Aristotele e il Peripato

Σχετικά έγγραφα
!Stato di tensione triassiale!stato di tensione piano!cerchio di Mohr

Ακαδημαϊκός Λόγος Εισαγωγή

TRIGONOMETRIA: ANGOLI ASSOCIATI

Αποτελέσματα έρευνας σε συνδικαλιστές

G. Parmeggiani, 15/1/2019 Algebra Lineare, a.a. 2018/2019, numero di MATRICOLA PARI. Svolgimento degli Esercizi per casa 12

Stato di tensione triassiale Stato di tensione piano Cerchio di Mohr

Un calcolo deduttivo per la teoria ingenua degli insiemi. Giuseppe Rosolini da un università ligure

S.Barbarino - Esercizi svolti di Campi Elettromagnetici. Esercizi svolti di Antenne - Anno 2004 I V ...

Microscopi a penna PEAK. Sommario

Integrali doppi: esercizi svolti

IMPARA LE LINGUE CON I FILM AL CLA

ECONOMIA MONETARIA (parte generale) Prof. Guido Ascari LEZIONE 3 LA DOMANDA DI MONETA

MACCHINE A FLUIDO 2 CORRELAZIONE RENDIMENTO TURBINA A GAS S.F. SMITH

Tensori controvarianti di rango 2

ΠΛΗΡΟΦΟΡΙΚΗ ΟΙΚΟΝΟΜΙΑ & ΔΙΟΙΚΗΣΗ ΤΕΧΝΙΚΑ ΚΑΤΑΛΟΓΟΣ ΒΙΒΛΙΩΝ ΠΙΑΔΑΓΩΓΙΚΑ

IL LEGAME COVALENTE. Teoria degli orbitali molecolari

Moto armonico: T : periodo, ω = pulsazione A: ampiezza, φ : fase

Il testo è stato redatto a cura di: Daniele Ferro (Tecnico della prevenzione - S.Pre.S.A.L. - ASL 12 Biella)

Lungo una curva di parametro λ, di vettore tangente. ;ν = U ν [ V µ. ,ν +Γ µ ναv α] =0 (2) dλ +Γµ να U ν V α =0 (3) = dxν dλ

Esercizi sui circoli di Mohr

Sollecitazioni proporzionali e non proporzionali I criteri di Gough e Pollard e di Son Book Lee I criteri di Sines e di Crossland

Epidemiologia. per studiare la frequenza delle malattie occorrono tre misure fondamentali:

CONFIGURAZIONE DELLA CASELLA DI POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA (P.E.C.)

Immigrazione Documenti

Giuseppe Guarino - CORSO DI GRECO BIBLICO. Lezione 11. L imperfetto del verbo essere. ἐν - ἀπό. ἡ ἀρχὴ - ἀρχὴ

Ιταλική Γλώσσα Β1. 12 η ενότητα: Giorno e notte estate. Ελένη Κασάπη Τμήμα Ιταλικής Γλώσσας και Φιλολογίας ΑΝΟΙΚΤΑ ΑΚΑΔΗΜΑΪΚΑ ΜΑΘΗΜΑΤΑ

Ιταλική Γλώσσα Β1 Θεωρία: Γραμματική

Ιταλική Γλώσσα Β1. 11 η ενότητα: Appuntamenti nel tempo libero. Ελένη Κασάπη Τμήμα Ιταλικής Γλώσσας και Φιλολογίας ΑΝΟΙΚΤΑ ΑΚΑΔΗΜΑΪΚΑ ΜΑΘΗΜΑΤΑ

LIVELLO A1 & A2 (secondo il Consiglio d Europa)

Αξιολόγηση μεταφράσεων ιταλικής ελληνικής γλώσσας

Dove posso trovare il modulo per? Dove posso trovare il modulo per? Για να ρωτήσετε που μπορείτε να βρείτε μια φόρμα

Ιταλική Γλώσσα Β1. 6 η ενότητα: La famiglia italiana e la televisione. Ελένη Κασάπη Τμήμα Ιταλικής Γλώσσας και Φιλολογίας ΑΝΟΙΚΤΑ ΑΚΑΔΗΜΑΪΚΑ ΜΑΘΗΜΑΤΑ

COORDINATE CURVILINEE ORTOGONALI

Ιταλική Γλώσσα Β1. 5 η ενότητα: L abbigliamento e la casa. Ελένη Κασάπη Τμήμα Ιταλικής Γλώσσας και Φιλολογίας ΑΝΟΙΚΤΑ ΑΚΑΔΗΜΑΪΚΑ ΜΑΘΗΜΑΤΑ

Stati tensionali e deformativi nelle terre

IMPARA LE LINGUE CON I FILM AL CLA

V. TRASLAZIONE ROTAZIONE NELLO SPAZIO

Domande di lavoro CV / Curriculum

ΚΟΙΝΗ ΕΞΕΤΑΣΗ ΟΛΩΝ ΤΩΝ ΥΠΟΨΗΦΙΩΝ ΣΤΗΝ ΙΤΑΛΙΚΗ ΓΛΩΣΣΑ

La giustizia nell Etica di Aristotele. Etica Nicomachea, V, 3, 1131 a-b

Immigrazione Studiare

La ricerca dell universale

IMPARA LE LINGUE CON I FILM AL CLA

ΕΥΡΩΠΑΪΚΟ ΚΟΙΝΟΒΟΥΛΙΟ

Università di Pisa. Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica Corso di Laurea in Filologia e Storia dell antichità

