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άπο πρώτη ς Οκτωβρίου 18 3"] μέ/ρι τοΰ Πάσ/α 1838 τυροωμιάσατ ο Π 1 Ν Α S Τ Ω Ν Ε Ν Τ Ω Ι Β. Ο Θ Ω Ν Ε Ι Ω Ι Π Α Ν Ε Π Ι Σ Ί Ή Μ Ε Ι Ω Ι

Transcript:

Aspetti del Magistero Sociale della Chiesa Ortodossa, secondo la dottrina ecclesiastica e l insegnamento di Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo Discorso durante i lavori della 49 sessione di formazione del Segretariato attività ecumeniche (SAE), sul tema «Praticate il diritto e la giustizia» Paderno del Grappa (TV) 22 al 28 luglio 2012 + Archimandrita Evangelos Yfantidis 1. Introduzione L insegnamento di Cristo non è un discorso filosofico o ideologico. È un discorso essenziale (ontologico) e trasformativo del mondo. Perché il mondo, secondo il progetto divino, è destinato a vivere e a questa vita siamo tutti invitati. Il Patriarca Ecumenico Bartolomeo insegna che vicino a Dio non ci può essere disarmonia, discriminazione e distinzione egoistica, stonatura nell armonia delle esistenze personali e naturali. Tutti siamo persone dignitose, incoronate da Dio con gloria ed onore, e siamo chiamati di accettare il Suo invito di vivere vicino a Lui uniti, amati, armoniosi e felici 1. Durante il Cristianesimo primitivo, ove le discriminazioni egocentriche, nazionali, economiche ed altre, come tra uomini donne e tra schiavi liberi erano abituali, i cristiani stupivano i non cristiani per i sentimenti d amore e di unità che li distingueva. Quest unità non era una collaborazione di interesse da parte di un gruppo di persone sostenute reciprocamente per il loro successo nelle loro aspirazioni mondane, ma era il risultato di una profonda e veramente accettata fede sulla parità e la fraternità di tutti gli uomini in Gesù Cristo, senza implicazione di interessi ed altre ambizioni personali. Secondo il Patriarca Bartolomeo, la dichiarazione di San Paolo Non c'è né Giudeo né Greco, non c'è né schiavo né libero, non c'è né maschio né femmina, perché tutti siete uno in Cristo Gesù (Galati 3, 28), si sentiva come una opinione estremamente rivoluzionaria che turbava le fondamenta dell allora struttura sociale 2. Gli Imperatori Costantino e Teodosio hanno scelto il Cristianesimo come religione dell Impero Romano soprattutto per il suo contributo nella società, cioè la guarigione dei fedeli (anche cittadini) dalla malattia dell umanità, 1 Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν χοροστασίαν Αὐτοῦ ἐν τῷ Ἱ. Ναῷ Ἀγ. Κωνσταντίνου St. Gallen Ἑλβετίας (6 Νοεμβρίου 2005), in Ὀρθοδοξία, (Β)12 (2005), 745. 2 Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος o.c., 742-743; Γ. ΜΑΝΤΖΑΡΙΔΗΣ, Χριστιανικὴ Ἠθικὴ, Θεσσαλονίκη 1983, 257-258. 1

l eudemonismo, e la creazione di una società di persone che vivono con l amore disinteressato. Il perdono dei peccati è l inizio di questo cammino di guarigione, al quale segue prima la purificazione (κάθαρσις) dalle passioni dell anima e del corpo, e l illuminazione (φωτισμός) dell intelletto con la grazia dello Spirito Santo; la guarigione arriva con la divinizzazione (θέωσις) dell anima e del corpo dell uomo. I due Imperatori videro che gli effetti di questo cammino verso la divinizzazione non è soltanto la preparazione dell uomo alla vita eterna, ma è la trasfigurazione della società, qui ed ora, da un gruppo di individui egoistici ed egocentrici, interessati al proprio eudemonismo, ad una vera «κοινωνία», cioè una comunione, una società di uomini che vivono con l amore cristiano, il quale non cerca il proprio interesse 3. Già all epoca dei Padri della Chiesa la questione sociale era per la comunità cristiana al centro dell attenzione. I santi Tre Gerarchi Basilio il Grande, Gregorio Nazianzeno il Teologo e Giovanni il Crisostomo, attraverso sia i loro scritti che le loro opere pastorali, hanno chiesto la giustizia sociale ad hanno assistito efficacemente i poveri e quelli che furono trattati ingiustamente; erano a favore del lavoro e dell altruismo; hanno guidato i giovani ad una giusta considerazione del mondo ed un sano orientamento, guardando l uomo come un unità del corpo e dell anima, senza rifiutare né l ideale atletico né le lecite gioie della vita; hanno rispettato ed hanno promosso l istituzione della famiglia; hanno accettato la creazione artistica, la bellezza della natura; hanno chiesto il risanamento delle istituzioni; ed alla fine hanno sollecitato la collaborazione sociale 4. Nell epoca contemporanea è stato convocato dal Patriarca Ecumenico Demetrio (1972-1991) al Centro Ortodosso a Chambésy, dal 28 ottobre al 6 novembre 1986, un Sinodo Panortodosso, la III Conferenza Panortodossa Preconciliare, al quale hanno partecipato delegazioni da tutte le Chiese Ortodosse Locali. Il Sinodo ha trattato sei questioni di fondamentale importanza, delle quali la quinta aveva come titolo: Il contributo della Chiesa Ortodossa alla realizzazione della pace, della giustizia, della libertà, della fraternità e dell amore verso i popoli e della soppressione delle discriminazioni razziali ed altre. Il testo finale su quest argomento ha un gran significato per la Chiesa Ortodossa: sintetizza l insegnamento della Sacra Scrittura e dei santi Padri, riportandolo all epoca attuale, risponde alle questioni importanti del ventesimo secolo, 3 Γ. ΜΑΝΤΖΑΡΙΔΗΣ, ο.c., 101-102, 393-394; Ἰωάννης Σ. Ρωμανίδης, Δογματικὴ καί Συμβολικὴ Θεολογία τῆς Ὀρθοδόξου Καθολικῆς Ἐκκλησίας, τόμ. Α, Θεσσαλονίκη 1999, passim. 4 Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν δεξίωσιν ἐν τοῖς πατριαρχείοις ἐπὶ τῇ ἑορτῇ τῶν Τριῶν Ἱεραρχῶν (30 Ἰανουαρίου 1995), in Ὀρθοδοξία, (Β)2 (1995), 141; X. ΣΩΤΗΡΟΠΟΥΛΟΣ, Ἡ Ἀγωγὴ τῶν νέων κατὰ τοὺς Τρεῖς Ἱεράρχες, Κοινωνία ΜΗ (2005) 33-46. 2

