Autori greci tradotti e commentati volume XXVIII.2. Platone APOLOGIA DI SOCRATE. Parte II (Capp. VII-XIII)
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- Ευρυβία Στεφανόπουλος
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1 Greek Florilegium Autori greci tradotti e commentati volume XXVIII.2 Κάλλιστον κτῆμα παιδεία βροτοῖς ἐστί Menandro Platone APOLOGIA DI SOCRATE Parte II (Capp. VII-XIII) Italice vertit criticisque adnotationibus instruxit I.A. Taverna DISCO VERTENDO 2016
2 Disco Vertendo Indice Cap. VII... pag. 3 Cap. VIII... pag. 4 Cap. IX... pag. 5 Cap. X... pag. 6 Cap. XI... pag. 8 Cap. XII... pag. 8 Cap. XIII... pag. 10 2
3 Cap. VII Greek Florilegium Mετὰ ταῦτ οὖν ἤδη ἐφεξῆς ᾖα, αἰσθανόμενος μὲν καὶ λυπούμενος καὶ δεδιὼς ὅτι ἀ- πηχθανόμην, ὅμως δὲ ἀναγκαῖον ἐδόκει εἶναι τὸ τοῦ θεοῦ περὶ πλείστου ποιεῖσθαι -ἰτέον οὖν, σκοποῦντι τὸν χρησμὸν τί λέγει, ἐπὶ ἅπαντας τούς τι δοκοῦντας εἰδέναι. Kαὶ νὴ τὸν κύνα, ὦ ἄνδρες 22a Ἀθηναῖοι- δεῖ γὰρ πρὸς ὑμᾶς τἀληθῆ λέγειν- ἦ μὴν ἐγὼ ἔπαθόν τι τοιοῦτον οἱ μὲν μάλιστα εὐδοκιμοῦντες ἔδοξάν μοι ὀλίγου δεῖν τοῦ πλείστου ἐνδεεῖς εἶναι ζητοῦντι κατὰ τὸν θεόν, ἄλλοι δὲ δοκοῦντες φαυλότεροι ἐπιεικέστεροι εἶναι ἄνδρες πρὸς τὸ φρονίμως ἔχειν. Δεῖ δὴ ὑμῖν τὴν ἐμὴν πλάνην ἐπιδεῖξαι ὥσπερ πόνους τινὰς πονοῦντος ἵνα μοι καὶ ἀ- νέλεγκτος ἡ μαντεία γένοιτο. Mετὰ γὰρ τοὺς πολιτικοὺς ᾖα ἐπὶ τοὺς ποιητὰς τούς τε τῶν τραγῳδιῶν καὶ τοὺς τῶν διθυράμβων καὶ τοὺς ἄλλους, 22b ὡς ἐνταῦθα ἐπ αὐτοφώρῳ καταληψόμενος ἐμαυτὸν ἀμαθέστερον ἐκείνων ὄντα. Ἀναλαμβάνων οὖν αὐτῶν τὰ ποιήματα ἅ μοι ἐδόκει μάλιστα πεπραγματεῦσθαι αὐτοῖς, διηρώτων ἂν αὐτοὺς τί λέγοιεν, ἵν ἅμα τι καὶ μανθάνοιμι παρ αὐτῶν. Aἰσχύνομαι οὖν ὑμῖν εἰπεῖν, ὦ ἄνδρες, τἀληθῆ ὅμως δὲ ῥητέον. Ὡς ἔπος γὰρ εἰπεῖν ὀλίγου αὐτῶν ἅπαντες οἱ παρόντες ἂν βέλτιον ἔλεγον περὶ ὧν αὐτοὶ ἐ- πεποιήκεσαν. Ἔγνων οὖν αὖ καὶ περὶ τῶν ποιητῶν ἐν ὀλίγῳ τοῦτο, ὅτι οὐ σοφίᾳ 22c ποιοῖεν ἃ ποιοῖεν, ἀλλὰ φύσει τινὶ καὶ ἐνθουσιάζοντες ὥσπερ οἱ θεομάντεις καὶ οἱ χρησμῳδοί καὶ γὰρ οὗτοι λέγουσι μὲν πολλὰ καὶ καλά, ἴσασιν δὲ οὐδὲν ὧν λέγουσι. Tοιοῦτόν τί μοι ἐφάνησαν πάθος καὶ οἱ ποιηταὶ πεπονθότες, καὶ ἅμα ᾐσθόμην αὐτῶν διὰ τὴν ποίησιν οἰομένων καὶ τἆλλα σοφωτάτων εἶναι ἀνθρώπων ἃ οὐκ ἦσαν. Ἀπῇα οὖν καὶ ἐντεῦθεν τῷ αὐτῷ οἰόμενος περιγεγονέναι ᾧπερ καὶ τῶν πολιτικῶν. Dopo di ciò quindi me ne andavo ormai oltre, rendendomi conto, addolorato e timoroso, di essere odiato, tuttavia però mi sembrava che fosse necessario tenere in massima considerazione il responso del dio -bisognava quindi andare, esaminando cosa diceva l oracolo, da tutti quanti coloro che parevano sapere qualcosa. E, per il cane, o uomini 22a di Atenebisogna infatti dire a voi la verità- io per certo provai una sensazione del genere: quelli che in modo particolare avevano fama parvero, a me che indagavo secondo il dio, che poco mancasse fossero sprovvisti delle cose più importanti, altri invece, che parevano inferiori, erano uomini più dotati nell essere assennati. Bisogna quindi mostrarvi il mio vagare come di chi affronta fatiche perché il vaticinio diventi per me inconfutabile. Dopo i politici infatti andavo dai poeti, sia quelli di tragedie che quelli di ditirambi, e dagli altri 22b per cogliere qui me stesso in flagrante perché ero più ignorante di loro. Prendendo quindi le loro opere che mi sembravano particolarmente elaborate da loro, chiedevo loro cosa dicessero, per imparare al tempo stesso anche qualcosa da loro. Mi vergogno pertanto, o ponimi di Atene, di dirvi la verità: però bisogna dirla. Infatti, per così dire, quasi tutti quanti i presenti avrebbero parlato meglio su quelle cose che essi avevano composto. Compresi dunque in breve, riguardo ai poeti, questo di nuovo, che non per saggezza 22c componevano quello che componevano, ma per una disposizione naturale ed essendo ispirati come i profeti e gli indovini; ed infatti anche costoro dicono molte e belle cose, ma non sanno nulla di ciò che dicono. Anche i poeti mi parvero aver provato una sensazione del genere, e al tempo stesso compresi che essi, grazie alla poesia, pensavano di essere i più saggi tra gli uomini anche nelle altre cose che non sapevano. Me ne andavo quindi anche da là, pensando di essere superiore nella stessa cosa in cui (lo ero) anche dei politici. 3