Ιταλική Γλώσσα Β1 Θεωρία: Γραμματική

Ιταλική Γλώσσα Β1. 3 η ενότητα: Οrientarsi in città. Ελένη Κασάπη Τμήμα Ιταλικής Γλώσσας και Φιλολογίας ΑΝΟΙΚΤΑ ΑΚΑΔΗΜΑΪΚΑ ΜΑΘΗΜΑΤΑ

Processi di Markov di nascita e morte. soluzione esprimibile in forma chiusa

Ιταλική Γλώσσα Β1 Θεωρία: Γραμματική

DEFINIZIONE DELLE FUNZIONI TRIGONOMETRICHE IN UN TRIANGOLO RETTANGOLO

Le origini della teologia aristotelica: il libro Lambda della Metafisica di Aristotele HANDOUT

ETI 2014/2015 ARITMETICA ORDINALE

Ps. Aristotele, ὅσα περὶ φωνῆς. Introduzione, traduzione e saggio di commento (1-4; 7-23; 25; 29-30; 35-36; 44; 51; 54-55)

La dottrina dell analogicità dell essere nella Metafisica di Aristotele Rita Salis

Ιταλική Γλώσσα Β1. 9 η ενότητα: Orientamento nello spazio e percorsi. Ελένη Κασάπη Τμήμα Ιταλικής Γλώσσας και Φιλολογίας ΑΝΟΙΚΤΑ ΑΚΑΔΗΜΑΪΚΑ ΜΑΘΗΜΑΤΑ

Il libro Lambda della Metafisica di Aristotele nell interpretazione di pseudo-alessandro: dalla sostanza sensibile al motore immobile.

Platone [2] Soph 258.e.6-7 {ΞΕ.} Μὴ τοίνυν ἡµᾶς εἴπῃ τις ὅτι τοὐναντίον τοῦ ὄντος τὸ µὴ ὂν ἀποφαινόµενοι τολµῶµεν λέγειν ὡς ἔστιν.

Ακαδημαϊκός Λόγος Κύριο Μέρος

Corrispondenza Auguri

L EDUCAZIONE A PArOLE

1. Τὸ εὖ ζῆν καὶ τὸ εὐδαιμονεῖν ἐν τῷ αὐτῷ τιθέμενοι καὶ τοῖς ἄλλοις ζῴοις ἆρα τούτων μεταδώσομεν; Εἰ γὰρ ἔστιν αὐτοῖς ᾗ πεφύκασιν ἀνεμποδίστως

Corso di Studi Magistrale in Filologia, Letterature e Civiltà del Mondo Antico Corso di Studi in Filosofia

ΑΛΛΕΓΑΤΟ 7. ΣΧΗΕ Ε Ι ΕΝΤΙΦΙΧΑΤΙςΕ ΕΙ ΦΙΛΑΡΙ ΜΕΡΙΤΕςΟΛΙ Ι ΤΥΤΕΛΑ ΠΡΕΣΕΝΤΙ ΑΛΛ ΙΝΤΕΡΝΟ ΕΛΛ ΥΝΙΤΑ Ι ΠΑΕΣΑΓΓΙΟ ΛΟΧΑΛΕ ΑΓΡΙΧΟΛΟ ΠΕΡΙΥΡΒΑΝΟ

PRONOMI DIMOSTRATIVI

LA SCUOLA DI ALESSANDRO SU PIACERE E SOFFERENZA (QUAEST. ETH. 5/4, 6, 7, 16).

Praelectiones Philologae Tergestinae coordinate da Olimpia Imperio, Francesco Donadi e Andrea Tessier

Prima Esercitazione. Baccarelli, Cordeschi, Patriarca, Polli 1

L'Odissea si presenta attualmente in forma scritta, mentre in origine il poema era tramandato oralmente da abili ed esperti aedi e rapsodi.

Una nuova società per una diversa politica. Le riforme di Clistene l Alcmeonide al vaglio delle fonti

Οἱ ζοφοὶ πλὴν Παρμενίδου. PER UNA RICOSTRUZIONE DELL ARGOMENTO PLATONICO CHE DIMOSTRA LE IDEE DALLA POSSIBILITÀ DELLA CONOSCENZA

Dipartimento di Scienze dell antichità. Dottorato di ricerca in Filologia, Letteratura e Tradizione Classica XXII ciclo

Corrispondenza Lettera

IL MONOFISISMO DI S. CIRILLO D ALESSANDRIA

L'ELEGANZA NEI PUNTI NOTEVOLI DI UN TRIANGOLO

Ιταλική Γλώσσα Β1. 1 η ενότητα: Raccontare situazioni e abitudini del passato. Ελένη Κασάπη Τμήμα Ιταλικής Γλώσσας και Φιλολογίας

Passato Prossimo = ΠΡΚ-ΑΟΡΙΣΤΟΣ

ELIO SCARCIGLIA ANTHOLOGICAL EXHIBITION ΑΝΘΟΛΟΓΙΑ ANTOLOGICA

άπο πρώτη ς Οκτωβρίου 18 3"] μέ/ρι τοΰ Πάσ/α 1838 τυροωμιάσατ ο Π 1 Ν Α S Τ Ω Ν Ε Ν Τ Ω Ι Β. Ο Θ Ω Ν Ε Ι Ω Ι Π Α Ν Ε Π Ι Σ Ί Ή Μ Ε Ι Ω Ι

