STATO DELL ATMOSFERA E DEL CLIMA... 4

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2 SOMMARIO A STATO DELL ATMOSFERA E DEL CLIMA... 4 A.1 DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO DELLO STATO DI INQUINAMENTO ATMOSFERICO LOCALE... 4 A.2 DESCRIZIONE DELL INQUINAMENTO ATMOSFERICO PRESENTE: PARAMETRI SPECIFICI 6 A.2.1 Ambito Regionale... 6 A.2.2 Livello Provinciale A.3 DESCRIZIONE SINTETICA DEL CLIMA LOCALE A.3.1 Descrizione delle temperature mensili A.3.2 Descrizione delle precipitazioni mensili ed in condizioni eccezionali A.3.3 Descrizione dell intensità e direzione dei venti A.3.4 Descrizione delle diverse condizioni di stabilità atmosferica presso le opere proposte A.4 DESCRIZIONE DELLA PRESENZA DI INQUINANTI DELL ARIA PRESSO L AREA DI INTERVENTO A.5 MAPPA DEI RICETTORI B IMPATTI PER L ATMOSFERA B.1 B.2 B.3 B.4 PREMESSA METODOLOGICA ALLA VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI INDIVIDUAZIONE DELLE EMISSIONI OGGETTO DI ANALISI STIMA DELLE EMISSIONI DI POLVERI PER DEMOLIZIONE DEL CENTRO B.3.1 Frantumazione grossolana delle opere in elevazione B.3.2 Rimozione dello strato superficiale con scotico e scavo del terreno B.3.3 Carico su autocarro di macerie e terre B.3.4 Trasporto materiale su strada non asfaltata B.3.5 Scarico da autocarro di macerie e terre B.3.6 Stoccaggio delle terre di risulta in cumuli B.3.7 Frantumazione fine delle macerie B.3.8 Carico su autotreno delle macerie fini da trituratore B.3.9 Stima complessiva delle emissioni di polveri per demolizione Centro STIMA EMISSIONI DI POLVERI PER REALIZZAZIONE DEL 5 STRALCIO B.4.1 Carico su autocarro di servizio di terre stoccate di 76

3 B.4.2 Trasporto su strada non asfaltata di terre e materie prime B.4.3 Scarico da autocarro di terre e materie prime B.4.4 Posa di terre e materie prime e compattazione delle stesse B.4.5 Stima complessiva delle emissioni di polveri per realizzazione 5 Stralcio 67 B.5 B.6 STIMA DELLE EMISSIONI DI POLVERI PER COLTIVAZIONE B.5.1 Trasporto dei rifiuti su strada non asfaltata B.5.2 Scarico da autocarro di rifiuti B.5.3 Abbancamento e compattazione rifiuti B.5.4 Stima complessiva delle emissioni di polveri per coltivazione 5 Stralcio.. 70 VALUTAZIONE DELLA TOLLERABILITÀ DELLE EMISSIONI STIMATE B.6.1 Significatività delle emissioni di polveri da demolizione del Centro B.6.2 Significatività delle emissioni di polveri da realizzazione 5 Stralcio B.6.3 Significatività delle emissioni di polveri da coltivazione B.6.4 Significatività complessiva delle emissioni di polveri di 76

4 A STATO DELL ATMOSFERA E DEL CLIMA La caratterizzazione della componente ambientale atmosfera è effettuata principalmente attraverso: analisi dello stato di qualità dell aria nella situazione attuale; caratterizzazione meteoclimatica (temperatura, umidità, precipitazione) e meteodiffusiva dell area (direzione, velocità del vento, classi di stabilità di Pasquill). A.1 DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO DELLO STATO DI INQUINAMENTO ATMOSFERICO LOCALE La conoscenza delle fonti che generano l inquinamento atmosferico è elemento fondamentale sul quale basare l analisi dei fattori di pressione sull atmosfera e, quindi individuare i fattori di risposta per il loro contenimento e riduzione. Al fine di ricostruire lo stato di tali fonti si posso utilizzare due differenti approcci: il primo utilizza una stima a scala europea e nazionale delle fonti di emissione (CORINAIR); il secondo, molto più parziale, aggrega in catasti i dati delle autorizzazioni e dei controlli dei singoli punti di emissione a scala comunale, provinciale e regionale. Nel primo caso si utilizzano i dati provenienti dal "Progetto CORINAIR" (COoRdination- INformation-AIR) dell Unione Europea che, nell ambito del programma CORINE (COordinated INformation on the Environment in the European Community), si è posto l obiettivo di armonizzare la raccolta e l'organizzazione delle informazioni sullo stato dell'ambiente e delle risorse naturali e di sviluppare un sistema informativo geografico. Il "Progetto CORINAIR" si occupa sia dei fattori di emissione per le diverse tipologie di sorgenti, sia della loro definizione e catalogazione. In particolare, gli inquinanti presi in considerazione dal progetto CORINAIR-90 sono i seguenti: metano (C 4 H 4 ), ammoniaca (NH 3 ), ossidi di azoto (NO x ), protossido di azoto (N 2 O), monossido di carbonio (CO), biossido di carbonio (CO 2 ), composti organici volatili non metanici (NMCOV) ed ossidi di zolfo (SO x ). Le diverse tipologie di sorgente nel progetto CORINAIR sono invece raggruppate in tre livelli (macrosettore, settore e categoria). Il primo livello, utilizzato per la comunicazione dei dati nazionali di emissione all ONU-ECE, individua i seguenti macrosettori: M1: produzione pubblica di elettricità, impianti di cogenerazione e teleriscaldamento; M2: impianti di combustione commerciali, istituzionali e residenziali; 4 di 76

5 M3: impianti di combustione industriali e processi con combustione; M4: processi diversi dalla combustione; M5: estrazione e distribuzione combustibili fossili; M6: uso dei solventi; M7: trasporto su strada; M8: altre modalità di trasporto; M9: trattamento e smaltimento dei rifiuti; M10: agricoltura; M11: natura. Come indicatori delle pressioni esercitate sulla componente atmosfera dalle attività antropiche, si prendono pertanto in considerazione le emissioni di inquinanti atmosferici rilasciate da ciascun macro-settore, in quanto criteri aggregatori dei dati presentati. 5 di 76

6 A.2 DESCRIZIONE DELL INQUINAMENTO ATMOSFERICO PRESENTE: PARAMETRI SPECIFICI Lo stato della qualità dell aria, dal punto di vista dell inquinamento atmosferico, viene determinato focalizzando l attenzione sugli inquinanti di interesse ai fini del presente studio, ossia Ossidi di azoto (come Biossido - NO 2 ), in quanto è considerato inquinante in genere tuttora critico per la pianura Padana, e Polveri PM10, Metalli pesanti presenti nel PM10 (Arsenico, Cadmio, Nichel e Piombo) e Benzene (C 6 H 6 ) - quale Composto Organico Volatile (COV) - in quanto, tra gli inquinanti monitorati, risultano quelli potenzialmente correlati alle emissioni caratteristiche della tipologia di opera in progetto. Si precisa inoltre come le Polveri PM10 siano considerate anche inquinante critico per la pianura Padana. Per i suddetti parametri sono vigenti i seguenti valori limite della qualità dell aria (D. Lgs. 155/2010). Inquinante PM 10 Piombo Cadmio Arsenico Nichel Benzene Livello di protezione salute 50 g/nm 3 (media su 24 ore da non superarsi per più di 35 volte all anno) 40 g/nm 3 (media annuale) 0,5 g/nm 3 (media annuale) 5 ng/nm 3 (media annuale) 6 ng/nm 3 (media annuale) 20 ng/nm 3 (media annuale) 5 g/nm 3 (media annuale) Tabella 1 - Valori di riferimento per PM10 Metalli pesanti presenti nel PM10 e C 6 H 6 Viene di seguito analizzato lo stato della qualità dell aria come desunto dai seguenti documenti principali: Report qualità dell aria Regione Emilia-Romagna del 2013 (dati 2012) ARPA Emilia- Romagna; Elaborazione dati della qualità dell aria della Provincia di Ravenna. Anno 2013 ARPA Ravenna; Rete di controllo della qualità dell aria Relazione Anno 2012 ARPA Ravenna. A.2.1 Ambito Regionale Per fornire un inquadramento dello stato della qualità dell aria a livello regionale vengono analizzati nei seguenti paragrafi gli esiti dei monitoraggi desunti dal documento Report sulla 6 di 76

7 qualità dell aria della Regione Emilia-Romagna del 2013 (dati 2012) predisposto da ARPA Emilia- Romagna, focalizzando l attenzione sugli inquinanti precedentemente individuati. I controlli e monitoraggi effettuati da ARPA si avvalgono della rete regionale della qualità dell aria (RMQA), la quale dal primo gennaio 2013 è composta da 47 punti di misura in siti fissi e 176 analizzatori automatici. La rete è completata da 10 laboratori mobili e numerose unità mobili per la realizzazione di campagne di valutazione e dalla rete meteorologica RIRER, di cui 10 stazioni per la meteorologia urbana (MetUrb). Tabella 2 - Rete regionale di monitoraggio della qualità dell aria al 2013 [Fonte: La qualità dell aria in Emilia-Romagna Edizione 2013] 7 di 76

8 Di seguito si illustrano i risultati dei monitoraggi effettuati nel corso del 2012, ultimi dati disponibili, per i parametri Polveri PM10, Metalli pesanti (Arsenico, Cadmio, Nichel e Piombo presenti nel PM10) e il Benzene (C 6 H 6 ) quale Composto Organico Volatile (COV). A Biossido di azoto (NO2) L analisi pluriennale dei dati (Figura 1) mostra una generale tendenza alla diminuzione delle concentrazioni in termini di medie annuali di biossido di azoto (NO 2 ), in particolare nelle stazioni di fondo. Le situazioni di superamento del valore normativo sulla media annuale sono limitate a pochi casi, con situazioni di maggiore criticità nelle aree urbane delle province centro occidentali della regione. Tali superamenti sono attribuibili a sorgenti locali, con i massimi marcati in prossimità delle principali sorgenti di emissione, in particolare le strade a intenso traffico. Figura 1 - Biossido di azoto (NO 2 ) Andamento della concentrazione media annuale a livello regionale, per tipologia di stazione ( ) - F = Fondo (stazioni collocate in area urbana, non influenzate direttamente dalle emissioni di strade o industrie) T = Traffico (stazioni situate in posizione tale che il livello di inquinamento è influenzato prevalentemente da emissioni provenienti da strade limitrofe) In Figura 2 viene invece proposto il quadro completo delle concentrazioni di NO 2 rilevate dalle stazioni di fondo urbano della rete regionale, collocate nel territorio di ciascuna provincia. 8 di 76

9 Figura 2 - Biossido di azoto (NO 2 ) Statistiche di base (media, mediana e percentili) sulla concentrazione a livello provinciale (anno 2012), stazioni di fondo urbano Si può osservare come le medie di concentrazione per il biossido di azoto nel 2012 rispettino sempre il limite normativo annuale di 40 µg/m 3 ; in particolare nella provincia di Ravenna sono state rilevate concentrazioni tra le più basse della regione (superiori solo a quelle delle provincie di Forlì- Cesena e Rimini). Questa condizione è confermata anche dal seguente grafico (Figura 3), che fornisce un indicazione del numero delle stazioni per ciascuna provincia che hanno superato il valore limite annuale di concentrazione di NO 2. In provincia di Ravenna non sono stati nello specifico registrati superamenti del limite di protezione. Figura 3 - NO 2 Numero di stazioni che superano il limite di protezione della salute umana a livello provinciale (anno 2012) 9 di 76

10 A Particolato PM10 In Emilia-Romagna, analogamente alle altre realtà del bacino padano, sono presenti cospicue quantità di PM10 in atmosfera che, a seconda della situazione meteorologica presentatasi nel corso dell anno, danno luogo a superamenti più o meno marcati dei limiti normativi previsti. Nel 2012, il numero medio di superamenti registrati in regione è stato inferiore rispetto al 2011, ma nelle stazioni da traffico risulta superiore rispetto ai due anni precedenti (Figura 4). I valori più bassi degli ultimi 12 anni della concentrazione media annuale di PM10 sono stati registrati nel 2010, quando per la prima volta tutte le stazioni erano risultate all interno del limite normativo per la media annuale (40 g/m 3 ). Il peggioramento registrato nel 2011 e 2012 rientra nella normale variabilità interannuale, ma rappresenta anche un segnale del fatto che negli anni meteorologicamente sfavorevoli si presentano ancora situazioni superiori ai limiti. Figura 4 PM10 Andamento della concentrazione media annuale a livello regionale, per tipologia di stazione ( ). F = Fondo (stazioni collocate in area urbana, non influenzate direttamente dalle emissioni di strade o industrie); T = Traffico (stazioni situate in posizione tale che il livello di inquinamento è influenzato prevalentemente da emissioni provenienti da strade limitrofe) Come per il biossido azoto viene di seguito fornito il quadro ottenuto calcolando alcune statistiche di base (media, mediana e percentili) relative alle concentrazioni rilevate dalle stazioni di fondo urbano della rete regionale, collocate nel territorio di ciascuna provincia (Figura 5). 10 di 76

