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Cr St 33 (2012) 1-12 Il primato del sinodo. Due trattati bizantini del decimo secolo sul canone 28 di Calcedonia * Nel decimo secolo, la discussione a Costantinopoli sul diritto ecclesiastico divenne tale da essere definita con un neologismo: la canonomachia (κανονομαχία). 1 La disputa riguardava il ruolo del patriarca riguardo al sinodo dei metropoliti e fu innovativa poiché rivelava la nuova caratterizzazione del patriarca come condizione sine qua non del potere rappresentativo e decisionale dei vescovi. Tramite due testi bizantini della seconda metà del decimo secolo si possono comprendere le strategie e i limiti entro i quali era concepito e compreso il canone 28 di Calcedonia. Emergono così due modi opposti di comprendere la questione del primato e della collegialità. È importante che il termine «autocefalia» faccia la sua prima importante apparizione nella terminologia ecclesiastica proprio in uno di questi trattati, probabilmente in conseguenza della progressiva riduzione dell autonomia dei metropoliti rispetto a Costantinopoli. Secondo Darrouzès, che ne aveva editato i testi 45 anni fa, 2 i due trattati sull elezione dei metropoliti sono risposte alternative a un dibattito acceso che si sviluppò nella sede del patriarcato 3 e che riguardava il primato del patriarca stesso in relazione ai metropoliti. Tuttavia Darrouzès non ha tentato di contestualizzare i due testi. Il dibattito può essere datato fra il 963 ed il 969 4 ed è incentrato sull in- * Vorrei ringraziare Riccardo Saccenti per i commenti e i suggerimenti proposti. 1 Niceta di Amasia 162.23, in J. Darrouzès, Documents inédits de l ecclésiologie byzantine, Paris 1966. 2 Il trattato anonimo si trova in J. Darrouzès, Documents inédits, 116-159. Niceta di Amasia si trova in ibid., 160-175. 3 Ibid., 31-33. 4 La data dell Anonimo è ipotetica ed è legata a quella più precisa del testo di Niceta di Amasia. Tuttavia la cronologia di Darrouzès sembra essere corretta. Ibid., 30. 1_2012.indd 1 23-05-2012 9:32:15

2 F. Lauritzen terpretazione del canone 28 del IV concilio ecumenico di Calcedonia del 451. 5 Il canone viene citato più volte nei due trattati 6 ed entrambi ne parlano direttamente nei rispettivi preamboli per introdurre la questione. Il problema posto dal primo trattato, anonimo, 7 è l interpretazione del canone che assegna il primato al patriarca sui metropoliti. L Anonimo osserva che questa assegnazione contraddice gli antichi canoni e rappresenta un attentato alla libertà dei metropoliti: Φαίνεται προμελετωμένην ὥσπερ προαναστέλλων πόρρωθεν ὁ κανὼν κατὰ τῶν μητροπολιτῶν, μᾶλλον δὲ τῶν ἱερῶν κανόνων, παράβασιν. Διὰ γὰρ τὴν προεδρίαν ἣν ἡ δευτέρα σύνοδος τῷ Κωνσταντινουπόλεως ἐψηφίσατο τὸ κατὰ μικρὸν λέγει, ὡς ἀρχῆς δοθείσης ἀτόπου παρὰ τὴν ἐκκλησιαστικὴν συνήθειαν καὶ διὰ τοῦτο ὑφορωμένων καὶ δεδοικότων τῶν πατέρων μὴ καὶ κατὰ τῆς αὐτῶν ἐλευθερίας ὁ χρόνος πρὸς τὸ ἑξῆς νεανιεύσηταί τι τοῦ τολμηθέντος παραβολώτερον. Τὰ ὅμοια δὲ καὶ ὁ δεύτερος τῆς ἐν Κωνσταντινουπόλει συνόδου λέγει κανών. Ἐξ οὗ δῆλον ὅτι ἐλευθέραν εἶναι δεῖ πᾶσαν ἐπαρχίαν καὶ τὰς τούτων ψήφους καὶ χειροτονίας, ἀλλὰ μὴ παρὰ τοῦ Κωνσταντινουπόλεως κατεξουσιάζεσθαι (Anonimo 138.3-12 Darrouzès). 8 L anonimo afferma che il modello utilizzato dal patriarca è quello monarchico dell imperatore bizantino. 9 I canoni citati indicano nella mancanza di libertà dei metropoliti e nel primato di Costantinopoli 5 Canone 28 del Concilio di Calcedonia edito da E. Mühlenberg, in G. Alberigo, Conciliorum Oecumenicorum Generaliumque Decreta, I Turnhout 2006, 150-151. 6 Anonimo 116.16, 118.24, 130.32, 134.4, 134.29-31, 140.26: Niceta di Amasia: 160.16, 164.32-33. 7 Sul trattato anonimo si veda l introduzione di J. Darrouzès, Documents inédits, 21-29. 8 «Sembra che il canone sollevi una questione già discussa a proposito dei metropoliti o meglio dei santi canoni, a causa del primato che il secondo concilio decretò per il patriarca di Costantinopoli. In breve dice: poiché l anomalia esiste, contro la pratica ecclesiastica, e poichè i padri sospettano e temono che il futuro introduca qualcosa di più rischioso di ciò che è stato osato contro la loro libertà. Lo stesso dice anche il secondo canone del concilio di Costantinopoli. Dunque è chiaro che bisogna che ogni provincia, le loro votazioni e elezioni siano libere, e non confermate dal patriarca di Costantinopoli». 9 Ἄλλωστε δὲ καὶ τῷ ἐπὶ μέγα τιμῆς βλέπειν τὸν Κωνσταντινουπόλεως, ἐπαιρόμενον ἐκ τοῦ συνεῖναι τοῖς βασιλεῦσι καὶ μεγιστᾶσι, ἐδεδοίκεισαν μὴ τῷ χρόνῳ τολμηθῇ τι τῶν ἀδοκήτων ἐπὶ τῇ τῶν μητροπολιτῶν χειροτονίᾳ εἰς ἀθέτησιν τῶν κανόνων [In ogni caso, avevano paura che con il tempo osasse qualcosa d insolito nell elezione dei metropoliti, che scardinasse i canoni, a causa del guardare con grande reverenza al patriarca di Costantinopoli, superbo del suo frequentare imperatori e nobili] (Anonimo 134.22-25; J. Darrouzès, Documents inédits ). 1_2012.indd 2 23-05-2012 9:32:15