Semispazio elastico lineare isotropo: E, ν

Τα τελευταία χρόνια της Βενετοκρατίας στην Κύπρο: Αρχειακά τεκµήρια για την παρουσία, τη δράση και το θάνατο του Ιάκωβου Διασορηνού

Libro Potere.indb 1 18/04/ :01:23

Esercizi sulla delta di Dirac

Handout. La dottrina dell unità del movimento in Giovanni Filopono. Rita Salis

Platone, Repubblica, il Figlio del Bene. [VI, XVIII, 506d-509c] e [VII, III, 517b-c]

I filosofi e il governo dello Stato Repubblica

Antonio Gramsci, Sotto la mole ( )

ESAME DI QUALIFICAZIONE: GRECO 1 E 2 ESAME DI QUALIFICAZIONE: GRECO 3

Predicare il Vangelo della Salvezza: L apostolo delle Genti Paolo nel pensiero del Patriarca Ecumenico Bartolomeo

A) INFINITO. Physica III.6

Συμπεράσματα της Έκθεσης για την Ελλάδα

Scrittura accademica Apertura

Un Venerabile testimone dei Vangeli secondo Luca e secondo Giovanni: Il Papiro Bodmer XIV-XV (P 75 ) *

Enrico Borghi LE VARIABILI DINAMICHE DEL CAMPO DI DIRAC

L UTILIZZO DELLE SCRITTURE GIUDAICHE NEL TESTO DI LUCA 24 SECONDO IL CODICE DI BEZA Jenny Read-Heimerdinger e Josep Rius-Camps.

Conferenza di N. Lygeros avente per tema L insurrezione Greca quale esempio di resistenza. Pafo 24/03/2015

+ Archimandrita Evangelos Yfantidis

ENERGIA - POTENZA - CORRELAZIONE

Referat di. Federico Campedelli. Corso magistrale di Grammatica e Storia della lingua greca Prof. Camillo Neri (Unibo, )

Liceo Romagnosi, Parma a.s classe II C

Atene παίδευσις e Atene τύραννος

Transcript:

Aristotele e il Peripato Dossier Il controverso parlare del poeta ispirato La spiegazione data nello Ione La mimesis in Platone Come conciliare l imitazione personale e l ispirazione divina? «Il poeta, quando si siede sul tripode della Musa, non è più in sé, come una fonte egli lascia scorrere liberamente ciò che gli affluisce in cuore e, poiché la sua arte è imitazione, è costretto, nel rappresentare caratteri tra loro contraddittori, a dire cose che spesso contrasteranno con le sue opinioni, e delle cose dette non sa se le une o le altre siano vere». Platone si esprime in questi termini per chiarire, nelle Leggi (719c), quale sia la vera natura del legislatore in contrapposizione a quella dell artista. Sembrerebbe, a prima vista, un osservazione poco più che casuale. Tuttavia, confrontando questo passo con altre occorrenze sullo stesso argomento, possiamo sentirci autorizzati a considerarlo un punto di partenza per chiarire alcuni aspetti della mimesis poetica quale il filosofo la concepisce. Nello Ione, un breve dialogo che contiene il più completo ritratto dell ispirazione poetica, si dice (534d8): ὁ θεὸς ἐξαιρούμενος τούτων τὸν νοῦν τούτοις χρῆται ὑπηρέταις, «il dio togliendo (ai poeti) la capacità razionale si serve di loro come ministri»; da queste parole risulta chiaro che l ispirazione non è un dono che può essere liberamente gestito da chi lo riceve, ma una forza che spinge a seguirla ciecamente, con la conseguenza che al poeta viene sottratto il controllo della propria volontà: come la sacerdotessa di Delfi, egli si apre completamente alla Musa che prende completo possesso di lui. Tuttavia, se è la Musa stessa che parla per bocca del poeta, sembrerebbe impossibile che questi possa cadere in contraddizione; se ciò gli accade non dipende dall atteggiamento ingannevole da parte della divinità, ma dal fatto che il suo stato di «possessione» da parte della Musa non è assoluto, e lascia invece spazio al suo carattere di uomo: la dipendenza del poeta dalla Musa non implica il fatto che egli ne sia portavoce DOSSIER: LA MIMESIS IN PLATONE

