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SOMMARIO A STATO DEL PAESAGGIO E DEL PATRIMONIO STORICO E CULTURALE... 3 A.1 DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO DEL PAESAGGIO LOCALE... 3 A.2 DESCRIZIONE DEGLI AMBITI PAESAGGISTICI ESISTENTI A LIVELLO DI AREA VASTA 4 A.3 DESCRIZIONE DEGLI AMBITI PAESAGGISTICI ESISTENTI A LIVELLO DI AREA VASTA 6 A.4 DESCRIZIONE DEI BENI STORICO/CULTURALI PRESENTI, PRESENZE MONUMENTALI, EDIFICI E MANUFATTI DI INTERESSE STORICO, ELEMENTI DI TESTIMONIANZA STORICA, AREE DI INTERESSE ARCHEOLOGICO E SITI OGGETTO DI RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI... 8 B IMPATTI PER IL PAESAGGIO... 10 2 di 11

A STATO DEL PAESAGGIO E DEL PATRIMONIO STORICO E CULTURALE A.1 DESCRIZIONE DI INQUADRAMENTO DEL PAESAGGIO LOCALE L area in esame appartiene, sulla base delle indicazioni derivanti dal Piano territoriale Paesistico Regionale (PTPR), all unità di paesaggio (UDP) 4 definita dal Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) della Provincia di Ravenna. Di seguito si riporta la caratterizzazione delle UDP estratta dal PTCP disponibile sul sito www.provincia.ra.it della Provincia di Ravenna. Area di interesse Figura 1 - Unità di paesaggio individuate per la Provincia dal PTCP di Ravenna in specificazione del PTPR dell Emilia- Romagna 3 di 11

Si riporta, nel seguente paragrafo, una descrizione degli elementi caratterizzanti tale unità di paesaggio. A.2 DESCRIZIONE DEGLI AMBITI PAESAGGISTICI ESISTENTI A LIVELLO DI AREA VASTA L Unità di Paesaggio n.4 Bonifica Valle del Lamone rientra interamente all interno del Comune di Ravenna e interessa una zona del territorio comunale recentemente bonificata. I suoi confini sono delimitati a ovest dal paleoalveo del Lamone e a est da un dosso litoraneo. A nord e a sud i confini dell U. di P. coincidono con gli antichi argini circondariali della cassa di colmata. Da un punto di vista storico e morfologico, questa Unità di Paesaggio deriva dalla grande bonifica di un sistema vallivo posto a nord di Ravenna che comprendeva le Valli di Savarna e di Sant'Egidio. Il principale protagonista di questa area è il fiume Lamone il quale fino al Cinquecento vagava libero nelle Valli di S.Vitale. Assieme ai fiumi appenninici (Senio, Santerno, Idice, Savena e Reno) il Lamone è stato negli ultimi cinque secoli oggetto di numerosi interventi idraulici che ne hanno modificato più volte il corso. Infine, negli anni sessanta, venne condotto a sfociare in mare poco a nord di Marina Romea: una decisione presa per evitare che le torbide scaricate nella pialassa della Baiona provocassero un progressivo interramento e quindi l annullamento della funzione di enfatizzazione del movimento dell alta e bassa marea nel porto canale. La bonifica del Lamone ha complessivamente consentito di recuperare circa 10.000 ettari di terreno produttivo. Nel territorio si riescono ancora a leggere molti di questi avvenimenti, attraverso i dossi fluviali del Lamone, ad esempio molto evidente è l andamento del dosso nella zona di Ammonite e Mezzano. Si riescono inoltre ad individuare anche alcune antiche linee di costa tramite i cordoni dunosi rilevati dal piano campagna come quelli su cui sorge la pineta di San Vitale, i cui margini corrispondono a linee di spiaggia risalenti rispettivamente al decimo ed al quindicesimo secolo d. C. Altri cordoni di spiagge più antiche si trovano immediatamente ad ovest di quello appena descritto. Questi cordoni sono meno evidenti, non essendo rilevati da differenze apprezzabili di quota. Risultano però ancora ben visibili nelle foto aeree, apparendo come strisce di colore più chiare. 4 di 11