4 21e. Mετὰ... ᾖα: l allusione è al fallimento dell esperienza tentata presso i politici, come descritto nel capitolo prec. (cfr. la Parte I del presente volume) - λυπούµενος... δεδιὼς: i participi evidenziano gli stati d animo conseguenti alla percezione dell ostilità di cui è fatto oggetto per la sua ricerca (αἰσθανόµενος... ἀπηχθανόµην; si noti la sequenza paronomastica) - περὶ πλείστου ποιεῖσθαι: nesso allitterante (cfr. lat. plurimi facere); la ricerca del significato del responso divino (τὸ τοῦ θεοῦ) resta comunque prioritaria - ἰτέον: la lezione è controversa e sono presenti varianti in altre edizioni, pur nella chiarezza del senso. La perifrastica passiva sottintende il dativo d agente moi - νὴ τὸν κύνα: erano chiamati radamantini i giuramenti che si facevano invocando a testimoni animali o cose inanimate, dal nome del semidio cretese, figlio di Zeus e di Europa, fratello di Minosse. Secondo la mitologia Radamanto, avendo ucciso un altro suo fratello, si recò a Calea, in Beozia, dove sposò Alcmena, vedova di Anfitrione e si meritò la reputazione di legislatore sapientissimo, diventando, dopo la morte, uno dei giudici inferi, con Eaco e Minosse. 22a. δεῖ... λέγειν: cfr. lat. oportet enim vobis vera dicere - ἦ µὴν: espressione asseverativa, tipica del linguaggio familiare - ἔπαθόν τι τοιοῦτον: lett. patii qualcosa di simile (indicativo aoristo II attivo di pavscw) - ὀλίγου δεῖν... εἶναι: è il lat. parum abesse quin - ζητοῦντι: cfr. Cap. VI 21b nella Parte I del presente volume - φαυλότεροι ἐπιεικέστεροι: il primo comparativo è predicativo di δοκοῦντες, il secondo di εἶναι - πρὸς τὸ φρονίµως ἔχειν: si ricordi il valore intransitivo di e[cw in presenza di un avverbio - πόνους... πονοῦντος: si osservi l uso della c.d. figura etimologica - ἡ µαντεία:il responso dato dalla Pizia a Cherefonte (cfr. 21a nella Parte I del presente volume) - ἐπὶ τοὺς ποιητὰς... τῶν τραγῳδιῶν... τῶν διθυράµβων: i primi sono i tragediografi, di cui è indiscutibile l importanza nel processo educativo della polis attraverso i vari agoni annuali. Il ditirambo era una delle principali forme della poesia corale greca; la tradizione ne attribuiva l invenzione ad Arione, il quale gli avrà semplicemente dato, posto che non sia una figura del tutto mitica, dignità letteraria. La materia del ditirambo venne dapprima fornita dalle drammatiche vicende della vita di Dioniso, ma ben presto vi introdussero altri soggetti a Dioniso del tutto estranei. Si eseguivano con solennità pari a quella delle rappresentazioni drammatiche in occasione delle Grandi Dionisie, come pure alle Dionisie rurali, alle Panatenee, alle Targelie e alle Lenee. 22b. ἐπ αὐτοφώρῳ: locuzione del linguaggio giudiziario, con cui si indica il cogliere qualcuno in flagrante - καταληψόµενος: participio futuro con valore finale e costruzione con il participio predicativo (ὄντα) - αὐτῶν... παρ αὐτῶν: si osservi il ricorso a una sottile ironia con il gioco poliptotico affidato al pronome personale - µάλιστα πεπραγµατεῦσθαι: le opere che recavano i segni evidenti di una maggiore cura ed elaborazione, come testimonia l uso del superlativo avverbiale - αὐτοῖς: dativo di agente - διηρώτων: imperfetto di dierwtavw, denota l insistenza del processo di zhvthsi" posta in atto da Socrate - αὐτοὺς τί λέγοιεν: cfr. lat. ex eis quarebam quid dicerent - ἵν ἅµα τι καὶ µανθάνοιµι: proposizione finale (cfr. lat. ut eodem tempore aliquid ab eis discerem) - ὅµως δὲ ῥητέον: perifrastica passiva, è sott. ejstiv; è il lat. tamen dicendum est - Ὡς ἔπος... εἰπεῖν: per l espressione cfr. Cap. I 17a nella Parte I del presente volume - ὀλίγου: genitivo in funzione avverbiale, con valore attenuativo - περὶ ὧν: ossia peri; touvtwn a{ - ἐπεποιήκεσαν: piuccheperfetto attivo di poievw, verbo simbolo della creatività poetica - Ἔγνων: indicativo aoristo atematico di gignwvskw - ἐν ὀλίγῳ: sott. crovnw/, è il lat. brevi (sott. tempore). 22c. φύσει τινὶ: dativo strumentale, si contrappone a σοφίᾳ del prec. La problematica qui sottesa è ampiamente sviluppata nello Ione (cfr. vol. XXII della presente Collana) - ἐνθουσιάζοντες... οἱ χρησµῳδοί: essere ispirati o presi da entusiasmo significa avere il dio in sé - ἐφάνησαν: indicativo aoristo II passivo di faivnw, in costruzione personale (cfr. lat. visi sunt) e con il participio predicativo (πεπονθότες, in figura etimologica con πάθος) - καὶ οἱ ποιηταὶ: cfr. lat. poetae quoque - καὶ ἅµα ᾐσθόµην: et simul intellexi (indicativo aoristo II medio di aijsqavnomai, costruito con il genitivo) - καὶ τἆλλα: cfr. lat. cetera quoque; accusativo di relazione e crasi - τῷ αὐτῷ... τῶν πολιτικῶν: secondo quanto descritto al termine dal capitolo prec. Cap. VIII Tελευτῶν οὖν ἐπὶ τοὺς χειροτέχνας ᾖα ἐ- μαυτῷ γὰρ συνῄδη οὐδὲν ἐπισταμένῳ 22d ὡς ἔπος εἰπεῖν, τούτους δέ γ ᾔδη ὅτι εὑρήσοιμι πολλὰ καὶ καλὰ ἐπισταμένους. Kαὶ τούτου μὲν οὐκ ἐψεύσθην, ἀλλ ἠπίσταντο ἃ ἐγὼ οὐκ ἠπιστάμην καί μου ταύτῃ σοφώτεροι ἦσαν. Ἀλλ, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, ταὐτόν μοι ἔδοξαν ἔχειν ἁμάρτημα ὅπερ καὶ οἱ ποιηταὶ καὶ οἱ ἀγαθοὶ δημιουργοί -διὰ τὸ τὴν τέχνην καλῶς ἐ ξεργάζεσθαι ἕκαστος Da ultimo quindi andavo presso gli artigiani; ero infatti tra me consapevole di non sapere nulla, 22d per così dire, ma certo sapevo che avrei trovato che costoro sapevano molte e belle cose. E in questo non mi sbagliai, ma conoscevano cose che io non conoscevo e per questo erano più saggi di me. Ma, o uomini di Atene, mi sembrò che anche quei valenti artigiani avessero lo stesso difetto dei poeti - a causa dell esercitare bene l arte ciascuno ri-
