UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TORINO DIPARTIMENTO DI STUDI UMANISTICI CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN FILOLOGIA, LETTERATURE E STORIA DELL'ANTICHITA' TESI DI LAUREA IL DIALOGO TRA ALESSANDRO MAGNO E I GIMNOSOFISTI NEL ROMANZO DI ALESSANDRO. L INCONTRO TRA GRECIA E INDIA IN UNA TRADIZIONE ATTIVA Relatore: Prof. Tommaso Braccini Correlatore: Prof. Gianni Pellegrini Candidato: Michele Bortolini Matr. n 740353
INDICE INTRODUZIONE p. 6 LE FONTI DEL DIALOGO p. 16 AVVERTENZA p. 25 TESTI E COMMENTI p. 26 1. Antefatto e marcia verso gli Oxidraci p. 27 Testo p. 27 Commento p. 32 2. Il messaggio dei Brahmani p. 45 2.1 Lettera e/o messaggeri p. 46 Testo p. 46 Commento p. 48 2.2 Saluto iniziale p. 52 Testo p. 52 Commento p. 54 2.3 Non c è vantaggio dalla guerra p. 55 Testo p. 55 Commento p. 58 2.4 Cosa Alessandro può ottenere senza combattere p. 60 Testo p. 60 Commento p. 62 2.5 Ecco chi siamo p. 64 Testo p. 64 Commento p. 65 2.6 Divisione di competenze p. 66 Testo p. 66 Commento p. 67 1
3. Alessandro giunge pacificamente p. 69 Testo p. 69 Commento p. 71 4. Breve descrizione dei Brahmani p. 72 Testo p. 72 Commento p. 75 5. Domande sapienziali p. 77 (1) Le tombe p. 81 Testo p. 81 Commento p. 84 (2) I vivi e i morti p. 86 Testo p. 86 Commento p. 90 (3) La vita e la morte p. 92 Testo p. 92 Commento p. 96 (4) La terra e il mare p. 99 Testo p. 99 Commento p. 102 (5) L animale più astuto p. 107 Testo p. 107 Commento p. 111 Il sorriso di Alessandro p. 114 Testo p. 114 Commento p. 116 (6) Il potere del re p. 118 Testo p. 118 Commento p. 122 (7) La notte e il giorno p. 128 Testo p. 128 Commento p. 132 2
Domanda su Dio p. 138 Testo p. 138 Commento p. 140 La destra e la sinistra p. 144 Testo p. 144 Commento p. 148 Domande aggiuntive dalla versione armena p. 152 Testo p. 152 Commento p. 153 6. Dandamis p. 154 6.1 Avete un capo? p. 155 Testo p. 155 Commento p. 156 6.2 Dandamis in mezzo alla vegetazione p. 161 Testo p. 161 Commento p. 163 6.3 Saluti p. 165 Testo p. 165 Commento p. 167 6.3 I beni dei Brahmani p. 170 Testo p. 170 Commento p. 173 6.4 Le donne dei Brahmani p. 175 Testo p. 175 Commento p. 180 6.5 Odontotiranno p. 184 Testo p. 184 Commento p. 187 7. Epigrafe p. 189 Testo p. 189 Commento p. 190 3
8. Immortalità p. 191 Testo p. 191 Commento p. 194 9. Vanità delle azioni di Alessandro? p. 196 Testo p. 196 Commento p. 199 10. Provvidenza p. 203 10.1 Siamo ministri della Provvidenza (III, 6, 8) p. 204 Testo p. 204 Commento p. 206 10.2 Provvidenza III, 6, 9 similitudini p. 207 Testo p. 207 Commento p. 210 10.3 Il demone socratico di Alessandro p. 211 Testo p. 211 Commento p. 212 10.4 Il mondo inerte p. 214 Testo p. 214 Commento p. 216 10.5 Provvidenza III, 6, 10 chi perde e chi guadagna p. 219 Testo p. 219 Commento p. 222 11. Doni p. 224 11.1 Offerta dei doni p. 225 Testo p. 225 Commento p. 227 11.2 Reazione di Dandamis p. 229 Testo p. 229 Commento p. 233 4
12. Congedo p. 235 Testo p. 235 Commento p. 237 La recensione ε e le sue peculiarità p. 239 La Provvidenza nella cultura greca e nel Romanzo p. 272 CONCLUSIONI p. 286 APPENDICI p. 297 Appendice 1: Il testo integrale di γ II 35-35a p. 297 Appendice 2: I gimnosofisti in Apuleio p. 333 Appendice 3: Epitteto e la Provvidenza p. 334 BIBLIOGRAFIA p. 339 RINGRAZIAMENTI p. 357 5
INTRODUZIONE Come ben ricorda Stoneman 1, il Romanzo di Alessandro rappresenta qualcosa di unico nella letteratura greca poiché si tratta dell unico romanzo greco ad avere come protagonista una figura storica. Si differenzia dalla biografia di stampo plutarcheo dal momento che privilegia le imprese del personaggio alla descrizione del suo carattere. Non può essere considerata un opera storica in senso stretto, in quanto troppi elementi fittizi e fantasiosi sono inframmezzati alla vicenda storica qui romanzata. Incerta è la cronologia della sua composizione 2, ma è assai probabile che subito dopo la morte di Alessandro fosse cominciato quel processo di elaborazione di fatti reali e fatti fittizi che ha dato vita a diverse storie di Alessandro. Se opere come quelle degli alessadrografi, di Arriano e di Plutarco erano elaborate per un pubblico alto, il Romanzo di Alessandro 3, molto meno sofisticato, venne composto tramite un processo di assemblaggio e ampliamento di storie ad opera di autori di letteratura popolare 4. Dentro questa grande miscela 5 ho scelto di porre l attenzione su un episodio III libro, piccolo ma significativo, in quanto rappresenta una grande testimonianza dell incontro tra due culture radicalmente differenti: il dialogo tra Alessandro Magno e i Brahmani 6 gimnosofisti. Come vedremo esso è a sua volta il frutto di una elaborazione di nuclei e tradizioni differenti. 1 Stoneman, Richard (1994 a), The Alexander Romance. From History to Fiction, in J. R. Morgan/Richard Stoneman (edd. by), Greek Fiction. The Greek Novel in Context, Routledge, London and New York. 2 Sicuramente anteriore alla traduzione latina ad opera di Giulio Valerio di meta IV sec. d. C. 3 Spesso indicato semplicemente come il Romanzo. 4 Sul modello che sarà poi seguito da Filostrato per la Vita di Apollonio di Tyana, per il Διγενής Ακρίτας e forse anche per i Vangeli. 5 La natura di questa elaborazione è frutto di diverse ipotesi da parte degli studiosi. L ipotesi più significativa vede da una parte [Merkelbach, Reinhold (1954), Die Quellen des griechischen Alexanderromans, <Zetemata>, 9] il conglomerato di 4 tradizioni separate: una biografia storica che segue la tradizione di Clitarco; una raccolta di lettere in parte derivata da un Romanzo Epistolare di Alessandro e in parte da un gruppo di Lettere descriventi le avventure orientali di Alessandro; una fonte relativa all incontro tra Alessandro e i Gymnosofisti (la stessa che influenzerà lo Ps. Arriano e il Papiro di Ginevra, ma anche il Papiro di Berlino e Plutarco, come testimoniano le domande sapienziali sempre presenti); infine il pamphlet propagandistico del testamento e della morte di Alessandro. Contro questa ipotesi Pfister e Ausefeld [Ausfeld, Adolf, Hrsg. (1907), Der Griechische Alexanderroman, Teubner, Leipzig] sostengono che i testi dello Ps. Callistene deriverebbero da un precedente Romanzo di Alessandro risalente al 200 a. C. Cfr. ancora Berg, B. (1973), An Early Source of the "Alexander Romance" <Greek, Roman and Byzantine Studies> 14 (4), pp. 381-387. 6 Grafia corretta: brāhmaṇa. 6