costituisce la base di tutta l attività interreligiosa ed internazionale della Chiesa per il futuro, come anche una tappa importantissima nella vita contemporanea della Chiesa, dato che non soltanto fa dei riferimenti agli essenziali valori umani e alla questione sociale, ma segnala anche il prolungamento del dialogo della carità della Chiesa con ogni uomo di buona volontà 5. Il grande nucleo del magistero sociale della Chiesa Ortodossa, che indica il complesso di principi, insegnamenti e direttive di essa intesi a risolvere, secondo lo spirito del Cristianesimo Ortodosso, i problemi attuali socio-politico-economici, è composto non da famose Encicliche, come successo nella Chiesa R.Cattolica, ma dai discorsi sociali dei Vertici del mondo Ortodosso, i Patriarchi Ecumenici di Costantinopoli, specialmente dal attuale Patriarca, Bartolomeo I (1991 sin oggi), che cercheremo di presentare, come una sintesi introduttiva a tale magistero. 2. Uomo L uomo per la Chiesa Ortodossa è il destinatario della sua missione nel mondo e nella storia della salvezza. Il Patriarca Bartolomeo insegna che i Cristiani Ortodossi credono che l uomo esiste in completezza soltanto come «πρόσωπον», cioè in rapporto ed in relazione ad un'altra persona, ed di conseguenza per gli Ortodossi «l altro» è la pienezza della loro esistenza, e proprio per questo sentono gioia nell incontrarsi con un qualsiasi loro prossimo. L ammissione dell altro, del tu, come equivalente all io esige un grande sforzo dell anima, visto che tutti i mali del mondo provengono dall ipertrofia dell io e quindi nessun miglioramento sostanziale di ciò che riguarda il mondo possa sopravvenire senza l avvicinamento amorevole dell io verso il tu. Il Patriarca Ecumenico insiste sul fatto che la predica Ortodossa è quella dell amore, cioè la predica dell ammissione del tu come equivalente dell io, degno della nostra attenzione, del nostro interessamento, del nostro affetto, della nostra assistenza, indipendentemente dal fatto che esso appartiene o no al nostro gruppo. Esiste un esortazione Paolina di fondamentale importanza, l osservanza della quale facilita i compromessi e la convivenza pacifica degli uomini: Non cerchi ciascuno unicamente il proprio interesse, ma anche quello degli altri (Filippesi 2,4). Se cerchiamo i ragionevoli bisogni ed i ragionevoli interessi delle altre persone e degli altri popoli, sarà molto più facile trovare soluzioni pacifiche ed accettabili comunemente. Perché ciò che evita il conseguimento delle soluzioni non è tanto l incapacità di trovarle quanto il rifiuto di accettarle. 5 La III e Conférence panorthodoxe preconciliaire (Chambésy, 28 octobre 6 novembre 1986), in «Episkepsis», 366 (1986), 2 3; Ev. YFANTIDIS, Chiesa Ortodossa e comunità internazionale: il contributo del Patriarcato Ecumenico alle relazioni interreligiose (1971-2005), Roma 2012, 31-33. 3

L uomo chiuso in se stesso, che non si trova in comunione di amore personale con tutti i suoi prossimi, vive in maniera insufficiente il proprio essere umano: non è un uomo completo. Su questa situazione vengono fondati l egoismo e l egocentrismo, dove l amore, come offerta e come sacrificio, è inconcepibile, e lo scontro dei diversi io è inevitabile. Purtroppo, l uomo negli ultimi secoli ha vissuto la solitudine dell egocentrismo individuale, che vuole l invidia come presupposto per l ascesa sociale, e si è ridotto ad un uomo imperfetto, egocentrico, imprigionato in se stesso, alienato dal suo vero Essere, che vuole una comunione di amore con il prossimo e con Dio. Però, il Santo Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli, insegna che l uomo contemporaneo può trovare un modello di vita nel modello della fraternità monastica, che conferma il possibile della fruttuosa collaborazione umana, attraverso l applicazione dei principi evangelici. Il vero monaco Ortodosso è una persona carismatica sfolgorante, che tira tutti, circonda tutti di amore immenso, non avendo rivalità o ostilità contro nessuno, neanche verso i propri persecutori, che negano la sua fede e ingiurandolo. [il vero monaco Ortodosso] è semplicemente colui che per Grazia di Dio si degna di diventare uomo, vale a dire un essere personale, che ha come suo modo di vita l essere nella relazione armoniosa e di amore amichevole con le altre persone dell universo, specialmente con le tre persone della Santa Trinità e con le innumerevole persone del genere umano, ma anche con le innumerevoli persone degli ordini angelici e con le esistenze personali dei nostri fratelli addormentati 6. Secondo il Patriarca Ecumenico Demetrio, Cristo unisce l uomo a sé, con il prossimo e con Dio, proiettando il prossimo come estensione di se stesso ed insegnando che tutti gli uomini costituiscono una famiglia, come figli dell unico e dello stesso Padre Celeste. Questo, secondo la fede Ortodossa, è un tipo di globalizzazione accettabile, come un atto umano verso l unità, che non nasconde totalitarismo ideologico o religioso, ma, secondo il Patriarca Bartolomeo, mostra la dimensione dell ecumenicità del genere umano, cioè 6 Πατριαρχικὴ καὶ Συνοδικὴ Πρᾶξις ἐπὶ τῇ χιλιοστῇ ἐπετείῳ ἀπὸ τῆς ἱδρύσεως τῆς Ἱερᾶς Μονῆς, in Ὀρθοδοξία, (Β)5 (1998), 647-653; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν Πατριαρχικήν Θείαν Λειτουργίαν ἐν τῇ Ἱερᾷ Πατριαρχικῇ καί Σταυροπηγιακῇ Μονῇ Ξενοφώντος (25 Ὀκτωβρίου 1998), in Ὀρθοδοξία, (Β)5 (1998), 657-658; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὸ ἐν Πράγᾳ FORUM 2000 (11 Ὀκτωβρίου 1999), in Ὀρθοδοξία, (Β)6 (1999), 395; Χαιρετισμός τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τά Θυρανοίξια τοῦ ἀνακαινισθέντος Ἱεροῦ Ναοῦ Ἁγίας Τριάδος Σταυροδρομίου (23 Μαρτίου 2003), in Ὀρθοδοξία, (Β)10 (2003), 288-289; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν τελετήν Διεθνήν Διάσκεψιν Sustainable Development for lasting peace: shared water, shared future, shared knowledge (6 Μαῒου 2003), in Ὀρθοδοξία, (Β)10 (2003), 362; Γ. ΜΑΝΤΖΑΡΙΔΗΣ, ο.c., 145, 233; Ev. YFANTIDIS, o.c., 103-105. 4

della sua unità in Dio e l ammissione della diversità dell altro, come fondamento dell amore, che è l essere stesso di Dio. Proprio per questo, i Cristiani non aspettano una nuova epoca, perché sanno bene che Cristo incarnato è l unico genitore della nuova umanità. Così, la morale Cristiana Ortodossa non guarda l uomo solo come è, ma anche come è invitato a diventare, cioè Dio per Grazia. Non si limita nella vita presente e nei bisogni dell uomo in essa, ma si estende anche alla prospettiva escatologica, che considera incomparabilmente più importante. Morale, secondo l insegnamento cristiano, non è ciò che dice la maggioranza, ma ciò che è in armonia con la volontà di Dio ed aiuta l uomo al conseguimento della propria salvezza. Il Cristiano non coltiva una generale ed astratta spiritualità, ma la vita spirituale, mettendosi in relazione personale con lo Spirito Santo e cercando di mettere da parte la propria volontà, affinché si risplenda in se stesso la volontà di Dio. Riassumendo, la Chiesa Ortodossa confessa che ogni essere umano è portatore dell immagine di Dio, fratello o sorella di ogni uomo, membro uguale della famiglia umana 7. A proposito S. Em.za Rev.ma il Metropolita Gennadios Zervos, Arcivescovo Ortodosso d Italia e Malta, sottolinea che la Chiesa, fondata dal nostro Salvatore Gesù Cristo, è la più perfetta comunità. La Chiesa riesce per mezzo dei suoi doni spirituali ad avere in unità strettissima e profondissima tutti i suoi membri 8. 3. Società Il progresso di ogni membro della società costituisce un progresso per la società intera, mentre la sua regressione crea dei danni per tutta la società. L apostolo Paolo in modo significativo presenta questo argomento paragonando la Chiesa ad un corpo e scrivendo che se un membro soffre, tutte le membra soffrono; mentre se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono insieme (1Corinzi 12,26). Noi, come Cristiani, maestra il Patriarca Bartolomeo, ma ugualmente come membri della stessa società che vive nello stesso luogo, anche se composta da cittadini appartenenti a diverse religioni, dobbiamo sentire di avere la μοῖρα comune (μοῖρα in greco significa in senso proprio parte e più tardi ha preso il significato del destino ) ed in questo modo dobbiamo essere fieri per il progresso di tutti, indipendentemente dalle discriminazioni razziali o religiose. Una società è coesiva e forte davanti agli attacchi di rottura e non 7 Πατριαρχικὴ Ἀπόδειξις ἐπὶ τοῖς Χριστουγέννοις, Φανάριον, Χριστούγεννα 1975; Πατριαρχικὴ Ἀπόδειξις ἐπὶ τοῖς Χριστουγέννοις, Φανάριον, Χριστούγεννα 1994; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὸ ἐν Πράγᾳ FORUM 2000 (11 Ὀκτωβρίου 1999), in Ὀρθοδοξία, (Β)6 (1999), 397; Γ. ΜΑΝΤΖΑΡΙΔΗΣ, ο.c., 130-131, 391-395. 8 GENNADIOS, Metropolita d Italia e Malta, Tesori di Spiritualità e Pastorale Ortodossa, Atene 2008, 68. 5