5 ἠξίου καὶ τἆλλα τὰ μέγιστα σοφώτατος εἶναι- καὶ αὐτῶν αὕτη ἡ πλημμέλεια ἐκείνην τὴν σοφίαν ἀποκρύπτειν ὥστε με ἐμαυτὸν ἀνερωτᾶν 22e ὑπὲρ τοῦ χρησμοῦ πότερα δεξαίμην ἂν οὕτως ὥσπερ ἔχω ἔχειν, μήτε τι σοφὸς ὢν τὴν ἐκείνων σοφίαν μήτε ἀμαθὴς τὴν ἀμαθίαν, ἢ ἀμφότερα ἃ ἐκεῖνοι ἔ- χουσιν ἔχειν. Ἀπεκρινάμην οὖν ἐμαυτῷ καὶ τῷ χρησμῷ ὅτι μοι λυσιτελοῖ ὥσπερ ἔχω ἔ- χειν. Greek Florilegium teneva giusto essere il più saggio anche nella altre cose più importanti- e questo loro errore oscurava quella saggezza; cosicché io interrogavo me stesso 22e sull oracolo se accettare di essere così come sono, non essendo saggio nella loro saggezza né ignorante nella loro ignoranza, o avere entrambe le cose che essi hanno. Risposi pertanto a me stesso e all oracolo che era vantaggioso per me essere come sono. 22c. Tελευτῶν: il participio ha qui funzione avverbiale (cfr. lat. postremo) - ἐπὶ τοὺς χειροτέχνας: l attività manuale ne pregiudica la posizione nella scala sociale, collocandoli dopo i politici e i poeti - συνῄδη: piuccheperfetto di suvnoida, costruito con il participio predicativo (ἐπισταµένῳ), ripreso dal semplice ᾔδη al seg. 22d. ὡς ἔπος εἰπεῖν: cfr. supra 22b - εὑρήσοιµι: ottativo aoristo II attivo di eujrivskw, costruito con il participio predicativo (ἐπισταµένους) - τούτου:genitivo retto da ἐψεύσθην (indicativo aoristo I passivo di yeuvdomai) - ταύτῃ: il dativo può anche ritenersi di limitazione - ὅπερ: sott. ei\con - διὰ τὸ... ἐξεργάζεσθαι: infinito sostantivato con valore causale - τἆλλα τὰ µέγιστα: accusativo di relazione - ἡ πληµµέλεια: propriamente stonatura, con metafora tratta dal linguaggio musicale - ὥστε... ἀνερωτᾶν: proposizione consecutiva - µε ἐµαυτὸν: rispettivamente soggetto e oggetto della consecutiva. 22e. πότερα: correlato al seg. ἢ è il lat. utrum... an delle interrogative indirette doppie - δεξαίµην: ottativo aoristo sigmatico medio di devcomai - τὴν... σοφίαν... τὴν ἀµαθίαν: accusativi di relazione retti dai rispettivi aggettivi (σοφὸς e ἀµαθὴς) in sequenza paronomastica - λυσιτελοῖ: ottativo presente di lusitelevw, è usato impersonalmente e regge il dativo di vantaggio µοι. 9.Cap. IX Ἐκ ταυτησὶ δὴ τῆς ἐξετάσεως, ὦ ἄνδρες Ἀ- θηναῖοι, πολλαὶ μὲν ἀπέχθειαί μοι 23a γεγόνασι καὶ οἷαι χαλεπώταται καὶ βαρύταται, ὥστε πολλὰς διαβολὰς ἀπ αὐτῶν γεγονέναι, ὄνομα δὲ τοῦτο λέγεσθαι, σοφὸς εἶναι οἴονται γάρ με ἑκάστοτε οἱ παρόντες ταῦτα αὐτὸν εἶναι σοφὸν ἃ ἂν ἄλλον ἐξελέγξω. Tὸ δὲ κινδυνεύει, ὦ ἄνδρες, τῷ ὄντι ὁ θεὸς σοφὸς εἶναι, καὶ ἐν τῷ χρησμῷ τούτῳ τοῦτο λέγειν, ὅτι ἡ ἀνθρωπίνη σοφία ὀλίγου τινὸς ἀξία ἐστὶν καὶ οὐδενός. Kαὶ φαίνεται τοῦτον λέγειν τὸν Σωκράτη, προσκεχρῆσθαι δὲ τῷ ἐμῷ ὀνόματι, ἐμὲ παράδειγμα 23b ποιούμενος, ὥσπερ ἂν εἴποι ὅτι «οὗτος ὑμῶν, ὦ ἄνθρωποι, σοφώτατός ἐ- στιν, ὅστις ὥσπερ Σωκράτης ἔγνωκεν ὅτι οὐδενὸς ἄξιός ἐστι τῇ ἀληθείᾳ πρὸς σοφίαν.» Tαῦτ οὖν ἐγὼ μὲν ἔτι καὶ νῦν περιιὼν ζητῶ καὶ ἐρευνῶ κατὰ τὸν θεὸν καὶ τῶν ἀστῶν καὶ ξένων ἄν τινα οἴωμαι σοφὸν εἶναι καὶ ἐπειδάν μοι μὴ δοκῇ, τῷ θεῷ βοη- Da questa ricerca qui, o uomini di Atene, mi sono quindi derivate molte inimicizie, 23a assai aspre e gravi quant altri mai, così che da esse sono scaturite molte false accuse, e mi viene affibbiato questa nomea di essere saggio; ogni volta infatti i presenti pensano che io sia saggio in quelle cose in cui confuto un altro. Ma forse, in realtà, o cittadini, in questo è saggio il dio, e in questo responso questo dice, che la saggezza umana è degna di poco e anzi di niente. E sembra indicare questo Socrate e servirsi del mio nome, facendo di me un esempio 23b come se dicesse questi, o uomini, è il più saggio tra voi, colui che come Socrate ha compreso che in verità, quanto a saggezza, non è degno di nulla. Queste cose di conseguenza io ancora adesso, andando in giro, cerco e chiedo, secondo il dio, a qualcuno dei cittadini e dei forestieri se ritengo che sia saggio; e dopo che non mi sembra, venendo in aiuto al dio gli dimostro che non è 5