Quasi tutti gli studi sul Romanzo di Alessandro trascurano o toccano soltanto con brevi cenni l episodio dell incontro e del dialogo tra Alessandro Magno e i Brahmani gimnosofisti. Viceversa la maggior parte degli studi inerenti l incontro e il dialogo tra Alessandro Magno e i Brahmani gimnosofisti trattano in modo estremamente marginale il Romanzo di Alessandro 7. Preferiscono infatti focalizzarsi su altre fonti: gli alessandrografi (in particolare Onesicrito e Megastene, così come vengono riportati da Strabone 8 e in Arriano), Plutarco (Vita di Alessandro 64 9 e 65 10 ), Pseudo-Palladio (Le genti dell India e i Brahmani 11 ) e la Collatio Alexandri et Dindimi. Generalmente in questi studi il Romanzo di Alessandro 12 serve soltanto come termine di confronto per i quesiti enigmatici e sapienziali formulati da Alessandro ai gimnosofisti nel gioco mortale imposto da Alessandro ai Brahmani catturati a seguito della repressione della rivolta di Sambo e narrato da Plut. Alex. 64 e da Pap. Berol. 13044 13. Molti studiosi classicisti, sulla scia delle idee di Camillo Morelli, avevano sistematicamente negato l apporto genuino di dottrine indiane nel dialogo, rivendicando contenuti essenzialmente greci, ricondotti a filosofie come il cinismo, lo scetticismo, il pitagorismo o alla religione cristiana, con tutte le sue correnti antiche più o meno eretiche. Se i primi studiosi erano giustificati dalla scarsa conoscenza di dottrine indiane, i cui studi non erano ancora molto 7 In verità questa trascuratezza è comune a tutto il Romanzo. Gli storici del mondo antico non vi hanno dedicato molta attenzione a causa della difficoltà oggettiva di enuclearlo e di metterlo in relazione ai suoi precedenti storici e alle altre opere congeneri (cfr. Stoneman 2003, Intro, XX- XXI). La mia tesi consiste proprio in un operazione di questo genere. Naturalmente non mi occupo di tutto il Romanzo, ma solo di un episodio molto piccolo. Questo rende il lavoro umanamente possibile e sostenibile. 8 Sempre all interno di Strabone e in questo contesto vengono ricordati anche Aristobulo e Nearco. Ma queste menzioni, piuttosto rare, sono dovute agli studiosi indologi, i quali hanno bisogno di analizzare le fonti greche per tentare di comprendere la situazione storica e culturale dell India di quel periodo. Prova ne sono le numerose antologie dei passi greci sull India reperibile nelle biblioteche dei dipartimenti di Orientalistica (e invece molto meno presenti nelle biblioteche dei dipartimenti di Filologia Classica). 9 Confrontato con Pap. Berol. 13044 del I secolo a.c. 10 Confrontato con Onesicrito e Megastene. 11 I latinisti dedicano molta attenzione alla traduzione latina di quest opera a cura di Pseudo- Ambrogio. 12 Al pari dell Epitome di Metz e degli Anecdota Greca. 13 Tra l altro vengono soltanto citati i passi del codice A e dei codici del ramo β, spesso in modo acritico e intercambiabile, ignorando il carattere vario e molteplice offerto della tradizione di questo anonimo romanzo. 7
sviluppati, successivamente la chiusura dei campi specifici del sapere ha costituito un paravento ai filologi classici che non hanno potuto o voluto vedere dei possibili riferimenti indiani. D altra parte gli indologi peccavano di eccessivo ottimismo, volendo intravedere ovunque nel dialogo elementi della cultura da loro studiata e non essendo in grado di riconoscere quegli elementi propriamente greci e latini. Pochi sono gli studiosi che sono davvero riusciti a mantenere una posizione attenta ed equilibrata in materia. Non è mia intenzione sminuire questi studi, che, anzi, costituiscono una parte preponderante della mia bibliografia e sono fondamentali per capire la figura letteraria di Alessandro e la tradizione di questo incontro precedente e successiva alle redazioni del Romanzo. Desidero tuttavia, con questa mia tesi, cercare di ridare ai passi delle varie recensioni del Romanzo 14 relativi a quest episodio l importanza che meritano 15. Lo studioso che più di tutti si è impegnato in una simile riflessione è Richard Stoneman 16. Costui ha cercato, nei suoi vari contributi (articoli, saggi, miscellanee, edizioni critiche e traduzioni), di dare un immagine quanto più completa possibile della figura storica e leggendaria di Alessandro Magno. I suoi articoli degli anni 90 hanno cercato di indagare la natura di questi gimnosofisti in rapporto alle varie tradizioni relative ad Alessandro 17. Tuttavia, anche nella sua 14 Che ricordiamolo bene! si presenta più come opera letteraria che come opera storica. Uno studio specifico sul dialogo riportato dagli alessandrografi presenti in Strabone (Onesicrito, Aristobulo, Nearco, Megastene) è oggetto di una tesi di dottorato a cura di Valerio Capponi presso l Università di Firenze. Ringrazio Valerio per la possibilità offertami di un fecondo scambio di informazioni che ha contribuito a far progredire entrambi i nostri per quanto differenti studi. 15 In fondo il Romanzo fu l opera più tradotta del medioevo, se escludiamo i Vangeli. Tale dato viene ribadito in Cary, Gorge A. (1987), The Medieval Alexander, Garland Publishing Inc., New York & London. Doveva esserci davvero qualcosa di speciale nel contenuto dell opera. Pur senza il sostegno di un istituzione religiosa organizzata, l eroe protagonista si è dimostrato portatore di valori per numerose culture diverse. E senza il Romanzo, la semplice figura storica di Alessandro non sarebbe stata in grado di caricarsi di tutti quei valori di cui poi il suo mito è stato portatore nelle varie culture. Il Romanzo è stato il centro della clessidra che ha raccolto tutti i concetti possibili da legare alla figura di questo grande conquistatore, per poi spargerli nelle varie culture occidentali e orientali durante il medioevo e i secoli successivi. 16 Questi, nell introduzione alla sua importante opera sul Romanzo di Alessandro (curata insieme a Gargiulo per la collana Lorenzo Valla della Mondadori) denuncia chiaramente questo scarso interesse degli studiosi di antichità su quest opera e si propone di colmare le loro lacune. Finora egli ha dato alle stampe solo i primi due libri. Il terzo contenente l episodio trattato in questa tesi ha da venire. Seguendo in parte la metodologia di questo grande studioso, spero di riuscire nel mio piccolo ad anticipare e aggiungere alcune considerazioni utili all analisi di questo piccolo ma significativo episodio. 17 Questi studi rappresentano un continuo tentativo di messa in discussione, tanto lo studioso si trova costretto a cambiare frequentemente idea. Tale atteggiamento riflette il dibattito tra gli 8
