Introduzione Dal punto di vista storico-letterario il NT è un corpus di scritti appartenenti al periodo ellenistico. La convenzione storiografica periodizza lo studio della lingua greca antica o della sua letteratura in cinque età o periodi: arcaico, classico, ellenistico (nel quale il dialetto parlato ad Atene nell età classica venne adottato come lingua normativa per l intera estensione delle conquiste di Alessandro magno), greco-romano, bizantino. Oggetto del nostro corso è la lingua del Nuovo Testamento, nelle sue particolarità più rilevanti (quindi senza pretesa di completezza di tipo trattatistico, per la quale esistono ampie opere di riferimento indicate in Bibliografia) in quanto rivestono maggiore importanza ai fini interpretativi, soprattutto sul piano della sintassi. Suo presupposto sono quindi le nozioni basilari della fonetica e della morfologia 1 (capacità di riconoscimento delle forme e traduzione); occasionalmente gli esempi studiati potranno fornirci l occasione per alcune osservazioni riguardanti il lessico, poiché, non meno che per gli aspetti precedenti, la comparsa del cristianesimo segnò notevolmente la grecità (e, più tardi similmente la latinità). Al contempo, gli esempi sintattici della trattazione seguente potranno servire anche come occasione per un opportuno riepilogo della morfologia studiata nel corso introduttivo, colmando le eventuali lacune. Ringrazio il prof. Maurizio Marcheselli per avermi messo a disposizione i materiali elaborati per i corsi da lui tenuti nei precedenti anni accademici allo Studio Teologico Accademico Bolognese che ho rielaborato in più punti, pur mantenendone l impianto generale. * * * Per comodità dello studente, riprendiamo ora in una tabella sintetica la terminologia sopra introdotta. Lo studio sistematico di ogni lingua si articola nelle seguenti parti. fonetica morfologia sintassi lessico descrive i suoni caratteristici e la loro trascrizione classifica le forme variabili e i modelli (paradigmi) della loro variazione sistematica (flessione), che si può ulteriormente distinguere in declinazione: delle parti nominali del discorso (articoli, sostantivi, aggettivi, pronomi) coniugazione: dei verbi esamina le strutture di funzionamento, di corretto impiego delle parole entro le unità complesse (proposizione, periodo) classifica i vocaboli, studiandone l origine e i meccanismi di formazione (etimologia), i significati (semantica) 1 E quindi a rigore preferibile non utilizzare il termine di grammatica che è ambiguo, poiché viene talvolta utilizzato come sinonimo di morfologia, altre volte (come nel titolo della monografia di Blass-Debrunner-Rehkopf, cit. infra in Bibliografia) come comprendente insieme morfologia e sintassi : si dovrebbe a rigore parlare piuttosto di morfosintassi. 1
Bibliografia SIGLE DELLE PRINCIPALI OPERE DI RIFERIMENTO BDR BLASS, F.W. - DEBRUNNER, A. - REHKOPF, F., Grammatica del greco del Nuovo Testamento, Paideia, Brescia 1982 e ristampe [ed. or. Göttingen 1976 14 ]. I numeri citati nella nostra trattazione si riferiscono ai paragrafi. LXX RAHLFS, A. (ed.), Septuaginta id est Vetus Testamentum Græce iuxta LXX interpretes, Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart 1935 e ristampe. NT ALAND, K. - BLACK, M. - MARTINI, C.M. METZGER, B.M. - WIKGREN, A. (edd.), Novum Testamentum Græce. Post. E. Nestle - E. Nestle apparatum criticum restituerunt et editionem novis curis elaboraverunt K. ALAND - B. ALAND una cum Instituto studiorum textus Novi Testamenti Monasteriensi (Westphalia), Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart 2002 27/4. E di norma il testo critico citato, negli esempi e negli esercizi. In alternativa si può utilizzare The Greek New Testament, edd. K. Aland - C.M. Martini - B.M. Metzger - A. Wikgren, Münster 1975 3. ZAPh ZERWICK, M., Analysis philologica Novi Testamenti græci, Scripta Pontificii Instituti Biblici, Roma 1966 5. Contiene in forma sintetica l analisi grammaticale dell intero NT (non presuppone l ultima edizione critica), con rimandi alla trattazione di ZGB. Esiste anche l edizione in inglese: ID. M. GROSVENOR, A grammatical Analysis of the Greek New Testament, Roma 1996. ZGB ZERWICK, M., Græcitas biblica Novi Testamenti exemplis illustratur, Scripta Pontificii Instituti Biblici, Roma 1966 5. I numeri della nostra trattazione si riferiscono ai paragrafi. E strumento essenziale per una consultazione approfondita dell opera precedente (ZAPh) alla cui trattazione si collega e si richiama sistematicamente. Ne esiste anche l edizione in inglese ID. - J. P. SMITH, Biblical Greek illustrated by examples, Roma 2005 8, ma è leggermente meno ampia della quinta edizione in latino succitata, basandosi sulla precedente quarta (con alcune divergenze su alcuni singoli punti). ALTRI RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Morfologia normativa (tabelle schematiche) del greco classico, con elementi di sintassi TRENTIN, B. M., Greco. Grammatica, Alpha Test, Milano 2002 Manuali (in italiano) per lo studio morfologico del greco del NT, con elementi di sintassi CALZECCHI ONESTI, R., Leggo Marco e imparo il greco, Piemme, Casale Monferrato 1995 3 JAY, E.G., Grammatica greca del Nuovo Testamento, Piemme, Casale Monferrato 1994 2 POGGI, F. - SERAFINI, F., Corso di greco del Nuovo Testamento, vol. 1, San Paolo, 2003 SWETNAM, J., - RUSCONI, C., Il greco del Nuovo Testamento, vol. 1, Bologna, Dehoniane, 1998 2
Altro manuale (in inglese) per la sintassi del greco del NT WALLACE, D.B., Greek grammar beyond the basics. An exegetical syntax of the New Testament, Zondervan, Grand Rapids - Michigan 1996 Lessico generale del greco L opera più aggiornata e completa è oggi quella di: MONTANARI, F., Vocabolario della lingua greca, Loescher, Torino 2004 2. Ha il merito di avere definitivamente superato l impostazione rigidamente centrata sulla lingua classica Lessico del greco del Nuovo Testamento BAUER, W. - ALAND, B. - ALAND, K., Griechisch-deutsches Wörterbuch zu den Schriften des Neuen Testaments und der frühchlistichen Literatur, De Gruyter, Berlin - New York 1988 6, völlig neu bearbeitete Auflage. Opera scientifica di riferimento, permette di toccare con mano la continuità della lingua neotestamentaria nella più antica letteratura cristiana extracanonica. RUSCONI, C., Vocabolario del greco del Nuovo Testamento, EDB, Bologna 1997 3. A differenza della precedente è un opera per lo studio e la consultazione corrente, pensata per l impiego didattico. Può essere di qualche utilità per lo studente che si introduce in questo campo, anche se non sono mancate le riserve critiche circa la sua impostazione. 2 Lessici concettuali del greco del Nuovo Testamento Sono opere di consultazione, orientate principalmente all esegesi e alla teologia biblica. Contengono tuttavia molti elementi di lessicografia generale, utili per situare la peculiarità del greco neotestamentario in rapporto alla restante grecità classica ed ellenistica da un punto di vista di semantica storica (storia dell evoluzione dei significati). KITTEL, G. - FRIEDRICH, G. (edd.), Grande lessico del Nuovo Testamento, voll. 16, Brescia 1965 1992 (= GLNT) [ed. or. Stuttgart 1933 1978] SPICQ, C., Note di lessicografia neotestamentaria, 2 tomi, Paideia, Brescia 1994 [ed. originale Fribourg (Suisse) 1978 e 1982] BALZ, H. - SCHNEIDER, G. (edd.), Dizionario esegetico del Nuovo Testamento, voll. 2, Brescia 1995 (= DENT) [ed. or. Stuttgart 1992 2 ] 2 Cf. A. Passoni Dell acqua, «Biblica» 79 (1998) 3, pp. 444-445. 3