diventa espugnabile davanti ai suoi nemici, quando ha coscienza del suo comune interesse, voglia di esistere come società organizzata e soprattutto quando si trova in piena unità. Questa unità è indispensabile ad ogni società, alla famiglia, ad ogni impresa. Secondo il Patriarca Ecumenico, questa unità non esclude la diversità delle idee (concezioni) e pareri, né impone l omogeneità e l abolizione della personalità di ognuno; questa unità esige solo di avere lo spirito di accettazione dell altro e di collaborazione pacifica, di accettazione delle norme istituite sulla convivenza sociale e sul prendere delle decisioni ; inoltre, questa unità, richiede di non avere amarezza ed ostilità, ma comprensione reciproca ed amore, come anche consenso sui sommi obiettivi comuni che consistono nell euritmia (regolatezza) sociale ed nel progresso comune di tutti. In questo contesto, il Patriarca Bartolomeo sottolinea che le differenze sociali sono necessarie per la vita; un organismo è composto da varie membra, le quali eseguono diverse funzioni, cosicché il complesso del lavoro possa mantenere in vita tutto l organismo. Per contro, l egocentrismo è forza di sfacelo, la quale turba l armonia delle funzioni vivificanti dell organismo o della società. Quando le cellule del corpo o i membri di una società si fanno trascinare dall introversione e dell egocentrismo e vogliono svilupparsi a discapito degli altri, e soprattutto svilupparsi più di quello previsto dalla loro posizione nel corpo, si crea una situazione cancerogena, la quale conduce l organismo alla morte 9. La famiglia, cioè la convivenza in matrimonio dell uomo e della donna e l educazione in comune dei frutti della loro convivenza, che sono i propri figli, costituisce la cellula vivificante delle società. L istituzione della famiglia attraversa un periodo di crisi, a causa del prevalente individualismo, la diffusa decadenza dei costumi e la facilità della sopravivenza individuale. Secondo il Patriarca Bartolomeo, la Chiesa Ortodossa può offrire il suo insegnamento fondamentale sulla famiglia, sulla con-creazione, sull aiuto reciproco e sulla virtù, principi senza i quali l uomo difficilmente sacrifica la sua comodità individuale per servirela propria moglie o il proprio marito e i propri figli 10. 9 Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τήν Δοξολογίαν ἐπὶ τῇ ἀφίξει Αὐτοῦ εἰς τὸν Ἱερὸν Ναὸν Ἁγίου Νικολάου Πύργου (22 Αὐγούστου 2003), in Ὀρθοδοξία, (Β)10 (2003), 642; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν ἀπονομὴν Αὐτῷ τοῦ τίτλου τοῦ Ἐπιτίμου Διδάκτορος ὑπὸ τοῦ Πανεπιστημίου τοῦ Μπατούμι (27 Σεπτεμβρίου 2003), in Ὀρθοδοξία, (Β)10 (2003), 702; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου ἐπὶ τοῦ θέματος τῶν συγκρούσεων (Δουβλῖνον 1 Φεβρουαρίου 2005), in Ὀρθοδοξία, (Β)12 (2005), 31. 10 Τῷ Ἐντιμοτάτῳ κυρίῳ Στυλιανῷ Ἀγγέλῷ Παπαθεμελῇ, in Ὀρθοδοξία, (Β)6 (1999), 250-251; Γ. ΜΑΝΤΖΑΡΙΔΗΣ, ο.c., 244-245, 262. 6

Malgrado l esistenza di molti elementi e molte forze buone nella società, essa è ancora molto influenzata dall eccessivo amor proprio e dei suoi rami, quali l ambizione, l avarizia e la lussuria. Le società attuali, in particolare quelle delle grandi città, soffrono della mancanza di una relazione personale. Gli uomini in esse si muovono l uno vicino l altro, vivono nei stessi palazzi, lavorano nello stesso posto, ma rimangono estranei tra di loro, non si incontrano le loro anime. Esiste l antagonismo per il guadagno, l aspirazione per l ostentazione e l encomio della voluttà. Il Patriarca Bartolomeo sottolinea che questa situazione non deve riempire i nostri cuori di delusione, ma riempirla di furia per l azione. Ognuno di noi, dal proprio posto, deve dare il messaggio di rifiuto dell eccesivo amor proprio e dei suoi frutti, e di adozione dell amore disinteressato e del contributo. Si deve interrogare e valutare sempre la vita ed il comportamento dei Cristiani nel mondo, sia come persone, che come un insieme ecclesiastico, sociale o nazionale. Nello studio del libro della filokalia, che contiene molti testi dei Padri Neptici, lo stesso consiglia che uno può trovare il vero Umanesimo Ortodosso, come anche la vera Sociologia, non come teoria e riflessione, ma come esperienza vissuta e vita, la quale si manifesta nella società con amore e libertà e non si impone con odio e violenza. Molti dei Cristiani di oggi, avendo assunto il concetto errato di Dio, considerato più un giudice severo che un padre affettuoso, si sono allontanati da Lui e così hanno reso la loro società secolarizzata, senza speranza in Dio e amore autentico. Si rifugiano nei surrogati del divino amore, fondando le loro speranze sulle forze mondane, sull espansioni dei poteri, sull aumento delle ricchezze, sulle sottomissioni dei popoli, sulla globalizzazione del loro commercio, sulla diffusione di idee che sono contrarie a Dio, sull ignorare e repulsione della morte, ed in generale su tutto ciò che credono come liberatori della loro ansia davanti ai vincoli ciechi di una vita senza amore. E non trovando la redenzione in tutto ciò, alcuni si suicidano, negando la vita, il grande dono di Dio all uomo. Malgrado ciò, il Patriarca Bartolomeo insiste che l amore di Dio e presente e indiscutibile. Il nostro Signore Gesù Cristo aspetta di rinascere nel cuore di ognuno, per trasmettere in esso il senso della vita. La richiesta più impellente per gli Ortodossi della nostra epoca, ed in generale per l umanità intera, è, secondo l insegnamento Patriarcale, di avere una convinzione ed un modo di vita veramente ecclesiastico, perché così diventa possibile il superamento anche del pericoloso individualismo dell uomo contemporaneo, che allontana l uomo dalla realtà, dal complessità degli altri uomini. Il risultato di questo isolamento, sottolinea il Patriarca Bartolomeo, è tragico, non solo per l uomo in sé, ma anche per l umanità intera. Individualismo è la violenza, che è visibile in molte 7