traduzione inglese del Romanzo di Alessandro redatta nel 1991, non ha adeguatamente approfondito la natura di questo incontro culturale 18. Ci si aspetta un lavoro più adeguato nella sua nuova edizione (in corso di svolgimento) del terzo volume del Romanzo di Alessandro che sarà pubblicato in Italia dalla collana Lorenzo Valla. Questa mia tesi forse anticiperà alcune delle sue conclusioni 19. Se consideriamo la tradizione di questo episodio come una clessidra, la prima pancia (o imbuto) sarebbe costituita dalle notizie antiche riportate dagli alessandrografi 20 e dalle fonti di Plutarco, di Arriano e di Curzio Rufo, nonché da una tradizione letteraria che ha prodotto il Pap. Berol. 13044, ma anche la Lettera di Aristea, l Epitoma di Metz e diverse tradizioni leggendarie sulla figura di Alessandro come re-filosofo e sui Brahmani come i più alti depositari della filosofia. La seconda pancia sarebbe costituita dalla tradizione medievale e moderna di questo incontro in oriente e occidente. Il centro di questa clessidra sarebbe costituito proprio dal Romanzo di Alessandro. A differenza di Plutarco, che si limita (particolarmente in Alex 64-65) ad accostare le diverse tradizioni, il Romanzo compie una vera e propria fusione e mescolanza tra le varie fonti, realizzando un opera fruibile al vasto pubblico e destinata a circolare nei secoli studiosi moderni imperniato su due principali domande: a quale ambito culturale-religiosofilosofico indiano fanno parte questi sapienti nudi? Sono rimaste nel racconto di quest incontro delle dottrine effettivamente indiane o in realtà si contenuti filosofici (es. pitagorismo, cinismo, stoicismo), religiosi (cristianesimo, gnosticismo) e culturali occidentali presentati sotto il travestimento della dottrina indiana? 18 Curioso è il caso di II 35 a della recensio γ, volutamente eliminato come interpolazione nel 1991 e poi ripreso nel 2007 (ma senza troppe note critiche) nella redazione del II volume del Romanzo di Alessandro edito nella collana Lorenzo Valla delle edizioni Mondadori. 19 A Stoneman tra l altro va attribuito il merito di aver scoperto nella Phillada l attribuzione ai Beati delle caratteristiche proprie dei Brahmani. Dice infatti he visits Jerusalem and the Land of the Blessed (who take place of the Brahmans) e, più avanti, In I 50 the Brahman leader Dindimus has become, inexplicably, Evaenthes [Stoneman, Richard (2012b), The Book of Alexander the Great. A Life of the Conqueror, I.B. Tauris, London-New York, p. xxi; xxiv]. Stoneman però non dimostra di essersi accorto che questa sostituzione risale già alla recensio ε, la quale tuttavia attribuisce il nome di gimnosofisti a un altro gruppo di persone che precedono l incontro con i Beati e mostrano ad Alessandro l isola dei Beati. 20 Tra gli alessandrografi spicca Onesicrito, il quale, a parere di Stoneman, riuscì a infondere un alone filosofico nella sua descrizione dei popoli remoti, soprattutto dei Brahmani; sebbene l episodio dei Brahmani narrato nel Romanzo non sembri derivare direttamente da Onesicrito, è chiaro che entrambi gli autori germogliano dallo stesso terreno letterario. Nel suo articolo del 1995 Stoneman ritiene Onesicrito piuttosto attendibile (dando una scossa alle accuse di Morelli sulla sua inattendibilità) e il Romanzo molto meno fededegno. In questa tesi cercherò di dimostrare quanto il Romanzo, pur non riportando fedelmente le conversazioni tra Alessandro e i Brahmani, abbia rappresentato tuttavia un buon veicolo per traghettare al pubblico quelle idee sulla dottrina e pratica ascetica brahmanica che più avevano colpito i Macedoni durante quell incontro. 9
successivi e contribuendo a fissare quell immagine leggendaria e popolare di Alessandro che circola ancora ai giorni nostri. L episodio raccontato in Ps. Callistene, Romanzo di Alessandro Magno, III, 5-16 si presenta (soprattutto nelle recensioni α e β) come la sintesi, più o meno riuscita, di diversi nuclei originali 21, che attingono in parte a fatti storici 22 e in parte si ricollegano a motivi letterari 23 diffusi tanto nella letteratura greca (e preponderanti nell età ellenistica e imperiale, al punto da essere poi riutilizzati nella letteratura latina tardo antica e medievale) quanto nelle letterature orientali (siriana, araba, ebraica, persiana e indiana). Tali nuclei originali si sono ripresentati in opere precedenti e successive l anonimo Romanzo, costituendo i pilastri della fortuna di questo episodio 24. Tale modello interpretativo incontra diversi ostacoli. Uno di questi è quello della datazione. Questo problema è in parte dovuto al fatto che il Romanzo di Alessandro, al pari degli altri romanzi greci, non risulta quasi mai oggetto di citazione o allusione da parte degli autori antichi. Eppure è possibile rintracciare qualche scarno indizio che l opera, o almeno il suo contenuto, fossero conosciuti in differenti periodi dell antichità 25. Il riferimento che ci interessa di più è quello di Filostrato, Vita di Apollonio di Tiana, II 3, in cui si dà il nome di Oxidracae ai sapienti indiani cui Alessandro fa visita, mentre tutte le altre fonti li chiamano 21 Il Romanzo stesso nel suo complesso rappresenta, come ben dice Stoneman, un amalgama di numerosi elementi diversi. Merkelbach individua 5 componenti essenziali: una fonte storica; una raccolta di lettere; i racconti delle meraviglie; l episodio dei Brahmani (oggetto della mia tesi); gli ultimi giorni di Alessandro. 22 Stoneman immagina che l avvenimento raccontato da Onesicrito sia poi stato rielaborato da Escrione di Samo (o Mitilene), amante di Aristotele e poeta attivo intorno al 300 a.c. Egli deve aver conosciuto Onesicrito e Callistene e probabilmente è l autore dei brani coliambici che si trovano nel Romanzo. 23 Gli indovinelli e le affermazioni qui riportate sono riconducibili alle χρεῖαι e vi sono molte affinità con la Vita di Esopo. A parere di Adratos, questo episodio in particolare e lo sviluppo della biografia in generale, sono dovuti all influenza della filosofia cinica, la quale mirava all applicazione pratica della riflessione filosofica piuttosto che alla speculazione astratta. 24 La ricezione letteraria di questo episodio ha interessato anche la narrativa del novecento con il romanzo di Klaus Mann (figlio di Thomas Mann) Alexander: Roman and Utopie, scritto nel 1929. Più recentemente Umberto Eco narrò in chiave parodistica questo incontro nel suo romanzo Baudolino (Bompiani, 2000), pp. 344-345. In quest opera narrativa, ambientata in epoca medievale, ritroviamo le stesse affermazioni e descrizioni dei gimnosofisti, mentre la figura di Alessandro viene sostituita dal protagonista Baudolino e dai suoi compagni di avventure. 25 Stoneman (Introduzione Vol. 1 della Lorenzo Valla, pp. XXII-XXV) fa l elenco di tutti questi riferimenti in ordine cronologico. 10