2 DOSSIER: D LA MIMESIS IN PLATONE assoluto, ma piuttosto interprete (534e). È attraverso di lui che il mondo umano può venire raggiunto dall ispirazione divina; la sua poesia, però, non rappresenta solo una riproduzione meccanica del messaggio che proviene dalla divinità, ma si configura come la risultante di attività divina ed attività umana. In tal senso, perciò, può darsi il caso di una interpretazione da parte del poeta che soffra di un qualche fraintendimento: se allora un opera d arte presenta delle contraddizioni, esse vanno imputate alla debolezza umana. Il poeta non può essere un autorità Autonomia e profezia nel poeta Non è possibile, quindi, secondo Platone, considerare i poeti fonti di autorità infallibili per tutto ciò che riguarda la saggezza pratica: una interpretazione pragmatica della letteratura non può non tener conto del fatto che «il poeta non sa quello che dice» (Apologia 22, Menone 99c, Timeo 72a, Leggi 801bc), cioè che il medesimo stato di invasamento che lo mette in grado di entrare in contatto con la Musa non gli consente poi di rendere conto completamente del valore di quanto egli stesso proclama. Ed è per questo che «anche la grande poesia resta enigmatica» (Alcibiade II 147b, Repubblica 332b, Teeteto 194c), perché, in relazione all origine irrazionale della sua saggezza, non è possibile chiedere conto al poeta del significato esatto di quanto esprime (Ippia Minore 365d; Protagora 347e). Questa affermazione sembra incomprensibile alla nostra mentalità: per la coscienza ebraico-cristiana che conosce, attraverso la letteratura profetica, quanto sia pregnante il rapporto personale, l incontro dell uomo con la divinità (la quale rimane garanzia costante del messaggio che comunica) può risultare veramente sorprendente il fatto che una divinità, la Musa, da un lato prenda completo possesso del suo ministro, e dall altro però non gli garantisca un esatta comprensione delle sue rivelazioni. Agli occhi dei Greci invece, la divinità che agisce attraverso la persona della Musa non conosce i termini di un rapporto d amore nei confronti del suo ministro, che è il poeta, e pertanto è in qualche modo disinteressata a quello che sarà il destino del proprio messaggio: da qui l ammonimento a guardarsi da ogni interpretazione della poesia che voglia trarre verità di carattere paradigmatico da essa. DOSSIER Complementarietà del fatto poetico L ispirazione divina si configura pertanto come una sorta di prerequisito per la qualità del prodotto artistico, ma non ne è condizione sufficiente. Come conciliare, allora, la teoria dell ispirazione divina con quella secondo la quale «l arte consiste nell imitazione»? Si tratta di una effettiva contraddizione oppure il problema va posto in termini diversi? Ha senso parlare di «incompatibilità» tra teoria della mimesis e teoria dell ispirazione divina? O piuttosto le due dottrine rappresentano due aspetti autonomi e comunque complementari della riflessione sul fatto poetico? Si deve senz altro propendere per questa seconda ipotesi, confortata peraltro dal fatto che mai nessun autore antico ha avvertito quella «incoerenza» tra i due tipi di riflessione che a noi moderni appare invece come un tallone d Achille imperdonabile nel rigoroso sistema platonico.

Come deve avvenire l imitazione Le origini omeriche della mimesis Definizione della poesia e del «lavoro» del poeta DOSSIER 3 Sembra ragionevole supporre che, poiché la poesia consiste nel tentativo di trasporre un messaggio divino in un linguaggio umano, il poeta possa «imitare» i caratteri umani con l aiuto e sotto la guida della Musa: una guida che si rende tanto necessaria quanto più l imitazione non consiste nella pura trasposizione di dati reali, ma possiede un fondamento metafisico alla comprensione del quale il poeta può essere guidato dal rapporto con la Musa stessa, senza con ciò poter sempre comprendere nella loro interezza i messaggi da lei trasmessi. L imitazione poetica può essere quindi costituita dalla registrazione di immagini quali si presentano alla mente dell artista, ma non può fornire una copia conforme alla natura. Essa soffrirà sempre di una certa confusione, proprio per il fatto che nell atto di mimesis è implicita la trasformazione. Impossibile non tener presente, a questo proposito, la concezione platonica di una strutturazione gerarchica della realtà, secondo la quale il mondo empirico non rappresenta la realtà vera, ma è qualcosa che le si può avvicinare per successivi gradi di approssimazione, qualcosa che rivela con difficoltà alcuni aspetti del mondo superiore di cui è un immagine (Fedro 250b). E un immagine, come Platone avverte altrove (Cratilo 432bd), «non deve con ogni mezzo riprodurre tutte le caratteristiche di ciò che imita», ma può esserne, invece, evocazione suggestiva: la mimesis non sarà allora un fatto puramente realistico, ma si realizzerà nello sforzo di trascendere il mondo reale, di coglierne la struttura più profonda che risiede nel mondo delle Idee, senza cercare di creare una sorta di «secondo originale»; questo tipo di mimesis è impostura (Repubblica 598d, 602d), perché solo un dio può realizzare un doppione di un essere vivente (Cratilo 432bc). L artista, nella sua incapacità di creare alcunché, deve comunque non accontentarsi di gettare uno sguardo all oggetto che si propone di «imitare», ma deve cercare di penetrarne la struttura più profonda, in modo da fornire un interpretazione fedele, non un imitazione servile e pedissequa; in tal senso l opera dell artista, divenuta rara sintesi di autotrascendenza e di consapevolezza dei propri limiti, potrà entrare in rapporto di contiguità con quella del filosofo. La funzione paideutica della mimesis, apporto platonico bene tener presente, comunque, che di mimesis non si comincia a parlare solo È con Platone; già dall età arcaica la teoria dell imitazione, anche se non teorizzata in forme di consapevolezza, informava la concezione della poesia; la testimonianza più antica è forse quella offerta dall Inno omerico ad Apollo, 162-164: πάντων δ ἀνθρώπων φωνὰς καὶ κρεμβαλιαστὺν/ μιμεῖσθ ἴσασιν φαίη δέ κεν αὐτὸς ἕκαστος/ φθέγγεσθ οὕτω σφιν καλὴ συνάρηρεν ἀοιδή, «(le fanciulle di Delo) di tutti gli uomini le voci e gli accenti/ sanno imitare: ognuno direbbe d essere lui stesso a parlare,/ tanto bene si modella il loro canto armonioso». DOSSIER: LA MIMESIS IN PLATONE