manifestazioni in tutto il pianeta, che ha come risultato migliaia di morti, senzatetto e profughi, il completo cambiamento della composizione delle popolazioni e l alterazione del loro modo di vita. L individualismo è la responsabile delle armi nucleari, pur conoscendo, già da molti decenni, i disastrosi risultati per la vita sulla terra. L individualismo è lo sfruttamento con vari modi dei deboli, delle donne e dei bambini, come anche il riconoscimento e l accettazione della corruzione come stile di vita, nel nome di una libertà fittizia e unilaterale, visto che i deboli non hanno la stessa razione di libertà. L individualismo è il disinteresse per la gioventù, i giovani, il futuro e la speranza del mondo, i giovani che stanno barcollando tra l ignoranza e lo sfruttamento della loro innocenza. L individualismo è la disuguaglianza disperata nella partecipazione ai beni, gran parte dei quali finisce nei rifiuti e nelle discariche, nel momento in cui milioni di bambini sono affamati e muoiono di fame. L individualismo è la distruzione senza limiti dell ambiente in tutto il pianeta 11. 4. Stato Patria Nazionalismo Secondo l insegnamento del Metropolita Gennadios Zervos, mentre la Chiesa, come un organismo spirituale, indipendente ed autonomo, cerca la salvezza delle anime dei suoi membri ed il consolidamento del regno di Dio sulla terra, lo stato cerca il progresso materiale e la prosperità nella pace dei suoi membri 12. Scopo, allora, dello stato è l esistenza della pace sociale in esso, per la convivenza ed il lavoro dei cittadini senza impedimenti, nell ambito della tolleranza e della libertà religiosa. Mentre i stati non totalitari si accontentano quando i cittadini si adeguano esteriormente ai comandi della legge, la Chiesa, credendo che la trasformazione interna dei cittadini è un presupposto per il miglioramento delle società, chiede da parte dei propri fedeli l accettazione sia interiore che esteriore della legge. Per questo la Chiesa Ortodossa, sottolinea il 11 Πατριαρχικὴ Ἀπόδειξις ἐπὶ τοῖς Χριστουγέννοις, Φανάριον, Χριστούγεννα 1991; Χαιρετισμός τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν ἐκδήλωσιν ἀδελφοποιήσεως τῆς Πατριαρχικῆς Μεγάλης τοῦ Γένους Σχολῆς καὶ τοῦ Λυκείου «Ἀθηνᾶ» τῶν Ἐκπαιδευτηρίων Ζηρίδη (10 Ἰουνίου 2000), in Ὀρθοδοξία, (Β)7 (2000), 338; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου ἐπὶ τοῦ θέματος τῶν συγκρούσεων (Δουβλῖνον 1 Φεβρουαρίου 2005), in Ὀρθοδοξία, (Β)12 (2005), 32; Πατριαρχικὴ Ἀπόδειξις ἐπὶ τοῖς Χριστουγέννοις, Φανάριον, Χριστούγεννα 2005; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατά τήν ἔκτακτον πανηγυρικὴν διπλὴν σύναξιν τῶν Ἱερῶν Μονῶν τοῦ Ἄθω (22 Ὀκτωβρίου 2006), in Ὀρθοδοξία, (Β)13 (2006), 776-777; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν ἀπονομὴν Αὐτῷ τοῦ τίτλου τοῦ Ἐπιτίμου Διδάκτορος ὑπό τοῦ Ἀνατολικοῦ Ινστιτούτου τῆς Νεαπόλεως (16 Ὀκτωβρίου 2007), in Ὀρθοδοξία, (Β)14 (2007), 863; Γ. ΜΑΝΤΖΑΡΙΔΗΣ, ο.c., 33, 185-186, 343. 12 GENNADIOS, Metropolita d Italia e Malta, o.c., 56. 8

Patriarca Bartolomeo, insegna dei principi e gioisce quando vede che essi vengono adottati dai suoi fedeli e da qualsiasi altra persona e non sostiene un partito specifico per ottenere l imposizione dei suoi pareri nelle società; tale sostegno dividerebbe i cittadini in alleati ed avversari, fatto che è contrario alla cattolicità della Chiesa, che ha come scopo di abbracciare tutti e non soltanto una parte dei membri della società. Visto che, come si è detto, vero latore dell Ortodossia è quella persona che è animata dallo spirito cristiano di unità e serve il progresso spirituale di tutti ugualmente, senza aspirazioni di superbia o di comando, ma solo con amore fraterno, questa persona serve con il modo migliore l interesse della propria patria, consigliando essa di accettare lo spirito evangelico ecumenico ed unitivo. Questo spirito, secondo il Patriarca Bartolomeo, non abolisce le nazioni e i loro confini, ma annulla le intenzioni di antagonismo tra le nazioni e specialmente la più che presuntuosa voglia del predominio di una nazione su un'altra, che ha accumulato molte sventure nel mondo. Questo spirito non evita per niente l amore per la propria patria, ma estende questo amore verso tutti e verso tutte le cose, senza abolire il vincolo particolare di ognuno con una patria, come l amore cristiano verso tutti non abolisce l amore particolare di ognuno alla propria famiglia. Il Patriarcato Ecumenico, come espressione principale dell Ortodossia, condanna il nazionalismo; ciò si vede anche nel suo titolo Ecumenico che porta fin dal VI secolo. Questo titolo, che esprime la sua universalità, non come senso di predominio, ha come scopo di dichiarare l accettazione di tutti gli abitanti della terra come uguali tra di loro. Per questo il Grande Sinodo Ortodosso convocato al Centro dell Ortodossia, al Fanar di Costantinopoli, nel 1872, ha condannato l estremismo nazionalista, come eresia e come peccato che crea divisioni e contese. Il Patriarca Bartolomeo sottolinea che gli uomini religiosi devono rispondere al fratricidio nazionalista con amore fraterno, proporre i principi spirituali dell ecumenicità, fraternità e tolleranza religiosa, come anche insegnare ai popoli il rispetto religioso, che si basa sul riconoscimento della sacralità dell uomo e dei suoi diritti 13. 13 Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου εἰς τὴν Ὁλομέλειαν τῆς Βουλῆς τῆς Πολωνίας (25 Ἰανουαρίου 2000), in Ὀρθοδοξία, (Β)7 (2000), 45, 49; Ἀντιφώνησις τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν δεξίωσιν ἐπὶ τοῖς Ὀνομαστηρίοις αὐτοῦ (11 Ἰουνίου 2004), in Ὀρθοδοξία, (Β)11 (2004), 541; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν συνάντησιν ἐν Βρυξέλλαις τοῦ Ὀργανισμοῦ διὰ τὴν Ἀσφάλειαν καὶ τὴν Συνεργασίαν εἰς τὴν Εὐρώπην (ΟΑΣΕ), ἐπὶ τοῦ θέματος «Ἀνεξιθρησκεία καὶ καταπολέμησις τοῦ φυλετισμοῦ, τῆς ξενοφοβίας καὶ τῶν δυσμενῶν διακρίσεων» (13 Σεπτεμβρίου 2004), in Ὀρθοδοξία, (Β)11 (2004), 624; Γ. ΜΑΝΤΖΑΡΙΔΗΣ, ο.c., 285-286; Ev. YFANTIDIS, o.c., 137-139. 9

5. Razzismo Libertà Giustizia Il Signore disapprova la violenza e l ingiustizia e condanna il comportamento disumano verso il prossimo. Per questo la Chiesa Ortodossa non accetta nessuna forma di discriminazione razziale, che condanna senza compromessi, dato che questo significherebbe che esistono differenze tra le razze umane e per di più che esiste gradazione tra i diritti dell uomo. L Ortodossia confessa che ogni essere umano, indipendentemente dal colore della sua pelle, dalla sua Religione, dalla sua razza, dalla sua nazionalità e dalla sua lingua, è portatore dell immagine di Dio, ed è anche nostro fratello o sorella, membro uguale della famiglia umana. La minoranza sia religiosa, sia linguistica, sia etnica, deve essere rispettata. La libertà dell uomo è collegata alla libertà della comunità da cui egli dipende; l unità di una nazione, di un paese o di uno stato deve essere compresa come il diritto alla differenza delle comunità umane. Secondo il Patriarca Bartolomeo, tutto l insegnamento del Cristianesimo a favore del valore della persona umana e l uguaglianza, come anche contro il razzismo, le discriminazioni e la xenofobia si basa sulla frase di san Paolo Non c è più giudeo né greco; non c è più schiavo né libero; non c è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo (Galati 3,28). Questo era un aspetto puramente spirituale, dichiara il Patriarca Ecumenico, indirizzato a tutti, e non uno sforzo di organizzata rivoluzione umana, neanche un violento movimento rivoluzionario; era l invasione di un nuovo aspetto delle relazioni umane e del valore assoluto della persona umana, per il ristabilimento del quale fu incarnato Dio stesso. Questo rispetto è un presupposto fondamentale della vera democrazia, perché impedisce l oppressione di un uomo da parte di un altro, e specialmente della minoranza da parte della maggioranza. Spiegando il fenomeno del razzismo, lo stesso ha affermato che tutti i pensieri razzisti sono una conseguenza dell arido egoismo. Mettendo l accento sulla xenofobia, ha rilevato che essa è una conseguenza di una coscienza piena di soggezione, vale a dire di una persona che non ha sufficiente fiducia in sé e non sente sicurezza per la sua esistenza personale. Approfondendo il tema dei diritti religiosi delle minoranze, il Patriarca Bartolomeo ha sottolineato, tra l altro, il diritto di ogni minoranza di educare i suoi membri con propri insegnamenti. Parlando, in particolare, delle minoranze native di un paese, che vivono nelle maggioranze sociali non tolleranti, lo stesso Arcivescovo di Costantinopoli ha evidenziato con alcuni esempi che la situazione per queste minoranze native diventa un dramma, dato 10