Gimnosofisti o Brahmani 26 ; sembrerebbe che Filostrato si stia riferendo alla versione nota del Romanzo. Un altro parallelo interessante per noi potrebbe essere il riferimento ai gimnosofisti nelle Etiopiche di Eliodoro 27 (II, 31; X, 2, 6, 9 e 10) 28. A parere di Stoneman, è possibile che Eliodoro abbia attinto al Romanzo per alcuni elementi della trama. Ma questo non può aiutare per la cronologia, in quanto la stessa cronologia di Eliodoro è oggetto di dibattito e, anche se si dimostrasse che essa non è posteriore al III sec. d. C. come alcuni sostengono ciò non influirebbe sulla datazione del Romanzo. Oltretutto, a parere di Aristide Colonna 29, i riferimenti ai Gimnosofisti sarebbero attinti direttamente da Filostrato, Vita di Apollonio. Due riferimenti tra V e VI secolo sono infine l anonimo Dialogo sulla religione alla corte dei Sassanidi, dove un re interroga alcuni filosofi indiani (24,7-25, 4), e i riferimenti di Mose di Corene nella sua storia armena del V sec. Questi avrebbe o curato come vuole la tradizione la prima traduzione armena del Romanzo o, a parere di Stoneman, attinto alla versione armena del Romanzo ignaro dell originale greco 30. Pochi studiosi si sono effettivamente occupati, nella tradizione delle recensioni greche del Romanzo di Alessandro, di questo episodio in particolare. Per quanto riguarda la tradizione dei rami α (rappresentato unicamente dal codice A) abbiamo l edizione di Kroll, seguite da Carlo Franco (prima traduzione 26 Il nome di Oxidraci, come ricordato da Thiel e da Centanni, indica un popolo particolarmente bellicoso (Arr. Anab. VI, 4, 3 e sgg.) e non si addice affatto ai gimnosofisti. La confusione e sovrapposizione è un chiaro segnale dell influenza del Romanzo. 27 Che, per inteso, fanno riferimento anche ad altri luoghi del Romanzo. 28 Interessante soprattutto X, 9 dove i gimnosofisti si pronunciano contrari ai sacrifici umani e desidererebbero anche l eliminazione di tutti i sacrifici animali, contrapponendo il proprio modello di offerte di preghiere e aromi. Interessante anche il rispetto delle consuetudini, per cui invitano il re a rispettare il popolo e a praticare il cruento sacrificio, raccomandandogli però di purificarsi subito dopo. Infine predicono che il sacrificio non avverrà. Possono prevedere il futuro scrutando segni soprannaturali e percependo la luce che risplende intorno a questi stranieri, segno che un dio li protegge. Chi pronuncia tutte queste parole è Sisimitre, che parla a nome di tutti i saggi, con la stessa autorevolezza di un Dandamis, un giudice saggio tra i saggi, che arriva a opporsi all autorità regia con queste parole: La giustizia non abbassa lo sguardo di fronte a nessuna autorità. Davanti ai giudici, c è un solo re, colui che ha migliori argomenti da far valere. E ancora: Per i saggi la giustizia trae la sua forza non dall apparenza, ma dal modo di comportarsi. E ancora più avanti: Riteniamo che il vero giudice sia chi parla in difesa della giustizia. 29 Eliodoro, Le Etiopiche. A cura di Aristide Colonna, Utet, Torino 2006 [1987]. 30 Stoneman, R. /Gargiulo, T. (a cura di, 2003), Il Romanzo di Alessandro, Vol. 1, Mondadori, Lorenzo Valla, Milano. Cfr. Stoneman, R. (1991), The Greek Alexander Romance, London, Penguin Books; Stoneman, Richard (1994 a), The Alexander Romance. From History to Fiction, in J. R. Morgan/Richard Stoneman (edd. by), Greek Fiction. The Greek Novel in Context, Routledge, London and New York. 11
italiana). Per quanto riguarda β, Müller, Meusel, Ausfeld (prima traduzione tedesca del 900), Bergson, Thiel, Centanni (prima traduzione italiana), Stoneman (prima traduzione inglese) 31. Per γ Engelmann 32, per ε Trumpf 33, per K Mitsakis, per Marcianus 408 Reichmann e Wagner, per R Holton 34. Per quanto riguarda la tradizione della versione latina di Giulio Valerio (Res Gestae Alexandri Macendoni), dopo la scoperta e la prima edizione di Angelo Mai, si ricorda la prima traduzione italiana commentata da Berengo, l edizione teubneriana della Rosellini 35 e la prima traduzione francese a opera di Callu. Di loro, solo Berengo si è soffermato sul confronto tra quest episodio e Plutarco 64, sottolineando quanto fossero diversi e facendo un raffronto particolare sulle domande sapienziali. Il mio lavoro si vuole porre di fronte ai testi in una maniera del tutto differente 36. Lungi dal voler offrire un edizione critica (impossibile in un testo mobile 37 e aperto 38 come questo 39 ), si propone di dividere il testo in piccoli nuclei 31 Lo stesso Stoneman nel 2003 (Introduzione Vol. 1 della Lorenzo Valla) condanna le sue stesse scelte, nonché quelle della Centanni e quelle di Thiel, di aver basato edizioni e traduzioni sul manoscritto L della famiglia β. La scelta era stata fatta per venire incontro al lettore offrendo un testo più completo, prodotto di una tradizione più ricca. Tale scelta tuttavia non soddisfa i requisiti di un edizione propriamente filologica. Pertanto Stoneman, nella nuova edizione del Romanzo di Alessandro (di cui manca ancora il terzo volume, contenente l episodio da me trattato), ha deciso di tornare al testo di A, il cui primo editore è stato Wilhelm Kroll nel 1926 e di utilizzare quel codice come base testuale per il suo commento. 32 Tradotta in italiano per la prima volta nel volume della Lorenzo Valla a cura di Stoneman e di Gargiulo. 33 Questi è anche lo scopritore dei frammenti di δ, che però, sfortunatamente, non contengono il nostro episodio. 34 Per queste ultime versioni manca ancora una traduzione in una lingua moderna. Allo stato attuale delle mie conoscenze, credo che sarò il primo a fornire una traduzione italiana dei passi di questo episodio in ε, K, R e Marcianus. 35 Prima edizione teubneriana a opera di Kübler. 36 Senza tuttavia rinunciare a perseguire gli obiettivi tradizionali di un commento storico-filologico (e dichiarati anche come programmatici dallo stesso Stonemen): - illustrare l origine degli elementi del testo e raccogliere significatici paralleli; - discutere ciò che è oscuro e problematico; - collocare l opera nel contesto del suo tempo e solo incidentalmente in quello della sua vita, ovvero successiva (Nachleben). 