4 DOSSIER: D LA MIMESIS IN PLATONE La mimesis applicata alla paidéra Vero è, però, che soltanto con Platone il concetto di mimesis si definisce in tutta la sua pregnanza perché viene collegato, in modo inedito rispetto a quanto operato in precedenza, ad un ambito che sta particolarmente a cuore al filosofo e che costituisce il nucleo dell intero suo sistema di pensiero: quello della παιδεία. L atto imitativo presuppone, infatti, la definizione di modelli da imitare: ed è proprio ad articolare tali modelli di comportamento che Platone profonde le proprie energie speculative. Si tratterà sempre, lo ripetiamo, di modelli la cui trascendenza non costituisce ostacolo alla realizzazione sul piano della prassi: l autentica filosofia avrà sempre una valenza che si lega alla vita concreta, conferendole spessore e significato. La letteratura non dà conoscenza ma carattere Strumento educativo indispensabile La letteratura, e la poesia in particolare, non può produrre, secondo Platone, autentica conoscenza, ma può senz altro formare il carattere inculcando opinioni, fornendo paradigmi di comportamento, criteri per distinguere il bene dal male, che possono talora rivelarsi fallaci: l artista infatti, e il poeta in particolare, non rende accettabili tali opinioni mostrando il motivo per cui esse sarebbero vere, ma proponendole alle parti meno cognitive dell anima umana. E, selezionando alcuni aspetti ed alcuni eventi della vita di un individuo (sia esso un eroe o un uomo comune), egli restringe il suo campo visivo al particolare, non tiene conto dell universale, e incoraggia anche i fruitori dell opera d arte ad una visione miope delle vicende umane. Eppure, secondo Platone, l arte è indispensabile: a patto che accetti la guida della filosofia. La letteratura come strumento educativo dovrebbe rappresentare le azioni umane in una prospettiva più ampia, che tenga conto della componente «ideale» della vita umana, e che consideri gli eventi da un più alto punto di osservazione conoscitivo. L artista deve essere, in un certo senso, spettatore dell eternità. DOSSIER Il filtro compiuto del filosofo La funzione del filosofo Ecco allora, su questo sfondo, stagliarsi la figura del φιλόσοφος come quella dell unico, autentico detentore della tecnica d uso della poesia. Vediamo cosa può significare questa affermazione. L atto dell ispirazione divina nei confronti del poeta dà origine ad uno stato, se così si può dire, di eternità passeggera. La Musa nella sua numinosità è portatrice di un ispirazione che non avviene sempre e costantemente, e che il poeta può non ricevere ogni qual volta ne faccia richiesta. Si tratta di un dono sempre revocabile, che non si dà una volta per tutte: il rapporto tra il poeta che chiede e la divinità che elargisce può conoscere momenti di crisi, può subire pause d arresto. Vive, insomma, all insegna della precarietà. Ecco perché elementi di «buona» e di «cattiva» poesia possono con naturalezza coesistere nella produzione di ogni poeta: gli uni e gli altri dipendono rispettivamente dal grado di fedeltà

DOSSIER 5 all ispirazione e dal grado di verosimile riproduzione della realtà; una verisimiglianza che deriva dalla τέχνη poetica, squisitamente umana. Ma è solo il φιλόσοφος che sa entrare, grazie alla continuità e alla durevolezza del suo rapporto con il divino, nella dimensione di uno κτῆμα ἐς ἀεί, dove si incontrano verità e memoria. Contribuire, allora, a formare filosofi significherà anche forse contribuire a formare buoni poeti, capaci di nutrire in sé quei semi di immortalità che anche la poesia può far germogliare quando guardi alle verità eterne e diventi, quindi, contemplazione filosofica e autentica ricerca della bellezza. La poesia e la sua funzione nello Stato riformato Riformare lo Stato in senso filosofico e politico significherà, quindi, ricostruire i fondamenti della poesia, rendere i suoi fruitori capaci di intenderla, di giudicarla, di riconoscerle, senza avvertirla solo come la più seducente delle tentazioni, il ruolo che le compete nella παιδεία dei cittadini. Un ruolo assolutamente centrale, si è detto: per questo motivo i criteri sulla base dei quali Platone valuta la poesia non possono limitarsi alla sfera estetica, ma coinvolgono in profondità la dimensione etica. Un etica aristocratica, di un aristocrazia intellettuale e spirituale prima che politica. Un etica fondata sull elevamento dei gusti dei cittadini e non sull abbassamento del livello morale di chi tali cittadini ha il compito di formare e rendere degni di tale nome. È possibile, per Platone, una rifondazione della poesia in tal senso? La risposta non può che essere positiva, se positiva è quella che riguarda la possibilità di rifondazione dello Stato. Indipendentemente, cioè, dal loro grado di realizzabilità concreta, queste due complementari opere di «ricostruzione» hanno un referente comune di estremo rilievo: la persona dell uomo, la sua πόλις interiore, la sua iniziazione all amore della bellezza. Una partita troppo importante per non essere giocata, anche a rischio di clamorosi fraintendimenti. T. 3 La musica, un arte imitativa da coltivare nei limiti della pubblica utilità Il dialogo Le leggi appartiene all ultima produzione platonica, ed i suoi toni e metodi argomentativi sono significativamente diversi dagli scritti giovanili e da quelli della maturità. I personaggi sono pochi e spesso manca la tipica scenografia delle opere platoniche. L ospite ateniese, ben lontano da Socrate, e gli altri due personaggi, Clinia di Creta e Megillo di Sparta, svolgono spesso la funzione di testimoni di dottrine giuridiche positive (ovvero di leggi adottate realmente nella città greca). Il punto di vista complessivo di Platone nelle Leggi è lontano da quello della Repubblica: egli dichiara esplicitamente di non volersi occupare della città perfetta, ma di quella seconda, cioè della città effettivamente realizzabile, che più possa avvicinarsi a quella perfetta. La città seconda deve essere governata dalle Leggi, a cui devono ispirarsi i magistrati che concretamente hanno il compito di esercitare il potere: la σωφροσύνη DOSSIER: LA MIMESIS IN PLATONE