11 Figura 5 - PM10 Statistiche di base (media, mediana e percentili) sulla concentrazione a livello provinciale (anno 2012), stazioni di fondo urbano Emerge come nel 2012 le concentrazioni di PM10 siano state relativamente omogenee sul territorio regionale, mentre in passato si osservava una differenza significativa tra l area Ovest e l area Est. Il seguente grafico (Figura 6) riporta il numero di stazioni per ciascuna provincia, che ha superato il valore limite giornaliero (50 g/m 3 ) nell anno di riferimento (2012). Figura 6 - PM10 Numero di stazioni che superano il limite giornaliero per la protezione della salute umana a livello provinciale (anno 2012) Ancora una volta la provincia di Ravenna registra una situazione tra le migliori della regione, con sole 2 stazioni in cui nel 2012 è stato rilevato il superamento del valore limite giornaliero. Da segnalare la situazione della provincia di Modena in cui il superamento si è avuto in tutte le stazioni monitorate. 11 di 76

12 Come precedentemente evidenziato le condizioni climatiche influenzano in maniera significativa la qualità dell aria, in particolare per quanto concerne le Polveri, ma anche, ad esempio, in relazione all ozono e agli ossidi di azoto. Con specifico riferimento al PM10, focalizzandosi soltanto sulle dinamiche di dispersione e accumulo locale, sono stati valutati i giorni favorevoli all accumulo di PM10, intesi come i giorni in cui l indebolirsi della turbolenza nei bassi strati dell atmosfera determina condizioni di stagnazione (indice di ventilazione, definito come il prodotto fra altezza media dello strato rimescolato e intensità media del vento, inferiore agli 800 m2/s; precipitazioni assenti). Figura 7 Percentuale di giorni favorevoli all accumulo di PM10 ( ) Se si confronta il trend descritto dal grafico di Figura 7 con il numero di superamenti del limite giornaliero di protezione della salute umana (Figura 8), è possibile vedere come l andamento dei due grafici sia simile in termini di massimi e minimi, ma a parità di numero di giorni favorevoli all accumulo, si sia registrato negli anni un numero inferiore di superamenti del limite. Figura 8 PM10 Andamento del numero di superamenti del limite giornaliero di protezione della salute umana* a livello regionale, per tipologia di stazione ( ) 12 di 76

13 A Metalli pesanti Nel particolato atmosferico sono presenti metalli di varia natura. Quelli oggetto di monitoraggio, in ragione della maggiore rilevanza sotto il profilo tossicologico, sono il nichel (Ni), il cadmio (Cd), l arsenico (As) e il piombo (Pb). Questi provengono da una molteplice varietà di fonti: il cadmio è originato prevalentemente da processi industriali; il nichel proviene dalla combustione; il piombo dalle emissioni autoveicolari. Le maggiori fonti antropogeniche dell arsenico sono invece le attività estrattive, la fusione di metalli non ferrosi e la combustione di combustibili fossili. I dati di concentrazione rilevati attraverso la Rete regionale di monitoraggio della qualità dell aria, elaborati aggregandoli a livello regionale e calcolandone la media annuale e i relativi intervalli di variazione, vengono proposti nelle seguenti figure Figura 9 Arsenico (As) Andamento della concentrazione media annuale a livello regionale ( ) 13 di 76

14 Figura 10 Cadmio (Cd) Andamento della concentrazione media annuale a livello regionale ( ) Figura 11 Nichel (Ni) Andamento della concentrazione media annuale a livello regionale ( ) 14 di 76

15 Figura 12 Piombo (Pb) Andamento della concentrazione media annuale a livello regionale ( ) I dati rilevano valori ampiamente al di sotto dei limiti previsti dalla normativa per tutti e quattro i metalli; inoltre si conferma una sostanziale costanza delle concentrazioni nel corso degli ultimi anni per quanto riguarda sia la media regionale, sia le medie dei singoli punti di misura. In particolare nel caso del piombo (Figura 12), i valori sono prossimi al limite di rilevabilità strumentale, per arsenico e nichel (Figura 9 e Figura 11), sono all incirca 10 volte più bassi del limite, mentre nel caso del cadmio (Figura 10), la media regionale è dell ordine di 20 volte più bassa del valore obiettivo previsto dalla normativa. A Benzene (C 6 H 6 ) Il benzene è un composto cancerogeno ampiamente utilizzato come solvente in molteplici attività industriali e artigianali (produzione di gomma, plastica, inchiostri e vernici, nell industria calzaturiera, nella stampa a rotocalco, nell estrazione di oli e grassi etc.). Il benzene è, inoltre, contenuto nelle benzine, nelle quali viene aggiunto, insieme ad altri composti aromatici, per conferire le volute proprietà antidetonanti e per aumentare il numero di ottani, in sostituzione totale dei composti del piombo. 15 di 76

16 Figura 13 Benzene (C 6 H 6 ) Andamento della concentrazione media annuale a livello regionale ( ) La concentrazione in aria di benzene, rilevata da tutte le stazioni che misurano questo inquinante, risulta ampiamente inferiore al valore limite di protezione della salute umana (pari a una media annua di 5 g/m 3 ). L andamento pluriennale evidenzia una diminuzione dei valori nell ultimo triennio rispetto al triennio precedente (Figura 13). A.2.2 Livello Provinciale Il territorio della provincia di Ravenna risulta, secondo la classificazione predisposta dalla Regione in attuazione del D. Lgs. 155/2010, in parte nella zona Appennino ed in parte nella zona Pianura Est ; come si osserva dalla Tabella 3 il comune di Ravenna rientra nella zona Pianura Est. Tabella 3 Comuni della provincia di Ravenna suddivisi per zone. Nel territorio della provincia di Ravenna sono presenti 5 centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell aria (Figura 14). I punti di campionamento (centraline fisse) sono destinati alla verifica del rispetto dei limiti per la protezione della salute umana (stazioni di Traffico Urbano, Fondo Urbano, Fondo Urbano Residenziale, Fondo Sub Urbano) e per la protezione degli ecosistemi e/o della vegetazione (Fondo rurale e Fondo remoto). A Ravenna sono presenti anche 2 stazioni di 16 di 76

17 monitoraggio locali per il controllo e la verifica degli impatti prevalentemente riconducibili all area industriale/portuale (rete Industriale). Marani Area di intervento Figura 14 Localizzazione delle stazioni di rilevamento della qualità dell aria ARPA Provincia di Ravenna In prossimità della zona industriale, sono infine presenti 5 stazioni fisse gestite dalla Società RSI per conto di un consorzio a cui partecipano numerose industrie del polo industriale. La dotazione strumentale della rete privata è riportata nella seguente tabella. Tabella 4 Dotazione strumentale (inquinanti monitorati) nelle stazioni della rete privata (2012) 17 di 76

18 Vista la localizzazione dell area di intervento, sia per la vicinanza all area in esame sia per la tipologia di fondo viene di seguito considerata come principale riferimento la qualità dell aria rilevata dalla stazione di monitoraggio Marani, della rete privata. Si analizzano di seguito i risultati del monitoraggio della qualità dell aria svolto sulle stazioni della rete provinciale e industriale e relativo all anno 2013, come desunti dal documento Elaborazione dati della qualità dell aria della Provincia di Ravenna Anno A Biossido di azoto (NO 2 ) Nel 2013 nelle stazioni di interesse (evidenziate in rosso in Tabella 5) non sono stati superati i limiti sia in termini di media annuale che di valori massimi orari. Tabella 5 - NO 2 : parametri statistici e confronto con i valori previsti dalle norme per le stazioni della rete pubblica in provincia di Ravenna anno 2013 Nelle stazioni di riferimento (cerchiate in rosso in Tabella 5) si osserva un valore medio annuale sensibilmente inferiore rispetto al limite di legge (40 µg/m 3 ) in termini di media annuale (valori fino a 30 µg/m 3 nella stazione di Rocca Brancaleone). Da sottolineare anche come non si rilevino superamenti orari del limite di 200 µg/m 3. Le concentrazioni medie mensili del 2013 sono invece riportate in Figura 15: l andamento è simile in tutte le stazioni, con concentrazioni più elevate nei mesi invernali e più contenute in quelli estivi. 18 di 76

19 Figura 15 - NO 2 - Medie mensili 2012 Infine, si riportano di seguito gli andamenti delle concentrazioni medie annuali di NO 2 registrate negli ultimi 10 anni ( ) nelle stazioni dell area urbana e dell area industriale (SAPIR). Figura 16 Medie annuali - Area urbana e industriale di Ravenna I valori sono confrontati, nelle diverse annualità, con il valore limite (linea rossa). in generale fino al 2007 si ha un diffuso miglioramento del valore della media annuale; in seguito le concentrazioni rilevate sono state invece piuttosto stabili e comunque sempre al di sotto del limite dal 2010 in poi. Vengono di seguito proposti i dati relativi alla stazione di monitoraggio della rete privata Marani, desunti dalla Relazione Anno 2012 della rete provinciale di monitoraggio della qualità dell aria (ultimi dati disponibili). 19 di 76

20 Tabella 6 - NO 2 : parametri statistici e confronto con i valori previsti dalle norme per le stazioni della rete privata in provincia di Ravenna anno 2012 Si evince come non sia stato rispettato il limite orario, essendosi registrati 37 superamenti rispetto ai 18 ammessi. I 37 valori superiori a 200 g/m 3 sono stati rilevati nei mesi di gennaio e febbraio (periodo invernale) e fra agosto e i primi di settembre (periodo estivo) e non trovano riscontro nelle altre postazioni della rete pubblica. Nella seguente figura si riporta l andamento delle concentrazioni medie annuali rilevati nelle centraline dell area industriale, tra cui figura anche la stazione Marani, dal 1999 al Figura 17 Medie annuali - Area urbana e industriale di Ravenna Dai dati del grafico di Figura 17 risulta evidente come, comunque, nell ultimo decennio i valori siano sensibilmente diminuiti in termini di medie annuali, tanto che nel 2012 sia stato rispettato il limite di legge (40 g/m 3 ). 20 di 76

21 A Particolato PM10 Nel 2013 il limite della media annuale del PM10 è stato rispettato in tutte le postazioni, mentre il limite giornaliero (media giornaliera di 50 g/m 3 da non superare più di 35 volte in un anno) è superato nelle stazioni di Rocca Brancaleone (industriale/urbana) e di SAPIR (industriale). L inquinante in oggetto non è invece monitorato nella stazione di Ballirana. Il numero di superamenti più elevato di tutto il territorio provinciale si è registrato nella stazione Locale di SAPIR, riconducibile alle emissioni locali prodotte dalle attività dell area industriale/portuale. Tabella 7 - PM10: parametri statistici e confronto con i valori previsti dalle norme per le stazioni della rete pubblica in provincia di Ravenna anno 2013 Analizzando il trend storico, per il valore medio annuo, si nota comunque una diminuzione delle concentrazioni dal 2006, e un successivo assestamento negli ultimi anni attorno al valore di 30 g/m 3. In particolare il 2013 è stato un anno favorevole dal punto di vista meteorologico, pertanto tale valore è ulteriormente diminuito. Figura 18 - Concentrazioni medie annuali PM 10 Anni di 76

22 Tuttavia il PM10 resta un inquinante critico per quanto riguarda il numero di superamenti del limite giornaliero, come dimostra il grafico riportato nella seguente figura, nel quale è illustrato l andamento del numero di giorni di superamento del limite di 50 g/m 3 nelle aree urbane e suburbane. Figura 19 Numero di superamenti del limite giornaliero di PM 10 Anni Analogamente a quanto effettuato per gli ossidi di azoto, vengono di seguito riportati i dati della stazione Marani, aggiornati al 2012 (ultimi dati disponibili). Tabella 8 PM10: parametri statistici e confronto con i valori previsti dalle norme per le stazioni della rete privata in provincia di Ravenna anno 2012 Nella stazioni della rete privata industriale (Agip 29, Germani e Marani) la situazione nel 2012 è simile a quella rilevata nella rete urbana, con valori di poco superiori al 30 g/m 3. In particolare la stazione di Marani ha rilevato una concentrazione media di PM10 pari a 33 g/m 3. Riguardo all andamento nel tempo delle concentrazioni medie annuali di PM10, dal grafico proposto nella seguente figura è possibile evincere come nella stazione Mariani sia stato rilevato 22 di 76