Due trattati bizantini sul canone 28 di Calcedonia 3 il problema principale dell interpretazione del canone 28 di Calcedonia. L autore del secondo trattato, il metropolita Niceta di Amasia 10 accusa coloro che contestano il potere patriarcale di canonomachia, 11 un neologismo che indica la lotta mediante l uso dei canoni ecclesiastici. Niceta risponde al suo avversario con un interpretazione opposta a quella dell Anonimo. L esordio è sorprendente poiché dimostra in poche affermazioni che il metropolita è convocato al sinodo dal patriarca e per votare insieme con lui. In altre parole Niceta sostiene che la presenza del patriarca constituisca la condizione senza la quale non sarebbe possibile convocare un sinodo. Καλοῦμαι ἐν ταῖς ψήφοις ὡς σύμψηφος καὶ τίνι συμψηφίσομαί τε καὶ συναινέσομαι; Ἆρα τῷ πατριάρχῃ, ὡς πρωτοψήφῳ καὶ ἀρχηγῷ; Καὶ τίς πατριάρχου ἐν ψήφοις ἀθλιώτερός τε καὶ δουλικώτερος, ὥστε οὐ πατέρων ἀρχή, παντόδουλος δὲ μᾶλλον ἢ πρωτόδουλος καὶ πατέρων δοῦλος εἰκότως ἂν καλοῖτο; «Διὸ ἄκουε, οὐρανέ, καὶ ἐνωτίζου, ἡ γῆ», ὅτι οὐδεὶς τῶν μητροπολιτῶν, ὑπὸ Θεῷ παντεπόπτῃ μάρτυρι, ἰδίαν ψῆφον ἔχει ἐν Κωνσταντινουπόλει ἔστι γὰρ ὑπὸ χεῖρα καὶ ὑπὸ κεφαλὴν καὶ μηδὲ τὸ «εἰρήνη σοι» τολμῶν εἰπεῖν ἄνευ ἐπιτροπῆς καὶ μηδὲ τὸ τυχὸν παπάδιον δίχα σφραγῖδος ἀποκεῖραι, ὡς ἀλλότριος ἐπίσκοπος ἰδίαν δὲ ψῆφον καὶ ἐξουσίαν ἔχει ἐν μόνῃ τῇ ἐπαρχίᾳ. Καὶ εἰ ὁ ἁπλῶς μητροπολίτης, ὁ μιᾶς ἐπαρχίας ἀρχηγός, τοιαύτην κανονικὴν ἐξουσίαν ἔχει, ὁ μηδὲ δρουγγάριον ἴσως ὑποτελοῦντα αὐτῷ ἔχων, πόσῳ μᾶλλον ὁ βασιλεοπολίτης, ὁ τοσούτων ἐπαρχιῶν ἀρχηγός, ὁ τὸν ὀφθαλμὸν τοῦ κόσμου, τὴν βασιλεύουσαν ταύτην, ἰθύνειν λαχών, ὁ πατὴρ βασιλέων καὶ τηλικαύτης συγκλήτου, ὁ ἐκκλησίαν ποιμαίνων πασῶν ἐκκλησιῶν κεφαλὴν καὶ τὰ πρωτόλεια τῆς ἀνθρωπότητος, ὁ κανονικῶς ὁρισθεὶς ἐν τοῖς ἐκκλησιαστικοῖς μεγαλύνεσθαι πράγμασιν (Niceta di Amasia 160.1-16 Darrouzès). 12 10 Su Niceta di Amasia si veda J. Darrouzès, Documents inédits, 30-36. Sembra essere il destinario di alcune lettere di Niceforo Urano edite in J. Darrouzès, Epistoliers byzantins du X e siècle, Paris 1961, 47, 223, 225. 11 εἰ ταῦθ οὕτως γίνονται, οὔτε ἐν ψήφοις πώποτε παρέσομαι, οὔτε τοιαύτης κανονομαχίας καὶ ἀταξίας κοινωνήσω, οὔτε αἰώνιον κατάκριμα ἕξω, μὴ παρρησιαζόμενος τὴν ἀλήθειαν, ἤδη πρὸς αὐταῖς ὢν ταῖς τοῦ θανάτου πύλαις. [Stando così le cose, non sarò mai presente alle votazioni, né parteciperò a una tale canonomachia e confusione, né avrò la punizione eterna, anche se non affermo liberamente la verità, visto che sono già dinnanzi le porte della morte] (Niceta di Amasia 162.22-25; J. Darrouzès, Documents inédits ). 12 «Sono convocato nelle votazioni come co-elettore. E con chi voterò insieme e approverò? Non è con il patriarca, il primo votante e capo? E chi nelle votazioni è più miserevole e servile del patriarca tale da non essere chiamato il capo dei padri, ma completamente servo o meglio il primo servo e servo dei padri? Perciò ascolta, cielo, e ascolta terra : nessuno dei metropoliti, sotto Dio che vede tutto ed è 1_2012.indd 3 23-05-2012 9:32:15

4 F. Lauritzen L argomentazione di questo passo è lineare. Il metropolita dice di essere convocato dal patriarca per votare e con questo intende che il voto non avrebbe luogo senza il patriarca che è perciò superiore ai singoli metropoliti in quanto può convocarli a partecipare ad un sinodo ed il loro diritto di voto dipende dalla sua autorità. In questo modo, partendo da un analisi del canone 28 di Calcedonia, l Anonimo e Niceta di Amasia difendono rispettivamente la collegialità sinodale e l autorità patriarcale. L interesse dell Anonimo è principalmente canonistico e giuridico e, infatti, cita numerosi passi del diritto canonico che sembrano correggere l interpretazione del canone calcedoniano favorevole al patriarca, mentre Niceta sostiene che in tal modo si stravolge il senso del canone. 