che in genere la maggioranza tratta queste persone da stranieri, anche se sono ugualmente autoctone come la maggioranza 14. L assunto che l uomo è il coronamento della creazione, creato secondo l icona e la somiglianza di Dio, si vede anche dal fatto che lui è dotato di molte qualità divine, come quelle di autocoscienza, volontà, amore e libertà. Il dono divino della libertà, con il quale l uomo prende coscienza di se stesso e diventa contemporaneamente capace di scegliere tra il bene ed il male (Genesi 2,16 17), è il coronamento della persona umana, sia come un portatore isolato dell immagine di Dio personale, che come comunione di persone, le quali, tramite l unità del genere umano, rispecchiano la vita e la comunione delle Tre Persone nella Santissima Trinità. Dunque, la libertà è per l uomo un dono divino, il quale lo rende capace di progredire verso la perfezione spirituale, ma, nello stesso tempo, implica il pericolo della disubbidienza, il rischio di farsi indipendente da Dio, e, di conseguenza, della caduta. Allora, il male prende un ruolo importante e le sue conseguenze si mostrano all umanità, come per esempio la secolarizzazione, la violenza, la dissoluzione della moralità, i fenomeni pericolosi di alcune devianze giovanili, il razzismo, le guerre, la disuguaglianza sociale, la miseria economica, la limitazione dei diritti dell uomo al livello della libertà di coscienza e più particolarmente della libertà religiosa, l ingiustizia e molti altri 15. La parola di Dio ordina agli abitanti del mondo di imparare la giustizia (Isaia 26,9), cioè una giustizia sociale, accertata anche attraverso il rispetto dei diritti umani. Le fondamenta cristiane sono da una parte il valore insuperabile della persona umana, del più piccolo fratello del Signore, e dall altra il rispetto dei doveri umani, senza il quale i diritti diventano disumani, come il non rispetto dei diritti umani. Quanto al potere giudiziario il Patriarca Bartolomeo suggerisce l indulgenza, al posto della ferrea legge dura lex sed lex, e fa ricordare misericordia e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno (Salmo 84,11), insegnando che né giustizia sociale, né diritti umani sono completamente 14 Décisions de la III ème Conférence panorthodoxe préconciliaire, in Episkepsis, 369 (1986), 23 24; Χαιρετισμός τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν πρός τιμήν τοῦ Ὑφυπουργοῦ τῶν Ἐξωτερικῶν τῶν ΗΠΑ Ἐξοχ. κ. John Shattuck, δοθεῖσαν ἐν τοῖς Πατριαρχείοις δεξίωσιν (17 Φεβρουαρίου 1998), in Ὀρθοδοξία, (Β)5 (1998), 100; Πρὸς τὰ μέλη τῆς ὑπὸ τοῦ Ἐθνικοῦ Μετσοβίου Πολυτεχνίου ὀργανωθείσης «Συναντήσεως τῶν Ἀθηνῶν» ἐν τῷ λόφῳ τῆς Πνυκὸς, in Ὀρθοδοξία, (Β)4 (1997), 431; Ev. YFANTIDIS, o.c., 94. 15 Décisions, o.c., 19 20; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν τελετήν ἀπονομῆς Αὐτῷ τοῦ Βραβείου τοῦ Ἱδρύματος Sophie (21 Ἰουνίου 2002), in Ὀρθοδοξία, (Β)9 (2002), 271. 11

concepibili senza la misericordia e la verità; e senza questi ultimi non esiste vera pace 16. 6. Pace Guerra La Chiesa Ortodossa lotta sempre per la realizzazione degli ideali cristiani, che esprimono la vera pace, vale a dire la pace che viene dall alto, per la quale la Chiesa Ortodossa quotidianamente prega il Signore. La ricchissima tradizione e spiritualità della Chiesa Ortodossa provvede ogni giorno, sia durante la Celebrazione Eucaristica che in diversi uffici, una forte preghiera, allo scopo di chiedere dal Creatore la pace per sé stessi, per le proprie famiglie, per le nazioni, per le autorità, per tutti gli uomini, per il mondo intero. Secondo il Metropolita Gennadios Zervos, questa preghiera, piena di fede, di speranza ed amore, così espressiva e così universale, appare [ ] come una forte protezione, come un aiuto indispensabile della Chiesa su questo mondo. [ ] Ecco l impegno della Chiesa. Ecco il dono altissimo implorato per le Chiese e per il mondo, senza esclusioni 17. La Chiesa Ortodossa, nel Sinodo del 1986, pone, però, l accento sul fatto che il dono spirituale della pace dipende anche dalla collaborazione umana e si realizza là dove i Cristiani lottano a favore della fede, dell amore e della speranza in Gesù Cristo (I Tessalonicesi 1,3). Allo stesso tempo la Chiesa Ortodossa ritiene suo dovere incoraggiare tutto quello che agevola veramente la pace (Romani 14,19) e dirige verso la giustizia, la fraternità, la vera libertà e l amore reciproco tra tutti i figli dell unico Padre celeste, tra tutte le nazioni che formano l unica famiglia umana. Il Patriarca Bartolomeo consiglia la riconciliazione dell uomo con Dio attraverso Gesù Cristo (2 Cor 5,17-20), allo scopo di uscire dalla situazione schizofrenica del conflitto interno della propria esistenza, arrivare all interna pace in Cristo dei propri pensieri, dalla quale e nella quale soltanto lui può vivere la tanto desiderata pace mondiale 18. La guerra viene considerata come una conseguenza del male e del peccato che esiste nel mondo. Secondo il Patriarca Bartolomeo essa è un effetto ed una dimostrazione della paranoia, che tiranneggia l anima, la coscienza, la mente ed gli atti dell uomo, quando lui, allontanandosi dal Risorto Signore della Vita e mettendosi in autonomia, fa diventare se stesso un idolo. La Chiesa Ortodossa, 16 Πρὸς τὰ μέλη τῆς ὑπὸ τοῦ Ἐθνικοῦ Μετσοβίου Πολυτεχνίου ὀργανωθείσης «Συναντήσεως τῶν Ἀθηνῶν» ἐν τῷ λόφῳ τῆς Πνυκὸς, in Ὀρθοδοξία, (Β)4 (1997), 432; Εἰσηγητικὴ ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν ἔναρξιν τού Συνεδρίου «Οἱ νέοι στὴν Ἐκκλησία τῆς τρίτης χιλιετίας» (18 Ἰουνίου 2000), in Ὀρθοδοξία, (Β)7 (2000), 228, 229. 17 GENNADIOS, Metropolita d Italia e Malta, o.c., 191-192. 18 Décisions, o.c., 21 22; Πατριαρχικὴ Ἀπόδειξις ἐπὶ τῷ Ἁγίῳ Πάσχα, Φανάριον, Πάσχα 1997. 12