23 un decremento dei valori di particolato dal 2003 al 2007 e successivamente un lieve aumento su valori comunque prossimi a 30 g/m 3. Figura 20 - Concentrazioni medie annuali PM10 nella rete pubblica e privata industriale Anni A Metalli pesanti Tabella 9 Metalli sul particolato PM10 espressi in ng/m 3 : parametri statistici e confronto con i limiti normativi Per tutti i metalli ricercati, nell anno 2013, le concentrazioni medie risultano inferiori ai limiti di legge e in linea con i dati rilevati negli anni precedenti. Rispetto ai riferimenti normativi non si riscontrano particolari criticità per questi inquinanti anche se, considerata la classificazione di alcuni di essi da parte dello IARC e il trend stazionario (non in diminuzione) la valutazione dell indicatore non può essere in generale positiva. 23 di 76

24 Arsenico e Piombo sono ubiquitari; le concentrazioni medie annuali più elevate di questi due metalli rilevate nell area industriale/portuale (SAPIR) sono dovute ad un valore alto (anomalo) registrato nel mese di luglio, come visibile nelle seguenti figure. Figura 21 Medie mensili di piombo nel particolato PM10 Anno 2013 Figura 22 Medie mensili di arsenico nel particolato PM10 Anno 2013 A Benzene (C 6 H 6 ) Per il benzene il limite per la protezione della salute umana, entrato in vigore il primo gennaio 2010, è 5 g/m 3. In Tabella 10 sono riassunti i parametri statistici relativi alle concentrazioni di benzene rilevate nella rete di controllo della qualità dell aria. 24 di 76

25 (*) campionatori passivi (Caorle, Rocca, Sapir) Tabella 10 - C 6 H 6 : parametri statistici e confronto con i valori previsti dalle norme Nelle due stazioni di SAPIR e Rocca Brancaleone, la concentrazione media annuale per il 2010 è inferiore pari a 1 g/m 3, valore inferiore al limite ed in linea con le medie rilevate negli ultimi anni. Il grafico successivo riporta le concentrazioni medie mensili. I valori maggiori sono stati rilevati nei mesi di gennaio e dicembre, periodo in cui anche gli altri inquinanti (ad esclusione dell ozono) manifestano le concentrazioni più elevate. Figura 23 concentrazioni medie mensili: Caorle, Rocca, e SAPIR campionatori passivi 25 di 76

26 A.3 DESCRIZIONE SINTETICA DEL CLIMA LOCALE La Provincia di Ravenna, compresa fra la costa adriatica ad Est e i rilievi appenninici a Sud- Ovest è costituita in gran parte da territorio pianeggiante. Non sono presenti complessi montani ma esclusivamente rilievi di bassa, media ed alta collina, che costituiscono circa un quinto del territorio. Dal punto di vista geomorfologico il territorio, in gran parte omogeneo, può essere suddiviso in quattro zone che si differenziano per alcune caratteristiche climatiche: pianura costiera; pianura interna; pianura pedecollinare; zona collinare e valliva. L area di interesse fa riferimento alla zona della pianura costiera. Data la presenza del mare e di un altitudine quasi ovunque limitata a pochi metri sul livello del mare, il versante dell alto Adriatico dispone di una certa individualità climatica; sensibili diversità nelle caratteristiche climatiche fondamentali sono determinate dall influenza delle diverse condizioni dell entroterra, anche se il clima rimane essenzialmente caratterizzato dalla presenza del mare i cui venti umidi e le correnti di brezza riescono a penetrare in profondità nell entroterra. Si tratta tuttavia di un clima marino con caratteristiche decisamente attenuate vista la conformazione stretta e poco profonda che contraddistingue il mare Adriatico. Un influenza ben più significativa sulle caratteristiche meteoclimatiche del territorio è esercitata dai venti dominanti. Il Bacino settentrionale del mare Adriatico rappresenta infatti una importante zona di confluenza e di smistamento delle masse d aria provenienti da direzioni diverse. In particolare può venire interessato da perturbazioni per effetto di venti di bora provenienti da Est o da Nord-Est durante la stagione invernale, o per l afflusso di aria calda umida generatosi nella depressione del centro Atlantico. Condizioni di tempo sereno sono invece generalmente associate all estensione dell anticiclone delle Azzorre, che apporta aria fresca o temperata durante il periodo estivo. L atmosfera rappresenta l ambiente attraverso il quale si diffondono gli inquinanti immessi da varie sorgenti. All interno dell atmosfera gli inquinanti, sostanze normalmente non presenti, o presenti in piccolissime quantità, nell atmosfera non inquinata, vengono dispersi e subiscono varie trasformazioni del loro stato fisico e chimico. Al termine del loro ciclo di vita gli inquinanti vengono trasferiti dall aria ad altri comparti del sistema attraverso processi di rimozione e di deposizione al suolo o nelle acque. 26 di 76

27 Le condizioni meteorologiche interagiscono in vari modi con i processi di formazione, dispersione, trasporto e deposizione degli inquinanti. Di seguito vengono considerati alcuni indicatori meteorologici che possono essere posti in relazione con i processi di inquinamento in modo diretto e per i quali sono disponibili serie storiche di valori di riferimento. A.3.1 Descrizione delle temperature mensili Per caratterizzare il regime termico che insiste nell area di studio, nella tabella seguente si riportano i dati termometrici, pubblicati nel documento Annali Idrologici Anno 2013 redatto dal Servizio Idro Meteorologico di Arpa Emilia Romagna (di seguito ARPA-SIM), rilevati nel 2013 dalla stazione termopluviometrica di Marina di Ravenna, localizzata nella zona di pianura costiera del territorio provinciale e stazione più prossima al sito di interesse. Tabella 11 - Osservazioni termometriche giornaliere [Fonte: ARPA-SIM, Annali Idrologici 2013] Nel seguente grafico viene invece illustrato l andamento delle temperature medie mensile dal 2007 al di 76

28 Figura 24 Andamento del valori medi mensili della temperatura [Fonte: ARPA-SIM, Annali Idrologici anni ] Come appare dai dati riportati nella precedente figura, l andamento delle temperature medie mensili è risultato pressoché identico in tutto il periodo considerato (anni ). In particolare, il periodo più caldo è risultato sempre essere il periodo luglio-agosto (con una temperatura media mensile variabile tra C). Considerando i mesi più freddi, le temperature medie mensili minori sono state raggiunte nei mesi di gennaio e febbraio con valori di poco superiori allo zero. Le elevate temperature estive che si verificano in condizioni di stagnazioni della massa d aria sono in genere associate ad elevati valori di ozono. Basse temperature superficiali sono spesso associate, durante il periodo invernale a condizioni di inversione termica che tende a confinare gli inquinanti in prossimità delle superfici. Sebbene i dati appena riportati si riferiscano ad un periodo temporale ristretto, essi risultano sufficientemente rappresentativi del regime termico del sito di interesse; infatti l andamento delle temperature medie mensili è in linea con la media climatologica. 28 di 76

29 A.3.2 Descrizione delle precipitazioni mensili ed in condizioni eccezionali Al fine di descrivere il regime pluviometrico che caratterizza l area di interesse, si riportano, nella tabella seguente, i dati rilevati nel 2013 dalla stazione termopluviometrica di Marina di Ravenna, anch essi pubblicati negli Annali Idrologici di ARPA Emilia-Romagna. Dall esame dei dati pluviometrici riportati, si nota come il mese maggiormente piovoso sia stato decisamente ottobre (194,4 mm di pioggia). La stagione estiva è stata ovviamente la meno piovosa (Giugno il mese meno piovoso con 25,2 mm di pioggia). Purtroppo a causa della mancanza dei dati relativi ai mesi di marzo e aprile non è possibile rilevare il dato di piovosità totale annua e numero di giorni piovosi. Ottobre è risultato inoltre il mese più piovoso anche in relazione agli episodi di massima intensità e durata dei fenomeni (eventi durati più giorni consecutivi), come si può apprezzare dai dati riportati nelle tabelle seguenti. Tabella 12 - Osservazioni pluviometriche giornaliere Stazione Marina di Ravenna (anno 2013) 29 di 76

30 [Fonte: ARPA-SIM, Annali Idrologici 2013] Tabella 13 - Precipitazioni di massima intensità registrate dal pluviografo di Marina di Ravenna Fonte: ARPA-SIM, Annali Idrologici 2013] Tabella 14 - Massime precipitazioni dell anno per periodi di più giorni consecutivi Stazione di Marina di Ravenna [Fonte: ARPA-SIM, Annali Idrologici 2013] Il seguente grafico riporta l andamento delle precipitazioni registrate giornalmente presso la Stazione di Marina di Ravenna. I dati, somma delle rilevazioni giornaliere, sono espressi in altezze di pioggia mensili (in mm) e si riferiscono alle osservazioni pluviometriche dal 2009 al Figura 25 Andamento mensile delle precipitazioni mensili. Anni Presso il Comparto, inoltre, è installata una centralina meteorologica, la quale misura e registra in continuo i dati meteo climatici dell area. 30 di 76

31 Nella seguente tabella vengono riportati i dati relativi alla pluviometria nell area di intervento riferiti al periodo Viene inoltre riportato il numero di giorni in cui l altezza di pioggia è stata maggiore di 0,254 mm. Tali dati sono stati utilizzati per la stima delle emissioni di inquinanti in atmosfera, come descritto nel successivo Capitolo B. altezza di pioggia giorni di pioggia (h>0,254 mm) altezza di pioggia giorni di pioggia (h>0,254 mm) altezza di pioggia giorni di pioggia (h>0,254 mm) altezza di pioggia giorni di pioggia (h>0,254 mm) gennaio 92, ,8 7 8,4 4 26,9 17 febbraio 98, ,8 11 marzo 103, ,2 11 1, ,2 18 aprile 80,2 8 10,2 7 70, ,4 13 maggio 70, ,6 8 66,8 8 24,8 13 giugno 51,4 9 22, ,6 9 luglio 11,4 4 38,4 8 35,8 3 28,4 7 agosto ,2 0 94, ,4 8 settembre 70, , ottobre 107, , , ,2 9 novembre 118, , dicembre 53, ,2 8 32,8 9 7,4 4 TOTALE 921, , , ,1 130 Tabella 15 Dati pluviometrici rilevati dalla stazione sita presso il Comparto A.3.3 Descrizione dell intensità e direzione dei venti In Figura 26 sono rappresentate le rose dei venti, in termini di direzione ed intensità, relative alla stazione urbana di Ravenna (Piazza Caduti) e alla stazione di Granarolo Faentino, estratte dalla relazione tecnica Rapporto sulla qualità dell aria della Provincia di Ravenna - Anno 2013, redatta da ARPA Emilia-Romagna Sezione Provinciale di Ravenna. In entrambe le postazioni le direzioni del vento più frequenti risultano essere O-NO e NO. Dall analisi della distribuzione delle velocità risulta un valore inferiore a 3 m/s nella maggioranza dei casi. Velocità leggermente più elevate si rilevano a Granarolo Faentino rispetto a Ravenna, mentre la distribuzione della rosa dei venti è analoga nelle due stazioni e rappresentativa delle caratteristiche anemologiche del territorio, in cui la circolazione dell aria è influenzata, oltre che dal passaggio ricorrente di perturbazioni occidentali, dalla presenza del mare, in particolar modo nella fascia costiera della provincia. 31 di 76

32 Figura 26 Rosa dei venti in corrispondenza di Ravenna e di Granarolo Faentino [Fonte: Rapporto sulla qualità dell aria della Provincia di Ravenna - Anno 2013] Anche le rose dei venti stagionali assumono forme analoghe nelle due postazioni, ma a Ravenna, nella stagione invernale ed autunnale, le direzioni risultano meno disperse rispetto a Faenza; inoltre nella stagione estiva a Ravenna risulta evidente l influenza delle brezze di mare con direzione E-SE. La primavera è la stagione in cui, in generale, si rileva la maggiore variabilità. 32 di 76

33 Figura 27 - Direzione prevalente ed intensità del vento stagionale in provincia di Ravenna - anno 2013 [Fonte: Rapporto sulla qualità dell aria della Provincia di Ravenna - Anno 2013] La seguente tabella riassume invece le velocità del vento medie annuali registrate dalla centralina meteorologica sita presso il Comparto. Vel. media vento (m/s) Giorni ventosi (v > 5,4 m/s) ,69 0,63 0,66 0,59 0,62 0, Tabella 16 Intensità del vento rilevata dalla stazione sita presso il Comparto Come si evince da tali dati, presso l area di intervento non sono mai state registrate velocità del vento superiori ai 5,4 m/s e come la velocità media registrata dal 2008 al 2013 risulti prossima a 0,7 m/s. Tale dato è stato utilizzato per la stima delle emissioni di inquinanti in atmosfera, come meglio descritto nel successivo Capitolo 2. A.3.4 Descrizione delle diverse condizioni di stabilità atmosferica presso le opere proposte Le classi di Stabilità di Pasquill sono indicatori qualitativi dell intensità della turbolenza atmosferica: esse sono caratterizzate da 6 possibili condizioni, da fortemente instabile (A) a fortemente stabile (F). L indice di stabilità atmosferica è un parametro molto importante per gli studi modellistici relativi alla dispersione degli inquinanti in atmosfera. 33 di 76