Per quanto riguarda, invece, gli aspetti fisici e insediativi, le opere di risanamento idraulico hanno consentito di riscattare vasti territori nei quali si è andato instaurando un sistema agrario caratteristico che va sotto il nome di larga e che rappresenta un singolare aspetto del regime fondiario, dell organizzazione e dell esercizio dell impresa. La larga è una divisione del territorio in unità fondiarie, in genere assai vaste e raramente inferiori ai 100 ettari, la cui proprietà è costituita da una o poche aziende con scarsissimi investimenti per opere di carattere fondiario soprattutto per quanto riguarda i fabbricati rurali, rappresentati quasi sempre, da un stalla, dall abitazione e da pochi locali ad uso magazzino e custodia. Nel 1954 al volto della larga si sostituisce quello della pianura costellata dalle case della riforma. Oltre 700 sono i poderi costituiti nel Ravennate e il più vistoso e organico appoderamento, che è stato realizzato dall Ente Delta Padano, si estende a Nord di Ravenna tra il quinto e decimo chilometro della Strada Provinciale Ravenna - S. Alberto. A servizio di questi nuovi assegnatari viene realizzata la borgata di S. Romualdo dotata di chiesa, scuola, asilo, sala riunioni, ufficio postale e ad opera di privati si sono col tempo aggiunti altri servizi e negozi. In conclusione i principali elementi caratterizzanti dell unità di paesaggio a cui partecipa l area in esame risultano: STRADE STORICHE: Strada nuova di sopra ora strada statale Reale e Strada nuova di sotto ora strada comunale col medesimo nome: entrambe queste due strade sono sorte sui canali di derivazione del Lamone tracciati nel 1531; Strada del Bosco, antico tracciato di epoca pre-romana posta su un dosso litoraneo del 1 millennio a.c.; Strada antica Corriera di epoca medioevale posta su un dosso litoraneo e adiacente alla quale venne tracciata l attuale SS 309 Romea; Strada degli Argini sull antico tracciato dell argine circondariale eretto nel 1578. STRADE PANORAMICHE: SS 309 via Romea nord dallo scolo Rivalone al Parco 2 giugno. RETE IDROGRAFICA: i canali Drittolo, Valtorto e Cupa che delimitano la parte sud-est della U. di P.; 5 di 11

Scolo Fossatone nella perduta linea dell immissario del Lamone; Fiume Lamone nel suo ultimo tratto fatto scavare nel 1885 e portato al mare nel 1960; Canale destra Reno che delimita la parte nord-ovest della U. di P. e coincide col tracciato del fiume Lamone abbandonato. DOSSI: dosso del Lamone abbandonato nel tratto compreso tra l allacciamento del nuovo Lamone (1885) e il Reno; dosso del Lamone susseguente alla rotta di Ammonite; dosso diversione Fratta; dosso litoraneo Agosta. A.3 DESCRIZIONE DEGLI AMBITI PAESAGGISTICI ESISTENTI A LIVELLO DI AREA VASTA La seguente Figura 2 illustra i sistemi paesistici di livello locale di interesse paesistico, naturalistico, storico-agrario, ambientale a livello locale, per il territorio circostante l area di intervento. Il sito nel quale si intende attuare gli interventi proposti (riquadro rosso di figura), è inserita nel tessuto agricolo della bonifica con la logica di costituire un area isolata dal resto del territorio, attraverso successivi interventi antropici; inoltre l area è delimitata dallass309 Romea. Subito a est della Romea, si trova la Pineta di San Vitale che separa il Comparto dalla Pialassa Baiona. A livello di paesaggio la Pineta si presenta come un bosco misto dove accanto al predominante Pino domestico, dalla classica chioma ad ombrello, crescono Farnia, Pioppo, Frassino, Leccio insieme ad un ricco sottobosco. La laguna della Piallassa è invece caratterizzata da ampi specchi d acqua aperti con presenza di prati salmastri, alternati a canali artificiali. Le acque dei chiari hanno bassa profondità, con fondali melmosi o sabbiosi, parzialmente affioranti durante le basse maree. Sono presenti dossi emergenti all'interno dei chiari più vasti, sia di origine naturale, sia creati per la nidificazione dei Caradriformi. Le aree marginali sono occupate da praterie igrofile su suoli salmastri. 6 di 11

