Θεματική κατηγοριοποίηση στην Ελληνική

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1 Φρασεολογικά Πρότυπα στην Ιταλική [Το κείμενο παρουσιάστηκε στο πλαίσιο Διδασκαλίας Εράσμους απο την καθηγήτρια Σερενέλα Πιερόνι του Πανεπιστημίου της Περούτζας, η οποία είναι και συγγραφέας του, με συντονίστρια του εκπαιδευτικοπού γεγονότος την επίκουρη καθηγήτρια Νομικής Α.Π.Θ. Λίνα Παπαδοπούλου και μεταφράστρια την καθηγήτρια Ελένη Κασάπη, μεταφρασεολόγο Τμήματος Ιταλικής ΑΠΘ]. 2013, εαρινό εξάμηνο. Οι μεταφρασμένοι όροι των υποσημειώσεων αποτελούν επιλογές των Ελένη Κασάπη και των Μεταπτυχιακών φοιτητών που συνέταξαν τις θεματικές επικεφαλίδες. LA TUTELA DEI BENI CULTURALI E DEL PAESAGGIO IN ITALIA Nel Novecento e anche in questi primi anni del terzo millennio tutte le normative a tutela del paesaggio e degli edifici di interesse storico e artistico sono caratterizzate da una disposizione costante: per trasformare, distruggere, modificare aree di valore paesaggisticoambientale e storico-artistico occorre un'autorizzazione dell'autorità pubblica, di competenza, volta a volta nel tempo, dello Stato (Ministero della pubblica istruzione, dapprima, o Ministero per i beni e le attività culturali successivamente) della Regione, delle Amministrazioni locali. Se l'autorizzazione è concessa, l'intervento che si intende compiere è legittimo, se l'autorizzazione non viene data l'opera non può essere realizzata e l'eventuale esecuzione dei lavori rende gli stessi abusivi 1. In buona sostanza, i beni e le aree considerate meritevoli di protezione sono Θεματική κατηγοριοποίηση στην Ελληνική Θ. Γάκη, Ε.Ρουμανλή, Γ.Σαββίδου, Ν.Τρούπκος. [Οι θεματικές επικεφαλίδες είναι αποτέλεσμα συνεργασίας των φοιτητών του Διατμηματικού Προγράμματος Μεταπτυχιακών Σπουδών Μετάφρασης του Α.Π.Θ., κατεύθυνση ιταλικής και η επιμέλεια των θεματικών επικεφαλίδων είναι της Ελένης Κασάπη] Χορήγηση άδειας για επέμβαση σε περιοχές πολιτισμικού ενδιαφέροντος. Επέμβαση χωρίς άδεια καθίσταται καταχρηστική. Πιστοποίηση της αξίας των αγαθών πολιτισμικού ενδιαφέροντος μέσω 1 καταχρηστικό

2 soggetti ad un controllo pubblico che si esprime con un nulla osta. Tutte le leggi a tutela delle bellezze naturali, del paesaggio e dell'ambiente approvate nell'ultimo secolo sono accomunate dalla previsione di un'autorizzazione ampiamente discrezionale da parte di un'autorità amministrativa. In tempi recenti alcuni eventi internazionali hanno caricato di maggiori responsabilità il nostro Paese di fronte al mondo con ricadute ed effetti significativi, rilevanti e incisivi, sul patrimonio culturale e naturale italiano. Mi riferisco, per tacere d'altri, alla istituzione della Lista dei Beni appartenenti al Patrimonio dell'umanità da parte dell'unesco, alla stipulazione della Convenzione Europea del Paesaggio, 2 all'approvazione, a lungo ritardata dall'italia, della Convenzione Internazionale delle Alpi. Ora, per esemplificare, l'inclusione di un bene immobile (sia esso una villa antica o un'area di elevato valore paesaggisticoambientale) nella Lista del patrimonio dell'umanità dell'unesco rappresenta un riconoscimento prestigioso, foriero 3 di richiamo turistico e di vantaggi economici diffusi, ma non ha alcuna incidenza 4 concreta diretta sull'esecuzione di un'opera pubblica che offenda quel bene. Diversamente detto, qualora in Italia, ad esempio, si approvi l'autorizzazione all'escavazione 5 di materiali lapidei 6 in una falesia 7 inserita nella Lista dei beni costituenti patrimonio dell'umanità, l'unesco non ha il potere né di impedire né di bloccare con un intervento diretto i lavori, ma tutt'al più esercita i suoi buoni uffici 8 con azioni δημόσιου ελέγχου. Θεσμοθέτηση της προστασίας των πολιτισμικών αγαθών μέσω της διακριτικής ευχέρειας μιας διοικητικής αρχής. Αλλαγή σε εθνική πολιτική για την πολιτισμική κληρονομιά λόγω αλλαγών στο διεθνή χώρο. Θεσμοθέτηση του καταλόγου της Παγκόσμιας Πολιτισμικής Κληρονομιάς της Unesco κ.α. Άσκηση έμμεσων πιέσεων από την Unesco για την προστασία ενός πολιτισμικού αγαθού που θίγεται ευρωπαϊκή σύμβαση για το τοπίο προάγγελος εμποδίζει εκσκαφή πετρωμάτων βραχώδης ακτή εξουσίες της

3 diplomatiche sulle autorità italiane e, quale misura di prevista ritorsione 9, declassa il bene in parola in una seconda lista meno prestigiosa. Quindi occorre realisticamente considerare che un bene di valore culturale o ambientale universale sito in Italia e annoverato 10 in quella Lista ambita 11, non può essere protetto efficacemente neppure dall'unesco ossia non può essere sottratto 12 alla distruzione o lesione nemmeno dall'organizzazione scientifica e culturale delle Nazioni Unite. L'Italia ha certamente la stessa posizione degli altri Stati appartenenti all'unesco, ma le sue responsabilità si accrescono in relazione alla qualità e quantità di beni culturali e naturali che detiene. Nell àmbito della teoria dei beni pubblici trovano spazio, pur con le loro peculiarità 13, i beni della cultura, che segnano la storia di ogni popolo, e, nel loroensemble, dell umanità. La materia dei beni culturali, per lungo tempo disciplinata dalle leggi Bottai del 1939, è stata, negli ultimi anni, interessata da molteplici interventi normativi, che hanno inciso significativamente tanto sul piano dell organizzazione, quanto su quello dell attività amministrativa. Da ultimo, è intervenuto il codice dei beni culturali e del paesaggio, approvato con decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, incentrato sulla giustapposizione 14 delle nozioni di tutela e di valorizzazione 15, utilizzate per cercare Ιδιαίτερα δύσκολη η προστασία των πολιτισμικών αγαθών. Αυξημένες ευθύνες λόγω της πλούσιας πολιτισμικής της κληρονομιάς. Τα πολιτισμικά αγαθά αντικείμενο της θεωρίας για τα δημόσια αγαθά. Αλλαγές στους νόμους περί διαχείρισης των πολιτισμικών αγαθών. Επαναπροσδιορισμός των καθηκόντων της «προστασίας» και της «αύξησης της αξίας» των πολιτισμικών αγαθών άρση της προστασίας ταξινομημένο καθορισμένη ξεφύγει ιδιαιτερότητα προσέγγιση αύξηση της αξίας