34 Classe di Stabilità secondo Pasquill Condizioni Atmosferiche A Situazione estremamente instabile Turbolenza termodinamica molto forte Shear del vento molto debole B Situazione moderatamente instabile Turbolenza termodinamica media Shear del vento moderato C Situazione debolmente instabile Turbolenza termodinamica molto debole Shear del vento moderato D Situazione neutra adiabatica Turbolenza termodinamica molto debole Shear del vento forte E Situazione debolmente stabile Turbolenza termodinamica molto debole Shear del vento forte F+G Situazione molto stabile Turbolenza termodinamica assente Shear del vento molto forte Tabella 17 - Classi di stabilità di Pasquill e condizioni atmosferiche La condizione con formazione di nebbia, definite in meteorologia come eventi spot che riducono la visibilità a meno di un chilometro, non viene classificata in nessuna classe ma rappresenta una categoria a parte, data la particolare struttura dell atmosfera caratterizzata dalla presenza di inversione termica negli strati bassi. Le classi di stabilità sono generalmente elaborate attraverso opportuni algoritmi di calcolo sulla base dell intensità del vento, della radiazione solare e della copertura nuvolosa. Velocità del Insolazione Insolazione Insolazione Copertura del Copertura del Cielo vento (m/s) forte moderata debole cielo> 4/3 cielo> 4/8 sereno calma G <2 A A-B B A-B B C E F B B-C C D E C C-D D D D - 6 C D D D D - Tabella 18 - Classi di stabilità di Pasquill 34 di 76

35 Nelle figure seguenti si riportano i risultati delle elaborazioni effettuate dal Servizio Meteorologico Regionale relativamente alle frequenze percentuali stagionali di condizioni di stabilità occorse, nel 2013, nella provincia di Ravenna. Figura 28 Frequenze mensili di Classi di stabilità nella stazione di Ravenna anno 2013 [Fonte: Rapporto sulla qualità dell aria della Provincia di Ravenna - Anno 2013] Come si evince dal grafico di Figura 28, nella stazione di Ravenna le condizioni più frequenti in tutte le stagioni sono quelle da neutra a molto stabile, associate a turbolenze termodinamiche da molto deboli ad assenti e venti forti. Ciò comporta che anche in primavera ed estate, nonostante in questi periodi dell anno si rilevi un aumento significativo delle condizioni instabili (vicine al 50% in giugno), vi siano talvolta (frequenza percentuale intorno al 10-20%) condizioni poco favorevoli alla dispersione degli inquinanti immessi vicino alla superficie. In Figura 29 e Figura 30 sono state riportate le percentuali di frequenza delle classi di stabilità in corrispondenza delle diverse ore del giorno, per la stagione invernale ed estiva. 35 di 76

36 Figura 29 Frequenze cumulate registrate nel periodo invernale nella stazione di Ravenna [Fonte: Rapporto sulla qualità dell aria della Provincia di Ravenna - Anno 2013] Figura 30 Frequenze cumulate registrate nel periodo estivo nella stazione di Ravenna [Fonte: Rapporto sulla qualità dell aria della Provincia di Ravenna - Anno 2013] La condizione di stabilità si verifica maggiormente nelle ore notturne; il numero di casi della classe F+G e la sua distribuzione giornaliera cambia a seconda della stagione. In inverno, le temperature più basse e la minore insolazione contribuiscono al mantenimento della condizione di inversione termica e le condizioni di stabilità sono prevalenti dalle 18 della sera alle 8 del mattino. In estate, temperature più elevate e un maggior numero di ore con insolazione favoriscono il rimescolamento e la condizione stabile risulta prevalente per un numero minore di ore (dalle 21 alle 5), anche se con frequenze percentuali decisamente superiori a quelle invernali. 36 di 76

37 A.4 DESCRIZIONE DELLA PRESENZA DI INQUINANTI DELL ARIA PRESSO L AREA DI INTERVENTO Al fine di fornire ulteriori valutazioni circa lo stato di qualità dell aria presso il sito oggetto dell intervento, si riportano i dati monitorati mensilmente presso il Comparto km 2,6 S.S. 309 Romea di Ravenna, riportati nelle Relazioni Annuali redatte ai sensi del D. Lgs. 36/2003 e del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.. In particolare, dei parametri rilevati, si analizzano quelli significativi ai fini del presente studio, ossia: Benzene; Ammoniaca; Somma Mercaptani; PM10. Va tuttavia precisato come i dati di seguito riportati non siano pianamente confrontabili con quelli descritti in precedenza, in quanto acquisiti con differenti metodiche e finalità; essi sono comunque utili per inquadrare lo stato ante operam della qualità dell aria ambiente. Nella seguente figura si riporta la planimetria con individuazione dei punti di campionamento delle sostanze odorigene (benzene, ammoniaca e mercaptani). Si precisa che il punto P7 è attivo solamente da aprile 2014 e pertanto non viene considerato ai fini del presente inquadramento. Figura 31 - Planimetria dei punti di campionamento per il monitoraggio della qualità dell aria 37 di 76

38 Nella tabella seguente sono riportati i risultati delle campagne di monitoraggio condotte al fine di determinare la concentrazione di benzene in aria. Si precisa che, ai fini delle valutazioni statistiche, i valori inferiori al limite di rilevabilità sono stati considerati pari al limite stesso. Benzene (mg/nm 3 ) Data P1 P2 P3 P4 P5 P6 Gennaio 0,0013 0,0016 0,0015 0,0016 0,0016 0,0016 Febbraio 0,0014 0,0015 0,0014 0,0015 0,0016 0,0015 Marzo 0,0007 0,0008 0,0007 0,0005 0,0008 0,0007 Aprile 0,0004 0,0005 0,0003 0,0004 0,0004 0,0003 Maggio 0,0008 0,0003 0,0005 0,0003 0,0003 0,0003 Giugno 0,0006 0,0003 0,0004 0,0005 0,0003 0,0004 Luglio 0,0003 0,0003 0,0003 0,0002 0,0003 0,0005 Agosto 0,0002 <0,0002 <0,0002 <0,0002 <0,0002 <0,0002 Settembre 0,0002 <0,0002 0,0002 0,0002 <0,0002 <0,0002 Ottobre 0,0007 0,0006 0,0006 0,0006 0,0005 0,0005 Novembre 0,0002 0,0002 0,0003 0,0002 0,0002 <0,0002 Dicembre 0,0018 0,0015 0,0019 0,0015 0,0025 0,0025 Tabella 19 - Concentrazioni di benzene rilevate mensilmente presso il Comparto: dati 2013 [Fonte: Relazione Annuale 2013] La situazione della concentrazione del benzene in comparto, se rapportata ai limiti del D. Lgs. 155/2010 validi per l anno 2013, non evidenzia criticità sui diversi punti di campionamento. Non vi sono in effetti rilevamenti che abbia registrato valori superiori valore di legge (5 µg/nm 3 ). Dalla Figura 32, che mostra graficamente l andamento delle concentrazioni negli ultimi 3 anni nei presidi P1, P2, P3 e P4, P5 e P6, si evince chiaramente come i tenori di benzene nell aria ambiente siano piuttosto modesti ed in genere in calo sia in relazione alla media annuale, sia ai massimi e minimi annuali, se si esclude il dato isolato rilevato per il P4 nel 2012 (3 µg/nm 3 ), comunque inferiore al limite di legge. P1 P2 38 di 76

39 P3 P4 P5 P6 Figura 32 - Andamento dei valori massimi minimi e medi di concentrazione del benzene negli ultimi 3 anni. Le concentrazioni sono espresse in mg/nm 3 Con riferimento all ammoniaca, nella seguente tabella si riportano i risultati dei campionamenti effettuati nel corso del 2013 presso il Comparto. Ammoniaca (mg/nm 3 ) Data P1 P2 P3 P4 P5 P6 Gennaio <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 Febbraio <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 Marzo <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 Aprile <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 Maggio <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 Giugno <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 Luglio <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 Agosto <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 Settembre <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 Ottobre <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 Novembre <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 Dicembre <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 <0,002 Tabella 20 - Concentrazioni di ammoniaca rilevate mensilmente presso il Comparto: dati 2013 [Fonte: Relazione Annuale 2013] 39 di 76

40 Risulta evidente come le concentrazioni di ammonica rilevate siano sempre state inferiori al limite di rilevamento. Tale condizione rispecchia quanto monitorato anche negli anni precedenti, a testimonianza dell assenza di ammoniaca in aria presso il Comparto in oggetto. Si riportano poi nella seguente tabella i risultati del monitoraggio effettuato nel corso del 2013 presso il Comparto relativamente ai mercaptani (individuati come somma dei mercaptani). Somma Mercaptani (mg/nm 3 ) Data P1 P2 P3 P4 P5 P6 Gennaio <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 Febbraio <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 Marzo <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 Aprile <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 Maggio <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 Giugno <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 Luglio <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 Agosto <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 Settembre <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 Ottobre <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 Novembre <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 Dicembre <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 <0,001 Tabella 21 - Concentrazioni di mercaptani rilevate mensilmente presso il Comparto: dati 2013 [Fonte: Relazione Annuale 2013] Anche in questo caso è possibile attestare come le concentrazioni di mercaptani rilevate siano sempre state inferiori al limite di rilevamento, coerentemente a quanto registrato nel passato. Riguardo alle polveri (PM10), infine, anch esse sono monitorate con cadenza mensile su un punto di campionamento posto lungo il confine Ovest del Comparto (Figura 33). 40 di 76

41 Figura 33 - Planimetria del punto di campionamento per il monitoraggio del PM10 Nella tabella seguente sono riportati i risultati delle campagne di monitoraggio condotte mensilmente al fine di determinare la concentrazione di polveri in aria. PM10 (g/nm 3 ) Data PM10 (g/nm 3 ) Gennaio 30 Febbraio 35 Marzo 15 Aprile 21 Maggio 19 Giugno 40 Luglio 22 Agosto 39 Settembre 30 Ottobre 33 Novembre 7 Dicembre 42 Tabella 22 - Concentrazioni di PM10 rilevate mensilmente presso la Discarica: dati 2013 Per il PM 10 si sono registrate talvolta situazioni di polverosità prossime al limite del D. Lgs. 155/10, pari a 50 µg/nm 3 (valore medio giornaliero da non superare più di 35 volte l anno). Il valore massimo, pari a 42 µg/nm 3, è in particolare stato rilevato nel mese di dicembre L andamento delle concentrazioni minime medie e massime di PM10 rilevate presso il Comparto Herambiente nell ultimo triennio (Figura 34), mostra una diminuzione pressoché lineare 41 di 76

42 dei valori che, nel 2013, risultano in media sensibilmente inferiori al limite normativo (circa 28 µg/nm 3 contro i 40 µg/nm 3 di legge). Range (max-min) Media annuale Figura 34 - Andamento dei valori massimi minimi e medi di concentrazione del particolato (PM10) negli ultimi tre anni (Anni ). Le concentrazioni sono espresse in µg/nm 3 42 di 76

43 A.5 MAPPA DEI RICETTORI Per l identificazione cartografica dei ricettori esposti in modo significativo agli inquinanti atmosferici si riporta un estratto della Mappa dell uso del suolo tratta dall Archivio cartografico della Regione Emilia Romagna. Figura 35 - Stralcio della mappa dell uso reale del suolo 2010 in prossimità del Comparto Ovest [Fonte: Archivio Cartografico Regione Emilia-Romagna Dall analisi della cartografia sopra riportata si evince come i recettori presenti nell area in esame siano riconducibili a casolari e/o strutture agricole isolate, coerenti con l uso del suolo individuato come predominante nell area in esame. 43 di 76