13 Le conclusioni cui giungono i due autori non sono innovative nel contesto bizantino, lo sono tuttavia le rispettive argomentazioni che dimostrano dinamiche particolari del decimo secolo. Per delimitare più chiaramente tali differenze si possono accostare le interpretazioni dei canoni citati in entrambi testi. Il canone 13 del concilio di Cartagine viene interpretato dall Anonimo 14 come indicazione che il metropolita ha controllo esclusivo entro la propria giurisdizione. Questa interpretazione è raggiunta modificando il testo e rimpiazzando il termine «il primo» con «il metropolita». La formulazione corretta del canone è invece riportata da Niceta, che associa questo canone al 6 di Nicea. 15 Il canone 12 di Laodicea, che riguarda la modalità di elezione dei metropoliti, viene usato come spunto dall Anonimo 16 per indicare testimone, ha un voto personale a Costantinopoli. Infatti colui che è sottomesso ad una mano e ad una testa non oserebbe, come un altro vescovo, né dire pace a te senza deferenza né ordinare un monaco qualsiasi senza il sigillo. Ha lo stesso voto e potere solo nella sua provincia. E se quello che è semplicemente metropolita, il capo di una sola provincia, ha un tale potere canonico, pur non avendo neanche un funzionario a sua disposizione, quanto meglio sarà un abitante della città imperiale, il capo di cotante provincie, colui che ha ricevuto l onere di reggere l occhio del mondo, questa capitale, il padre degli imperatori e di questo senato, che dirige la chiesa a capo di tutte le chiese e le primizie dell umanità, colui che è prescelto secondo i canoni nelle materie ecclesiastiche». 13 Καὶ οἱ τὸ κεφάλαιον δὲ τοῦ τῆς ἐν Νικαίᾳ κανόνος παρερμηνευόντες προδήλως ψεύδονται [E quelli che interpretano male il principio del canone di Nicea, ovviamente mentono] (Niceta di Amasia 172.12-14; J. Darrouzès, Documents inédits ) 14 Anonimo 132.29-31; J. Darrouzès, Documents inédits 15 Niceta di Amasia 172.5-6 e 164.12-21. 16 Anonimo 132.10; 136.2; 138.32; J. Darrouzès, Documents inédits 1_2012.indd 4 23-05-2012 9:32:15

Due trattati bizantini sul canone 28 di Calcedonia 5 che la prassi della selezione è passata dalla valutazione delle qualità morali alla selezione da parte del patriarca. In effetti, l Anonimo indica che ormai la norma è desueta e che la consuetudine è quella di far nominare i metropoliti da Costantinopoli. 17 Questo stesso schema interpretativo si adatta rispetto al canone 6 di Serdica 18 per affermare però che i metropoliti dovrebbero essere indipendenti nella loro giurisdizione. 19 Niceta afferma brevemente che questa norma è desueta. 20 17 Εἰ γὰρ ἐβούλοντο τοῦτο, ἤρκει πάντως εἰπεῖν ὅτι, ὡς οἱ μητροπολῖται τοὺς αὐτῶν ἐπισκόπους, οὕτω καὶ ὁ Κωνσταντινουπόλεως τοὺς μητροπολίτας. Ἀλλ οὐκ ἔστι τοῦτο, οὐκ ἔστι. Τὸ γὰρ κατὰ τὸ ἔθος εἰπεῖν, ἀλλὰ μὴ κατὰ τοὺς κανόνας, καὶ τὸ ἐπαναλαβεῖν αὖθις καὶ ἡ προσθήκη δὲ τοῦ ἐπ αὐτὸν τὴν ψῆφον ἀναφέρεσθαι καὶ αὐτὸ δὲ τὸ μνησθῆναι τῆς ψήφου, φυλάττεσθαι τὸ τῶν μητροπολιτῶν ἀπαράθραυστον βουλομένων ἐστὶν ἀξίωμα, μηδένος ἄλλου τῶν περὶ αὐτοὺς καινοτομουμένου πλὴν τῆς χειροτονίας [Se avessero voluto questo, sarebbe bastato solo dire: come i metropoliti eleggono i loro vescovi, così anche il patriarca di Costantinopoli elegge i metropoliti. Ma non è così, non è così. L espressione «secondo la prassi», ma «non secondo i canoni», il «ripetere di nuovo» e l aggiunta di «riferire il voto al patriarca» e lo stesso «ricordare il voto», è di quelli che desiderano proteggere il titolo inviolabile dei metropoliti, senza che nessuno introduca qualcosa di nuovo a proposito di quelli al di fuori dell elezione] (Anonimo 136.5-12; J. Darrouzès, Documents inédits ). 18 Anonimo su Serdica 6: 134.12; 138.20-21. 19 138.10-12 (già citato). 