4 di stabilire un riparto 16 di competenze tra Stato e Regioni in materia, assegnandosi allo Stato la potestà legislativa esclusiva e laconseguente potestà regolamentare in materia di tutela, ed alla potestà legislativa concorrente 17 regionale la valorizzazione. E opportuno rilevare come, in realtà, il codice sembra porre l accento sul patrimonio culturale, nozione che evoca 18 il patrimonio storico - artistico della Nazione, la cui tutela l art. 9 della Costituzione assume come còmpito fondamentale e qualificante della repubblica, e comprensiva tanto dei beni culturali, che di quelli paesaggistici. Inoltre, fin dalle sue prime norme, viene evidenziata la prevalenza della funzione conservativa espressa dalla tutelasulla valorizzazione. La locuzione 19 bene culturale è relativamente recente nel nostro ordinamento giuridico, facendovi ingresso con i lavori della commissione Franceschini (commissione di indagine per la tutela delle cose di interesse storico, archeologico, artistico e del paesaggio), la quale, nel 1964, pervenne alla sua prima definizione (apparentemente) unitaria in termini di bene che costituisce testimonianza materiale avente valore di civiltà. Secondo un autorevole insegnamento, quella di bene culturale è una nozione aperta, a cui cioè la normativa giuridica non dà un proprio contenuto, una propria definizione, bensì opera mediante rinvio 20 a discipline non giuridiche. La normativa più recente ha però avvertito l esigenza di pervenire anche ad unadefinizione legislativa di bene culturale e così, ai sensi dell art. 2, Έμφαση στην πολιτισμική κληρονομιά σε σχέση με την κληρονομιά του Έθνους. Υπερίσχυση της έννοιας της «συντήρησης» σε σχέση με την «αύξηση της αξίας». Παγίωση της φράσης «πολιτισμική κληρονομιά». Ανοιχτή προς ερμηνεία η έννοια του πολιτισμικού αγαθού. Νομικός ορισμός της έννοιας του πολιτισμικού αγαθού ορισμός συναγωνιστική ανακαλεί φρασεολογία παραπομπή

5 d.lgs. n. 42/2004.: sono beni culturali le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà. Il codice contiene un indicazione particolareggiata di beni culturali, utilizzando, come criterio discretivo quello dell appartenenza pubblica o privata criterio questo che si riflette sulle modalità di individuazione e tutela del bene medesimo. L art. 10, primo comma 21, de d.lgs. n. 42/2004 fa riferimento alle cose immobili e mobili appartenenti allo stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali 22, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico, ed a persone giuridiche private senza fine di lucro, che presentano interesse culturale; il secondo comma qualifica come beni culturali le raccolte di musei, pinacoteche, gallerie, gli archivi, le raccolte librarie degli enti pubblici (con esclusione, quindi, di quelle appartenenti alle onlus 23 ); il terzo comma, invece, concerne i beni (riproducendo, di massima, l elencazione dei primi due commi) di soggetti non pubblici, che diventano beni culturali, sussistendo 24, a seconda dei casi, un interesse particolarmente importante, od Καθορισμός των πολιτισμικών αγαθών με βάση το κριτήριο της δημόσιας ή ιδιωτικής ιδιοκτησίας εδάφιο εθνικά η κερδοσκοπικές, μη κυβερνητικές οργανώσεις γεννώντας

6 eccezionale, a sèguito dell adozione del prescritto provvedimento 25 di dichiarazione 26. E essenziale anzitutto chiarire la natura del provvedimento di dichiarazione dell interesse culturale. Va subito detto che prevale l opinione del valore dichiarativo del provvedimento di vincolo 27, fondata sull assunto per cui la natura di bene culturale sia una qualità immanente 28 nella res 29. Occorre però considerare che una siffatta rappresentazione non conferisce [αποδίδει] la dovuta rilevanza giuridica al momento valutativo dell interesse culturale, che deve essere particolarmente importante, se non eccezionale. E invece proprio tale valutazione a rappresentare il nucleo centrale della fattispecie 30, ed è dunque la medesima a costituire la qualità di bene culturale di una determinata cosa, come pure, al contrario, a privarla della stessa, all esito della verifica dell interesse storico- artistico. Appare dunque preferibile l opzione 31 ermeneutica secondo cui si passa dalle res ai beni culturali per effetto dell atto di dichiarazione, che è dunque Η φύση της νομικής πράξης «δήλωσης πολιτισμικού ενδιαφέροντος». Υπερίσχυση της νομικής πράξης δήλωσης του δεσμού. Ανεπάρκεια της δήλωσης πολιτισμικού ενδιαφέροντος τη στιγμή της αξιολόγησης. Βασικός πυρήνας της περίπτωσης που εξετάζεται κάθε φορά η αξιολόγηση του αγαθού. Η ερμηνευτική επιλογή νομική πράξη δήλωσης δεσμού μόνιμη πράγματα αυτά ιδιάζουσα υπό συζήτηση περίπτωση επιλογή

7 caratterizzato da una chiara efficacia costitutiva. Non può inoltre dimenticarsi di sottolineare come l aspetto più innovativo della recente disciplina legislativa consista proprio nell avere posto fine alla presunzione 32 generale di culturalità per i beni di appartenenza pubblica, in relazione ai quali non sembra più consentito parlare di beni culturali ex lege (fatte salve le raccolte di musei, pinacoteche, gallerie, archivi, raccolte librarie e biblioteche), risultando anche questi soggetti al procedimento di verifica dell interesse artistico, storico, che costituisce l esatto simmetrico del procedimento di dichiarazione per i beni dei privati. Ne consegue unimportante effetto che è quello di di sdemanializzazione 33 degli immobili (e sottoposizione ad un regime di libera alienabilità 34) in caso di esito negativo. Ove, al contrario, la verifica si concluda con esito positivo, gli immobili, pur appartenenti al demanio culturale, possono essere alienati (ad esclusione delle aree di interesse archeologico, degli immobili riconosciuti monumenti nazionali con atti aventi forza di legge, delle raccolte di musei, pinacoteche, gallerie e biblioteche, degli archivi, etc.) previa autorizzazione del ministero; in tale caso l alienabilità del bene non ne comporta la fuoriuscita 35 dal regime di tutela. Il codice dei beni culturali all art.3 chiarisce che la tutela consistenell esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette adindividuare i beni costituenti il patrimonio culturale ed a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione. Viene dunque enucleata una nozione Έρευνα για την πολιτισμική αξία αγαθών που ανήκουν στο δημόσιο. Ελεύθερη πώληση των αγαθών που ανήκουν στο δημόσιο και αξιολογούνται αρνητικά. Απομόνωση των αγαθών λόγω θετικής αξιολόγησης χωρίς αποκλεισμό από το καθεστώς προστασίας. Ο ορισμός της «προστασίας» των πολιτισμικών αγαθών. Η προστασία και η δημόσια χρήση ενός παραδοχή παύει να ανήκει στο δημόσιο ελεύθερης πώλησης έξοδο