6 Disco Vertendo θῶν ἐνδείκνυμαι ὅτι οὐκ ἔστι σοφός. Kαὶ ὑπὸ ταύτης τῆς ἀσχολίας οὔτε τι τῶν τῆς πόλεως πρᾶξαί μοι σχολὴ γέγονεν ἄξιον λόγου οὔτε τῶν οἰκείων, ἀλλ ἐν 23c πενίᾳ μυρίᾳ εἰμὶ διὰ τὴν τοῦ θεοῦ λατρείαν. saggio. E in conseguenza di questa attività non c è stato per me il tempo né di trattare qualcuno degli affari della città degno di considerazione né di quelli privati, ma 23c mi trovo in grandissima povertà per il servizio nei confronti del dio. 22e. Ἐκ... ἐξετάσεως: quella effettuata presso i politici, i poeti e gli artigiani descritta nei paragrafi precedenti - πολλαὶ... ἀπέχθειαί: il vocabolo riprende l espressione verbale presente ai 21d - e (ἀπηχθόµην) - µοι: esempio di dativus incommodi. 23a. οἷαι: qui rafforza i superlativi seguenti - ὥστε... γεγονέναι: proposizione consecutiva con il soggetto (πολλὰς διαβολὰς) in accusativo - ὄνοµα... τοῦτο: prolettico di σοφὸς εἶναι - ταῦτα: accusativo di relazione - ἐξελέγξω: congiuntivo aoristo sigmatico attivo di ejxelevgcw - κινδυνεύει: lett. c è pericolo, ma il valore attenuativo può suggerire la traduzione con forse - τούτῳ τοῦτο: sequenza poliptotica; il secondo è prolettico della dichiarativa ὅτι... ἐστὶν - φαίνεται: il soggetto è sempre ὁ θεὸς, l Apollo di Delfi - προσκεχρῆσθαι: infinito perfetto medio-passivo di prosxravomai, costruito con il dativo strumentale τῷ ἐµῷ ὀνόµατι (cfr. lat. nomine meo uti) - παράδειγµα: predicativo. 23b. ὅτι: la congiunzione dichiarativa ha qui il valore di un semplice segno di interpunzione - οὗτος: prolettico di ὅστις - ἔγνωκεν: indicativo perfetto attivo di gignwvskw - τῇ ἀληθείᾳ: dativo con valore avverbiale - ἔτι καὶ νῦν: ribadisce l attualità della ricerca, sulla base del responso oracolare (κατὰ τὸν θεὸν) - τῶν ἀστῶν καὶ ξένων: genitivi partitivi retti dall indefinito (τινα); la precisazione evidenzia il carattere generale della ricerca, non limitato al corpus civico ateniese - τῷ θεῷ βοηθῶν: l aiuto è inteso come soluzione del responso, volta a chiarire il senso dell affermazione oracolare - ὑπὸ... τῆς ἀσχολίας: lett. è la mancanza di tempo libero (σχολὴ) e, per traslato, pone in rilievo l impegno e l attività profusi da Socrate nella ricerca del significato del responso - τῶν οἰκείων: contrapposto al prec. τῆς πόλεως si riferisce alla sfera degli interessi privati, anch essi trascurati come quelli pubblici. 23c. ἐν πενίᾳ µυρίᾳ: il richiamo a un evidente povertà intende confutare le accuse di un comportamento sofistico e l aspetto lucrativo dello stesso Cap. X Πρὸς δὲ τούτοις οἱ νέοι μοι ἐπακολουθοῦντες -οἷς μάλιστα σχολή ἐστιν, οἱ τῶν πλουσιωτάτων- αὐτόματοι, χαίρουσιν ἀκούοντες ἐξεταζομένων τῶν ἀνθρώπων, καὶ αὐτοὶ πολλάκις ἐμὲ μιμοῦνται, εἶτα ἐπιχειροῦσιν ἄλλους ἐξετάζειν κἄπειτα οἶμαι εὑρίσκουσι πολλὴν ἀφθονίαν οἰομένων μὲν εἰδέναι τι ἀνθρώπων, εἰδότων δὲ ὀλίγα ἢ οὐδέν. Ἐντεῦθεν οὖν οἱ ὑπ αὐτῶν ἐξεταζόμενοι ἐ- μοὶ ὀργίζονται, οὐχ αὑτοῖς, καὶ λέγουσιν ὡς Σωκράτης τίς ἐστι μιαρώτατος καὶ 23d διαφθείρει τοὺς νέους. Kαὶ ἐπειδάν τις αὐτοὺς ἐρωτᾷ ὅτι ποιῶν καὶ ὅτι διδάσκων, ἔχουσι μὲν οὐδὲν εἰπεῖν ἀλλ ἀγνοοῦσιν, ἵνα δὲ μὴ δοκῶσιν ἀπορεῖν, τὰ κατὰ πάντων τῶν φιλοσοφούντων πρόχειρα ταῦτα λέγουσιν, ὅ- τι «τὰ μετέωρα καὶ τὰ ὑπὸ γῆς» καὶ «θεοὺς μὴ νομίζειν» καὶ «τὸν ἥττω λόγον κρείττω ποιεῖν.» Tὰ γὰρ ἀληθῆ οἴομαι οὐκ ἂν ἐθέλο 6 Oltre a queste cose poi i giovani che mi seguono di loro volontà -i figli dei più ricchi, che hanno soprattutto tempo libero-, si compiacciono ascoltando gli uomini che vengono esaminati, e spesso essi mi imitano, e poi prendono ad esaminare altri; e quindi, penso, trovano un gran numero di uomini che credono di sapere qualcosa, ma che sanno poco e niente. Di conseguenza pertanto quelli che vengono esaminati da loro si adirano con me, non con loro, e dicono che c è un tale Socrate estremamente empio 23d e corrompe i giovani. E dopo che qualcuno chiede loro facendo che cosa e insegnando che cosa, non hanno niente da dire, ma lo ignorano, e per non sembrare di essere in difficoltà dicono queste cose che sono a portata di mano di tutti quelli che si occupano di filosofia, cioè le cose celesti e quelle sotto terra e non credere agli
7 ιεν λέγειν, ὅτι κατάδηλοι γίγνονται προσποιούμενοι μὲν εἰδέναι, εἰδότες δὲ οὐδέν. Ἅ- τε οὖν οἶμαι 23e φιλότιμοι ὄντες καὶ σφοδροὶ καὶ πολλοί, καὶ συντεταμένως καὶ πιθανῶς λέγοντες περὶ ἐμοῦ, ἐμπεπλήκασιν ὑμῶν τὰ ὦτα καὶ πάλαι καὶ σφοδρῶς διαβάλλοντες. Ἐκ τούτων καὶ Μέλητός μοι ἐ- πέθετο καὶ Ἄνυτος καὶ Λύκων, Μέλητος μὲν ὑπὲρ τῶν ποιητῶν ἀχθόμενος, Ἄνυτος 24a δὲ ὑπὲρ τῶν δημιουργῶν καὶ τῶν πολιτικῶν, Λύκων δὲ ὑπὲρ τῶν ῥητόρων ὥ- στε, ὅπερ ἀρχόμενος ἐγὼ ἔλεγον, θαυμάζοιμ ἂν εἰ οἷός τ εἴην ἐγὼ ὑμῶν ταύτην τὴν διαβολὴν ἐξελέσθαι ἐν οὕτως ὀλίγῳ χρόνῳ οὕτω πολλὴν γεγονυῖαν. Tαῦτ ἔστιν ὑμῖν, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, τἀληθῆ, καὶ ὑμᾶς οὔτε μέγα οὔτε μικρὸν ἀποκρυψάμενος ἐγὼ λέγω οὐδ ὑποστειλάμενος. Kαίτοι οἶδα σχεδὸν ὅτι αὐτοῖς τούτοις ἀπεχθάνομαι, ὃ καὶ τεκμήριον ὅτι ἀληθῆ λέγω καὶ ὅτι αὕτη ἐ- στὶν ἡ διαβολὴ ἡ ἐμὴ καὶ τὰ αἴτια ταῦτά ἐ- στιν. 24b Kαὶ ἐάντε νῦν ἐάντε αὖθις ζητήσητε ταῦτα, οὕτως εὑρήσετε. Greek Florilegium dei e rendere migliore il discorso peggiore. Le cose vere, penso, non vorrebbero infatti dirle, che cioè è evidente che fingono