Il verbo NOZIONI GENERALI Riepiloghiamo anzitutto alcune nozioni basilari, soprattutto in vista della chiarezza terminologica. La coniugazione del verbo è una variazione morfologica che dice qualche elemento utile al significato della frase. Essa avviene in italiano secondo diverse variabili, che corrispondono sostanzialmente a quelle del greco (e delle altre lingue indoeuropee), ma con alcune differenze degne di nota che evidenziamo in colonne sinottiche: persona numero diatesi (voce, forma) modo Italiano 1ª (colui/coloro che parla/parlano) 2ª (colui/coloro a cui si parla) 3ª (colui/coloro di cui si parla) singolare (uno) plurale (più di uno) attiva (il soggetto agisce l azione predicata) passiva (il soggetto è di fatto l oggetto, che subisce l azione; il complemento d agente è di fatto il soggetto, il c.d. soggetto logico, che compie l azione) indicativo (riscontro fatti oggettivi, narrazione ) congiuntivo (pensiero indiretto, esortazione ) imperativo (comando) condizionale (ipotesi) G r e c o in età classica esiste il numero duale, sempre meno impiegato in età ellenistica, non attestato nel Nuovo Testamento dall età classica esiste anche una diatesi media (il soggetto è in qualche modo implicato nell azione) manca il modo condizionale, ma in molti tempi (presente, futuro, aoristo) vi è un distinto modo ottativo, specializzato nell esprimere soprattutto il desiderio infinito participio gerundio oltre al gerundio (declinazione nominale dell infinito) vi sono gli aggettivi verbali della effettività o possibilità passiva (cf. solutus / solubilis) e della necessità passiva tempo presente passato semplice (prossimo o remoto) e composto (trapassato) futuro, semplice e composto (anteriore) (cf. solvendus) le differenze più rilevanti riguardano i tempora del passato imperfetto, aoristo, perfetto, piuccheperfetto il cui valore non può essere fatto corrispondere in modo schematico a quello dei tempi italiani 4
Una precisazione terminologica riguarda i modi del verbo: si chiamano finiti quelli che contengono, nella desinenza, l indicazione della persona che compie l azione, cioè del soggetto. Si chiamano in-finiti ( non finiti ) o anche forme nominali del verbo quelli che non contengono tale indicazione, perché la loro flessione non è in realtà una vera e propria coniugazione. In italiano sono forme infinite : l infinito, il participio e il gerundio. Il greco conosce una maggior ricchezza di forme non finite, o nominali, del verbo in quanto a quelle ricordate aggiunge i due tipi dell aggettivo verbale. LE DIATESI DEL VERBO GRECO A differenza della lingua italiana, il greco conosce tre diatesi del verbo: attiva, passiva e media. spesso coincidente con quella passiva 3 e perciò detta medio-passiva nella maggioranza dei tempora. In italiano le due diatesi del verbo, attiva e passiva, si formano con l aiuto di verbi ausiliari: essere o, più raramente, venire ; in greco le diatesi si formano esclusivamente per coniugazione, senza l impiego di ausiliari. Si tenga poi sempre presente che alcuni verbi mancano della forma attiva 4, mentre altri hanno per contro solo forme attive; altri poi presentano solo forme medie e altri infine hanno esclusivamente forme attive in alcuni tempi ed esclusivamente forme medie in altri tempi. La diatesi media: particolarità nell uso E per noi la diatesi più difficile da interpretare adeguatamente, in quanto aperta a una pluralità di sfumature di significato abbastanza differenti tra loro, che ne precisano diversamente il valore di base: quello per cui il soggetto è in vario modo implicato nell azione. Presentiamo quattro tipi di medio diretto, indiretto, dinamico, causativo particolarmente interessanti per l impiego nel NT 5. 3 Ma con l eccezione del futuro e dell aoristo in cui il passivo ha desinenze proprie: soltanto in questi due tempora abbiamo tre diatesi morfologicamente distinte. Da un punto di vista storico-linguistico si ritiene che nell età arcaica si sia sviluppato il medio, poi specializzatosi nelle forme distinte di passivo. La tendenza successiva (già documentabile in età ellenistica) è al sempre maggiore assorbimento della diatesi media in quella passiva, che resterà sola ad affiancare l attivo nel greco moderno. Cf. ZGB 225; BDR 307. 4 Chiamiamo genericamente deponenti i verbi in cui la diatesi (media e/o passiva) non coincide, anzi confligge con il significato, che è invece attivo. Si parla di verbi deponenti medi se hanno le forme del medio-passivo; deponenti passivi se al futuro e all aoristo assumono semplicemente le forme del passivo. 5 Ai quali si potrebbero aggiungere per completezza il medio reciproco - indica un azione fatta scambievolmente da più persone tra di loro (kunevomen = noi baciamo; kuneovmeqa = noi ci baciamo l un l altro); il medio che esprime semplicemente l intransitivo (fuvw = io produco [riferito a piante]; fuvomai = nasco, spunto, germoglio). Entrambi i casi sembrano praticamente assenti dalla lingua del NT. 5
