcun concilio o alcuna assemblea, nonostante il tema αἴ κέν πως θωρήξομεν υἷας Ἀχαιῶν (2.83), sia molto più adatto qui che nel Lubro II (il concilio era radunato la notte precedente, e la sua omissione naturale qui porta con sé l omissione del sacrificio); non si consuma alcun pasto, come viene notato prima del combattimento del giorno precedent (8.53) e nonostante l elaborazione di questo punto in 19.1541 sgg.; non c è nessuna arringa o preghiera; viene fornito un catalogo di comandanti troiani (56-61), ma non di comandanti achei. Nello stesso combattimento non si fa alcun uso del tema ἀνὴρ ἕλεν ἄνδρα, i successi di quelli che supportano l eroe che guida, e non c è alcun duello significativo che porti ad un segnale di vittoria o ad un salvataggio da parte di un dio. I discorsi sono brevi: nella sezione degli scontri, 67-180, 211-595, ci sono 18 discorsi con una lunghezza media di poco più di 5 versi. La causa immediata di questa concisione tematica è nel fatto che questo libro (cioè la narrazione di questa fase della battaglia) copre più terreno, dalle navi alla città di Troia e viceversa, di ogni altra, ed contiene un maggior numero di incidenti di rilievo: tre guerrieri di primaria importanza (ovvero cinque, se Macaone ed Euripilo vengono promossi a questa categoria) sono tolti dalla scena. Un effetto è quello di dare l impressione che la aristia di Agamennone, 91 sgg., non sia supportata e sia prematura. Sotto questo punto di vista, si può fare un parallelo tra questo episodio e l assalto di Achille nel Llibro XX. Ma Achille ha le sue ragioni per la sua impetuosità. Qui abbiamo invece l impressione che l attacco di Agamennone abbia qualcosa della furia avventata, incosciente, di un uomo disperato. Non siamo sorpresi in questo caso quando il poeta rivela che lo scopo immediato della sua narrazione (in 79 e più chiaramente in 191 sgg.) contraddice le aspettative del tema e che Agamennone è destinato all ignominia e alla sconfitta. L obiettivo successivo, la difesa del muro acheo, è stato impostato in 7.337 sgg. ed occuperà i libri 12-15. Il poeta si affretta verso quesi successi troiani e li rende militarmente plausibili decimando le prime file achee.

Il climax dell aristia di Agamennone è seguito da una contro-aristia di Ettore, raccontata brevemente (284-309). Lo schema del libro quindi si organizza intorno al tema della ritirata combattendo, culminante nella messa fuori gioco dell eroe: prima Diomede in 310-400, quindi Odisseo in 401-88, Aiace e Macaone in 489-574, Euripilo in 575-95. Queste vicende sono interallacciate con i successi di Paride come arciere. Infine, con un collegamento pulito con l episodio di Macaone ed Euripilo, il racconto riprende ancora la storia di Achille e fa presagire l ingresso di Patroclo in battaglia (596-848). Il parallelismo tra i vari episodi del libro esemplifica, forse più chiaramente di ogni altro simile passaggio nell Iliade, l arte epica di costruire il racconto di una battaglia: l impostazione degli obiettivi del racconto e l amplificazione di un episodio rilevante, (la ritirata degli Achei) mediante la ripetizione della sostanza di minori episodi all interno. In vista della formularità dell epica ad altri livelli, la spiegazione economica della tendenza al riutilizzo (ma anche naturalmente alla riformulazione, alla riorganizzazione, al riadattamento) del materiale, consiste nel fatto che essa è parte dell arte della poesia eroica orale che l epica omerica ha ereditato. La ripetizione continua comunque ad essere un criterio rilevante nella scuola del criticismo analitico. H. van Thiel, per esempio (Iliaden und Ilias (Stuttgart 1982)), assegna la prima parte dell aristia di Agamennone e il ferimento di Odisseo alla Frühilias, i ferimenti di Agamennone e degli altri comandanti alla Spätilias, e l episodio di Zeus ed Iris ad un poema sul muro acheo al quale si deve anche l episodio di Asio ed Ettore nel Libro XII. La presentazione in successione di Agamennone, Diomede, Odisseo ed Aiace mette bene in rilievo la caratterizzazione di ciascuno di questi eroi: Agamennone è vendicativo e brutale, Diomede valoroso, ma incostante, Odisseo lucido e realista, Aiace sempre affidabile ed ostinato nelle difficoltà. 1 1 ἠὼς δ ἐκ λεχέων παρ ἀγαυοῦ Τιθωνοῖο Aurora dal (suo) letto (da λέχος, εος, τό, in Omero freq. al plurale) di fianco al nobile Titono 2 ὄρνυθ 1, ἵν ἀθανάτοισι φόως φέροι ἠδὲ βροτοῖσι: sorgeva, si levava, per portare la luce agli immortali e ai mortali: 3 Ζεὺς δ Ἔριδα προΐαλλε θοὰς ἐπὶ νῆας Ἀχαιῶν e Zeus mandava (da προιάλλω) alle veloci navi degli Achei Eris 4 ἀργαλέην, πολέμοιο τέρας μετὰ χερσὶν ἔχουσαν. terribile, dolorosa, che portava tra le mani, tra le braccia, il segno (da τέρας, τό: gen. Ep. αος (non in Omero), Ion. Εος) della guerra. 5 στῆ δ ἐπ Ὀδυσσῆος μεγακήτεϊ νηῒ μελαίνῃ, (Questa) sale sulla nave di Odisseo, nera, grande, capace (da μεγακήτης, ες), 6 ἥ ῥ ἐν μεσσάτῳ ἔσκε γεγωνέμεν ἀμφοτέρωσε, che stava nel mezzo, per farsi udire (da γέγωνα, Ep. perfetto con significato di presente e di passato, da un presente *γεγώνω) da entrambe le parti (da ἀμφοτέρωσε, avverbio), 7 ἠμὲν ἐπ Αἴαντος κλισίας Τελαμωνιάδαο (da un lato) fino alle tende di Aiace Telamonio, 8 ἠδ ἐπ Ἀχιλλῆος, τοί ῥ ἔσχατα νῆας ἐΐσας (dall altro) (fino alle tende) di Achille, quelli che più lontano, alle estremità (da ἔσχατος, η, ον, come avverbio) le navi ben bilanciate 9 εἴρυσαν ἠνορέῃ πίσυνοι καὶ κάρτεϊ χειρῶν 2 avevano tirato a secco (da ἐρύω), fidando (da πίσυνος, ον, con il dativo) nel valore (da ἠνορέη, ἡ, (ἀνήρ) termine poetico per ἀνδρεία) e nella forza (da κάρτος, εος, τό, Ep. per κράτος) delle braccia; 10 ἔνθα στᾶσ ἤϋσε θεὰ 3 μέγα τε δεινόν τε qui fermatasi gridò (da αὔω) la dea forte e terribilmente, 11 ὄρθι, Ἀχαιοῖσιν δὲ μέγα σθένος ἔμβαλ ἑκάστῳ ritta, in piedi (da ὄρθιος, α, ον): una grande forza mise dentro agli Achei, a ciascuno 12 καρδίῃ ἄληκτον πολεμίζειν ἠδὲ μάχεσθαι. nel cuore (da καρδία, ἡ, Ion. καρδίη, Ep. κραδίη) di far guerra e combattere incessantemente (da ἄλληκτος, ον, poet. per ἄληκτος, usato avverbialmente). 1 Qui ha inizio la nuova giornata di battaglia: si concluderà nel Libro XVIII, 238. Si sovrappongono in questa giornata (lunghissima) episodi diversi ed autonomi che danno alla battaglia proporzioni smisurate. Ci sono due linee convergenti: l eliminazione, a causa delle ferite riportate, dei maggiori eroi achei, che conduce alla sconfitta finale; il rinnovato interesse di Achille per la guerra (da 11.599 in poi) che prepara l intervento e la morte di Patroclo. 2 Si 5-9 = 8.222-6. 3 Vedi 5.784.

Aiace Telamonio Menelao Agamennone Nestore Odisseo Euripilo Diomede Aiace Oileo Megete Menesteo Podarche Achille 13 τοῖσι δ ἄφαρ πόλεμος γλυκίων γένετ ἠὲ νέεσθαι E per loro immediatamente la guerra divenne più dolce che il partire (da νέομαι) 14 ἐν νηυσὶ γλαφυρῇσι φίλην ἐς πατρίδα γαῖαν. 4 sulle navi concave (da γλαφυρός, ά, όν, (γλάφω)) verso l amata terra nativa. 1 ἠὼς δ ἐκ λεχέων παρ ἀγαυοῦ Τιθωνοῖο ὄρνυθ, ἵν ἀθανάτοισι φόως φέροι ἠδὲ βροτοῖσι: Ζεὺς δ Ἔριδα προΐαλλε θοὰς ἐπὶ νῆας Ἀχαιῶν ἀργαλέην, πολέμοιο τέρας μετὰ χερσὶν ἔχουσαν. Citazione L Aurora dal letto, lasciando Titone glorioso, sorse a portare la luce agli immortali e ai mortali; e Zeus verso le navi snelle degli Achei lanciò la Lotta tremenda, che in mano aveva il segno di guerra. Relativamente a 1-14, la funzione di questo passaggio introduttivo è quella di segnare una brusca transizione dal libro precedente (qualunque sia stato, il decimo o il nono) e questo, e di introdurre nel modo più adatto una nuova serie di eventi. L alba è in punto di partenza per un nuovo episodio: si veda 2.48, 8.1, 19.1, sebbene l abitudine di usare l alba o il tramonto (o, piuttosto, il momento in cui si va a dormire) per articolare la narrazione sia più evidente nell Odissea, cfr. 2.1, 3.1, 5.1, 6.48, 7.1, 15.56, 16.1-2, 17.1, dove in effetti ci sono più giorni di azione. Quest alba segna il quinto giorno di azione dal Libro II, ed il trentacinquesimo dall inizio dell Iliade. Viene introdotto in questo modo piuttosto elaborato perché preannuncia, come le due parti credono, il giorno della decisione, ed è stato attentamente segnalato come tale da precedenti riferimenti: 8.470-2, 8.525, 8.565, 9.240. Questo giorno si rivelerà il più lungo nell epica, dal momento che il sole non tramonterà sui combattimenti fino a 18.239. Lo stile ornato, decorato, dell intero passaggio, e l allegoria di Eris sottolinea l importanza del racconto che segue ed aggiunge un tocco infausto: la brillante aurora annuncia un giorno nero. I versi 5-9 coincidono con i versi 8.222-6, dovè Agamennone a gridare. Qualunque cosa narri, il Catalogo delle Navi non descrive l ordine nel quale le navi sono state tirate a secco sulla spiaggia di Troia.a dispetto di quello che viene detto in 2.557-8: Αἴας [ ] στῆσε [ ] ἵν Ἀθηναίων ἵσταντο φάλαγγες. J. Cuillandre, La Droite et la gauche 23-34, ha messo a punto l ordine di battaglia dei principali contingenti achei generalmente implicati nell Iliade, nella misura in cui ne abbiamo una immagine coerente (si veda anche 13.681): Sinistra Centro Destra A dispetto della memorabile posizione della sua nave, Aiace Telamonio viene associato (apparentemente) con Odisseo in 3.225 e tra Idomeneo e Nestore in 4.273. I due Aiace vengono spesso fatti agire di concerto. Nello stesso ναύσταθμον alcuni contingenti al centro vengono probabilmente pensati come stanziati dietro altri (15.653), il tutto protetto da una fortificazione semicircolare (14.31-2, 14.75). Nel normale schieramento di battaglia i due migliori πρόμαχοι sono disposti sulle ali, l ala destra, che è spesso il posto di maggiore onore. L ala sinistra solo apparentemente è più deboledal momento che i contingenti di Idomeneo (80 navi), Menelao (60), Agamennone (100) e Nestore (90) sono tra i più grandi. L offensiva di 4 Qui 12-14 = 2.452-4.

Agamennone si sviluppa sulla sinistra e sul centro, cosicchè quando fallisce è qui che le perdite, Odisseo, Euripilo e Diomede, si verificano; Menelao (463), Idomeneo e Nestore sono anche implicati (510 sgg.), ma deve essere richiamato Aiace (463 sgg.). In mancanza di Achille il fianco destro manca di distinguersi. I versi 5-9 = 8.222-6 and 11-14 (da μέγα σθένος) = 2.451-4, il che solleva un sospetto di una composizione secondaria. 15 15 Ἀτρεΐδης δ ἐβόησεν ἰδὲ ζώννυσθαι ἄνωγεν L Atride gridò ed esortò (da ἄνωγα) a cingersi (delle armi) (da ζώννυμι) 16 Ἀργείους: ἐν δ αὐτὸς ἐδύσετο νώροπα χαλκόν. gli Argivi; tra di loro, egli stesso indossò il bronzo scintillante, brillante, splendente (da νῶροψ, οπος, ὁ, ἡ, Ep. epiteto di χαλκός). 17 κνημῖδας μὲν πρῶτα περὶ κνήμῃσιν ἔθηκε 5 Per prima cosa veste le gambiere (da κνημίς, ῖδος, ἡ) intorno agli stinchi (da κνήμη, ἡ), 18 καλὰς ἀργυρέοισιν ἐπισφυρίοις ἀραρυίας: belle, fissate, allacciate, tenute insieme (da ἀραρίσκω) con fibbie (da ἐπισφύρια, τά) in argento (da ἀργύρεος, α, ον, contr. ἀργυροῦς, ᾶ, οῦν); 19 δεύτερον αὖ θώρηκα περὶ στήθεσσιν ἔδυνε, in secondo luogo, poi, intorno al petto (da στῆθος, εος, τό) indossava, infilava, la corazza (da θώραξ, ακος, Ep. e Ion. θώρηξ, ηκος, ὁ) 20 τόν ποτέ οἱ Κινύρης δῶκε ξεινήϊον εἶναι. che a lui un giorno Cinira diede, perché fosse un dono di ospitalità. 21 πεύθετο γὰρ Κύπρον δὲ μέγα κλέος οὕνεκ Ἀχαιοὶ Aveva ricevuto (da πεύθομαι, riferito a ricevere un informazione, una notizia) infatti, a Cipro (da Κύπρον δὲ / Κύπρονδὲ, dove il moto a luogo è giustificato dal fatto che la notizia viaggia verso Cipro, verso il destinatario), la grande notizia secondo la quale (da οὕνεκα, e οὕνεκεν di solito davanti a vocale: in correlazione con τοὔνεκα) gli Achei 22 ἐς Τροίην νήεσσιν ἀναπλεύσεσθαι ἔμελλον: verso Troia con le navi erano in procinto di salpare (da ἀναπλέω); 23 τοὔνεκά οἱ τὸν δῶκε χαριζόμενος βασιλῆϊ. per questo a lui lo diede, facendo cosa gradita al re. 24 τοῦ δ ἤτοι δέκα οἶμοι ἔσαν μέλανος κυάνοιο, Su di questo invero erano dieci striscie (da οἶμος, ὁ, anche ἡ) di smalto (da κύανος, ὁ) nero, 25 δώδεκα δὲ χρυσοῖο καὶ εἴκοσι κασσιτέροιο 6 : Agamennone si arma La corazza di Agamennone 5 Si veda quanto detto a proposito delle vestizioni nel Libro III, in occasione della vestizione di Paride (3.330-8). 6 Gli οἶμοι devono essere bande o strisce di materiale, probabilmente inserite o altrimenti fissare al materiale pricipale del corsaletto. Sfortunatamente il testo non fornisce nessun indicazione in merito al modo in queste bande erano disposte, se verticalmente oppure orizzontalmente, in blocchi, in modo irregolare o in qualche sequenza ripetuta. Tre diversi materiali in quantità di 10, 12, e 20, non possono essere sistemati secondo nessuno schema ripetuto, se i materiali devono alternarsi. Ma naturalmente i materiali possono anche sovrapporsi. Ma è ugualmente possibile immaginare un corsaletto con placche disposte a scala, oppure ad un θώρηξ con placche pettorali e dorsali. Sono tutti schemi piacevoli alla vista e suggeriscono che il numero di οἶμοι non è una scelta arbitraria del poeta, ma ragionevolmente descrivono un oggetto che colui che ha composto questi versi aveva osservato con attenzione. D altra parte l oggetto del testo potrebbe come lo scudo descritto in 32-40 essere un oggetto composito, oppure essere stato elaborato dall immaginazione del poeta. Corsaletti con una qualche disposizione di bande orizzontali sono indicati dall ideogramma 162 del Lineare B, ma i serpenti si adattano meglio alla moda del periodo orientalizzante. Catler suggerisce che questo corsaletto era un armamento da parate e non da combattimento, ma Omero non fa questa distinzione: si vedano l armatura d oro di Glauco (6.236) e lo scudo d oro di Nestore (8.192-3).