37 Per una letteratura inerente le definizioni e le applicazioni del testo mobile cfr. Brockbank P. (1991), Towards a mobile text, in I. Small, M. Walsh (eds), The theory and practice of text-editing. Essays in honour of James T. Boulton, pp. 90-106. Cambridge-New York, Cambridge University Press; per un approccio più aggiornato, si rivelano preziosi gli atti del convegno The Mobile Text: Studying Literature in the Digital Age, January 10, 2012, a cura di Francesco Fiorentino and Domenico Fiormonte, reperibili nel blog dell Oregon State University Humanistic Studies & Digital Age http://journals.oregondigital.org/index.php/hsda/issue/view/206. 38 In Gane, Yorik Gomez (2013), Dizionario della Terminologia Filologica, Accademia University Press, Torino, viene data la seguente definizione di testo aperto: testo disposto ad interventi redazionali. Esso si inserisce nella cosiddetta tradizione attiva, definita dal medesimo dizionario 12
tematici, a ciascuno dei quali verrà dedicato l apposito spazio di un sottocapitolo. In ciascun piccolo paragrafo riporterò una o due frasi dei testi greci messi a diretto confronto con le traduzioni e con le versioni corrispondenti delle altre culture (latina, siriaca, armena). Il commento relativo a ciascuno di questi nuclei prevede una parte più prettamente filologica, in cui cercherò di ricostruire l evoluzione storica e i passaggi che danno vita alle singole pericopi delle varie versioni, e una parte storico-culturale, in cui tenterò di reperire i legami con altre tradizioni testuali e laddove parlano i Brahmani - le relazioni con le dottrine indiane di cui loro sono portatori. Anche la conclusione sarà strutturata in analoghe due parti. Nella parte filologica cercherò di chiarire i passaggi che hanno portato ad ampliamenti e modifiche delle diverse tradizioni, che a loro volta sono il frutto delle diverse combinazioni di quei nuclei tematici e narrativi sopra menzionati. Molti studiosi hanno cercato di dare importanza primaria al ramo α. Questa preminenza è dovuta al fatto che esso costituisce il ramo più antico della tradizione testuale del Romanzo. Tuttavia va ribadito che α non corrisponde con il Romanzo originale e le altre tradizioni meritano pari dignità, soprattutto in questo tradizione in cui il copista non trascrive il testo in modo meccanico, ma operando interventi personali. Cfr. Varvaro, Critica dei testi classica e romanza. Problemi comuni ed esperienze diverse, in Rendiconti dell Accademia di Archeologia e Belle Arti di Napoli 45, 1970, p. 87: Nella tradizione quiescente il copista si sente in qualche modo estraneo al testo su cui lavora e ne ha rispetto; sbaglia, magari azzarda congetture, ma sempre al fine di un restauro conservativo. Nella tradizione attiva, invece, il copista ricrea il suo testo considerandolo attuale e aperto, sicché oltre a cadere nelle corruttele cui nessuno sfugge opera interventi di tipo alquanto diverso da quello consueto nella tradizione quiescente. Gli interventi del copista sono spesso determinati dagli ambienti culturali in cui il testo circola. Perciò il concetto di tradizione attiva si incontra con quello di tradizione caratterizzante: tradizione che appare connotata degli ambienti culturali in cui si è sviluppata, offrendo dunque tracce riconoscibili della sua diffusione e dei possibili fattori inquinanti che l hanno condizionata. Non a caso Beccarla considera sinonimi tradizione caratterizzante e tradizione attiva. 39 Stoneman, parlando del Romanzo nel suo complesso, lo definisce un testo che più di tanti altri vive di vita propria ed è capace di una crescita organica, un testo il cui senso risiede nella somma delle riscritture, un testo che diviene tanto più profondo quanto più accoglie aggiunte. E aggiunge che se è compito del critico letterario elucidare questa profondità, è compito del filologo analizzare la complessità dell opera fino ai suoi elementi primi e irriducibili. [Stoneman, R. /Gargiulo, T. (a cura di, 2003), Il Romanzo di Alessandro, Vol. 1, Mondadori, Lorenzo Valla, Milano. Introduzione p. XXI]. 13
lavoro, che non costituisce l edizione critica del Romanzo di Alessandro 40, bensì l analisi di uno specifico episodio frutto del confronto delle varie tradizioni che lo riportano. Dal momento che tali tradizioni costituiscono tanti diversi tentativi di combinazione e rielaborazione di nuclei tematici originari, ogni tradizione merita un adeguata considerazione. Per questa ragione ho deciso di riportare sinotticamente 41 tutti i testi relativi a questo episodio. Nella parte storico-culturale della conclusione cercherò di rispondere 42 ai quesiti inerenti l identità dei Brahmani, la veridicità storica del dialogo, l atteggiamento di Alessandro nei confronti di questa cultura altra, le dottrine filosofiche e religiose sottese in questo episodio. In appendice riporterò integralmente il testo di γ (che per le sue caratteristiche e peculiarità si rivela degno di particolare attenzione), alcuni passi dei Florida di Apuleio relativi ai gimnosofisti e alcuni passi delle Dissertazioni di Epitteto sul concetto di Provvidenza. L idea di base è quella di un dialogo effettivamente avvenuto tra Alessandro (che agisce in prima persona o tramite i suoi rappresentanti) e questi asceti che, in quanto Brahmani, rappresentavano lo strato più alto della società. Lo scopo dell incontro doveva essere più politico che filosofico. Alessandro doveva farsi accettare come nuovo dominatore ed entrare nel nuovo sistema. I Brahmani volevano conservare i propri privilegi e le proprie tradizioni e, consapevoli di non poter sconfiggere con le armi il macedone, dovevano integrarlo in qualche modo nel proprio sistema. La soluzione più naturale consisteva nel farlo entrare come membro della casta dei guerrieri e trattandolo come un vero e proprio re indiano. Come tutti i re indiani anche Alessandro era tenuto a consultare i Brahmani e apprendere in parte la loro dottrina. I Brahmani, piuttosto restii a rivelare i sacri misteri ai non-iniziati (a maggior ragione se totalmente altri come erano i 40 Di questo progetto se ne sta già occupando Richard Stoneman, il quale, nelle prefazioni dei rispettivi primi due volumi (gli unici finora dati alle stampe nella collana Lorenzo Valla della Mondadori), giustifica la scelta del codice A come codice guida e lascia trasparire una certa rassegnazione all utilizzo di tale criterio, in parte compensata dall accostamento, quasi con valore di appendice, dei testi di β, γ e Val (in particolare nel Secondo volume). 41 Stoneman (Introduzione, p. LXXXV), pur accarezzando l idea di un edizione sinottica dei testi, ritiene il progetto tipograficamente impossibile. Questa mia tesi vuole dimostrare, nel suo piccolo, esattamente il contrario. Relativamente a questo episodio ben definito, l edizione sinottica dei testi non è solo possibile, ma anche indispensabile. 42 Col supporto di fonti classiche indiane e tramite studi indologici specifici. 14