1) Il medio diretto (o riflessivo) è quello in cui il soggetto della frase è al tempo stesso l agente e l oggetto, ossia l azione ritorna immediatamente sul soggetto, ha significato riflessivo 6. louvw = io lavo; louvomai = io mi lavo. Mt 27, 5 kai; ajpelqw;n ajphvgxato. E (Giuda) uscito fuori si impiccò. Mc 14, 54 kai; oj Pevtro~... h\n sugkaqhvmeno~ meta; twǹ ujphretwǹ kai; qermainovmeno~ pro;~ to; fw`~. E Pietro stava seduto 7 con i servi e a scaldarsi alla fiamma. Rigoroso nella lingua classica, nel NT questo tipo di medio tende a retrocedere a favore della costruzione all attivo seguita dal pronome riflessivo 8, probabilmente perché meglio riconoscibile. Gv 8, 22 e[legon oun oij Ioudaivoi, mhvti ajpoktenei` ejautovn... Dicevano dunque i Giudei: forse si ucciderà 2) Il medio indiretto o di interesse 9 è quello in cui l agente è a qualche titolo beneficiario dell azione predicata, ossia l azione ritorna mediatamente sul soggetto. aijrevw = io prendo; aijrevomai = io prendo per me, io mi prendo 10. Mt 27, 24 ὁ Πιλᾶτος... λαβὼν ὕδωρ ἀπενίψατο τὰς χεῖρας. Pilato presa dell acqua si lavò le mani. Gv 13, 10 ὁ λελουμένος οὐκ ἔχει χρείαν εἰ μὴ τοὺς πόδας νίψασθαι, ἀλλ ἔστιν καθαρὸς ὅλος. Chi si è lavato non ha (altro) bisogno se non di pulirsi i piedi, ma è tutto puro 11. 6 Cf. ZGB 232. 7 Si noti la particolare costruzione perifrastica del participio con il verbo essere (del tutto simmetrica alla forma italiana della traduzione stava seduto) laddove sarebbe stato sufficiente l imperfetto indicativo. Fenomeni come questo sono tipici di una tendenza alla sempre maggiore espressività della lingua greca in età ellenistica, riconoscibile nell impiego di più mezzi linguistici (o a forme espressive analitiche) anziché i soli temi verbali e desinenze (forme sintetiche), di per sé già sufficienti a individuare le forme 8 La costruzione pronominale è l unica rimasta in italiano per esprimere l azione riflessiva: Pietro si lava. Anche questo tipo di costruzione può ricondursi all espressività linguistica di cui alla nota precedente. 9 Il temine di interesse va qui inteso nella sua accezione più neutra: l azione può andare sia a vantaggio che a danno del soggetto. Essenziale alla distinzione dagli altri tipi di medio è piuttosto la ricaduta non immediata, ma appunto indiretta, sul soggetto. Cf. ZGB 234. 10 Nella traduzione del medio di interesse il pronome mi (o corrispondente negli esempi che seguono) ha il valore di un dativo detto appunto di interesse (vi ritorneremo trattando la sintassi del nome), che indica di volta in volta il vantaggio, lo svantaggio o comunque una qualche relazione del soggetto con l azione predicata. Si noti nella stessa frase il participio sostantivato ὁ λελουμένος che ha invece valore di medio diretto. 11 Notare la sequenza delle due voci mediali: la prima (λελουμένος) di valore diretto, la seconda (νίψασθαι) indiretto; l accusativo τοὺς πόδας è di relazione (chiamato anche avverbiale ): pulirsi nei, riguardo ai piedi. 6
Gv 15, 16 οὐχ ὑμεῖς με ἐξελέξασθε, ἀλλ ἐγὼ ἐξελεξάμην ὑμᾶς. Non voi vi siete scelti me, ma io mi sono scelto voi. 3) Il medio dinamico 12 (detto anche soggettivo o intensivo) è quello in cui si esprime un particolare contributo, una partecipazione più intensa del soggetto all azione predicata. Ecco di seguito alcuni esempi. aijtevw = io domando; aijtevomai + gen = io domando con insistenza, io prego, imploro parevcw = io procuro, preparo; parevcomai = io procuro con i miei propri mezzi politeuvw = io sono cittadino; politeuvomai = io mi comporto (vivo) da cittadino, esercito un diritto legato alla cittadinanza strateuvw = io sono soldato; strateuvomai = io prendo parte a una spedizione Anche questo tipo di medio tende a retrocedere nella lingua del NT, tuttavia se ne possono riconoscere alcuni casi. Mt 18, 19 ἐὰν δύο συμφωνήσωσιν ἐξ ὑμῶν ἐπὶ τῆς γῆς περὶ παντὸς πράγματος οὗ ἐὰν αἰτήσωνται, γενήσεται αὐτοῖς παρὰ τοῦ πατρός μου τοῦ ἐν οὐρανοῖς Se due di voi si accorderanno sulla terra, riguardo a qualsiasi cosa domanderanno nella preghiera, essa sarà loro data dal Padre mio nei cieli. Lc 7, 4 παρεκάλουν αὐτὸν σπουδαίως λέγοντες ὅτι ἄξιός ἐστιν ᾧ παρέξῃ τοῦτο. Lo esortavano dicendo con insistenza: E degno che tu gli faccia (di tuo, poiché lo puoi) ciò. At 23, 1 ἄνδρες ἀδελφοί, ἐγὼ πάσῃ συνειδήσει ἀγαθῇ πεπολίτευμαι τῷ θεῷ ἄχρι ταύτης τῆς ἡμέρας. Uomini fratelli, io in tutta buona coscienza mi sono comportato nei riguardi di Dio, fino a questo giorno. Fil 1, 27 Μόνον ἀξίως τοῦ εὐαγγελίου τοῦ Χριστοῦ πολιτεύεσθε. Soltanto comportatevi in modo degno del vangelo di Cristo. 12 Cf. ZGB 234. Ma Zerwick ascrive questi esempi al medio indiretto, senza distinzione fra i due tipi. Poiché la modifica apportata dal cosiddetto medio dinamico al significato di base del verbo può essere notevole, i vari significati si trovano normalmente registrati nei vocabolari. È insomma un fenomeno rilevante per la formazione del lessico. 7
4) Il medio causativo 13 (o permissivo) indica un azione che il soggetto non compie direttamente, ma fa (o lascia) compiere da altri. In italiano è reso soprattutto dalle espressioni fraseologiche: fare, lasciarsi, permettere di + infinito, o altre simili 14. didavskw = io istruisco; didavskomai = io faccio istruire Ecco alcuni esempi nel NT. Lc 2, 4.5 Ἀνέβη δὲ καὶ Ἰωσὴφ... ἀπογράψασθαι σὺν Μαριὰμ τῇ ἐμνηστευμένῃ αὐτῷ, οὔσῃ ἐγκύῳ. Andò anche Giuseppe a farsi registrare con Maria, la sua sposa, che era incinta. At 22, 16 καὶ νῦν τί μέλλεις; ἀναστὰς βάπτισαι καὶ ἀπόλουσαι τὰς ἁμαρτίας σου ἐπικαλεσάμενος τὸ ὄνομα αὐτοῦ. E ora che aspetti? Va a farti battezzare e lava i tuoi peccati invocando il suo nome! Gal 5, 12 Ὄφελον καὶ ἀποκόψονται οἱ ἀναστατοῦντες ὑμᾶς. Sarebbe persino meglio si lasciassero castrare coloro che vi turbano! La diatesi passiva: particolarità nell uso Ci soffermiamo su due impieghi della diatesi passiva che hanno un certo rilievo nel NT: si tratta del passivo teologico e di quello causativo. 1) È chiamato passivo teologico (o divino) 15 quello il cui complemento d agente (sottinteso) sarebbe, se espresso, da Dio. La spiegazione comune di tale uso, derivato al greco del NT dalle lingue semitiche retrostanti, viene ritrovata nella preoccupazione di evitare una menzione diretta di Dio (attraverso la forma passiva) come soggetto o anche come agente (soggetto di fatto o logico nel passivo). E impiegato molto di frequente, soprattutto nei vangeli 16, e il suo riconoscimento ha spesso una notevole importanza per la corretta esegesi dei testi. 13 Cf. ZBG 232; BDR 317. La permissione afferma una causalità attenuata (piuttosto passiva che attiva) dell azione. 14 Costituisce una voce verbale fraseologica ogni espressione che impiega più di un verbo per rendere in realtà un idea unitaria. La necessità di ricorrere in italiano a una voce fraseologica o a una perifrasi per tradurre un espressione sintetica del greco è indice di minore ricchezza espressiva della lingua di traduzione rispetto a quella di partenza. 15 Cf. ZGB 236; BDR 130, 1. 16 Data la frequenza con cui tale forma ricorre seppure non esclusivamente nelle parole del Signore, Jeremias presenta il passivo divino come uno dei modi di dire preferiti da Gesù. Cf. J. Jeremias, Teologia del Nuovo Testamento 1, Paideia, Brescia 1976 2 (ed. or. Göttingen 1973 2 ), pp. 17-22; è tipico del metodo di lavoro di questo teologo andare alla ricerca, attraverso il metodo della retroversione, della forma linguistica aramaica soggiacente alla tradizione conservata nella redazione dei vangeli. 8