di sapere, non sapendo invece niente. Poiché dunque penso 23e che siano ambiziosi, decisi e numerosi, e parlino di me in modo pronto e persuasivo, già da tempo e con decisione hanno riempito le vostre orecchie calunniandomi. In conseguenza di ciò Meleto scagliò contro di me ed Anito e Licone, Meleto essendo adirato per i poeti, Anito 24a per gli artigiani e i politici, Licone poi per gli oratori; cosicché, quello che io, cominciando, dicevo, mi meraviglierei se io fossi capace di togliere da voi questa falsa accusa, diventata così grande, in un tempo così breve. Questa è per voi, uomini di Atene, la verità, e io la dico senza avervi nascosto né tanto né poco e senza alcuna restrizione. Eppure so che sono quasi in odio proprio per queste cose, cosa che è pure la prova che dico la verità e che è una falsa accusa questa contro di me e queste sono le cause. E sia che ora sia che 24b un altra volta cercherete ciò, lo troverete così. 23c. ἐπακολουθοῦντες: regge il predicativo αὐτόµατοι - οἷς... ἐστιν: costruzione con il dativo di possesso; il tempo libero è poi motivato dalla condizione sociale di questa sorta di jeunesse dorée (οἱ τῶν πλουσιωτάτων) - ἐξεταζοµένων τῶν ἀνθρώπων: le categorie sociali elencate nei capitoli precedenti (politici, poeti e artigiani) - ἐπιχειροῦσιν... ἐξετάζειν... εὑρίσκουσι: è il risultato del procedimento socratico preso a modello (µιµοῦνται) - κἄπειτα: crasi per kai; e[peita - οἰοµένων µὲν: correlativo di εἰδότων δὲ, a sua volta in variante poliptotica con εἰδέναι, iterato nel seg. - µιαρώτατος: l aggettivo è etimologicamente connesso con mivasma, la contaminazione per l avvenuta profanazione di qualcosa di sacro e la conseguente empietà. 23d. διαφθείρει τοὺς νέους: è il terzo capo di imputazione nell accusa contro Socrate. Si osservi la coordinazione data da καὶ invece della proposizione relativa - ὅτι ποιῶν... διδάσκων: si può sottintendere la coordinata prec. - πρόχειρα: a portata di mano, accessibili e di conseguenza anche ovvie, scontate ; luoghi comuni, utilizzabili senza una preventiva ricerca e riscontri attendibili - τὰ µετέωρα... κρείττω ποιεῖν: queste dicerie ricorrenti erano confluite nei capi d accusa già citati in precedenza (cfr. Cap. II, 18b e Cap. III, 19b-c nella Parte I del presente volume) - κατάδηλοι γίγνονται: costruzione personale con la reggenza del participio predicativo (προσποιούµενοι) 23e. φιλότιµοι: qui in accezione negativa - συντεταµένως: in altre edizioni è presente la variante suntetagmevno", con cui si allude al modo ordinato con cui gli accusatori hanno imbastito l accusa - ἐµπεπλήκασιν: indicativo perfetto I attivo di ejnpivmplhmi - Μέλητός... Ἄνυτος... Λύκων: la terna degli accusatori µοι, su cui cfr. Cap. I 17a e nota relativa nella Parte I del presente volume; qui si evidenziano i motivi della denuncia e l aspetto corporativo della medesima - ἐπέθετο: indicativo aoristo medio di ejpitivqhmi. 24a. ὑπὲρ τῶν ῥητόρων: questa categoria compare qui per la prima volta, a giustificare forse il ruolo di Licone, il meno noto fra gli accusatori di Socrate - θαυµάζοιµ ἂν εἰ... εἴην: periodo ipotetico dell eventualità - ἐξελέσθαι: infinito aoristo II medio di exjairevw - ὀλίγῳ... πολλὴν: voluta contrapposizione dei due attributi, tra loro antitetici (cfr. anche supra 18e nella Parte I del presente volume). Il tempo a disposizione era misurato dalla clessidra e l accusa era già stata formulata al tempo della rappresentazione delle Nuvole, di Aristofane, circa un quarto di secolo prima - µέγα... µικρὸν: neutri in funzione avverbiale - ἀποκρυψάµενος... ὑποστειλάµενος: participi congiunti, aoristi medi di ajpokruvptw e ujpostevllw; la presenza della negazione ne autorizza la traduzione con senza e l infinito 7
8 Disco Vertendo 24b. νῦν... αὖθις: la coppia avverbiale conferma la veridicità dell affermazione anche ina eventuale replica futura. Cap. XI Περὶ μὲν οὖν ὧν οἱ πρῶτοί μου κατήγοροι κατηγόρουν αὕτη ἔστω ἱκανὴ ἀπολογία πρὸς ὑμᾶς. Πρὸς δὲ Μέλητον τὸν ἀγαθὸν καὶ φιλόπολιν, ὥς φησι, καὶ τοὺς ὑστέρους μετὰ ταῦτα πειράσομαι ἀπολογήσασθαι. Aὖθις γὰρ δή, ὥσπερ ἑτέρων τούτων ὄντων κατηγόρων, λάβωμεν αὖ τὴν τούτων ἀντωμοσίαν. Ἔχει δέ πως ὧδε Σωκράτη φησὶν ἀδικεῖν τούς τε νέους διαφθείροντα καὶ θεοὺς οὓς ἡ πόλις νομίζει οὐ νομίζοντα, ἕτερα δὲ 24c δαιμόνια καινά. Tὸ μὲν δὴ ἔγκλημα τοιοῦτόν ἐστιν τούτου δὲ τοῦ ἐγκλήματος ἓν ἕκαστον ἐξετάσωμεν. Φησὶ γὰρ δὴ τοὺς νέους ἀδικεῖν με διαφθείροντα. Ἐγὼ δέ γε, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, ἀδικεῖν φημι Μέλητον, ὅτι σπουδῇ χαριεντίζεται, ῥᾳδίως εἰς ἀγῶνα καθιστὰς ἀνθρώπους, περὶ πραγμάτων προσποιούμενος σπουδάζειν καὶ κήδεσθαι ὧν οὐδὲν τούτῳ πώποτε ἐμέλησεν ὡς δὲ τοῦτο οὕτως ἔχει, πειράσομαι καὶ ὑ- μῖν ἐπιδεῖξαι. Riguardo quindi a ciò di