dodici d oro e venti di stagno (da κασσίτερος, ὁ); 26 κυάνεοι δὲ δράκοντες ὀρωρέχατο προτὶ δειρὴν verso il collo serpenti (da δράκων, οντος, ὁ) di smalto (da κυάνεος, α, ον) si allungavano, si inarcavano, protendevano (da ὀρέγω), 27 τρεῖς ἑκάτερθ ἴρισσιν ἐοικότες, ἅς τε Κρονίων tre da ogni lato, simili agli arcobaleni (da ἶρις, ιδος, ἡ), che il figlio di Crono 28 ἐν νέφεϊ στήριξε, τέρας μερόπων ἀνθρώπων. fissa, appoggia (da στηρίζω), sulle nuvole (da νέφος, εος, τό), segnale per gli uomini mortali. 29 ἀμφὶ δ ἄρ ὤμοισιν βάλετο ξίφος: ἐν δέ οἱ ἧλοι Intorno alle spalle, a tracolla, getta la spada (da ξίφος, εος, τό); su questa borchie (da ἧλος, ὁ) 30 χρύσειοι πάμφαινον, ἀτὰρ περὶ κουλεὸν ἦεν d oro (da χρύσεος, η, ον) risplendevano (da παμφαίνω), poi intorno era un fodero 31 ἀργύρεον χρυσέοισιν ἀορτήρεσσιν ἀρηρός. in argento, agganciato, fissato (da ἀραρίσκω) con cinghie, con fermagli (da ἀορτήρ, ῆρος, ὁ, (ἀείρω)), in oro. 32 ἂν δ ἕλετ ἀμφιβρότην πολυδαίδαλον ἀσπίδα θοῦριν 7 Prese poi su (da ἀναιρέω, in tmesi) lo scudo che copre interamente la figura (da ἀμφίβροτος, η, ον, anche ος, ον), sapientemente cesellato, con il quale andava all assalto (da θοῦρις, ιδος, ἡ), 33 καλήν, ἣν πέρι μὲν κύκλοι δέκα χάλκεοι ἦσαν, bello, e intorno ad esso erano dieci cerchi di bronzo, 34 ἐν δέ οἱ ὀμφαλοὶ ἦσαν ἐείκοσι κασσιτέροιο e sopra di esso erano venti umboni di stagno, 35 λευκοί, ἐν δὲ μέσοισιν ἔην μέλανος κυάνοιο. bianchi, e fra questi (da μέσος, η, ον, ma qui da μέσον, τό, al plurale) ce n era (uno) di smalto nero. 36 τῇ δ ἐπὶ μὲν Γοργὼ βλοσυρῶπις ἐστεφάνωτο Su di esso faceva corona, era disposto in modo circolare (da στεφανόω, o ἐπιστεφανόω in tmesi), una Gorgone dallo sguardo truce, feroce (da βλοσυρῶπις, ιδος, ἡ, (ὤψ)) 37 δεινὸν δερκομένη, περὶ δὲ Δεῖμός τε Φόβος τε 8. che guardava (da δέρκομαι) in modo terribile, e intorno e Terrore (da Δεῖμος) e Disfatta, Rotta (da Φόβος), 38 τῆς δ ἐξ ἀργύρεος τελαμὼν ἦν: αὐτὰρ ἐπ αὐτοῦ da questo usciva, pendeva, un telamone in argento; poi su di questo 39 κυάνεος ἐλέλικτο δράκων, un serpente in smalto si attorcigliava (da ἐλελίζω), 39 κεφαλαὶ δέ οἱ ἦσαν 40 τρεῖς ἀμφιστρεφέες ἑνὸς αὐχένος ἐκπεφυυῖαι. e aveva tre teste volte in direzioni diverse (da ἀμφιστρεφής, ές), generate da, uscenti da (da ἐκφύω, con il genitivo dell origine), un unico collo. 41 κρατὶ δ ἐπ ἀμφίφαλον κυνέην θέτο τετραφάληρον 9 7 ἀσπίς è il termine più comune nel racconto: 95x contro against σάκος 76x. Questo è il termine della lingua epica che sostituisce σάκος quando il verso formulare è abbandonato. ἀμφιβρότην è preso da una formula al genitivo singolare, ἀσπίδος ἀμφιβρότης (3x nell'iliade). Il senso proprio "che copra un uomo da entrambe i lati" non è applicabile allo scudo rotondo, con le borchie, e probabilmente la lingua epica deve averlo assunto in modo generico, nel senso di "che protegge il guerriero" Anche così l'epiteto cede il passo al modernismo εὔκυκλος, che nelll'iliade viene utilizzato solo per ἀσπίς. Se ἀμφιβρότη è un arcaismo, la iota breve davanti a βρ è il significato di βροτός = ἀνήρ rendono possibile che un termine ormai incomprensibile sia stato reinterpretato. Si veda il miceneo a-pi-qo-to, "rotondo". πολυδαίδαλον di solito viene detto del corsaletto (4x nell'illiade), e solo qui dello scudo, ma una anticipazione appropriata della descrizione che segue. θοῦριν (con ἀσπίδα 20.162, e αἰγίδα 15.308) è un po' inatteso come epiteto di qualcosa che viene naturalmente pensato come un armamento difensivo. Lo scudo di Agamennone ha evidentemente lo scopo di incutere terrore, ma in ragione del suo impatto visivo, e non per il suo essere utilizzato per gettare a terra un avversario. 8 Si veda 4.440. 9 Questo verso è uguale a 5.743: questi versi sono variamente formulari e riutilizzati altrove.

Sul capo poi (da κράς, gen. κρατός, dat. κρατί, forma poetica per κάρα) mette l elmo (da κυνέη, ἡ) con doppio cimiero (da ἀμφίφαλος, ον, da φάλος, ὁ), a quattro piastre (da τετραφάληρος, ον, da φάλαρον, τό), 42 ἵππουριν: δεινὸν δὲ λόφος καθύπερθεν ἔνευεν. con la coda di cavallo (da ἵππουρις, ιδος, ἡ, (οὐρά)); tremendamente il pennacchio (da λόφος, ὁ) ondeggiava, muoveva in tutte le direzioni (da νεύω) da sopra (l elmo) (da καθύπερθε, poet. prima di vocale καθύπερθεν). 43 εἵλετο δ ἄλκιμα δοῦρε 10 δύω 11 κεκορυθμένα χαλκῷ Prende poi due lance (da δόρυ, τό, gen. attico δόρατος ; declinazione Ep. e Ion. gen. δούρατος, ma più comunemente δουρός, δουρί ; duale δοῦρε) robuste dalla punta rivestita (da κορύσσω) di bronzo, 44 ὀξέα: τῆλε δὲ χαλκὸς ἀπ αὐτόφιν 12 οὐρανὸν εἴσω appuntite; lontano da queste, verso il cielo, il bronzo 45 λάμπ : ἐπὶ δ ἐγδούπησαν Ἀθηναίη τε καὶ Ἥρη mandava bagliori (da λάμπω); allora fanno tuonare (da ἐπιγδουπέω, Ep. per ἐπιδουπέω, con tmesi) Era ed Atena 46 τιμῶσαι βασιλῆα πολυχρύσοιο Μυκήνης. per onorare il re di Micene ricca d oro (da πολύχρυσος, ον). 17 κνημῖδας μὲν πρῶτα περὶ κνήμῃσιν ἔθηκε καλὰς ἀργυρέοισιν ἐπισφυρίοις ἀραρυίας: δεύτερον αὖ θώρηκα περὶ στήθεσσιν ἔδυνε, τόν ποτέ οἱ Κινύρης δῶκε ξεινήϊον εἶναι. Prima intorno alle gambe si mise le gambiere Belle, munite d argentei copricaviglia; e poi intorno al petto indossò la corazza, quella che Cinira un giorno gli diede come dono ospitale. 29 ἀμφὶ δ ἄρ ὤμοισιν βάλετο ξίφος: ἐν δέ οἱ ἧλοι χρύσειοι πάμφαινον, ἀτὰρ περὶ κουλεὸν ἦεν ἀργύρεον χρυσέοισιν ἀορτήρεσσιν ἀρηρός. Gettò poi la spada intorno alle spalle: borchie D oro vi lucevano, e il fodero intorno Era d argento, sospeso a ganci d oro. più propriamente una cinghia per sospendere qualcosa 32 ἂν δ ἕλετ ἀμφιβρότην πολυδαίδαλον ἀσπίδα θοῦριν καλήν, ἣν πέρι μὲν κύκλοι δέκα χάλκεοι ἦσαν, ἐν δέ οἱ ὀμφαλοὶ ἦσαν ἐείκοσι κασσιτέροιο λευκοί, ἐν δὲ μέσοισιν ἔην μέλανος κυάνοιο. Citazione Citazione Citazione E sollevò lo scudo grande, adorno, robusto, bellissimo; correvano in giro dieci cerchi di bronzo e in mezzo v erano venti borchie di stagno, bianche, nel centro una di smalto nerastro. 10 Si veda ἄλκιμον ἔγχος in 10.135. La concordanza di un duale con un plurale in ἄλκιμα δοῦρε è una indicazione di un riutilizzo. Le due lance sono per essere lanciate, e descrivono l armamento dell età del Ferro o anche del Tardo Geometrico, quando guerrieri armati con due lance divengono elemento frequente nell iconografia. È caratteristico della poesia epica sostituire quello che è familiare (cioè quello che è contemporaneo al poeta o nella memoria del suo uditorio) con l arcaico: questo non viene però fatto in modo sistematico, e per esempio Agamennone nella sua aristia utilizza una sola lancia in 9-8. 11 Si veda δοῦρε δύω in 3.18. 12 αὐτόφι rappresenta una pratica forma dattilica del genitivo e dativo singolare e plurale di αὐτός. 6x nell Iliade, sempre nel quarto piede. Deve essere riferito a δοῦρε (43).

38 τῆς δ ἐξ ἀργύρεος τελαμὼν ἦν: αὐτὰρ ἐπ αὐτοῦ κυάνεος ἐλέλικτο δράκων, κεφαλαὶ δέ οἱ ἦσαν τρεῖς ἀμφιστρεφέες ἑνὸς αὐχένος ἐκπεφυυῖαι. Il balteo era d argento e sopra di esso Strisciava un serpente di smalto e aveva tre teste Tutte intrecciate, uscenti da un collo solo 41 κρατὶ δ ἐπ ἀμφίφαλον κυνέην θέτο τετραφάληρον ἵππουριν: δεινὸν δὲ λόφος καθύπερθεν ἔνευεν. εἵλετο δ ἄλκιμα δοῦρε δύω κεκορυθμένα χαλκῷ ὀξέα. In testa l elmo si pose a due cimieri, e quattro ali E coda equina; terribilmente sopra ondeggiava il pennacchio. Prese infine due aste forti, con le punte di bronzo, acute. 47 47 ἡνιόχῳ μὲν ἔπειτα ἑῷ ἐπέτελλεν ἕκαστος Quindi ciascuno comandava, dava ordini (da ἐπιτέλλω), al proprio auriga, 48 ἵππους εὖ κατὰ κόσμον ἐρυκέμεν αὖθ ἐπὶ τάφρῳ, di trattenere (da ἐρύκω) i cavalli bene in ordine lì, lungo il fossato, 49 αὐτοὶ δὲ πρυλέες σὺν τεύχεσι θωρηχθέντες e questi stessi, a piedi, in massa ( da πρυλέες, έων, οἱ, termine di incerto significato), con le corazze sul petto (da θωρήσσω) e con le armi 50 ῥώοντ : ἄσβεστος δὲ βοὴ γένετ ἠῶθι πρό 13. venivano rapidamente (da ῥώομαι); un clamore inestinguibile (da ἄσβεστος, ον, anche η, ον in Omero) si levò all alba (da ἠώς, ἡ, gen. ἠοῦς: Ep. gen. locativo ἠῶθι). 51 φθὰν 14 δὲ μέγ ἱππήων ἐπὶ τάφρῳ κοσμηθέντες, Si ordinano, si dispongono in ordine (da κοσμέω), molto prima (da φθάνω, vedi nota) dei cavalieri (da ἱππεύς, gen. έως, Ep. ῆος, ὁ, (ἵππος): sono coloro che combattano sui carri, sia l auriga, sia colui che combatte), 52 ἱππῆες δ ὀλίγον μετεκίαθον: ἐν δὲ κυδοιμὸν 15 e i cavalieri a breve distanza seguivano (da μετακιάθω); in mezzo a loro un tumulto 53 ὦρσε κακὸν Κρονίδης, κατὰ δ ὑψόθεν ἧκεν ἐέρσας terribile il Cronide fece sorgere, esplodere, e dall alto (da ὑψόθεν) gettò giù (da καθίημι, in tmesi) una rugiada (da ἕρση, ης, ἡ, Ep. ἐέρση: al pl. gocce di rugiada ) 54 αἵματι μυδαλέας ἐξ αἰθέρος, οὕνεκ ἔμελλε intrise, bagnate (da μυδαλέος, α, ον), di sangue, dal cielo, poiché stava per 55 πολλὰς ἰφθίμους κεφαλὰς Ἄϊδι προϊάψειν 16. gettare ad Ade molte gagliarde vite. 56 56 Τρῶες δ αὖθ ἑτέρωθεν ἐπὶ θρωσμῷ πεδίοιο I Troiani a loro volta dall altro lato sopra un rialzo (da θρωσμός, ὁ) della pianura 57 Ἕκτορά τ ἀμφὶ μέγαν καὶ ἀμύμονα Πουλυδάμαντα (erano) intorno al grande Ettore e a Polidamante perfetto, 58 Αἰνείαν θ, ὃς Τρωσὶ θεὸς ὣς τίετο δήμῳ 17, ad Enea, che fra i Troiani come un dio era onorato (da τίω) dal popolo, 59 τρεῖς τ Ἀντηνορίδας Πόλυβον καὶ Ἀγήνορα δῖον ai tre figli di Antenore, Polibo, il divino Agenore Citazione Citazione IMPORTANTE L assetto di combattimento Paragone 13 Si veda la formula Ἰλιόθι πρό (3x Iliade, 1x Odissea), o in 3.3 οὐρανόθι πρό. Si veda la nota a 8.561. 14 Il senso del verbo è quello di essere i primi a fare una certa cosa: l azione nella quale si è in anticipo in questo caso molto in anticipo è espressa da un participio che concorda co nil soggetto. E poichè il senso della frase con φθάνω é comparativo, il verbo viene seguito da un genitivo. 15 In 5.593 personalizzato. 16 Confronta 1.3. 17 θεὸς ὣς τίετο δήμῳ è formulare, 5x Iliade (vedi 5.78, 10.55) e 1x Odissea. Il dativo δήμῳ è in qualche modo incorporato nell idea essenziale della formula, cosicchè è possibile aggiungere un altro dativo, Τρωσὶ, che formalmente duplica la costruzione di δήμῳ.