20 Ἤργησεν ἐκεῖνο τὸ ἔθος. Τίς οὖν ἀπέμεινε ῥίζα καὶ ἀρχὴ καὶ προβολεύς; Ὁ ἔχων ἐξουσίαν τῆς ἐπαρχίας, ἡ κεφαλή, ὁ πρῶτος ἐπίσκοπος, ὡς καὶ ἡ ἐν Λαοδικείᾳ λέγει, ἤ, ἵνα γελοίως εἴπω, ὁ περιχύτης τοῦ ἱπποδρόμου; Ἐκεῖνος γὰρ καὶ πρότερος τὸ ἀρέσαν αὐτῷ πρόσωπον τοῖς ἄλλοις ἐπισκόποις ἀνεκοινοῦτο, ἐκείνων μόνον συναινούντων καὶ συνεργούντων ὁ γὰρ κλῆρος καὶ ὁ λαὸς ὁ ἐγχώριος τοὺς ἁπλῶς ἐπισκόπους ὡς διαβάτας εἶχον. Ἴδετε τάξιν καὶ ἀκολουθίαν κανονικὴν ὅσοι μὴ ἐθελοκωφεῖτε καὶ τυφλώττετε καὶ ἑκουσίως τὸ δίκαιον καὶ τὴν ἀλήθειαν περιφθείρετε [Questa prassi è venuta meno. Chi è rimasto come radice, principio o produttore? Colui che ha potere sulla provincia, il capo, il primo vescovo, come dice anche il sinodo di Laodicea o per dirla in modo comico, il bagnino dell ippodromo? Infatti [il patriarca] per primo comunicava agli altri vescovi la persona preferita, mentre loro semplicemente concordavano e collaboravano. Il clero e la gente del posto consideravano i vescovi come transitori. Conoscete l ordine e il susseguirsi canonico voi che non fate i sordi, non siete sbiaditi e non distruggete volontariamente la giustizia e la verità] (Niceta di Amasia 168.9-17; J. Darrouzès, Documents inédits ). La desuetudo applicata al diritto canonico bizantino si vede anche in Alessio Studita ταῦτα μόνα διενεργεῖν, ὅσα ὁ τῶν ἐν Ἀντιοχείᾳ τοπικῶς συνελθόντων πατέρων δέκατος περιέχει κανὼν, ὅν δὴ τῷ χρόνῳ σχολάσαντα ἀνανεοῦντες νῦν ἐνεργεῖσθαι πάλιν καὶ την ἰδίαν ἔχειν ἰσχὺν βουλόμεθα καὶ διοριζόμεθα οὕτω διεξιόντα [Attivare solo ciò che dice il decimo canone del sinodo locale di Antiochia, che rimettiamo in vigore. Col tempo è caduto in disuso e vogliamo che abbia la stessa legittimità e lo definiamo nel modo seguente] (Alexios Studites, 15. 20-24 1_2012.indd 5 23-05-2012 9:32:15

6 F. Lauritzen Questo dibattito tra le due interpretazioni è molto importante visto che gli argomenti dell Anonimo verranno ripresi da Niceta Ancirano nel dodicesimo secolo 21, ma anche dal copista di uno dei manoscritti del tredicesimo secolo che tramandavano il trattato di Niceta di Amasia. Il copista interrompe la trascrizione del testo per potervi intervenire direttamente dicendo: Τί ταῦτα λέγεις καὶ γράφεις κενοφωνῶν; Ἀνάγνωθι τὸν κη κεφάλαιον τῆς δ συνόδου περὶ τὸ τέλος καὶ εἰ μὴ κατὰ σε φίλεριν, στέρξεις τῇ συνηθείᾳ φηςὶ γὰρ «ψηφισμάτων συμφώνων κατὰ τὸ ἔθος γινομένων καὶ ἐπ αὐτὸν ἀναφερομένων (Scholion a Niceta di Amasia apparato p. 162 Darrouzès). 22 Questa interruzione in mezzo al testo indica chiaramente che il vero dibattito è a proposito del canone 28 di Calcedonia e che gli altri canoni servono solo per confermare le interpretazioni di questo. Per Niceta di Amasia tale canone non pone alcun problema: Τὸ μέντοι «ψηφισμάτων συμφώνων κατὰ τὸ ἔθος γινομένων καὶ ἐπ αὐτὸν» ἤτοι τὸν πατριάρχην «ἀναφερομένων», ὡς ἡ ἐν Χαλκηδόνι σύνοδός φησι, περὶ τῆς ψήφου εἴρηται τοῦ κλήρου καὶ τοῦ λαοῦ τοῦ χηρεύοντος θρόνου, ὡς τότε πανταχοῦ καὶ ἐν ὅλῳ τῷ κόσμῳ ἐγίνετο, ὡς ἡ διάταξις τῶν Ἀποστόλων εἰσηγεῖται, ἥπερ ἀκολούθως καὶ ἡ ἐν Χαλκηδόνι σύνοδος, ὡς ἐν ταῖς πράξεσι δηλοῖ, καὶ πᾶσαι βίβλοι τε καὶ νόμοι βοῶσι καὶ ὁ Θεολόγος Γρηγόριος ὅπερ ἔθος τοῦ λαοῦ πρὸς καιροὺς ἐνεργῆσαν τῷ χρόνῳ ἐπαύθη, καὶ ἔμεινε πᾶσα ἡ ἐξουσία παρὰ τῷ κρατοῦντι ὡς κεφαλῇ τῶν ὅλων καὶ φροντιστῇ. (Niceta di Amasia 164.32-166.5 Darrouzès). 23 Ficker in G. Ficker, Erlasse des Patriarchen von Konstantinopel Alexias Studites, Kiel 1911). Per la questione della teologia del patriarca Alessio Studita si veda: F. Lauritzen, Against the enemies of Tradition: Alexios Studites and the Synodikon of Orthodoxy, in A. Rigo, P. Ermilov, Orthodoxy and Heresy. Proceedings of the XX annual conference of Saint Tikhon University, in Nea Rhome 4 (2010) 41-48. 21 Sul plagio di Niceta di Ancira si veda J. Darrouzès, Documents inédits, 38-39. 22 «Perché dici questo e scrivi a vanvera? Leggi il 28 canone del concilio di Calcedonia verso la fine, anche se di solito non ami che ti si contraddica: parla infatti dei voti concordi come al solito e riportati a lui». 23 «Votazioni concordi secondo abitudine e riportate a lui (il patriarca), come dice il concilio di Calcedonia, è un espressione usata a proposito del voto, del clero e del popolo durante una sede vacante, come era allora ovunque e accadeva in tutto il mondo, come ci dice la norma degli apostoli. Perciò anche il concilio di Calcedonia, come si vede negli atti, e tutti i libri, le leggi ed insieme anche il teologo Gregorio denunciano questa usanza del popolo praticata in quei tempi, che con l andare del tempo ebbe fine e tutto il potere rimase al regnante, come capo e curatore di tutto». 1_2012.indd 6 23-05-2012 9:32:15