macedoni), si sarebbero limitati a divulgare il minimo indispensabile: qualche idea sulla natura, sulla divinità, sul vegetarianesimo, sulla vita frugale e sulla pratica ascetica volta alla liberazione dal dolore. Alessandro e i suoi intellettuali si ponevano quindi come discepoli alle prime armi di questo nuovo insegnamento. Nel fare questo 43 si sarebbero accorti di parecchie affinità tra le dottrine indiane loro esposte e le proprie dottrine filosofiche e religiose. Mano a mano che illustravano questo pensiero al loro pubblico, avrebbero ulteriormente semplificato questi insegnamenti a scopo divulgativo (secondo una tendenza inaugurata già da Erodoto). Le dottrine ellenistiche e quelle di età greco-romana avrebbero ulteriormente filtrato questo apporto originario, risentendo però di nuovi influssi indiani diretti (tramite i mercanti) o mediati (ad esempio, dal mondo persiano) e modificando ulteriormente i contenuti di quell incontro (o serie di incontri) fino all età bizantina, in cui i Brahmani, ormai risemantizzati in Drachmani, hanno perso il loro volto primario e sono divenuti degli archetipi di saggi spesso confusi con dei Santi/Beati/Uomini Benedetti. L immagine mitica di un India come patria della saggezza continuerà anche dopo che si sono persi tutti i contatti veri e propri con quella terra. 43 Operazione alquanto complessa, date anche le enormi difficoltà linguistiche. 15
LE FONTI DEL DIALOGO La versione più popolare dell incontro tra Alessandro e i saggi indiani è contenuta nel cosiddetto Romanzo di Alessandro. Questo testo anonimo, erroneamente attribuito a Callistene, è stato riscoperto in età moderna da Casaubonus, che né dà testimonianza in un carteggio con Scaliger risalente al 1605. Successivamente vi mettono mano altri studiosi, tra i quali Salmasius, Leone Allacci, Isaak Vossius, Simon Seth (che si occupa altresì della traduzione Persiana e della versione in prosa bizantina), Letronne, Angelo Mai, Favre, St. Croix. La prima importante edizione critica è quella di Müller del 1846 a cui segue, per cronologia ma non per importanza, quella di Kroll del 1926. Con l ausilio dei contributi di Pfister 44, Merkelbach 45 e di Cary 46, mi accingo a tracciare un quadro sintetico delle principali recensioni e dei testimoni manoscritti più significativi del testo 47. A: cod. Paris. 1711, XI sec. Dal codice A 48 (unico rappresentante greco della recensione 49 α o vetusta 50, che doveva essere stata prodotta originariamente 44 Pfister, Friedrich (1946), Studien zum Alexanderroman, <Würzburger Jahrbücher für die Altertumswissenschaft> 1, pp. 29-66. 45 Merkelbach, Reinhold (1954), Die Quellen des griechischen Alexanderromans, <Zetemata>, 9. 46 Cary, Gorge A. (1987), The Medieval Alexander, Garland Publishing Inc., New York & London. 47 Si ricordi, come già ribadito da Merkelbach e da Stoneman, che i testi dei codici giunti fino a noi sono spesso molto lontani dal loro archetipo. 48 Il codice consiste in un grosso volume di corografie redatto tra il 1013 e il 1124. Il romanzo si colloca nelle pagine finali (inizia nel fol. 395). Sfortunatamente il testi qui offerto risulta corrotto e trascurato. I foll. 426 e 427 sono oggi parzialmente illeggibili, ma pare che Kroll fosse riuscito a leggere più di quanto è dato fare a noi. Scritto da mano maldestra, il codice presenta frequenti errori dovuti alla pronuncia bizantina (αι per ε; η per ι, ecc.), numerosi errori di ortografia e non pochi luoghi in cui il testo non dà senso. Questo esemplare non era evidentemente l archetipo e il copista si misurava con un antigrafo probabilmente già corrotto, limitandosi talvolta a trascrivere distrattamente sequenze di lettere senza cercare di capire il senso del testo che stava copiando. In questo modo parti incomprensibili si sommavano ad altre parti inintelligibili e il tutto risulta ancora più complicato dalle lacune di un testo a noi giunto guasto. Per quanto concerne il nostro specifico episodio, a eccezione di una lacuna ben definita (relativa a un ampia porzione delle domande sapienziali), il testo fornito dall edizione di Kroll sembra chiaro e soddisfacente. 49 Questo modello di ricostruzione tradizionale, imperniato sulla tendenza a trattare questi testi tramandati con modalità eterogenee, che di volta in volta ricadono in una specifica elaborazione letteraria, secondo un modello critico-testuale della recensio, come copie di un perduto archetipo, viene in questo contesto ritenuto molto dubbioso da N.C. Dührsen. 50 Ballaira e Pfister ritengono obsoleto ma soprattutto impensabile il concetto di α come ramo comune a tutti. Merkelbach la abolisce e parla solo di A come unico testimone greco della 16
nel III sec. d. C. 51 da un anonimo autore alessandrino 52 ) sono derivate la versione armena del V secolo (condotta su un manoscritto della recensione α senz altro migliore di A e usata moltissimo nel tentativo di ricostruire α, in quanto ci fa capire spesso cosa diceva il testo greco originale e offre cospicui supplementi 53 a parti che in A sono lacunose), Gulio Valerio Res Gestae Alexandri Macedonis, tradizione più antica. Bergson, come molti altri autori in contributi ben più recenti, pensa che Merkelbach voglia semplicemente eliminare la sigla α e non già il concetto di un unica recensione α. Troppe sarebbero le differenze tra ogni singolo codice per pensare a un unica recensione antica. Piuttosto esisterebbero tanti testi affini, che non possono essere raggruppati sotto una medesima recensione o redazione. Nel caso specifico del nostro singolo episodio questa affermazione è ancora più vera e per questo non contemplo la possibilità di un edizione critica che comprenda tutte queste testimonianze. L edizione sinottica ha proprio lo scopo di mettere a confronto testi affini, appartenenti a diversi rami di una macro-tradizione misurabile in senso più contenutistico e meno strettamente filologico. Questo è il genere di problemi che si possono affrontare quando si ha a che fare con un testo aperto come questo. Per comodità parlerò di α come un antecedente di A (includendo Val. quando A ha quella grande lacuna nelle domande sapienziali, precisamente tra il tema dell uomo e quello di Dio) e ramo di tradizione più antico. Tale scelta è stata adottata in passato da Ballaira e sostituisce la generica espressione griechischer Roman adottata da Pfister. Ma concorda anche con la scelta di Trumpf che parla di un ramo più antico, Zweig I, raggruppante tutta la tradizione a eccezione di β e derivati, e quindi sostituisce la denominazione di α; di un ramo più recente, Zweig II, indicante tutta la tradizione che fa capo a β. Concetto più vago che evidenzia il contesto di tanti rami distinti di antica tradizione. 