60 ἠΐθεόν τ Ἀκάμαντ ἐπιείκελον ἀθανάτοισιν. e al giovane (da ἠίθεος, contratto ᾔθεος, ὁ: è il giovane uomo non sposato - è l equivalente maschile di παρθένος, ἡ) Acamante, simile (da ἐπιείκελος, ον) agli immortali. 61 Ἕκτωρ δ ἐν πρώτοισι φέρ ἀσπίδα πάντοσ ἐΐσην, Ettore tra le prime file portava lo scudo ben bilanciato, 62 οἷος 18 δ ἐκ νεφέων ἀναφαίνεται οὔλιος ἀστὴρ 19 PARAGONE quale fuori dalle nuvole appare (da ἀναφαίνω) l astro malvagio, maligno (da οὔλιος, α, ον, = ὀλοός), 63 παμφαίνων, τοτὲ δ αὖτις ἔδυ νέφεα σκιόεντα, tutto splendente, poi di nuovo si tuffa (da δύω, con l accusativo) nelle nuvole scure, ombrose (da σκιόεις, εσσα, εν), 64 ὣς Ἕκτωρ ὁτὲ μέν τε μετὰ πρώτοισι φάνεσκεν, così Ettore talvolta compare (da φαίνω) tra i primi, 65 ἄλλοτε δ ἐν πυμάτοισι κελεύων: πᾶς δ ἄρα χαλκῷ ora invece tra gli ultimi (da πύματος, η, ον, Ep. = ἔσχατος), dando ordini; tutto dunque in bronzo 66 λάμφ ὥς τε στεροπὴ πατρὸς Διὸς αἰγιόχοιο. brillava (da λάμπω) come la folgore, il lampo (da στεροπή, ἡ), del padre Zeus portatore dell egida. 67 67 οἳ δ, ὥς τ ἀμητῆρες ἐναντίοι ἀλλήλοισιν 68 ὄγμον ἐλαύνωσιν ἀνδρὸς μάκαρος κατ ἄρουραν 69 πυρῶν ἢ κριθῶν: τὰ δὲ δράγματα ταρφέα πίπτει: PARAGONE Questi, come i mietitori (da ἀμητήρ, ῆρος, ὁ) di grano (da πυρός, ὁ, al pl. con altri cereali: πυροὶ καὶ κριθαί, cfr. 9.110, 19.112) e di orzo (da κριθή, ἡ) gli uni di fronte (da ἐναντίος, α, ον, con verbi di moto indica opposte direzioni) agli altri, avanzano lavorando, tracciando, formando (da ἐλαύνω), il solco (da ὄγμος, ὁ) sul campo di un uomo beato, ricco (da μάκαρ, αρος, ὁ): e questi cadono fitti, spessi (da ταρφύς, εῖα, ύ), i mannelli (da δράγμα, ατος, τό, quanti steli di grano o di orzo un mietitore può afferrare con la sua mano); 70 ὣς Τρῶες καὶ Ἀχαιοὶ ἐπ ἀλλήλοισι θορόντες così i Troiani e gli Achei balzando (da θρῴσκω) gli uni sugli altri 71 δῄουν, οὐδ ἕτεροι μνώοντ ὀλοοῖο φόβοιο. uccidevano (da δηϊόω, attico contratto δῃόω), e nessuno pensava a, era memore di (da μνάομαι, con il genitivo), la fuga rovinosa, nefasta (da ὀλοός, ή, όν, (ὄλλυμι)). 72 ἴσας δ ὑσμίνη κεφαλὰς ἔχεν 20, οἳ δὲ λύκοι ὣς Il combattimento teneva, costringeva, le teste allo stesso livello, e questi come lupi 73 θῦνον: Ἔρις δ ἄρ ἔχαιρε πολύστονος εἰσορόωσα: assaltavano, si avventavano (da θύνω): la Furia dai molti lamenti gioiva stando a guardare: 74 οἴη 21 γάρ ῥα θεῶν παρετύγχανε μαρναμένοισιν, sola infatti tra gli dei si trovava lì presso (da παρατυγχάνω, con il dativo) a coloro che combattevano, 75 οἳ δ ἄλλοι οὔ σφιν πάρεσαν θεοί, ἀλλὰ ἕκηλοι quelli, invece, gli altri dei non erano a loro vicini (da πάρειμι, con il dativo), ma beati, a loro agio (da ἕκηλος, ον: letteralmente non coinvolti, non impegnati ) 76 σφοῖσιν ἐνὶ μεγάροισι καθήατο, ἧχι ἑκάστῳ nelle loro case sedevano (da κάθημαι), dove (da ἧχι, Ep. per ᾗ) per ciascuno 77 δώματα καλὰ τέτυκτο κατὰ πτύχας Οὐλύμποιο. erano stati costruiti (da τεύχω) i bei palazzi lungo le gole, le valli (da πτύξ, ἡ, pl. πτύχες, πτύχας) dell Olimpo (da Ὄλυμπος, ὁ, Ep. anche Οὔλυμπος, metri gr.). 78 πάντες δ ᾐτιόωντο κελαινεφέα Κρονίωνα Paragone 18 Si veda per la struttura la comparazione in 6.146 sgg. E anche 5.864. 19 Si tratta di Sirio, astro della tarda estate e dell inizio del autunno, la stagione più afosa, e malarica. Si veda anche 22.26-31. 20 Nessuno dei due contingenti cede terreno. L espressione ἴσας δ ὑσμίνη κεφαλὰς ἔχεν è stata variamente tradotta: held their heads on a line (Lattimore), locked them head to head (Fagles. Similmente in Cerri teneva alla pari le teste. Si tratta di una di quelle espressioni la cui forza è evidente, ma che sfuggono ad una analisi razionale. Il commento di Gostoli alla traduzione di Cerri collega questa espressione ancora alla similitudine con i mietitori. 21 Questi vers1, 73-5, sono un commento abbastanza ingenuo da parte del poeta, oppure una sua spiegazione, all allegoria di Eris con la quale egli ha introdotto questo giorno di battaglia. Si ricordi che Zeus aveva proibito nel modo più assoluto a tutti gli dei di prendere parte alla battaglia: si veda 8.1 sgg. e 397 sgg. Eris è una personificazione, come diremmo noi, un astrazione retorica, e da questo punto il poeta la dimentica, ma almeno per il suo uditorio essa è una divinità, e quindi almeno formalmente essa contravviene alla limitazione che Zeus ha imposto agli altri dei dell Olimpo.

Tutti davano la colpa (da αἰτιάομαι, con l accusativo) al figlio di Crono avvolto in nere nubi (da κελαινεφής, ές, sincopato per κελαινο-νεφής) 79 οὕνεκ ἄρα Τρώεσσιν ἐβούλετο κῦδος ὀρέξαι. per il fatto di volere dare, concedere (da ὀρέγω, con il dativo della persona) la gloria ai Troiani. 80 τῶν μὲν ἄρ οὐκ ἀλέγιζε πατήρ: ὃ δὲ νόσφι λιασθεὶς Di questi però il padre non si curava (da ἀλεγίζω, in Omero solo nell Iliade, sempre negativo e con il genitivo): egli in disparte ritiratosi (da λιάζομαι) 81 τῶν ἄλλων ἀπάνευθε καθέζετο κύδεϊ γαίων lontano dagli altri sedeva (da καθέζομαι) esultante (da γαίω) di gloria 82 εἰσορόων Τρώων τε πόλιν καὶ νῆας Ἀχαιῶν 22 guardando alla città dei Troiani e alle navi degli Achei. 83 χαλκοῦ τε στεροπήν, ὀλλύντάς τ ὀλλυμένους τε 23. I bagliori, il lampo (da στεροπή, ἡ) del bronzo, gli uccisori e gli uccisi. 80 τῶν μὲν ἄρ οὐκ ἀλέγιζε πατήρ: ὃ δὲ νόσφι λιασθεὶς τῶν ἄλλων ἀπάνευθε καθέζετο κύδεϊ γαίων εἰσορόων Τρώων τε πόλιν καὶ νῆας Ἀχαιῶν χαλκοῦ τε στεροπήν, ὀλλύντάς τ ὀλλυμένους τε. Citazione Il padre però non si curava di loro: in disparte Sedeva, lontano dagli altri, luminoso di gloria, guardando la citta dei Troiani, le navi dei Danai, il balenare del bronzo e gli uccisori e gli uccisi. Comincia la sezione dedicata all aristia di Agamennone. A proposito di 84-5, la transizione da un episodio al successivo è segnata, come spesso accade, da un segmento formulare (qui 84-5 = 8.66-7, in entrambe le sezioni i versi sono seguiti da ἦμος δὲ [ ] (inoltre 84 = Odissea 9.56 and 85 = 16.778). L Iliade divide il giorno in tre parti (si veda 21.111), quindi ἠώς può essere interpretato come prima del calore del giorno. L azione che si colloca in 11.91-16.779 (quando Ἠέλιος μετενίσετο βουλυτὸν δέ) ha poi luogo durante il μέσον ἦμαρ, sempre supponendo che il progetto narrativo che il poeta ha in mente si estenda in dettaglio così in avanti, ed incorpori uno schema dei tempi calcolato in dettaglio. La battaglia ha un ribaltamento a mezzogiorno in 8.68, e di nuovo, (in una nota simile al paragone in 86-9) quando il sole sta tramontando βουλυτὸν δέ in 16.779. Nella stessa giornata è di nuovo mezzogiorno in 16.777. A meno che quello del taglialegna non sia solo una specie di colazione presa a metà mattinata dopo aver lavorato fin dalle prime luci dell alba. Le stragi di Agamennone 84 84 ὄφρα μὲν ἠὼς ἦν καὶ ἀέξετο ἱερὸν ἦμαρ, Fino a che era mattino, e il giorno sacro saliva 85 τόφρα μάλ ἀμφοτέρων βέλε ἥπτετο, πῖπτε δὲ λαός: durante questo tempo (ὄφρα [ ], τόφρα [ ]) molto colpivano (da ἅπτω, raggiungo l obiettivo ) i dardi di entrambe le parti, e la gente cadeva, moriva; 86 ἦμος δὲ δρυτόμος περ ἀνὴρ ὁπλίσσατο δεῖπνον ma quando il taglialegna (da δρυτόμος, ον, (τέμνω): usato come aggettivo con ἀνήρ) va a prepararsi (da ὁπλίζω) il pranzo 87 οὔρεος ἐν βήσσῃσιν 24, ἐπεί τ ἐκορέσσατο χεῖρας tra le gole (da βῆσσα, ἡ) di un monte, dopo che ha saziato (da κορέννυμι) le (sue) mani 88 τάμνων δένδρεα μακρά, ἅδος τέ μιν ἵκετο θυμόν, tagliando grandi alberi, e la fatica (da ἅδος, ὁ oppure τό) lo ha raggiunto (da ἱκνέομαι) nello spirito, 89 σίτου τε γλυκεροῖο περὶ φρένας ἵμερος αἱρεῖ, Paragone Bienore (T) Oileo (T) Iso (T) Antifo (T) Paragone 22 I versi 81 (da καθέζετο) ed 82 corrispondono a 8.51-2. 23 Ecco un esempio di poliptoto, figura retorica che consiste nel ripetere una parola già usata a breve distanza, modificandone il caso (nelle lingue flessive) o la funzione sintattica (nelle lingue non flessive), il genere, il numero, il modo e il tempo. 24 Si veda 3.34 οὔρεος ἐν βήσσῃς.