8 ampia di tutela, poiché la protezione del bene in senso lato (comprensiva della individuazione e della conservazione)è lo scopo immediato della tutela, mentre lo scopo finale è la pubblica fruizione, che costituisce peraltro anche l obiettivo della valorizzazione (come vedremo). La funzione di tutela è attribuita esclusivamente allo stato -art. 4 del codice- e, per esso, all apposito ministero, al fine di garantirne un esercizio unitario sull intero territorio nazionale, e dunque nel rispetto dei principî diadeguatezza e sussidiarietà 36 verticale, proclamati 37 dall art. 118 della costituzione. La tutela può essere considerata sia sotto il profilo dell individuazione e il riconoscimento dei beni sia sotto il profilo della circolazione in ambito nazionale, comunitario e internazionale. L individuazione dei beni è legata alla distinzione tra cose di appartenenza pubblica e cose di appartenenza privata. Le cose di appartenenza pubblica qualora presentino un interesse storico o artistico rientrano automaticamente tra i beni culturali. Le cose di appartenenza privata invece necessitano di una espressa dichiarazione dell interesse culturale particolarmente importante. Il procedimento per la dichiarazione di interesse culturale è avviato anche su motivata richiesta della regione e di ogni altro ente territoriale interessato, dal soprintendente38 che è organo del ministero, il quale ne dà comunicazione al proprietario o al detentore a qualsiasi titolo. La αγαθού. Ανάθεση της «προστασίας» αποκλειστικά στο κράτος σε εθνικό επίπεδο. Τα προφίλ της κρατικής «προστασίας». Διαχωρισμός πολιτιστικών αγαθών σε δημόσια και ιδιωτικά. Απαίτηση δήλωσης πολιτιστικού ενδιαφέροντος για το χαρακτηρισμό ιδιωτικών αγαθών ως πολιτισμικά συνεργασία βοηθητική διατυπωμένα Ανώτερη αρχή

9 dichiarazione dell interesse culturale e adottata e notificata39 dal ministero per i beni culturali ed ambientali. Con riferimento alla disciplina della circolazione dei beni, alquanto complessa, in ambito nazionale rilevano le norme sulla alienazione che concernono principalmente il trasferimento alla vendita dei beni di appartenenza pubblica e quella sulla prelazione40. Con riguardo alla alienazione, il codice distingue tra beni inalienabili ad esempio quelli riconosciuti monumenti nazionali con atti aventi forza di legge e beni alienabili a seguito di autorizzazione del ministero per i beni culturali ed ambientali. Tutti gli atti che trasferiscano in tutto o in parte a qualsiasi titolo la proprietà o la detenzione di beni culturali debbono essere denunciati41 al ministero entro 30 giorni. A partire dalla data in cui la denuncia è ricevuta, inizia a decorrere il termine di 60 giorni entro il quale il ministero per i beni culturali (o la regione o altro ente pubblico territoriale interessato) ha facoltà di acquistare in via di prelazione i beni culturali alienati a titolo oneroso42 al medesimo prezzo stabilito nell atto di alienazione (art. 60 del codice). In pendenza43 del termine l atto di alienazione rimane condizionato sospensivamente all esercizio della prelazione44 e all alienante è vietato effettuare la consegna della cosa. La prelazione storico artistica - che è considerata dalla prevalenza della scienza giuridica e dalla giurisprudenza un ipotesi di prelazione legale anche se non del tutto priva di carattere sostanzialmente espropriativo nei confronti dell acquirente45- è prevista Διαχωρισμός πολιτισμικών αγαθών βάσει νομοθεσίας σε απαλλοτριώσιμα ή μη. Δήλωση πράξης παραχώρησης ιδιοκτησίας σε ορισμένο χρόνο για έναρξη διαδικασιών αγοράς του αγαθού. Προτεραιότητα του δημοσίου στην αγορά ιστορικών αγαθών για αύξηση της πολιτισμικής κληρονομιάς Κοινοποιείται επίσημα Εκποίηση Δηλώνονται Ως βάρος Μέχρι να λήξει η προθεσμία Συνεργασίας Αγοραστής

10 nella prospettiva non di dismissione bensì di incremento dei beni culturali di appartenenza pubblica. Quanto alla circolazione in ambito internazionale, le maggiori problematiche discendono dalla tensione provocata dalle differenti politiche attuate dagli Stati: si possono distinguere infatti le c.d. source nations, ricche di beni culturali come l Italia e la Grecia la Spagna, dove la fornitura di beni culturali desiderabili supera la domanda interna, rispetto alle cosiddette market nations, come per esempio i paesi scandinavi, dove la domanda supera l offerta. In Italia è disciplinata l uscita dal territorio nazionale, sia definitiva, peraltro vietata per alcune categorie di beni mentre per altri è soggetta ad autorizzazioni, sia temporanea per manifestazioni o altre ipotesi specifiche: in entrambi i casi è necessario un attestato46 di libera circolazione. Analogamente, deve essere certificato l ingresso nel territorio nazionale di beni spediti in Italia da uno Stato membro dell unione europea o importati da un paese terzo norme specifiche sono dettate, poi, per l esportazione di beni dal territorio dell unione europea e per la restituzione di beni usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro. In particolare, è prevista un apposita azione di restituzione esprimibile dagli stati membri, davanti al giudice ordinario del luogo in cui bene si trova, per i beni culturali usciti illecitamente dal loro territorio. 4 La valorizzazione e la fruizione dei beni culturali. Είσοδος και Έξοδος οποιουδήποτε πολιτισμικού αγαθού από χώρα με Πιστοποιητικό Ελεύθερης Κυκλοφορίας. Αξιοποίηση των πολιτιστικών αγαθών με θετικές παρεμβάσεις σε αυτά. La valorizzazione, secondo una definizione residuale47, indica gli interventi sul patrimonio storico ed artistico non riconducibili alla mera48 conservazione Πιστοποιητικό Που παραμένει Καθαρή