44 B IMPATTI PER L ATMOSFERA B.1 PREMESSA METODOLOGICA ALLA VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI La valutazione degli impatti per la componente atmosfera è stata effettuata mediante l individuazione e la caratterizzazione delle sorgenti e dei rispettivi flussi emissivi, al fine di quantificare i flussi di massa degli inquinanti emessi in atmosfera. Si sottolinea che nel processo di valutazione degli impatti per l atmosfera un aspetto fondamentale è rappresentato proprio dalla caratterizzazione della sorgente emissiva. Infatti non vi sono in bibliografia studi che forniscono la definizione di un fattore di emissione complessivo associabile alla realizzazione ed alla gestione di una discarica per rifiuti speciali, così come non vi sono ratei emissivi complessivi direttamente connessi alla demolizione di impianti industriali; in entrambi casi, si ricorre all impiego di metodologie di calcolo dei fattori di emissione di singole sorgenti, utilizzando il criterio dell analogia per sorgenti non convenzionali (quale è ad esempio l attività di demolizione) e conseguentemente alla determinazione, per somma di contributi, di un flusso emissivo totale. La caratterizzazione dei flussi emissivi è stata eseguita tramite elaborazione e utilizzo di fattori di emissione riconosciuti a livello nazionale ed internazionale e/o di dati di progetto. In particolare, si è proceduto alla caratterizzazione dei flussi di massa relativi alle emissioni di polveri per operazioni di costruzione e coltivazione delle discariche, nonché di demolizione del Centro, in quanto individuato come principale elemento di pressione per la qualità dell aria connesso al progetto in esame. La valutazione è stata svolta attraverso la determinazione di fattori di emissione in accordo con la metodologia U.S. EPA AP-42 e con le Linee Guida redatte da Arpa Toscana 1 (di seguito anche solo LL.G. ARPAT), allo specifico scopo di fornire criteri di valutazione sull accettabilità delle emissioni derivanti da attività di gestione di materiali polverulenti. Si precisa che le linee guida AP-42 contengono una sezione (capitolo 2.4 Municipal Solid Waste Landfills) dedicata alla definizione di fattori di emissione relativi all attività di discarica ma che questi sono incentrati esclusivamente sull emissione di biogas e quindi non pertinenti con il caso in esame in quanto, per tipologia di rifiuti, non si prevede produzione di biogas. Per tale motivo, nel prosieguo si farà riferimento a fattori di emissione ritenuti maggiormente pertinenti 1 ARPAT, Linee guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali polverulenti, Allegato 1 alla D.G.P. Firenze n. 213 del 03/11/ di 76

45 rispetto alle attività ora considerate, caratterizzate da emissioni proprie delle attività di demolizione e movimentazione di materiali polverulenti. In particolare, come suggerito dalle LL.G. ARPAT, ci si è riferiti ai capitoli 11.9 Western Surface Coal Mining e/o 13.2 Introduction to Fugitive Dust Sources delle linee guida AP-42, contenenti fattori di emissione relativi ad attività maggiormente pertinenti. Le operazioni esplicitamente considerate sono le seguenti: 1. Processi relativi alle attività di frantumazione e macinazione del materiale e all attività di agglomerazione del materiale (AP ); 2. Scotico e sbancamento del materiale superficiale (AP e ); 3. Formazione e stoccaggio di cumuli (AP ); 4. Erosione del vento dai cumuli (AP ); 5. Transito di mezzi su strade non asfaltate (AP ). Una volta caratterizzate le operazioni e stimati i fattori di emissione secondo i corrispondenti modelli US-EPA o gli eventuali fattori di emissione proposti nell AP-42, si è proceduto con il calcolo del rateo emissivo orario totale, sulla base di considerazioni relative alla contemporaneità delle operazioni. Ai fini del giudizio di significatività degli impatti stimati, il fattore emissivo totale è stato confrontato con le soglie assolute di emissione di PM10 fornite dalle LL.G. ARPAT (soglia di accettabilità) al variare della distanza dei ricettori sensibili presenti nel territorio circostante l area di intervento dalla sorgente emissiva e del numero di giorni di emissione (cfr Tabella 23). Tabella 23 Soglie di accettabilità al variare della distanza tra sorgente e ricettore e al variare del numero di giorni di emissione [Fonte: LL.G. ARPAT] Nel caso in cui il rateo emissivo orario totale sia superiore ai valori definiti in Tabella 23 l impatto è da ritenere non sostenibile, in quanto determinerebbe un superamento dei limiti di qualità dell aria per il PM10, in termini di concentrazioni al suolo presso i ricettori sensibili. 45 di 76

46 Le LL.G. ARPAT definiscono anche una seconda soglia (soglia di attenzione), inferiore alla soglia di accettabilità ed in particolare pari alla sua metà, al superamento della quale l impatto è da ritenere sostenibile ma con la necessità di verificare il reale effetto mediante un monitoraggio in corso d opera. Tali soglie sono riportate, sempre al variare della distanza tra sorgente e ricettore e al variare del numero di giorni di emissione, nella seguente Tabella. Tabella 24 Soglie di attenzione al variare della distanza tra sorgente e ricettore e al variare del numero di giorni di emissione [Fonte: LL.G. ARPAT] Va precisato che i suddetti valori di soglia, ottenuti mediante l impiego di modelli di dispersione ponendo come vincolo il rispetto dei limiti di qualità dell aria per il PM10 presso i ricettori, sono da ritenersi validi a determinate condizioni (ossia quelle utilizzate d Arpat per l impostazione dei modelli di dispersione). Queste condizioni riguardano in particolare: morfologia del territorio pianeggiante (terreno piano); meteorologia tipica di un territorio pianeggiante (condizioni di stabilità); concentrazioni di fondo dell ordine di 20 µg/m 3 ; emissioni di durata pari a 10 ore/giorno. Considerando le condizioni caratteristiche del territorio indagato, è possibile affermare che: la morfologia dell area è quella tipicamente pianeggiante della Pianura Padana; le condizioni meteorologiche, sia a livello di area locale che a livello di area vasta (Pianura Padana), sono caratterizzate per gran parte dell anno da una diffusa stabilità (cfr. paragrafo A.3.4); le concentrazioni medie annuali di fondo rilevate presso le stazioni della rete di monitoraggio analizzate mostrano valori medi annui di poco superiori a 20 µg/m 3. Questa condizione è anche confermata dalla Valutazione annuale della qualità dell aria Concentrazioni di 46 di 76

47 fondo 2 redatta da ARPA Emilia-Romagna, dalla quale si evince come l area in esame sia al confine tra l area a concentrazione di PM10 < 25 µg/m 3 e quella a concentrazione di PM10 compresa tra µg/m 3. Considerando però che le emissioni di materiale polverulento stimate hanno tutte durata pari a circa 8 ore/giorno, inferiore alle 10 ore/giorno considerate da ARPAT, si ritiene che il criterio di valutazione proposto da ARPAT sia comunque applicabile al caso in esame. Di seguito si procede dunque alla determinazione del flusso emissivo orario indotto dalle attività di progetto al fine di poterlo confrontare con i criteri di ammissibilità definiti nelle citate linee guida ARPAT. 2 Per conoscere nel dettaglio la qualità dell aria su tutto il territorio regionale, ARPA Emillia-Romagna integra i dati delle centraline di monitoraggio con i modelli della catena NINFA+PESCO (modello chimico e di trasporto nel quale sono implementati algoritmi geostatistici). Il risultato sono mappe ad alta risoluzione (1km di dettaglio) delle concentrazioni di fondo dei principali inquinanti tra cui il PM10 47 di 76

48 B.2 INDIVIDUAZIONE DELLE EMISSIONI OGGETTO DI ANALISI Il progetto in esame riguarda tre principali interventi, ossia: 1. la realizzazione e la coltivazione della discarica 4 Stralcio bis; 2. la realizzazione e la coltivazione della discarica 4 Stralcio ter; 3. la demolizione del Centro di stoccaggio e pretrattamento rifiuti e la successiva realizzazione e la coltivazione della discarica 5 Stralcio bis. Nella seguente figura si riporta la planimetria generale di progetto con individuazione delle aree di intervento relative alle principali opere da realizzare. Area realizzazione 4 Stralcio bis Area demolizione Centro e realizzazione 5 Stralcio Area realizzazione 4 Stralcio ter Figura 36 Planimetria generale con individuazione delle aree di intervento Va poi ricordato come il progetto preveda anche opere minori, riguardanti la regimazione delle acque meteoriche dilavanti le discariche per rifiuti pericolosi interne al Comparto (realizzazione della Vasca VA1). Al riguardo è da sottolineare come tali interventi risultino tuttavia modesti, se paragonati con quelli previsti per la realizzazione delle opere principali, precedentemente elencate. Si ritiene perciò già in via preliminare che i potenziali impatti sulla qualità dell aria derivanti dalla realizzazione della vasca VA1 siano trascurabili rispetto a quelli potenzialmente determinati dalla costruzione e dall esercizio degli Stralci di discarica in progetto. 48 di 76

49 Pertanto, la realizzazione della vasca VA1 viene esclusa dalle valutazioni di dettaglio di cui al presente Elaborato, focalizzando invece l attenzione sugli interventi ritenuti potenzialmente maggiormente impattanti. Per quanto riguarda le principali opere in progetto (Stralci 4 bis, 4 ter e 5 e demolizione del Centro), con riferimento al Cronoprogramma generale di progetto e ai Cronoprogrammi di dettaglio dei singoli interventi, è possibile distinguere due principali fasi da analizzare, rispetto alle quali è possibile effettuare alcune considerazioni preliminari prima di procedere alle valutazioni quantitative: FASE DI CANTIERE, nella quale si procederà alla demolizione Centro e alla realizzazione degli Stralci in progetto e per la quale è possibile considerare in via preliminare che: 1. Per tutti gli Stralci in progetto, le attività di realizzazione dell invaso (formazione argini, sistemazione fondo, realizzazione delle opere di regimazione del percolato, ) saranno preliminari alla coltivazione degli stessi. 2. Da un punto di vista generale, la realizzazione di tutti e tre gli Stralci in progetto prevedrà operazioni consequenziali (scavi e scotichi per preparazione area formazione argini sistemazione fondo/realizzazione barriera impermeabile realizzazione opere di regimazione percolato impianti finiture). Dagli elaborati di progetto non si rileva pertanto la possibilità di sovrapposizioni delle attività di costruzione dei singoli Stralci e, per questo, nemmeno l eventuale somma dei relativi fattori di emissione. 3. La costruzione del 5 Stralcio, essendo gli Stralci 4 bis e 4 ter completamente in appoggio su discariche esistenti, comporterà attività di maggiore entità. In particolare queste sono da correlare alla realizzazione della barriera impermeabile di fondo (realizzazione strato di argilla compattata) con una conseguente movimentazione di materiale molto più rilevante. Considerando inoltre la maggior estensione dell area occupata dal 5 Stralcio, la realizzazione del 5 Stralcio è individuabile a priori quale fase più gravosa dal punto di vista delle emissioni di materiale particellare, rispetto a quella degli Stralci 4 bis e 4 ter. In fase di cantiere i due principali scenari individuati come potenzialmente più gravosi dal punto di vista delle emissioni di materiale polverulento sono quindi la demolizione del Centro di stoccaggio e pretrattamento rifiuti e la realizzazione del 5 Stralcio di discarica. FASE DI ESERCIZIO, relativa alla coltivazione degli Stralci realizzati e per la quale è possibile considerare in via preliminare che: 49 di 76

50 1. Riguardo la fase di coltivazione delle discariche è da sottolineare come gli Stralci in oggetto verranno attivati in successione, l uno all esaurimento delle volumetrie del precedente. Non vi saranno pertanto sovrapposizioni di attività connesse all esercizio dei tre Stralci (4 bis, 4 ter e 5 ). 2. Allo stato attuale, facendo riferimento ai dati di esercizio dell ultimo quinquennio ( ), i quantitativi di rifiuti mediamente conferiti in sito sono prossimi alle t/anno. 3. Con riferimento alle ipotesi di progetto, si prevede un conferimento massimo di circa t/anno di rifiuti; In conclusione, poiché l emissione di polveri dipende strettamente dal quantitativo di rifiuti conferito, non vi saranno significative differenze, in termini di polveri emesse, tra la fase di esercizio degli stralci in progetto. In relazione alla minore distanza dal recettore individuato, si identifica la coltivazione del 5 stralcio come scenario di riferimento per la valutazione degli impatti per la fase di esercizio. B.3 STIMA DELLE EMISSIONI DI POLVERI PER DEMOLIZIONE DEL CENTRO Prima di procedere con la valutazione di impatto, si è inteso descrivere in sintesi gli elementi caratteristici dell intervento in oggetto, ossia la demolizione del Centro; tali elementi saranno infatti utilizzati nel seguito della trattazione per la stima dei flussi emissivi e la valutazione di tollerabilità delle emissioni stimate. L area sulla quale insiste il Centro è di forma rettangolare ed ha superficie in pianta pari a circa m 2 (90 x 150 m circa). L intervento consiste nella rimozione di tutte le apparecchiature, impianti e strutture in carpenteria metallica e la demolizione degli edifici prefabbricati in cemento armato, degli edifici in elevazione in muratura, delle strutture murarie in elevazione, delle strutture di fondazione, delle pavimentazioni, dei piazzali e delle strade. Saranno inoltre rimosse tutte le strutture interrate quali vasche, tubazioni, cavidotti, pozzetti, ecc. al fine di ottenere le condizioni idonee alla futura realizzazione del 5 Stralcio di discarica. Nella seguente Tabella sono indicate nello specifico le stime dei volumi (vuoti per pieno) delle opere da demolire. 50 di 76