Due trattati bizantini sul canone 28 di Calcedonia 7 Il canone descrive una situazione che ormai non esiste più e si deve semplicemente riportare la decisione al patriarca di Costantinopoli. Per l Anonimo invece il canone è lo spunto di molteplici interventi. L introduzione al canone indica il problema e cioè che il canone non è veramente applicabile in pratica e per questo l Anonimo ricerca la dinamica della composizione del canone rileggendo negli atti del sinodo di Calcedonia per capire i principi che avevano ispirato la discussione. 24 Inoltre, in uno dei passi dove si trova la citazione del canone 28, si trova una nuova frase inserita nel testo originario. 25 L indicare che il canone non è applicabile e il ricorso all interpretazione legata alla genesi del canone, indicano la debolezza dell argomentazione. Lo scopo però è chiaro. Il passo principale è quello che sostiene la necessità di tornare alla lettera antica dei canoni senza modificare le competenze tradizionali delle metropoli: Οὐ γὰρ μητροπολιτικὸν δίκαιον ὁ Κωνσταντινουπόλεως κατ αὐτῶν, οὔτε ἐξ ἀρχῆς, ὡς οἱ λοιποὶ τῶν πατριαρχῶν κατὰ τῶν ἰδίων ἕκαστος ἐπισκόπων, ἔσχεν, οὔτ ἔσχατος παρὰ τῶν πατέρων ἔλαβε. Πῶς γάρ, ἐπεὶ κατὰ τὸν τῆς ἐν Ἐφέσῳ κανόνα ἔδει «σῴζεσθαι ἑκάστῃ ἐπαρχίᾳ καθαρὰ καὶ ἀβίαστα τὰ αὐτῇ προσόντα δίκαια ἐξ ἀρχῆς καὶ ἄνωθεν κατὰ τὸ πάλαι κρατῆσαν ἔθος, ἄδειαν ἔχοντος ἑκάστου μητροπολίτου τὰ ἴσα τῶν πεπραγμένων πρὸς τὸ ἐπαρχίας ἐκλαβεῖν ἀσφαλές», ἵνα, ὡς ἡ Κύπρος, οὕτω καὶ πᾶσα ἐπαρχία δι ἑαυτῆς ἀεὶ τάς τε χειροτονίας καὶ τὰς ἀνακυπτούσας ἄλλας ὑποθέσεις πάσας διοικῇ; (Anonymus 134.13-21 Darrouzès). 26 Questo passo riassume concretamente l interpretazione dell Anonimo. Il richiamo al passato provoca la reazione di Niceta che gli attribuisce il vocativo di φιλάρχαιε, «amante dell antico». La differenza tra le due visioni è ben delineata. 24 L Anonimo parafrasa il testo dell intervento dei vescovi dell Egitto in E. Schwartz, Acta Conciliorum Oecumenicum, Acta Greca, II Berlino 1933, 112, par. 44. (Anonimo 130.3-5; J. Darrouzès, Documents inédits ). 25 Questa citazione sembra coincidere con quella del codice Etonensis del concilio di Calcedonia J. Darrouzès, Documents inédits, 132. 26 «Il patriarca di Costantinopoli non ha diritto di metropolita su di loro né ce l aveva in origine, come gli altri patriarchi avevano diritto su ciascuno dei vescovi, né, infine, ottenne questo diritto dai padri. Siccome si doveva, secondo il canone di Efeso, preservare per ciascuna provincia puri e inalterati i diritti stabiliti originariamente per essa e mantenere l antica usanza presente già da prima, e preservare la possibilità che ogni metropolita abbia le copie degli atti per la sicurezza della provincia in modo che, come Cipro, così anche ogni provincia amministri da sola le nomine e le altre questioni che emergono». 1_2012.indd 7 23-05-2012 9:32:15

8 F. Lauritzen Tuttavia essa non può ridursi ad una questione di canoni. Se da una parte l Anonimo utilizza il diritto canonico, dall altra Niceta indica una nuova situazione interpretativa. Da questo confronto emergono due punti di vista importanti sul metodo da seguire che permettono di comprendere meglio il contesto del decimo secolo. Se Darrouzès ha ragione sulla datazione del testo anonimo, l occasione della disputa è probabilmente da ricondurre alla recente annessione di Cipro all impero bizantino nel 965. Questo evento avrebbe naturalmente risollevato la questione dell autocefalia dell isola e del rapporto con il patriarca di Costantinopoli. Nel concilio di Efeso del 431, la chiesa di Cipro fu definita come autonoma rispetto al patriarcato di Antiochia. Più volte nelle proprie argomentazioni l Anonimo utilizza l esempio di Cipro. Tuttavia, Cipro diventa un punto d inizio per una discussione sull autocefalia che non ha precedenti. L Anonimo utilizza il termine per ben sei volte, 27 mentre Niceta di Amasia non ne parla mai. Più significativo è il fatto che il termine autocefalia non venga quasi mai 28 adoperato prima dell Anonimo e quando accade è in riferimento ad uno status particolare di alcuni vescovi. Non indica quindi una caratteristica propria di ogni metropolita. Questo rende la discussione dell Anonimo una della più importanti ed antiche discussioni sulla questione dell autocefalia. L altro caso di autocefalia era anch esso recente e riguardava la chiesa di Bulgaria a cui era stato accordato un tale statuto nel 927. 