11 La funzione di valorizzazione appare imperniata49 sulla promozione, anche nelle varie forme del sostegno finanziario (che vanno dal contributo alle agevolazioni fiscali), dei beni culturali e può essere ad iniziativa pubblica o privata. Si assiste anche ad un ridimensionamento della potestà50 legislativa regionale nel senso che la valorizzazione è un còmpito che spetta alla regione solo se non abbia ad oggetto beni che siano di spettanza51 dello stato. Dal punto di vista teorico, può destare52 qualche perplessità l enunciazione53 di una funzione di fruizione, che concettualmente costituisce il fine congiunto54 dell attività di tutela e di valorizzazione, ma questa enunciazione specifica della funzione di fruizione ha il pregio55 di porre in risalto il godimento pubblico e l uso, anche individuale, dei beni culturali. Bene si comprende come l attività di valorizzazione, che impone di guardare al bene culturale non solo come oggetto da conservare, ma anche come strumento da utilizzare per promuovere lo sviluppo culturale, è quella ove maggiormente ha trovato e può farsi spazio il principio di sussidiarietà56 orizzontale, anche in considerazione del carattere non autoritativo57 degli atti che ne sono espressione. Nell ottica del principio di sussidiarietà possono essere lette le norme concernenti l alienazione dei beni culturali, nella misura in cui i privati siano in grado di assicurare un adeguata conservazione e valorizzazione degli stessi. Ed ancora, più specificamente, si pensi al fenomeno della c.d.58 sponsorizzazione Οικονομικό κόστος αξιοποίησης στην περιφέρεια εκτός αν τη δικαιοδοσία έχει το κράτος. Δικαίωμα δημοσίου και ιδιωτών στην απόλαυση των πολιτισμικών αγαθών. Προώθηση της πολιτισμικής ανάπτυξης και δικαίωμα ανάθεσής της και σε ιδιώτες. Ιδιωτική χορηγία για την προστασία και την αξιοποίηση των πολιτισμικών Συνδεδεμένη Δύναμη Δικαιοδοσίας Να γεννήσει Εκφορά Συγκλίνοντα Αξία Ενίσχυση Εκτελεστέο Εσωτερική

12 dei beni culturali, che si traduce in una forma di contributo offerto da soggetti privati nel campo della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Le sponsorizzazioni di beni culturali La sponsorizzazione di beni culturali assume invero59 particolare importanza ed ha trovato recente disciplina nel decreto ministeriale (MIBAC60) 19 dicembre 2012 e pubblicato in GU il 12 marzo Il decreto precisa che la sponsorizzazione di beni culturali si configura61 come un peculiare rapporto di partenariato pubblico-privato che si caratterizza per l'associazione del nome, del marchio, dell'immagine o del prodotto di un'impresa a un bene o a un'iniziativa culturale. Trattasi di istituto62 che suscita crescente interesse sia da parte della pubblica amministrazione, sia da parte degli operatori63 economici. La prima rinviene64 in essa, infatti, una modalità duttile65 e agevolmente percorribile66 per il reperimento67 di risorse, o anche di beni e servizi, da destinare al perseguimento68 dei propri scopi istituzionali; i secondi dimostrano di ritenere particolarmente appetibile69 il vantaggio promozionale che può essere tratto dall'accostamento70 dell'azienda o dei suoi prodotti al prestigioso patrimonio culturale nazionale. Da ciò l'affermarsi della sponsorizzazione quale efficace strumento di conservazione e di valorizzazione del patrimonio culturale. Il valore pubblicitario e di immagine che le imprese possono ritrarre αγαθών. Ιδιωτική χορηγία πολιτισμικών αγαθών με συνεργασία ιδιωτών και δημοσίου και όφελος τη διαφήμιση από την αξιοποίηση των αγαθών. Η ιδιωτική χορηγία ως αποτελεσματικός τρόπος συντήρησης και αξιοποίησης των πολιτισμικών αγαθών. Διαφήμιση ιδιωτών με προβολή τους κατά τη συντήρηση ενός πολιτισμικού Επιπλέον Υπουργείο Πολιτισμού Αποτυπώνεται Θεσμός Πράκτορες Αποκαλύπτει Ευέλικτη Βατή Ανεύρεση Επιδίωξη Επιθυμητό Εγγύτητα

13 dall'associazione del proprio nome o del proprio marchio al restauro di importanti monumenti dimostra peraltro che esiste un mercato all'interno del quale questi valori sono contendibili71. Ne discende la necessità di regolare il confronto concorrenziale, nel duplice interesse, da un lato, dell'amministrazione - che può legittimamente puntare a incrementare l'apporto economico dello sponsor - e, dall'altro lato, delle stesse imprese private, per evitare a priori contenziosi72 e poter confidare su un quadro certo di regole applicabili. Il dm73 del 19 dicembre 2012 reca pertanto l'elaborazione delle disposizioni finalizzate ad orientare l'azione degli uffici74 nell'applicazione del complesso quadro normativo attualmente vigente in materia di sponsorizzazioni di beni culturali. Quanto ai contenuti delle relative norme tecniche e linee guida, esse operano anzitutto una compiuta definizione del contratto di sponsorizzazione, distinguendolo sia da tipologie contrattuali affini, sia dagli accordi di varia natura volti a stabilire rapporti di partnership pubblico-privato. In secondo luogo, vengono esaminate e illustrate nel dettaglio le modalità procedimentali attraverso le quali l'amministrazione addiviene75 alla stipulazione delle tipologie contrattuali considerate. Ora, il Codice dei beni culturali dedica alla "sponsorizzazione di beni culturali" l'articolo 120, la cui collocazione76 nell ambito delle disposizioni specificamente dedicate alla valorizzazione del patrimonio culturale evidenzia come la finalità propria della sponsorizzazione sia il perseguimento di finalità di tutela e valorizzazione dei beni culturali mediante l'apporto di soggetti αγαθού. Χορηγία βάσει κανόνων για αποφυγή δικαστικών διενέξεων. Συμβόλαιο χορηγίας για τη συνεργασία ιδιωτών-δημοσίου με ορισμό λεπτομερειών διαδικασίας. Αξιοποίηση των πολιτισμικών αγαθών και διαφήμιση του χορηγού βάσει άρθρου Με σημασία Δικαστικές διενέξεις Υπουργική εγκύκλιος Των υπηρεσιών Προχωρά Θέση

