ELEMENTI DI PROSODIA E METRICA La poesia greca si fonda su una ritmica non accentuativa, ma legata all alternanza di sillabe brevi e lunghe. Ricordiamo che sono SILLABE APERTE quelle terminanti in vocale, SILLABE CHIUSE quelle terminanti in consonante. La sillabazione greca corrisponde a quella italiana con queste differenze: le consonanti doppie (ζ, ψ, ξ) si dividono fra la sillaba precedente e quella seguente ἔβλαψα = ἐ-βλαπ-σα i dittonghi prevedono la vocale debole (ι, υ) sempre come secondo elemento (a parte l isolato dittongo υι): quindi in tutti gli altri casi vi sarà ordinariamente uno iato: ἀνοίγω = ἀ-νοι-γω, ma ῥάδιον= ῥα-δι-ον il gruppo muta + liquida (κλ, πρ ) in genere resta unito, ma in poesia (da Omero) si separa. Sono brevi le sillabe aperte con vocale breve. Sono lunghe le sillabe aperte con vocale lunga (lunghe per natura) le sillabe chiuse (lunghe per posizione), dove si dice che la consonante fa posizione, cioè allunga la quantità della sillaba se la vocale è breve. I dittonghi οι/αι in fine di parola, anche se brevi ai fini dell accento (χῶραι, ἄνθρωποι) sono lunghi ai fini metrici. Si chiama ICTUS l appoggio ritmico (in origine del piede nella danza, poi della voce) in una battuta di tempo: esso corrisponde (nella terminologia latina medioevale e moderna) all ARSI, cioè con la sillaba in tempo forte (cioè elevazione ) mentre si chama tradizionalmente TESI ( posizione ) la sillaba in tempo debole anche se per noi corrispondono di fatto rispettivamente al battere e al levare musicale, l esatto contrario rispetto ai nomi greci usati.
Nella scansione metrica occorre considerare questi fenomeni 1) SINIZESI: riunione nella stessa sillaba di due vocali consecutive (in genere la prima con suono o/e) all interno di parola, con eliminazione dello iato. Μῆνιν ἄειδε θεὰ Πηληϊάδε ω Ἀχιλῆος 2) SINALEFE (o sinecfonesi): riunione nella stessa sillaba della vocale o dittongo finale di parola e della vocale o dittongo iniziale della parola successiva (rara, in quanto in genere evitata attraverso l elisione) εἰλαπίνη ἦε γάμος; ἐπεὶ οὐκ ἔρανος τάδε γ ἐστίν, 3) ABBREVIAMENTO IN IATO: una sillaba lunga aperta (cioè con vocale lunga o dittongo) seguita immediatamente da una sillaba iniziante per vocale si può abbreviare sia fra due parole diverse (correptio epica), sia all interno di parola, a condizione che non cada su di essa l ictus del verso, cioè non sia in arsi. Στέμματ' ἔχων ἐν χερσὶν ἑκηβόλου Ἀπόλλωνος διογενὴς Πηλῆος υ ἱὸς πόδας ὠκὺς Ἀχιλλεύς 4) Una vocale breve, specie in Omero, può essere computata come lunga: in fine di parola, se la parola seguente inizia per λ, μ, ν, ρ, σ, F prima di una cesura. Le strutture base della ritmica greca sono i PIEDI. Distinguiamo: LO SPONDEO IL TROCHEO IL GIAMBO IL DATTILO L ANAPESTO IL TRIBRACO Dalle loro combinazioni si ricavano i metra principali.