cui mi accusavano i primi accusatori sia per voi sufficiente questa difesa. Cercherò invece di difendermi da Meleto, il buono e amico della città, come afferma, e, dopo di ciò, da quelli successivi. Di nuovo infatti, come se costoro fossero degli altri accusatori, riprendiamo dunque l accusa giurata di costoro. E press a poco così: dice che Socrate risulta colpevole corrompendo i giovani e non credendo negli dei in cui crede la città, ma in altre 24c divinità nuove. L accusa è dunque di tal genere; esaminiamo ciascun singolo punto di questa accusa. Dice infatti che risulto colpevole perché corrompo i giovani. Invece io, o uomini di Atene, dico che Meleto è colpevole, perché scherza sul serio, citando con facilità in giudizio le persone, fingendo di prendersi cura e di darsi pensiero di cose di cui a costui non è mai importato nulla, ed anche a voi cercherò di dimostrare che questo è così. 24b. Περὶ... ὧν: genitivo di argomento con ellissi del dimostrativo - οἱ πρῶτοί... κατήγοροι: sono quelli citati nel Cap. III, a partire da Aristofane (cfr. 19c nella Parte I del presente volume) - ἔστω ἱκανὴ... πρὸς ὑµᾶς: cfr. lat. satis esto vobis - τὸν ἀγαθὸν... φιλόπολιν: esempio di ironia socratica; il secondo aggettivo è ripresa dell affermazione presente nel discorso d accusa, come si rileva dall inciso (ὥς φησι) - λάβωµεν: congiuntivo esortativo, aoristo II attivo di lambavnw - αὖ: daccapo, riprende e rinforza il prec. Aὖθις - τὴν... ἀντωµοσίαν: il giuramento prestato al momento della presentazione dell atto di accusa (cfr. pure 19b) - ἀδικεῖν... δαιµόνια καινά: la sequenza dei capi d accusa è modificata rispetto a quella riportata da Diogene Laerzio (II,49), che al primo posto riporta l accusa di ajsevbeia, reato per cui è prevista la pena di morte. 24c. δαιµόνια καινά: il riferimento è al daivmwn socratico - ἓν ἕκαστον: i singoli capi d accusa, esaminati uno ad uno - ἐξετάσωµεν: congiuntivo esortativo, aoristo sigmatico attivo di ejxetavzw - σπουδῇ χαριεντίζεται: voluto accostamento ossimorico dei vocaboli; il dativo femminile è in funzione avverbiale - εἰς ἀγῶνα καθιστὰς: locuzione del linguaggio giudiziario; participio presente attivo di kaqivsthmi - σπουδάζειν καὶ κήδεσθαι: espressione risolvibile anche con un endiadi - οὐδὲν: neutro avverbiale - τούτῳ: Meleto - οὐδὲν τούτῳ πώποτε ἐµέλησεν: cfr. lat. nihil eius umquam interfuit - τοῦτο οὕτως ἔχει... ἐπιδεῖξαι: cfr. lat. hoc ita esse, vobis quoque demonstrare conabor. Cap. XII Kαί μοι δεῦρο, ὦ Μέλητε, εἰπέ ἄλλο τι ἢ περὶ πλείστου 24d ποιῇ ὅπως ὡς βέλτιστοι οἱ νεώτεροι ἔσονται; - ἔγωγε. - ἴθι δή νυν εἰπὲ τούτοις, τίς αὐτοὺς βελτίους ποιεῖ δῆλον γὰρ ὅτι οἶσθα, μέλον γέ σοι. Tὸν μὲν γὰρ 8 E dimmi qui, o Meleto: Fai qualcos altro dallo stimare moltissimo 24d che i giovani siano i migliori possibili? Io certamente. Orsù dunque, di adesso a costoro chi li rende migliori: è evidente infatti che lo sai, perché cer-
9 διαφθείροντα ἐξευρών, ὡς φῄς, ἐμέ, εἰσάγεις τουτοισὶ καὶ κατηγορεῖς. Tὸν δὲ δὴ βελτίους ποιοῦντα ἴθι εἰπὲ καὶ μήνυσον αὐτοῖς τίς ἐστιν. Ὁρᾷς, ὦ Μέλητε, ὅτι σιγᾷς καὶ οὐκ ἔχεις εἰπεῖν; Kαίτοι οὐκ αἰσχρόν σοι δοκεῖ εἶναι καὶ ἱκανὸν τεκμήριον οὗ δὴ ἐγὼ λέγω, ὅτι σοι οὐδὲν μεμέληκεν; ἀλλ εἰπέ, ὠγαθέ, τίς αὐτοὺς ἀμείνους ποιεῖ; - Oἱ νόμοι. - Ἀλλ οὐ 24e τοῦτο ἐρωτῶ, ὦ βέλτιστε, ἀλλὰ τίς ἄνθρωπος, ὅστις πρῶτον καὶ αὐτὸ τοῦτο οἶδε, τοὺς νόμους; - Oὗτοι, ὦ Σώκρατες, οἱ δικασταί. - Πῶς λέγεις, ὦ Μέλητε; οἵδε τοὺς νέους παιδεύειν οἷοί τέ εἰσι καὶ βελτίους ποιοῦσιν; - Mάλιστα. - Πότερον ἅπαντες, ἢ οἱ μὲν αὐτῶν, οἱ δ οὔ; - Ἅπαντες. - Eὖ γε νὴ τὴν Ἥραν λέγεις καὶ πολλὴν ἀφθονίαν τῶν ὠφελούντων. Tί δὲ δή; οἱ δὲ ἀ- κροαταὶ βελτίους 25a ποιοῦσιν ἢ οὔ; - Kαὶ οὗτοι. - Tί δέ, οἱ βουλευταί; - Kαὶ οἱ βουλευταί. - Ἀλλ ἄρα, ὦ Μέλητε, μὴ οἱ ἐν τῇ ἐκκλησίᾳ, οἱ ἐκκλησιασταί, διαφθείρουσι τοὺς νεωτέρους; ἢ κἀκεῖνοι βελτίους ποιοῦσιν ἅπαντες; - Kἀκεῖνοι. - Πάντες ἄρα, ὡς ἔοικεν, Ἀθηναῖοι καλοὺς κἀγαθοὺς ποιοῦσι πλὴν ἐμοῦ, ἐγὼ δὲ μόνος διαφθείρω. Oὕτω λέγεις; - Πάνυ σφόδρα ταῦτα λέγω. - Πολλήν γέ μου κατέγνωκας δυστυχίαν. Kαί μοι ἀπόκριναι ἦ καὶ περὶ ἵππους οὕτω σοι δοκεῖ ἔχειν; Oἱ μὲν 25b βελτίους ποιοῦντες αὐτοὺς πάντες ἄνθρωποι εἶναι, εἷς δέ τις ὁ διαφθείρων; ἢ τοὐναντίον τούτου πᾶν εἷς μέν τις ὁ βελτίους οἷός τ ὢν ποιεῖν ἢ πάνυ ὀλίγοι, οἱ ἱππικοί, οἱ δὲ πολλοὶ ἐάνπερ συνῶσι καὶ χρῶνται ἵπποις, διαφθείρουσιν; Oὐχ οὕτως ἔχει, ὦ Μέλητε, καὶ περὶ ἵππων καὶ τῶν ἄλλων ἁπάντων ζῴων; Πάντως δήπου, ἐάντε σὺ καὶ Ἄνυτος οὐ φῆτε ἐάντε φῆτε πολλὴ γὰρ ἄν τις εὐδαιμονία εἴη περὶ τοὺς νέους εἰ εἷς μὲν μόνος αὐτοὺς διαφθείρει, οἱ δ ἄλλοι ὠφελοῦσιν. Ἀλλὰ 25c γάρ, ὦ Μέλητε, ἱκανῶς ἐπιδείκνυσαι ὅτι οὐδεπώποτε ἐφρόντισας τῶν νέων, καὶ σαφῶς ἀποφαίνεις τὴν σαυτοῦ ἀμέλειαν, ὅτι οὐδέν σοι μεμέληκεν περὶ ὧν ἐμὲ εἰσάγεις. Greek Florilegium