e (lo) prende nello spirito il desiderio del cibo ristoratore (da γλυκερός, ά, όν, = γλυκύς), 90 τῆμος σφῇ ἀρετῇ Δαναοὶ ῥήξαντο φάλαγγας 25 allora con il proprio valore (da ἀρετή, ἡ) i Danai rompono (da ῥήγνυμι) le schiere 91 κεκλόμενοι ἑτάροισι κατὰ στίχας: ἐν δ Ἀγαμέμνων esortando, spronando (da κέλομαι, con il dat. della persona, e talvolta l infinito), i compagni tra i ranghi, di fila in fila; tra di loro Agamennone 92 πρῶτος ὄρουσ, ἕλε δ ἄνδρα Βιάνορα ποιμένα λαῶν per primo andò all assalto (da ὀρούω), uccise un guerriero, Bienore, pastore di popoli, 93 αὐτόν, ἔπειτα δ ἑταῖρον Ὀϊλῆα πλήξιππον. lui, quindi il compagno Oileo, guidatore di cavalli. 94 ἤτοι ὅ γ ἐξ ἵππων κατεπάλμενος ἀντίος ἔστη: In verità questo saltato giù (da κατεφάλλομαι) dal carro stava di fronte, fronteggiando(lo); 95 τὸν δ ἰθὺς μεμαῶτα 26 μετώπιον ὀξέϊ δουρὶ ma questo, mentre gli stava venendo addosso, la fronte (da μετώπιον, τό, = μέτωπον) con la lancia appuntita 96 νύξ 27, οὐδὲ στεφάνη δόρυ οἱ σχέθε χαλκοβάρεια, colpì, trapassò (da νύσσω), né l elmo (da στεφάνη, ἡ, (στέφω)) di bronzo pesante (da χαλκοβαρής, ές) gli trattenne (da ἔχω, σχεθεῖν, aor. 2 poetico) la lancia, 97 ἀλλὰ δι αὐτῆς ἦλθε καὶ ὀστέου, ἐγκέφαλος δὲ ma attraverso di esso passò, e (attraverso) l osso (da ὀστέον, τό), e il cervello 98 ἔνδον ἅπας πεπάλακτο: δάμασσε δέ μιν μεμαῶτα. all interno, tutto quanto, si spappolò (da παλάσσω): lo atterrò nello slancio, mentre assaltava. 99 καὶ τοὺς μὲν λίπεν αὖθι ἄναξ ἀνδρῶν Ἀγαμέμνων E questi lasciò qui, sul posto, il signore di uomini Agamennone, 100 στήθεσι παμφαίνοντας 28, ἐπεὶ περίδυσε χιτῶνας: tutti splendenti nel petto, dopo che li ebbe spogliati (da περιδύω) delle tuniche; 101 αὐτὰρ ὃ βῆ Ἶσόν τε καὶ Ἄντιφον ἐξεναρίξων poi quello muove per andare ad uccidere (da ἐξεναρίζω) Iso ed Antifo, 102 υἷε δύω Πριάμοιο νόθον καὶ γνήσιον ἄμφω i due figli di Priamo, (uno) bastardo e (l altro) legittimo (da γνήσιος, α, ον, (γένος)), entrambe 103 εἰν ἑνὶ δίφρῳ ἐόντας: ὃ μὲν νόθος ἡνιόχευεν, che stavano su uno stesso carro: quello bastardo era il cocchiere (da ἡνιοχεύω), 104 Ἄντιφος αὖ παρέβασκε περικλυτός: ὥ ποτ Ἀχιλλεὺς Antifo, eccellente, ricco di fama, invece andava al suo fianco (da παραβαίνω); questi due un giorno Achille 105 Ἴδης ἐν κνημοῖσι 29 δίδη μόσχοισι λύγοισι 30, sulle balze, sui rilievi (da κνημός, ὁ, in Omero sempre al plurale), dell Ida aveva legato (da δίδημι, forma epica raddoppiata di δέω, come τίθημι di *θέω) con pieghevoli (da μόσχος, ὁ) vimini (da λύγος, ἡ, = ἄγνος), 106 ποιμαίνοντ ἐπ ὄεσσι λαβών, καὶ ἔλυσεν ἀποίνων. 25 Si deve tenere a mente questo quadro di riferimento fino a quando Agamennone non sarà ferito in 248 sgg. I Troiani sono messi in fuga ed Agamennone assalta per uccidere i fuggitivi. Le φάλαγγες e le στίχες (91) sono gli inquadramenti dell esercito. Non si devono pensare come ranghi serrati, perchè deve essere possibile utilizzare armi da lancio che richiedono spazio di manovra e i guerrieri più coraggiosi possono uscire dai ranghi. Per di più quando l ordine è rotto, come qui, esso può riformarsi (284 sgg.); la classica falange ordinata in modo serrato dispiegava un maggior numero di lance sul suo fronte, ma una volta ingaggiata nell azione sacrificava possibilità di manovra (Tuc. 5.71-2) e non poteva riorganizzarsi se scompaginata. 26 Si veda 0.327, con la nota a proposito di ἰθὺς μεμαῶτα. 27 Vedi 5.46. 28 Il verso è abbastanza osuro, e la sua oscurità è nel verbo περίδυσε. Leaf afferma, giustificando la sua affermazione con l uso classico, che in mancanza di una indicazione di rimozione il verbo δύω deve significare indossare; vestire, ma se περίδυσε è corretto, la sola possibile interpretazione è che Agamennone spogliò i loro corpi. Ciò che Agamennone infligge a questi nemici di rango inferiore è quello che prega di infliggere ad Ettore, Ἑκτόρεον δὲ χιτῶνα περὶ στήθεσσι δαΐξαι (2.416). Ma al di là della frase oggettiva ad un livello superficiale c è un patetico ossimoro L accostamento di due termini in forte antitesi. Durante la sua vita infatti il guerriero è τεύχεσι παμφαίνων (6.513, 19.398). 29 Vedi 2.821. 30 μόσχος, germoglio; giovane ramo, è un termine generico, cui λύγος, termine specifico, è aggiunto in apposizione.

dopo averli catturati mentre pascolavano (da ποιμαίνω, con ἐπί e il dativo) le greggi, e li rilasciò (da λύω, con il genitivo della cosa o persona data in cambio) in cambio di un riscatto. 107 δὴ τότε γ Ἀτρεΐδης εὐρὺ κρείων Ἀγαμέμνων Allora il figlio di Atreo, il molto potente Agamennone, 108 τὸν μὲν ὑπὲρ μαζοῖο κατὰ στῆθος βάλε δουρί, uno sopra la mammella, al petto, colpisce con la lancia, 109 Ἄντιφον αὖ παρὰ οὖς ἔλασε ξίφει, ἐκ δ ἔβαλ ἵππων. Antifo invece ferisce (da ἐλαύνω) con la spada all orecchio (da οὖς, τό) e lo getta giù dal carro. 110 σπερχόμενος δ ἀπὸ τοῖιν ἐσύλα τεύχεα καλὰ Muovendosi rapidamente (da σπέρχω) strappava poi via (da συλάω, qui con ἀπὸ τοῖιν, e l accusativo della cosa) da loro le belle armi, 111 γιγνώσκων: καὶ γάρ σφε πάρος παρὰ νηυσὶ θοῇσιν riconoscendo(li): e infatti, già infatti, loro in precedenza presso le veloci navi 112 εἶδεν, ὅτ ἐξ Ἴδης ἄγαγεν πόδας ὠκὺς Ἀχιλλεύς. aveva visto, quando li condusse dall Ida Achille dai piedi veloci. 113 ὡς δὲ λέων ἐλάφοιο ταχείης 31 νήπια τέκνα PARAGONE Come un leone i teneri piccoli di una cerva (da ἔλαφος, ὁ and ἡ,) veloce 114 ῥηϊδίως συνέαξε λαβὼν κρατεροῖσιν ὀδοῦσιν facilmente fa a pezzi (da συνάγνυμι), dopo che li ha presi con i forti denti 115 ἐλθὼν εἰς εὐνήν, ἁπαλόν τέ σφ ἦτορ ἀπηύρα: dopo essere entrato nella tana (da εὐνή, ἡ), e toglieva loro via (da ἀπαυράω, qui col dativo della persona e l accusativo della cosa) la tenera, gentile, giovane (da ἁπαλός, ή, όν), vita; 116 ἣ δ εἴ πέρ τε τύχῃσι μάλα σχεδόν, οὐ δύναταί σφι quella, se anche era per caso molto vicino, non può a loro 117 χραισμεῖν: αὐτὴν γάρ μιν ὑπὸ τρόμος αἰνὸς ἱκάνει: essere di aiuto; lei stessa infatti un tremore terribile prende, raggiunge; 118 καρπαλίμως δ ἤϊξε διὰ δρυμὰ πυκνὰ καὶ ὕλην rapidamente si getta (da ἀίσσω) attraverso la fitta macchia (da δρυμός, ὁ, Omero ha solo il plurale δρυμά, τά) e la foresta 119 σπεύδουσ ἱδρώουσα κραταιοῦ θηρὸς ὑφ ὁρμῆς: affannata (da σπεύδω), sudata, da sotto la furia, l assalto (da ὁρμή, ἡ), della belva potente (da κραταιός, ά, όν, forma poetica per κρατερός, formatasi all inverso dal femminile κραταιή: solo qui e in 13.345 nell Iliade, e 2x Odissea); 120 ὣς ἄρα τοῖς οὔ τις δύνατο χραισμῆσαι ὄλεθρον così dunque nessuno poteva da questi allontanare, la rovina, la morte (da ὄλεθρος, ὁ), 121 Τρώων, ἀλλὰ καὶ αὐτοὶ ὑπ Ἀργείοισι φέβοντο. tra i Troiani, ma anche questi fuggivano (da φέβομαι) da sotto gli Argivi. 122 122 αὐτὰρ ὃ Πείσανδρόν τε καὶ Ἱππόλοχον μενεχάρμην Quindi egli Pisandro ed Ippoloco, fermo nella battaglia, coraggioso (da μενεχάρμης, ου, ὁ, (μένω, χάρμη), vedi μενέχαρμος, ον), 123 υἱέας Ἀντιμάχοιο δαΐφρονος, ὅς ῥα μάλιστα figli di Antimaco bellicoso, che più di ogni altro 124 χρυσὸν Ἀλεξάνδροιο δεδεγμένος ἀγλαὰ δῶρα l oro di Alessandro avendo ricevuto (da δέχομαι), preziosi doni, 125 οὐκ εἴασχ Ἑλένην δόμεναι ξανθῷ Μενελάῳ, non permetteva (da ἐάω) che si restituisse (da δίδωμι) Elena al biondo Menelao, 126 τοῦ περ δὴ δύο παῖδε λάβε κρείων Ἀγαμέμνων di costui dunque il potente Agamennone uccide i due figli 127 εἰν ἑνὶ δίφρῳ 32 ἐόντας, ὁμοῦ δ ἔχον ὠκέας ἵππους: che stavano in un solo carro, e insieme trattenevano, cercavano di trattenere, i veloci cavalli: 128 ἐκ γάρ σφεας χειρῶν φύγον ἡνία σιγαλόεντα 33, a loro infatti le redini lucide, brillanti, sfuggono (da φεύγω, con l accusativo della persona o della cosa alla quale si sfugge) dalle mani, 31 Si veda 8.248, νεβρὸν ἔχοντ ὀνύχεσσι τέκος ἐλάφοιο ταχείης. 32 Su questo tema - εἰν ἑνὶ δίφρῳ ἐόντας / ἐόντε si vedano 11.103, 5.609, 5.160. 33 Un sistema formulare è costruito intorno allle redini, ἡνία σιγαλόεντα: tenute, prese in mano, sfuggite dalle mani.

129 τὼ 34 δὲ κυκηθήτην: ὃ δ ἐναντίον ὦρτο λέων ὣς e questi due si scompongono, si imbizzarriscono (da κυκάω); questo allora balzò incontro, come un leone, 130 Ἀτρεΐδης: τὼ δ αὖτ ἐκ δίφρου γουναζέσθην: il figlio di Atreo; questi allora dal carro lo supplicavano: 131 ζώγρει Ἀτρέος υἱέ, σὺ δ ἄξια δέξαι ἄποινα: «Prendi(ci) vivi, o figlio di Atreo, e tu accetta un riscatto giusto, adeguato (da ἄξιος, ία, ιον): 132 πολλὰ δ ἐν Ἀντιμάχοιο δόμοις κειμήλια κεῖται molti oggetti preziosi (da κειμήλιον, τό, (κεῖμαι)) si trovano, giacciono (da κεῖμαι) nella (casa) di Antimaco, 133 χαλκός τε χρυσός τε πολύκμητός τε σίδηρος, bronzo, oro e ferro forgiato con molta fatica (da πολύκμητος, ον, (κάμνω)), 134 τῶν κέν τοι χαρίσαιτο πατὴρ ἀπερείσι ἄποινα, di questi (mio) padre sarebbe felice di dartene (da χαρίζω, con l accusativo) un riscatto infinito, immenso, 135 εἰ νῶϊ ζωοὺς πεπύθοιτ ἐπὶ νηυσὶν Ἀχαιῶν. 35 se ci sapesse (da πυνθάνομαι) vivi sulle navi degli Achei». 136 136 ὣς τώ γε κλαίοντε προσαυδήτην βασιλῆα Così questi due piangendo si rivolgevano (da προσαυδάω, con l accusativo della persona ed il dativo oppure l accusativo della cosa che viene detta) al re 137 μειλιχίοις ἐπέεσσιν: ἀμείλικτον δ ὄπ ἄκουσαν 36 : con parole di miele, dolci, suadenti; ma udirono parole dure, crudeli, implacabili (da ἀμείλικτος, ον, (μειλίσσω)): 138 εἰ μὲν δὴ Ἀντιμάχοιο δαΐφρονος υἱέες ἐστόν, «Se veramente (voi due) siete i figli del bellicoso Antimaco, 139 ὅς ποτ ἐνὶ Τρώων ἀγορῇ 37 Μενέλαον ἄνωγεν che un giorno nell assemblea dei Troiani consigliava (da ἄνωγα) che Menelao, 140 ἀγγελίην 38 ἐλθόντα σὺν ἀντιθέῳ Ὀδυσῆϊ venuto in ambasceria insieme al divino Odisseo, 141 αὖθι κατακτεῖναι μηδ ἐξέμεν ἂψ ἐς Ἀχαιούς, fosse ucciso lì sul posto, e non lasciato ritornare indietro tra gli Achei, 142 νῦν μὲν δὴ τοῦ πατρὸς ἀεικέα τίσετε λώβην. ora dunque (voi) pagherete l offesa vergognosa (da ἀεικής, ές) di (vostro) padre». 142 νῦν μὲν δὴ τοῦ πατρὸς ἀεικέα τίσετε λώβην. Ora mi pagherete la turpe colpa del padre. 143 143 ἦ, καὶ Πείσανδρον μὲν ἀφ ἵππων ὦσε χαμᾶζε Diceva, e Pisandro tira via (da ὠθέω) dal carro, a terra, 144 δουρὶ βαλὼν πρὸς στῆθος: ὃ δ ὕπτιος οὔδει ἐρείσθη. colpendo(lo) con la lancia al petto: e quello sulla terra (da οὖδας, τό, gen. οὔδεος, dat. οὔδει, raro οὔδεϊ) cade, giace (da ἐρείδω), supino; 145 Ἱππόλοχος δ ἀπόρουσε, τὸν αὖ χαμαὶ ἐξενάριξε Ippoloco salta giù (da ἀπορούω), dunque a terra lo uccide 146 χεῖρας ἀπὸ ξίφεϊ τμήξας ἀπό τ αὐχένα κόψας, Pisandro (T) Ippoloco (T) Citazione Paragone 34 Il pronome si riferisce evidentemente, questa volta, ai cavalli. 35 A proposito di 131-5, si veda anche l implorayione di Adrasto verso menelao, 6.46 sgg. Anche l implorazione di Dolone in 10.378-81 con la relativa nota. 36 ἀμείλικτον δ ὄπ ἄκουσαν è formulare: si veda 21.98 (Achille a Licaone), ma qui è contrapposto in modo estremamente netto all ugualmente formulare μειλιχίοις ἐπέεσσιν (4x Iliade, 14x Odissea, includendo le varianti). Questi sono i soli versi che introducono un discorso diretto con un verbo di ascolto e non di dire, ovvero che lo introducono dal punto di vista dell ascoltatore. Non meno di 7 dei 46 discorsi di Agamennone nell Iliade sono introdotti qualificando il re come duro, implacabile, senza pietà. Qui ἀμείλικτος qualifica in modo eccellente Agamennone, che qui mette in pratica l uccisione senza pietà di un supplicante, come predicato a Menelao in 6.55-60. 37 L assemblea di menelao ed Odisseo è menzionata in 3.205-24, e riferita nella Cypria. 38 Quello di ἀγγελίην è a famous if overrated problem (Kirk), ma chiaramente ἀγγελίην è qui un accusativo interno, come in 4.384. Si veda anche ἐξεσίην ἐλθόντι (24.235). Il problema si presenta anche in 5 altri luoghi, oltre al presente: 3.206, 4.384, 13.252, 15.640, Esiodo, Theog. 781.