51 Datazione formulata da Merkelbach in accordo con Kroll, avvicinando così la cronologia di A e quella di Giulio Valerio. Per contro, Ausfeld preferiva vedere nel Romanzo di Alessandro un opera essenzialmente ellenistica, composta intorno al 200 a.c., che avrebbe inglobato molte interpolazioni successive. Stoneman appoggia Ausfeld e inserisce la composizione del Romanzo nella prima età ellenistica (300-150 a.c.), giustificando gli elementi di età romana a una eventuale ripubblicazione dell opera collocata possibilmente nel II sec. d.c. Questo sarebbe infatti il secolo in cui si manifesta un rinnovato interesse verso la figura di Alessandro, come dimostrano le opere di Arriano e di Dione di Prusa. Per quanto concerne l episodio che ci interessa, il Papiro dei Brahmani (P. Berol. 13044), databile intorno al 100 a.c., mostra che il dialogo con i Brahmani circolava già come opera indipendente nel periodo ellenistico. La paura della morte e il desiderio di immortalità di Alessandro sono un motivo centrale nel Romanzo e un tema ricorrente nelle filosofie ellenistiche. Stoneman aggiunge che più in generale il Romanzo riflette idee e preoccupazioni dell uomo ellenistico. Inoltre la lingua utilizzata è la Koiné, non il greco atticizzante auspicabile in un opera di età imperiale romana. 52 Autore che, a parere di Ballaira, si ricollegava alla tradizione clitarchea con forte colorito retorico. Ballaira, Guglielmo (1968), Sul romanzo di Alessandro, <Bollettino del Comitato per la preparazione dell Edizione Nazionale dei Classici Greci e Latini> 16, pp. 1-12. L autore riprende l affermazione di Ausfeld che ritiene il Romanzo modellato come un testo composito clitarcheo del tipo peggiore, con dettagli storici trasferiti a erronei contesti e personaggi. Stoneman ritiene la recensione α sostanzialmente ellenistica, benché per molti sia di epoca romana [Stoneman, R. /Gargiulo, T. (a cura di, 2003), Il Romanzo di Alessandro, Vol. 1, Mondadori, Lorenzo Valla, Milano; p. XVII]. In un altro punto dell Introduzione, Stoneman afferma senza mezzi termini: il Romanzo non è propriamente greco: è egiziano [ ] (e più egiziano che alessandrino) e come tale influenzato dalla novellistica egiziana in strutture narrative e anche in contenuti. Ma poi Stoneman aggiunge: il nucleo egiziano è stato però notevolmente alterato dagli elementi greci che si sono a esso sovrapposti [ ] Sembra che sia stato fatto un tentativo di combinare lo stile narrativo egiziano con quello greco [Introduzione, pp. XXVIII e sgg.]. 53 Tra questi supplementi figura la Lettera ad Aristotele sull India che segue immediatamente il nostro episodio. 17
datata al 320 d.c. 54 (molto popolare in Europa, fonte di molte versioni in volgare), il racconto di Alessandro in Dicts and Sayings of the Philosophers e nell Epitome di Metz. B: cod. Paris. 1685, termine post quem anno 1469. Compare nel titolo il nome di Callistene. Questo spiega gli equivoci e la successiva denominazione Pseudo-Callistene. Un fratello gemello di B è M (cod. Messinensis 62, XV sec.) 55. B costituisce il più antico testimone superstite della recensione β 56, considerata una revisione di α 57 e tipologia della maggior parte dei codici conservati, opera di uno scrittore di età ellenistica, tentativo di razionalizzare e rendere più vicino alla verità la leggenda di Alessandro). Dalla recensione β derivano una versione Bulgara della Vita di Alessandro inserita nelle cronografie russe e un poema bizantino del XIV sec. Ὁ Βίος Ἀλεξάνδρου. Tale manoscritto venne probabilmente utilizzato in una cronaca Siriana tradizionalmente attribuita a Dionysius Telmaharensis. La recensione ε, scoperta da Trumpf, è una riscrittura bizantina risalente al VI secolo 58. È la più antica di quelle dipendenti da β ed è influenzata anche da un 54 Per il dibattito sulla datazione dell opera di Giulio Valerio (=Val), cfr. Tabacco, Raffaella (2012), La datazione di Giulio Valerio e della recensio uetusta del Romanzo di Alessandro : una messa a punto a proposito della recente edizione di J.P. Callu, <Bollettino di studi latini> 1, pp. 146-169. Ballaira lo data al 300 d. C. circa (anche se il suo stemma lo colloca tra III e IV sec.) e sottolinea che, se solitamente concorda con A, non mancano i casi in cui si accorda con β contro A. Nella mia tesi cercherò di dimostrare che, nell episodio che ci interessa, egli concorda pienamente con A integrando perfino la lacuna di quel codice. Le domande sapienziali infatti hanno un ordine diverso rispetto a β e le risposte sono sintetiche nel rispetto della tradizione di α. Secondo Ballaira e Merkelbach, è possibile ipotizzare una fonte comune ad A e a Val. A mio parere, tale fonte dovrebbe coincidere con α. Nel nostro episodio Giulio Valerio sembra abbastanza fedele ai contenuti di A e sono convinto che offre la giusta integrazione della lacuna delativa alle domande sapienziali. 55 Un altro codice molto importante di questa tradizione è il codice L (Leidensis vulcanianus 93 del XV sec.), il più ampio del ramo β nonché l unica fonte per molti episodi, preso a fondamento per le edizioni di Thiel e della Centanni. 56 Tale ramo della tradizione, che comprende ben 7 manoscritti (B, M, F, K, V, L, a cui si aggiunge il parziale S), si sarebbe originato nel V sec. Come verrà detto in seguito, la recensio β ispirerà il carme bizantino (=Byz), composto di versi politici e redatto nel 1388, contenuto nel Marcianus 408. Da β dipendono anche ε, γ e λ (quest ultima però non contiene l episodio che ci interessa). 57 L autore di β scrisse qualche tempo dopo la composizione di α (che non è posteriore al 340 d.c.) e prima del 500 circa (quando β fu utilizzata per la redazione della versione Armena). Da una parte avendo come base un testo simile a quello di A, si ingegna a cavarne un senso o abbreviando o riformulando le frasi. Dall altra amplia molto il testo. 58 Dal momento che ε utilizza l Apocalisse dello Pseudo-Metodio, che deve essere collocata verso il 640, la datazione al VI secolo che Trumpf ha sostenuto come probabile va spostata in avanti almeno fino alla metà del VII secolo, e l opinione tradizionale che sia da ascrivere all VIII secolo potrebbe cogliere nel segno. Essa influenza anche γ. 18