6 DOSSIER: D LA MIMESIS IN PLATONE non è più l unico criterio direttivo che deve guidare l opera del reggitore di città. La costituzione migliore è quella in grado di riunire in sé i pregi dei tre modelli fondamentali: la concordia (caratteristica del regno), la saggezza (caratteristica dell aristocrazia), e la libertà (caratteristica della democrazia). La costituzione mista, quindi, potrà consentire un esercizio equilibrato del potere, fondendo, come a Creta e a Sparta, gli istituti del potere monarchico (il re), del potere aristocratico (il consiglio) e del potere democratico (l assemblea del popolo). All interno di questo quadro complessivo trovano posto nelle Leggi moltissime analisi particolari e dettagliate delle varie legislazioni e spesso anche una sorta di minuta catalogazione dei problemi di applicazione della norma in relazione a infrazioni specifiche. Naturalmente in questo affresco ha un posto molto esteso (il tema è affrontato già nel libro II, ma viene ripreso più volte successivamente) la problematica della παιδεία del cittadino. È da sottolineare come il problema educativo nelle Leggi non sia posto esclusivamente in relazione ai pochi che devono governare, ma come prefiguri una sorta di educazione «di massa», con il suo corollario anche di istituti repressivi e coercitivi. Un posto importante in questa παιδεία occuperà il tema della poesia; con questo tema saranno introdotti alcuni elementi di novità e ulteriore problematicità rispetto alla Repubblica e ad altri dialoghi cui abbiamo già fatto riferimento. Ecco tre brani in cui Platone propone i criteri grazie ai quali, sul piano della prassi, la società civile può utilizzare la poesia filtrando i suoi caratteri positivi e rimuovendone quelli nocivi. Leggi 668a6-668d3 = Ἀθηναῖος; = Κλεινίας Οὐκοῦν μουσικήν γε πᾶσάν φαμεν εἰκαστικήν τε εἶναι καὶ μιμητικήν; Τί μήν; Ἥκιστ ἄρα ὅταν τις μουσικὴν ἡδονῆι φῆι κρίνεσθαι, τοῦτον ἀποδεκτέον τὸν λόγον, καὶ ζητητέον ἥκιστα ταύτην ὡς σπουδαίαν, εἴ τις AT. = Ateniese; = Clinia Possiamo dire che la «musica» nel suo complesso è un arte imitativa e rappresentativa? Certamente. DOSSIER μουσικήν... μιμητικήν: secondo la concezione platonica il termine μίμησις, come già abbiamo visto, copre uno spettro semantico di tale ampiezza da comprendere a pieno titolo anche la nozione di «rappresentazione» o di «espressione». In tal senso la μουσική può essere definita «arte mimetica». - μιμήματι: il termine μίμημα è generalmente, anche se con alcune eccezioni, usato per indicare «il risultato o il prodotto dell imitazione», mentre μίμησις indica «l azione dell imitare». Qui, allora, l imitazione del bello ha il senso di un processo che si porta a compimento, e che acquista il valore risultativo di un opera finalmente realizzata (cfr. in questo stesso brano ἀποτελοῖτο). - ποιηταὶ... ὑποκριταί: poeti, ascoltatori e attori sono ancora una volta accomunati dalla fruizione, che pur avviene in forme distinte, della μουσική.