51 Fabbricato/Opera Volume demolizione [m 3 ] in elevazione interrate Edificio stoccaggio fusti 906 Impianto di inertizzazione tettoia e vasche 41 Impianto inertizzazione piazzale e serbatoi 530 Parco serbatoi serbatoi 1655,3 Parco serbatoi vasche 864,5 Sala tecnica 824,8 Edificio Uffici 808,4 Vasche interrate Percolato 536,3 Vasca Antincendio 27,2 Vasca interrata acque di processo 123,7 Fabbricato Triturazione 657 Tettoia Stoccaggio fusti 782 Riconfezionamento 641 Cabina Elettrica 372,5 Tettoia Parcheggio 252 Vasca scarico Tomba 60 Muri di sostegno 415 Vasca in terra acque meteo 3 TOTALE per tipologia TOTALE Tabella 25 Opere da demolire e relativi volumi Con riferimento alla Tabella 25, nella seguente Figura sono inoltre individuate le opere da demolire precedentemente elencate. 51 di 76

52 Figura 37 Planimetria del Centro di stoccaggio e pretrattamento con indicazione delle opere da demolire Considerano la presenza di aree pavimentate (viabilità interna, piazzali) ed il fatto che alcune delle opere da demolire sono interrate (vasche relative a impianto inertizzazione, parco serbatoi, percolato, acque di processo, scarico Tomba, acque meteo), sono inoltre previste attività di scotico superficiale e scavo profondo. Si prevedono anche operazioni di rimozione dello strato superficiale e di terreni profondi in corrispondenza delle opere interrate. Dalle operazioni di scotico e scavo esiteranno circa m 3 di terre che saranno rilocati in sito ai fini della realizzazione del 5 Stralcio di Discarica e circa m 3 di materiale proveniente da demolizione di strade, piazzali e pavimentazioni che saranno inviati a smaltimento. 52 di 76

53 Con particolare riferimento al terreno movimentato, è possibile considerare che i terreni saranno caratterizzati da un contenuto di umidità pari a circa il 25% mentre per gli strati superficiali (pavimentazione stradale) tale contenuto è da ritenersi pressoché nullo. Materiale Quantitativo [m 3 ] Peso specifico [kg/m 3 ] Contenuto umidità [%] Strati superficiali pavimentazione stradale (asfalto) Strati profondi terreno ,6 25 Tabella 26 Caratteristiche del materiale di risulta da scotico e scavo Nella seguente tabella vengono proposti in sintesi i quantitativi di materiali di varia tipologia risultanti dalle operazioni di cantiere (demolizione e scavo), espressi in tonnellate. Materiale Quantitativo [m 3 ] [t] Pavimentazione stradale (asfalto) Macerie da demolizione opere Strati profondi terreno TOTALE Tabella 27 Quantitativi di materiale movimentato durante le attività di demolizione del Centro Le attività di demolizione del Centro avranno una durata complessiva stimata approssimativamente in circa 6 mesi, con lavorazioni previste per 5 giorni a settimana, 8 ore/giorno, per un totale di circa 130 giorni lavorativi (pari a circa ore di lavoro). Durante tale periodo verranno utilizzate in cantiere una serie di macchine e attrezzature che possono essere sinteticamente riassunte dall elenco di Tabella 28, dove sono inoltre indicate le caratteristiche dei mezzi (potenza, peso) e i giorni di utilizzo previsti (o il numero di viaggi per l autotreno di trasporto rifiuti) per ogni mezzo. Tipologia mezzo Potenza [CV] Peso [t] Giorni di utilizzo Autotreno Escavatore cingolato Pala cingolata Martello demolitore n. 2 Bobcat / gru gommata Autocarro di servizio Trituratore Tabella 28 Elenco mezzi con indicazione delle caratteristiche e dei giorni di utilizzo previsti 53 di 76

54 Dal punto di vista dell organizzazione del cantiere, ai fini dell applicazione della metodologia US EPA AP-42 secondo le modalità delle LL.G. ARPAT risulta necessario definire lo schema logico dell intervento di demolizione, suddividendo le varie attività previste in singoli item e indicando la successione degli stessi. È quindi possibile individuare le seguenti operazioni principali alle quali può essere associata l emissione di materiale polverulento: A) DEMOLIZIONE EDIFICI E OPERE IN ELEVAZIONE Demolizione opere mediante martello demolitore (frantumazione grossolana), Carico macerie su autocarro mediante escavatore o direttamente con pala / bobcat (carico su autocarro), Trasporto delle macerie internamente all area di intervento (su strada non asfaltata) mediante autocarro di cantiere (trasporto materiale), Scarico delle macerie al trituratore (scarico da autocarro), Frantumazione delle macerie per riduzione volumetrica mediante trituratore (frantumazione secondaria), Carico dell autotreno per il trasporto delle macerie verso impianti esterni direttamente da trituratore (carico su autotreno), B) DEMOLIZIONE DI STRADE, PIAZZALI E PAVIMENTAZIONI E RIMOZIONE DELLE OPERE INTERRATE Demolizione di strade, piazzali e pavimentazioni mediante pala cingolata / bobcat / escavatore cingolato e rimozione strato superficiale, Carico macerie e terre su autocarro mediante escavatore/gru o direttamente con pala / bobcat (carico su autocarro), Trasporto delle macerie internamente all area di intervento (su strada non asfaltata) mediante autocarro di cantiere e scarico da mezzo (trasporto materiale), Scarico dei terreni e delle macerie in area di stoccaggio terre e formazione cumuli in attesa del loro riutilizzo in sito per la successiva realizzazione del 5 Stralcio (scarico da autocarro e formazione cumuli), Triturazione materiale da demolizione per riduzione volumetrica mediante trituratore (frantumazione fine), Carico dell autotreno per il trasporto delle macerie verso impianti esterni direttamente da trituratore, ossia tramite nastro trasportatore (carico su autotreno). 54 di 76

55 Si precisa come sia possibile trascurare il contributo emissivo derivante dal transito degli autotreni in quanto, avvenendo esclusivamente su strada asfaltata, sarà di certo non significativo rispetto al transito dell autocarro di servizio su strade interne al cantiere (non asfaltate). Tipicamente, infatti, i fattori di emissione di polveri associate al transito su strada asfaltata sono di un ordine di grandezza superiori a quelli associati al transito su strada non asfaltata (decine di grammi/km*veicolo nel caso di strade asfaltate contro centinaia di grammi/km*veicolo in caso di strade non asfaltate). Le operazioni sopra elencate saranno svolte pressoché senza soluzione di continuità durante tutta la durata del cantiere, ferme restando le stime di utilizzo dei mezzi espresse in giorni, riportate in Tabella 28. Risulta dunque difficile individuare una successione di attività ben definita ed univoca, in quanto vi saranno certamente momenti di sovrapposizioni legati alle necessità operative e alla logistica del cantiere che non possono essere definibili a priori. È dunque necessario effettuare ipotesi conservative per non esporsi al rischio di sottostimare le emissioni di materiale particellare. Quale ipotesi cautelativa, sia considera un fattore di contemporaneità delle singole operazioni connesse alla demolizione del centro, assumendo che nel peggiore dei casi tali attività vengano svolte nello stesso momento, sebbene in differenti aree del cantiere. La condizione di contemporaneità delle operazioni, viste le stime di utilizzo delle macchine di cantiere, potrà determinarsi al massimo per complessivi di circa 20 giorni (massimo utilizzo del trituratore). Dunque, in estrema sintesi, le operazioni per le quali si rende necessaria la valutazione del rateo emissivo di polveri sono: 1. frantumazione grossolana delle opere in elevazione; 2. rimozione strato superficiale (strade, piazzali, pavimentazioni) con scotico e scavo del terreno; 3. carico su autocarro di macerie e terre di risulta 4. trasporto materiale su strada non asfaltata 5. scarico da autocarro di macerie e terre di risulta 6. stoccaggio delle terre di risulta in cumuli 7. frantumazione fine delle macerie 8. carico su autotreno delle macerie fini da trituratore 55 di 76

56 B.3.1 Frantumazione grossolana delle opere in elevazione Per la determinazione delle polveri generate dalla demolizione di edifici/opere in elevazione non esistono formule per il calcolo del flusso emissivo. Per analogia, considerando la natura del materiale di cui sono costituite le opere (cemento e calcestruzzo) e le macchine utilizzate (martello demolitore), questa operazione può essere assimilata alla frantumazione primaria (primary crushing) tipica delle attività di cava. Per questa attività possono essere utilizzati i fattori di emissione presentati nel paragrafo Crushed Stone Processing and Pulverized Mineral Processing delle US-EPA AP.42, dove per la frantumazione sino a pezzature grossolane viene proposto un fattore di emissione dipendente direttamente dalla quantità di materiale da frantumare, pari a 0,0043 kg/t (SCC ). Considerando che il volume delle opere da demolire, corrispondente ad un quantitativo pari a circa t, e che l utilizzo del martello demolitore è previsto per 45 giorni, 8 ore/giorno (pari a 360 ore totali), il rateo emissivo relativo alla frantumazione grossolana risulta pari a: t / 45 giorni = 211 t/giorno 211 t/giorno / 8 h/giorno = 26 t/h 26 t/h x 0,0043 kg/t = 0,113 kg/h = 113 g/h totali di PM10 B.3.2 Rimozione dello strato superficiale con scotico e scavo del terreno L attività di rimozione dello strato superficiale (aree pavimentate e asfaltate) con scotico e scavo del terreno con ruspa o escavatore, secondo quanto indicato al paragrafo Heavy construction operations dell AP-42, produce delle emissioni di polveri (intese come PTS 3 ) con un rateo di 5,7 kg/km. Per utilizzare questo fattore di emissione occorre quindi stimare ed indicare il percorso della ruspa nella durata dell attività, esprimendolo in km/h. Considerando una durata delle attività pari a 90 giorni (ossia 720 ore), l area nel quale rimuovere lo strato superficiale di estensione superficiale pari a circa m 2 e ipotizzando l utilizzo di un escavatore/pale/bobcat con larghezza della pala pari a 2 m, ne deriva un percorso lineare dell escavatore pari a circa: m 2 / 2 m / 720 h = 9,7 m/h = 0,0097 km/h 3 Il fattore di emissione è assegnato per le polveri totali (PTS); per riferirsi al PM10 si può ritenere cautelativo considerare una componente PM10 dell ordine del 60% del PTS 56 di 76

57 Il rateo emissivo associato alla rimozione dello strato superficiale risulta dunque pari a: 0,0097 km/h x 5,7 kg/km = 0,055 kg/h = 55 g/h di polveri totali 55 g/h x 0,6 = 33 g/h totali di PM10 B.3.3 Carico su autocarro di macerie e terre Una volta effettuate le operazioni di demolizione e rimozione del terreno superficiale, le macerie e le terre escavate sono poi caricate su mezzi per il trasporto alle aree dedicate alla frantumazione fine mediante triturazione e allo stoccaggio, prima del successivo riutilizzo (nel caso dei terreni) o carico su autotreno (nel caso dei rifiuti da demolizione). Per la stima delle emissioni di PM10 in tale fase si adotta il fattore di emissione desunto da FIRE 4, applicativo U.S. EPA per la ricerca dei fattori di emissione, definito per il carico su camion (SCC ), pari a 6,8 g/t di materiale da caricare. Si è considerato che le macerie da demolizione (di opere in elevazione/interrate e stradale) e le terre di risulta dallo scotico superficiale vengano caricate costantemente su autocarro nell arco dell interno periodo di attività di cantiere, ossia 130 giorni, a prescindere dalla durata delle operazioni da cui originano. In questo senso, il quantitativo di materiale da caricare considerato sarà un quantitativo medio giornaliero. Il quantitativo orario di materiale caricato su autocarro per trasporto interno al cantiere risulta dunque pari a: t / 130 giorni = 225 t/giorno 225 t/giorno / 8 h/giorno = 28 t/ora Il rateo emissivo associato al carico del materiale su autocarro è quindi stimato in: 28 t/ora x 6,8 g/t = 192 g/h totali di PM10 B.3.4 Trasporto materiale su strada non asfaltata Il trasporto dei materiali da risulta comporta il transito di mezzi su piste non asfaltate, dove la frizione delle ruote sulla superficie stradale determina la polverizzazione del materiale superficiale, che di conseguenza si innalza e disperde in atmosfera. In questo caso, il riferimento per il calcolo del fattore di emissione è il seguente (13.2.2): di 76