Mt 5, 4μακάριοι οἱ πενθοῦντες, ὅτι αὐτοὶ παρακληθήσονται. Beati gli afflitti, poiché saranno consolati. Mt 5, 21 Ἠκούσατε ὅτι ἐρρέθη τοῖς ἀρχαίοις οὐ φονεύσεις Avete udito che fu detto agli antichi: non ucciderai. Mt 28, 18 ἐδόθη μοι πᾶσα ἐξουσία ἐν οὐρανῷ καὶ ἐπὶ [τῆς] γῆς. Mi è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Gv 1, 3πάντα δι αὐτοῦ ἐγένετο. Tutto è stato fatto per mezzo di lui 17. 2) Come già visto per la diatesi media, anche il passivo può assumere un valore causativo 18 (il cui valore confina con quello permissivo 19 ). Come si può vedere dagli esempi seguenti, la traduzione in italiano è resa in questi casi da espressioni fraseologiche (infinito preceduto da un verbo servile: fare, lasciare, accettare ). Mc 10, 45 ὁ υἱὸς τοῦ ἀνθρώπου οὐκ ἦλθεν διακονηθῆναι ἀλλὰ διακονῆσαι Il figlio dell uomo non è venuto a farsi servire, ma per servire. Mc 13, 7 ὅταν δὲ ἀκούσητε πολέμους καὶ ἀκοὰς πολέμων, μὴ θροεῖσθε. Quando sentirete (parlare di) guerre e voci di guerre, non lasciatevi spaventare! 1Cor 6, 7 διὰ τί οὐχὶ μᾶλλον ἀδικεῖσθε; διὰ τί οὐχὶ μᾶλλον ἀποστερεῖσθε; Perché piuttosto non accettate di essere trattati ingiustamente? Perché piuttosto non accettate di essere danneggiati? 17 Sottolineiamo brevemente lo speciale rilievo esegetico del passivo teologico negli esempi richiamati. Le beatitudini (Mt 5, 3-12 par Lc 6, 20b-23) annunciano che Dio stesso interverrà a capovolgere le presenti situazioni di povertà e oppressione; nelle antitesi del discorso della montagna (Mt 5, 21-48) Gesù si presenta, con forte rivendicazione di autorità, come il vero interprete della volontà di Dio, che esercita il diritto di correggere la legge da lui data per mezzo di Mosè; la ἐξουσία del risorto (Mt 28, 18) è davvero universale perché proveniente da Dio; il Logos (Gv 1, 3) è dal principio strumento della potenza divina nell opera della creazione. 18 Cf. BDR 314 19 Meno appropriata a questo riguardo la denominazione concessivo, che ha un altro significato attinente la sintassi del periodo. 9
I tempora del verbo greco e i loro impieghi 20 Solo convenzionalmente quelli che chiamiamo tempi del verbo in italiano ricevono nelle trattazioni grammaticali del greco lo stesso nome; si ricorre talvolta al termine latino tempora per sottolineare appunto la differenza tra le due categorie. Non si tratta soltanto di una differenza quantitativa (giacché non esiste, ad esempio, un tempo italiano corrispondente all aoristo), ma di una differente funzione sintattica. Essa riguarda tutti i tempi del passato, detti anche storici. Dunque il verbo greco può esprimere la gradazione temporale (il piano, la collocazione dell azione): in particolare il piano dell anteriorità è indicato morfologicamente dall aumento 21, secondo lo schema seguente. presente gradazione temporale quando? passato (aumento) futuro Al contempo il verbo greco può egualmente esprimere e di norma esprime anche l aspetto verbale, ossia la qualità dell azione, che è indicato morfologicamente dal tema del verbo. I tipi dell aspetto verbale sono riassunti nel secondo prospetto che, si noti bene, è del tutto indipendente dal precedente. azione semplice - tema dell aoristo aspetto verbale come? in-determinata azione continua - tema del presente in-compiuta, nel suo svolgersi azione compiuta - tema del perfetto perdurante negli effetti Mentre l aspetto verbale è implicito in tutti i modi del verbo, compresi l infinito e il participio, solo all indicativo dei tempi storici l unico modo che presenti l aumento il greco ha la possibilità di esprimere la gradazione temporale del passato. Il futuro è l unico tempo in cui il tema verbale funziona da indicatore morfologico della gradazione temporale. Di conseguenza il futuro non può esprimere la qualità (aspetto) dell azione: non si può distinguere entro il futuro fra azione semplice, compiuta e durativa. 20 Cf. ZGB 240. 21 Si tratta sempre della temporalità assoluta. La temporalità relativa dell azione (contemporaneità, anteriorità, posteriorità dell azione del verbo) non è mai espressa in quanto tale dalla forma del verbo greco e può essere ricavata solo in base al contesto. 10
E opportuno richiamare che non si devono confondere tema verbale e radice. Quest ultima attiene alla etimologia del verbo: è l idea semantica di base da cui derivano una o più termini affini del lessico (verbi, sostantivi, aggettivi ). I temi verbali attengono alla morfologia del verbo: sono le forme basi riunite nel paradigma: unione delle forme fondamentali del verbo per la coniugazione di tutte le voci di un determinato tempus, anche se un tema può in alcuni verbi coincidere con la radice 22. L azione in divenire: il tema del presente Presente e imperfetto sono i due tempi dell azione incompiuta, in fieri, e hanno un loro tema caratteristico 23. Esso indica un azione nel suo corso. L imperfetto può inoltre indicare che l azione è considerata da colui che parla anche come ripetuta in modo continuo, o come abituale, o come tentata 24. Ecco i principali impieghi presenti nel NT, con relativi esempi. 1) Il prolungarsi dell azione (o il perdurare dello stato per i verbi che non indicano un attività) può intendersi come prolungata e perdurante nel presente (gravfw = scrivo, sto scrivendo ) o nel passato (e[grafen = scriveva, stava scrivendo ); oppure come atemporale, non soggetta a determinazioni di tempo. L azione descritta nel suo svolgersi o lo stato presentato nel suo perdurare possono collocarsi sia nel presente che nel passato (quindi a prescindere dal fatto che questa azione sia ormai conclusa nel momento in cui viene raccontata). 22 Ad esempio: il verbo bavllw ha come radice bal; il tema del presente è ball-, il tema dell aoristo è bal- il tema del perfetto è beblh-. Una particolarità è poi costituita da quella classe di verbi (levgw, ojravw...) che formano i temi verbali dei diversi tempi da radici etimologicamente disparate, anche se semanticamente affini. In tali casi le radici sono riunite in un unico paradigma fenomeno chiamato da alcuni del supplettivismo, o dei verbi politematici soltanto convenzionalmente, in realtà fanno soltanto parte di un area semantica omogenea. 23 Il tema del presente è anche quello che pone i maggiori problemi di alterazione formale, perché è il più soggetto a modificazioni nella coniugazione: si danno numerosi tipi di contrazione tra vocale tematica e desinenze nei temi in vocale, tra aumento e temi del verbo inizianti per vocale. Si rimanda per questo alla trattazione della morfologia. 24 Tutti questi aspetti caratterizzano l intera gamma delle forme che possono coniugarsi dal tema del presente; l imperfetto (in cui figura soltanto il modo indicativo) vi aggiunge mediante l indicatore morfologico dell aumento la gradazione temporale. Come detto sopra, lo schema della gradazione temporale e quello dell aspetto verbale sono tra di loro indipendenti. Cf. ZGB 270 11