anche se permette per condiscendenza guerre per il ristabilimento della libertà e della giustizia calpestata, proclama che è contro tutti i tipi di armamenti: convenzionali, nucleari e spaziali. Soprattutto la guerra nucleare, che ha come conseguenza la distruzione della creazione e la sparizione della vita dalla terra, è considerata come un crimine contro l umanità e un peccato mortale contro Dio creatore. L uso delle energie atomiche e nucleari per obbiettivi bellici, insegna il Patriarca Ecumenico, costituisce una hybris (insulto), come anche l eccessivo consumo di ogni genere, il quale appesantisce l ambiente naturale con gli inquinamenti, con l aumento della temperatura e con il cambiamento degli equilibri naturali e con ciò che esso comporta 19. Per quando riguarda l attacco terroristico, che spesso significa rivendicazione, vendetta e disperazione, Egli suggerisce che se diamo speranze e se soddisfiamo le ragionevoli rivendicazioni, allontaneremo la disperazione e le rappresaglie. La guerra contro il terrorismo, per avere speranze di successo, deve usare come armi non quelli che funzionano con il fuoco, ma quelli che funzionano con l amore, l interessamento ed il sollievo dalla povertà e dall ingiustizia sociale 20. 7. Economia Il pensiero cristiano si trova molto vicino all ordine naturale, che, attraverso il Signore stesso, viene manifestato all uomo come modo di vita: Non siate dunque in ansietà, dicendo: Che mangeremo, o che berremo, o di che ci vestiremo? Poiché sono i gentili quelli che cercano tutte queste cose (Matteo 6,31-32) e Guardate gli uccelli del cielo [ ] Considerate come crescono i gigli della campagna (Matteo 6,26;28) e confidate che Iddio, che nutre questi e veste gli altri, ci darà ciò che è necessario per la nostra sopravvivenza. Questo invito da parte del Signore, insegna il Patriarca Bartolomeo, un invito di fiducia alla Provvidenza divina, che esprime la fede verso l amore e la sollecitudine di Dio nei nostri confronti, non annulla il nostro dovere di lavorare e produrre ciò che è necessario per la nostra sopravivenza; in realtà, questo invito condanna la preoccupazione smisurata ed eccessiva su questo argomento, che proviene dalla poca fede e dall avidità dell uomo. Entrando l uomo nello spazio della Chiesa, ricorda lo stesso, entra nel clima della divina invocazione, della riconciliazione 19 Décisions, o.c., 22 23; Πατριαρχικὴ Ἀπόδειξις ἐπὶ τῷ Ἁγίῳ Πάσχα, Φανάριον, Πάσχα 1995; Σεπτόν Πατριαρχικόν Μήνυμα ἐπὶ τῇ ἡμέρᾳ τῆς προσευχῆς ὑπὲρ τοῦ φυσικοῦ περιβάλλοντος, Φανάριον, 1 η Σεπτεμβρίου 2006. 20 Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου ἐπὶ τοῦ θέματος τῶν συγκρούσεων (Δουβλῖνον 1 Φεβρουαρίου 2005), in Ὀρθοδοξία, (Β)12 (2005), 33. 13

del cielo e della terra. Viene nel proprio. La Chiesa conosce tutte le cose di cui abbiamo bisogno. Lì dove l uomo vive con timore e accoglie tutto con riconoscenza e gratitudine, tutte le cose vengono santificate. Il poco viene benedetto in quanto sufficiente e il corruttibile si riveste dello splendore della incorruttibilità. L uomo accoglie ciò che è momentaneo come un dono di Dio. [...] Ha fiducia nell amore del Onnipotente. Questo fatto sostiene lo stesso fedele. E si trasmette per mezzo di un irraggiamento invisibile, come aiuto a tutti coloro che hanno fame e sete della verità 21. Il mondo lontano da Cristo cerca di accumulare beni materiali perché poggia su di essi la speranza della propria vita, come se essi allungassero la sua vita. Sconsideratamente spera che attraverso la ricchezza eviterà la morte, trovando l acqua della immortalità. L esperienza della Chiesa Ortodossa assicura che la vita si guadagna con la fede in Cristo e con la incorporazione in Lui e che coloro i quali sono uniti a Cristo vivono anche dopo la morte, si ricongiungono con i viventi, conversano con loro, li sentono e spesso vengono incontro miracolosamente alle loro richieste. La immortalità esiste in Cristo ed è offerta a tutti attraverso Lui. Senz altro la prosperità e l agiatezza materiale nella vita umana non è una cosa che si oppone alla qualità del Cristiano Ortodosso, ma se nello stesso momento non si prende cura per l acquisizione anche dei beni spirituali, cioè delle virtù evangeliche, allora, suggerisce il Patriarca Bartolomeo, il momento della morte ci troverà poveri nell anima e senza avere un vestito matrimoniale per ereditare la patria stabile, il Paradiso del regno dei cieli. Di conseguenza, il progresso economico e la connessa globalizzazione dell economia non devono essere lo scopo supremo degli abitanti della terra, ma un semplice mezzo per il conseguimento del progresso spirituale, che deve essere la meta definitiva di tutti noi. Per questo motivo lo stesso sottolinea che i governi devono, al posto dello spirito di ricevere, acquistare ed occupare (che è lo spirito che indirizza il pensiero economico ed alcune volte anche quello politico), utilizzare lo spirito cristiano, che viene espresso con il detto Più felice cosa è il dare che il ricevere (Atti 20,35), visto che ciò che si dà con saggezza per beneficenza, da una parte torna moltiplicato a colui che lo offre, secondo le leggi divine, e dall altra, secondo le leggi economiche, contribuisce più di ogni altro mezzo allo sviluppo economico, come anche a quello spirituale e culturale dei popoli e delle persone. Però, non deve essere dimenticato che la povertà dei molti è un male per i ricchi più che per i poveri sia in senso 21 Χαιρετισμός τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν ἔναρξιν τῶν ἐργασιῶν τοῦ Ε θερινοῦ Οἰκολογικοῦ Σεμιναρίου Χάλκης (14 Ἰουνίου 1998), in Ὀρθοδοξία, (Β)5 (1998), 398; Λόγος Κατηχητήριος ἐπί τῇ ἐνάρξει τῆς Ἁγίας καί Μεγάλης Τεσσαρακοστῆς, Φανάριον, 2012. 14

metafisico che mondano. L ansia del mantenimento dei beni posseduti e del pericolo della sollevazione degli affamati ricorda l antico detto: è più difficile il custodire i beni che prendergli in possesso 22. Negli ultimi anni il pensiero prevalente dell economia e il modo della sua funzione su livello mondiale ha provocato una tragedia tormentosa per l uomo, cioè alla disgiunzione, alla divisione dell economia dalla società, determinando la separazione dell economia dai bisogni sociali. L economia non serve più i bisogni della società, ma al contrario i bisogni sociali si sottomettono alle priorità degli interessi individuali, che governano l economia. La Chiesa Ortodossa non ha nessun altro messaggio da offrire, eccetto il far ricordare che l economia deve operare al servizio della società. La separazione dell economia dai bisogni umani, la disumanità del funzionamento del mercato internazionale, non può essere affrontata con discorsi moralistici. La disumanità dell economia internazionale, sottolinea il Patriarca Bartolomeo, può oggi essere affrontata solo in base al bisogno degli uomini di costruire reali ed autentiche relazioni di reciproco rispetto, di accettazione degli altri, di comprensione, relazioni di fiducia e di comunione dell esperienza di vita. Lo stesso evidenzia che ciò di cui ha bisogno il mondo odierno è una comunione delle relazioni di amore: l amore come modo di essere, l amore come imitazione del prototipo Trinitario della vera esistenza e vita. La testimonianza ecclesiastica collega il funzionamento dell economia con la stessa rivelazione del modo Trinitario della vera esistenza. Se i bisogni materiali dell uomo non si trasformano in relazioni di comunione, se le scienze dell uomo, le scienze dell economia e della politica non vengono poste al servizio delle relazioni di amore, l uomo contemporaneo non avrà la speranza di salvezza e successo 23. Frutto più prevalente di questa situazione è la tragedia della disoccupazione, che non si può risolvere efficacemente senza solidarietà sociale e soprattutto senza uno stato che pratichi giustizia e sensibilità sociale. La proposta Patriarcale, basata sul valore cristiano della persona umana e delle relazioni interpersonali, suggerita agli Europei, è chiarissima per tutti i potenti del mondo: È ovvio che né un aiuto morale, né misure frammentarie di politica 22 Πρὸς τὰ μέλη τῆς ὑπὸ τοῦ Ἐθνικοῦ Μετσοβίου Πολυτεχνίου ὀργανωθείσης «Συναντήσεως τῶν Ἀθηνῶν» ἐν τῷ λόφῳ τῆς Πνυκὸς, in Ὀρθοδοξία, (Β)4 (1997), 431-432; Πατριαρχικὴ Ἀπόδειξις ἐπὶ τῷ Ἁγίῳ Πάσχα, Φανάριον, Πάσχα 1997; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τό συνέδριον τῆς Παγκοσμίου Τραπέζης (31 Ἰανουαρίου 2005), in Ὀρθοδοξία, (Β)12 (2005), 28; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τά θυρανοίξια τοῦ Ἱεροῦ Ναοῦ Τιμίου Προδρόμου Ἀντιγόνης (31 Ἰουνίου 2007), in Ὀρθοδοξία, (Β)14 (2007), 499. 23 Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τήν ἔναρξιν τῶν ἐργασιῶν τοῦ Συνεδρίου εἰς τὴν Τράπεζαν τῆς Ἑλλάδος «Τὸ Οἰκουμενικὸν Πατριαρχεῖον καὶ ἡ Οἰκονομία τοῦ Γένους» (16 Ὀκτωβρίου 2006), in Ὀρθοδοξία, (Β)13 (2006), 722-727. 15