39 Si veda 10.305. 40 Si veda 8.378. con la spada tagliando via (da ἀποτμήγω, in tmesi) le braccia e tranciando (da ἀποκόπτω, in tmesi) il collo, 147 ὅλμον δ ὣς ἔσσευε κυλίνδεσθαι δι ὁμίλου. e come un rullo (da ὅλμος, ὁ) (lo) spinge (da σεύω) per farlo rotolare (da κυλίνδω) tra la folla, tra la massa. 148 τοὺς μὲν ἔασ : ὃ δ ὅθι πλεῖσται κλονέοντο φάλαγγες, Lasciò dunque costoro: egli poi là dove un più gran numero (da πλεῖστος, η, ον, Sup. of πολύς, πλείων, πλέων, ὁ, ἡ, neutro πλεῖον, πλέον, πλεῖν, Comp. di πολύς) di falangi si precipitavano (da κλονέω), 149 τῇ ῥ ἐνόρουσ, ἅμα δ ἄλλοι ἐϋκνήμιδες Ἀχαιοί. qui si gettò (da ἐνορούω), insieme (a lui) (erano) gli altri Achei dalle solide gambiere. 150 πεζοὶ μὲν πεζοὺς ὄλεκον φεύγοντας ἀνάγκῃ, I fanti facevano strage (da ὀλέκω) di fanti che stavano fuggendo per necessità, 151 ἱππεῖς δ ἱππῆας: ὑπὸ δέ σφισιν ὦρτο κονίη e i cavalieri (facevano strage) di cavalieri; sotto di essi si solleva la polvere 152 ἐκ πεδίου, τὴν ὦρσαν ἐρίγδουποι πόδες ἵππων dalla pianura, questa sollevavano gli zoccoli altosonanti (da ἐρίγδουπος, ον, = ἐρίδουπος) dei cavalli 153 χαλκῷ δηϊόωντες: ἀτὰρ κρείων Ἀγαμέμνων mentre (loro) si uccidevano, si massacravano (da δηιόω) con il bronzo; ecco allora il potente Agamennone 154 αἰὲν ἀποκτείνων ἕπετ Ἀργείοισι κελεύων. sempre uccidendo inseguiva, richiamando, dando ordini (da κελεύω, con il dativo), agli Argivi. 155 ὡς δ ὅτε πῦρ ἀΐδηλον ἐν ἀξύλῳ ἐμπέσῃ ὕλῃ, PARAGONE Come quando un fuoco distruttivo, rovinoso (da ἀίδηλος, ον), si abbatte (da ἐμπίτνω) su una foresta vergine (da ἄξυλος, ον, dove nessun albero sia ancora stato tagliato), 156 πάντῃ τ εἰλυφόων ἄνεμος φέρει, οἳ δέ τε θάμνοι ovunque, in ogni parte, il vento roteante, vorticoso (da εἰλυφάζω), (lo) porta, (lo) diffonde, e gli alberi (da θάμνος, ὁ) 157 πρόρριζοι πίπτουσιν ἐπειγόμενοι πυρὸς ὁρμῇ: per intero, dalle loro radici (da πρόρριζος, ον, (ῥίζα)), cadono sopraffatti, vinti, stretti (da ἐπείγω), dalla furia, dall assalto (da ὁρμή, ἡ), del fuoco: 158 ὣς ἄρ ὑπ Ἀτρεΐδῃ Ἀγαμέμνονι πῖπτε κάρηνα così sotto l Atride Agamennone cadevano le teste 159 Τρώων φευγόντων, πολλοὶ δ ἐριαύχενες 39 ἵπποι dei Troiani che fuggivano, e molti cavalli dal collo arcuato 160 κείν ὄχεα κροτάλιζον ἀνὰ πτολέμοιο γεφύρας 40 facevano sbattere rumorosamente (da κροταλίζω) i vuoti (da κενός, ή, όν, Ion. e poet. κεινός) carri sui sentieri di guerra 161 ἡνιόχους ποθέοντες ἀμύμονας: οἳ δ ἐπὶ γαίῃ rimpiangendo (da ποθέω) i perfetti cocchieri; ma quelli sulla terra 162 κείατο, γύπεσσιν πολὺ φίλτεροι ἢ ἀλόχοισιν. giacevano, molto più amati dagli avvoltoi che dalle (loro) spose

In termini generali, e comunque con qualche dettaglio, la strage perpetrata da Agamennone viene descritta in modo simile a quella di Achille in 20.353-21.135. Ettore ne è tenuto fuori per intervento divino; Agamennone compie un vero e proprio massacro, e il suo inseguimento dei Troiani in rotta viene paragonato al fuoco in una foresta; la rotta viene descritta; la mano dell eroe sanguina (169 = 20.503); il massacro viene quindi ripreso. La struttura della narrazione, e in particolare il suo bilanciamento, il suo equilibrio, possono essere meglio apprezzati con uno schema riassuntivo: 84-91 Descrizione introduttiva generale, con quasi-comparazione; 91-100 Agamennone uccide Bienore ed Oileo. Ignota l identificazione dei due. Non viene specificato come Bienore è ucciso, mentre Oileo è ucciso trafiggendogli la testa con la lancia. 101-21 Agamennone uccide i fratelli Iso e Antifo. 102-4: questi vengono identificati come figli di Priamo. 104-6: breve aneddoto. Iso è ucciso con la lancia, mentre Antifo è ucciso con la spada. 113-19: Similitudine. 122-47 Agamennone uccide i fratelli Pisandro e Ippoloco. 123-5: Essi sono identificati con un breve aneddoto. 126-47: essi sono atterriti per la paura e di arrendono, ma Agamennone uccide Pisandro e decapita Ippoloco con la sua spada. A 148-62 Zeus tiene Ettore fuori dalla mischia. 165-80 Descrizione più generale con similitudine. BX 181-210 Zeus, mediante Iris, avverte Ettore di tenersi alla larga sino a quando Agamennone non venga ferito e non si ritiri. Ettore avrà allora la sua vittoria. 211-16 Reazione troiana. 216-63 Riprende l aristia (216-7, ἐν δ Ἀγαμέμνων πρῶτος ὄρουσ = 91-2). Agamennone uccide Ifidamante e Coone. Le uccisioni sono collegate dal momento che Ifidamante e Coone sono fratelli, ma sono raccontate come episodi separati all interno di una composizione ad anello (221 ~ 261). 221-47 Ifidamante. 221-30: viene identificato con un aneddoto. 232-3: la lancia di Agamennone lo manca. 234-40: Ifidamante colpisce ma non ferisce Agamennone. 240: Agamennone lo uccide con la spada. 241-45: commoventi, patetiche considerazioni sulla sua morte. C 248-63 Coone. 248-50: viene brevemente identificato. 251-3: ferisce Agamennone al braccio. 254-60: Agamennone uccide Coone con la lancia. D 264-83 Agamennone si ritira. 269-72: similitudine. Y 284 sgg. Contrattacco di Ettore. L alternarsi di descrizione a carattere generale e incidente particolare è tipica della tecnica narrativa di Omero. Gli scholia esegetici (che hanno familiarità con il fatto che glli eventi possono essere paralleli, ma la narrazione deve essere lineare) chiamano questo προανακεφαλαίωσις. Il commento del poeta relativamente relativo ad una spiegazione del successo di Agamennone, l assenza di Ettore (A), viene sviluppato in una premonizione della fine della sua aristia (B), e del successo di Ettore (X). Il primo punto viene realizzato in C-D, il secondo conduce ad Y in una sequenza di temi. Gli scholia esegetici commentano frequentemente in merito a queste sequenze di pensieri che si collegano (προαναφώνησις, πρόληψις, προοικονομία), nelle quali essi percepiscono il grande disegno, schema, del poeta, formato e finito prima di comporre un solo verso. La seconda parte dell aristia di Agamennone ha poco peso in termini di contenuto, dal momento che gli viene concessa solo una uccisione diretta prima di essere ucciso, contro sei nei precedenti episodi, ma lo spazio che gli viene dedicato non è molto diverso (la seconda metà dell aristia con le sue descrizioni generali di supporto consta di 70 versi, contro i 101 della prima). La morte di Ifidamante e Coone conclude l aristia di Agamennone.

163 163 Ἕκτορα δ ἐκ βελέων ὕπαγε Ζεὺς ἔκ τε κονίης Zeus tirava via da sotto (da ὑπάγω) i colpi e la polvere, 164 ἔκ τ ἀνδροκτασίης ἔκ θ αἵματος ἔκ τε κυδοιμοῦ: 41 e la strage di uomini, e il sangue e il tumulto (da κυδοιμός, ὁ); 165 Ἀτρεΐδης δ ἕπετο σφεδανὸν Δαναοῖσι κελεύων 42. ma il figlio di Atreo inseguiva con violenza (da σφεδανός, ή, όν, = σφοδρός, in Omero solo neutro singolare come avverbio) ed incitava gli Achei. 166 οἳ δὲ παρ Ἴλου σῆμα παλαιοῦ Δαρδανίδαο Questi invece presso, oltre la tomba di Ilo, dell antico discendente di Dardano, 167 μέσσον κὰπ πεδίον παρ ἐρινεὸν ἐσσεύοντο in mezzo giù per la pianura, presso, oltre il caprifico, correvano (da σεύω), 168 ἱέμενοι πόλιος: ὃ δὲ κεκλήγων ἕπετ αἰεὶ smaniosi, bramosi (da ἵημι, di solito al participio con questo significato, e con il genitivo), della città; quello urlando sempre inseguiva, 169 Ἀτρεΐδης, λύθρῳ 43 δὲ παλάσσετο χεῖρας ἀάπτους. il figlio di Atreo, e macchiava (da παλάσσω) le mani invincibili (da ἄαπτος, ον, (ἅπτομαι)) con il sangue. 170 ἀλλ ὅτε δὴ Σκαιάς τε πύλας καὶ φηγὸν ἵκοντο, Ma quando raggiungono le porte Scee e la quercia, 171 ἔνθ ἄρα δὴ ἵσταντο καὶ ἀλλήλους ἀνέμιμνον. qui però si fermavano e si aspettavano (da ἀναμίμνω) gli uni con gli altri. 172 οἳ δ ἔτι κὰμ μέσσον πεδίον φοβέοντο βόες ὥς, PARAGONE Quelli ancora, nel mezzo della pianura.come vacche fuggivano 173 ἅς τε λέων ἐφόβησε μολὼν ἐν νυκτὸς ἀμολγῷ che un leone giungendo (da βλώσκω) nel profondo (da ἀμολγός, ὁ, in Omero sempre nell espressione νυκτὸς ἀμολγῷ) della notte ha spaventato, ha messo in fuga, 174 πάσας: τῇ δέ τ ἰῇ ἀναφαίνεται αἰπὺς ὄλεθρος: tutte; e a questa, una sola, si presenta, si avvicina (da ἀναφαίνω), ad una repentina (da αἰπύς, εῖα, ύ : il cui significato è alto e ripido, scosceso, in Omero per lo più di città costruite su rilievi scoscesi; qui il riferimento è alla morte vista con caduta in un precipizio) morte (da, ὄλεθρος, ὁ); 175 τῆς δ ἐξ αὐχέν ἔαξε λαβὼν κρατεροῖσιν ὀδοῦσι di questa spezza (da ἐξάγνυμι, in tmesi) il collo dopo averla afferrata con i forti denti, 176 πρῶτον, ἔπειτα δέ θ αἷμα καὶ ἔγκατα πάντα λαφύσσει: per prima cosa, poi il sangue e tutte le interiora (da ἔγκατα, τά) divora, ingoia (da λαφύσσω); 177 ὣς τοὺς Ἀτρεΐδης ἔφεπε κρείων Ἀγαμέμνων così su di questi il figlio di Atreo, il potente Agamennone, si accaniva (da ἐφέπω), 178 αἰὲν ἀποκτείνων τὸν ὀπίστατον: οἳ δ ἐφέβοντο. sempre uccidendo quello più arretrato (da ὀπίστατος, η, ον, (ὄπισθε)); e quelli fuggivano (da φέβομαι). 179 πολλοὶ δὲ πρηνεῖς τε καὶ ὕπτιοι ἔκπεσον 44 ἵππων Molti cadono giù (da ἐκπίπτω) dal carro, dai cavalli, con la faccia in giù (da πρηνής, ές, opposto di ὕπτιος: si vedano il latino pronus e supinus) o supini (da ὕπτιος, α, ον) 180 Ἀτρεΐδεω ὑπὸ χερσί: περὶ πρὸ γὰρ ἔγχεϊ θῦεν. sotto le mani dell Atride; tutto intorno (e) davanti infatti imperversava con l asta. 181 ἀλλ ὅτε δὴ τάχ ἔμελλεν ὑπὸ πτόλιν αἰπύ τε τεῖχος Paragone 41 Tre combattimenti descritti in dettaglio sono più o meno quanto serve per una aristia: Diomede ne ha quattro (5.144-65), ma non descritti con la stessa estensione; Patroclo tre (16.399 414) seguiti da una lunga lista senza annotazioni. Questo poi è il momento nel quale un comandante troiano (Enea nel libro 5, Sarpedone nel libro 16) dovrebbe notare quello che sta accadendo ed intervenire. Solo Ettore, il comandante supremo dei Troiani, è un possibile avversaio per il signore di uomini Agamennone, il comandante supremo degli Achei. Se Ettore affrontasse ora e ferisse Agamennone, vi sarebbe una sottile ironia: Agamennone fallisce in modo umiliante proprio laddove Achille riesce in modo trionfale. Ma il poeta non vuole umiliare gli Achei: si veda per esempio il modo in cui organizza la morte di Patroclo, e come fa ferire Agamennone, e più avanti Odisseo (434-9), da guerrieri troiani che possono immediatamente uccidere. È quindi necessario inserire un commento (163-4) per spiegare che Ettore non è presente per notare la furia di Agamennone perché Zeus (il cui imperscrutabile volere tutto spiega) lo ha tolto dalla scena della battaglia. Si noti che questa breve enunciazione del tema è qui seguita dalla sua riformulazione in forma molto più eleborata, si veda 181-210 e la relativa nota. 42 Si veda il verso 14. 43 Si veda 6.268, αἵματι καὶ λύθρῳ πεπαλαγμένον εὐχετάασθαι (Ettore). 44 Vedi 6.64.