Gv 9, 25 ἓν οἶδα ὅτι τυφλὸς ὢν ἄρτι βλέπω. Una cosa sola so: che mentre prima ero cieco, (ora) vedo di nuovo. At 18, 18 Ὁ δὲ Παῦλος... ἐξέπλει εἰς τὴν Συρίαν, καὶ σὺν αὐτῷ Πρίσκιλλα καὶ Ἀκύλας, κειράμενος ἐν Κεγχρεαῖς τὴν κεφαλήν, εἶχεν γὰρ εὐχήν. Paolo salpò per la Siria, ed (erano) con lui Priscilla e Aquila, dopo essersi fatto tosare il capo a Cencre: infatti aveva (cioè: portava con sé fino al momento di attuarlo) un voto. Il significato atemporale è spesso impiegato nelle affermazioni di carattere generale, come quelle che esprimono una verità di ordine teologico o una sapienza popolare, anche racchiusa in formule di tipo proverbiale. La distinzione tra azione perdurante e atemporale è che la prima è vera da qui in avanti, la seconda è valida da sempre e per sempre. Mt 5, 14-15 Ὑμεῖς ἐστε τὸ φῶς τοῦ κόσμου... οὐδὲ καίουσιν λύχνον καὶ τιθέασιν αὐτὸν ὑπὸ τὸν μόδιον ἀλλ ἐπὶ τὴν λυχνίαν. Voi siete la luce del mondo. (Gli uomini) non accendono una lampada e la pongono sotto il moggio, ma sopra il lampadario. Gv 1, 5τὸ φῶς ἐν τῇ σκοτίᾳ φαίνει. La luce splende nella tenebra. 2) L azione ripetuta (detta anche iterativa) o abituale è spesso, anche se non necessariamente, sottolineata in italiano da espressioni fraseologiche del tipo continuare a (iterazione), non smettere di o essere soliti a, essere avvezzi a (abitudine). Anche l azione abituale o iterativa può collocarsi sia nel presente che nel passato. La sottile distinzione tra azione iterativa e abituale è che la prima si svolge in modo ripetuto e di continuo, la seconda corrisponde a un'abitudine, che è quindi un azione saltuaria 25. Ef 4, 28 ὁ κλέπτων μηκέτι κλεπτέτω, μᾶλλον δὲ κοπιάτω ἐργαζόμενος ταῖς [ἰδίαις] χερσὶν τὸ ἀγαθόν. Chi è avvezzo a rubare non rubi più, piuttosto fatichi operando il bene con le [proprie] mani. Mt 21, 8 ὁ δὲ πλεῖστος ὄχλος ἔστρωσαν ἑαυτῶν τὰ ἱμάτια ἐν τῇ ὁδῷ, ἄλλοι δὲ ἔκοπτον κλάδους ἀπὸ τῶν δένδρων καὶ ἐστρώννυον ἐν τῇ ὁδῷ La gran folla stese i propri mantelli sulla strada, altri poi tagliavano dei rami dagli alberi e li stendevano sulla via. 25 Si noti che participio presente, mancante nell imperfetto, può esprimere (in base al contesto) anche l azione continua sul piano temporale del passato; cf. i participi ἀκολουθούσης, κλέπτων nella serie seguente di esempi. 12
At 2, 45 καὶ τὰ κτήματα καὶ τὰς ὑπάρξεις ἐπίπρασκον καὶ διεμέριζον αὐτὰ πᾶσιν καθότι ἄν τις χρείαν εἶχεν E i possedimenti e i beni li vendevano e distribuivano a tutti, secondo quanto ciascuno aveva bisogno. 1Cor 10, 4 καὶ πάντες τὸ αὐτὸ πνευματικὸν ἔπιον πόμα ἔπινον γὰρ ἐκ πνευματικῆς ἀκολουθούσης πέτρας, ἡ πέτρα δὲ ἦν ὁ Χριστός. E tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che (li) accompagnava 26. 3) L azione tentata (si parla anche in tal caso di imperfetto o presente conativo, di conato) è quella che non viene in se stessa compiutamente realizzata. Rappresenta l azione im-perfetta per antonomasia 27 : il tentativo può anche riuscire, ma nel momento in cui se ne parla non lo si sa, dunque esso è in se stesso incompiuto. Può essere reso in italiano da espressioni fraseologiche del tipo volere, oppure cercare di seguite dall infinito. Ecco anzitutto alcuni esempi il cui senso sembra riferirsi principalmente al presente. Mt 23, 13 Οὐαὶ δὲ ὑμῖν, γραμματεῖς καὶ Φαρισαῖοι ὑποκριταί, ὅτι κλείετε τὴν βασιλείαν τῶν οὐρανῶν ἔμπροσθεν τῶν ἀνθρώπων ὑμεῖς γὰρ οὐκ εἰσέρχεσθε οὐδὲ τοὺς εἰσερχομένους ἀφίετε εἰσελθεῖν. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini: voi infatti non vi entrate e a coloro che cercano (cercavano) di entrarci non permettere di entrare! Mt 27, 40 ὁ καταλύων τὸν ναὸν καὶ ἐν τρισὶν ἡμέραις οἰκοδομῶν, σῶσον σεαυτόν. Tu che (vuoi / volevi) distruggere il tempio e in tre giorni (vuoi / volevi) edificarlo, salva te stesso! Gv 10, 32 πολλὰ ἔργα καλὰ ἔδειξα ὑμῖν ἐκ τοῦ πατρός διὰ ποῖον αὐτῶν ἔργον ἐμὲ λιθάζετε; Vi ho mostrato molte buone opere dal Padre: per quale opera di esse cercate di lapidare me? 1Cor 7, 15 εἰ δὲ ὁ ἄπιστος χωρίζεται, χωριζέσθω. Se il non credente vuole separarsi, si separi. Quindi alcuni esempi relativi all imperfetto di conato. Conoscendo il contesto dei passi, si può facilmente constatare come si tratti sia di tentativi realizzati, che rimasti irrealizzati: l aspetto conativo prescinde dall esito del predicato. 26 Notare in questa frase il contrasto tra le forme ἔπιον (aoristo: qui puntuale o anche semplicemente generico) ed ἔπιvον (imperfetto: abituale) dal medesimo verbo. 27 Cf. ZGB 273 13
Mt 3, 14-15 ὁ δὲ Ἰωάννης διεκώλυεν αὐτὸν λέγων ἐγὼ χρείαν ἔχω ὑπὸ σοῦ βαπτισθῆναι, καὶ σὺ ἔρχῃ πρός με; Ma Giovanni voleva impedirlo a lui dicendo: io ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me? Mc 15, 23 καὶ ἐδίδουν αὐτῷ ἐσμυρνισμένον οἶνον ὃς δὲ οὐκ ἔλαβεν. Cercavano di dargli (da bere) vino mirrato: ma egli non ne prese. Lc 1, 59 καὶ ἐκάλουν αὐτὸ ἐπὶ τῷ ὀνόματι τοῦ πατρὸς αὐτοῦ Ζαχαρίαν. E volevano chiamarlo con il nome di suo padre Zaccaria 28. Lc 5, 6καὶ τοῦτο ποιήσαντες συνέκλεισαν πλῆθος ἰχθύων πολύ, διερρήσσετο δὲ τὰ δίκτυα αὐτῶν. E, fatto ciò, pescarono una gran quantità di pesci, (tale) che le loro reti rischiavano di rompersi. Lc 8, 41 καὶ ἰδοὺ ἦλθεν ἀνὴρ ᾧ ὄνομα Ἰάϊρος... καὶ πεσὼν παρὰ τοὺς πόδας [τοῦ] Ἰησοῦ παρεκάλει αὐτὸν εἰσελθεῖν εἰς τὸν οἶκον αὐτοῦ. Un uomo cui (era) nome Giairo gettato ai piedi di Gesù lo pregava di entrare nella sua casa 29. L azione semplice: il tema dell aoristo Dal punto di vista dell aspetto verbale è il più elastico dei temi: è chiaro solo cosa non significa, vale a dire né l azione in corso, né l azione compiuta 30. Rappresenta un azione né nel suo corso (presente/imperfetto), né nel suo compimento (perfetto). Questa è una definizione negativa: esattamente come la parola a-oristo, che significa etimologicamente indeterminato, non specificato. In contrasto con quanto appena enunciato, una radicata consuetudine della sintassi normativa attribuisce al tema verbale dell aoristo un intrinseco valore di azione puntuale ; se così fosse l aoristo dovrebbe esprimere sempre e comunque questa modalità dell azione. 