29 Tuttavia nel periodo durante il quale scriveva l Anonimo, l impero Bizantino stava sviluppando una 27 118.33, 122.20, 122.26, 148.12, 148.26, 154.33. Niceta ancirano si riferisce anche lui all autocefalia ma solo in un passo che cita l Anonimo. (Niceta Ancirano, Oratio Ecclesiastica 220.17; J. Darrouzès, Documents inédits ). 28 I termini αὐτοκέφαλος e αὐτοκεφαλία sono rari prima del decimo secolo. Si riferiscono quasi tutti ai vescovi invece che ai metropoliti. Epiphanius, Notitiae Episcopatum 41 (IV secolo), Theodorus Anagnostes 3.436.3 (VI secolo), Notitiae Episcopatum 3.55, 4.41, 1.39, 2.42, 3.3, 5.44 (VIII-IX secolo); Georgius Cedrenus 110.761.33 (IX secolo), Tactikon Uspenskij 51.14 (IX-X secolo), Constantinus Porphyrogennetus, De Administrando Imperio 29.62, 29.66, 29.87, 44.28; De ceremoniis 790.16, 791.3, 793.7 (X secolo), Theophanes Continuatus 84.4 (X secolo). 29 Sull autocefalia bulgara S. Runciman, The emperor Romanus Lecapenus and his reign, Cambridge 1988, 99. Più di recente si veda V. Gjuzelev, Бележки върху йерархическия статус на българската църква и нейния върховен предстоятел през първия век от покръстването, in Религия и църква в България. Социални и културни измерения на православието и неговата специфика в българските земи, Sofia 1999, 102-106. 1_2012.indd 8 23-05-2012 9:32:15

Due trattati bizantini sul canone 28 di Calcedonia 9 politica aggressiva verso la Bulgaria, 30 e riconsiderare la funzione dei vescovi autocefali era una questione rilevante per il periodo 963-969. L Anonimo non solo discute di autocefalia ma anche del modo nel quale bisognerebbe delimitare il dibattito. Per lui da una parte c è l adesione forte al diritto canonico e dall altra c è l interpretazione che tiene conto della nuova situazione storica. Καὶ πρόδηλον ἐντεῦθεν ὡς οὐκ ἐπεχομένων τάξιν ἔχουσιν οἱ μητροπολῖται οὐ γὰρ ὡς τοὺς ἐπισκόπους, καθὰ τοῖς θείοις κανόσι διηγόρευται, λέγουσι καὶ τούτους χειροτονεῖσθαι. Εἰ γὰρ ἐβούλοντο τοῦτο, ἤρκει πάντως εἰπεῖν ὅτι, ὡς οἱ μητροπολῖται τοὺς αὐτῶν ἐπισκόπους, οὕτω καὶ ὁ Κωνσταντινουπόλεως τοὺς μητροπολίτας. Ἀλλ οὐκ ἔστι τοῦτο, οὐκ ἔστι. Τὸ γὰρ κατὰ τὸ ἔθος εἰπεῖν, ἀλλὰ μὴ κατὰ τοὺς κανόνας, καὶ τὸ ἐπαναλαβεῖν αὖθις καὶ ἡ προσθήκη δὲ τοῦ ἐπ αὐτὸν τὴν ψῆφον ἀναφέρεσθαι καὶ αὐτὸ δὲ τὸ μνησθῆναι τῆς ψήφου, φυλάττεσθαι τὸ τῶν μητροπολιτῶν ἀπαράθραυστον βουλομένων ἐστὶν ἀξίωμα, μηδένος ἄλλου τῶν περὶ αὐτοὺς καινοτομουμένου πλὴν τῆς χειροτονίας. (Anonimo 136.3-12 Darrouzès). 31 In questo passo si vede bene la distinzione tra κατὰ ἔθος e κατὰ τοὺς κανόνας che si riferisce all economia e all acribia. Tale interpretazione canonistica del dibattito non riflette il punto di vista di Niceta di Amasia. Invece di contrapporre l interpretazione dei canoni, Niceta propone la prassi liturgica e sinodale come punto di partenza, cita un numero minore di canoni e in modo più preciso e inizia il suo trattato indicando l ordine di precedenza ecclesiastica e richiamando il gesto dell imposizione delle mani da parte del patriarca. Il suo rifiuto di calarsi in un dibattito semplicemente giuridico è espresso anche in termini letterari. Il testo è sorprendente per il numero di neologismi impiegati che appaiono solo in questo testo. 32 Questo 30 In questo periodo il culmine sarà l avanzata dell imperatore Giovanni Tzimisce (969-975) che nel 972 incendierà la capitale bulgara, Preslav, e farà prigioniero lo zar Boris II (969-977). 31 «Ed è ovvio che i metropoliti non hanno il rango di dipendenti: infatti non dicono di essere ordinati vescovi, come è spiegato dai santi canoni. Se volessero dire questo, basterebbe dire solo che i metropoliti ordinano i propri vescovi come il patriarca di Costantinopoli ordina i metropoliti. Ma non è così, non lo è. Dire infatti secondo usanza, ma non secondo i canoni, e ritornare di nuovo all aggiunta di riferire il voto a lui e il ricordare il voto, indicano l intenzione di proteggere la dignità infrangibile dei metropoliti che decidono, senza che nessuno cambi qualcosa per loro al di fuori dell ordinazione». 32 Κανονομαχία (Niceta di Amasia 162.23; J. Darrouzès, Documents inédits ), 1_2012.indd 9 23-05-2012 9:32:15