182 ἵξεσθαι, τότε δή ῥα πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε Ma quando poi era quasi (da ταχύ, avverbio, con l accento ritratto dopo l elisione) sul punto di giungere sotto la città ed il ripido muro, allora il padre degli uomini e degli dei 183 Ἴδης ἐν κορυφῇσι καθέζετο πιδηέσσης sedeva sulle cime dell Ida ricco di sorgenti (da πιδήεις, εσσα, εν), 184 οὐρανόθεν καταβάς: ἔχε δ ἀστεροπὴν μετὰ χερσίν. dopo essere sceso giù dal cielo; teneva la folgore (da ἀστεροπή, ἡ, = στεροπή, ἀστραπή) tra le mani. 185 Ἶριν δ ὄτρυνε χρυσόπτερον ἀγγελέουσαν: Esortava Iris dalle ali d oro (da χρυσοπτερος, ον) ad andare a portare un messaggio (da ἀγγέλλω): 186 βάσκ ἴθι 45 Ἶρι ταχεῖα, τὸν Ἕκτορι μῦθον ἐνίσπες: «Affrettati (da βάσκω), vai rapidamente, o Iris, questo discorso, queste parole, riferisci (da ἐνέπω) ad Ettore; 187 ὄφρ ἂν μέν κεν ὁρᾷ Ἀγαμέμνονα ποιμένα λαῶν fino a quando egli veda Agamennone, pastore di popoli, 188 θύνοντ ἐν προμάχοισιν ἐναίροντα στίχας ἀνδρῶν, che avanza impetuoso (da θύνω) tra i primi combattenti facendo strage di schiere di guerrieri, 189 τόφρ ἀναχωρείτω, τὸν δ ἄλλον λαὸν ἀνώχθω durante questo tempo si tenga indietro (da ἀναχωρέω, si tenga fuori (dalla battaglia ), ed altri guerrieri spinga (da ἄνωγα, con l attivo della persona e l infinito) 190 μάρνασθαι δηΐοισι κατὰ κρατερὴν ὑσμίνην. a combattere (da μάρναμαι) contro i nemici (da δήϊος, α, ον, vedi anche δάιος: οἱ δ. i nemici ) nella dura battaglia. 191 αὐτὰρ ἐπεί κ ἢ δουρὶ τυπεὶς ἢ βλήμενος ἰῷ Però quando o ferito (da τύπτω) da una lancia o colpito da una freccia 192 εἰς ἵππους ἅλεται, τότε οἱ κράτος ἐγγυαλίξω salisse (da ἅλλομαι) sul carro, allora a lui consegnerò nelle mani (da ἐγγυαλίζω) la forza 193 κτείνειν εἰς ὅ κε νῆας ἐϋσσέλμους ἀφίκηται per uccidere, fino a quando giunga (da ἀφικνέομαι, con l accusativo del luogo) alle navi dai solidi banchi 194 δύῃ τ ἠέλιος καὶ ἐπὶ κνέφας ἱερὸν ἔλθῃ. e il sole tramonti (da δύω, il sole tramonta tuffandosi nel mare) e sopraggiungano (da ἐπέρχομαι, in tmesi) le sacre tenebre, il sacro crepuscolo (da κνέφας, τό) 46». In 181-210, Zeus si installa sul Monte Ida e dà ordine ad Iris di scendere sul campo di battaglia ed ordinare ad Ettore di tenersi lontano dai combattimenti fino a che non vedrà Agamennone ferito. Questa breve scena olimpica riprende la breve anticipazione del racconto in 163-4. Questo passaggio non è dunque solo una coda alla scena precedente che presenta una sequenza ripetuta: Descrizione Similitudine Ettore, ma imposta un nuovo obiettivo narrativo, la fine dell offensiva di Agamennone. L intero passaggio 148-64 + 165-217 è un esempio estremo della tecnica dell epica consistente nell introdurre un tema in termini relativamente concisi, e nel ripeterlo poi con maggiore elaborazione. Si veda per esempio 21.211-26 (proteste di Scamandro verso Achille) + 240-83 (Scamandro quasi fa annegare Achille); oppure Odissea, 8.62-103 (Odisseo piange al primo canto di Demodoco) e 8.469-586 (egli piange ancora al secondo canto di Demodoco). Questo tipo di struttura, una coppia con anticipazione anticipatory doublet sembra lasciare intravedere la tecnica compositiva orale, sembre di vedere il poeta orale al lavoro. 195 195 ὣς ἔφατ, οὐδ ἀπίθησε ποδήνεμος ὠκέα Ἶρις 47, 45 Si veda 8.399, e anche la nota a 2.8. 46 Si veda 2.413 (μὴ πρὶν ἐπ ἠέλιον δῦναι καὶ ἐπὶ κνέφας ἐλθεῖν) e 1.475 (ἦμος δ ἠέλιος κατέδυ καὶ ἐπὶ κνέφας ἦλθε). Si noti che 193-4 = 17.454-5. Il giorno, ormai trascorso per la metà in 84, non terminerà fino a 18.239, e solo con l assistenza di Era. Κνέφας è ἱερὸν solo in questo verso ripetuto. Si confronti per esempio ἱερὸν ἦμαρ, al verso 84: bt sostiene che il mattino è sacro perché è il momento del sacrificio, ma la cosa non è sicuramente accettbile perché anche la notte è sacra: si veda appunto κνέφας ἱερὸν qui al verso 194 e ancora in 17.455. I fenomeni naturali sono però controllati dagli dei, si veda νύκτα δι ἀμβροσίην (10.41). 47 Verso formulare, qui adattato per la prima volta ad Iris. Si veda: ὣς ἔφατ, οὐδ ἀπίθησε θεὰ γλαυκῶπις Ἀθήνη (2.166, 5.719, 7.43); ὣς ἔφατ, οὐδ ἀπίθησεν ἄναξ ἀνδρῶν Ἀγαμέμνων (2.441);

Così diceva, e non disobbedisce Iris veloce, dai piedi rapidi come il vento (da ποδήνεμος, ον), 196 βῆ δὲ κατ Ἰδαίων ὀρέων εἰς Ἴλιον ἱρήν. ma scende dai monti dell Ida verso Ilio sacra. 197 εὗρ υἱὸν Πριάμοιο δαΐφρονος Ἕκτορα δῖον Trova il figlio di Priamo bellicoso, il divino Ettore, 198 ἑσταότ ἔν θ ἵπποισι καὶ ἅρμασι κολλητοῖσιν 48 : ritto sopra i cavalli ed il carro (da ἅρμα, ατος, τό) ben costruito (da κολλητός, ή, όν); 199 ἀγχοῦ δ ἱσταμένη προσέφη πόδας ὠκέα Ἶρις: stando (a lui) vicina parlava Iris dai rapidi piedi: 200 Ἕκτορ υἱὲ Πριάμοιο Διὶ μῆτιν ἀτάλαντε «O Ettore, figlio di Priamo, pari a Zeus per saggezza, 201 Ζεύς με πατὴρ προέηκε τεῒν τάδε μυθήσασθαι. Zeus padre mi ha mandato (da προίημι) per riferirti queste cose. 202 ὄφρ ἂν μέν κεν ὁρᾷς Ἀγαμέμνονα ποιμένα λαῶν fino a quando (tu) non veda Agamennone, pastore di popoli, 203 θύνοντ ἐν προμάχοισιν, ἐναίροντα στίχας ἀνδρῶν, che avanza impetuoso (da θύνω) tra i primi combattenti facendo strage di schiere di guerrieri, 204 τόφρ ὑπόεικε μάχης, τὸν δ ἄλλον λαὸν ἄνωχθι durante questo tempo ritirati (da ὑπείκω, con il genitivo del luogo) dalla battaglia, ed altri guerrieri spingi (da ἄνωγα, con l attivo della persona e l infinito) 205 μάρνασθαι δηΐοισι κατὰ κρατερὴν ὑσμίνην. a combattere (da μάρναμαι) contro i nemici (da δήϊος, α, ον, vedi anche δάιος: οἱ δ. i nemici ) nella dura battaglia. 206 αὐτὰρ ἐπεί κ ἢ δουρὶ τυπεὶς ἢ βλήμενος ἰῷ Però quando o ferito (da τύπτω) da una lancia o colpito da una freccia 207 εἰς ἵππους ἅλεται, τότε τοι κράτος ἐγγυαλίξει salisse (da ἅλλομαι) sul carro, allora a te consegnerà nelle mani (da ἐγγυαλίζω) la forza 208 κτείνειν, εἰς ὅ κε νῆας ἐϋσσέλμους ἀφίκηαι per uccidere, fino a quando giunga (da ἀφικνέομαι, con l accusativo del luogo) alle navi dai solidi banchi 209 δύῃ τ ἠέλιος καὶ ἐπὶ κνέφας ἱερὸν ἔλθῃ. 49 e il sole tramonti (da δύω, il sole tramonta tuffandosi nel mare) e sopraggiungano (da ἐπέρχομαι, in tmesi) le sacre tenebre, il sacro crepuscolo (da κνέφας, τό)». 218 210 ἣ μὲν ἄρ ὣς εἰποῦσ ἀπέβη πόδας ὠκέα Ἶρις, ὣς ἔφατ, οὐδ ἀπίθησε πατὴρ ἀνδρῶν τε θεῶν τε (4.68); ὣς ἔφατ, οὐδ ἀπίθησε θεὰ λευκώλενος Ἥρη (5.767, 8.381); ὣς ἔφατ, οὐδ ἀπίθησε Γερήνιος ἱππότα Νέστωρ (8.112). 48 Vedi 4.366 e relativa nota. 49 Si noti che 202-9 = 187-94. In accordo con le normali convenzioni dell epica Iris ripete le sue istruzioni ad Ettore verbatim e sostituisce in modo molto attento la 3 persona delle istruzioni di Zeus con la 2 persona, ad eccezione del verso 204. Rare le eccezioni, in cui il messaggero aggiunge del proprio: vedi 8.409-424. Ecco il confronto: 187 ὄφρ ἂν μέν κεν ὁρᾷ Ἀγαμέμνονα ποιμένα λαῶν 202 ὄφρ ἂν μέν κεν ὁρᾷς Ἀγαμέμνονα ποιμένα λαῶν 188 θύνοντ ἐν προμάχοισιν ἐναίροντα στίχας ἀνδρῶν, 203 θύνοντ ἐν προμάχοισιν, ἐναίροντα στίχας ἀνδρῶν, 189 τόφρ ἀναχωρείτω, τὸν δ ἄλλον λαὸν ἀνώχθω 204 τόφρ ὑπόεικε μάχης, τὸν δ ἄλλον λαὸν ἄνωχθι 190 μάρνασθαι δηΐοισι κατὰ κρατερὴν ὑσμίνην. 205 μάρνασθαι δηΐοισι κατὰ κρατερὴν ὑσμίνην. 191 αὐτὰρ ἐπεί κ ἢ δουρὶ τυπεὶς ἢ βλήμενος ἰῷ 206 αὐτὰρ ἐπεί κ ἢ δουρὶ τυπεὶς ἢ βλήμενος ἰῷ 192 εἰς ἵππους ἅλεται, τότε οἱ κράτος ἐγγυαλίξω 207 εἰς ἵππους ἅλεται, τότε τοι κράτος ἐγγυαλίξει 193 κτείνειν εἰς ὅ κε νῆας ἐϋσσέλμους ἀφίκηται 208 κτείνειν, εἰς ὅ κε νῆας ἐϋσσέλμους ἀφίκηαι 194 δύῃ τ ἠέλιος καὶ ἐπὶ κνέφας ἱερὸν ἔλθῃ. 209 δύῃ τ ἠέλιος καὶ ἐπὶ κνέφας ἱερὸν ἔλθῃ.