ESAMETRO DATTILICO CATALETTICO,,,,, Si compone di 5 piedi dattilici o spondaici + 1 tronco (spondeo o trocheo). Relativamente rara la presenza di uno spondeo nel 5 piede (esametro spondaico) L esametro era in genere diviso in due o tre parti da una pausa detta cesura, corrispondente alla separazione fra due parole. Le cesure si distinguono in TRITEMIMERA, a metà del 2 piede (cioè dopo 3 mezzi piedi), in genere accoppiata all eftemimera o alla dieresi bucolica, ฬ,,,, Τυδεΐ δης ฬ τοῦ δ οὐχ ἅλι ον βέλος ἔκφυγε χειρός, PENTEMIMERA O MASCHILE, a metà del 3 piede (cioè dopo 5 mezzi piedi): è la più frequente,, ฬ,,, οὐδὲ κα ταπτώσ σειν ฬ ἔτι μοι μένος ἔμπεδόν ἐστιν TROCAICA O FEMMINILE, dopo la prima breve del 3 piede dattilico,, ฬ,,, υἱέας Εὐρυδά μαντος ฬ ὀ νειροπό λοιο γέ ροντος EFTEMIMERA, a metà del 4 piede (cioè dopo 7 mezzi piedi).,,, ฬ,, τίλλε κό μην, ἀπὸ δὲ λιπα ρὴν ฬ ἔρ ριψε κα λύπτρην DIERESI BUCOLICA: a differenza delle cesure indica una forte pausa fra parole che coincide con la divisione fra i piedi, nella fattispecie fra il 4 e il 5 piede.,,, ฬ, δείσας μή πώς οἱ ἐρυ σαίατο ฬ νεκρὸν Ἀ χαιοί.
DISTICO ELEGIACO,,,,,,, ฬ,, Si compone di un esametro dattilico più un pentametro. Quest ultimo è composto da due hemiepe (semi-versi), separati da cesura, ciascuno dei quali è costituito da una tripodia dattilica catalettica - cioè due dattili e mezzo sostituibili con spondei solo nella prima parte. TRIMETRO GIAMBICO,, Si tratta del metro prevalente per le parti dialogate delle tragedie e delle commedie. E costituito da 3 DIPODIE GIAMBICHE (cioè metra composti da due piedi giambici ciascuno). Nei piedi dispari il giambo può essere sostituito da uno spondeo, che può a sua volta sciogliersi in un anapesto o in un dattilo accentato sulla seconda sillaba. / In tutti i piedi le lunghe possono suddividersi in due brevi, creando cioè un tribraco, con l ictus sulla seconda breve al posto di un giambo.. Il verso può presentare le seguenti cesure PENTEMIMERA, a metà del 3 piede (cioè dopo 5 mezzi piedi): è la più frequente, ฬ, ἀλλ ἐμ πολη θείς ฬ τοῦ λόγου δ οὐ χρὴ φθόνον MEDIANA, dopo il 3 piede, ฬ, ὡς ἐν μιᾷ πληγῇ ฬ κατέ φθαρται πολὺς
EFTEMIMERA, a metà del 4 piede (cioè dopo 7 mezzi piedi)., ฬ, ἦ μὴν τὸν ἀγ χιστῆ ρα ฬ τοῦ δε τοῦ πά θους Una forma particolare del trimetro giambico è lo SCAZONTE (zoppicante) o COLIAMBO (giambo zoppo), in cui il giambo finale è sostituito da un trocheo,, TETRAMETRO TROCAICO CATALETTICO, ฬ, Verso usato nei dialoghi delle tragedie più antiche, prime del predominio del trimetro giambico, ma ripreso da Euripide e dai comici, è costituito da 4 DIPODIE TROCAICHE (metra composti da due piedi trocaici ciascuno), l ultima delle quali tronca. Nei piedi pari il trocheo può essere sostituito da uno spondeo, mentre in tutti i piedi le lunghe possono suddividersi in due brevi, creando cioè un tribraco al posto di un trocheo o un anapesto (raramente un dattilo) al posto di uno spondeo. / Il tetrametro si presenta in genere diviso a metà da una dieresi τῶν ἐ μῶν λέκ τρων γε ραιὰ ฬ ξύννομ, εὐγε νὲς γύ ναι, Meno diffusa è la forma acatalettica, ฬ,
STROFA SAFFICA Si compone di tre endecasillabi saffici e un adonio Ποικι λόθρον ἀθανάτ Ἀφρό διτα, παῖ Δί ος δο λόπλοκε, λίσσο μαί σε, μή μ ἄ σαισι μηδ ὀνί αισι δάμνα, πότνια θῦμον STROFA ALCAICA Si compone di tre endecasillabi, un enneasillabo e un decasillabo alcaici. Οὐ χρῆ κάκοι σι θῦ μον ἐπι τρέπην προκό ψομεν γὰρ οὖ δεν ἀσά μενοι, ὦ Βύκ χι, φάρ μακων δ ἄρισ τον οἶνον ἐ νεικαμέ νοις με θύσθην.