58 Si riporta di seguito una tabella contenente i valori dei diversi parametri richiesti per il calcolo del fattore di emissione. Parametro Descrizione UdM Valore Note K Fattore definito in funzione della dimensione delle particelle che si vogliono considerare lb/vmt* 1,5 Table AP 42 Industrial roads, PM10 - Fattore conversione - 281,9 Conversione da lb/vmta g/vkt* S Contenuto di materiale sabbioso/limoso % 6,4 W Peso medio dei mezzi ton 20 A Costante - 0,9 B Costante - 0,45 Table AP 42 Municipal solid waste landfills (mean) Peso medio dei mezzi in transito su strada non asfaltata Table AP 42 Industrial roads, PM10 Table AP 42 Industrial roads, PM10 E Fattore di emissione g/km*veicolo * VMT = miglia percorse dai veicoli VKT = kilometri percorsi dai veicoli Tabella 29 Parametri per la stima delle emissioni di polveri da traffico su strada non asfaltata Va poi considerato che i mezzi in transito per il trasporto delle terre scavate, così come dei materiali da demolizione, dovranno percorrere un tragitto su strada non asfaltata che, considerando l area di intervento (90 x 150 m circa di superficie), può essere assunto mediamente pari a m. Per quanto riguarda il calcolo del numero transiti, si consideri come il mezzo che trasporta le terre/macerie dall area di lavorazione all area di stoccaggio/triturazione percorrerà il tragitto inverso scarico. Pertanto, considerando 225 t/giorno di materiale da trasportare (si veda paragrafo B.3.3) e assumendo la capacità di carico del mezzo pari a 20 t/mezzo, saranno necessari circa viaggi/giorni, ossia 1-2 viaggi/ora (per 8 ore di lavorazione al giorno). Poiché come detto il mezzo una volta effettuato il carico/scarico percorrerà il tragitto in senso inverso, è possibile considerare mediamente 3 transiti/ora sulla viabilità non asfaltata di cantiere. 58 di 76

59 Il fattore di emissione per la fase di trasporto vale pertanto: 560 g/km*veicolo x 0,065 km x 3 transiti/h = 111 g/h totali di PM10 B.3.5 Scarico da autocarro di macerie e terre Successivamente i materiali trasportati sono scaricati nell area apposita e avviati al trituratore, nel caso delle macerie, oppure stoccati in cumuli in attesa di essere riutilizzati, nel caso delle terre. Per la stima delle polveri emesse nel corso delle operazioni di scarico dai camion è possibile fare riferimento al fattore di emissione definito per lo scarico dello scotico da camion (FIRE SCC ), pari a 0,45 g/t di materiale da scaricare. Considerando il quantitativo orario di materiale da scaricare, ossia 28 t/ora, equivalente al quantitativo caricato su autocarro stimato al paragrafo B.3.3, il rateo emissivo associato allo scarico di materiale da autocarro risulta dunque pari a: 28 t/ora x 0,45 g/t = 13 g/h totali di PM10 B.3.6 Stoccaggio delle terre di risulta in cumuli Per quanto riguarda le polveri emesse nel corso della formazioni dei cumuli di stoccaggio delle terre escavate, si adotta il fattore di emissione U.S. EPA AP Aggregate handling and storage piles. Si riporta di seguito una tabella contenente i valori dei diversi parametri richiesti per il calcolo del fattore di emissione. Parametro Descrizione UdM Valore Note K M Fattore definito in funzione della dimensione delle particelle che si vogliono considerare Contenuto di umidità del materiale movimentato - 0, AP 42 PM10 % 25 cfr. valore per terreni in Tabella 26 U Velocità del vento m/s 0,7 cfr. paragrafo A.3.3 E Fattore di emissione g/t 0,01 - Tabella 30 Parametri per la stima delle emissioni di polveri da operazioni di formazione di cumuli 59 di 76

60 Considerando che nel progetto si stima un quantitativo di terre pari a circa t, ossia circa 100 t/giorno su 130 giorni di cantiere, ne deriva quindi un emissione oraria di PM10 pari a: 100 t/giorno x 0,01 g/t = 1,1 g/giorno 11,5 g/giorno / 8 h/giorno = 0,1 g/h totali di PM10 B.3.7 Frantumazione fine delle macerie Per la determinazione delle polveri generate dalla frantumazione secondaria (frantumazione fine) del materiale di risulta dalla demolizione di edifici/opere in elevazione è possibile fare rifermento al fattore di emissione presentati nel paragrafo Crushed Stone Processing and Pulverized Mineral Processing delle US-EPA AP.42, dove per la frantumazione sino a pezzature fini (tertiary crushing) viene proposto un fattore di emissione dipendente direttamente dalla quantità di materiale da frantumare, pari a 0,0012 kg/t (SCC ). Considerando che il quantitativo complessivo delle opere da demolire (sia in elevazione, interrate, sia da demolizione strade) risulta pari a t (9.500 t t, cfr. Tabella 27) e che l utilizzo del trituratore è previsto per 20 giorni, 8 ore/giorno (pari a 160 ore totali), il rateo emissivo relativo alla frantumazione fine risulta pari a: t / 20 giorni = 825 t/giorno 825 t/giorno / 8 h/giorno = 103 t/h 385 t/h x 0,0012 kg/t = 0,124 kg/h = 124 g/h totali di PM10 B.3.8 Carico su autotreno delle macerie fini da trituratore Infine, per il carico di macerie in uscita dalla triturazione fine su autotreno, per il loro successivo trasporto verso destinazioni esterne al sito, è possibile fare riferimento al fattore di emissione truck loading-conveyor, crushed stone (SCC ) definito sempre al paragrafo dell AP-42, il quale risulta pari a 5x10-5 kg/t di materiale da caricare. Considerando il quantitativo orario complessivo di materiale di risulta dalle operazioni di triturazione stimato al precedente paragrafo B.3.7, il rateo emissivo relativo al carico su autotreno delle macerie fini risulta pari a: 103 t/h x 0,00005 kg/t = 0,0052 kg/h = 5 g/h totali di PM10 B.3.9 Stima complessiva delle emissioni di polveri per demolizione Centro Con riferimento ai ratei emissivi stimati nei precedenti paragrafi, si riporta di seguito una tabella riassuntiva in cui sono indicati, per i vari contributi, i flussi di emissione di PM10 orari. 60 di 76

61 Contributo Rateo emissivo [g/h] Frantumazione grossolana delle opere in elevazione Rimozione strato superficiale (strade, piazzali, pavimentazioni e terreno) con scotico e scavo del terreno 113 Carico su autocarro di macerie e terre di risulta 192 Trasporto materiale su strada non asfaltata 111 Scarico da autocarro di macerie e terre di risulta 13 Stoccaggio delle terre di risulta in cumuli 0,1 Frantumazione fine delle macerie 124 Carico su autotreno delle macerie fini da trituratore 5 33 TOTALE 591 Tabella 31 - Flusso emissivi di PM10 nella fase di demolizione del Centro Si sottolinea come le valutazioni siano state effettuate prescindendo, in via cautelativa, dalle usuali operazioni gestionali volte a ridurre l emissione di polveri, quali la bagnatura di opere da demolire o del materiale da frantumare, nonché delle strade interne al cantiere (piste non asfaltate). Si evidenzia inoltre che per l ipotesi cautelativa di contemporaneità delle operazioni assunta alla base della valutazione, tale emissione avrà una durata complessiva pari a 20 giorni, per 8 ore/giorno. B.4 STIMA EMISSIONI DI POLVERI PER REALIZZAZIONE DEL 5 STRALCIO Le emissioni di polveri derivanti dalla fase di cantiere relativa alla realizzazione di una discarica, sono in linea generale associabili a 5 differenti contributi principali: operazioni di scotico e scavo; operazioni di carico/scarico delle terre dai mezzi di trasporto; transito di mezzi su strada asfaltata e non asfaltata (piste di cantiere) per movimentazione terre; stoccaggio in cumulo delle terre; rimodellazione del terreno superficiale (posa delle terre escavate e compattazione delle stesse). 61 di 76

62 Va però sottolineato come nel caso di studio le fasi di scotico e scavo del terreno superficiale e di stoccaggio in cumulo delle terre di risulta non risultano pertinenti, in quanto considerate già tra le attività di demolizione del Centro, analizzate al paragrafo B.3. Da un punto di vista cronologico le attività di demolizione del Centro e realizzazione del 5 Stralcio risultano infatti consecutive. Pertanto alcune attività di preparazione delle aree, preliminari nella realizzazione delle opere, non saranno necessarie in quanto eseguite nella fase di demolizione del Centro precedentemente effettuata (scotico e stoccaggio terre). Si prevede solamente attività di rimozione di opere superficiali nei versanti delle discariche 1 e 3 Stralcio esistenti (sulle quali il 5 Stralcio andrà in appoggio), per quantitativi comunque assolutamente modesti e trascurabili (inferiori a m 3 ). Con riferimento al cronoprogramma di progetto di dettaglio, nella fase di cantiere per la realizzazione del 5 Stralcio sono quindi previste le seguenti attività: accantieramento, realizzazione del campo prova e accettazione materiali; riprofilatura degli argini Nord e Sud, in corrispondenza degli Stralci 1 e 3 della discarica per rifiuti pericolosi e non pericolosi esistente; realizzazione degli argini Est e Ovest; preparazione del fondo invaso con apposizione di due strati di argilla compattata; posa dei teli impermeabilizzanti; realizzazione dei pozzi di raccolta del percolato posa della rete di tubature di regimazione del percolato; posa dello strato drenante in ghiaia; realizzazione di impianti, finiture e opere di completamento; prove funzionali e collaudi. 62 di 76

63 Figura 38 Planimetria dell opera in progetto. Piano di posa dei rifiuti La produzione di polvere in fase di cantiere è associata alle attività di movimentazione di terre (terreno e materie prime da costruzione), finalizzate alla predisposizione dell invaso della discarica. Con riferimento agli elaborati di progetto, la durata complessiva delle attività di realizzazione dell opera sarà pari a circa 260 giorni. La fase più rilevante dal punto di vista delle emissioni polverulente avrà tuttavia una durata inferiore e sarà concentrata nella parte centrale del cantiere. Infatti, le attività preliminari (accantieramento, realizzazione del campo prova, accettazione dei materiali,...) e le attività conclusive (realizzazione impianti, finiture, prove funzionali,...) saranno caratterizzate da quantitativi di polveri emesse assolutamente esigui, se non pressoché nulli e comunque trascurabili rispetto alle altre fasi realizzative. Le attività ritenute invece rilevanti dal punto di vista del potenziale risollevamento e diffusione di materiale particellare sono indicate nella seguente tabella assieme alle relative durate. 63 di 76

64 Tabella 32 Attività di cantiere potenzialmente responsabili di emissioni di polveri e relative durate Durante queste attività è prevista la movimentazione di un quantitativo di materiale complessivamente pari a circa m 3, di cui: m 3 di materiale da scotico e scavo eseguiti nella fase di demolizione del centro che verranno ora riutilizzate ai fini della realizzazione di argini e chiusura varco); m 3 di inerti da costruzione provenienti dall esterno, costituiti da: o m 3 di argilla per realizzazione 1 e 2 strato e chiusura del varco di ingresso; o m 3 di ghiaia per la realizzazione del setto drenante. Per le attività di scavo e movimentazione dei materiali polverulenti è prevista la presenza dei mezzi d opera e di trasporto indicati nella seguente tabella. La tabella riporta inoltre i giorni stimati di utilizzo dei mezzi e le rispettive caratteristiche (potenza, peso). Tipologia mezzo Potenza [CV] Peso [t] Giorni di utilizzo Autotreni trasporto materiali da costruzione Escavatore cingolato Pala cingolata Rullo compattatore Martello demolitore Bobcat Trattore per bagnatura Grader Autocarro di servizio Tabella 33 Elenco mezzi d opera e trasporto con indicazione delle caratteristiche e dei giorni di utilizzo previsti In sintesi, facendo riferimento ai quantitativi di materiali (terreno, materie prime) movimentati nelle varie attività ed al numero di giorni di utilizzo dei vari mezzi come indicati nella precedente 64 di 76

65 tabella (100 gg) è possibile considerare un quantitativo medio giornaliero di materiale movimentato in peso pari a circa 650 t/giorno. Come detto le attività che prevedono la movimentazione di materiali polverulenti si protrarranno complessivamente per un periodo non superiore a 100 giorni che, considerando 8 ore di lavoro al giorno, porta a stimare in 800 ore totali la durata di movimentazione di terreni e materie prime da costruzione. In questo periodo si assume che tutte le operazioni dalle quali possa derivare un emissione di materiale particellare contribuiscano alla stima del flusso emissivo totale di polveri. Tali operazioni, che verranno di seguito analizzate quantitativamente, sono nello specifico: 1. il carico su autocarro di servizio di terre escavate in sito e stoccate; 2. il trasporto su strada non asfaltata di terre stoccate e materie prime; 3. lo scarico da autocarro di terre stoccate e materie prime; 4. la posa di terre stoccate e materie prime e compattazione delle stesse. B.4.1 Carico su autocarro di servizio di terre stoccate Le terre di risulta prodotte nella fase di rimozione dello strato superficiale durante la demolizione del Centro (cfr. paragrafo B.3.2), accumulate nell area di stoccaggio (cfr. paragrafo B.3.6), sono caricate e trasportate ove necessario. Per la stima delle emissioni di PM10 in tale fase si adotta il fattore di emissione definito per il carico di materiale su camion (SCC ) precedentemente individuato, pari a 6,8 g/t di materiale da caricare. Considerando il quantitativo di terre da movimentare (8.000 m 3 x 1,6 ton/m 3 = ton) e la durata della fasi in cui saranno utilizzate tali terre (durata totale 33 gg) deriva un emissione oraria di PM10 pari a: 388 t/giorno x 6,8 g/t = g/giorno g/giorno / 8 h/giorno = 330 g/h totali di PM10 B.4.2 Trasporto su strada non asfaltata di terre e materie prime Per la presente operazione si fa sempre riferimento al fattore di emissione desunto dall AP-42 (13.2.2), considerato al paragrafo B.3.4, pari a 560 g/km*veicolo (cfr. Tabella 29). 65 di 76