DOSSIER 7 ἄρα που καὶ γίγνοιτο, ἀλλ ἐκείνην τὴν ἔχουσαν τὴν ὁμοιότητα τῶι τοῦ καλοῦ μιμήματι. Ἀληθέστατα. Καὶ τούτοις δὴ τοῖς τὴν καλλίστην ὠιδήν τε ζητοῦσι καὶ μοῦσαν ζητητέον, ὡς ἔοικεν, οὐχ ἥτις ἡδεῖα ἀλλ ἥτις ὀρθή μιμήσεως γὰρ ἦν, ὥς φαμεν, ὀρθότης, εἰ τὸ μιμηθὲν ὅσον τε καὶ οἷον ἦν ἀποτελοῖτο. Πῶς γὰρ οὔ; Καὶ μὴν τοῦτό γε πᾶς ἂν ὁμολογοῖ περὶ τής μουσικῆς, ὅτι πάντα τὰ περὶ αὐτήν ἐστιν ποιήματα μίμησίς τε καὶ ἀπεικασία καὶ τοῦτό γε μῶν οὐκ ἂν σύμπαντες ὁμολογοῖεν ποιηταί τε καὶ ἀκροαταὶ καὶ ὑποκριταί; Καὶ μάλα. Δεῖ δὴ καθ ἕκαστόν γε, ὡς ἔοικε, γιγνώσκειν τῶν ποιημάτων ὅτι ποτ ἐστὶν τὸν μέλλοντα ἐν αὐτῶι μὴ ἁμαρτήσεσθαι μὴ γὰρ γιγνώσκων τὴν οὐσίαν, τί ποτε βούλεται καὶ ὅτου ποτ ἐστὶν εἰκὼν ὄντως, σκολῆι τήν γε ὁρθότητα τῆς βουλήσεως ἢ καὶ ἁμαρτίαν αὐτοῦ διαγνώσεται. Σχολῆι πῶς δ οὔ; Ὁ δὲ τὸ ὁρθῶς μὴ γιγνώσκων ἆρ ἄν ποτε τό γε εὖ καὶ τὸ κακῶς δυ- ἡδονῇ: è dativo con valore strumentale. - ζητητέον: è aggettivo verbale da ζητέω (lett. «si deve ricercare»). - ζητοῦσι: è dativo plurale del participio presente da ζητέω. - τοῦτο: è prolettico rispetto a ὅτι. - μῶν: è particella interrogativa, molto frequente Allora quando qualcuno dirà che si giudica la «musica» col criterio del piacere, mai accetteremo questo discorso, per nessuna ragione, e mai affatto ricercheremo come opera notevole una tale «musica», se mai potrà esserci; ricercheremo invece quella che raggiunge la somiglianza nella sua imitazione del bello. Sì, è verissimo. E quelli che ricercano la più bella canzone devono anche cercare, pare, la poesia che ha in sé la perfezione, non il piacere; e noi affermiamo che la perfetta imitazione avviene quando l imitato viene realizzato esattamente com era in quantità e qualità. Come no! E ognuno ammetterebbe a proposito della «musica» che tutte le sue creazioni sono imitazioni e rappresentazione; non ammetterebbero che è così tutti i poeti e gli ascoltatori e gli attori? Certamente. Quindi, pare, chi non vuole sbagliare nel suo giudizio deve conoscere di ciascuna delle opere quale essa è: infatti chi non conosce il suo essere, ciò che essa vuole, l oggetto di cui essa è veramente un immagine, a stento potrà conoscere e distinguere la perfezione della realizzazione di ciò cui essa tende o il suo fallimento. in attico, originata dalla crasi di μὴ οὖν, «forse che» (cfr. lat. num). γιγνώσκειν... γιγνώσκων τὴν οὐσίαν... διαγνώσεται: nel passo ricorre, con frequenza quasi ritmica, il verbo γιγνώσκω, alternato con il composto διαγιγνώσκω: a sottolineare che solo attraverso (διά) la conoscenza si può approdare alla contemplazione di ciò che è perfetto. Il poeta, si dirà più oltre (670e5), non è in grado di distinguere εἴτε καλὸν εἴτε μὴ καλὸν τὸ μίμημα: questo sarà compito del κριτής (668b1-3). DOSSIER: LA MIMESIS IN PLATONE

8 DOSSIER: D LA MIMESIS IN PLATONE νατὸς εἴη διαγνῶναι; A stento, come non dirlo? Chi non ha conoscenza della perfezione come può distinguere ciò che è fatto bene da ciò che è fatto male? Leggi 669a7-c2 = Ἀθηναῖος; = Κλεινίας Ἆρ οὖν οὐ περὶ ἑκάστην εἰκόνα, καὶ ἐν γραφικῆι καὶ ἐν μουσικῆι καὶ πάντηι, τὸν μέλλοντα ἔμφρονα κριτὴν ἔσεσθαι δεῖ ταῦτα τρία ἔχειν, ὅ τέ ἐστι πρῶτον γιγνώσκειν, ἔπειτα ὡς ὀρθῶς, ἔπειθ ὡς εὖ, τὸ τρίτον, εἴργασται τῶν εἰκόνων ἡτισοῦν ῥήμασί τε καὶ μέλεσι καὶ τοῖς ῥυθμοῖς; Ἔοικε γοῦν. Μὴ τοίνυν ἀπείπωμεν λέγοντες τὸ περὶ τὴν μουσικὴν ἧι χαλεπόν ἐπειδὴ γὰρ ὑμνεῖται περὶ αὐτὴν διαφερόντως ἢ τὰς ἄλλας εἰκόνας, εὐλαβείας δὴ δεῖται πλείστης πασῶν εἰκόνων. Ἁμαρτών τε γάρ τις μέγιστ ἂν βλάπτοιτο, ἤθη κακὰ φιλοφρονούμενος, χαλεπώτατόν τε αἰσθέσθαι διὰ τὸ τοὺς ποιητὰς φαυλοτέρους εἶναι ποιητὰς αὐτῶν τῶν Μουσῶν. AT. = Ateniese; = Clinia Ma allora chi vorrà essere giudice intelligente di ogni rappresentazione imitativa nel disegno, nella musica, in ogni altra arte, non dovrà avere questi tre requisiti: conoscere prima che cos è la cosa rappresentata, e poi com è nella sua perfezione relativamente all imitazione, e terzo infine in quale misura una qualsiasi immagine fatta con le parole, le melodie o i ritmi è ben fatta? Pare giusto Ma non rifiutiamo di dire qual è la difficoltà che presenta la «musica» a questo riguardo. Dato infatti che la «musica» viene apprezzata molto di più che le altre arti di fare immagini, ha bisogno della maggior cautela fra tutte. E chi commettesse qui un errore, si procurerebbe un danno gravissimo indulgendo a cattivi costumi, cosa che è difficilissima a intendersi perché i poeti sono troppo inferiori alle Muse. DOSSIER Si insiste ancora sul tema della παιδεία. L Ateniese ha appena sostenuto che i poeti non sanno γιγνώσκειν σφόδρα τά τε ἀγαθὰ καὶ μή. Ma poiché è loro dovere non fare poesia παρὰ τὰ τῆς πόλεως νόμιμα καὶ δίκαια ἢ καλὰ ἢ ἀγαθά, si pone l esigenza di istituire un κριτής che sia in qualche modo l in-