10 F. Lauritzen indica la volontà di innovare sul piano letterario esattamente come si sta innovando l interpretazione di un canone tramite la costatazione di una prassi liturgica. Inoltre, i termini inventati da Niceta chiariscono anche quale sia la struttura portante della sua argomentazione. Dei sette termini individuati, ben quattro sono composti dal termine votare (ψῆφος) il che indica l interesse dell autore per la procedura della votazione. La relazione tra voto, procedura e gerarchia è cruciale anche nel tipo di parole che si aggiungono alla parola voto per stabilire un composto. Niceta intende argomentare una critica contro il voto individuale a favore del voto confermato dal Signore. Inoltre la preoccupazione di Niceta è che il voto risulti nel rendere il patriarca un servo dei metropoliti votanti. La logica che vede il sinodo come unità di coelettori presieduta dal patriarca si intravede nel seguente passo: Σύμβουλος γὰρ καὶ σύμψηφος ἅπας ὑποχείριος ἐπίσκοπος, οὐκ ἰδιόψηφος, συνεργός, οὐ πρωτουργός, ὑπὸ κεφαλήν, οὐχ ὑπεράνω τῆς κεφαλῆς, ὑπὸ τῆς κεφαλῆς ἀγόμενος, οὐχὶ ὄνομα ψυχρὸν τῇ κεφαλῇ χαριζόμενος. (Niceta di Amasia 166.11-14 Darrouzès). 33 La visione organica di Niceta ricorda due aspetti importanti del decimo secolo bizantino. Il primo è l organizzazione delle corporazioni cittadine, il cui regolamento, databile al decimo secolo, sopravvive nel Libro dell Eparca. 34 Il rapporto con questo dato «sociale» è più chiaro se si collega il termine σύμψηφος con quello di σύμπονος, il capo e rappresentante di ogni corporazione secondo la teoria di Sjuzjumov. 35 Forse Niceta voleva accostare la nozione di collettività dei metropoliti a quella dei membri di una corporazione. Il secondo elemento è dato dal tomo di Sisinio II del 997, che è il primo doπρωτόψηφος (Niceta di Amasia 160.2, 162.3, 174.19; ibidem), παντόδουλος (Niceta di Amasia 160.4; ibidem), πρωτόδουλος (Niceta di Amasia 160.4; ibidem), βασιλεοπολίτης (Niceta di Amasea 160.12; ibidem), ἰδιόψηφος (Niceta di Amasia 166.12; ibidem), κυριόψηφος (Niceta di Amasia 172.7; ibidem). 33 «Ogni vescovo suffraganeo è un consigliere e coelettore, non un elettore isolato, è collaboratore, non un capo, è subordinato al capo, non al di sopra del capo, diretto dal capo, non in grado di dare al capo un titolo insignificante». 34 J. Koder, Die Eparchenbuch Leons des Weisen, Vienna 1991. 35 M. Ja. Sjuzjumov, Византийская книга эпарха, Mosca 1962, 238-239. La teoria è controversa ma si basa sull equazione σύμπονοι = adjuvatores. In ogni caso l ipotesi di Sjuzumov è che ogni corporazione ha un rappresentante dello stato. Se così fosse sarebbe più semplice capire «l ovvietà» dell obiezione di Niceta di Amasia che in questo modo ridurrebbe il metropolita a rappresentante patriarcale nella provincia. 1_2012.indd 10 23-05-2012 9:32:15

Due trattati bizantini sul canone 28 di Calcedonia 11 cumento giuntoci nel quale il sinodo è convocato direttamente dal patriarca e non da Cristo con l aiuto dell imperatore. 36 Esso dunque rappresenta un risultato concreto di tale dibattito sul ruolo del patriarca. Da questo momento in poi, infatti, la maggior parte dei sinodi sono convocati dal patriarca con la presenza dei metropoliti. 37 Le opinioni espresse dai due autori sul canone 28 di Calcedonia rivelano che i dibattiti successivi alla caduta di Costantinopoli in ambito ortodosso hanno un precedente nelle letture della natura del primato già presenti a Costantinopoli nel decimo secolo. Tuttavia, la difficoltà di entrambi gli autori di ottenere una interpretazione semplice e limpida del canone dimostra che l ostacolo a realizzare una discussione è costituita dal canone stesso. In altre parole, il testo del canone 28 definisce i limiti entro i quali formulare il dibatto, che però devono essere superati per entrare nel nocciolo della questione. L arcaismo dell Anonimo e il pragmatismo di Niceta sono due aspetti della stessa medaglia che pongono l enfasi sulle questioni del rapporto tra diritto e procedura, tra economia e acribia. Dunque le opinioni dei due autori divergono in modo netto sebbene abbiano lo stesso scopo, quello di comprendere e confermare la validità del canone 28 di Calcedonia per la chiesa del tempo. Nessuno dei due s interessa delle quattro giurisdizioni menzionate nel canone, Ponto, Asia, Tracia, le terre barbare; non si interessano della questione dibattuta nel quinto secolo sulla relazione tra Roma e Constantinopoli. Il papa infatti aveva rifiutato di approvare il canone, come ricorda anche l Anonimo, 38 avendolo interpretato come una regola che in realtà 36 B. Stephanides, Die geschichtliche Entwicklung der Synoden des Patriarchats von Konstantinopel, in Zeitschrift für Kirchen Geschichte 55 (1936) 136. 