testo antico 59. Ad essa appartiene solo il codice Bodleianus Barocc. 17 (=Q) del XIII sec 60. Essendo un radicale rifacimento del Romanzo, essa ha una numerazione sua propria e, nel caso specifico del nostro episodio, chiama i Brahmani col nome di Beati e il loro capo Dandamis col nome di Evanthe. C: cod. Paris. Suppl. graec. 113, termine post quem anno 1567. Questo esemplare offre molto di più di A e B. Il codice C è il più antico esemplare rimastoci della recensione γ 61, che consiste nell espansione della recensione β a opera di un autore Ebreo o di una famiglia di fonti ebraiche 62. I principali derivati sono: un romanzo ebraico che enfatizza gli elementi meravigliosi della vita di Alessandro e che attinge a fonti accessorie; una versione Serba della vita di Alessandro, derivata da γ con molte interpolazioni, e datata al XIV sec., a sua volta fonte di una versione georgiana prima in prosa (XIV sec. circa) e successivamente versificata; the Modern Greek chapbook of Alexander stampato a Venezia nel 1699 (conosciuta col titolo di He Phillada tou Megalexantrou 63 ). In essa i gimnosofisti sono sostituiti dagli equivalenti Beati (Blessed Men) che però parlano ormai in chiave squisitamente cristiana. Da quello e dalla versione Serba deriva anche una versione Rumena. Segue una recensione δ, che non contiene il dialogo con i gimnosofisti, ma si collega con Leone Arciprete, che tra il 951 e il 969 redasse la Nativitas et Victoria Alexandri Magni, meglio conosciuta come Historia de Preliis. Solo le recensioni α e δ hanno una vera influenza nella ricezione europea della figura di Alessandro. L: cod. vulcan. Leidensis 93, XV sec., costituisce il più significativo testimone della recensione λ 64. 59 Così dice Ballaira, supra citato, che rimanda a sua volta a una serie di articoli sulla datazione di questa e altre recensioni. Nel 1968 (anno a cui risale il contributo di Ballaira) non era ancora stata pubblicata l edizione di Trumpf, alla quale rimando e da cui ho attinto tramite TLG il testo di riferimento. 60 Secondo Thiel, questo codice è il solo a contenere i testi della recensio ε integralmente. Essi tuttavia sarebbero in parte contenuti nella recensio γ e nel manoscritto K. 61 Ramo costituito da 3 manoscritti: C, D, R. 62 Tale ramo è sorto poco dopo il ramo ε. 63 Così riportato in Stoneman 2012b [Stoneman, Richard (2012), The Book of Alexander the Great. A Life of the Conqueror, I.B. Tauris, London-New York], che contiene l intera opera tradotta in inglese. 64 Considerata tradizionalmente la sub-recensione di β. 19
Altre importanti versioni sono la recensione k (il cui miglior testimone è il codice 236 Kutlumussiu-kloster des Athos); la recensione poetica r, detta Rimada 65 ; la recensione ε (anteriore all VIII secolo); infine la recensione Byzantina Poetica, detta Byz., risalente alla prima metà del XIII sec., la quale segue in linea di massima la recensione β senza l inserimento di Palladio. È testimoniata del cod. Marcianus 408 del 1388 (termine post quem) che riposta un poema bizantino scritto in 6117 versi politici (πολιτικοί στίχοι). Il poema inoltre segue largamente l impianto narrativo di A e può costituire spesso, per alcuni luoghi che in A sono corrotti, una valida spa per ricostruirne il senso o per tentare di divinarne la lezione originaria. Traduzioni latine sono le seguenti: quella già ricordata di Giulio Valerio, che dichiara di aver tradotto l opera di una tale Aesopus Greaecus, la cui testimonianza più antica rimastaci è il cod. lat. Tossii Q 20 in Leiden risalente al IX secolo; quella dell Arciprete Leone, che tra il 951 e il 959 tradusse un codice greco, acquistato a Costantinopoli 66. Il Romanzo viene inoltre tradotto e diffuso in tre lingue antiche non classiche: Arm.: traduzione armena di Ps. Callistene 67 della seconda metà del V secolo da parte di Mose di Corene 68, che ha utilizzato in modo zelante i passi di questo Romanzo nella sua opera storica sull Armenia 69. R. Raabe ha operato una 65 Vedi edizione di Holton. 66 Le tre tipologie di questa versione sono dette J1, J2, J3. Forma completa e originaria è il codice Bambergensis E. III.14 (=Ba), scritto intorno all anno 1000. Per maggiori informazioni inerenti questi codici, è opportuno esaminare il già citato contributo di Pfister del 1946, pp. 34-35. Ballaira riconduce questa versione al perduto ramo δ. 67 Pubblicata per la prima volta nel 1942 dai Mechitaristi a Venezia, presenta come esemplare più antico un manoscritto del XII secolo che ovviamente non è l originale. 68 La datazione è proposta da Akinian. Bergson e Kroll accettano il V secolo con qualche incertezza. Controversa è anche l attribuzione a Mosè di Corene. 69 Sulla questione della tradizione armena e delle sue molteplici versioni cfr. Bernardelli, Milena (2004), Note alle redazioni (primaria, intermedia, posteriore) del Romanzo di Alessandro Armeno, <Annali di Ca Foscari>, XLIII, 3, pp. 131-156; Traina, G. (1996), Problemi testuali dello Pseuso- Callistene armeno, in La diffusione dell eredità classica nell età tardoantica e medievale. Forme e modi di trasmissione. Atti del Seminario Nazionale (Trieste, 19-20 settembre 1996), Alessandria, Edizioni dell Orso; Traina, G. (1998), La recensio α e i suoi paralleli orientali: osservazioni sull edizione di Kroll, in La diffusione dell eredità classica nell età tardoantica e medievale. Il Romanzo di Alessandro e altri scritti, Atti del seminario internazionale di studio, Roma-napoli, 25-27 settembre 1997, a cura di R. B. Finazzi e A. Valvo, Alessandria, Edizioni dell Orso 1998, pp. 311-322; Introduzione a Traina, G. (a cura di) (2003), La storia di Alessandro il Macedone. Codice armeno miniato del XIV secolo (Venezia, San Lazzaro, 424), Padova, Aldo Ausilio Editore. In questi contributi si dibatte anche sulla datazione. 20