tamente ti sta a cuore. Avendo infatti trovato, come dici, chi li corrompe, io, lo conduci da costoro e l accusi. Orsù, di dunque chi li rende migliori e mostra a costoro chi è. Vedi, o Meleto, che taci e non sai che dire? Non ti sembra che sia certamente una prova vergognosa e sufficiente di ciò che appunto io dico, che a te non è mai importato nulla? Ma dimmi, o caro, chi li rende migliori? Le leggi. Ma non 24e ti chiedo questo, o carissimo, ma chi sia l uomo che per prima cosa proprio questo conosce, le leggi? Costoro, o Socrate, i giudici. Come dici, o Meleto? costoro sono in grado di educare i giovani e li rendono migliori? Assolutamente. Tutti quanti oppure alcuni di loro e altri no? Tutti quanti. Certo dici bene, per Era, e molta abbondanza di chi è utile. E cosa poi? Gli ascoltatori li rendono migliori 25a o no? Anche costoro. E che poi? i consiglieri? Anche i consiglieri. Ma dunque, o Meleto, quelli in assemblea, i componenti dell assemblea, non corrompono i giovani? O anch essi, tutti quanti, li rendono migliori? Anch essi. Tutti quindi gli Ateniesi, come sembra, li rendono eccellenti e o- nesti tranne me, e io solo li corrompo. Dici così? Dico questo molto sul serio. Certo mi hai giudicato molto infelice. E rispondimi: ti sembra sia così anche riguardo ai cavalli? 25b Quelli che li rendono migliori sono tutti gli uomini, ma uno solo quello che li corrompe? oppure tutto il contrario di questo, uno solo che è in grado di renderli migliori, o pochissimi, gli esperti di cavalli, mentre i più, se si occupano e trattano con i cavalli, li corrompono? Non è così, o Meleto, sia per i cavalli che per tutti quanti gli altri animali? Assolutamente certo, sia che tu e Anito non lo diciate o lo diciate; sarebbe infatti una grande fortuna per i giovani se uno solo li corrompesse mentre gli altri fossero utili. Ma 25c poiché, o Meleto, tu dimostri a sufficienza che non ti desti mai pensiero dei giovani, mostri anche con chiarezza il tuo disinteresse, perché non ti è mai importato nulla di quello per cui mi citi in tribunale. 9
10 24c. δεῦρο: l avverbio ha valore sia locale che temporale - περὶ πλείστου: locuzione estimativa; cfr. lat. plurimi. 24d. ὡς βέλτιστοι: forma rafforzata di superlativo; cfr. lat. quam optimi - οἱ νεώτεροι: comparativo assoluto - ἴθι: imperativo di ei\mi con valore di interiezione - δῆλον: sott. ejstiv - µέλον: participio assoluto, qui con valore causale - ἐξευρών: participio aoristo II attivo di ejxeurivskw - τουτοισὶ: il dimostrativo è accompagnato dal gesto, come indicato dallo iota deiktikovn - µήνυσον: imperativo aoristo sigmatico attivo di mhnuvw - ὅτι... µεµέληκεν: ribadisce quanto detto supra 24c (οὐδὲν τούτῳ πώποτε ἐµέλησεν), ma l uso del perfetto evidenzia l aspetto compiuto dell azione e la sua durata nel presente - ὠγαθέ: cresi per w\ ajgaqev, naturalmente ironico come il successivo ὦ βέλτιστε - ἀµείνους: forma contratta di comparativo; predicativo di ποιεῖ. 24e. Πότερον... ἢ: cfr. lat. utrum... an - νὴ τὴν Ἥραν: interiezione, con il nome della dea in luogo di quello del marito (cfr. 17b nella Parte I del presente volume) - τῶν ὠφελούντων: participio sostantivato - οἱ δὲ ἀκροαταὶ: gli ascoltatori presenti in un pubblico dibattito. 25a. οἱ βουλευταί: i cinquecento componenti della Bulé; nella sua risposta Meleto scorda che pure Socrate fu buleuta in occasione del processo agli strateghi dopo la vittoria alle Arginuse, quando si oppose alla loro condanna indiscriminata - οἱ ἐκκλησιασταί: tutti i cittadini, maschi e liberi, di Atene facevano parte di diritto dell assemblea popolare; il procedimento dialettico di Socrate è una reductio ad absurdum - Πάντες... Ἀθηναῖοι: è la logica conseguenza delle successive affermazioni di Meleto - καλοὺς κἀγαθοὺς: per il concetto cfr. 21d nella Parte I del presente volume - Πολλήν... δυστυχίαν: si noti l uso dell astratto in luogo del concreto - κατέγνωκας: indicativo perfetto attivo di katagignwvskw, verbo del linguaggio giudiziario - ἀπόκριναι: imperativo aoristo asigmatico medio di ajpokrivnw. 25b. βελτίους: forma contratta di comparativo; predicativo di ποιοῦντες - τοὐναντίον: esempio di crasi per to; ejnantivon - συνῶσι... χρῶνται: entrambi i verbi sono costruiti con il dativo (ἵπποις), pur con diversa sfumatura. 