37 Διὰ τοῦτο ἡ μετριότης ἡμῶν τοῖς ἀθεμίτοις περιαλγοῦσα συνοικεσίοις, μετὰ τῆς ἱερᾶς τῶν θεοφιλεστάτων μητροπολιτῶν καὶ ἀρχιεπισκόπων συνδιασκεψαμένη συνόδου, καὶ τὸ βαρὺ τῆς ἀπειλῆς φοβηθεῖσα κρῖμα (ὃ τοῖς μὴ ἀναγγέλλουσι τῷ λαῷ τὴν ἐρχομένην ῥομφαίαν, ἠπείληται), ἔγνω καὶ ἐδοκίμασεν εἶναι λυσιτελὲς θεραπείαν ἐπινοῆσαί τινα τοῦ κακοῦ ἵν οἱ μὲν ἑαλωκότες, ὡς ἴαμα ἢ διαμαρτυρίαν τὴν ἀπόφασιν ἔχοιεν, ἐν τοῖς ἄλλοις δὲ προφυλακτήριον εἴη τοῦ μέλλοντος. [Per questo la mia umile persona soffre per le coabitazioni illecite, ha analizzato insieme al santo sinodo dei metropoliti e arcivescovi amati da Dio ed ha avuto paura della gravità della minaccia (come si minaccia chi non informa il popolo di un attacco imminente). Essa ha riconosciuto e giudicato utile pensare a una cura del male in modo che coloro che coabitano illecitamente considerino il rifiuto [di tale vita] come una medicina oppure come testimonianza e [che il rifiuto di tale vita] sia per gli altri un avvertimento per il futuro] (Tomos di Sisinios II 733.15-23 in J.-P. Migne, Patrologiae cursus completus (series Graeca) (MPG) 119, Paris 1857-1866: 728-741). 38 Ἀνανεοῦν ὁ κανὼν τὰ νομοθετηθέντα παρὰ τῶν ἑκατὸν πεντήκοντα καὶ τῶν 1_2012.indd 11 23-05-2012 9:32:15

12 F. Lauritzen si incentrava sulla questione del primato. L interesse del canone per entrambi gli autori è legato alla questione del primato del patriarca di Costantinopoli. L Anonimo colloca il testo del canone nella tradizione canonistica antica tentando di garantire la libertà dei metropoliti, mentre Niceta di Amasia propone di superare una lettura giuridica per rispecchiare la nuova realtà ecclesiastica. In quest ottica, l Anonimo sembra riflettere le difficoltà nella relazione tra metropoliti e patriarchi, emerse durante l iconoclasmo, l epoca di Fozio alla fine del nono secolo e, di Nicola Mistico all inizio del decimo. Diversamente, Niceta anticipa un nuovo centralismo patriarcale che emergerà con chiarezza nel cambiamento del protocollo dei sinodi. In pochi anni apparirà quella formula di convocazione di un sinodo da parte del patriarca che è in vigore tutt oggi. Questo dibattito del decimo secolo dimostra come le discussioni odierne sull interpretazione del canone 28 di Calcedonia, siano fondate su questioni giurisdizionali e come centrale rimanga quella del primato nella formulazione datane nei trattati dell Anonimo e Niceta di Amasia. Frederick Lauritzen Fondazione per le scienze religiose Bologna Riassunto: Due trattati bizantini del decimo secolo rappresentano punti di vista opposti a proposito dell' interpretazione del canone 28 del concilio di Calcedonia (451) che definisce il primato della sede di Costantinopoli. Il loro contesto storico indica che le interpretazioni di questo canone riguardano principalmente la giurisdizione e dipendono da una questione interna alla chiesa di Costantinopoli. ἑξακοσίων τριάκοντα πατέρων λέγων περὶ τοῦ Κωνσταντινουπόλεως θρόνου, τὰ μὲν πρεσβεῖα τῆς προεδρίας ἔχειν μετὰ τὸν τῆς Ῥώμης καὶ τὸ ἐν τοῖς ἐκκλησιαστικοῖς πράγμασιν ὡς ἐκεῖνον μεγαλύνεσθαι ὁρίζεται, οὐδὲν δὲ οὔτε περὶ τῆς ψήφου οὔτε περὶ τῆς χειροτονίας τῶν μητροπολιτῶν διαλαμβάνει, ἐμοὶ δοκεῖ, ὡς μηδὲ κατὰ τὴν ἀρχὴν παραδεχθέντος τοῦ τοιούτου τύπου, ἀλλὰ ἀπρακτήσαντος εὐθύς, ἐπεὶ καὶ Λέων ὁ Ῥώμης φαίνεται οὐ μόνον <οὐ> συνευδοκήσας ἐν τούτοις τῇ συνόδῳ, ἀλλὰ καὶ ἀγανακτήσας καὶ τὸ τῆς καινοτομίας ἄτοπον δι ἐπιστολῶν, ἃς πρός τε τὸν τότε βασιλεύοντα, πρός τε τὴν σύνοδον ἔγραψε, διελέγξας [Il canone dice di rinnovare ciò che era stato decretato dai 150 padri e dai 630 padri a proposito del trono di Costantinopoli e definisce i privilegi del primato dopo il trono di Roma e che Costantinopoli sia equivalente ad essa nelle materie ecclesiastiche. Tuttavia, mi sembra che questo non riguardi affatto né il voto né l elezione dei metropoliti, visto che inizialmente non fu accettato questo ordinamento, né cadde poi in disuso. Infatti Leone, il papa di Roma, non solo non sembrava d accordo con il sinodo in questa materia, ma nelle sue lettere era irritato per l assurdità della novità, che espose all imperatore e che scrisse al sinodo] (Anonimo 142.32-144.10; J. Darrouzès, Documents inédits ). 1_2012.indd 12 23-05-2012 9:32:15