La Piallassa risulta delimitata a sud dall area industriale del porto di Ravenna, la quale rappresenta un evidente interruzione della continuità dei sistemi naturali. Essa rappresenta un elemento emblematico dell espansione e dello sviluppo delle attività umane e del conseguente sfruttamento del territorio, particolarmente evidente nell area ravennate. Infine le zone agricole e il sistema della bonifica sono caratterizzate da campi a coltura intervallate da canali irrigui; a livello di paesaggio, tale sistema risulta essere predominante rispetto agli altri elementi paesistici considerati. Pialassa Baiona Centro urbano e zone industriali portuali di Ravenna Pineta San Vitale S.S. 309 Romea Reticolo di bonifica Zone agricole Figura 2 Elementi di livello locale di interesse paesistico, naturalistico, storico-agrario, ambientale Dalle considerazioni ora espresse appare evidente che si tratta di un sistema contraddistinto da un basso livello di coerenza sotto il profilo paesaggistico e che anzi mostra particolarità di commistione di generi estremamente vari e potenzialmente in conflitto tra loro; tuttavia essi risultano sufficientemente divisi, in modo da creare sotto-ambiti relativamente omogenei nei rispettivi generi. 7 di 11

A.4 DESCRIZIONE DEI BENI STORICO/CULTURALI PRESENTI, PRESENZE MONUMENTALI, EDIFICI E MANUFATTI DI INTERESSE STORICO, ELEMENTI DI TESTIMONIANZA STORICA, AREE DI INTERESSE ARCHEOLOGICO E SITI OGGETTO DI RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI Dal punto di vista storico, culturale e archeologico il territorio ravennate rappresenta un esempio di prima grandezza. Numerosi sono gli elementi e testimonianze di interesse storico e archeologico: dalle basiliche e battisteri che conservano il più ricco patrimonio di mosaici dell umanità ai numerosi monumenti paleocristiani, otto dei quali inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dell UNESCO. Nel territorio circostante l area di intervento si segnala, in particolare, la presenza di un area di interesse archeologico (Area archeologica di palazzetto) in adiacenza allo spigolo nord-ovest del perimetro del Comparto, individuata anche nelle Tavola 3 del PSC Spazio sistemi e Tavola 2 Regimi normativi della città esistente e del territorio extraurbano del RUE del Comune di Ravenna. Area archeologica Palazzetto Tav 3 del PSC Tav 2 del RUE Figura 3 - Estratto della Tavola PSC 3 Spazio sistemi Foglio 09 Pineta S. Vitale - del PSC del Comune di Ravenna e Estratto della Tavola RUE 2 Regimi normativi della città esistente e del territorio extraurbano del RUE del Comune di Ravenna (dal servizio WebRUE) 8 di 11

L area del palazzetto di Teodorico, è stata oggetto delle prime campagne di scavo negli anni 1971-72. L'esistenza dell'impianto, costruito in occasione dell'assedio di Ravenna e successivamente trasformato in villa, era conosciuta dalle fonti, particolarmente dal Liber Pontificalis di Andrea Agnello: l'edificio fu a suo tempo identificato mediante sondaggi e messo in luce parzialmente; esso presentava pianta quadrata con ambienti allineati ai lati ed ampia corte centrale secondo lo schema delle ville fortificate tardoantiche; vi era annesso un impianto termale con calidarium e ampio tepidarium a pianta ottagonale allungata, ben conservati, su cui erano localizzabili i muri della chiesetta di S. Maria di Palazzolo, altomedioevale e distrutta nel '500. I lavori di manutenzione, ricominciati nel 1997 dopo molti anni di abbandono della zona, hanno comportato la ripulitura integrale delle strutture già messe in luce nella zona ovest dell'edificio, completamente invase da un canneto, nonché l'asportazione di parti di terreno rimaste fra gli spazi scavati; il lavoro ha riservato alcune sorprese; l'ambiente infatti, considerato a suo tempo come un presumibile corridoio di collegamento, con tutta probabilità è da interpretarsi come un locale aperto almeno in parte sulla laguna che fiancheggiava l'edificio, con un monumentale fronte pilastrato verso l'esterno, due coppie di pilastri anche internamente ed un probabile ninfeo, formato da una vasca semicircolare inserita fra i muri principali e fronteggiante anch'essa verso l'esterno. 9 di 11