DOSSIER 9 termediario tra il legislatore e i poeti. Tra i precetti per la composizione e l uso corretto della poesia, compare quello di rivolgere εὐχαί agli dei insieme a ὕμνοι ed εὐχαὶ μετ ἐγκωμίων agli eroi. Acquista diritto di cittadinanza, quindi, accanto alla poesia εἰς θεούς, anche quella εἰς ἀνθρώπους. Non è possibile non ricordare che, già in Repubblica 607a4, era stata sostenuta l importanza di εἰδέναι... ὅτι ὅσον μόνον ὕμνους θεῶν καὶ ἐγκώμια τοῖς ἀγαθοῖς ποιήσεως παραδεκτέον εἰς πολίν. Leggi 801d-e = Ἀθηναῖος; = Κλεινίας Τὸν ποιητὴν παρὰ τὰ τῆς πόλεως νόμιμα καὶ δίκαια ἢ καλὰ ἢ ἀγαθὰ μηδὲν ποιεῖν ἅλλο, τὰ δὲ ποιηθέντα μὴ ἐξεῖναι τῶν ἰδιωτῶν μηδενὶ πρότερον δεικνύναι, πρὶν ἂν αὐτοῖς τοῖς περὶ ταῦτα ἀποδεδειγμένοις κριταῖς καὶ τοῖς νομοφύλαξιν δειχθῆι καὶ ἀρέσηι σχεδὸν δὲ ἀποδεδειγμένοι εἰσὶν ἡμῖν οὓς εἱλόμεθα νομοθέτας περὶ τὰ μουσικὰ καὶ τὸν AT. = Ateniese; = Clinia Il poeta non deve produrre nessuna altra opera al di là di ciò che in base alle leggi della città è giusto, bello, buono. Le composizioni poetiche non devono essere rese pubbliche a nessuno dei cittadini privati prima di essere proposte ai giudici e ai custodi delle leggi e da loro approvate. E per noi, all incirca, le persone demandate a questo compito sono coloro che abbiamo scelto come legislatori riguardo a ciò che attiene alla «musica» e colui che è stato scelto per prendersi cura dell educazione. Eb- Una lezione di musica nella Grecia tardoarcaica: nella scena sono riconoscibili l insegnante (il cui nome ΣΜΙΚΥΔΟΣ è leggibile a destra) e il suo allievo (ΕΥΔΥΜΙΔHΣ), mentre fra i due un giovane (ΤΛΕΜΠΟΜΕΝΟΣ) intona dei versi. Hydrie attica a figure rosse (510 a.c.), proveniente da Vulci. Monaco, Staatliche Antikensammlungen. DOSSIER: LA MIMESIS IN PLATONE

10 DOSSIER: D LA MIMESIS IN PLATONE τῆς παιδείας ἐπιμελητήν. Τί οὖν; ὃ πολλάκις ἐρωτῶ, κείσθω νόμος ἡμῖν καὶ τύπος ἐκμαγεῖόν τε τρίτον τοῦτο; ἢ πῶς δοκεῖ; Κείσθω τί μήν; Μετά γε μὴν ταῦτα ὕμνοι θεῶν καὶ ἐγκώμια κεκοινωνημένα εὐχαῖς ἄιδοιτ ἂν ὀρθότατα, καὶ μετὰ θεοὺς ὡσαύτως περὶ δαίμονάς τε καὶ ἥρωας μετ ἐγκωμίων εὐχαὶ γίγνοιντ ἂν τούτοις πᾶσιν πρέπουσαι. Πῶς γὰρ οὔ; Μετά γε μὴν ταῦτ ἤδη νόμος ἄνευ φθόνων εὐθὺς γίγνοιτ ἂν ὅδε τῶν πολιτῶν ὁπόσοι τέλος ἔχοιεν τοῦ βίου, κατὰ σώματα ἢ κατὰ ψυχὰς ἔργα ἐξειργασμένοι καλὰ καὶ ἐπίπονα καὶ τοῖς νόμοις εὐπειθεῖς γεγονότες, ἐγκωμίων αὐτοὺς τυγχάνειν πρέπον ἂν εἴη. bene ed è già più volte che pongo questo problema si deve stabilire per noi questa legge, questo carattere, questo terzo modello? Qual è il vostro parere? Sia stabilito, senz altro. Dopo aver stabilito questo, allora si potranno innalzare nel modo più giusto inni agli dei e canti di lode alternati alle preghiere e così, dopo gli dei, i demoni e gli eroi potranno essere oggetto di quelle preghiere, oltre che dei canti di lode che si addicono a ciascuno di loro. Non può essere che così. E in seguito, allora, potrà venire una legge che non provocherà sentimenti di invidia, e cioè questa: sarebbe conveniente che ottenessero canti di lode quanti, fra i cittadini, arrivano alla fine della vita dopo aver realizzato, nel corpo e nell anima, opere belle e frutto di fatica, e hanno vissuto in piena obbedienza alle leggi. [Introduzione, traduzione e commento a Platone a cura di D. Puliga] DOSSIER