14 privati, i quali trovano la propria remunerazione77 nell'associazione tra il proprio nome, prodotto o attività e l'iniziativa sponsorizzata. La causa78 del negozio79 atipico di sponsorizzazione è il fine di pubblicità per il quale lo sponsor si impegna a finanziare lo sponsee80 o a provvedere direttamente alle attività richieste da quest'ultimo. Tuttavia, con specifico riferimento all'oggetto del contratto in esame, l'obbligazione che grava sul soggetto sponsorizzato è di mezzi e non di risultato, dovendosi ritenere preclusa81 la possibilità per lo sponsor di dolersi82 dell'eventuale mancato ritorno pubblicitario. 5- Le modalità di gestione dei beni culturali. Altro àmbito in cui la sussidiarietà nella sua declinazione83 orizzontale, e dunque l intervento dei privati, può realizzarsi è quello della gestione, finalizzata ad assicurare la fruizione pubblica dei beni culturali (vengono ancòra in rilievo i musei, le biblioteche, gli archivi, le aree archeologiche). E necessaria una premessa di inquadramento dell attività di gestione, originariamente prevista in maniera autonoma e oggi nel codice invece ripartita 84 tra tutela e valorizzazione. Dalla normativa si desume85 che la gestione si configura come attività servente alla valorizzazione, e ciò rileva ai fini del riparto86 delle competenze legislative tra stato e regioni, e, conseguentemente, della potestà regolamentare. Δικαίωμα διαμαρτυρίας χορηγού σε περίπτωση μη επαρκούς διαφήμισης από τον χορηγούμενο. Επικουρικότητα ιδιωτών και σε μουσεία, βιβλιοθήκες κλπ. Διαχείριση πολιτισμικών αγαθών με αξιοποίησή τους, αρμοδιότητες αυτής σε κράτος και περιφέρεια Όφελος Σκοπός Συμφωνία Αντικείμενο σπόνσοριγκ Απαγόρευση Να διαμαρτυρηθεί Φάσμα Μοιρασμένη Συμπεραίνεται Κατανομή

15 Pare evidente inoltre che la gestione si pone in rapporto di strumentalità anche con la tutela, configurandosi così come attività finalisticamente neutra, o, meglio, di supporto tanto alla valorizzazione, quanto alla tutela. Ciò premesso, occorre sottolineare come il codice preveda che le attività di valorizzazione dei beni culturali ad iniziativa pubblica sono gestite in forma diretta, od indiretta. La gestione in forma diretta è svolta per mezzo di strutture organizzative interne all amministrazione, ma dotate di adeguata autonomia scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile: si delinea in tale modo il modello dell amministrazione autonoma nel contesto dell organizzazione ministeriale, già utilizzato in un recente passato per la soprintendenza87 archeologica di Pompei. La gestione in forma indiretta, cui si ricorre per assicurare un migliore livello di fruizione pubblica dei beni, può avvenire secondo una duplice modalità: Η διαχείριση, ως δραστηριότητα υποστήριξης της αξιοποίησης και προστασίας των πολιτισμικών αγαθών. Άμεση ή έμμεση δημόσια πρωτοβουλία στη διαχείριση δραστηριοτήτων αξιοποίησης πολιτισμικών αγαθών. Άμεση διαχείριση μέσω οργανωτικών δομών με αυτονομία σε διάφορα επίπεδα. Έμμεση διαχείριση δύο ειδών. a) in economia, e cioè mediante affidamento diretto ad istituzioni, fondazioni, associazioni, consorzi ed altri soggetti costituiti o partecipati, in misura prevalente, dalla amministrazione cui i beni pertengono (c.d. gestione in house88); b) tramite concessione a terzi, scelti all esito di procedure di evidenza89 pubblica, sulla base di una valutazione comparativa dei progetti presentati. La scelta fra le due forme di gestione indiretta è attuata dall amministrazione mediante valutazione comparativa degli obiettivi che si intendono perseguire e dei relativi mezzi, metodi e tempi. 6 La nozione di bene paesaggistico ed i procedimenti di individuazione. Διαχείριση με ίδια μέσα. Διαχείριση μέσω ανάθεσης σε τρίτους. Επιλογή τρόπου διαχείρισης κατόπιν συγκριτικής αξιολόγησης. Συμπερίληψη του όρου διοικούσα αρχή με ίδια μέσα δημοσιοποίηση

16 Il codice, superando la nozione polisensa di ambiente, utilizza la locuzione di bene paesaggistico, includendolo nel patrimonio culturale. Si tratta di una precisazione concettuale con valore non solamente semantico, in quanto volta a descrivere uno degli aspetti giuridici della tutela dell ambiente, per l appunto quello afferente all ambiente - territorio, cui si affiancano la tutela dell ambiente - biosfera, nelle componenti essenziali del suolo, dell acqua e dell aria, e dell ambiente come governo del territorio, appartenente all urbanistica. Il codice, recependo la nozione espressa dalla convenzione europea sul paesaggio, siglata90 a Firenze in data 20 ottobre 2000, identifica il paesaggio come una parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni. Tale definizione si desume dall art. 131 del codice; il secondo comma aggiunge che la tutela e la valorizzazione del paesaggio salvaguardano i valori che esso esprime quali manifestazioni identitarie percepibili. Ciò significa che la precedente e storica visione estetica del paesaggio, inteso come bellezza naturale, viene superata da una prospettiva che fa del paesaggio il prodotto degli agenti naturali e del fattore antropico. Si tratta, a ben vedere, come conferma anche il riferimento alla percezione che una comunità ha del proprio territorio, del recepimento91 normativo della tesi dottrinale secondo cui il paesaggio è la forma del territorio, il modo di essere del territorio, nella sua percezione visibile (Predieri). Occorre ora esaminare in che modo si individua il bene paesaggistico, costituito dagli immobili e dalle aree costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del «περιβαλλοντικό αγαθό» στην πολιτισμική κληρονομιά. Νομική διάσταση της προστασίας του περιβάλλοντος. Ορισμός του «τοπίου» βάσει της Ευρωπαϊκής Σύμβασης για το Τοπίο. Η θεώρηση του τοπίου ως αποτέλεσμα φυσικών και ανθρωπογενών παραγόντων. Σύνδεση κάθε κοινότητας με το έδαφός της. Διερεύνηση τρόπων προσδιορισμού του περιβαλλοντικού αγαθού που υπογράφτηκε πρόσληψη

17 territorio. Seguendo lo schema codicistico, la prima tipologia di beni paesaggistici che viene in rilievo è costituita dagli immobili e dalle aree di notevole interesse pubblico, ed in particolare: a) dagli immobili aventi cospicui92 caratteri di bellezza o di singolarità geologica; b) dalle ville, giardini, parchi di non comune bellezza; c) dai complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale; d) dalle bellezze panoramiche considerate come quadri, dai punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze. E agevole desumere che tale scansione93 si mantiene nel solco della risalente distinzione tra bellezze individue (ipotesi sub lett. a e b) e bellezze d insieme (ipotesi sub lett. c e d); ma ciò che occorre evidenziare è che tali res divengono beni paesaggistici solamente all esito della dichiarazione di notevole interesse pubblico, che è il provvedimento costitutivo del vincolo94 (in sostanziale analogia con quanto si è precedentemente osservato trattando dei beni culturali). Il procedimento che vede come epilogo la dichiarazione di notevole interesse pubblico è disciplinato dagli artt del codice. Accanto ai beni paesaggistici individuati attraverso il provvedimento di vincolo il codice contempla le aree tutelate per legge sulla base di un criterio ubicazionale [γεωτοπογραφικό] o morfologico. Si tratta della sostanziale riproduzione degli àmbiti territoriali (territori costieri, territori contermini95 ai laghi, fiumi, torrenti96, foreste, ghiacciai, Ακίνητα ή περιοχές σημαντικού δημοσίου ενδιαφέροντος: ιδιαίτερης ομορφιάς, γεωλογικής ιδιομορφίας, αισθητικής ή παραδοσιακής αξίας. Διάκριση μεταξύ ομορφιάς επιμέρους στοιχείων και συνολικής ομορφιάς. Νομική προστασία περιοχών βάσει γεωτοπογραφικών ή μορφολογικών αξιοσημείωτα ανάλυση δεσμός που συνορεύουν χειμάρρους