Questa dunque, avendo così parlato, se ne va, si allontana (da ἀποβαίνω), Iris dal piede rapido, 211 Ἕκτωρ δ ἐξ ὀχέων σὺν τεύχεσιν ἆλτο χαμᾶζε, Ettore poi giù dal carro con le armi salta a terra, 212 πάλλων δ ὀξέα δοῦρα κατὰ στρατὸν ᾤχετο πάντῃ e agitando la lancia appuntita andava di qua e di là (da πάντῃ) giù per l esercito 213 ὀτρύνων μαχέσασθαι, ἔγειρε δὲ φύλοπιν αἰνήν. esortando a combattere, e risvegliava l aspra battaglia. 214 οἳ δ ἐλελίχθησαν καὶ ἐναντίοι ἔσταν Ἀχαιῶν, Quelli allora vengono fatti voltare (da ἐλελίζω) e stanno saldi di fronte, faccia a faccia (da ἐναντίος, α, ον, = ἀντίος, con il genitivo) agli Achei; 215 Ἀργεῖοι δ ἑτέρωθεν ἐκαρτύναντο φάλαγγας. 50 gli Argivi dall altra parte serrano, rinsaldano, consolidano (da καρτύνω, Ep. per κρατύνω), le falangi. 216 ἀρτύνθη δὲ μάχη, στὰν δ ἀντίοι: ἐν δ Ἀγαμέμνων La battaglia viene preparata, si prepara (da ἀρτύνω), ed essi stanno gli uni di fronte agli altri (da ἀντίος, ία, ίον, (ἀντί)): tra di loro Agamennone 217 πρῶτος ὄρουσ, ἔθελεν δὲ πολὺ προμάχεσθαι ἁπάντων. per primo va all assalto (da ὀρούω), vuole combattere di molto davanti a tutti (da προμάχομαι). 218 218 ἔσπετε νῦν μοι Μοῦσαι Ὀλύμπια δώματ ἔχουσαι 51 Narratemi (da ἔσπον, aor. 2 di ἐνέπω: solo alla seconda persona plurale in questa formula, in Omero) ora o Muse che abitate le dimore d Olimpo 219 ὅς τις δὴ πρῶτος Ἀγαμέμνονος ἀντίον ἦλθεν colui che per primo venne incontro ad Agamennone, 220 ἢ αὐτῶν Τρώων ἠὲ κλειτῶν ἐπικούρων. o tra gli stessi Troiani o tra i loro gloriosi, nobili (da κλειτός, ή, όν), alleati (da ἐπίκουρος, ὁ). 221 221 Ἰφιδάμας Ἀντηνορίδης ἠΰς τε μέγας τε 52 Ifidamante figlio di Antenore, valoroso, nobile (da ἐύς, ἐύ, sinonimo di ἀγαθός e καλός), e di grande statura, 222 ὃς τράφη ἐν Θρῄκῃ ἐριβώλακι μητέρι μήλων: che venne cresciuto (da τρέφω) nella Tracia dalle grandi zolle, fertile (da ἐριβῶλαξ, ακος, ὁ, ἡ), madre di greggi; 223 Κισσῆς τόν γ ἔθρεψε δόμοις ἔνι τυτθὸν ἐόντα Cisse lo allevò (da τρέφω) nel (suo) palazzo, essendo piccolo (da τυτθός, όν), 224 μητροπάτωρ, ὃς τίκτε Θεανὼ 53 καλλιπάρῃον: (Cisse) il nonno materno (da μητροπάτωρ, ορος, ὁ), che generava Teano dalla bella guancia. 225 αὐτὰρ ἐπεί ῥ ἥβης ἐρικυδέος ἵκετο μέτρον, Poi dopo che raggiunge il termine (da μέτρον, τό) della gloriosia, preziosa (da ἐρικυδής, ές), giovinezza (da ἥβη, ἡ), 226 αὐτοῦ μιν κατέρυκε, δίδου δ ὅ γε θυγατέρα ἥν: lo tratteneva (da κατερυκάνω, = κατερύκω) lì, ed egli gli dava sua figlia; 227 γήμας δ ἐκ θαλάμοιο μετὰ κλέος ἵκετ Ἀχαιῶν 54 dopo essersi sposato (da γαμέω), se ne andò (da ἱκνέομαι) dal talamo alla notizia degli Achei 228 σὺν δυοκαίδεκα νηυσὶ κορωνίσιν, αἵ οἱ ἕποντο. con dodici navi ricurve, che lo seguivano. 229 τὰς μὲν ἔπειτ ἐν Περκώτῃ λίπε νῆας ἐΐσας, Queste poi lasciò a Percote, le navi ben bilanciate, uguali, 230 αὐτὰρ ὃ πεζὸς ἐὼν ἐς Ἴλιον εἰληλούθει: e invece essendo a piedi egli se ne andava (da ἔρχομαι) verso Ilio; 231 ὅς ῥα τότ Ἀτρεΐδεω Ἀγαμέμνονος ἀντίον ἦλθεν 55. egli allora andò incontro a ad Agamennone, figlio di Atreo. Ifidamante (T) 50 Il poeta non è ancora pronto ad spostare il suo interesse da Agamennone, ma deve far notare la risposta di Ettore alle istruzioni di Iris, e fa questo in uno stile conciso, con alcuni versi formulari. Il verso 210 costituisce la ripresa dopo il discorso diretto, ed è seguito da un serie di quattro versi, 211 14 = 5.494-7 e 6.103-6. Poi un altro verso formulare 215 = 12.415. 51 Per l appello alle Muse, si noti che 218 = 2.484, 14.508, 16.112. 52 ἠΰς τε μέγας τε è formulare: si veda la nota a 3.226. 53 Teano è sposa di Antenore, dalla cui unione appunto nasce Ifidamante. 54 Anche poissibile (Kirk) in cerca di gloria sugli Achei, con genitivo dell obiettivo. 55 Si veda 11.219.

232 οἳ δ ὅτε δὴ σχεδὸν ἦσαν ἐπ ἀλλήλοισιν ἰόντες, Quando poi questi erano vicini, muovendo l uno incontro all altro, 233 Ἀτρεΐδης μὲν ἅμαρτε, παραὶ δέ οἱ ἐτράπετ ἔγχος 56, l Atride sbagliò (da ἁμαρτάνω), di fianco a quello venne deviata la lancia, 234 Ἰφιδάμας δὲ κατὰ ζώνην θώρηκος ἔνερθε Ifidamante alla cintura, da sotto la corazza, 235 νύξ, ἐπὶ δ αὐτὸς ἔρεισε βαρείῃ χειρὶ πιθήσας: colpì, trapassò (da νύσσω), poi egli spinse (da ἐπερείδω, in tmesi) fidando (da πείθω, col dativo della persona o della cosa) nel braccio forte, pesante; 236 οὐδ ἔτορε ζωστῆρα παναίολον, ἀλλὰ πολὺ πρὶν ma non penetrò attraverso, non perforò (da τορέω), la cintura tutta splendente, dai molti colori (da παναίολος, ον), ma molto prima 237 ἀργύρῳ ἀντομένη μόλιβος ὣς ἐτράπετ αἰχμή. incontrando (da ἄντομαι, solo presente ed imperfetto, verbo poetico (in Omero solo in Iliade), = ἀντάω; con il dativo) l argento la punta si piegò come piombo (da μόλιβος, ὁ, forma epica per μόλυβδος). 238 καὶ τό γε χειρὶ λαβὼν εὐρὺ κρείων Ἀγαμέμνων Quindi prendendola con la mano il molto potente Agamennone 239 ἕλκ ἐπὶ οἷ μεμαὼς ὥς τε λίς, ἐκ δ ἄρα χειρὸς (la) tirava verso di lui, furioso come un leone, e dalla mano 240 σπάσσατο: τὸν δ ἄορι πλῆξ αὐχένα, λῦσε δὲ γυῖα. gliela strappa (da σπάω); questo poi colpì (da πλήσσω, freq. in Omero, specialmente per un colpo diretto, oppure βάλλειν: πλήσσω ha il doppio accusativo della persona e della cosa: colpire qualcuno a, su... ) con la spada al collo, ), (gli) sciolse le membra (da γυῖον, τό). 241 ὣς ὃ μὲν αὖθι πεσὼν κοιμήσατο χάλκεον ὕπνον Così quello in quel punto cadendo dormì (da κοιμάω) un sonno di bronzo 242 οἰκτρὸς ἀπὸ μνηστῆς ἀλόχου, ἀστοῖσιν ἀρήγων, miserabile (da οἰκτρός, ά, όν), lontano dalla sua compagna legittima (da μνηστός, ή, όν, (μνάομαι)), venendo in aiuto (da ἀρήγω) ai concittadini (da ἀστός, ὁ, (ἄστυ)), 243 κουριδίης, ἧς οὔ τι χάριν ἴδε, πολλὰ δ ἔδωκε: la sposa, della quale non vide, non conobbe la gioia, e molte cose, molto, pagò; 244 πρῶθ ἑκατὸν βοῦς δῶκεν, ἔπειτα δὲ χίλι ὑπέστη dapprima diede cento buoi, poi mille promise (da ὑφίστημι) 245 αἶγας ὁμοῦ καὶ ὄϊς, τά οἱ ἄσπετα ποιμαίνοντο. insieme capre e pecore, queste in numero indicibile (da ἄσπετος, ον) gli pascolavano (da ποιμαίνω) 246 δὴ τότε γ Ἀτρεΐδης Ἀγαμέμνων ἐξενάριξε, Invece allora il figlio di Atreo Agamennone (lo) uccise, 247 βῆ δὲ φέρων ἀν ὅμιλον Ἀχαιῶν τεύχεα καλά. e venne portando le belle armi tra la folla degli Achei. 248 248 τὸν δ ὡς οὖν ἐνόησε Κόων ἀριδείκετος ἀνδρῶν Come dunque si accorse di lui, lo vide (da νοέω), Coone, glorioso (da ἀριδείκετος, ον, in Omero per lo più con il genitivo) tra gli uomini, 249 πρεσβυγενὴς Ἀντηνορίδης, κρατερόν ῥά ἑ πένθος il figlio maggiore (da πρεσβυγενής, ές) di Antenore, un forte, terribile, dolore a lui 250 ὀφθαλμοὺς ἐκάλυψε κασιγνήτοιο πεσόντος. oscurò la vista, gli occhi, poichè il fratello era caduto. 251 στῆ δ εὐρὰξ σὺν δουρὶ λαθὼν Ἀγαμέμνονα δῖον, Stette allora da un lato (da εὐράξ, avverbio) con la lancia sfuggendo alla vista (da λανθάνω, con l accusativo della persona) del divino Agamennone, 252 νύξε δέ μιν κατὰ χεῖρα μέσην ἀγκῶνος ἔνερθε, e lo colpì, lo trapassò (da νύσσω), nel mezzo del braccio, al di sotto (da ἔνερθε con il genitivo) del gomito (da ἀγκών, ῶνος, ὁ), 253 ἀντικρὺ δὲ διέσχε φαεινοῦ δουρὸς ἀκωκή. da parte a parte trapassò (da διέχω) la punta (da ἀκωκή, ἡ) della lancia lucente, brillante. Coone (T) 56 I versi 232-40 rappresentano un tipico duello minore, raccontato con una serie di versi formulari; la sequenza A manca B, B tira ad A senza successo, A uccide B è invariabile. Per quanto riguarda le formule, 232 = 13.604, etc. (5x ); 233 = 13.605; 235 = 17.48. Per 234, Agamennone sta vestendo il tipo di equipaggiamento immaginato in 4.187 = 4.216.

254 ῥίγησέν τ ἄρ ἔπειτα ἄναξ ἀνδρῶν Ἀγαμέμνων: Rabbrividì allora, a questo punto, il sire di uomini Agamennone: 255 ἀλλ οὐδ ὧς ἀπέληγε μάχης ἠδὲ πτολέμοιο, Ma neppure così, neppure in quel momento, abbandonava, desisteva da, rinunciava a (da ἀπολήγω, con il genitivo), il combattimento e la guerra, 256 ἀλλ ἐπόρουσε Κόωνι ἔχων ἀνεμοτρεφὲς ἔγχος. invece si slanciò (da ἐπορούω, con il dativo) contro Coone impugnando l asta indurita dal vento (da ἀνεμοτρεφής, ές). 257 ἤτοι ὃ Ἰφιδάμαντα κασίγνητον καὶ ὄπατρον Invero questi Ifidamante, fratello e (figlio) dello stesso padre (da ὄπατρος, ον, = ὁμοπάτριος), 258 ἕλκε ποδὸς μεμαώς, καὶ ἀΰτει πάντας ἀρίστους: tirava (da ἕλκω, con il genitivo della parte) per un piede, con furia, con energia, e gridava (da ἀυτέω) a tutti i migliori; 259 τὸν δ ἕλκοντ ἀν ὅμιλον ὑπ ἀσπίδος ὀμφαλοέσσης quello, mentre stava trascinando verso il folto (degli uomini), sotto lo scudo ombelicato 260 οὔτησε ξυστῷ χαλκήρεϊ, λῦσε δὲ γυῖα 57 : colpì (da οὐτάω) con l asta (da ξυστόν, τό) armata in bronzo (da χαλκήρης, ες), sciolse le membra (da γυῖον, τό); 261 τοῖο δ ἐπ Ἰφιδάμαντι κάρη ἀπέκοψε παραστάς. stando vicino, accostatosi (da παρίστημι), sopra Ifidamante, di questi la testa mozzò (da ἀποκόπτω). 262 ἔνθ Ἀντήνορος υἷες ὑπ Ἀτρεΐδῃ βασιλῆϊ Qui i figli di Antenore, sotto, per mano di, a causa di (da ὑπό, con il dativo), il sovrano Atride 263 πότμον ἀναπλήσαντες ἔδυν δόμον Ἄϊδος εἴσω. compiendo (da ἀναπίμπλημι) il (loro) destino (da πότμος, ὁ, (πίπτω)) scendono giù (da εἴσω, ἔσω, quando preposizione, come qui, Omero preferisce l accusativo) nella casa di Ade. 264 264 αὐτὰρ ὃ τῶν ἄλλων ἐπεπωλεῖτο 58 στίχας ἀνδρῶν Questi poi scrutava, esplorava, passava in rassegna (da ἐπιπωλέομαι, con l accusativo), le schiere degli altri guerrieri 265 ἔγχεΐ τ ἄορί τε μεγάλοισί τε χερμαδίοισιν, 59 con la lancia, la spada ed enormi pietroni, 266 ὄφρά οἱ αἷμ ἔτι θερμὸν ἀνήνοθεν ἐξ ὠτειλῆς. fintantoché il sangue gli sgorgava (da ἀνήνοθε, Ep. perfetto utilizzato come aoristo) ancora caldo dalla ferita. 267 αὐτὰρ ἐπεὶ τὸ μὲν ἕλκος ἐτέρσετο, παύσατο δ αἷμα, Però dopo che questa si rimarginò, si cicatrizzò (da τέρσομαι), la ferita, ed il sangue cessò di scorrere (da παύω), 268 ὀξεῖαι δ ὀδύναι δῦνον μένος Ἀτρεΐδαο 60. acuti dolori fiaccavano, avevano la meglio su (da δύω), la forza del figlio di Atreo. 269 ὡς δ ὅτ ἂν ὠδίνουσαν ἔχῃ βέλος ὀξὺ γυναῖκα PARAGONE Come quando opprima (da ἔχω, il senso è quello di un dolore che la possiede) una donna, che sia in preda ai dolori del parto (da ὠδίνω), il dardo acuto, 270 δριμύ, τό τε προϊεῖσι μογοστόκοι Εἰλείθυιαι pungente (da δριμύς, εῖα, ύ), quello che inviano (da προίημι) le Ilizie che inducono le doglie del parto (da μογοστόκος, ον), 271 Ἥρης θυγατέρες πικρὰς ὠδῖνας ἔχουσαι, le figlie di Era, che governano le dolorose doglie (da ὠδίς, ῖνος, ἡ), 272 ὣς ὀξεῖ 61 ὀδύναι δῦνον μένος Ἀτρεΐδαο. così acuti dolori fiaccavano, avevano la meglio su (da δύω), la forza del figlio di Atreo 273 ἐς δίφρον δ ἀνόρουσε, καὶ ἡνιόχῳ ἐπέτελλε Paragone 57 Vedi 4.469 e relativa nota. 58 In 3.196 il verbo ἐπιπωλέομαι viene utilizzato per la rassegna dell esercito da parte di Agamennone (αὐτὸς δὲ κτίλος ὣς ἐπιπωλεῖται στίχας ἀνδρῶν): qui il senso è piuttosto quello di fare una ricognizione del nemico, armato di tutto punto. 59 Si noti 264-5 = 540-1. 60 Probabilmente si vuole fare riferimento allo shock del colpo: sotto l effetto del trauma non sente dolore, poi comincia a sentirlo sempre più forte. Shock traumatico. 61 La composizione ad anello, il modo consueto per introdurre una comparazione nel racconto, richiede la ripetizione di ὀξεῖαι ὀδύναι (268), che a sua volta implica l elisione unica del nominativo plurale, -αι.