socio-economica, basteranno a far fronte alla crescente rilevanza di tale tragedia. Oggi siamo prigionieri della prepotente necessità di aumentare continuamente la produzione e, di conseguenza, della necessità di creare sempre nuovi e maggiori bisogni. Per assecondare queste due necessità, si impone un crescente perfezionamento dei mezzi di produzione e la contemporanea riduzione delle forze di produzione, cioè del potenziale umano impiegato nel lavoro, mentre parallelamente si vorrebbe che il bisogno di consumare beni da parte di quel medesimo potenziale umano crescesse e si estendesse senza limiti. Sicché l economia diventa sempre più indipendente dai bisogni reali della società, tende a funzionare senza intervento umano e si trasforma in un congegno industriale che si muove su dimensioni astratte. Forse, considerato l acuirsi del problema della disoccupazione, è tempo anziché preoccuparsi di rivendicazioni egocentriche dei nostri diritti individuali di dare la priorità, nell ambito della produzione, alla persona e ai rapporti umani. La gestione civile degli affari pubblici deve essere in grado di rispondere alla seguente domanda: quale persona o istituzione può ispirare in tale direzione l europeo di oggi perché dia priorità ai rapporti interpersonali? Quale sarà l istanza politica che convincerà l umanità a sacrificare volentieri e con gioia il proprio impetuoso bisogno di consumo e le sue illimitate e insaziabili richieste di produttività, al fine di riscoprire la comunione di vita in seno a comunità costituite da persone? 24. 8. Cultura Avendo come base le capacità mentali e spirituali dell uomo, comprendiamo noi stessi e gli altri come esseri viventi, liberi, conoscitori di se stessi, consapevoli e creativi. L insieme della nostra creazione materiale e spirituale, delle nostre opere e delle nostre istituzioni sociali forma la nostra cultura. Dinanzi a questa cultura la Chiesa Ortodossa inizialmente ha un atteggiamento di accettazione, ma anche di critica. Per noi Ortodossi ogni manifestazione culturale o creazione umana ha valore, ma non sempre positivo. Per questo motivo la cultura in se stessa non è sempre positiva. La Chiesa esprime il proprio superiore ideale culturale vigente nella società dei Santi e nella società di coloro che camminano verso la santità. In questo spazio viene vissuta la bellezza della creazione dell uomo, adattata ai comandamenti di Dio. La cultura Ortodossa predica il ritorno a Cristo Dio-Uomo come la soluzione di 24 Εἰσηγητικὴ ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν ἔναρξιν τού Συνεδρίου «Οἱ νέοι στὴν Ἐκκλησία τῆς τρίτης χιλιετίας» (18 Ἰουνίου 2000), in Ὀρθοδοξία, (Β)7 (2000), 228; BARTHOLOMEOS I, Patriarca Ecumenico, Gloria a Dio per ogni cosa, a cura della Comunità di Bose, Magnano 2001, 83-85. 16

tutti i punti morti dell umanità. La cultura Ortodossa, la Cultura Divino- Umana, secondo il Patriarca Bartolomeo, è il continuo servizio di Cristo, che trasfigura l uomo dall interno e, attraverso lui, tutta la creazione. Questo rinnovamento interno, trasfigurazione e cambiamento dell uomo è il contributo dell Ortodossia nel mondo contemporaneo. Tutto ciò viene raggiunto attraverso le virtù evangeliche della fede e dell amore, della preghiera e della mitezza, dell amore per il prossimo e dell umiltà, della continenza e del digiuno. Chi esercita queste virtù, costruisce la cultura Ortodossa Divino-Umana. In base a questa condizione fondamentale, la vera società cristiana costituisce il miglior conseguimento culturale. La scienza viene servita per il bene. I beni economici vengono offerti per i bisogni di ognuno. L arte esprime l armonia della bellezza, le strutture sociali servono l uomo, gli eventuali comportamenti sconvenienti vengono curati, mentre sanzioni vendicative non hanno posto. Tutte le cose vengono coordinate secondo l eccellente legge divina, che può regolare anche la vita degli uomini, secondo il perfetto modo con il quale viene disciplinato l universo. Ne consegue che i valori cristiani devono essere accettati dalle società contemporanee perché, secondo l insegnamento Patriarcale, solo attraverso una grande influenza della cultura cristiana il livello di prosperità dell uomo contemporaneo possa migliorare 25. 9. Educazione L uomo contemporaneo vive la sua partecipazione ad un sistema educativo staccato dalla società e spesso vuoto di valori spirituali. Invece la parola della Religione, specie del Cristianesimo, è una parola spirituale, che porta l uomo al centro della meta della divina creazione, come immagine del Creatore e come economo della creazione. Per questo motivo, insegna il Patriarca Bartolomeo, la parola della Religione, diversamente dai sistemi educativi secolarizzati, ristabilisce l equilibrio spirituale dell uomo facendo valere la sacralità della sua relazione con Dio e con il mondo. Specialmente nell epoca odierna, che è stata l era dei grandi progressi a livello della conoscenza dell universo e dei tentativi umani di sottomettere la natura alla volontà dell uomo, i giovani, propone il pensiero patriarcale, hanno il diritto di comprendere che il Vangelo di Cristo e la fede Ortodossa offre l amore al posto dell odio, la collaborazione al posto del 25 Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν ἀπονομὴν Αὐτῷ τοῦ τίτλου τοῦ Ἐπιτίμου Μέλους τῆς Ἀκαδημίας Ρουμανίας (16 Ὀκτωβρίου 2004), in Ὀρθοδοξία, (Β)11 (2004), 884-887; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τήν τελετήν λήξεως τοῦ Συνεδρίου τῆς Κοινότητος S. Egidio (23 Ὀκτωβρίου 2007), in Ὀρθοδοξία, (Β)14 (2007), 499. 17

conflitto, la comunione al posto della divisione tra gli uomini e le nazioni. Sull istruzione, i Padri della Chiesa avevano collegato le idee pedagogiche del magistero cristiano con la filosofia greca, arrivando ad una sintesi in relazione a Dio, all uomo e alla creazione, allo scopo, come sottolinea il Patriarca Ecumenico, da una parte di diventare cittadini onesti e dall altra, ricordando sempre l obiettivo della loro presenza sulla terra, cercare la permanente e sicura patria, la Gerusalemme celeste. In questo tentativo la persona che viene istruita ha come collaboratore lo Spirito Santo, di cui la Grazia santificante lo illumina, ed attraverso i sacramenti lo santifica, lo divinizza e lo trasforma in Dio per Grazia. Il principio morale a cui mira l educazione Cristiana Ortodossa è quello della santità in Cristo. San Giovanni Crisostomo insegna che «Ἡ παιδεία μετάληψις ἁγιότητός ἐστι» (Ἰω. Χρυσοστόμου, Εἰς Ἑβραίους Ὁμιλία ΚΘ, PG 63, 205), cioè l educazione è comunione di santità. Questo, secondo il Patriarca Bartolomeo, significa che l educazione non mira alla virtù in se stessa, che ha come centro l uomo, che conta le sue buone azioni, come il Fariseo della Parabola, andando a finire a quell egocentrismo repellente; l educazione mira al collegamento in amore, alla comunione, della persona umana con la persona di Cristo, e alla circolazione nel corpo dell uomo del Sangue e dello Spirito di Cristo. L educazione religiosa cristiana, che ha come riferimento l onnisciente e paterno Dio dell amore, che dà istruzioni di comportamento per il bene dell uomo e non come espressione di una volontà forte arbitraria, esercita la più intensa influenza nell anima del ragazzo e del giovane, che deve diventare una persona prospera e libera, avendo nel suo carattere principi e valori morali. Ma, quando la nozione e la sapienza umana non camminano insieme verso la divina sapienza, il timor di Dio e la virtù, la conoscenza si riduce all imbecillità e inganno, ed acceca l uomo. Secondo il medesimo, l istruzione cristiana ha come suoi elementi fondamentali la libertà e la conoscenza, l amore e la riconciliazione, il lavoro e l autocontrollo. Tutto ciò viene inserito in un quadro franco di egoismo ipertrofico e di ambizione, colorato dal rispetto per il prossimo e la libertà e dal divieto dell abuso del potere dei forti ai danni dei deboli. Così l istruzione, specialmente quella universitaria, evidenzia il Patriarca Bartolomeo, si trova in una situazione di solvibilità, influenzando profondamente le esistenti strutture sociali e mostrando dinamismo e volontà rinnovatrice, che portano alla ricerca del vero senso della vita 26. 26 Message des Primats des très saintes Eglises orthodoxes, in «Episkepsis», 477 (1992), 7; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν ἀνακήρυξιν αὐτοῦ εἰς Ἐπίτιμον Διδάκτορα ὑπὸ τοῦ Πανεπιστημίου Πατρῶν (21 Ὀκτωβρίου 2000), in Ὀρθοδοξία, (Β)7 (2000), 635-636; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν τελετὴν ἀναγορεύσεως 18