18 parchi, etc.) disciplinati dalla l. 8 agosto 1985, n. 431, comunemente definita legge Galasso, per i quali non occorre alcun apprezzamento di valore da parte dell amministrazione, che qualifichi la cosa come bene paesaggistico, operando il vincolo ope legis97. κριτηρίων. Ulteriore specie di bene paesaggistico è quella contemplata dai piani, il cui contenuto principale è quello di definire le trasformazioni compatibili con i valori paesaggistici, le azioni di recupero e riqualificazione degli immobili e delle aree sottoposti a tutela, nonché gli interventi di valorizzazione del paesaggio, anche in relazione alle prospettive di sviluppo sostenibile98. E opportuno ricordare che la qualificazione di una cosa come bene paesaggistico comporta il divieto di modificazione dello stato dei luoghi, con conseguente limitazione della libera fruizione del proprietario: non è possibile introdurvi modificazioni che rechino99 pregiudizio100 ai valori paesaggistici oggetto di protezione. Occorre l autorizzazione della competente amministrazione per intraprendere qualsivoglia intervento diretto a modificare il bene paesaggistico, salvo che nei casi in cui il piano dispensi101 dal rilascio dell autorizzazione. Secondo quanto già evidenziato, il bene paesaggistico rientra nel genus dei beni culturali; conseguentemente appartiene alla potestà legislativa esclusiva dello stato la tutela del paesaggio, mentre la Κατάλληλος σχεδιασμός παρεμβάσεων για περιβαλλοντικά αγαθά. Απαγορεύσεις και περιορισμοί ως προς την εκμετάλλευση των περιβαλλοντικών αγαθών. Αναγκαιότητα άδειας για παρεμβάσεις, με ορισμένες εξαιρέσεις. Κρατική αρμοδιότητα η προστασία του τοπίου και συντρέχουσα αρμοδιότητα η αύξηση της αξίας του γιατί προβλέπονται από τον νόμο αειφόρος παράγουν λάθος άποψη απαλλάσσεται

19 valorizzazione è materia di legislazione concorrente102. Le funzioni amministrative in materia di beni paesaggistici, già delegate con l attuazione dell ordinamento regionale degli anni 70, sono ora conferite103 alle regioni (ed agli enti da queste delegati, titolari anche della pianificazione territoriale), fatte salve la potestà di indirizzo104 e di vigilanza del ministero, ed il potere sostitutivo105 in caso di inerzia ed inadempimento dell amministrazione domina. Va peraltro in conclusione aggiunto che il codice sancisce106 il principio di cooperazione tra amministrazioni pubbliche in materia di paesaggio, portato di quel principio di leale collaborazione che ormai da circa un ventennio è stato elaborato dalla giurisprudenza costituzionale per tutte le fattispecie ove concorra una molteplicità di interessi eterogenei, riferibili a soggetti esponenziali107 diversi, e tutti di rilievo costituzionale, in una sorta di condominio istituzionale. 7-Il piano paesaggistico L interesse del legislatore -in primis108 comunitario- è incentrato sulla tutela preventiva, a livello pianificatorio prima ancora che concretamente operativo. Nell ambito delle tutele parallele ambientali in senso lato l ordinarsi per piani è, dunque, un imperativo categorico cui subordinare in una visione prospettica e di largo respiro qualunque azione di tutela. I piani paesistici, previsti per la prima volta dalla legge n. 1497/39 come facoltativi, successivamente potenziati dalla l. n. 431/85 che ne ha fissato i contenuti, trovano oggi la loro disciplina negli articoli 143, 144 e 145 Codice dei Ανάθεση αρμοδιοτήτων στις περιφέρειες και σε φορείς των περιφερειών. Η αρχή της συνεργασίας μεταξύ δημόσιων αρχών για το τοπίο. Έμφαση του νομοθέτη στην προληπτική προστασία. Αναγκαία τα σχέδια για όλες τις δράσεις περιβαλλοντικής προστασίας. Ο προαιρετικός χαρακτήρας των σχεδίων για το τοπίο συναγωνιστική δόθηκαν να θέτει νόρμες θεραπείας ορίζει στελέχη κατ αρχήν

20 beni culturali e del paesaggio, c.d. Codice Urbani, approvato con d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42. In sintesi il piano paesaggistico ripartisce l'intero territorio regionale in ambiti omogenei, distinguendo quelli di elevato pregio paesaggistico fino a quelli significativamente compromessi o degradati e in virtù di queste caratteristiche sono parametrati gli obiettivi della pianificazione paesaggistica, come vedremo. Nella nuova disciplina del paesaggio di cui al Codice Urbani, l aspetto della pianificazione dei valori paesaggistici assume, rispetto al passato, una rilevanza centrale, il perno109 attorno al quale ruota tutta la disciplina, strumento obbligatorio sia per lo stato che per le regioni, per la composizione degli interessi differenziati con la disciplina degli usi ordinari del territorio. Invero110 legislatore con la modifica apportata nel 2008 al Codice dei beni culturali e del paesaggio, intende superare la tutela statica del paesaggio fondata prevalentemente sulla forza del vincolo, mentre la visione che scaturisce dal modello della gestione dello sviluppo sostenibile di stampo comunitario colloca la tutela del paesaggio nel ambito di una gestione integrata nel territorio. È una contrapposizione a quella che era la tutela statica del paesaggio fondato sul vincolo e quella dinamica fondata sull'idea di piano. Il principio di pianificazione costituisce dunque il caposaldo111 di qualunque attività dei pubblici poteri che in funzione della tutela degl interessi ad essi attribuiti abbia come oggetto il territorio e la sua conformazione112. Il codice, riprende in pieno il metodo della pianificazione urbanistica disponendo all'articolo 135 comma 1 che Διάκριση των περιφερειών σε ομοιογενείς τομείς. Η κεντρική σημασία του σχεδιασμού για τις αξίες του τοπίου. Υπέρβαση της στατικής προστασίας του τοπίου. Το έδαφος και η δομή του ως αντικείμενο της αρχής του σχεδιασμού. Συμπερίληψη των αξιών του τοπίου στον πολεοδομικό και περιβαλλοντικό βάση πράγματι πυλώνας δομή