B IMPATTI PER IL PAESAGGIO Al fine di valutare l inserimento paesaggistico degli stralci di discarica in progetto è stato redatto un approfondimento specialistico (Relazione Paesaggistica di cui al DPCM 12/12/2005 a firma dell arch. E. Dal Ara), presentato unitamente al Progetto di realizzazione dell opera in ragione del vincolo paesaggistico istituito con D.M. n. 3 del 05/01/1976 con il quale è stata sancita la Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona paesistica nord fra Candiano e Foce reno in Comune di Ravenna. Pertanto nel presente capitolo si fornisce una sintesi delle conclusioni di tale studio in relazione all impatto visivo indotto dalla realizzazione degli interventi presentati, rimandando alla Relazione Paesaggistica per una dettagliata disamina degli aspetti analizzati. l impatto visuale aggiuntivo da parte del progetto in esame risulterà minimo, per effetto delle fasce di vegetazione che già attualmente perimetrano il Comparto, in parte preesistenti ed in parte realizzate a partire dal 2001 da Hera Spa prima ed Herambiente Spa poi, in attuazione del Piano di inserimento paesaggistico e mitigazione visiva della discarica Area-Sotris (a cura dello studio Gueltrini & Stignani, Ravenna, 2000). L area risulta schermata con riferimento alla percezione sia dalla viabilità principale (SS Romea) sia dalla via Sant Alberto e dal paesaggio agrario ad Ovest del Comparto. Nel caso specifico non si ritiene pertanto particolarmente significativo, ai fini della valutazione degli impatti sul paesaggio, effettuare simulazioni della trasformazione in esame con riferimento a punti di visibilità esterni al Comparto, rimanendo essa interclusa all interno di un volume vegetale in grado di occultarla. Inoltre si rileva che da foto-simulazioni dei futuri volumi di discarica [ ] sulla base di fotografie aeree disponibili, in cui è visibile la relazione fra i diversi settori interni al Comparto di discarica, ai fini di sottolineare l importanza, nelle diverse fasi di realizzazione, della creazione di forme ordinate (oltre che stabili), con perfetta integrazione morfologica rispetto a quanto già esistente [ ] e con particolare attenzione nelle fasi di capping alla realizzazione di inerbimenti omogenei, mediante le opportune tecniche agronomiche Lo studio fornisce inoltre una previsione degli effetti delle trasformazioni dal punto di vista paesaggistico; tale previsione riguarda effetti diretti e indotti, a breve e lungo termine, reversibili e irreversibili. 10 di 11

Relativamente a effetti a medio e lungo termine è stato valutato che il Comparto, di tipo fortemente industriale, è inserito nella matrice agricola con tessitura tipica della bonifica, rispetto alla quale tuttavia risulta nettamente separabile. Pertanto, pur configurandosi in contrasto con le forme naturali dei luoghi, evidenzia una certa coerenza al tessuto della bonifica, compartimentata in campi. L adiacenza alla SS Romea, inoltre, contribuisce ulteriormente a mitigare l effetto invasivo del sito nel territorio circostante. Inoltre, vista la localizzazione del Comparto sul bordo fra due tessuti agrari differenti, al margine delle aree di maggiore naturalità da cui è separato dalla SS Romea, esso può svolgere una funzione di passaggio fra due differenti ecosistemi, già svolta da altre zone di bordo presenti nell area a sud (passaggio fra l urbano e l area naturale garantito da una frangia agricola). Nelle conclusioni della Relazione paesaggistica si rileva che Con riferimento specifico agli interventi del progetto in esame essi non alterano sostanzialmente e sensibilmente le caratteristiche del Comparto di appartenenza e non modificano le relazioni che intercorrono già attualmente fra tale Comparto ed il proprio contesto paesaggistico. Si sottolinea che, per gli aspetti concernenti alla coerenza morfologia all'interno del comparto, la demolizione del Centro di Stoccaggio e Pretrattamento rifiuti urbani e speciali anche pericolosi prevista nel 5 Stralcio (con successiva realizzazione di un nuovo corpo di discarica morfologicamente integrato con gli adiacenti) può essere considerata una miglioria sul piano estetico-percettivo, anche se attualmente non significativa rispetto alla visione dall'esterno del Comparto, in virtù dell'azione occultante operata dalle fasce di bosco che lo perimetrano. A breve termine gli impatti sul paesaggio valutabili sono invece quelli eventuali di carattere visuale, relativi alle attività di realizzazione del progetto stesso. Data la schermatura già esistente non si ritiene essi siano significativi. Pertanto, con riferimento specifico al progetto in esame non si ritiene che esso comporti impatti negativi sul paesaggio, e pertanto non vengono previste misure ulteriori di mitigazione e compensazione, rispetto a quanto già oggetto di studio e progettazione a livello di intero comparto. 11 di 11