66 Va poi considerato che i mezzi in transito per il trasporto delle terre toccate e dell argilla dovranno percorrere un tragitto su strada non asfaltata che, essendo l area di intervento la medesima considerata per la demolizione del Centro, può essere nuovamente assunto di lunghezza media pari a m. Considerando 650 t/giorno di materiale da trasportare (si veda paragrafo B.4.1) e assumendo la capacità di carico del mezzo pari a 20 t/mezzo, saranno necessari circa 33 viaggi/giorno, ossia 4-5 viaggi/ora. Poiché, come già affermato al paragrafo B.4.1, il mezzo una volta effettuato il carico/scarico percorrerà il tragitto in senso inverso, è possibile considerare mediamente 8 transiti/ora sulla viabilità non asfaltata di cantiere (distribuiti sulle 8 ore di lavorazione al giorno). Il fattore di emissione per la fase di trasporto vale pertanto: 560 g/km*veicolo x 0,06 km x 8 transiti/h = 287 g/h totali di PM10 B.4.3 Scarico da autocarro di terre e materie prime I materiali da costruzione vengono poi scaricati nell area di lavorazione. Per la stima delle polveri emesse nel corso delle operazioni di scarico dai camion è possibile fare riferimento al fattore di emissione FIRE SCC già utilizzato al paragrafo B.3.5, pari a 0,45 g/t di materiale da scaricare. Considerando un quantitativo medio di materiali movimentati, è possibile stimare un emissione oraria di PM10 pari a: 650 t/giorno x 0,45 g/t = 293 g/giorno 293 g/giorno / 8 h/giorno = 37 g/h totali di PM10 B.4.4 Posa di terre e materie prime e compattazione delle stesse Per quanto riguarda le operazioni di posa in opera e compattazione di terreno e argilla in fase di predisposizione del fondo discarica e degli argini perimetrali si considera il fattore di emissione dell AP-42 denominato Overburden replacement (tabella ), per il quale viene definito un fattore di emissione di PTS di 6 g/t, pari a un rateo emissivo di PM10 di 3,6 g/t di materiale compattato (assumendo che il PM10 costituisca circa il 60% delle polveri totali). Considerando che è prevista una posa media giornaliera di 650 t/giorno di materiale (terreno, argilla), l emissione media oraria di PM 10 della fase di realizzazione del 5 Stralcio della discarica risulta complessivamente pari a: 650 t/giorno x 3,6 g/t = g/giorno 66 di 76

67 2.340 g/giorno / 8 h/giorno = 293 g/h totali di PM10 B.4.5 Stima complessiva delle emissioni di polveri per realizzazione 5 Stralcio Con riferimento ai ratei emissivi stimati nei precedenti paragrafi, si riporta di seguito una tabella riassuntiva in cui sono indicati, per i vari contributi, i flussi di emissione di PM10 orari, precedentemente calcolati. Contributo Rateo emissivo [g/h] Carico su autocarro di servizio di terre stoccate 330 Scarico da autocarro di terre stoccate e materie prime 37 Trasporto su strada non asfaltata di terre stoccate e materie prime 287 Posa di terre stoccate e materie prime e compattazione delle stesse 293 TOTALE 947 Tabella 34 - Flusso emissivi di PM10 nella fase di realizzazione del 5 Stralcio di discarica Si sottolinea anche in questo caso come le valutazioni siano state effettuate prescindendo, in via cautelativa, dalle usuali operazioni gestionali volte a ridurre l emissione di polveri, quali la bagnatura delle strade, in particolar modo della pista non asfaltata. B.5 STIMA DELLE EMISSIONI DI POLVERI PER COLTIVAZIONE Il progetto di realizzazione della discarica 5 Stralcio, assunto come etto quale riferimento per la valutazione delle emissioni in fase di esercizio, prevede la realizzazione di un bacino destinato all abbancamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi, di volume utile iniziale pari a circa m 3 e finale pari a m 3. Con riferimento al piano dei conferimenti, si prevede un conferimento massimo di t/anno di rifiuti. Considerando che il conferimento di rifiuti avviene per 305 giorni all anno, verranno mediamente conferite circa 312 t/giorno di rifiuti. Si è inoltre assunto che i rifiuti conferiti, indipendentemente dalla loro tipologia, fossero mediamente caratterizzati da contenuto di umidità del tutto cautelativo e pari a circa il 5 %. Nella seguente figura, si individua l area occupata dalla discarica in progetto all inizio della coltivazione e a coltivazione ultimata, indicando approssimativamente il percorso effettuato dai mezzi in circolazione per il conferimento dei rifiuti. In particolare, in ragione dell estensione dell area di intervento e dell evoluzione della coltivazione si è considerato che la lunghezza del 67 di 76

68 tragitto percorso dai mezzi in circolo nel sito impiantistico fosse mediamente pari a 200 m (valore medio tra i 100 m di inizio coltivazione e i 300 m di coltivazione ultimata). a inizio coltivazione a coltivazione ultimata 300 m 100 m Figura 39 Evoluzione dell area in coltivazione e individuazione dei percorsi effettuati dai mezzi di trasporto Nella seguente tabella si riassumono i principali dati utilizzati per le valutazioni proposte nel seguito della trattazione. UdM Dato Periodo di conferimento giorni/anno 305 Orario di lavoro ore/giorno 8 Quantitativo rifiuti annuo t/anno Quantitativo rifiuti al giorno t/giorno 312 Capacità mezzi di trasporto rifiuti t/mezzo 20 Umidità rifiuto % 5 Tragitto mezzi di trasporto su strada non asfaltata m 200 Tabella 35 Dati utilizzati ai fini della valutazione di impatto Da un punto di vista logico, la coltivazione della discarica può essere suddivisa nelle seguenti operazioni unitarie: trasporto dei rifiuti su strada non asfaltata (pista della discarica) scarico dei rifiuti da mezzi di trasporto in ingresso; abbancamento rifiuti. 68 di 76

69 Si va ora a valutare il contributo emissivo in termini di polveri derivante dalle operazioni di coltivazione della discarica svolte in fase di esercizio, con riferimento alle operazioni ora individuate. B.5.1 Trasporto dei rifiuti su strada non asfaltata Il trasporto dei rifiuti in discarica avviene percorrendo piste non asfaltate, pertanto è ancora possibile fare riferimento al capitolo del metodo AP-42 e ai dati in ingresso di Tabella 29. Il fattore di emissione E risultante dall analisi svolta è dunque pari a 560 g/km*veicolo. Considerando il quantitativo di rifiuti annuo conferito, 305 giorni di conferimento/anno e mezzi di trasporto di capacità pari a 20 t/mezzo, è possibile stimare in: t/anno / 305 giorni/anno / 20 t/mezzo = 16 mezzi/giorno i mezzi in transito su piste non asfaltate, pari a 32 transiti/giorno (considerando anche il tragitto in ritorno), pari a 3 transiti/ora per 8 ore di lavoro al giorno. Come evidenziato in precedenza, infine, il tragitto su strada asfaltata misura circa 200 m. Il flusso medio orario per la fase di trasporto vale pertanto: 560 g/km*veicolo x 0,20 km x 4 transiti/h = 472 g/h B.5.2 Scarico da autocarro di rifiuti Successivamente i rifiuti sono poi scaricati nell area di abbancamento. Il fattore di emissione di riferimento risulta sempre l SCC già utilizzato al paragrafo B.3.5 e B.4.3, ossia pari a 0,45 g/t di materiale da scaricare. Considerando il quantitativo medio giornaliero di rifiuti trasportato da scaricare pari a circa 312 t/giorno, ne deriva quindi un emissione oraria di PM10 pari a: 312 t/giorno x 0,45 g/t = 140 g/giorno 140 g/giorno / 8 h/giorno = 18 g/h totali di PM10 B.5.3 Abbancamento e compattazione rifiuti Ai fini del calcolo delle polveri generate dalle operazioni di movimentazione rifiuti si fa riferimento alla seguente equazione, desunta dalla medesima fonte (Linee guida AP-42: Capitolo 13, sezione Aggregate handling and storage piles ). 69 di 76

70 Per il valore da attribuire a k i è possibile fare riferimento alla seguente tabella, desunta sempre dal paragrafo delle AP-42. Tabella 36 valori di ki al variare della dimensione del particolato [Fonte: AP-42] La tabella seguente contiene i valori considerati per i parametri richiesti nel calcolo. Parametro Descrizione UdM Valore Note U velocità media del vento m/s 0,7 cfr. paragrafo A.3 k i Coefficiente - 0,35 cfr. Tabella 37 M Contenuto di umidità del materiale movimentato % 5 Dato caratteristico dei rifiuti in esame Tabella 37 - Dati per il calcolo del fattore di emissione da operazioni di copertura di rifiuti Ne deriva quindi una emissione oraria di PM10 pari a 39 g/h. B.5.4 Stima complessiva delle emissioni di polveri per coltivazione 5 Stralcio Si riporta di seguito una tabella riassuntiva in cui sono indicati, per i vari contributi, i flussi di emissione di PM10 orari, precedentemente calcolati. 70 di 76

71 Contributo Rateo emissivo [g/h] Trasporto su strada non asfaltata di rifiuti 472 Scarico da autocarro di rifiuti 18 Operazioni di abbancamento rifiuti 39 TOTALE 529 Tabella 38 - Flusso emissivi di PM10 nella fase di coltivazione Risulta evidente come i contributi dovuti allo scarico e all abbancamento dei rifiuti risultino significativamente inferiori rispetto a quello dato dal transito di mezzi su strada non asfaltata. Si sottolinea come le valutazioni siano state effettuate prescindendo, in via cautelativa, dalle usuali operazioni gestionali volte a ridurre l emissione di polveri, quali la bagnatura delle strade, in particolar modo della pista non asfaltata. B.6 VALUTAZIONE DELLA TOLLERABILITÀ DELLE EMISSIONI STIMATE Per valutare la tollerabilità delle emissioni calcolate è possibile fare riferimento ai criteri ARPAT Linee guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali polverulenti, Allegato 1 alla D.G.P. Firenze n. 213 del 03/11/2009 definiti rispetto: la durata del cantiere in giorni; la distanza dei recettori. Secondo quanto descritto al paragrafo B.1, i valori definiti dalle linee guida corrispondono alle soglie di emissione di PM 10 al di sotto delle quali l attività di trattamento di materiali polverulenti può essere ragionevolmente considerata compatibile con l ambiente (soglia di accettabilità) e per cui non si rende necessaria alcuna attività di monitoraggio o mitigazione (soglia di attenzione). Questi valori di soglia sono definiti affinché presso i ricettori sensibili prossimi all area di intervento siano rispettati i limiti di qualità dell aria di cui al D. Lgs. 155/2010 e dipendono perciò dalla distanza della sorgente emissiva dai ricettori stessi. Dunque, al fine di valutare se le emissioni stimate siano compatibili con l ambiente circostante, è stato individuato il ricettore sensibile potenzialmente interessato dalle lavorazioni. 71 di 76

72 Figura 40 Individuazione del ricettore sensibile (cerchiato in giallo) e della distanza dall area di intervento (in rosso) Dalla Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. si evince come il ricettore sensibile più prossimo all area di intervento, costituito da una abitazione, si trovi a circa 550 m dalla sorgente emissiva. Nei seguenti paragrafi si confrontano i flussi orari emissivi di polveri derivanti dalle singole attività esaminate in precedenza con i valori limite di accettabilità e attenzione definiti da ARPAT, per poi effettuare considerazioni in merito alla sovrapposizione delle diverse fasi esaminate. B.6.1 Significatività delle emissioni di polveri da demolizione del Centro La valutazione quantitativa del flusso di materiale particellare emesso dalle attività di demolizione del Centro di stoccaggio e pretrattamento rifiuti ha consentito di stimare in 590 g/ora il rateo emissivo totale di tale fase (cfr. Tabella 31). Tale emissione, secondo le ipotesi cautelative descritte al paragrafo B.3, potrà essere determinata per un periodo pari al massimo a 20 giorni. I risultati dell analisi svolta mostrano come le emissioni medie orarie di PM 10 derivanti dall attività esaminata (591 g/h) siano significativamente minori della soglia di accettabilità definita da ARPAT per attività di durata inferiore a 100 giorni (2.044 g/h) anche in assenza di mitigazioni. 72 di 76

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