25c. ἐφρόντισας: indicativo aoristo sigmatico attivo di frontivzw, variante del prec. µεµέληκεν, ripreso però subito dopo dalla coppia ἀµέλειαν- µεµέληκεν. Cap. XIII Ἔτι δὲ ἡμῖν εἰπέ, ὦ πρὸς Διὸς Μέλητε, πότερόν ἐστιν οἰκεῖν ἄμεινον ἐν πολίταις χρηστοῖς ἢ πονηροῖς; ὦ τάν, ἀπόκριναι οὐδὲν γάρ τοι χαλεπὸν ἐρωτῶ. Oὐχ οἱ μὲν πονηροὶ κακόν τι ἐργάζονται τοὺς ἀεὶ ἐγγυτάτω αὑτῶν ὄντας, οἱ δ ἀγαθοὶ ἀγαθόν τι; - Πάνυ γε. - Ἔστιν οὖν ὅστις βούλεται ὑπὸ τῶν συνόντων 25d βλάπτεσθαι μᾶλλον ἢ ὠφελεῖσθαι; ἀποκρίνου, ὦ ἀγαθέ καὶ γὰρ ὁ νόμος κελεύει ἀποκρίνεσθαι. Ἔσθ ὅστις βούλεται βλάπτεσθαι; - Oὐ δῆτα. - Φέρε δή, πότερον ἐμὲ εἰσάγεις δεῦρο ὡς διαφθείροντα τοὺς νέους καὶ πονηροτέρους ποιοῦντα ἑ- κόντα ἢ ἄκοντα; - Ἑκόντα ἔγωγε. - Tί δῆτα, ὦ Μέλητε; τοσοῦτον σὺ ἐμοῦ σοφώτερος εἶ τηλικούτου ὄντος τηλικόσδε ὤν, ὥστε σὺ μὲν ἔγνωκας ὅτι οἱ μὲν κακοὶ κακόν τι ἐργάζονται ἀεὶ τοὺς μάλιστα πλησίον 25e ἑ- αυτῶν, οἱ δὲ ἀγαθοὶ ἀγαθόν, ἐγὼ δὲ δὴ εἰς τοσοῦτον ἀμαθίας ἥκω ὥστε καὶ τοῦτ ἀγνοῶ, ὅτι ἐάν τινα μοχθηρὸν ποιήσω τῶν συνόντων, κινδυνεύσω κακόν τι λαβεῖν ὑπ αὐτοῦ, ὥστε τοῦτο τοσοῦτον κακὸν ἑκὼν ποιῶ, ὡς φῄς σύ; ταῦτα ἐγώ σοι οὐ πείθομαι, ὦ Μέλητε, οἶμαι δὲ οὐδὲ ἄλλον ἀνθρώπων οὐδένα ἀλλ ἢ οὐ διαφθείρω, ἢ εἰ E dicci ancora in nome di Zeus, o Meleto, è preferibile abitare tra cittadini onesti o malvagi? Rispondi, o caro: non domando infatti niente certo di difficile. I malvagi non fanno sempre qualcosa di male a quelli che sono i più vicini a loro, mentre i buoni qualcosa di buono? Certamente. C è dunque chi vuole essere danneggiato 25d piuttosto che essere avvantaggiato da chi gli sta insieme? Rispondi, o caro: la legge infatti impone di rispondere. C è chi vuole essere danneggiato? No certo. Orsù dunque, mi citi qui perché corrompo i giovani e li rendo più malvagi di mia volontà o mio malgrado? Di tua volontà, io (dico) Che dunque, o Meleto? Tu che sei di un età tale sei tanto più saggio di me a quest età, da sapere tu che i malvagi fanno sempre qualcosa di male a chi in particolare è il più vicino a loro, 25e di buono invece i buoni, ed io dunque son giunto a tal punto di ignoranza da non sapere anche questo, che se rendo cattivo qualcuno di chi mi è accanto, corro il rischio di ricevere da lui qualche male, così da far questo male di tal genere di mia volontà, come dici tu? In questo non ti credo, o Meleto, e penso neppure nessun al-
11 26a διαφθείρω, ἄκων, ὥστε σύ γε κατ ἀμφότερα ψεύδῃ. Eἰ δὲ ἄκων διαφθείρω, τῶν τοιούτων καὶ ἀκουσίων ἁμαρτημάτων οὐ δεῦρο νόμος εἰσάγειν ἐστίν, ἀλλὰ ἰδίᾳ λαβόντα διδάσκειν καὶ νουθετεῖν δῆλον γὰρ ὅτι ἐὰν μάθω, παύσομαι ὅ γε ἄκων ποιῶ. Σὺ δὲ συγγενέσθαι μέν μοι καὶ διδάξαι ἔ- φυγες καὶ οὐκ ἠθέλησας, δεῦρο δὲ εἰσάγεις, οἷ νόμος ἐστὶν εἰσάγειν τοὺς κολάσεως δεομένους ἀλλ οὐ μαθήσεως. Greek Florilegium tro fra gli uomini; ma o non li corrompo, o se 26a li corrompo, mio malgrado, così che menti certamente in entrambi i casi. Se li corrompo mio malgrado, per colpe tali e involontarie non è consuetudine citare in giudizio qui, ma insegnare e consigliare dopo aver preso da parte; è chiaro infatti che se imparo smetterò ciò che faccio mio malgrado. Tu però evitasti e non volesti trovarti con me e insegnarmi, ma mi trascini qui dove è consuetudine quelli che necessitano di una punizione e non di un insegnamento. 25c. πρὸς ιὸς: l espressione rafforza il vocativo - πότερόν ἐστιν... ἄµεινον... ἢ: cfr. lat. utrum melius est... an - ὦ τάν: vocabolo indeclinabile presente nel solo dialetto attico - ἀπόκριναι: imperativo aoristo sigmatico medio di ajpokrivnw - ἐγγυτάτω: superlativo avverbiale in posizione attributiva - ὑπὸ τῶν συνόντων: complemento di agente e- spresso con il participio sostantivato. 25d. ἀποκρίνου: l imperativo presente sostituisce qui l aoristo prec. per il preciso obbligo imposto dalla legge - Φέρε δή: valore interiettivo dell imperativo (cfr. lat. age, agedum) - Ἑκόντα ἔγωγε: espressione ellittica del predicato, a dare enfasi alla risposta - τοσοῦτον σὺ ἐµοῦ σοφώτερος εἶ τηλικούτου ὄντος τηλικόσδε ὤν: costr.: σὺ τηλικόσδε ὤν εἶ τοσοῦτον σοφώτερος ἐµοῦ τηλικούτου ὄντος; τοσοῦτον, neutro invece del dativo, rafforza il comparativo. Si noti il raffronto tra l età dell accusatore e dell imputato - ὥστε... ἔγνωκας: proposizione consecutiva; indicativo perfetto I attivo di gignwvskw - σὺ µὲν: correlato a ἐγὼ δὲ del seg. - τοὺς µάλιστα πλησίον: riprende il prec. τοὺς ἀεὶ ἐγγυτάτω. 25e. οἱ δὲ ἀγαθοὶ ἀγαθόν: sott. τι ἐργάζονται - εἰς τοσοῦτον ἀµαθίας: è il lat. adeo inscitiae, ed è l antecedente della proposizione consecutiva (ὥστε... ἀγνοῶ) - καὶ τοῦτο: cfr. lat. hoc quoque; prolettico della dichiarativa seg. - τινα: l indefinito regge il genitivo partitivo seg. (τῶν συνόντων) - µοχθηρὸν: predicativo. 26a. ψεύδῃ: indicativo presente medio di yeuvdomai - ἄκων: predicativo (cfr. lat. invitus) - ἰδίᾳ: dativo in funzione avverbiale, è contrapposto al carattere pubblico del dibattito processuale - µάθω: congiuntivo aoristo II attivo di manqavnw - οἷ: avverbio di luogo - νόµος: il vocabolo gioca sull ambivalenza di significato tra consuetudine e legge - µαθήσεως: che sarebbe appunto la condizione di Socrate, date le premesse del suo ragionamento. 11
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