Saltò sopra il carro, e all auriga comandava 274 νηυσὶν ἔπι γλαφυρῇσιν ἐλαυνέμεν: ἤχθετο γὰρ κῆρ. 62 di condurlo alle navi ricurve: il cuore era infatti oppresso (da ἄχθομαι). 275 ἤϋσεν δὲ διαπρύσιον Δαναοῖσι γεγωνώς: Poi grida forte (da αὔω) ai Danai con voce penetrante (da διαπρύσιος, α, ον, come avverbio), in modo da farsi sentire (da γέγωνα, al participio perfetto, vedi v. 8.275 e 8.223): 276 ὦ φίλοι Ἀργείων ἡγήτορες ἠδὲ μέδοντες «O amici, guide (da ἡγήτωρ, ορος, ὁ) e comandanti (da μέδων, οντος (μέδομαι), da μέδω, proteggo, governo, domino su, in Omero solo in forma participiale sostantivata μέδων, οντος, ὁ) degli Argivi, 277 ὑμεῖς μὲν νῦν νηυσὶν ἀμύνετε ποντοπόροισι voi ora tenete lontana (da ἀμύνω, con acc. della persona o cosa da tenere lontana, e il dativo della persona da cui il pericolo o la minaccia deve essere allontanata) dalle navi che vanno per il mare 278 φύλοπιν ἀργαλέην 63, ἐπεὶ οὐκ ἐμὲ μητίετα Ζεὺς 279 εἴασε Τρώεσσι πανημέριον πολεμίζειν. la battaglia terribile, penosa, dal momento che il saggio Zeus non permette che io combatta per tutta la giornata (da πανημέριος, α, ον, come avverbio il neutro singolare πανημέριον = πανῆμαρ)». 280 280 ὣς ἔφαθ, ἡνίοχος δ ἵμασεν καλλίτριχας ἵππους Così diceva, e l auriga frusta i cavalli dalle belle criniere 281 νῆας ἔπι γλαφυράς: τὼ δ οὐκ ἀέκοντε πετέσθην: verso le navi ricurve: i due non contro voglia prendevano il volo (da πέτομαι); 282 ἄφρεον δὲ στήθεα, ῥαίνοντο δὲ νέρθε κονίῃ Bagnavano invece di schiuma (da ἀφρέω, con l acc.) il petto, si sporcavano (da ῥαίνω) sotto (da νέρθε(ν), vedi ἔνερθε, dal basso verso l alto ) di polvere 283 τειρόμενον βασιλῆα μάχης ἀπάνευθε φέροντες. portando il re sfinito, indebolito (da τείρω), fuori dalla battaglia, lontano dalla battaglia. Le morti di Ifidamante e Coone concludono l aristia di Agamennone. In conclusione, il re uccide 8 Troiani indicati per nome, e numerosi altri Troiani senza nome (178), e infligge ferite nella schiena, alla testa (2), al petto (2) e al collo (3), ed una ferita non meglio specificata, e riceve una ferita al braccio. La sua arma è la lancia (4x), la spada (3x) o un arma non meglio specificata (1x). Le statistiche più generali relative alle ferite omeriche sono illustrate nella tabella seguentetratta da H. Frolich, Die Militarmedizin Homers (Stuttgart 1879). La lancia è chiaramente l arma per eccellenza; si fa ricorso alla spada quando nessuna lancia è disponibile o a portata di mano, o per assestare il colpo di grazia. Le ferite inflitte nell immediato sono descritte in modo plausibile, ma l immagine poetica della guerra rappresenta queste ferite, per la maggior parte, come immediatamente fatali. L angosciante immagine del campo di battaglia coperto di feriti, o di uomini che agonizzano fino a che muoiono di setticemia o cancrena, viene quindi evitata. 62 Si noti 273-4 = 399-400. 63 φύλοπιν αἰνήν formula del secondo emistichio.

Il contrattacco di Ettore 284 284 Ἕκτωρ δ ὡς ἐνόησ Ἀγαμέμνονα νόσφι κιόντα Ettore non appena si accorge di, vede, Agamennone che se ne va lontano, in disparte, 285 Τρωσί τε καὶ Λυκίοισιν ἐκέκλετο μακρὸν ἀΰσας: incita, esorta (da κέλομαι, con il dativo), i Troiani e i Lici gridando a gran voce (da αὔω): 286 Τρῶες καὶ Λύκιοι καὶ Δάρδανοι ἀγχιμαχηταὶ «O Troiani, Lici e Dardani combattenti corpo a corpo, combattivi (da ἀγχιμαχητής, οῦ, ὁ, = ἀγχέμαχος, solo al plurale), 287 ἀνέρες ἔστε φίλοι, μνήσασθε δὲ θούριδος ἀλκῆς. 64 siate uomini, o amici, o cari, ricordatevi di, richiamate alla memoria (da μιμνήσκω, con il genitivo), la forza impetuosa, violenta. 288 οἴχετ ἀνὴρ ὤριστος, ἐμοὶ δὲ μέγ εὖχος ἔδωκε Il guerriero migliore (da ἄριστος, η, ον, ὤριστος = ὁ ἄριστος) se n è andato (da οἴχομαι), e a me ha dato un grande vanto 289 Ζεὺς Κρονίδης: ἀλλ ἰθὺς ἐλαύνετε μώνυχας ἵππους Zeus, figlio di Crono; ma conducete, guidate (da ἐλαύνω), i cavalli solidunghi incontro 290 ἰφθίμων Δαναῶν, ἵν ὑπέρτερον εὖχος ἄρησθε. ai valenti Danai, affinchè otteniate, guadagniate (da ἄρνυμαι), una gloria ancora più grande (da ὑπέρτερος, α, ον, poet. Comp. da ὑπέρ: utilizzato con εὖχος, κῦδος in 12.437)». 291 291 ὣς εἰπὼν ὄτρυνε μένος καὶ θυμὸν ἑκάστου. Così dicendo infiamma, eccita la forza, lo slancio e il coraggio di ciascuno. 292 ὡς δ ὅτε πού τις θηρητὴρ κύνας ἀργιόδοντας PARAGONE Come quando in qualche luogo un cacciatore i cani dalle candide zanne 293 σεύῃ ἐπ ἀγροτέρῳ συῒ καπρίῳ 65 ἠὲ λέοντι, aizzi, scateni (da σεύω), contro un cinghiale selvaggio (da ἀγρότερος, α, ον, poet. per ἄγριος, in Omero sempre di animali selvatici) o un leone, 294 ὣς ἐπ Ἀχαιοῖσιν σεῦε Τρῶας μεγαθύμους così contro gli Achei aizzava i Troiani animosi 295 Ἕκτωρ Πριαμίδης βροτολοιγῷ ἶσος Ἄρηϊ. Ettore figlio di Priamo, simile ad Ares flagello degli uomini. 296 αὐτὸς δ ἐν πρώτοισι μέγα φρονέων ἐβεβήκει, Egli stesso fra i primi avanzava, pensando grandi cose, 297 ἐν δ ἔπεσ ὑσμίνῃ ὑπεραέϊ ἶσος ἀέλλῃ, e si getta (da πίπτω) nella mischia simile ad una tempesta impetuosa, che soffia forte (da ὑπεραής, ές), 298 ἥ τε καθαλλομένη ἰοειδέα πόντον ὀρίνει. e che abbattendosi dall alto (da καθάλλομαι) sconvolge il mare di porpora (da ἰοειδής, ές). 299 299 ἔνθα τίνα πρῶτον, τίνα δ ὕστατον ἐξενάριξεν 66 Qui, chi uccide per primo, chi per ultimo 300 Ἕκτωρ Πριαμίδης, ὅτε οἱ Ζεὺς κῦδος ἔδωκεν; 67 Ettore, figlio di Priamo, quando a lui Zeus gli consegna la gloria? 301 Ἀσαῖον μὲν πρῶτα καὶ Αὐτόνοον καὶ Ὀπίτην Prima di tutto Aseo e Autonoo e Opite 302 καὶ Δόλοπα Κλυτίδην καὶ Ὀφέλτιον ἠδ Ἀγέλαον e Dolope, figlio di Clitio, e Ofeltio e Agelao, 303 Αἴσυμνόν τ Ὦρόν τε καὶ Ἱππόνοον μενεχάρμην. Esimno ed Oro ed Ipponoo fermo nella battaglia, coraggioso (da μενεχάρμης, ου, ὁ, (μένω, χάρμη), vedi μενέχαρμος, ον). 304 τοὺς ἄρ ὅ γ ἡγεμόνας Δαναῶν ἕλεν, αὐτὰρ ἔπειτα Paragone Aseo (A) Autonoo (A) Opite (A) Dolope (A) Ofeltio (A) Agelao (A) Esimno (A) Oro (A) Ipponoo (A) 64 Si noti che 285-7 = 15.485-7. 65 Si veda 5.783, συσὶ κάπροισιν. 66 Questa formula a verso intero (= 5.703, 16.692, con una variante abbreviata in 8.273) è impiegata in ogni caso per introdurre una nuda lista di vittime. L effetto di arrestare l attenzione dell uditorio e dirigerla verso quello che segue è analogo a quello di un appello alle Muse, in 218. Si potrebbe anche immaginare che in effetti il poeta rivolga la domanda alle Muse. Ettore, nella narrazione personalizzata dell Iliade, rappresenta l esercito troiano, così come Agamennone rappresenta gli Achei in 91 sgg. 67 Si noti che 300 = 8.216 = 19.204, cf. 12.174 = 15.596. La richiesta di Teti (1.521) era che Zeus dovesse Τρώεσσιν ἀρήγειν. Nella narrativa eroica l anonimo Τρῶες deve tradursi in un particolare eroe. Quindi, dal momento in cui all inizio dell ottavo libro Zeus si mette in opera per realizzare questa promessa, la sua attività viene descritta come dando κῦδος ad Ettore.

Questi dunque, comandanti dei Danai, egli uccise, poi successivamente 305 πληθύν, ὡς ὁπότε νέφεα Ζέφυρος στυφελίξῃ la massa (da πληθύς, ύος, ἡ), PARAGONE come Zefiro scompiglia (da στυφελίζω), le nuvole 306 ἀργεστᾶο Νότοιο βαθείῃ λαίλαπι τύπτων: del luminoso, biancheggiante (da ἀργεστής, οῦ, ὁ), Noto, colpendo(le), percuotendo(le) (da τύπτω), con un forte uragano (da λαῖλαψ, απος, ἡ); 307 πολλὸν δὲ τρόφι κῦμα 68 κυλίνδεται, ὑψόσε δ ἄχνη molto l onda ingrossata (da τρόφις, ὁ, ἡ, τρόφι, τό, gen. ιος, (τρέφω): vedi nota) ribolle (da κυλίνδω), e al di sopra (da ὑψόσε, avverbio) la schiuma (da ἄχνη, ἡ, lett. tutto quanto emerge da una superficie) 308 σκίδναται ἐξ ἀνέμοιο πολυπλάγκτοιο ἰωῆς: si disperde (da σκίδνημι) sotto l urlo (da ἰωή, ἡ) del vento vorticoso (da πολύπλαγκτος, ον, (πλάζω): vento che cambia continuamente direzione, errabondo); 309 ὣς ἄρα πυκνὰ καρήαθ 69 ὑφ Ἕκτορι δάμνατο λαῶν. allo stesso modo fitte (da κάρα, Ep. e Ion. κάρη, τό, poet. per κεφαλή) le teste degli uomini cadevano (da δάμνημι) sotto Ettore. Accenno alla folla dei combattenti Paragone In 301-3 le vittime di Ettore sembrano una lista casuale, ma in alcuni casi questi nomi portano con sé una certa associazione. Dolope, figlio di Clitio, ha un omonimo, un Dolope troiano, figlio di Lampo (il cui fratello è Clito) in 15.525. C è un troiano Ofeltio in 6.20, ed un pretendente Agelao in Odissea 20.321 etc. Si ha l impressione che queste liste siano estratte da un inventario di nomi di eroi piuttosto che inventati dal nulla. Esimno invece possiede, per un Acheo, un nome molto asiatico con il significato di principe, o qualcosa del genere: si veda 13.427-33; ma da un poeta della Ionia non ci si aspetta che sia a conoscenza di ciò. αἰσυμνήτης (Odissea 8.258, e con il suffisso τηρ in Iliade, 24.347) è un titolo comune per ufficiali civili nell area della Ionia. Agelao di certo, e Ofelte probabilmente, ricorrono come nomi di uomini in testi micenei, si veda Ventris e Chadwick, Documents In Mycenaean Greek, 104-5, che cita 58 nomi ritenuti certamente comuni nelle tavolette e nell epica: più di 20 sono nomi assegnati a Troiani o ai loro alleati, dal momento che il poeta dell Iliade ha un inventario di nomi tradizionali stranieri troppo limitato per le dimensioni del suo racconto. Nude liste come questa occorrono anche in: 5.677-8 (otto vittime); 5.705-7 (sei vittime); 8.274-6 (otto vittime); 16.415-17 (nove vittime); 16.694-6 (nove vittime); 21.209-10 (sette vittime); da parte di diversi uccisori 14.511-16 (otto vittime); 15.329-42 (otto vittime) è simile, ma con l aggiunta di un piccolo aneddoto. La performance di Ettore quindi è impressionante, e resa ancor più tale mediante l aggiunta (305) di un anonimo πληθύς. 68 τρόφι κῦμα è una espressione unica, che fornisce le due consonanti iniziali che sono metricamente necessarie, e deriva dall espressione formulare κύματά τε τροφόεντα, in 15.621, e Odissea 3.290 (κύματά τε τροφέοντο). 69 Omero utilizza nom. ed acc. κάρη, gen. e dat. κάρητος, κάρητι; ma anche καρήατος, καρήατι, con nom. pl. καρήατα.

Contrattacco di Odisseo e Diomede 310 310 ἔνθά κε λοιγὸς ἔην καὶ ἀμήχανα ἔργα γένοντο, E qui sarebbe stata una strage e sarebbero accadute cose tremende, senza rimedio (da ἀμήχανος, ον), 311 καί νύ κεν ἐν νήεσσι πέσον φεύγοντες Ἀχαιοί, ed ora gli Achei mentre fuggivano si sarebbero gettati (da πίπτω) sulle navi, 312 εἰ μὴ Τυδεΐδῃ Διομήδεϊ κέκλετ Ὀδυσσεύς: se Odisseo non avesse esortato Diomede, figlio di Tideo: 313 Τυδεΐδη τί παθόντε λελάσμεθα θούριδος ἀλκῆς; «O Tidide, (noi due) soffrendo (da πάσχω, ma anche essere sotto l influenza di ) quale cosa ci siamo scordati (da λανθάνω con il genitivo) della forza impetuosa, violenta? 314 ἀλλ ἄγε δεῦρο πέπον, παρ ἔμ ἵσταο: δὴ γὰρ ἔλεγχος Ma suvvia, (stai, vieni) qui (da δεῦρο: usato per richiamare l attenzione, in espressioni come ἄγε δεῦρο, δεῦρ ἄγε, δεῦρ ἴθι, δεῦρ ἴτω con un verbo sing. (δεῦτε usato con il plurale)), o caro (da πέπων, ον)! Stai accanto a me! Certamente infatti una vergogna 315 ἔσσεται εἴ κεν νῆας ἕλῃ κορυθαίολος Ἕκτωρ. sarà, se Ettore dall elmo abbagliante prenderà le navi!».