10. Progresso scientifico Bioetica Nella convivenza sociale degli uomini, l accumulo dei privilegi del rapido progresso tecnologico e scientifico e la forza che deriva da quest accumulo ad una sola parte dell umanità, accresce l infelicità degli altri uomini e crea focolai di sconvolgimenti o di guerre, senza portare alla felicità ed alla pienezza della vita. La convivenza di questo progresso, propongono i Primati delle Chiese Ortodosse Locali nel loro Incontro svolto a Costantinopoli nel 1992, con la giustizia, l amore e la pace è l unica via certa e stabile, affinché questo progresso non si trasformi da benedizione in maledizione per il prossimo millennio. Per di più, i Patriarchi Ortodossi invitano l uomo contemporaneo ad imparare che lontano da Dio il progresso scientifico e tecnologico diventa uno strumento di distruzione sia della natura stessa che della vita sociale. Già nel 1975 il Patriarca Demetrio invitava tutti i capi religiosi e politici del mondo ad attivarsi, affinché si frenassero i tentativi degli uomini potenti del mondo, che provocano la divisione dell umanità. Il mondo doveva imparare che i grandi progressi della tecnologia e della scienza non bastano per la realizzazione di una sana civiltà universale, per la quale serve anche una proporzionata purificazione ed un progresso del sentimento e del cuore, come anche sani principi, spirituali e morali. Solo in questo modo, annunciava lo stesso, l uomo, liberandosi dalla dipendenza delle sue opere, potrà allontanare la minaccia ed il pericolo di una distruzione totale, alla quale certamente spinge il calpestamento della legge dell amore, che è stata scritta nei cuori da Dio a tutti, senza nessuna distinzione di razza, lingua, colore e di ogni altro stato e dissuade dal ricorso alla violenza armata. Solo in questo modo, proseguiva, si faranno cessare nel mondo i compianti e le lacrime delle anime e dei popoli, che continuamente si estendono, a causa del raffreddamento dell amore e dell applicazione di leggi dure, che si basano sulla forza dei più potenti e sulla sopravvivenza dei più capaci. Il Patriarca Bartolomeo invita l uomo che si occupa della scienza e della tecnologia di proclamare il sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra perché in caso diverso, il progresso tecnologico rischia di condurlo ad una discesa spirituale, αὐτοῦ εἰς Ἐπίτιμον Διδάκτορα τοῦ Παιδαγωγικοῦ Τμήματος Δημοτικῆς Ἐκπαιδεύσεως τοῦ Πανεπιστημίου Δυτικῆς Μακεδονίας (17 Σεπτεμβρίου 2005), in Ὀρθοδοξία, (Β)12 (2005), 487-490; Χαιρετισμός τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν Σύνοδον τῶν Προέδρων τῶν Τ.Ε.Ι. Ἑλλάδος (20 Ὀκτωβρίου 2006), in Ὀρθοδοξία, (Β)13 (2006), 756; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου πρός τούς Ἱεροσπουδαστὰς τῆς Ἀθωνιάδος Ἐκκλησιαστικῆς Ἀκαδημίας (24 Ὀκτωβρίου 2006), in Ὀρθοδοξία, (Β)13 (2006), 799; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τόν Μέγαν Ἐσπερινὸν ἐν τῷ Καθεδρικῷ Ναῷ Ἁγίας Σοφίας Λονδίνου διὰ τὴν ἑορτὴν τῶν γραμμάτων (31 Ἰανουαρίου 2007), in Ὀρθοδοξία, (Β)14 (2007), 50, 52; Ev. YFANTIDIS, o.c., 183-185. 19

ad una frana spirituale e alla decadenza, all arroganza, all insulto, all interesse personale, alla mania di persecuzione e all imposizione di nuove forme di schiavitù. Egli propone quattro principi di deontologia per un uso morale della scienza: I. La ricerca volta ad acquisire conoscenza, che si realizza senza ledere i beni più importanti, come la vita, la dignità, la salute, il rispetto della persona umana, l ambiente naturale e le leggi della natura, deve essere libera, ma non può essere considerata superiore ad ogni altro valore culturale. Questo significa che limitazioni della ricerca possono essere consentite, allo scopo di difendere i valori più alti della conoscenza; II. La diffusione delle conoscenze in linea di principio deve essere libera. Tuttavia quando sussistono delle conoscenze che possano essere usate per danneggiare l umanità, specialmente dai terroristi o da altre persone che sono nemici della società, ci possono essere dei limiti ragionevoli ed adeguati; III. L uso delle conoscenze scientifiche per ingannare deve essere considerato inammissibile; e IV. L intervento umano, basato sulle conoscenze scientifiche, che riguarda la genetica deve essere sottomesso alle norme deontologiche 27. Più specialmente, il progresso della genetica, propongono i Primati delle Chiese Ortodosse Locali nel loro Incontro del 1992, da un lato può contribuire alla lotta contro molte malattie, dall altro è capace di trasformare l essere umano da persona libera ad un soggetto diretto e controllato da chi ha tali scopi. Come ben si sa, le questioni della bioetica sono attuali e molto importanti, in quando riguardano interventi della scienza nella vita dell uomo mai conosciuti prima. Questi interventi sembrano di offrire alcune soluzioni, ma in realtà creano perplessità morali, dato che l uomo viene invitato a mettere dei limiti ai suoi interventi nella vita umana. Gli interventi che comportano la fine della vita, come è l aborto e l eutanasia, sottolinea il Patriarca Bartolomeo, non sono accettabili dal punto di vista morale, perché sono contrari al dominio di Dio sulla vita, al divieto dell omicidio e alla considerazione dell uomo come creazione di Dio, secondo la sua icona e somiglianza. Le tecniche di procreazione assistita sono accettabili, secondo il medesimo, dato che aiutano le copie ad avere figli, basta però che non si impugna la sacralità del matrimonio e non comportano interventi invasivi o rischi rilevanti a danno dell embrione e del feto. Al contrario la morale cristiana è discorde alla maternità surrogata, sottolinea lo stesso, perché 27 Message des Primats, o.c., 6-7, 9; Πατριαρχικὴ Ἀπόδειξις ἐπὶ τοῖς Χριστουγέννοις, Φανάριον, Χριστούγεννα 1975; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν τελετήν ἀναγορεύσεως αὐτοῦ εἰς Ἐπίτιμον Διδάκτορα τοῦ Πανεπιστημίου Θεσσαλίας (27 Ἰουνίου 2002), in Ὀρθοδοξία, (Β)9 (2002), 300; Ὁμιλία τῆς Α. Θ. Παναγιότητος τοῦ Οἰκουμενικοῦ Πατριάρχου κ. κ. Βαρθολομαίου κατὰ τὴν Θείαν Λειτουργίαν εἰς τὸν Ἱερὸν Μητροπολιτικὸν Ναὸν Ἁγίας Τριάδος (20 Ἰουλίου 2003), in Ὀρθοδοξία, (A)10 (2003), 625; Γ. ΜΑΝΤΖΑΡΙΔΗΣ, ο.c., 354-355. 20