21 le regioni sottopongono a specifica normativa d'uso il territorio mediante piani paesaggistici ovvero piani urbanistico-territoriali con specifica considerazione dei valori paesaggistici. Trattasi di una fungibilità113 già contenuta nella legge Galasso del 1985 con cui il legislatore consentiva alle regioni di prevedere con proprie leggi strumenti urbanistici di area vasta a contenuto composito, per coniugare nel miglior modo le esigenze conservative con quella dello sviluppo. È forse il primo parziale tentativo panurbanistico114 che cerca cioè di superare faticosamente la tradizionale dicotomia -ancora esistente- tra urbanistica e paesaggio, nel senso dell'unificazione delle due materie. σχεδιασμό. Κατάργηση του διάκρισης πολεοδομίας και τοπίου. Il codice denomina entrambi i piani come piani paesaggistici il che assume un particolare valore in relazione alla disciplina applicabile sia ai piani paesaggistici in senso stretto che a quelli urbanistico territoriali con valenza paesaggistica: la finalità specifica di entrambi piani è quella di riconoscere i caratteri peculiari del territorio considerato e le caratteristiche paesaggistiche, operando contemporaneamente la delimitazione di questi ambiti territoriali. Il codice, nell'adottare il metodo pianificatorio anche per la tutela del paesaggio, trasferisce nel piano paesaggistico gli elementi cardine della pianificazione urbanistica: la zonizzazione, la prescrittività, le modalità di attuazione. Non si può non rilevare, tuttavia, quello che, ad una prima lettura, appare un paradosso e cioè che mentre i giuristi sul bilancio di oltre sessant anni di applicazione della disciplina urbanistica Προσδιορισμός των ιδιαίτερων χαρακτηριστικών του τοπίου μέσω του σχεδιασμού. Υιοθέτηση θεμελιωδών στοιχείων του πολεοδομικού σχεδιασμού στο σχέδιο για τη διαμόρφωση του τοπίου. Στοιχεία του θεωρητικά αποτυχημένου πολεοδομικού πλαισίου στην προστασία του τοπίου προτυπικότητα πανπολεοδομικό

22 registrano un corale giudizio di fallimento di quell esperienza, il legislatore nazionale ha voluto invece riprendere in toto115 le tecniche della pianificazione urbanistica applicandole alla tutela del paesaggio. Certamente il ricorso ad uno strumento così analitico e prescrittivo va visto come reazione all eccessiva vaghezza e genericità della disciplina puntuale dei vincoli paesaggistici vigenti, che hanno attribuito in modo eccessivo alla discrezionalità116 dell amministrazione di settore la verifica delle compatibilità delle trasformazioni rispetto alla tutela del valore, cosicché è sembrato che l analitica e particolareggiata individuazione delle trasformazioni d uso ammissibili fosse la migliore garanzia per ridurre la discrezionalità e ancorare la valutazione a parametri oggettivi e non soggettivi. Ma secondo parte della dottrina, una così analitica prescrittività del piano ed una così eccessiva articolazione dei valori paesaggistici spesso di difficile o arbitraria identificazione (anche le aree degradate), urta117 con lo stesso concetto dinamico di paesaggio che necessita di forme di tutela in rapporto all evolversi di quel contesto sociale ed economico. Nello specifico, il piano paesaggistico, in primo luogo, assume rilevanza nel momento statico (della individuazione ed esplicitazione del valore paesaggistico di determinate aree), in cui svolge una funzione ampliativa, da un punto di vista oggettivo, dei beni sottoposti a tutela: esso infatti, ai sensi dell art. 143 del codice, non si limita alla ricognizione118 dei beni dichiarati di notevole interesse pubblico o sottoposti a tutela ex lege, ma può costituire la fonte stessa della Αντιμετώπιση της ασάφειας στον τομέα του τοπίου με σκοπό την αντικειμενικότητα. Σύγκρουση ρυθμιστικού πλαισίου με το δυναμικό χαρακτήρα του τοπίου. Προσδιορισμός και αποσαφήνιση της αξίας περιοχών ως τοπίο ολιστικά κρίση συγκρούεται αναγνώριση

23 imposizione del vincolo, essendo previsto che possa contenere l individuazione di ulteriori immobili od aree, di notevole interesse pubblico, così come individuati dall'articolo 136, e finanche eventuali, ulteriori contesti, diversi da quelli indicati all'articolo richiamato, da sottoporre a specifiche misure di salvaguardia e di utilizzazione. Il piano paesaggistico ha inoltre la funzione di concretizzare una nozione, altrimenti indeterminata e generica, di paesaggio, rendendola concretamente utilizzabile da parte degli operatori e dei cittadini: esso infatti ha il compito di riconoscere gli aspetti e i caratteri peculiari del territorio considerato, nonché le caratteristiche paesaggistiche (art. 135, comma 2). L apprezzamento del valore paesaggistico di una determinata parte del territorio non è quindi lasciata (specialmente con riguardo alle aree oggetto di vincolo imposto ex lege ) alla percezione dell autorità preposta al rilascio dell autorizzazione, ma deve essere operato (ed esplicitato) in sede di pianificazione paesaggistica, in modo da conferire all attività autorizzatoria, da questo punto di vista, carattere meramente ricognitivo. Ma la rilevanza del piano paesaggistico non si esaurisce nel momento statico (della individuazione ed esplicitazione del valore paesaggistico di determinate aree), estendendosi a quello dinamico, ovvero delle modalità di gestione del vincolo (e quindi delle condizioni per il rilascio del titolo autorizzatorio): in riferimento a ciascun ambito, i piani predispongono specifiche normative d'uso e attribuiscono adeguati obiettivi di qualità da perseguire, per le finalità indicate negli articoli 131 e 133 e cioè -riconoscere, salvaguardare e, ove necessario, recuperare i valori culturali espressi dal paesaggio, Συγκεκριμενοποίηση της αόριστης έννοιας του τοπίου. Ύπαρξη κεντρικού σχεδιασμού για την εκτίμηση της αξίας του τοπίου. Πρόβλεψη του σχεδίου για στόχους αναγνώρισης, προστασίας και προώθησης του τοπίου.