28 È corretta in questo caso la traduzione avrebbero voluto, con il cosiddetto falso condizionale in quanto il modo condizionale italiano (inesistente in greco, come in latino) non sa esprimere una vera ipotesi, come quelle dipendenti dalla congiunzione se o simili, ma semplicemente un affermazione attenuata. 29 Questo imperfetto si può classificare come di conato, anche senza ricorrere a espressioni fraseologiche nella traduzione, in quanto il soggetto prega senza la certezza di venire esaudito; cf. invece Mt 26, 53 ἢ δοκεῖς ὅτι οὐ δύναμαι παρακαλέσαι τὸν πατέρα μου, καὶ παραστήσει μοι ἄρτι πλείω δώδεκα λεγιῶνας ἀγγέλων; (o pensi che io non possa / potrei pregare il Padre mio, che mi metterebbe accanto più di dodici legioni di angeli?) ove l impiego dell aoristo, che non ha mai l aspetto di azione tentata, sembra dare alla preghiera di Gesù una connotazione di certezza. Si noti la resa di δύναμαι con potrei (falso condizionale). 30 Cf. ZGB 240 L aoristo non definisce nulla in merito all indole dell azione: semplicemente indica l azione. Morfologicamente le caratteristiche sono varie; solo nel cosiddetto aoristo sigmatico o debole il tema è caratterizzato dalla presenza dell infisso σ prima della desinenza. Analogamente a quanto sopra osservato riguardo all imperfetto, si ricordi sempre che solo nel modo indicativo (l unico che presenti l aumento) l aoristo indica anche un azione passata. 14
Si deve invece ritenere che il valore puntuale dell aoristo sia piuttosto un semplice fatto statistico 31. L interpretazione dell aoristo come puntuale oppure come indicante un altro tipo di azione dipende unicamente dal contesto. Vediamo di seguito alcuni particolari impieghi e valori, con relativi esempi. 1) Nei verbi indicanti uno stato, l aoristo esprime frequentemente (ma non necessariamente) l azione nel suo momento iniziale, il passaggio da una condizione a un altra: si parla in tale caso di aoristo ingressivo 32. Ap 19, 6 kai; h[kousa wq" fwnh;n o[clou pollou`... allhloui>av, ὅτι ἐβασίλευσεν κύριος ὁ θεὸς [ἡμῶν] ὁ παντοκράτωρ. E sentii come una voce di grande folla Alleluia, poiché ha cominciato a regnare il signore [nostro] Dio, l onnipotente 33. 2) Nei verbi indicanti un tentativo, l aoristo può indicare l effetto ottenuto: si parla in tal caso di aoristo effettivo 34. 31 Certo, se un autore greco vuole descrivere un azione come puntuale (ossia non dilatata nel tempo e avvenuta una volta sola) non ha di fatto altra possibilità che l aoristo. Questa è la ragione per cui le azioni puntuali si trovano in greco tutte espresse all aoristo. Non ci sono alternative, perché è certo che l azione puntuale non può essere espressa col presente o col perfetto. Ma ciò è altra cosa dall affermare che l aoristo esprima di diritto (necessariamente, di sua natura) l azione come puntuale. Esprimendo l azione semplice, esso è anche in grado di esprimere l azione come puntuale. In tal senso ecco un buon esempio per un confronto iniziale tra imperfetto e aoristo: Mc 12, 41-42 Καὶ καθίσας κατέναντι τοῦ γαζοφυλακίου ἐθεώρει πῶς ὁ ὄχλος βάλλει χαλκὸν εἰς τὸ γαζοφυλάκιον. καὶ πολλοὶ πλούσιοι ἔβαλλον πολλά καὶ ἐλθοῦσα μία χήρα πτωχὴ ἔβαλεν λεπτὰ δύο, ὅ ἐστιν κοδράντης. (E seduto dinanzi alla cassa [delle offerte al tempio] osservava come la folla getta [monete di] bronzo nella cassa. E molti ne gettavano molte; ma giunta una vedova povera gettò due soldi, cioè un quattrino). Cf. infra la nota 35 per alcuni esempi di come il carattere non definito dell aoristo gli consenta, in differenti contesti, di descrivere persino un azione durativa. In conclusione: l impostazione tradizionale è costretta a fare varie eccezioni per giustificare i casi in cui l aoristo non può essere inteso come puntuale. 32 Cf. ZGB 250s; BDR 331. Annotiamo qui l esempio di Gv 19, 35 καὶ ὁ ἑωρακὼς μεμαρτύρηκεν... ἵνα καὶ ὑμεῖς πιστεύ[σ]ητε. (Chi ha visto ne rende testimonianza perché anche voi crediate) in cui, nonostante l esistenza di una linea interpretativa in tale senso, sembra da escludere un valore ingressivo (perché anche voi veniate alla fede, iniziate a credere), tanto più che da un punto di vista critico-testuale il congiuntivo aoristo rappresenta una lezione secondaria rispetto al congiuntivo indicativo, in se stesso preferibile e attestato dalla maggioranza dei testimoni. 33 Cf. però Ap 20, 4...καὶ ἐβασίλευσαν μετὰ τοῦ Χριστοῦ χίλια ἔτη. (E regnarono con Cristo per mille anni); pur essendovi la medesima voce verbale dell esempio sopra citato Ap 19, 6, qui non può in nessun modo avere valore ingressivo, dato l evidente valore durativo del predicato in questo contesto. Altri esempi in tal senso Gv 2, 20 τεσσεράκοντα καὶ ἓξ ἔτεσιν οἰκοδομήθη ὁ ναὸς οὗτος, καὶ σὺ ἐν τρισὶν ἡμέραις ἐγερεῖς αὐτόν; (Questo tempio è stato costruito in quarantatré anni, e tu in tre giorni lo farai risorgere?); At 18, 11 Ἐκάθισεν δὲ ἐνιαυτὸν καὶ μῆνας ἓξ διδάσκων ἐν αὐτοῖς τὸν λόγον τοῦ θεοῦ. (Là si stabilì per un anno e sei mesi, insegnando fra di loro la parola di Dio). Per giustificare questi casi si è proposta la denominazione di aoristo complessivo, in quanto l azione espressa dal verbo è vista in sé come un tutto, abbracciando unitariamente un lasso di tempo (la cui estensione può essere chiarita come negli esempi precedenti per mezzo di una determinazione temporale); cf. BDR 318, 1; 332, 1. 34 Cf. ZGB 252; BDR 318, 1 (anche se in BDR manca un par. esplicitamente dedicato all aoristo effettivo). 15