24 -promuovere e sostenere apposite attività di conoscenza, informazione e formazione, riqualificazione e fruizione del paesaggio nonché, ove possibile, -promuovere e sostenere la realizzazione di nuovi valori paesaggistici Il piano paesaggistico è destinato infatti a contenere le prescrizioni d uso delle aree tutelate, finalizzate: - alla conservazione degli elementi costitutivi e delle morfologie dei beni paesaggistici sottoposti a tutela, tenuto conto anche delle tipologie architettoniche, delle tecniche e dei materiali costruttivi, nonché delle esigenze di ripristino dei valori paesaggistici; - alla riqualificazione delle aree compromesse o degradate; - alla salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche degli altri ambiti territoriali, assicurando, al contempo, il minor consumo del territorio; - alla individuazione delle linee di sviluppo urbanistico ed edilizio, in funzione della loro compatibilità con i diversi valori paesaggistici riconosciuti e tutelati, con particolare attenzione alla salvaguardia dei paesaggi rurali e dei siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell'unesco (art. 135, comma 4). Esso contiene quindi la previsione degli interventi di recupero e riqualificazione delle aree significativamente compromesse o degradate; l individuazione delle misure necessarie per il corretto inserimento, nel contesto paesaggistico, degli interventi di trasformazione del territorio, al fine di realizzare uno sviluppo sostenibile delle aree interessate; l individuazione dei diversi ambiti e dei relativi obiettivi di qualità (art. 143, comma 1). Da tali prescrizioni sono ricavabili due indicazioni di massima: la prima, nel senso che l avvenuta compromissione di Στόχοι των κανόνων χρήσης των προστατευόμενων περιοχών. Πρόβλεψη για τις παρεμβάσεις αποκατάστασης, ώστε να αποτελούν τμήμα του γενικού πλαισίου. Γενικές ενδείξεις για την εφαρμογή του σχεδίου και το ρόλο των αρχών.

25 un area, sotto il profilo paesaggistico, non può giustificare una applicazione attenuata119 del vincolo di tutela, come è sovente accaduto nella prassi; la seconda, che in un sistema di tutela fortemente caratterizzato da un punto di vista pianificatorio, il potere autorizzatorio si configura come meramente applicativo delle previsioni di piano, conseguentemente attenuando120 i suoi tradizionali connotati di discrezionalità (tecnica), quanto ai contenuti. Tra gli strumenti a disposizione di Stato e Regioni per attuare i principi del codice in materia paesaggistica è prevista anche la possibilità di stipulare accordi diretti a realizzare specifiche finalità, come è avvenuto ad esempio nel caso della intesa del 13 novembre 2008 conclusa tra il ministero per i beni e le attività culturalidirezione regionale della Campania e l'assessorato al governo del territorio della regione Campania volta ad istituire un tavolo tecnico per il controllo della qualità del paesaggio finalizzato a coordinare le funzioni rispettive di Stato regioni. Particolare rilievo riveste infatti il coordinamento della pianificazione paesaggistica con gli altri strumenti di pianificazione e, a questo fine, l'articolo 145 del Codice dei beni culturali e del paesaggio d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, attribuisce al Ministro dei beni culturali e ambientali il compito di individuare le linee fondamentali dell' assetto121 del territorio nazionale per quanto riguarda la tutela del paesaggio, aventi finalità di indirizzo122 della pianificazione. Compito questo che può trovare spazio all'interno dello stesso piano paesaggistico. Infatti, il comma2 dell'art. 145 precisa che i piani paesaggistici Δυνατότητα σύναψης άμεσων συμφωνιών της Πολιτείας και των Περιφερειών με φορείς. Συντονισμός του σχεδιασμού για το τοπίο με άλλα όργανα σχεδιασμού εξασθένησης εξασθενώντας ευταξίας συντονισμού

26 possono prevedere misure di coordinamento con gli strumenti di pianificazione territoriale e di settore, nonché con i piani, programmi e progetti nazionali e regionali di sviluppo economico. Le previsioni dei piani paesaggistici, inoltre (comma 3 dell'art. 145), non sono derogabili123 da parte di piani, programmi e progetti nazionali o regionali di sviluppo economico, sono cogenti124 per gli strumenti urbanistici dei comuni, delle città metropolitane e delle province, sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi125 eventualmente contenute negli strumenti urbanistici, stabiliscono norme di salvaguardia applicabili in attesa dell adeguamento degli strumenti urbanistici e sono altresì vincolanti per gli interventi settoriali. E evidente, dunque, la ragione per cui esso venga considerato il piano dei piani, in buona sostanza riassumendo in sé le vocazioni126 edificatorie del territorio. Per quanto attiene alla tutela del paesaggio, le disposizioni dei piani paesaggistici sono comunque prevalenti sulle disposizioni contenute negli atti di pianificazione ad incidenza territoriale previsti dalle normative di settore, ivi compresi quelli degli enti gestori delle aree naturali protette. Compito della regione è di disciplinare il procedimento di conformazione127 ed adeguamento degli strumenti urbanistici alle previsioni della pianificazione paesaggistica, assicurando la partecipazione degli organi ministeriali al procedimento medesimo. Sotto il profilo procedimentale infatti Εξασφάλιση προστασίας του τοπίου χωρίς παρεμπόδιση σχεδίων οικονομικής ανάπτυξης. Συνόψιση των τάσεων δόμησης σε μια περιοχή. Υπερίσχυση των διατάξεων για την προστασία του τοπίου. Ανάληψη, από τις Περιφέρειες, της προσαρμογής των χωροταξικών διατάξεων στις απαιτήσεις για το τοπίο. Φορείς που διαμορφώνουν το σχέδιο για συγκρουόμενα πολύπλοκοι ατελείς τάσεις συμμόρφωσης

27 l'elaborazione dei piani avviene congiuntamente128 tra le Regioni, il Ministero per i beni e le attività culturali ed il Ministero dell'ambiente. In particolare l'articolo 143 comma 2 prevede che tra questi soggetti sia stabilito un accordo che individui tra l'altro i presupposti e le modalità nonché129 i tempi per la revisione del piano stesso. L'approvazione del piano avviene con provvedimento regionale entro il termine fissato dall'accordo stesso. Nell'ipotesi di decorso inutile del termine il piano limitatamente ai beni paesaggistici di cui alle lettere b-c-d del comma1 dell art. 143, è approvato in via sostitutiva con decreto del Ministro per i beni dell'attività culturali, sentito il Ministro dell'ambiente. Nei procedimenti di approvazione dei piani paesaggistici sono assicurate la concertazione istituzionale, la partecipazione dei soggetti interessati e delle associazioni portatrici di interessi diffusi, individuate ai sensi delle vigenti disposizioni in materia di ambiente e danno ambientale, e ampie forme di pubblicità. A tale fine le regioni disciplinano mediante apposite norme di legge i procedimenti di pianificazione paesaggistica, anche in riferimento ad ulteriori forme di partecipazione, informazione e comunicazione, stabilendo altresì le c.d. misure di salvaguardia e cioè che dall'adozione del piano non sono consentiti sui beni paesaggistici interventi in contrasto con le prescrizioni di tutela previste nel piano stesso; mentre a far data dall'approvazione del piano le relative previsioni e prescrizioni sono immediatamente cogenti130 e prevalenti sulle previsioni dei piani territoriali ed urbanistici. το τοπίο και αναθεώρησή του. Διαδικασία έγκρισης του σχεδίου. Εξασφάλιση συμφωνίας των ενδιαφερομένων μερών για εφαρμογή του σχεδίου χωρίς πρόσθετες παρεμβάσεις σε συνέργια και όχι μόνο Πολύπλοκοι

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