Mt 27, 20 Οἱ δὲ ἀρχιερεῖς καὶ οἱ πρεσβύτεροι ἔπεισαν τοὺς ὄχλους ἵνα αἰτήσωνται τὸν Βαραββᾶν, τὸν δὲ Ἰησοῦν ἀπολέσωσιν. I sommi sacerdoti e gli anziani riuscirono a persuadere le folle a domandare Barabba e a condannare Gesù 35. Mc 5, 12 καὶ παρεκάλεσαν αὐτὸν λέγοντες πέμψον ἡμᾶς εἰς τοὺς χοίρους, ἵνα εἰς αὐτοὺς εἰσέλθωμεν. E lo supplicarono (efficacemente) dicendo: Mandaci dai porci perché entriamo in essi 36. Oltre agli esempi sopra riportati di opposizione di aspetto tra tema del presente e tema dell aoristo (peivqein = persuadere / peivsai = riuscire a persuadere; parakalei'n = esortare / parakalevsai = esortare con successo) si possono ricordare le seguenti coppie: ejrwta'n = chiedere / ejrwth'sai = chiedere con successo; kwluvein = ostacolare, cercare di impedire / kwlu'sai = impedire efficacemente; bsvllein = gettare, lanciare / balei'n = centrare gettando, colpire 3) Si parla di aoristo prolettico (anticipativo) perché equiparabile a un futuro, quando, dopo una subordinata condizionale (o protasi del periodo ipotetico) che può essere anche semplicemente implicita, il verbo della sovraordinata (o apodosi del periodo ipotetico) compare in aoristo laddove ci si aspetterebbe il futuro, in quanto chi parla considera il fatto come già compiuto, in pratica simultaneo alla premessa 37. Mt 18, 15 Ἐὰν δὲ ἁμαρτήσῃ [εἰς σὲ] ὁ ἀδελφός σου, ὕπαγε ἔλεγξον αὐτὸν μεταξὺ σοῦ καὶ αὐτοῦ μόνου. ἐάν σου ἀκούσῃ, ἐκέρδησας τὸν ἀδελφόν σου Se il tuo fratello avrà peccato contro di te, va e riprendilo fra te e lui solo. Se ti avrà ascoltato avrai (lett.: hai) guadagnato 38 il tuo fratello. 1 Cor 7, 28 ἐὰν δὲ καὶ γαμήσῃς, οὐχ ἥμαρτες, καὶ ἐὰν γήμῃ ἡ παρθένος, οὐχ ἥμαρτεν Se ti sposerai non avrai (lett.: hai) peccato; e se la vergine si sposerà non avrà (lett.: ha) peccato 39. 35 Si confronti l aoristo di questo esempio con l imperfetto di conato di At 13, 43 οἵτινες προσλαλοῦντες αὐτοῖς ἔπειθον αὐτοὺς προσμένειν τῇ χάριτι τοῦ θεοῦ. (I quali [Paolo e Barnaba] parlando a loro cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio). 36 L aoristo di questo esempio, accostato all imperfetto del contesto precedente Mc 5, 10 καὶ παρεκάλει αὐτὸν πολλὰ ἵνα μὴ αὐτὰ ἀποστείλῃ ἔξω τῆς χώρας. (e lo supplicava con molte parole di non mandarli fuori dalla regione), sottolineerebbe per contrasto che in Mc 5, 12 essi ottengono effettivamente quanto domandano. Per contrasto all aoristo effettivo per i casi come Mc 5, 10 in cui non vi è nel testo alcuna indicazione sull effettivo raggiungimento dello scopo inteso dal verbo si parla anche di imperfetto da assenza dell azione complementare ; cf. ZGB 272. 37 Cf. ZGB 257s; BDR 333, 2. Si può definire questo tipo di aoristo come un futuro grammaticale o logico (cioè richiesto dal contesto sintattico: un periodo ipotetico); alcuni trattati parlano anche di aoristo drammatico. 38 Il greco manca del futuro anteriore. 39 La CEI traduce scegliendo il tempo presente: Se ti sposi, non fai peccato; e se la giovane prende marito, non fa peccato. L essenziale è conservare la contemporaneità tra protasi e apodosi. 16
Impieghi dell aoristo in modi diversi dall indicativo Altri esempi relativi a modi diversi dall indicativo (e quindi a prescindere da ogni valore temporale) ci permettono di apprezzare ulteriormente l aspetto verbale dell azione aoristica e di convalidare il principio generale che il suo valore va sempre precisato sulla base del contesto. Imperativo (e infinito) In alcuni testi sinottici petizioni del Padre nostro, parola sulla sequela, discorso della montagna è proprio la scelta di un diverso tempus dell imperativo (aoristo o presente) che permette di apprezzare le possibili sfumature con cui la redazione dell uno o dell altro evangelista ha inteso una testimonianza della tradizione. Generalmente tali differenze di aspetto verbale rimangono del tutto impercettibili nella traduzione italiana 40. Mt 6, 11 Lc 11, 3 τὸν ἄρτον ἡμῶν τὸν ἐπιούσιον δὸς (aoristo) ἡμῖν σήμερον τὸν ἄρτον ἡμῶν τὸν ἐπιούσιον δίδου (presente) ἡμῖν τὸ καθ ἡμέραν il pane nostro quello necessario dacci oggi il pane nostro quello necessario dacci ogni giorno In Mt l aoristo, precisato dalla determinazione temporale oggi, ha inequivocabilmente un valore puntuale e significa: da in un unica azione 41. In Lc basterebbe il tema verbale del presente a chiarire come è stata letta la domanda: la determinazione temporale ogni giorno rafforza e sottolinea tale scelta espressiva, mostrando di intendere un azione continuata, o meglio che si ripete (iterativa). Mt 16, 24 Lc 9, 23 εἴ τις θέλει ὀπίσω μου ἐλθεῖν (aoristo), Se uno vuol venire dietro me ἀπαρνησάσθω ἑαυτὸν rinneghi se stesso καὶ ἀράτω τὸν σταυρὸν αὐτοῦ e prenda la sua croce καὶ ἀκολουθείτω μοι. e mi segua εἴ τις θέλει ὀπίσω μου ἔρχεσθαι, (presente) Se uno vuol venire dietro me ἀρνησάσθω ἑαυτὸν rinneghi se stesso καὶ ἀράτω τὸν σταυρὸν αὐτοῦ e prenda la sua croce καθ ἡμέραν καὶ ἀκολουθείτω μοι. ogni giorno e mi segua 40 Si parla di possibili sfumature e tendenze espressive della lingua, non di regole. Cf. BDR 335-7 ove si ammette che la distinzione tra imperativo presente e imperativo aoristo è praticamente trascurata in un gran numero di casi. In casi di imperativo aoristo come Gc 5, 7 Μακροθυμήσατε οὖν, ἀδελφοί, ἕως τῆς παρουσίας τοῦ κυρίου. (siate pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore!); Gv 6, 34 κύριε, πάντοτε δὸς ἡμῖν τὸν ἄρτον τοῦτον. (Signore, dacci sempre questo pane!), i comandi espressi non possono affatto avere valore puntuale, ma all opposto durativo o iterativo. 41 Come spesso abbiamo già ricordato, si osservi tuttavia che la puntualità di questa azione non viene esclusivamente dal tema verbale dell aoristo (in se stesso indeterminato), ma è chiarita in definitiva dall avverbio temporale. 17
Fin dal primo infinito si vede l insistenza propria a Lc sulla iteratività dell azione. Il primo imperativo (ἀπαρνησάσθω, ἀρνησάσθω) è un aoristo in entrambi i casi 42 e si può senza dubbio pensare a un valore puntuale: il discepolo rinneghi una volta per tutte se stesso. Per contro il terzo e ultimo imperativo è al presente (ἀκολουθείτω) e non c è dubbio che entrambi gli evangelisti vogliono caratterizzare rispetto alle altre l ultima azione come durativa: il seguire del discepolo è azione che si prolunga. Il secondo imperativo (ἀράτω) è un aoristo in entrambi i casi: in Mt esso indica un azione puntuale in base al contesto, ma Lc lo completa con una determinazione temporale (καθ ἡμέραν) che indica ripetizione e così facendo determina in tale senso iterativo l azione aoristica. Di fatto il tema verbale dell aoristo giunge qui a invadere il campo proprio del presente/ imperfetto (ma mai il contrario!). Analogamente si dica, infine, per l esempio seguente. Mt 5, 42 τῷ αἰτοῦντί σε A colui che ti domanda δός. da. Lc 6, 30 παντὶ αἰτοῦντί σε A ognuno che ti domanda δίδου. da (sempre). Con l imperativo aoristo in Mt si vuole esprimere semplicemente l azione di dare, senza alcuna particolare sottolineatura sul perdurare/ripetersi dell azione; in Lc il presente ha probabilmente valore iterativo e lo sottolinea con l aggettivo a ognuno (παντὶ) al posto del semplice articolo. Imperativo negativo 43 E opportuno completare i cenni sull uso dell imperativo con alcune osservazioni sull impiego dell imperativo in contesto negativo, ossia a esprimere una proibizione. Secondo una tendenza generalmente riscontrabile, seppure non in modo rigoroso, nel NT mhv + imperativo presente vieta di continuare un azione, mentre mhv + congiuntivo aoristo vieta di intraprendere un azione, oppure dà un divieto categorico 44. Ecco anzitutto alcuni esempi del primo tipo, con il presente. 42 Il composto ἀπαρνησάσθω qui preferito da Mt ha valore rafforzativo/perfettivo; volendo si può sottolineare tale sfumatura rendendo in traduzione: rinneghi completamente. 43 Cf. ZGB 246; BDR 337 44 La distinzione si fonda sul possibile valore momentaneo dell aoristo; però nella lingua di età ellenistica l imperativo presente tende sempre più a rimpiazzare l imperativo aoristo, anche quando l azione non riveste alcun carattere di durata. Cf., ad esempio, 1Gv 4, 1 μὴ παντὶ πνεύματι πιστεύετε ἀλλὰ δοκιμάζετε τὰ πνεύματα (Non prestate fede a ogni spirito, ma sottoponete a discernimento gli spiriti), dove uno dei due imperativi presenti la proibizione o il comando non può aver valore durativo, di azione in corso. 18
Mt 10, 28 καὶ μὴ φοβεῖσθε 45 ἀπὸ τῶν ἀποκτεννόντων τὸ σῶμα, τὴν δὲ ψυχὴν μὴ δυναμένων ἀποκτεῖναι. E non temete (non siate più nel timore, smettete di temere) da parte di coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l anima 46. Mc 5, 36 ὁ δὲ Ἰησοῦς... λέγει τῷ ἀρχισυναγώγῳ μὴ φοβοῦ, μόνον πίστευε. Ma Gesù dice all arcisinagogo: Non temere (smetti d aver paura), soltanto abbi fede (continua a credere). Lc 1, 13 εἶπεν δὲ πρὸς αὐτὸν ὁ ἄγγελος μὴ φοβοῦ, Ζαχαρία. Gli disse l angelo, non temere (smetti di temere), Zaccaria. Gv 2, 16 ἄρατε ταῦτα ἐντεῦθεν, μὴ ποιεῖτε τὸν οἶκον τοῦ πατρός μου οἶκον ἐμπορίου. Portate queste cose via di qui, non fate (non fate mai più, smettete di fare) della casa del Padre mio una casa di mercato. Gv 19, 21 ἔλεγον οὖν τῷ Πιλάτῳ οἱ ἀρχιερεῖς τῶν Ἰουδαίων μὴ γράφε ὁ βασιλεὺς τῶν Ἰουδαίων Dicevano a Pilato i sommi sacerdoti dei Giudei: Non scrivere (non lasciar scritto) Il re dei Giudei. Gv 20, 17 λέγει αὐτῇ Ἰησοῦς μή μου ἅπτου, οὔπω γὰρ ἀναβέβηκα πρὸς τὸν πατέρα Le dice Gesù: Non mi trattenere (smetti di trattenermi), infatti non sono ancora salito al Padre. Quindi alcuni esempi del secondo tipo, con l aoristo. Mt 6, 31 μὴ οὖν μεριμνήσητε λέγοντες τί φάγωμεν; ἤ τί πίωμεν; ἤ τί περιβαλώμεθα; Dunque non affannatevi (d ora in poi) dicendo: Che cosa mangeremo?, o Che cosa berremo?, o Che cosa indosseremo? Mt 10, 26 Μὴ οὖν φοβηθῆτε αὐτούς. Non siatene dunque spaventati 47. Gv 3, 7μὴ θαυμάσῃς ὅτι εἶπόν σοι δεῖ ὑμᾶς γεννηθῆναι ἄνωθεν. Non meravigliarti che ti abbia detto: E necessario che voi rinasciate dall alto. 45 La lezione φοβεῖσθε (imperativo presente) è quella scelta dall edizione del NT di Nestle-Aland; quella di Merk presenta invece φοβhvθhtε (congiuntivo aoristo). La prima appare preferibile come significato. 46 Si confronti questo esempio con il secondo della successiva serie, proveniente dal medesimo contesto: in Mt 10, 28 il presente sembra riferirsi a una situazione di pericolo attuale, che già sta spaventando i discepoli; in Mt 10, 26 l aoristo potrebbe (seppure non necessariamente) corrispondere alla previsione di persecuzioni future. 47 L esempio può accostarsi e contrapporsi (si tratta come detto di semplici sfumature interpretative) a quello di Mt 10, 28 del riquadro precedente. 19
L azione costituita: il tema del perfetto Utilizzato nella formazione dei tempi perfetto e piuccheperfetto, questo tema indica nell intenzione del parlante che lo impiega un azione cominciata nel passato e in qualche maniera perdurante, generalmente dal punto di vista dei suoi effetti azione tuttora efficace, rilevante o in qualche modo significativa fino al momento in cui il soggetto scrive o parla 48. Perfetto e piuccheperfetto si riferiscono rispettivamente al perdurare di tali effetti nel presente o nel passato. Morfologicamente è contraddistinto dal raddoppiamento, il quale è il contrassegno dell aspetto verbale caratteristico di questo tema (λέ - λυ - κα = ho sciolto e quindi si trova sciolto), che nella formazione del piuccheperfetto si somma all aumento (ἐ - λέ - λυ - κεν = aveva sciolto e quindi si trovava sciolto). Alcuni esempi introduttivi. Gv 9, 29 ἡμεῖς οἴδαμεν ὅτι Μωϋσεῖ λελάληκεν ὁ θεός. Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio 49. Gv 11, 27 ναὶ κύριε, ἐγὼ πεπίστευκα ὅτι σὺ εἶ ὁ χριστὸς. Sì Signore, io (ho creduto e quindi) credo che tu sei il Cristo. 1Cor 15, 3-5 παρέδωκα γὰρ ὑμῖν ἐν πρώτοις, ὃ καὶ παρέλαβον, ὅτι Χριστὸς ἀπέθανεν... καὶ ὅτι ἐτάφη καὶ ὅτι ἐγήγερται τῇ ἡμέρᾳ τῇ τρίτῃ... καὶ ὅτι ὤφθη Κηφᾷ εἶτα τοῖς δώδεκα Vi ho trasmesso (ed è per voi norma) anzitutto ciò che io stesso ho ricevuto: che Cristo morì e fu sepolto e che fu sepolto ed è risorto il terzo giorno e che apparve a Cefa e quindi ai dodici 50. Col 1, 16 ἐν αὐτῷ ἐκτίσθη τὰ πάντα ἐν τοῖς οὐρανοῖς καὶ ἐπὶ τῆς γῆς, τὰ ὁρατὰ καὶ τὰ ἀόρατα... τὰ πάντα δι αὐτοῦ καὶ εἰς αὐτὸν ἔκτισται In lui tutte le cose furono create nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili tutte le cose per mezzo di lui e in vista di lui sono state create (e quindi sono) 51. 48 Cf. ZGB 285 BDR 318. Definizione equivalente: indica una situazione attuale come risultato di un azione passata. Non occorre ovviamente che tale effetto sull attualità sia sempre messo in evidenza dalla traduzione; cf. BDR 340-342. 49 Si confronti Gv 9, 29 con l introduzione alle antitesi nel discorso della montagna: Mt 5, 21s Ἠκούσατε ὅτι ἐρρέθη τοῖς ἀρχαίοις οὐ φονεύσεις... ἐγὼ δὲ λέγω ὑμῖν. ( avete udito che fu detto agli antichi: Non uccidere ma io vi dico ). Nel testo giovanneo i Giudei considerano le parole dette (perfetto) da Dio a Mosè come rivelazione permanentemente valida; in Mt Gesù ritiene la parola di Dio (aoristo) come bisognosa del compimento che lui è venuto a realizzare; cf. ZGB 286. Si noti che, per introdurre l autorità della Scrittura, i Sinottici usano comunemente la formula γέγραται (affine a ἐρρέθη), mentre il quarto Vangelo vi preferisce la perifrastica ἐστιν γεγραµµένον pure facente parte del perfetto, ma composta dall ausiliare essere + participio (cf. il passato prossimo italiano). 50 La risurrezione è indicata col perfetto in opposizione a morte, sepoltura e apparizioni che stanno all aoristo come eventi circoscritti nel passato per esprimere la sua permanente efficacia dal punto di vista del parlante. 51 L aoristo ἐκτίσθη considera l azione passata del creare solamente in quanto avvenuta; il perfetto ἔκτισται evidenzia il fatto che quanto fu creato al principio continua a esistere per mezzo di Cristo. Si noti anche la concordanza, regolare, del neutro plurale τὰ πάντα con il verbo al singolare 20